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Terre di mezzo: Rigenerazione dello spazio urbano nell’area di Gianturco - Susanna Castiello

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INQUADRAMENTO AREA L’area di S. Giovanni a Teduccio e Gianturcoè notoriamente stata “riempita” nel corso degli anni con strutture ed infrastrutture di varia natura (il cimitero, i grandi impianti industriali e tecnologici, le strade ferrate, le autostrade, il porto) secondo una logica di intervento che ha prodotto l’esasperazione del contrasto tra entità urbane e suburbane e causato il declino di quelle preesistenze che costituivano i principali elementi fondativi dell’area. Di qui l’insostenibile situazione di degrado, confusione e promiscuità in cui versa attualmente la zona, dove la sovrapposizione non coordinata di differenti tipologie di strutture accentua le reciproche influenze negative, e le imprese subiscono le conseguenze del dover operare in un contesto che non è strettamente industriale, senza tuttavia essere adeguatamente organizzato né per la funzione residenziale, né per quella terziaria.

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Masterplan

Una delle maggiori criticità rilevate è data dalla conformazione delle strade che attraversano l’area, prevalentemente adatte al transito di mezzi pesanti a servizio delle numerose aree industriali presenti. In conseguenza della dismissione di queste ultime, si necessita di una riqualificazione stradale atta a servire le nuove funzioni previste in sostituzione della cessata attività industriale. Alcuni tratti di strada, infatti, non sono percorribili a piedi. Alla dismissione delle aree è inoltre seguito un progressivo abbandono delle strade di collegamento tra esse, che presentano caratteristiche comuni tra loro. In quasi tutte si ritrovano aree di scarico di rifiuti (specialmente in vicinanza dei sottopassi), incuria generale del manto stradale, assenza di marciapiedi, assenza di aree di sosta per autovetture e pedoni, spazi verdi ed alberature.

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Stato di diritto

La presenza di barriere infrastrutturali, quali il raccordo autostradale e le linee ferroviarie delle FS e della Circumvesuviana, entrambe sopraelevate, contribuiscono in parte alla condizione di degrado delle strade sottostanti ed alla creazione di aree poco sicure per i pedoni.

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Stato di fatto

La realizzazione dei PUA previsti deve passare attraverso la riqualificazione delle vie di comunicazione che collegano le aree analizzate. L’impronta industriale che caratterizza le aree rischierebbe, infatti, di compromettere la buona riuscita dei progetti, che rimarrebbero isolati. Proprio la riqualificazione degli “spazi di mezzo” potrebbe innescare una più diffusa e capillare riqualificazione, anche attraverso piccoli interventi puntuali sul territorio, al di fuori dei perimetri degli ambiti interessati dalla trasformazione. L’area di progetto è in una posizione di cerniera tra aree soggette a PUA (Piani Urbanistici Attuativi), PIAU (Programma innovativo in ambito urbano) ed aree di tipo Demaniale e soggette a Piano Regolatore Portuale. Proprio l’intersezione tra questi numerosi e diversi strumenti amministrativi rende, a volte, l’intervento sull’area più complesso del previsto. Le maggiori problematicità si riscontrano proprio nell’area di S. Giovanni a Teduccio, area soggetta a PIAU e PUA. Dall’analisi della tavola delle iniziative in corso, redatta dal Comune di Napoli, risultano inoltre in atto inoltre numerosi interventi, sia di iniziativa pubblica che privata. Gli ambiti di progetto individuati nelle NTA del PRG di Napoli che interessano l’area sono l’ambito 12 (Gianturco), l’ambito 13 (Ex raffineria), l’ambito 14 (Cirio-Corradini), l’ambito 15 (Serre Pazzigno) e l’ambito 16 (Rione Baronessa – Rione Villa). Le zone individuate dal piano regolatore generale sono per la maggior parte zone D, zone di insediamenti per la produzione di beni e servizi, sia di nuova tipologia che di interesse tipologico testimoniale. Non mancano zone A, ossia insediamenti di interesse storico, soprattutto lungo Via ponte dei Francesi/Corso S. Giovanni a Teduccio. A queste si uniscono le zone Bb, di espansione recente, soprattutto in virtù della presenza di numerosa edilizia economica e popolare che ormai caratterizza, assieme agli insediamenti industriali, la periferia orientale di Napoli. La riqualificazione dell’area di progetto ha come obiettivo il rafforzamento della connessione tra gli ambiti di progetto elencati in precedenza e del rafforzamento del collegamento tra l’entroterra di Gianturco ed il mare.

