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Borgo Rubone - Fabio Carria, Matteini Annio Maria

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L’intervento di recupero del borgo rurale si colloca all’interno dei confini del Parco Lombardo della Valle del Ticino in Località Rubone del comune di Bernate Ticino, in provincia di Milano. In quest’area agricola l’uomo è riuscito a mantenere un ambiente piacevole e in equilibrio con i processi dinamici della natura plasmando il paesaggio agricolo senza intervenire in modo aggressivo come avvenuto in altre zone della Pianura Padana dove prevalgono, invece, coltivazioni intensive a monocoltura.

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

La presenza della ex Chiesa di santa Maria della Pace testimonia l’esistenza di una comunità autonoma in questo luogo già da prima del ‘500. Una lapide posta nella chiesetta di Rubone ricorda che nel 1816 il conte Alessandro Annoni ricostruì a proprie spese la cascina e la chiesa, liberando la località“dall’aria malsana”.

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Il nucleo della cascina Rubone costituì in passato un’antica località di sosta lungo il Naviglio Grande, ricovero per i passeggeri. Dopo l’escavazione del Naviglio Grande l’abitato divenne punto di sosta dei barconi che navigavano il canale: residenza dei “barchiroli” il borgo deve la sua decadenza con la diminuzione del trasporto delle merci lungo il Naviglio. L’impianto abitativo aveva una sua propria autonomia ed un supporto commerciale fino alla distruzione dei vigneti ed alla realizzazione di un ampia cava per la ghiaia. Venendo meno le attività lavorative sul luogo e non avendo tempestivamente offerto alternative di lavoro alla popolazione esistente, si è prodotto un rapido abbandono della zona ed un incontrollato degrado delle strutture architettoniche. Attualmente dopo le operazioni di bonifica nell’alveo della cava è possibile riproporre la rinascita del complesso edilizio, infatti l’area si trova all’interno di un ampia ansa del Naviglio Grande e l’insieme dell’ex cava con la penisola di Rubone costituiscono un unico e fortunato episodio di equilibrio ambientale predisposto naturalmente al ritorno dell’originaria destinazione abitativa.

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

L’intervento di recupero del Borgo di Rubone si fonda su tre presupposti progettuali fondamentali: a) non erodere inutilmente territorio naturale al di fuori dell’area già edificata storicamente; b) restaurare i fabbricati storici esistenti e recuperabili della torre e della chiesa; c) ristrutturare tutti i fabbricati esistenti ricostruendoli secondo l’architettura locale. Con tale approccio progettuale sarà salvaguardata la visione paesaggistica complessiva del luogo senza turbare gli elementi agricoli, architettonici e naturali attualmente presenti. Il borgo recuperato, infatti, manterrà la sua struttura e composizione originaria in quanto gli edifici ristrutturati avranno la medesima forma, posizione e altezza. Solo le dimensioni planimetriche subiranno le minime modifiche per rientrare nei parametri richiesti dalla recente normativa in merito al risparmio energetico. Nella ristrutturazione dei singoli edifici, inoltre, saranno mantenuti tutti gli elementi della tradizione quali ballatoi, portici, serramenti, ecc.., consentendo il mantenimento dell’aspetto tradizionale. A tale scopo gli intonaci a base calce saranno nei colori della tradizione: giallo, color mattone e nocciola chiaro e sotto l’aspetto architettonico tutti gli edifici presenteranno dettagli, materiali e caratteristiche simili (ma non uguali) ma sempre riferibili alla tradizione costruttiva locale tipica delle cascine lombarde e piemontesi. Alcune caratteristiche architettoniche riguardano l’utilizzo di: - superfici alternate d’intonaci e mattoni anticati, - contorni lapidei limitati esclusivamente agli ingressi delle unità abitative, - recupero dell’immagine del ballatoio distributivo adottando piccoli terrazzi privati contigui realizzabili con lastre e mensole di beola, - ringhiere in ferro battuto, - serramenti finestre e persiane nonché e le orditure delle coperture saranno in legno - tetti in coppi con falde inclinate, secondo le pendenze storicamente riscontrabili, e comignoli in muratura (non prefabbricati ma costruiti in opera) - grigliati in muratura secondo le diverse disposizioni caratteristiche delle vecchie cascine - testate degli edifici tutte differenziate ma sempre caratterizzate da elementi della tradizione (finestre circolari, solette delimitate, ecc…)

