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AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba - Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi

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Nel rispetto degli obiettivi strategici previsti dal Piano di Governo del Territorio riguardanti la trasformazione del territorio e nella condivisione della ricerca per una nuova struttura urbana la proposta di fare un segno forte in termini spaziali ci è sembrata la più pertinente. La configurazione si esprime nella unitarietà delle parti, nella differenza degli aspetti fisici che costituiscono l’unità. L’apparente contraddizione “unità-parti”è la base delle scelte per il nuovo paesaggio del settore della città oggetto di concorso: architetture continue e frammentarie poggiate sul suolo che esprime fra pavimentazioni lapidee e prati alberati una solida continuità spaziale. In questo settore della città la tessitura edilizia è spesso interrotta dalla viabilità e dagli insediamenti industriali ormai dismessi, la stessa ferrovia e il fiume Lambro creano una diagonale che taglia gli orientamenti edilizi e crea piazze più o meno grandi triangolari, senza definizioni precise. Queste diventano parcheggi e non offrono nessuna possibilità per una sosta gradevole. Gli stessi capannoni ex Gasfire tagliano percorsi per accessibilità e chiudono visuali prospettiche.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

Erba nel territorio. La tensione territoriale fa di Erba il luogo centrale fra le differenti declinazioni dei valori paesaggistici e ambientali del territorio: le prospettive delle colline verdi, le vie dei rami del lago di Como e quelle dei tre laghi verso est; l’ambiente montano e quello lacustre. La indeterminatezza del nucleo originario, o meglio la molteplicità dei centri che hanno composto l’attuale città testimonia la ricchezza delle vocazioni, agricole prima, industriali e turistiche poi, e la sua importanza riconosciuta come polo sovra comunale. “Un sistema riconoscibile di spazi rappresentativi”è quindi da ricercare per integrarsi al sistema del PTCP della provincia di Como e per rispondere alle attuali esigenze di vivibilità, sostenibilità, mobilità, stanzialità, eco-compatibilità. L’area ex Gasfire si presta per la ricomposizione di una struttura ambientale efficiente nella direzione della stazione lungo l’asse che parte dalla piazza del mercato e si dirige verso nord-est, così che l’asse trasversale ridisegna parti di città che erano state separate dall’insediamento industriale. Ai margini dell’area in esame esistono vari tipi di insediamenti: ville con giardino, nuovi edifici 2 residenziali ad alta densità, sedi bancarie, edifici per la cultura (biblioteca) a conferma della frammentazione che denota la città. Tutta la zona soffre per la non permeabilità dell’area a concorso, la stessa viabilitàè deformata e non risponde alla fluidità che i tracciati all’intorno indicherebbero. La risposta urbanistica ha individuato alla scala territoriale e a quella comunale le esigenze che si sono presentate nel tempo nei diversi aspetti funzionali e ambientali e, considerando una struttura di funzionamento complessivo ha stabilito i ruoli delle parti per una precipua identità. All’analisi delle consistenze locali, alle destinazioni e alle misure dell’intorno è necessario aggiungere il ruolo di polo attrattore che si richiede alla città di Erba dal PTCP della provincia di Como. Dai dati territoriali relativi ai servizi pubblici Erba emerge per la numerosa presenza di essi a livello sovra comunale. Questi confermano l’evoluzione che nel tempo ha caratterizzato la città e la necessità di connotarne il nuovo assetto-aspetto per il duplice aspetto organizzativo e figurativo. L’area occupa un nodo strategico della rete urbana e territoriale; le vie di comunicazione della zona dei laghi e di quella montana sono facilmente raggiungibili e la ferrovia è quasi a contatto. Il ruolo storico di Erba con la dotazione di standard a livelli elevati è confermato dalle previsioni del PGT del 2010 e di conseguenza le aree centrali, resesi disponibili per cessate attività, potranno accogliere e rappresentare il potenziamento dell’offerta di servizi. Questa descrizione sommaria è la premessa per le scelte progettuali che intendono assorbire il mandato tecnico di piano e tradurlo in piano architettonico. Il progetto.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

