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RIFUNZIONALIZZAZIONE DEI PLESSI SCOLASTICI LIPPARINI-MICCICHE' E DELLE AREE LIMITROFE - Giovanni Gatto, Fausta Occhipinti, Nunzio Gabriele Sciveres

L’edificio del plesso scolastico Lipparini è un interessante esempio di architettura moderna per le sue peculiarità plastiche e per l’interessante uso del cemento armato. L’inserimento forzato, avvenuto negli anni sessanta, all’interno di un contesto storico consolidato, ha però creato uno squilibrio sia dal punto di vista urbanistico, che da quello sociale. La collettività ha sempre visto in maniera negativa la presenza dell’edificio considerandola fuori contesto. Diventa allora necessario un intervento che, pur mantenendo gli elementi fondamentali del progetto del Cilia, ricontestualizzi l’edificio nel paesaggio urbano, rendendolo piacevole anche agli occhi della cittadinanza. Viste le buone “condizioni di salute” dell’edificio la demolizione sembra fuori luogo. L’obiettivo diventa allora la valorizzazione dell’edificio esistente rendendolo più pubblico, attraversabile e fruibile dalla cittadinanza. Il processo di rifunzionalizzazione necessario per rivitalizzare l’edificio, ci ha portato alla decisione di mantenere le scuole presenti alla luce sia della reale mancanza di sedi alternative, sia del fatto che spazi culturali dialogano istintivamente con spazi didattici: lo scambio potenziale potrebbe essere interessante. La piazza Italia acquista nuovi spazi collettivi coperti, spazi commerciali, servizi che ne potenzino la dimensione pubblica, uno spazio permeabile e un ingresso verso la Zona UNESCO.

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IL PROGETTO ARCHITETTONICO Il piano terra viene interamente destinato ad attività culturali, la struttura in calcestruzzo è liberata dai tamponamenti in muratura, vengono aggiunti nuovi volumi in vetro e ferro, disposti liberamente all’interno della struttura, che ospitano un caffè libreria sul lato sinistro (ciò rende possibile l’attraversamento verso il piccolo cortile retrostante); una sala conferenze da 128 posti sul lato destro che si apre sul cortile interno; l’ingresso alla scuola Lipparini che si svilupperà ai piani superiori; lo spazio restante è destinato alla circolazione. Il cortile interno, (inteso finora come un retro) assume adesso una valenza nuova, è direttamente collegato alla piazza Italia, ma anche al piano terra dell’edificio Miccichè da qui al corso Mazzini e alla zona Unesco. Va inteso alla stregua di un chiostro su cui gli spazi collettivi si proiettano permettendo scambi e nuovi percorsi. Sul cortile guardano il volume trasparente della sala conferenze, uno spazio espositivo su due livelli e gli start-up per artisti del piano terra del plesso Miccichè. All’interno della scuola Lipparini il terzo ed il quarto piano raddoppiano le aule modificando la distribuzione in maniera analoga a quanto già avviene al secondo piano, questa operazione migliora la distribuzione e da un punto vista climatico elimina il calore presente oggi all’interno dei corridoi vetrati che danno sulla piazza. Il nuovo corpo a due piani completa gli spazi scolastici prima presenti al piano terra: si eliminano undici aule al piano terreno, si recuperano due aule al primo piano, ma si aggiungono sette aule al terzo piano e sette al quarto piano. Gli istituti scolastici potranno dunque usufruire di tre aule supplementari.

