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TRAME URBANE DELLA CITTA' DEL MARE - Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti

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Immaginare spazi non convenzionali, con l’alternarsi di pieghe inverdite, di pietra o lignee come cornice architettonica del lungomare e della spiaggia. Spessore disegnato, inciso, emergente nel panorama di Gabicce, nuovo luogo di sosta e di passaggio, per incontrarsi, leggere e osservare il panorama nelle differenti stagioni: quella dei silenzi e quella delle affollate presenze. DISTINGUERE LE PARTI DI CITTA’ PER CARATTERE IDENTITARIO pensare ai luoghi della città esplorare possibili attraversamenti dimensionare, controllare relazioni traguardare l’orizzonte. Il tessuto edilizio della Gabicce-mare ha un impianto costruito in relazione al mare, con il limite naturale del canale e della collina dall’altro lato. La storia della conformazione della parte in pianura ha una datazione recente. La parte alta ha le vestigia di un antico castello e in quella valliva le tracce di insediamenti di pescatori e di contadini si sono perse o mai si sono consolidate. Il territorio in pianura è scandito dall’impianto regolare dei primi anni del secolo passato e nel tempo si è confermato nelle sue specificità: nella longitudinalità parallela al waterfront e la perpendicolarità di servizio e accesso alla costa. Gli spazi lasciati dalle diverse urbanizzazioni sono diventate piazze di sosta e di rappresentatività. Si può affermare che la omogeneità del tessuto urbano della Gabicce-mare conferisce un ordine precostituito che misura la città e si predispone alle azioni dinamiche del passaggio e dell’attraversamento. CONCEPT Linearità dei vuoti e consistenze edilizie ritmate inducono a scelte unitarie e anch’esse ritmate. Acqua e tessuto urbano compatto, la tessitura delle relazioni, tracciati di spostamento, segni di passaggio dinamico dell’uomo. Immaginare e inventare, pensare e ricordare, tracciare e disegnare sottili future incisioni. Il disegno del bordo, la distanza dei limiti visuali, i ritmi dell’edilizia residenziale sono la corografia del profilo articolato e disegnato del limite della spiaggia verso la città. Questo spessore è la nuova ARCHITETTURA del lungomare: come una grande scultura da vivere in tutte le ore della giornata. Una grande folie adagiata e piegata per essere percorsa a piedi, in bicicletta, per sedersi a prendere il sole e leggere, per incontrarsi ed assistere ad eventi che possono svolgersi in movimento o nell’arenile. Il disegno della nuova architettura del profilo urbano deriva da ragionamenti intorno alla dimensione della orizzontalità sabbiosa, della strada che la borda e dei punti di vista differenti del limite verso la città. La presenza del cuneo verde che si insinua dalla collina fino a connotare-disegnare alberature e dune costiere al termine della spiaggia si contrappone alla zona più costruita dove sarà disegnata la pavimentazione e la passeggiata a mare. discontinuità– continuità confini naturali: fiume – collina – mare confine aperto verso la campagna, sfrangiatura edilizia

Emiliano Spaziani, Livia Toccafondi, Raffaella Gatti — TRAME URBANE DELLA CITTA' DEL MARE

PROGRAMMA Una linea continua con incisioni per accedere alla spiaggia è l’idea del lungomare di Gabicce che si immagina. Soluzione architettonica per connettere-differenziare la città del mare dalla città di pietra. Pedonalizzando o definendo una carrabilità controllata, il lungomare si espande verso la città, con trasversalità con cui collegarsi visivamente, funzionalmente e matericamente, generando un circuito connettivo che lega in maniera dinamica tutti gli ambiti oggetto del concorso. Una architettura lineare che unisce dinamicamente la parte costruita della città con i silenzi e l’armonia delle distese di sabbia e il mare attraverso tre elementi identitari di progetto: le pieghe del nuovo limite del lungomare, le puntuali macro/micro architetture di servizio e i percorsi sull’acqua costituiti dai moli esistenti e da quelli nuovi. Una ordinata disposizione di pieghe di pietra o di superfici inverdite accolgono e avvolgono i servizi per la balneazione, alcuni spazi all’aperto per le attività culturali e sportive, i punti di vista e di sosta e vasche d’acqua. Spazi architettonici disposti a ricercare un contatto visivo con il mare e con il Parco naturale del Monte San Bartolo. Le diverse presenze degli stabilimenti balneari che oggi si susseguono lungo il litorale saranno ripensate e inglobate da involucri/box in materiali non rinnovabili fino a ridisegnare il disegno del lungomare ricercando una immagine piu’ dialogante con il paesaggio identitario del territorio. L’individuazione di alcune direzionalità verso il mare, verso le diverse prospettive del paesaggio, definisce un disegno che ordina le parti e le connessioni con l’urbano fino a scandirne il ritmo inserendo una serie di moli dinamicamente protesi verso l’acqua. Sistemi architettonici in grado di ospitare affacci, rampe e passerelle galleggianti per le attività sportive acquatiche. In questo sistema si inseriscono anche quelli del Mississipi, ripensato nella sua architettura per attività culturali e di ristorazione e il molo del lungo-porto da recuperare anche con delle gradonate-accesso all’acqua per attività sportive. I numerosi alberghi e ristoranti avranno i loro dehors, già oggi di grande resa scenografica, bordati e collegati ai viali urbani con una pavimentazione disegnata, ritmata con l’uso di materiali in pietra e legno. Pavimentazione e arredo urbano segneranno non solo il lungomare Cristoforo Colombo ma anche gli assi urbani di via Veneto e di via Battisti fino a caratterizzare alcuni vuoti urbani come la piazza Giardini Unità di Italia, spazi intesi come cerniere di connessione con le trasversalità principali di accesso al lungomare.


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