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Sempre nell’intento di ristrutturare gli edifici mantenendo inalterata la tradizione architettonica locale, sarà introdotto un elemento di assoluto valore innovativo per quanto riguarda le coperture, utilizzando un coppo con prodotto fotovoltaico integrato, con il doppio scopo di applicare un modello energetico sostenibile limitando al massimo l’impatto visivo dei tradizionali pannelli fotovoltaici. Si ricorda infatti che il borgo è inserito in un’area naturalistica di grande pregio ed il rispetto degli aspetti ecologici assume grande importanza. Anche il progetto architettonico ed esecutivo sarà rivolto al contenimento del consumo energetico (ottenendo specifica classe energetica degli edifici, relazione termotecnica, materiali isolanti, vespai, ecc…) e utilizzo di materiali tradizionali ed ecocompatibili secondo le tendenze più moderne. Per quanto riguarda gli impatti ritenuti “cronici” e dovuti sostanzialmente alla realizzazione degli edifici residenziali è stata posta particolare attenzione all’aspetto energetico, attraverso la limitazione della produzione di CO2 e di inquinanti legati alla combustione di combustibili fossili. A tale scopo la previsione della posa di coppi fotovoltaici si ritiene un elemento di grande pregio del progetto così come il controllo dell’efficienza energetica degli edifici nell’isolamento termico in generale. A tale scopo anche la realizzazione di un impianto di fitodepurazione per il trattamento dei reflui civili rappresenta elemento di pregio sia sotto l’aspetto paesaggistico sia sotto l’aspetto più prettamente ecologico. L’impianto di fitodepurazione in progetto, infatti, determinerà la messa a dimora di essenze vegetali funzionali allo scopo, che aumenteranno contemporaneamente il pregio tecnologico e naturalistico dell’intero progetto. Per tale motivo si ritiene che la produzione di reflui civili, ora assente, non influenzerà negativamente la qualità delle acque presenti, elemento di grande importanza paesaggistica locale, e non incide sulla qualità percettiva del paesaggio consentendo alle acque del Naviglio Grande, che raccoglieranno gli scarichi, di mantenere la loro limpidezza. L’attenzione nell’utilizzo di materiali idonei al basso impatto ambientale sarà fondamentale per la pavimentazione della viabilità interna sia di tipo pedonale che carrabile (solo riservata ai residenti), sistema dei parcheggi, aree di sosta, ecc…. I viali interni al borgo così come la strada bianca di accesso saranno realizzati in ghiaietto o calcestre, evitando così l’impermeabilizzazione dei suoli attualmente sterrati e mantenendo in sostanza l’aspetto attuale, evitando così un potenziale impatto paesaggistico. Al fine di limitare l’impermeabilizzazione dei suoli anche la realizzazione dei parcheggi, della viabilità interna e delle vie di accesso ai fabbricati essere realizzata con materiali permeabili al fine di non alterare i regimi idrici delle acque. Le recinzioni vegetali delle aree private saranno realizzate esclusivamente con essenze arboree a formazioni di siepi basse per la separazione delle proprietà . Il progetto illuminotecnico sarà attento e compatibile secondo le attuali tendenze ambientali con utilizzo di prodotti in stile e a basso consumo ed impatto ambientale per le parti comuni con particolare attenzione agli aspetti dell’inquinamento luminoso. Pertanto saranno previsti solo prodotti a livello del suolo. L’adduzione della linea elettrica e del gas sarà affrontata con percorso interrato fino ai fabbricati e ci sarà uno studio attento per il riutilizzo dell’acqua piovana (con cisterne interrate) per l’irrigazione ed il mantenimento del verde dell’area. Infine il progetto non prevede alcun intervento di rimozione della vegetazione, ma anzi la piantumazione di nuove essenze vegetali arboree e pertanto non influenza in alcun modo l’integrità e la continuità dei boschi planiziali tipici della Pianura Padana. Il progetto di recupero dell’insediamento rurale del borgo Rubone, quindi, consentirà la rinascita di un elemento di grande pregio architettonico e storico locale, determinando un migliore inserimento paesaggistico degli edifici e sarà in accordo, sia per la natura dei materiali sia per i colori degli stessi, con gli altri elementi presenti nel paesaggio locale, fondendosi con esso e limitando l’attuale impatto causato dall’abbandono e dalla fatiscenza attualmente presente.

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone

Fabio Carria, Matteini Annio Maria — Borgo Rubone


Casa Almagro - Alejandro Muñoz Miranda

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Casa de Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Alejandro Muñoz Miranda — Casa Almagro

Piano urbanistico a Dolo - Pellegrini A. Artuso F. Associati

Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo - Seconda Edizione 2013 - Progetto vincitore ex - aequo - Stefania Rovera, Arch. Paolo Ferrero

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Monghai 360 è un elemento di arredo universale che descrive l’incontro tra materiali, funzioni,ambienti e spazi diversi, oggetto di integrazione e collegamento, strumento multiforme del quotidiano, al tempo stesso innovativo ma fortemente collegato al territorio e alla tradizione. Rappresenta una proposta che nasce per soddisfare moderne esigenze abitative e arricchire la vita in cucina, essendo allo stesso tempo tavolo (che all’occorrenza può diventare piano lavoro o banco colazione ), portabottiglie e libreria. Trasformazione è una parola che ben si addice a descrivere il nostro progetto. Monghai 360, infatti, può trasformare lo spazio e si trasforma nello spazio. La sua funzione di elemento di partizione tra la zona soggiorno e la zona cucina è esaltata dalla possibilità di poter ruotare a 360° in base alle diverse esigenze abitative e di utilizzo. Il tavolo allungabile diventa poi uno strumento essenziale per vivere il progetto diventando con poche semplici operazioni da tavolino di appoggio e di lettura, poco ingombrante e funzionale, a comodo tavolo e piano di lavoro attraverso l’applicazione di tutti gli elementi in legno massello di castagno che a fine utilizzo vengono riposti nel fianco della struttura. La forma geometrica di partenza del percorso è stato il quadrato della cornice, simbolo della terra, figura di definizione e di delimitazione che implica un’idea di solidificazione e di stabilizzazione. All’interno della cornice, emerge il profilo del Monviso che abbiamo voluto di un colore intenso come elemento caratterizzante e di rottura. Come il Re di Pietra che si eleva dall’orizzonte verso l’infinito, così la sua rappresentazione disegna una linea spezzata proiettata verso un’altra dimensione, verso nuovi luoghi, paesi lontani tutti da scoprire. E’ così che abbiamo immaginato come punto di arrivo la città di Shanghai, fulcro dell’innovazione cinese, luogo della modernità e del nuovo che avanza, simboleggiata dagli elementi in legno lamellare che si incastrano in modo irregolare come i bastoncini dell’antico gioco cinese, lasciati cadere in modo casuale per iniziare il gioco. Lo spirito che ci ha animato è stato quello di affrontare le sfide della globalizzazione avendo come forte riferimento le radici, la cultura e le nostre tradizioni.

