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Ordinamenta Maris 2013 - Rosa di Gregorio, Tarricone Davide, Brunetti Barbara

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La composizione vuole suggerire la fisionomia architettonica della barca a vela attraverso la reinterpretazione simbolica dei suoi elementi principali: le vele, l’albero, lo scafo. Forme e proporzioni originarie delle barche a vela, sono sovvertite per lasciar spazio ad una composizione architettonica che abbia una valenza non solo formale ma anche funzionale. Il ruolo evocativo del progetto è affidato ai materiali, mentre quello funzionale alle forme: un insieme che armoniosamente converge verso la reinterpretazione in chiave simbolica di un oggetto reale legato al mondo marino, da cui gli ordinamenta maris traggono le loro origini.

Rosa di Gregorio, Tarricone Davide, Brunetti Barbara — Ordinamenta Maris 2013

Foto renderizzazione e inserimento nel contesto

Le sedute sono realizzate in conci stereotomici in pietra di Trani, derivanti da una forma geometrica regolare (l’esagono) la cui gemmazione compone l’intera seduta. Tridimensionalmente i conci sono lavorati in modo che una faccia concava sia l’alloggiamento di quella convessa e viceversa, a creare un continuum visivo che vuole suggerire il movimento ondoso del mare.

Rosa di Gregorio, Tarricone Davide, Brunetti Barbara — Ordinamenta Maris 2013

sviluppo architettonico e dettagli

Il totem che simula l’albero, è una superficie in corten tagliata a laser per accogliere i testi degli articoli del codice (interpretazione dello stretto legame con la legge). Il linguaggio architettonico sarà arricchito grazie alla scelta di retroilluminare i vuoti creatisi con uno pannello luminoso inserito all’interno della struttura parallelepipeda ed alimentato ad energia solare. Il suo scopo non è solo quello immediato di rendere possibile la lettura del testo in assenza di luce naturale, ma anche di costituire il sistema di illuminazione dell’intera composizione architettonica.

Rosa di Gregorio, Tarricone Davide, Brunetti Barbara — Ordinamenta Maris 2013

Lettura paesaggistica dell'area portuale di Trani

La struttura reticolare spaziale in acciaio serve da supporto ad un tipo di pianta, la tillandsia usnoides, che non necessita di manutenzione e cure particolari, poiché essendo prive di radici sotterranee, assorbono il loro nutrimento dall’umidità dell’aria. Il suo impiego in questa sede non è legato solo a ragioni puramente decorative, quanto al fatto che con esso si concretizza quel richiamo al simbolico, leit-motif che caratterizza la composizione in ogni sua parte, sin dal suo concepimento. Il verde anima la struttura, le conferisce quel movimento che vale alla composizione l’appellativo di “composizione vivente”.


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