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re-FABBRICA - abitare intimità estroverse - manuela schirra, Valentina Crupi, Luca Del Fabbro Machado

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Il progetto propone di rispettare la misura della città in cui si inserisce – riferendosi, con ciò, alla dimensione fisica unitamente a quella sociale – e si costituisce quindi tramite un assetto urbano adeguato a essa. L’urgenza di non essere “smisurato” si deve a una presa di coscienza del luogo che porta a riconosce l’esistenza, in esso, di caratteri riconoscibili in termini di morfologia, paesaggio, densità abitativa e del costruito. Inoltre, la trasformazione proposta per il sito Riboldi-Toscanini vuole prestarsi a una ricucitura delle parti, intrecciando l’area con il tessuto adiacente anche dal punto di vista della permeabilità dello spazio aperto; l’integrazione avviene quindi dando un’importanza centrale al modo in cui il disegno di suolo si adagia a terra aggrappandosi agli spazi aperti circostanti, collegandoli, aggiungendo occasioni e complessità alla loro rete. Interpretare la misura esistente significa, in questo caso, riconoscere i caratteri morfologici che partecipano all’identità di Paderno Dugnano e re-interpretarli, o assecondarli, mantenendoli vivi, attualizzando dunque il luogo secondo necessità spaziali e contributi tecnologici contemporanei. La tipologia residenziale del blocco, i grandi oggetti produttivi, il materiale vegetale, sono elementi che caratterizzano il paesaggio urbano di questa parte del territorio e sono assunti come fondamento del vocabolario formale del progetto. Così il tessuto a griglia dei blocchi residenziali è il riferimento compositivo al quale adeguarsi e diviene dispositivo progettuale per il ridisegno dell’area.

manuela schirra, Valentina Crupi, Luca Del Fabbro Machado — re-FABBRICA - abitare intimità estroverse

re-FABBRICA

I TEMI DEL PROGETTO

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Blocco rivisto: il tessuto residenziale circostante è formato prevalentemente da edifici di base 12,5×12,5 metri; la tipologia prevalente, quella dei fabbricati che si affacciano direttamente sull’area, è il blocco di quattro/cinque piani con appartamenti e corpo scala centrale. “Blocco rivisto” assume la tipologia del blocco 12,5×12,5×12,5, ma lo re-interpreta dando più spazio e importanza agli spazi comuni e alla distribuzione degli alloggi, nel rispetto delle nuove forme del vivere e in rapporto all’orientamento. Spazio aperto pubblico e comune: anche lo spazio aperto continua la misura circostante, ma ridefinisce gli assetti proprietari, abbattendo i recinti e rendendo tutto il suolo pubblico, comune e percorribile. Lo spazio è fluido e variegato, a volte mantiene proporzioni uguali a quelle del tessuto circostante, altre volte si contrae e diventa più contenuto, riprendendo dimensioni frequenti nei centri storici; a volte è più intimo, a volte meno, ma sempre a misura d’uomo.

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Differenti e progressivi gradi di privatezza: dal pubblico al privato e dal comune all’intimo secondo differenti e progressivi gradi di privatezza garantiti da composizioni spaziali e materiali permettono una visione più aperta e condivisa del privato verso il pubblico e viceversa. così con sistemi di contrazione ed espansione, o con sistemi di aperture e chiusure (diaframmi) è garantito il passaggio graduale tra differenti tipi di spazio. Così tra aperto e chiuso, coperto e scoperto, si alternano spazio-strada, spazio-corte, spazio-piazza, spazio-home, spazio-office, spazio-bottega e spazio-ristoro, spesso intesi come spazi del co-living, co-housing e co-working interpretati a sistema, e adatti ad ospitare “forme di vivere” plurali, di differenti tagli e categorie. Funzioni diffuse: la distribuzione delle funzioni e degli spazi collettivi è pensata per mescolarsi in modo diffuso sull’area insieme alla residenza. Funzioni pubbliche, servizi, spazi del lavoro e residenza sono quindi alternati, sovrapposti, adiacenti, interscambiabili, e a volte coincidono. Riconoscibilità: griglia e blocchi garantiscono un assetto morfologico riconoscibile, non stridente con il contesto; la ripresa di elementi costruttivi tipici dell’industria presenti nell’area e nei dintorni e la ri-proposizione di quei materiali che rispettano l’identità produttiva del piccolo centro; il mantenimento degli alberi esistenti e l’integrazione del disegno del verde sono volti a tessere relazioni con le aree circostanti, dando continuità a un paesaggio che arriva fino ai vicini ambiti agricoli. energia intelligente: un sistema unico a rete regola e ottimizza i consumi energetici dell’intero intervento; riduzione di sprechi, riciclo delle energie e riduzioni dei consumi per mezzo di composizione spaziali e disegno degli elementi oltre che tecniche e tecnologie costruttive adeguate, in commistione all’uso di energie rinnovabili, sono gli accorgimenti che, messi a sistema, garantiscono un ottima efficienza energetica, garantendo un netto risparmio sui costi di tutto l’impianto e riducendone notevolmente l’impronta ecologica.

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Nuove forme di vivere e di abitare coesistono in una dimensione urbana data da uno spazio aperto continuo, in cui diversi “gradi di privatezza” riguardano ogni singolo blocco, ma al suo esterno diventano “gradi di intimità nello spazio pubblico”. Il brano di città proposto vuole essere caratterizzato da una mescolanza di utenti e di modi di abitare e lavorare in cui i concetti stessi di abitare e lavorare convergano, per vicinanza fisica e umana, andando a ridefinire il modo di vivere la città. Il progetto costruisce un agglomerato così compatto e isotropo proprio per dare forma e sostanza alla densità e pluralità sociale che vorrebbe insediare; qui gli abitanti – che possono essere famiglie, singles, lavoratori temporanei, anziani soli, etc.. – trovano servizi sotto casa e spazi dove stare dove camminare, incontrandosi tra di loro e incrociando anche lavoratori di ogni genere mentre lavorano o mentre escono per la pausa.

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