Stefania Rovera, Arch. Paolo Ferrero — Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo - Seconda Edizione 2013 - Progetto vincitore ex - aequo

Tavola n.1

Abbiamo voluto “citare” il Re di Pietra contrassegnando il progetto con un elemento metallico verniciato che riproduce il suo profilo e che vuole rappresentare la tradizione: quell’insieme di usi, costumi, valori, cultura, attività lavorativa che caratterizza la provincia Granda ed in particolare il Saluzzese. Tale menzione ci sembrava, inoltre, un modo per celebrare il fatto che il 29 maggio a Parigi nel corso della 25a sessione di incontro del Consiglio internazionale di Coordinamento (ICC) del programma MaB, è stato formalmente riconosciuto come nuova Riserva della Biosfera nazionale e transfrontaliera nel programma Unesco “MaB – Man and Biosphere”.

Stefania Rovera, Arch. Paolo Ferrero — Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo - Seconda Edizione 2013 - Progetto vincitore ex - aequo

Tavola n.2

La particolarità di Monghai 360 è racchiusa nella sagoma degli elementi che lo compongono, nei tagli, fuori quadro, nelle giunzioni che solo sapienti mani artigiane, supportate da attrezzature d’avanguardia a controllo numerico, possono costruire con precisione assicurando il risultato finale. Con un sistema di asole, incastri ed elementi di giunzione eccentrici in acciaio facilmente reperibili in commercio i 27 elementi che compongono la struttura vengono assemblati con facilità.

Stefania Rovera, Arch. Paolo Ferrero — Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo - Seconda Edizione 2013 - Progetto vincitore ex - aequo

Prototipo del Monghai 360 realizzato dalla Falegnameria Marchiò di Busca (CN)

Per il Monghai 360 abbiamo scelto, il castagno locale perchè la sua duttilità lo rende indicato per molti tipi di lavorazioni (sostegni, infissi, mobili rustici). E’ paragonabile a quello importato, sia per caratteristiche estetiche che qualitative e può svolgere egregiamente le stesse funzioni di altri legnami ricercati e spesso strapagati, provenienti da zone anche molto lontane. Abbiamo considerato di utilizzare principalmente elementi in legno lamellare di tipo GL24h prodotto con legno proveniente dal saluzzese. Il legno lamellare , prodotto da tavole di legno essiccate, piallate e incollate con resine speciali, una sopra all’altra, rappresenta una moderna variante economica, duttile e resistente al legno massello.

Stefania Rovera, Arch. Paolo Ferrero — Concorso Nazionale per il Mobile di Saluzzo - Seconda Edizione 2013 - Progetto vincitore ex - aequo

Prototipo del Monghai 360 realizzato dalla falegnameria Marchiò di Busca (CN)

La commissione ha premiato il Monghai 360 con la motivazione di aver “affrontato in modo originale e innovativo la commistione tra decorazione contemporanea e ‘segno’ del territorio”.

ULIANO LUCAS - LASCIAlaSCIA

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Il percorso espositivo si articola in 12 camere tematiche che accompagnano il visitatore attraverso una vera e propria retrospettiva dell’autore. Spunto di progetto iniziale è la ripresa del concetto d’impaginazione dei  rotocalchi e delle riviste in cui le immagini unitamente ai testi compongono i layout delle pagine: i pannelli in questo caso.

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

La volontà di far risaltare il contenuto esposto si declina attraverso una sobria neutralità dell’allestimento che si allinea ai toni cromatici del bianco e nero degli scatti e delle cornici in cui sono contenute le immagini. L’effetto creato diventa quindi quello di una “cornice nella cornice” un percorso intellettuale che in cui lo spettatore è accompagnato  all’immersione totale nello scatto: dall’esperienza dello spazio tridimensionale delle camere, luogo in cui si esplica una delle tematiche trattate, ai pannelli bidimensionali che le compongono (la pagina-cornice) , fino a porre l’attenzione massima allo scatto in sé.

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

Infine la creazione di un allestimento  leggero,  sospeso a mezz’aria, diventa un omaggio al talento di Lucas che attraverso la delicata bellezza  unita al potere di denuncia dei suoi scatti racconta tematiche che hanno caratterizzato gli ultimi 50 anni di storia offrendo lo spunto ai visitatori per una riflessione più profonda su tali questioni e, più in generale, sul sistema contemporaneo della comunicazione.

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

LASCIAlaSCIA  — ULIANO LUCAS

Housing, Medical Centre and Library in La Duchère - Brisac Gonzalez

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Shortlisted competition for a housing complex consisting of 45 units, a medical centre and a library.

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

Competition model

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

Housing façade

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

roof scapes

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

Exterior view

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

Axonometry

Brisac Gonzalez — Housing, Medical Centre and Library in La Duchère

Groundfloor plan

Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento” - Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A.

