Crediamo che oltre al restauro inteso come recupero dei valori “materiali” si debba tenere in considerazione un altro valore di cui qualsiasi edificio che sia testimonianza storica si sostanzia. Si tratta dell’investimento simbolico, ovvero del senso, di cui l’oggetto d’architettura, a contatto con la comunità e la società che lo vive, si è caricato nel corso degli anni.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
Il complesso dell’ex pastificio, risulta possedere questo valore intrinseco unitamente all’alto valore figurativo dovuto all’incidenza ella massa sproporzionata del suo involucro rispetto alla dimensione media dei fabbricati non solo del suo immediato contesto ma di tutto il tessuto urbano. Riteniamo che proprio nella sua figura risulti il valore architettonico preponderante dell’edificio principale (ex mulino).
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
La qualità degli spazi interni dei piani terra e primo, non risulta di particolare pregio, mentre il corpo sottotetto, possiede un grande potenziale nella qualità interna dello spazio con le capriate a vista, ma sopratutto nell’alto valore ambientale della terrazza aperta ad un’impareggiabile vista sul parco della Giara di Gesturi.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
Per questi motivi l’intervento su questo edificio si è concentrato sul recupero dell’involucro, sul sistema di distribuzione e sul recupero architettonico e funzionale del piano sottotetto. Varcata la soglia dell’attuale ingresso su via Roma, tuttavia si scopre un interessante miscellanea di caratteri tipici rurali e inserti di pregio storico e architettonico quali le aperture ed i divisori arcati portanti al piano terra del primo nucleo originario (Edifici B, C e area D). Il recupero di questi edifici avviene in maniera integrale ed il nuovo intervento architettonico è limitato all’interno del nuovo spazio polifunzionale a tutta altezza ricavato negli ex locali di stoccaggio, unitamente all’inserimento di una nuova scala di accesso al piano superiore. La rinuncia al recupero architettonico degli altri edifici minori tra i due edifici principali (edificio A e B) permette la creazione di un nuovo varco tra la piazza esterna e la piazza interna, restituendo alla collettività uno spazio pubblico complesso e articolato ed allo stesso tempo introverso.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
La corte -piazza Protetta da alti setti murari rivestiti in acciaio corten, oltre la scalinata di ingresso (essa stessa un già luogo dello stare con la sua complessità di gradonate alternate alla salita), la piazza interna si affaccia all’esterno del suo perimetro con l’estremo lembo della copertura intrecciata della vela sospesa tra gli edifici. Il tema dell’ombra viene ripreso nel progetto oltre che per il fascino delle autocostruzioni provvisionali realizzate con la tecnica dell’intreccio e con l’accostamento degli incannicciati, tipiche nella cultura sarda e più in generale mediterranea, anche e sopratutto per il valore sociale e collettivo che tali elementi posseggono nel definire dei luoghi dello stare insieme durante le assolate giornate estive. Sotto questa tenda si affacciano gli edifici recuperati, pronti per accogliere le nuove destinazioni in uno scenario di vita quotidiana esteso al giorno ed alla sera, quando la vela, con il sistema di illuminazione puntuale si trasforma in un cielo stellato.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
Questa corte introversa si svela aprendosi e si presta ad essere il primo dei canali di comunicazione delle risorse nuraghesi. Grazie alla possibilità di eseguire delle simulazioni in scala dei ritrovamenti archeologici più importanti quali: lingotti ox-hide ritrovati in località serra ilixi (conosciuti anche come pani di rame) navicella con protome bovino e anatrelle sul bordo, ritrovata in localitù forraxi nioi bronzetto raffigurante matriarca in preghiera ritrovato in località coni
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
Il museo diffuso Il gruppo di progettazione, propedeuticamente alla definizione degli obbiettivi di programma e del layout funzionale, ha effettuato un studio sullo stato generale delle strutture museali in ambito regionale e nazionale da cui risulta chiaramente l’enorme difficoltà degli enti amministratori o patrocinatori nel garantire la continuità gestionale e quindi permettere l’effettiva fruizione alla collettività della struttura. In tale condizione si trovano, indistintamente, sia strutture di grande valore culturale, artistico e archeologico, sia i numerosi musei a carattere locale che tutelano la cultura e le tradizioni dei singoli territori di appartenenza.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
L’intervento progettuale, in alternativa alla creazione di un contenitore con classiche caratteristiche museali o espositive, propone di ricorrere al concetto di “museo diffuso” con possibilità di fruizione permanente. L’esposizione delle opere o dei prodotti da valorizzare, avviene infatti in maniera diffusa all’interno del complesso con l’individuazione di tre principali aree espositive: il foyer a doppia altezza e la scala dell’auditorium (Edificio B) a cui si può aggiungere il primo piano (limitatamente all’area del suddetto foyer) per esposizioni temporanee il foyer e la scala a tripla altezza dell’ex mulino (edificio A)
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
la piazza In questi spazi, al carattere dinamico della funzione di collegamento si unisce il tema del percorso museale e le scale diventano un racconto che ogni volta si rinnova nell’esperienza della memoria. L’applicazione dei principi del “museo diffuso” presentano molti aspetti positivi che possono essere così riassunti: la localizzazione in aree di frequente passaggio consente la fruizione permanente a favore di tutta la collettività e rafforza l’identità collettiva la fruizione è libera e non necessità di personale dedicato allo scopo la manutenzione e la gestione della sicurezza può essere autogestita in accordo con gli utenti e locatari delle funzioni private o pubbliche extra amministrative gli spazi comuni interni possiedono grande qualità architettonica e culturale
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
La terrazza sulla Giara Forse colui che vive e quotidianamente si trova davanti agli occhi un paesaggio naturale di elevata qualità, con il passare del tempo si abitua e si fonde con esso quasi non percependo più l’eccezionalità del territorio. Tuttavia non capita sovente di avere il privilegio di poter contemplare un paesaggio di rara bellezza quale quello che si può avere dalla terrazza dell’ultimo piano dell’ex pastificio, dove la vista si apre verso l’altopiano della Giara di Gesturi, patrimonio dell’Unesco.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.
Questo ulteriore elemento di ricchezza del complesso, vuole ed è valorizzato nel progetto con la creazione di una terrazza fruibile mediante la proposta di destinazione d’uso ad attività ricettiva per la quale si suggerisce la localizzazione di un ristorante con prodotti a Km zero da affidare con pubblico incanto, ad esempio, ad un cuoco locale emergente. Su tale proposta si sviluppa uno degli scenari più consoni alla vocazione rurale di Nuragus, che grazie alla genuinità e alle referenze dei propri prodotti agroalimentari potrebbe ritagliarsi uno spazio nella ristorazione di eccellenza.
© roberto murgia . Published on March 05, 2014.