L’ondulazione del territorio ai bordi del lago di Varese è l’incipit paesaggistico per chi si accinge a visitarlo. Il territorio all’intorno, fra i grandi laghi di Como e Maggiore, è un susseguirsi di colline, valli, piccoli laghi e folte alberature. In mezzo e fra questi le residenze ritagliano spazi inclusi con vegetazioni domestiche che sono in armonia con le presenze boschive naturali – o quasi naturali -. Il territorio si presenta omogeneo, con aree industriali ben localizzate e strade di collegamento non troppo invasive. La corona dei paesi il cui confine comunale arriva al lago ha consistenze conformi con il suolo di appoggio, edilizia commisurata al contesto con propaggini edilizie particolari quando si avvicinano al lago. Alcune, come Varese, si estendono nell’entroterra – rispetto al lago – e hanno una estensione maggiore tanto da ambire ad assumere ruoli di centri metropolitani strategici di coordinamento con il territorio. I paesi che affacciano sul lago hanno il privilegio della vista sul piano d’acqua e sui profili delle sponde di fronte. In questi il lungolago è destinato allo svago, allo sport e a residenze di grande prestigio. In alcuni casi la posizione nel perimetro del lago lascia spazio ad attrezzature per gare internazionali o per il collegamento fra una riva e l’altra.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
L’evoluzione dell’uso del territorio per una visione più ampia degli spazi collettivi ha portato al completamento della pista ciclabile con l’organizzazione dei comuni che la ospitano e la determinazione di migliorare l’offerta lungo tutto il percorso ciclo-pedonale. Un adeguato miglioramento delle aree a lato della pista, con punti di sosta per incontrarsi, per far giocare i bambini, per riposarsi, eviterà anche spiacevoli occupazioni lamentate dai ciclisti. Progettare lungo il percorso ciclabile del lungolago per valorizzarne l’immagine e la funzione, è l’occasione per ristabilirne e ridefinirne confini e ambiti d’interesse fisico-territoriale e sociale. La proposta progettuale, viste le linee guida del PTR e gli strumenti urbanistici dei singoli comuni interessati, si conforma ai principi della tutela e della valorizzazione del consistente sistema delle aree verdi, la difesa e valorizzazione del lago come entità fisico-ambientale e delle sue sponde, le esigenze delle comunità locali e naturalmente le caratteristiche del paesaggio.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
L’intero percorso ciclabile diventa così l’anello di congiunzione tra i sistemi naturali e artificiali. Attraverso la localizzazione, lungo di esso, di piccoli “nodi” che contengono le varie funzioni e servizi necessari alla godibilità dei luoghi, alternati a tratti di percorrenza lenta e silenziosa che si insinua nei luoghi attraversandoli e permettendone la vivibilità fisica, funzionale e percettiva. I “nodi” sono generalmente realizzati in corrispondenza degli innesti con la viabilità esistente e il tracciato del percorso ciclabile diventa così il “fil rouge” che unisce tutto il sistema circolare del lungolago.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
L’inserimento di Landmark architettonici “PIEGHE”, lungo tale sistema, oltre ad interpretare e alludere alla morfologia dei luoghi e al moto ondoso dell’acqua, rafforza l’idea di continuità del sistema, evidenziando e segnalando i “fatti” che accadono e moltiplicando, in rimandi continui, le possibili percezioni dei luoghi e dai luoghi. La dimensione dell’intervento dovrà misurarsi con la nuova concezione verso gli spazi pubblici e nei confronti del paesaggio. Nuove misure di confronto per una nuova percezione del territorio. Una configurazione unitaria si rende necessaria per disegnare il bordo della pista ciclabile e il bordo del lago in una unità continua fatta di spazi aperti o riservati, di piazzuole di sosta e punti di ristoro, di campi dalle coloriture particolari delle nuove piantumazioni fitodepuranti per il un nuovo stile di vita. La percezione visiva alla distanza ravvicinata o alla grande scala riconosce la unitarietà dell’intervento a corredo dei percorsi di terra e di acqua. La corografia in questo nuovo assetto sostanzierà il nuovo parco del lago di Varese fatto di vegetazione naturale e disegnata, di rive accessibili e godibili con sedute, tettoie, bar e strutture per ciclisti. L’omogeneità del materiale e soprattutto il disegno delle pieghe in acciaio corten come landmark identitari segneranno le rive che saranno ristrutturare con materiali lignei e pietre locali.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
La pista ciclabile diventa occasione per riconfigurare il turismo regionale. I piani sui quali riqualificare le relazioni fra territorio e il suo uso sono molteplici. Le presenze naturalistiche, archeologiche e ambientali di alto valore sono vissute con abituale visione che non contempla la descrizione o meglio la osservazione dello spessore storico-ambientale che si attraversa. Il tour del lago oltre ad essere un esercizio fisico deve diventare una esperienza nella natura e dei suoi paesaggi d’acqua, di verde e edilizi. Attivare esercizi per la conoscenza e riqualificare le azioni che si compiono, a volte senza osservare i luoghi in cui si svolgono, è il compito di una corretta progettazione. La circolarità del territorio e il vuoto rappresentato dal lago inducono a un gioco di rimbalzi figurativi e a ritmi ricorrenti di aspetti paesaggistici.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