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La scelta del posizionamento delle stazioni è scaturita da un’accurata valutazione del contesto ambientale e territoriale e da un attento studio urbanistico che hanno portato a identificare nei comuni di Arco e Comano Terme le fermate intermedie. Il tracciato prevede, dunque, quattro stazioni: l’attuale Stazione di Rovereto e tre di nuova realizzazione, in punti nodali e strategici del territorio. Si è ritenuto opportuno di non inserire una fermata a Mori, considerata la notevole vicinanza, l’immediata accessibilità e il preesistente collegamento ferroviario con la stazione di Rovereto. La seconda stazione è prevista nel comune di Arco, in posizione centrale all’interno del Basso Sarca. Tale localizzazione trova giustificazione in quanto ad Arco, dopo Trento e Rovereto, sono presenti gran parte delle dotazioni, dei servizi e delle attività di tipo urbano. Inoltre considerevoli flussi turistici convergono in questa zona dalla primavera all’autunno, richiamati dalle numerose attrazioni naturalistiche ed opportunità offerte dal contesto territoriale. La nuova stazione ferroviaria di Comano Terme si pone in una posizione strategica, grazie alla sua centralità rispetto alla piana del Bleggio, del Lomaso e del Banale. Il territorio, ricco di storia, cultura e natura, offre diversi servizi turistici funzionali ed è meta di richiamo di numerosi turisti, essendo una delle principali località termali del trentino. La quarta stazione è in prossimità del centro di Tione, punto di confluenza delle Valli Giudicarie, sede di istituzioni amministrative, centro commerciale e turistico. La disponibilità del nuovo sistema di mobilità alternativo su rotaia, che assicura una connessione intervalliva con tempi complessivamente ridotti, permette di attrarre quote di flussi su gomma generati dai pendolari e dai turisti, con conseguente riequilibro dell’intero sistema trasportistico, nonché salvaguardando la tutela ambientale soprattutto mediante l’abbattimento delle emissioni di agenti inquinanti. Le criticità di congestione del traffico pendolare e soprattutto turistico risultano particolarmente prioritarie per il tratto Rovereto-Arco. In tal senso,è stata valutata anche economicamente la possibilità, in una prima fase, di realizzare la nuova infrastruttura da Rovereto fino ad Arco, in modo da poter istituire un nuovo servizio Trento-Rovereto-Arco. Come meglio esplicitato nella relazione economica, tale ipotesi consente di contenere i costi di investimento iniziali, garantendo comunque grandi benefici per il territorio e per l’economia turistica. La realizzazione da subito dell’intero progetto triplicherebbe l’investimento, a fronte di un ritorno economico non proporzionale, più dilazionato nel tempo e con conseguenti maggiori incertezze sull’investimento stesso. Non viene, però, esclusa la possibilità di una futura prosecuzione dell’opera fino a Tione. Il progetto è stato infatti pensato nella sua interezza, senza trascurare la compatibilità con ulteriori sviluppi verso la Val Rendena e le Valli Giudicarie. Da sottolineare, infine, che la nuova linea ferroviaria, seppure ideata per il trasporto passeggeri, rappresenta un canale di trasporto anche per le merci, monomodale o intermodale, in grado di rispondere alle richieste e alle esigenze della competitività territoriale con tempi più brevi e con operatività più flessibile.

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Cartografia

La nuova stazione di Arco si configura come fulcro di una trasformazione del territorio ponendosi come obiettivo il rispetto del paesaggio e dei contesti consolidati. La scelta della localizzazione e delle quote della stazione stessa sono frutto di un’attenta analisi degli impatti della nuova infrastruttura sul territorio. Per questo si è scelto di rimanere al di sotto della quota campagna uscendo a cielo aperto solo per la porzione necessaria per le banchine, coperte da pensiline, ed a cielo aperto. L’assetto generale del progetto prende le mosse da queste importanti relazioni che l’infrastruttura stabilisce con il contesto: da una parte un livello extraurbano legato alla mobilità pubblica e privata e dall’altra il sistema ciclo pedonale legato al paese di Arco. Il fabbricato viaggiatori è stato progettato anch’esso nel rispetto dell’intorno esistente e delle altezze dei fabbricati nel contesto limitrofo. Si tratta di un fabbricato composto da un unico livello coperto da un tetto a falda che “piegandosi” definisce delle coperture a sbalzo che formano delle pensiline collegate ai sistemi di ingresso ed accesso. La forma allungata del fabbricato rispetta gli allineamenti degli edifici esistenti e ponendosi parallelamente alla strada principale accompagna il bordo costruendo il nuovo limite della infrastruttura ed il nuovo fronte della stazione.

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Stazione Arco

Il nuovo progetto per la stazione di Comano terme si colloca all’interno della valle del torrente Duina ponendosi in posizione trasversale rispetto al sistema fluviale e stradale. L’analisi del contesto paesaggistico ha portato a prevedere una soluzione che avesse un impatto limitato sul sistema ambientale riducendo al minimo la porzione fuori terra. La linea risulta, come per il resto del tracciato, sostanzialmente interrata e riguadagna il cielo aperto in prossimità delle stazioni. In particolare si è provveduto a risarcire il territorio, seguendolo ed adagiandosi sulle curve di livello , attraverso un sistema di spalti verdi e colline di terra che artificialmente ricostruiranno il profilo naturale del territorio. Il viadotto previsto per la ferrovia sarà funzionale al superamento dei sistemi naturali e carrabili che si succedono ed in particolare del torrente Duina e della strada che lo lambisce e della Via Prati di collegamento con Ponte Arche. L’impatto della infrastruttura che trova nella porzione scoperta l’occasione per posizionare il nuovo fabbricato viaggiatori è attenuato dai sistemi di modellazione del verde che accompagna le quote ed risarcisce il territorio limitando gli impatti visivi e volumetrici . La posizione scelta per la nuova stazione risulta la più baricentrica possibile rispetto all’abitato di Ponte Arche. In particolare questa utilizzerà un parcheggio auto esistente e limitrofo al paese che sarà ricollegata con la nuova infrastruttura attraverso un ponte pedonale che superando il Duina collegherà le due sponde del torrente sia pedonalmente attraverso un nuovo ponte pedonale sia con la pista ciclabile. La nuova infrastruttura si collegherà ai tracciati del trasporto pubblico attraverso le nuove fermate poste sulla Via Prati e che utilizzano l’impalcato ferroviario come pensilina del sistema e la stazione ponte come sistema stesso di collegamento tra le fermate nelle due direzioni.