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Analisi preliminari al progetto

VIA TRACCIA: SPINA DORSALE DI UNA RIQUALIFICAZIONE TRASVERSALE La realizzazione dei PUA si sviluppa lungo una grande direttrice, che è l’attuale via Traccia. Oggi la strada serve prevalentemente l’area delle raffinerie, le aree industriali e, per la parte inferiore, aree residenziali e commerciali. Soprattutto nel tratto superiore, è intervallata da numerosi cavalcavia che ne facilitano l’accesso ai mezzi pesanti che provengono dal raccordo autostradale. La riconversione funzionale delle aree ad essa circostanti comporterà una riqualificazione della strada stessa, con l’eliminazione dei cavalcavia, la realizzazione di rotonde e la riconversione tipologica della strada stessa. Via Traccia si propone, dunque, come spina dorsale di una riqualificazione trasversale lungo una fetta di territorio napoletano, attraendo su di se numerose funzioni e fungendo da connettore tra i progetti lungo la costa (PIAU S. Giovanni a Teduccio) e quelli che si sviluppano lungo il suo percorso (Ex Feltrinelli, Ex manifattura tabacchi, ex raffinerie). Proprio il tratto attualmente più densamente abitato, penalizzato dall’interruzione della linea ferroviaria della Circumvesuviana, potrebbe, con alcuni micro interventi, inserirsi in questo progetto generale di riqualificazione del tessuto urbano e favorire i collegamenti tra gli ambiti di progetto, anche in un discorso di continuità ecologica. In quest’ottica si inserisce anche il problema della riqualificazione degli assi viari che collegano i tessuti circostanti a via Traccia, attualmente in stato di degrado e privi, in molti punti, anche di marciapiedi per il transito pedonale.

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Relazioni con i PUA circostanti e concept di progetto

Obiettivi
  • Riconnessione tra l’entroterra e la costa
  • Recupero del rapporto con il mare
  • Riqualificazione di via Traccia/Via Ferrante Imparato *(Creazione sottopasso, allargamento marciapiedi, creazione nuovi spazi pubblici, piantumazione di filari di alberi)
  • Riqualificazione edificio industriale dismesso prossimo alla stazione di S. Giovanni a Teduccio della Circumvesuviana e riutilizzo come nodo di scambio intermodale
  • Creazione di corridoi ecologici come elemento di riconnessione del territorio. Riqualificazione ed ampliamento parco pubblico esistente
  • Creazione di una pista ciclabile in sede propria che attraversi e riconnetta il tessuto urbano
  • Incentivazione del trasporto pubblico con potenziamento dell’accessibilità all’area
  • La realizzazione degli interventi previsti nelle aree soggette a PUA porterà alla realizzazione di nuovi spazi di verde pubblico, ben strutturati attorno alle funzioni che vi si localizzeranno.

L’ipotesi progettuale prevede numerosi interventi, tra questi la riqualificazione degli assi stradali. Proprio la riqualificazione funzionale e fisica delle arterie di collegamento tra l’area interna di Gianturco ed il waterfront risulta essenziale ai fini della riuscita dell’intervento. In primis è prevista la realizzazione di un sottopasso in via Traccia, atto a superare la barriera costituita dalla linea della Circumvesuviana. Il sottopasso avrà un’altezza di 5mt e prevederà l’ingresso tramite due rampe, della lunghezza di 50 mt con una pendenza del 10% (5,71° di inclinazione), con due corsie della larghezza di 3mt, una per ogni senso di marcia. Per consentire l’accesso al sottopassaggio e per non ostacolare l’incrocio presente nei pressi della strada ferrata, la rampa a Sud è stata spostata di 25mt verso il basso, consentendo la creazione di un’area pedonale a ridosso dell’edificio dismesso. A ripristino della continuità di via Traccia è prevista anche la creazione di un sovrapasso pedonale in vetro e legno il quale, non solo connetterà le due sezioni di via Traccia, ma si collegherà direttamente all’ex fabbrica dismessa.