La tessitura urbana della città si presenta come la sovrapposizione su antichi tracciati di manufatti prodotti per risolvere esigenze che si sono verificate nel tempo. La dismissione dell’insediamento industriale offre l’occasione per dotare Erba di nuovi spazi urbani per insediamenti di edilizia residenziale e rappresentativa. Il paesaggio si presenta compatto, ed accoglie oggetti inusuali non riservati a consuete destinazioni. Percorrendone i margini si può da un lato e l’altro traguardare l’area e osservare gli edifici fuori scala che lo occupano. 3 Alle spalle si sono lasciate presenze della città che ritagliano spazi dedicati agli abitanti, sempre segnati da confini che sottolineano la privatezza dell’area. Qui il respiro dovrebbe essere più ampio ed i confini più liberi fra il nuovo e la biblioteca che oltre alle banche rappresenta un confine. E’ il luogo ideale per disegnare percorsi, spazi d’uso all’aperto, alberature e pavimentazioni tematiche. Inoltre è sedime prezioso per inserire quell’edilizia fatta di abitazioni e di servizi per riqualificare tutto l’intorno. L’inserimento di attività commerciali di alto livello, di una sala per teatro o convegni, di laboratori artigiani faranno da supporto allo svolgersi delle attività di tempo libero che potranno svolgersi nella zona. Il bando descrive l’area dalla prima urbanizzazione fino all’attuale condizione fisica e sociale; sappiamo anche come lo spostamento di economie di mercato abbia la capacità di ritrasformare aree urbane o periurbane. L’esercizio di progettazione urbana è consapevole che la qualità conferita ai luoghi può innescare il complesso processo economico, politico, sociale che ritaglia nel tessuto quel tassello. Nell’area fra le residenze, le attività commerciali e quelle di tempo libero sono occasione per ritrovare, ricongiungere, dotare un frammento urbano di servizi ai quali la comunità aveva rinunciato. I confini dell’area, compromessa dalla viabilità e da servizi generali fanno della piazza e del parco il vero punto dove la socialità può aver luogo, e così le vie di accesso assumeranno il ruolo di aggregazione e svolgimento di eventi voluti dalla comunità che vive il quartiere ed invita ad avvicinarlo. Eventi musicali e manifestazioni promosse dalle scuole e dalle associazioni culturali della zona potranno svolgersi lungo le vie ormai divenute un susseguirsi di piazze. La grande piazza sulla via Fiume che confina con l’attuale piazza ad angolo con XXV Aprile diventerà centro di incontro e luogo per traguardare il meraviglioso scenario a nord. Un filare di alberi la separerà dalla attuale piazza-parcheggio che si rivaluterà con la realizzazione dei tre parcheggi interrati previsti dal progetto. Dalla nuova piazza attraversando via Fiume, lasciata carrabile, si accede alle residenze e all’edificio ex Enel che sarà recuperato e destinato a mostre temporanee. Questa testimonianza edilizia potrà essere destinata anche a laboratori o esposizioni di artigianato locale con leggere alterazioni architettoniche. La presenza dei tre parcheggi interrati con settori riservati semplificherà lo svolgersi di attività di svago e culturali. Le pedonalizzazioni proposte dal bando alludono al desiderio di riappropriarsi dei luoghi urbani, al bisogno di riavvicinarsi agli spazi orizzontali fra le case e di stare, osservare, camminare, pedalare, giocare, incontrarsi. E’ occasione per modificare il paesaggio urbano per un uso adeguato al modo di percorrere e vivere la città. Gli spostamenti figurativi dell’area hanno subito molte trasformazioni ai margini nord-occidentali che non hanno giovato al dialogo fra le parti che sostanzialmente risultano autonome pur avendo occasioni di scambio nell’uso dei numerosi edifici pubblici presenti. Il paesaggio è così disperso, con aspetti di grande fascino nelle distanze. Questa orizzontalità divenuta vuota si consegna una nuova identità. La prospettiva verso le colline ritaglia in fasce orizzontali il cielo, il verde delle chiome degli alberi, la corona montana. Questo ordine è elemento di riferimento e su questo si attestano gli elementi da sottolineare con la nuova sistemazione. Grandi edifici isolati, ai quali si accede in diverse ore della giornata che saranno dotati di spazi all’aperto per sostare e leggere con pavimentazioni disegnate e sedute dedicate.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