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

STazione Arco

L’intervento proposto dal progetto per la stazione di Rovereto prevede una messa a sistema delle nuove strutture previste dal progetto Metroland con gli elementi esistenti caratterizzati. L’obiettivo che il nuovo progetto si pone è quello di operare un miglioramento del sistema esistente attraverso una rifunzionalizzazione complessiva della stazione esistente. L’occasione dell’incremento del traffico ferroviario e la connessione con la nuova linea Metroland consente di determinare una serie di interventi di ricucitura e sutura di cui la città potrà beneficiare. La stazione è fulcro di un sistema di riconnessione non solo legata al sistema ferroviario ma soprattutto dedicata allo scambio all’interno del nodo trasportistico che diventa centralità di un sistema complesso di sistemi legati al trasporto pubblico, privato, carrabile, pedonale e ciclabile. La realizzazione di un nuovo sistema ipogeo ciclo-pedonale aperto h24 consentirà la riconnessione dei due fronti di città oggi divisi dal tracciato ferroviario.

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Stazione Arco

La posizione scelta per la nuova stazione di Tione, che rappresenterà nella prima fase di sviluppo della linea il capolinea di Metroland, risulta strategica rispetto al territorio ed in particolare al paese di Tione. Il progetto prevede una localizzazione centrale rispetto al paese ponendosi al di sotto del centro del paese ed in diretto contatto con i sistemi del capolinea della stazione degli autobus, nonché con la mobilità locale pubblica e privata. Ulteriore occasione del posizionamento della nuova stazione è la presenza del piccolo campo da sci in località S. Antonio. Quest’ultimo, molto attivo soprattutto per l’attività dei bambini, potrà essere ricollegato attraverso un impianto di seggiovia dedicato e direttamente in collegamento con la nuova stazione. L’opportunità di una mobilità integrata anche con i flussi turistici e legati allo svago e del tempo libero rappresenta per la nuova linea una importante opportunità di stazioni che rappresentano l’espressione e l’esplicitazione degli intenti di integrazione della linea con il territorio. La nuova stazione garantisce anche una ricucitura tra il paese ed il territorio, il collegamento tra la zona a monte ed a valle nonché il ricollegamento delle piste ciclabili anch’esse riconnesse al sistema Metroland. Il progetto della nuova stazione prevede un accesso a monte dal paese di tipo prevalentemente pedonale e legato al traffico privato. Questo è integrato e rafforzato da un sistema di tunnel pedonale ipogeo che in maniera protetta ricollega la stazione con la fermata degli autobus ed il capolinea.

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Stazione Arco

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Stazione Comano Terme

Sws Engineering S.p.a., Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo, ABDR Architetti Associati, Italferr S.p.A., ATA ENGINEERING S.p.A. — Concorso di Idee per la “Linea ferroviaria Tione – Trento (linea Azzurra). Collegamento Giudicarie – Altogarda – Vallagarina – Trento”

Stazione Comano Terme

Riqualificazione delle strade e delle piazze del centro di Certaldo - Francesco Barbagli, Piero Baroni, Marianna Staccioli, Federica Sodano


Funeral Parlor in Murtas - Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda

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A lot that does not exist. A pine forest along the hillside at the top of Murtas. An existing retaining wall constructed in an Alpujarra´s vernacular way, using local rough stones. The program seeks a room to hold a wake over. A large stone lintel beam supported by a large HEB creates an access space threshold. Once inside, you think of a concave space (cavus-cave) that connects earth with sky. Two concave rooms, one public and one more private. The light as an ontological reflection of each space. In the public room a greater amount of light surrounds and envelops, in the innermost chamber fleeting light slides and moves. The midday sun forms an eclipse as continuous ring drawn together by direct and projected light, where land (material light projected onto the curved wall) and sky (immaterial direct light / clarity) engage in that particular magic moment to let out the soul in its ascent to heaven by the time window of the eclipse generated daily.

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Alejandro Muñoz Miranda, Jesús M. Muñoz Miranda — Funeral Parlor in Murtas

Sede direzionale Verita spa a Dolo - Pellegrini A. Artuso F. Associati

Recupero ex essicatoio a Mira - Pellegrini A. Artuso F. Associati

Zawraa Dreamland - Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena

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La proprietà del parco divertimenti di Baghdad ha richiesto l’ampliamento e la riorganizzazione del parco esistente, sorto nel 1996 sul margine Ovest del parco Zawraa.

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Vista del parco giochi nel pomeriggio

I parchi di divertimenti rappresentano la concretizzazione del mondo della fantasia e del desiderio. Per questo motivo il successo di questi luoghi è forse maggiore in situazioni in cui la vita quotidiana è stata per anni scandita da paura, bisogno, sofferenza, lutti della guerra.

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Vista del parco giochi al mattino

L’ampliamento e la riorganizzazione rispettano alcuni vincoli:
  • inserimento del maggior numero di attrazioni
  • continuità del canale che attraversa il parco
  • cura del fronte sulla strada Az Zaytun
  • ispirazione architettonica di tradizione irachena,
  • offerta mirata a tre fasce di utenti: bambini, famiglie, giovani
Il progetto di paesaggio si basa su tre elementi:
  1. ACQUA. La presenza del canale arricchisce il paesaggio e migliora il microclima nei mesi più caldi. Al centro dell’area è previsto un grande scenografico lago, con teatro all’aperto e giochi d’acqua.
  2. EMERGENZA ARCHITETTONICA. Sopra la ferrovia si trova un massiccio roccioso artificiale, bucato da una galleria. Sulla roccia sorge un castello fantastico visibile da ogni direzione.
  3. IL FRONTE SULLA STRADA AZ ZAYTUN. Il fronte verso la strada principale è definito da due edifici lineari. L’architettura di quello a Sud rimanda alla fantasia, utilizzando forme di edifici reali trasfigurati nelle dimensioni con riduzioni, dilatazioni, e deformazioni e utilizzando colori propri degli oggetti di gioco. L’architettura di quello a Nord ricorda la fantascienza, utilizzando forme provenienti dalla tradizione figurativa medio orientale ed effetti scenografici ottenuti con variazioni cromatiche di luci led.