IL PROGETTO VEGETALE La messa a punto del progetto del verde rappresenta un’opportunità per integrare ed implementare il nuovo disegno architettonico alla luce degli obiettivi di rivalorizzazione estetico-funzionale dell’edificio. In particolar modo la ridefinizione dei prospetti sulla piazza Italia e sulla corte interna del plesso scolastico passa attraverso la messa a punto di “giardini verticali” che, oltre a rendere meno invasivo l’impatto visuale delle facciate edificate, garantiscono elevati standard di confort termico ed ambientale. Queste pareti vegetali verticali coinvolgono, dunque, la cittadinanza di Scicli non solo dal punto di vista percettivo della gradevolezza della nuova quinta urbana ma anche da quello della responsabilizzazione alla cura di questi nuovi micro-habitat viventi inseriti nel vissuto cittadino. Il vegetale è l’elemento scientificamente deputato alla rigenerazione fisica e mentale degli esseri viventi che, per usufruire di questi privilegi, sono chiamati alla sua costante manutenzione. Se il progetto architettonico libera al pian terreno degli spazi scolastici per destinarli ad un uso pubblico, il progetto paesaggistico integra questi obiettivi socio-funzionali, rendendo l’edificio più permeabile e più istintivamente attrattivo per tutti gli utenti delle strutture coinvolte. I “giardini verticali” divengono un tutt’uno con l’architettura della scuola e questo nuovo insieme biologicamente e socialmente attivo costituisce un filtro vivente che scandisce e ritma i tempi dello scambio continuo fra interno ed esterno dell’edificio-piazza. L’interesse dell’inserimento verde sui prospetti dell’edificio sta infatti nella possibilità di conferire a questa architettura di interesse storico un ulteriore possibilità di dialogo con il presente del vissuto cittadino. Questo camoufflage vegetale rende “sensibile” la pelle dell’edificio, che diviene mutevole al cambiare delle stagioni e porta agli estremi la riflessione sul dualismo temporalità-reversibilità delle pre-esistenze costruite nella città contemporanea. Ad ogni serie di campate verticali dell’edificio moderno corrisponde una scelta di essenze, organizzate per colori differenti: bianche, gialle, rosse e viola. All’interno di ogni sezione cromatica verticale si situa un’ulteriore scansione che coincide con l’alternarsi dei cicli stagionali: primavera, estate, autunno ed inverno. L’effetto della combinazione di queste due variabili produce un abaco tipologico delle essenze ritmato dalle cromie delle infiorescenze stagionali. Il cambiamento climatico ciclico implica l’alterazione cromatica di ciascuna campata vegetale verticale, evidenziata anche dai ritmi della maggiore o minore caducità delle specie arboree. In un periodo come quello corrente di grandi riflessioni critiche e allarmanti sullo stato di salute del nostro pianeta, può risultare di grande interesse la possibilità di monitorare a vista d’occhio le eventuali anomalie climatiche delle stagioni, attraverso un parametro affidabile come quello delle fioriture vegetali. Questa visibilità portata all’estremo, sulla piazza principale di Scicli, delle ricadute locali dell’inquinamento globale, rappresenta un richiamo diretto e concreto alla responsabilizzazione sulle tematiche ambientali di scala planetaria. Queste considerazioni fanno eco all’approccio didattico della soluzione progettuale, che chiama in causa il coinvolgimento degli allievi della scuola nella manutenzione delle essenze vegetali piantumate. I giardini vegetali costituiscono un’appendice didattica della formazione scolastica e rappresentano un bene comune da rispettare e salvaguardare per il proprio e l’altrui benessere. La loro visibilità sulla piazza mette “in scena” le attenzioni dei fruitori dello spazio scolastico e spinge ad un costante confronto con il contesto sociale di appartenenza. Ma si tratta di un movimento biunivoco, dato che anche i fruitori dello spazio pubblico urbano sono chiamati a interagire con gli inserimenti vegetali nelle parti pubbliche dell’edificio. Imparare insieme piantando…

LA VIABILITÀ La viabilità principale, come evidenziato nella tavola di progetto, si sviluppa su un grande asse che va dal quartiere Jungi (da dove arriva pure il traffico proveniente dalla zona costiera), attraversa la città, e si dirige verso Modica. Dei bus urbani, lungo questo, collegheranno le periferie con il centro storico, le scuole, il cimitero e l’ospedale. Sull’asse viario principale, inoltre, sono previste delle zone attrezzate con parcheggio multipiano e servizi accoglienza, uno su via Badiula già realizzato e uno su una superficie di previsione di PRG. Queste sono delle aree di interscambio dove il turista o anche il cittadino parcheggia e tramite bus navetta raggiunge il centro della città. Esso effettuerà, ad alta frequenza, un percorso con delle fermate sui luoghi simbolo del centro storico e del quartiere UNESCO. Sull’area, definita in planimetria, che va oltre la zona pedonale dell’UNESCO e fino a piazza Italia, il traffico sarà limitato ai residenti (ZTL).


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