L’architettura e gli spazi aperti. Inserti verdi di varie consistenze arricchiscono l’arredo e connotano gli spazi di incontro con caratteristiche cromatiche riconoscibili, punti di riferimento per gli incontri di anziani, giovani e bambini. L’orizzontalità del parco è più mentale che fisica; esso si impone per volumetrie verdi alte che interrompono le prospettive delle vie di accesso al suo uso. La continuità con le vie pedonalizzate è consegnata ai filari di aceri e di ontani bianchi che si dipartono dalla piccola massa boschiva ad est dell’area; gli accadimenti arborei sono presenti negli spazi di nuova progettazione per conferire un carattere domestico nei pressi delle residenze. La scala dell’architettura, dal rappresentativo al domestico, è uno dei temi affrontati dal progetto. L’architettura delle singole parti si inserisce nel rispetto della complessa morfologia dei luoghi e declina figure significanti nella maglia edilizia di Erba. Le relazioni spaziali che l’insieme stabilisce fra le parti di nuova progettazione e l’esistente reinventa una continuità che dialoga a distanza con le importanti presenze figurative del paesaggio all’intorno. Il progetto di questo nuovo landmark urbano crea una dinamica che incide sul ruolo delle altre parti della città. L’azione si sostanzia oltre che nella disposizione degli edifici anche per i materiali che li contraddistinguono. L’eleganza distillata fra la moltitudine di elementi dedotti dalla storia si contrappone alle ondulazioni verdi o innevate delle prospettive. Il rigore figurativo si innesta nel tessuto articolato dei verdi, delle edificazioni e degli spazi vuoti con una identità regolata da ritmi le cui figure cambiano con la luce. Gli spazi liberi sono affidati ai tracciati dei probabili percorsi e disegnano figure dinamiche. Il panorama delle montagne crea vari punti di vista che intersecandosi come tracciati alterano lo schema regolare di una possibile impostazione.

Emiliano Spaziani, Noè Marco Sacchetti, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti, Emanuela Norcia, Diana Colella, Vincenzo Tomassi — AMBITO DI TRASFORMAZIONE 2.3 Via Fiume nel Comune di Erba

Vasche d’acqua con sedute parziali nei bordi raccontano lo stare, il leggere e l’incontrarsi. I fronti degli edifici residenziali sono segnati da rigature di ombra e luce intervallati da superfici continue con coloriture a contrasto e al piano terra, oltre agli ingressi, ampie vetrate conchiudono gli esercizi commerciali. Il profilo delle alberature si sovrappone al paesaggio architettonico e ci riporta al disegno delle tessiture scelto per i percorsi pedonali. Il piano dei negozi è pensato come un basamento trasparente attraverso il quale osservare l’animazione delle zone all’intorno per sottolineare la reciprocità dell’uso degli spazi fra via XXV Aprile, via Fiume e il parco. Nel Centro polifunzionale, che ha l’ingresso sia da via G. Mazzini che dalla nuova Biblioteca, l’architettura avvolge le attività che si svolgono all’interno con volumetrie silenziose.