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Vista del parco giochi la sera

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Foto aerea dell'area

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Sezione

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Sezione

Francesco Barbagli, Cosimo Distante, Giulia Barbagli, Ciro Schiena — Zawraa Dreamland

Planimetria

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This house was constructed out of precast concrete and subsequently completely covered in dark-colored roof tiles. Steel and wood were used for the window frames. The precast concrete walls accommodate an open plan layout. Wooden vertical boards cover the inside walls, hide all technical fixtures and serve as a visual extension of the hardwood floors.

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streetview

The back of the house is south-oriented, at a slant, in order to catch the sunlight. Inside, each room is defined by the carpentry: the open space at the back, the unusual bay window at the front, the long, lateral windows on the second floor… The large pane of the bay window brings in the outside, right into the interior, flooding the bathroom with daylight.

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streetview

The desk-space is opened up, yet remains a separate entity. All fixed elements are made of galvanized steel; all moving elements are sliding wooden constructions, set in wooden frames. The building’s roof-tiled shell fixes the volume into one uniform, compact visual whole, culminating in a capped roof.

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view from the garden

A striking set of ‘wings’ provides the roof garden with rigorously calculated shadow, while also lending the building its idiosyncratic outline.

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interior

The house is characterized by its building materials, which were deliberately chosen to obtain coherence. To this end, a specific place and function were assigned to each material: tiles, steel, wood, concrete, natural stone… and a tactile hierarchy was respected throughout. Inside, the use of any materials that are cold to the touch was avoided. The carpentry was done in solid wood, framed in steel. All light switches were fixed onto wooden skirting boards. The occupants’ feet will never have to walk on anything but wooden or natural stone flooring. As people may be reluctant to touch concrete, its tactile quality is owed more to the material’s visual impact. By polishing it, the concrete was made to look soft and velvety, especially in artificial light at night.

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roof garden

The ‘fish scale’ roof tiles lend the outside walls a jagged sharpness that echoes the idiosyncratic shape of the building. Only by looking at it from up close will passers-by notice that its entrance door is framed in wood.

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detail

The construction was conceived in such a way as to ensure the highest possible living quality for the longest time. No space gets wasted. Every inch of every floor, from level -1 right up to level 3, is meaningful space. As buildable surface was limited (120 m²) and retaining a sizeable urban garden was part of the brief, this was a necessity. Still, ‘meaningful’ does not necessarily imply functionality. On each level, some space was set apart for circulation winding all through the house, along some well-lit open spaces. At the same time, parts of the interior became outside space, bringing light and life into the house.

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detail

Half the roof was turned into yet another kind of urban garden, to ensure that this circulation axis would not lead to the dead end of a stifling attic, but culminated instead in a stunning view of the urban/suburban surroundings.

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ground floor

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first level

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second level

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third level

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section

REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO - Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS

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L’estensione della superficie del futuro parco è la prima condizione che definisce l’impianto progettuale. Il raffronto dimensionale con alcuni grandi parchi in importanti città mostra l’effettiva grandezza dell’area, che pone pertanto importanti questioni sia di realizzazione che di gestione del futuro parco. Le scelte sono state pertanto commisurate a tale estensione, il disegno che ne risulta è la prefigurazione di un possibile assetto al futuro del parco, la cui densità di attrezzature e servizi non è naturalmente la densità corrispondente alla fase di impianto ma è quella del lungo periodo, quando lo sviluppo del parco, con la partecipazione ipotizzata dei privati consentirà il completamento della “lottizzazione” del parco.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

Il progetto è ispirato ad un’idea di “parco urbano produttivo” che unisce cioè funzioni tipiche del parco urbano (svago, gioco, passeggio) a funzioni produttive, capaci di generare un valore aggiunto, anche economico, finalizzato a sostenere parzialmente i costi di gestione del complesso di opere.Funzioni quali la produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, biomasse ed eolico) genereranno profitti, come conseguenza della recente introduzione del “conto energia”, così anche i tradizionali campi sportivi soggetti a tariffazione (campetti di calcio e tennis), ma anche, in misura più ridotta e sotto forma di produzione di beni, gli orti urbani e le aree di visita a pagamento (l’area archeologica e lo zoo rurale). Queste funzioni sono alternate alle funzioni cosiddette “portate” del parco, quelle destinate cioè alla fruizione libera, incapaci di produrre flussi economici. Questo criterio di progettazione, oltre a determinare vantaggi economici, offre modalità di controllo e presidio delle aree a parco, soggette a fenomeni di vandalismo e degrado che rischiano spesso di vanificare gli investimenti in opere pubbliche. Inoltre la presenza di impianti produttivi, quali quelli per l’energia, comporterà la presenza di personale e di relativi sistemi di controllo e gestione che indirettamente garantiranno forme di presidio del parco.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

Dal punto di vista delle scelte di impostazione e articolazione spaziale il progetto propone, in virtù dell’ampia disponibilità di spazio, un parco che ricostruisce i paesaggi tipici del territorio foggiano. In particolare sono ricostruite simbolicamente all’interno del perimetro del parco, dando luogo ad un “paesaggio di paesaggi” le unità costitutive del paesaggio foggiano: il tavoliere, i rilievi garganici e le lame. Il tentativo è quello di evocare la bellezza e la varietà del paesaggio del foggiano e la sua amoenitas loci, che in antichità motivarono la scelta compiuta da Federico II di Svevia nell’istituire a Foggia la sua sede imperiale.La soluzione progettuale muove quindi dai criteri sopraesposti suddividendo la superficie del parco in ambiti, ciascuno dei quali dotato di precise caratterizzazioni architettoniche e paesaggistiche, posti in stretta relazione con l’intorno urbano. Il parco si relaziona agli elementi primari dello spazio urbano, in particolare al complesso “Cavalli Stalloni”, alla “villa comunale”, ed agli assi stradali di via Galliani e viale Michelangelo; si chiude invece rispetto a viale Fortore, costruendo un “argine” che è in parte in rilevato ed in parte in trincea.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

L’idea progettuale, inoltre, si relaziona con la città attraverso la predisposizione di raccordi tra la rete ciclo-pedonale interna al parco e quella urbana di progetto, in particolare con il futuro corridoio ciclabile di via Bari, anche in vista del ricongiungimento con l’area archeologica e con il bosco del Borgo dell’Incoronata.