Il disegno e il ritmo delle attrezzature ai lati della pista ciclo-pedonale deve essere un disegno che risponde alle richieste locali, alle richieste regionali e che configuri la corona del bacino d’acqua come una continuità ritmata di eventi. Collegare virtualmente i luoghi e fare del lago di Varese una unità identitaria. Il progetto coinvolge, in una sistemazione complessiva, i nuovi spazi della fascia lungolago adottando materiali e forme connotative nei colori delle pavimentazioni e degli arredi architettonici correlati. Parcheggi e soste con pieghe del terreno (corten) e sedute in legno con pavimentazione in pietra di luserna o in porfido. Al disegno geometrico delle “stazioni” che si innestano ai lati o nei pressi del percorso è affidato il compito della unità configurativa. Il progetto non prevede cambiamenti della viabilità.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
Le aree a parcheggio saranno in prevalenza lungo la strada statale in corrispondenza delle aree libere da alberature e da confini privati. Il museo archeologico è progettato per inserirsi all’interno del tessuto abitativo senza alterarne le misure. L’altezza del corpo di fabbrica non supera i dieci metri. La sua forma segue l’andamento del lotto e si articola in due sale per mostre collegate dal volume dell’ingresso. Il lato verso il lago si protende in un affaccio con vista dell’altra sponda e della corona delle colline e dei monti. Il museo è rivestito in doghe lignee che si adattano a formare una architettura conchiusa come un guscio protettivo per gli oggetti contenuti. L’ingresso è al centro dell’edificio fra la parte dedicata ai reperti archeologici e l’altra per mostre temporanee con la rampa che conduce all’affaccio sull’area lacuale. La vista del lago, gli spazi aperti con vista sull’altra riva, le molteplici piccole insenature per l’approdo e i nuovi landmark disegnati nella continuità della piega creano un circuito artificiale innestato nei prati e nei boschi della zona lacustre. I percorsi pedonali e ciclabili rigano il parterre con misure attente a non alterare la scala degli interventi esistenti. Le distanze, le aree di sosta, le piccole torri di avvistamento e gli approdi saranno segnalati con totem lignei con immagini e scritte esplicative delle funzioni, degli orari con l’elenco delle specie arboree presenti all’intorno. Una opera strutturale necessaria per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico. La predisposizione al turismo convertirà gli usi attuali di alcune strutture urbane. L’edilizia presente nei centri intorno al lago si presta ad essere trasformata, senza alterare le misure e il sapore dei luoghi, in alberghi. Alcune abitazioni potrebbero consorziarsi per creare insiemi di accoglienza e trasformarsi in operatori turistici. La magia dei luoghi dovrà essere sottolineata con illuminazioni moderate lungo il perimetro del lago che segnaleranno nella notte le aree strategiche per soffermarsi e godere della vista dell’altra sponda. La progettazione della vegetazione assume qui una connotazione variegata per tipologia, forma e colori, alle differenti scale da piccole aree sino a comprendere estese e fitte porzioni. Si alternano in questo modo alberi, arbusti, siepi e superfici a prato, disposti in modo da alternare anche zone d’ombra a zone al sole; un continuo mutamento di colori e volumi, dove, con il trascorrere del tempo e con l’alternarsi dei cicli stagionali, impiantano una qualità specifica e singolare. I prati fioriti che timbrano i lati del percorso sono collocati con intervalli in funzione del sito e del ritmo che si è scelto per la vista dalla bicicletta. Sono luoghi per la sosta per chi voglia avvicinarsi alla conoscenza della flora. Architettura come qualità dell’ambiente. Gli elementi naturali di eccezionale bellezza devono essere valorizzati attraverso un ordinato disegno delle piccole infrastrutture per la godibilità degli spazi. Cominciando dalla pista ciclopedonale si dà in input per un più ampio recupero delle aree di pertinenza. Una circolarità minuta di parcheggi e piccoli hotel con luoghi all’aperto o al chiuso per incontri culturali insieme a commercio anch’esso di ridotte dimensioni ma di alta qualità, potranno segnare la continuità dei luoghi di svago e di soggiorno. I molti altri programmi delle comunità andranno misurati e coordinati per la corografia del lago. La Ghiacciaia di Lomnago e l’Isola Virginia saranno progettate come elementi emblematici e caratterizzanti nell’ottica d’inserimento nel nuovo disegno dell’uso del territorio. I materiali sono scelti in base alla loro durata e la minor incidenza manutentiva. La pavimentazione potrà essere in elementi in pietra di Luserna, In alcuni casi rigature a contrasto indicheranno particolari zone per la sosta o cambi di direzione. Lastre di granito potranno essere usate per caratterizzare meglio gli spazi in prossimità delle città. La ciclabile sarà in cemento corredata di scritte indicative o disegni per segnalare luoghi con particolari viste sul lago o attrezzature per la sosta e di ristoro. Ai materiali lapidei e cementizi si aggiunge il legno come materiale per le sedute e nei totem esplicativi. Il corten è il materiale per le pieghe architettoniche, per sostenere movimenti di terra e come sostegno delle sedute lignee. Gli attracchi e le piattaforme galleggianti saranno realizzati in legno per integrarsi con il paesaggio. Lungo tutto il percorso saranno predisposte aree per installazioni di opere d’arte contemporanea e landart dal carattere temporaneo, per sottolineare la ciclicità del tempo che tutto muta. Canne sonore/theremin che con piccole oscillazioni provocate dal vento o dall’uomo, emettono suoni saranno installate, in alcuni punti, lungo le rive del lago a macchie più o meno concentrate per reinterpretare alcuni elementi appartenenti ai paesaggi dell’acqua e per creare zone di svago e interattività con gli elementi che disegnano il luogo.
© Emiliano Spaziani . Published on March 06, 2014.
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