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Una grande sala polifunzionale è un ovoide rivestito di legno. Questo a sua volta lo è da cemento colorato nei toni corrispondenti all’insieme delle nuove edificazioni. Il Centro è composto da un basamento per gli accessi e per mostre e da due corpi sovrastanti che si confrontano su di una piazzetta soprelevata per leggere, e per intrattenersi all’aperto. Laboratori artigianali sono previsti nel corpo di fronte alla sala teatro-convegni articolati in spazi interni ed esterni. Dalla via Mazzini si accede per un viale bordato da una vasca d’acqua e da alberature dove un piccolo bar in quota può servire per le occasioni di eventi e per gli abitanti della zona. Quattro Acer platanoides o in alternativa Liriodendron tulipifera segnaleranno gli accessi alle aree pedonalizzate lungo il confine dell’area. La chioma vasta ed elegante di questo albero è di un verde chiaro e si colora di giallo pallido in primavera con piccole infiorescenze. La sequenza delle specie caratterizza i ruoli dei percorsi e dei viali: lungo le vie ancora in parte carrabili l’Alnus incana o la Quercus pubescens saranno scelti a seconda del terreno per scandire gli spazi dedicati ai pedoni, piccole piazzole di sosta con sedute in pietra dalla forma geometrica con incisi tagli per le biciclette. Sorbus aucuparia, Sorbus aria, Carpinus betulus quandocompatibili, arricchiranno le aree vicine alle residenze. Nel giardino-parco saranno previste zone di sosta di limitate dimensioni tali da consentire un momento di riposo e di scambio. All’interno, lungo i margini delle residenze, l’area è prevalentemente pavimentata con alcune aree verdi che disegnano la gli spazi. La “distanza” diviene termine del paesaggio, la qualità dei vuoti e la semplicità dell’ordinamento connotano la declinazione del passaggio dalla via G.Mazzini alla grande piazza sulla via Fiume e dal parco-giardino allo spazio fra gli edifici collettivi e quello fra le abitazioni. Il disegno segue la deformazione dell’orditura primaria, trasversali di passaggio scandiscono il ritmo della dimensione fra le vie all’intorno. Questo sottolineare la misura dei vuoti conferma l’impostazione del progetto per gli edifici residenziali: volumi piegati che si susseguono e si confrontano come completamenti o sottrazioni. L’architettura non rinuncia ad offrirsi come interprete della complessa realtà di cui rappresenta una icona. Le sovrapposizioni cromatiche che caratterizzano le superfici delle residenze e, con declinazioni dimensionali gli edifici per uffici, sono complessità risolte che raccolgono temi della icona urbana. Le volumetrie scelte dialogano e ritagliano figure che generano e conferiscono identità al luogo: anch’esse si aprono, si piegano per concludere spazi o aprirsi verso prospettive lontane. L’aspetto tecnico dimensionale è risolto con una molteplicità di offerte di cui segue la descrizione: il taglio degli alloggi è per i bilocali di 45, 60 mq; per i trilocali di 70 e 95 mq; per i quadrilocali di 100 mq. Tutti sono corredati da una loggia. Queste misure variano leggermente all’occasione di minime sottrazioni od aggiunte. Il progetto nel tessuto esistente, alterato dalla Gasfire, vuole ricostituire parti urbane non concluse e sceglie di creare una continuità edilizia e di verde fra piccole ville, giardini alberati e le nuove attività culturali, come si è detto nella introduzione. Le prospettive si dilatano e le possibilità di muoversi nell’area sono molteplici. Intersezioni o interferenze fra sistemazioni verdi e pavimentate, fra oggetti ed individui per avvicinare i luoghi al mutare degli usi. L’architettura deve possedere valori suoi propri per durare nel tempo ed offrirsi a cambiamenti temporanei che non ne stravolgano le qualità; per questo i materiali per le sistemazioni a terra e per gli edifici sono scelti per sostenere le variazioni climatiche che non necessitano di manutenzione continua. Per le pavimentazioni materiali non gelivi e traspiranti per la protezione dell’ambiente. La raccolta dell’acqua piovana è fatta con griglie continue, linee che si uniscono al disegno delle pavimentazioni e che convogliano l’acqua in bacini per essere riusata per le piante. Nella sistemazione degli esterni si è pensato al grigio come colore dominante, le cui gradazioni si possono ottenere dalla dimensione del taglio della pietra e dalla direzione di posa. Il grigio ci è sembrato il più adatto a colloquiare con i luoghi della città, a non rendere estranea questa parte che si vuole riattivare. La pietra extraforte sabbiata in lastre a correre di larghezza variabile. La relazione fra i diversi materiali e le diverse tonalità sono il tema architettonico portante dell’insieme progettato: continuità degli innesti e interferenze denotano l’appartenenza o la derivazione e si prolungano negli interni dei locali collettivi o negli ingressi degli alloggi. Le grandi vetrate rispondono alla logica compositiva dei fronti, la dimensione e la posizione variate offrono viste dell’interno con tagli prospettici sulle montagne all’intorno. Lo studio è meglio specificato nella parte sulla tecnologia della relazione. L’illuminazione segue l’uso assegnato agli spazi, è alta nei percorsi con ritmo costante e trova forme particolari nella nuova piazza dove la posizione disegna percorsi preferenziali con pali e vicino alle vasche d’acqua o alle sedute nelle piazzole diffusori bassi e tondi incastonati nel suolo. Lo stesso uso della città ha subito trasformazioni fino ad essere oggi centro di attrazione e di scambio a livello sovra comunale. Questo nuovo ruolo nel territorio ha bisogno di una identità nuova a cominciare dal riordino delle destinazioni delle parti di città, alle quali corrisponde un diverso uso, già in atto, e nuove risposte conformative. I segni consolidati, interrotti da usi impropri, devono essere ripristinati e riorganizzati da un più fluido percorso sia locale che di scambio con il territorio. L’area a concorso rappresenta un sito strategico per timbrare questa identità sia per la localizzazione del sito sia per la viabilità e le vie di comunicazione già esistenti o in parte da ripristinare.


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