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L’argine Il bordo est e sud del parco è concepito come un “argine” per la protezione del cuore del parco dal rumore e dal traffico delle arterie più gravate di traffico e per la schermatura dei parcheggi auto, ricavati in corrispondenza delle stesse strade (viale Fortore e via Guglielmi). L’argine è caratterizzato dalla maggiore densità di alberature, che rafforzano il ruolo di fascia protettiva e contribuiscono al miglioramento delle condizioni microclimatiche, ed è segnato da percorsi pedonali (con pendenze inferiori al 6% e quindi percorribili da diversamente abili) che si ramificano seguendo la modellazione del suolo. Salendo progressivamente dalla quota del piano di campagna, in corrispondenza dell’intersezione con viale Michelangelo, i percorsi ridiscendono in corrispondenza dello scavo del parco archeologico per poi risalire di nuovo e sovrappassare l’asse di via Galliani, realizzando in tal modo la continuità della fruizione pedonale tra il parco e la villa comunale. L’ambito dell’argine contiene il “parco archeologico”, che trova il suo fulcro nell’area degli attuali scavi, da estendere progressivamente in ragione dei saggi che verranno effettuati e che, a seconda dei risultati, condizioneranno le scelte future di sistemazione. Il ruolo dell’argine, quindi è anche quello di costituire una quinta visiva forte per l’area pianeggiante, attenuando l’impatto visivo delle frange urbane meno strutturate del settore urbano est.

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La “griglia produttiva” L’ambito principale del Parco è progettato secondo una scansione di fasce la cui geometria viene determinata dall’impianto urbano del settore ovest della città, in particolare dal complesso Deposito Cavalli Stalloni, considerato un esempio particolarmente importante di edilizia fascista (art. 4 Legge 1089/’39). La sequenza di fasce è pensata come riproposizione del paesaggio agrario pugliese, nel quale la divisione dei campi costituisce il principale carattere paesaggistico. L’impiego dei segni del paesaggio agrario all’interno della “griglia produttiva” come elementi di identità del luogo è unita alla promozione di tecniche di coltivazione tradizionali ed all’insediamento di attività e funzioni reversibili, in coerenza con i vincoli di inedificabilità dettati dalle norme di salvaguardia. La scelta di collocare attività produttive all’interno del parco, quali quelle agricole, si fonda su svariate ragioni. In primo luogo su una ragione inerente la cultura del progetto contemporaneo, che dopo aver preso coscienza circa la limitatezza delle risorse, sta conducendo verso nuovi paradigmi progettuali, basati su modelli di sviluppo reversibili, che prefigurano equilibri dinamici in luogo di soluzioni statiche, che impiegano sistemi produttivi alternativi, alimentati da energie rinnovabili, stagionali, eco-compatibili. Inoltre funzioni produttive come le aree “coltivate a fotovoltaico”, garantiscono, grazie anche ai certificati verdi, un flusso economico che potrà contribuire alla copertura delle spese di gestione di porzioni di parco.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

Il Parco archeologico Il Parco Archeologico si propone come una sistemazione museografica del sito preistorico oggetto dello scavo. All’interno del Parco si propone la riproduzione a grandezza naturale di ambientazioni, scene di vita pastorale e agricola contestualmente alle strutture rinvenute allo scopo di rendere visibile ciò che gli studiosi comprenderanno attraverso la lettura e l’interpretazione delle strutture e dei dati individuati. La delimitazione proposta nella planimetria di progetto è naturalmente una prefigurazione del tutto indicativa, essendo la reale definizione del perimetro del parco archeologico una operazione da compiere solo in una fase più avanzata di scavo e con l’ausilio degli specialisti coinvolti nelle operazioni. Le riflessioni progettuali si sono alimentate dalla ricerca svolta sul tema e dalla conoscenza di esperienze come quella del Parco Archeologico di Passo Corvo, attrezzata con riproduzione di scene di vita che rendono a tutti comprensibili le strutture rinvenute. Le conoscenze acquisite durante gli scavi e gli studi dell’Università di Genova hanno permesso la creazione in loco di una ricostruzione in scala 1/1 delle attività delle famiglie che vissero a Passo di Corvo tra 6300 e 5600 anni fa. Il villaggio neolitico di Passo dì Corvo (Foggia), con i suoi 40 ettari di estensione, è uno dei più grandi villaggi trincerati del tavoliere di Puglia. Gli scavi condotti hanno portato alla luce una vasta area dell’abitato, databile tra VI e IV millennio a.C., comprendente diverse unità abitative con i relativi oggetti della vita quotidiana e del culto. Anche nel caso di Passo Corvo le strutture messe in luce riguardano alcuni fossati a “C” utilizzati per il drenaggio del terreno attorno alle singole abitazioni, oltre a pozzi per la raccolta d’acqua, silos, recinti, piattaforme circolari e sepolture.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