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Recupero del rapporto con il mare

Proprio in virtù di questo collegamento, una parte dell’edificio, costituita da una struttura a due piani e da una struttura a capannone priva di tetto, verrà adibita a spazio pubblico. L’intervento prevede il recupero delle strutture esistenti ed il mantenimento dei loro volumi. I materiali utilizzati sono quelli presenti attualmente con un integrazione di acciaio e legno nelle parti in cui essi non siano più presenti (coperture, accessi, parti di muri). A questi interventi si aggiunge quello di una pensilina in acciaio e vetro che dal secondo piano conduce all’esterno, e la creazione di un soppalco nell’area a due piani della struttura. L’edificio conterrà inoltre un area ristoro, una biglietteria, un’area di sosta coperta per le biciclette ed un’area di bike sharing. Il recupero dell’edificio si inserisce in un discorso di intermodalità nei trasporti, agevolato dalla presenza della stazione della Cirumvesuviana di S. Giovanni a Teduccio e di un terminale di alcune linee di autobus locali. La struttura può diventare, quindi, non solo un’area di transito pedonale e di connessione tra le due sezioni di via Traccia ed il parco adiacente, ma anche un luogo di scambio intermodale e servizi ad esso legati. La riconnessione con il mare è favorita anche dalla riqualificazione di via Comunale Ottaviano, strada a senso unico di marcia da nord a sud, nel quale è previsto l’allargamento di entrambi i marciapiedi e la piantumazione di filari di alberi, interventi che si ricollegano a quelli della riqualificazione delle facciate degli edifici avvenuta qualche anno fa.

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Ruolo e recupero degli spazi verdi

La stessa via Traccia subirà interventi di allargamento e riqualificazione dei marciapiedi esistenti, collocazione di filari di alberi su entrambi i lati e, soprattutto, la creazione di una pista ciclabile in sede propria che colleghi l’area Ex Raffinerie al waterfront. La normativa stradale prevede, per la realizzazione della suddetta pista, la possibilità di realizzare due piste contigue, una per ogni senso di marcia, della larghezza complessiva di 2,50mt (1,25mt per senso di marcia), separate dalla sede carrabile da uno spartitraffico longitudinale rialzato. La pavimentazione utilizzata sarà di tipo bituminoso con l’aggiunta di additivi color arancione, per rendere ulteriormente visibile la pista stessa. Il tratto che sarà interessato dalla creazione della pista è costituito da Via Ferrante Imparato, Via Raffaele Testa, Via Granata e Via ponte dei Francesi, per ricollegarsi qui sia con la pista ciclabile in progetto che collega Bagnoli a S. Giovanni a Teduccio, sia con l’area archeologica di Vigliena, con accesso da Via marina dei Gigli. E’ previsto inoltre un parcheggio per le bici sia di proprietà che a noleggio sia presso l’area archeologica, sia alla fine di via Ferrante Imparato e presso via Vigliena. Quest’ultimo consente il proseguimento a piedi, attraverso un ponte pedonale di progetto, verso il porto turistico, l’area archeologica e le strutture a valle della linea delle F.S.

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Spazi pubblici

L’utilizzo della bicicletta e la possibilità dell’attuazione del bike sharing, è favorito dalla conformazione morfologica dell’area, che non prevede grandi salti di quota né dislivelli notevoli.

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Intermodalità

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Rapporto parco-industrie circostanti

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Nuova viabilità e rapporto con l'intorno

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Vigliena


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