Il galoppatoio Il terzo elemento determinante del parco è rappresentato dal Galoppatoio e dagli spazi di sua pertinenza. Nell’ambito del disegno di parco la pista di galoppo gioca un ruolo importante, dal punto di vista del metodo progettuale viene trattato come un segno di permanenza, un affioramento del passato ruolo dell’area come ippodromo comunale. Il segno e l’identità storica che porta con se, che permane soprattutto nell’immaginario collettivo, a giusto titolo viene rievocata dal bando di concorso; la storicità dell’impianto, risalente agli anni Venti, e la sua rilevanza in termini di presenza di attrezzature (fu giudicato il deposito più attrezzato d’Europa) hanno quindi condizionato le scelte dell’impianto progettuale. La presenza dei cavalli diviene un elemento distintivo e qualificante del parco, sia nei luoghi ad essi destinati, come il galoppatoio, il maneggio e le aree per il ricovero, sia nei luoghi nei quali essi sono resi visibili nelle loro attività sportive, ludiche e di riposo. Il grande Otto, visibile nei documenti storici, riaffiora parzialmente, sovrapponendosi al disegno regolare della griglia produttiva, consentendo all’attività dei cavalli di animare con la loro presenza l’intero parco.

Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Marianna Di Lauro, Claudio Angelucci , Filippo Priori, Davide Di Domenico, CORFONE+PARTNERS — REALIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DEI “CAMPI DIOMEDEI” SULL’AREA DELL’EX IPPODROMO

Stockport Town Hall - Brisac Gonzalez

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How can design promote public engagement in the democratic process at a local level? Democracy is frequently served in the past tense – today’s decisions will be in the news tonight and in tomorrow’s newspapers. The media is the major domain of contemporary democracy. Otherwise, its other context is usually just beyond reach – taking place over there beyond that cordoned area, inside the room with the closed doors, yes, you will require special permission to gain access…

Brisac Gonzalez — Stockport Town Hall

Competition model

Increasing the visibility of the political debate and greater access to the events that shape it are paramount to the way in which design can contribute to the promotion of public engagement in the democratic process at a local level. The new town hall should be soft and porous at its edges, with a periphery that offers programmatic diversity to the immediate surroundings. Surfaces should be engaging and entertaining, capable of transmitting information – saturating the outside with those events taking place on the inside.

Brisac Gonzalez — Stockport Town Hall

Levels diagram

Public activities normally found deep inside should gravitate outwards, spilling onto the immediate context where possible. Council chambers within an earshot of the street, visible executive committees, and media walls that relay the on-going forums.

Brisac Gonzalez — Stockport Town Hall

Study models

We envision a new town hall that is approachable from many directions, with internal public galleries carving through an environment whose flexibility eschews the generic. A neutral locale where the chance meeting between a local government official and a member of public is possible. One where information is spread by word of mouth as well as through technological networks – a way of bringing contemporary democracy into the present tense.

Brisac Gonzalez — Stockport Town Hall

Section

Brisac Gonzalez — Stockport Town Hall

Elevation


Cultural Centre in Saint-Maxime - Brisac Gonzalez

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Our proposal envisions the new cultural centre around an internal oasis of foliage and water.

Brisac Gonzalez — Cultural Centre in Saint-Maxime

Competition model

The site is an old quarry, whose perimeter enclosure is around twenty meters high. It is directly accessible from the main road used by hordes of summer tourists who make their way to Sainte-Maxime and her more famous cousin Saint-Tropez.

Brisac Gonzalez — Cultural Centre in Saint-Maxime

Central void

The building’s program is arranged in a large circle nestled within the confines of the quarry, arching towards the south it reveal the oasis within. The large volumes of the cinemas and performance hall hover above, providing shaded areas in the oasis. A glazed circulation route varying in height follows the slope of the site within the building. From here, the oasis and the edge of the quarry are simultaneously seen – as one moves from the cafeteria to the cinemas, or from the library to the performance hall.

Brisac Gonzalez — Cultural Centre in Saint-Maxime

Competition model

Brisac Gonzalez — Cultural Centre in Saint-Maxime

Plans and unfolded elevation

Brisac Gonzalez — Cultural Centre in Saint-Maxime

Site

DUBLINO. TERRITORI IN SOSPESO. - ACMA Centro di Architettura

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L’accelerazione temporale dell’ultimo ventennio ha innescato vistosi processi urbanistici nel sopore storico della Dublino costruita: da un lato l’ambizione per una città di rappresentanza dell’economia ruggente (i Docklands di vetro, la Grand Canal Square con Libeskind, Martha Schwartz e M.Aires Mateus, il CDD di Kevin Roche), dall’altro l’intensificazione o la fondazione di ulteriori fiduciose propaggini residenziali (Adamstown, Park West). Lo scenario post-crisi, nel lasciare vuoti i nuovi contenitori talvolta nemmeno ultimati, ha sottolineato al contrario il valore degli interventi di ricucitura: la rigenerazione dei quartieri (Ballymun, Smithfield), le infrastrutture per la mobilità urbana (Luas), la riqualificazione dei vuoti esistenti (Poppintree Park), la rielaborazione in chiave continentale dello spazio pubblico interstiziale (O’Connell Street Lanscape, Liffey Boardwalk) che va a mediare la scala dei macro parchi storici. In questo scenario di futuro accennato e di funzioni in sospeso si sta riconfigurando l’identità della capitale contemporanea che ora mette in gioco nuove forme di trasformazione basate sulla mobilitazione attiva e la partecipazione collettiva.

ACMA Centro di Architettura — DUBLINO. TERRITORI IN SOSPESO.

Villa Unifamiliare - Grazia Cerana

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Realizzazione di camera singola con interventi fatti su misura.

Grazia Cerana — Villa Unifamiliare

Rendering finale di progetto arredo in corso di realizzazione

Padiglione Infanzia Milano - Massimo Pica Ciamarra, alexander de siena, Guido De Martino, laura rocca

Corso di Formazione per "ENERGY MANAGER" - Studio DONATO TermoTecnico Ingegneria Ambientale, Ing. Guido DONATO MOZER

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