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Concorso idee Moglia (MN) - Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi

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Concorso di idee Moglia

Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi — Concorso idee  Moglia (MN)

Progetto 2° Classificato

Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi — Concorso idee  Moglia (MN)

PROGETTO 2° Classificato

Studio professionale di Ingegneria Dott. Ing. Alfonso Lusvarghi — Concorso idee  Moglia (MN)

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The City Rises - Carlo Enzo

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THE CITY RISES: PARRAMATTA TOWERS

Carlo Enzo  — The City Rises

Symbol of Parramatta (Sydney, Australia) new Rise, the concept design for the office towers 5 and 6 is expressed via both a vertical torque and outward projection towards the public mall.

Carlo Enzo  — The City Rises

Urban Concept: The building is envisioned as an extension of the public spaces. Its outermost layer is composed by a vertical circulation which allows pedestrian to climb to the building top via an enclosed glass circulation system (glass boxes.) While rising, the visitor will stop at suspended publicly programmed “floating rooms” (black boxes.) At a distance the building is seen as both one and two separate buildings, but most importantly as an asset to the public realm rather than a form isolated from the field.

Carlo Enzo  — The City Rises

Architectural Concept: The two office towers are consolidated into a set of “Siamese Pair” representing diversity rising out of unity, the rising city. This unique form performs better and more efficiently from the heat loss /gain point of view as less dispersion is generated. It also reacts better to structural and lateral forces. However its ultimate advantage is that of offering unique interior opportunities for the office requirements. In particular, as the building rises offices take advantage of the relationship with the vertical public spaces, allowing for an innovative and pleasant working environment.

Carlo Enzo  — The City Rises

Environmental Design: Located on the northern exposure, the black and glass boxes become both an effective filter for the entire building, collecting, harvesting and recirculating water, light, and energy. The sinuous building shape is ideal against winds and sun glare. The building skin is made of several layers of glass with an inner photosensitive film who is able to adjust to the amount of solar impact and become more or less transparent.

Carlo Enzo  — The City Rises

Carlo Enzo  — The City Rises

Carlo Enzo  — The City Rises

Carlo Enzo  — The City Rises

Carlo Enzo  — The City Rises

Carlo Enzo  — The City Rises

Secondary school extension - SMS Arquitectos

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The use of locally produced materials is the start of this project for achieving two objectives, first to reduce the ecological footprint by shrinking the “resource map” and second, to locate the building in a context much larger than the physical; the economic and the cultural. One of the few construction materials are available on the island that do not dependent on imports are those produced by the precast concrete industry. The implementation of concrete block as the ”new traditional” construction system in Mallorca, has developed a thriving industry of small manufacturers that use local aggregates in the manufacturing of a wide range of small pieces. It is an exercise that explores the visual capabilities of common elements used in local popular. The façade is made with blockwork of the company Palerm, and in their process only local aggregate has been used. Tests have been conducted to determine the load strength of the blocks that are not used in the usual position. Direct action: The new extension of the Josep Sureda i Blanes High school is situated directly after the volume of the existing school, without separating or moving away from it. In order to minimize costs, shared access with the existing school, such as stairs and lifts have been proposed. The 9m span structure is solved with prefabricated slabs creating a free column space for future extensions.

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

SMS Arquitectos — Secondary school extension

Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato - Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella

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Il territorio Lo spazio fra i due fiumi: un territorio di terra e acqua fortemente antropizzato che convive con frammenti spontanei e naturalizzati. L’acqua è presente ovunque: essa non solo ha reso fertile questa terra ma la alimenta in continuazione disegnando canali, irrigazioni, risaie e foppe. Per abitare questa terra, l’uomo ha costruito piccole piastre appena sollevate per proteggersi che appaiono come isole disseminate fra risaie e pioppeti.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Densità e dispersione-Definire i limiti Rafforzare la SPINA URBANA: i luoghi pubblici sequenza di SPAZI pubblici

Il paesaggio, disegnato dai sistemi golenali (leggibile nei tracciati agricoli), dalle rogge, dagli argini e delimitato dal Ticino e dal Po, si presenta con caratteri di spazi estesi e aperti in cui l’uomo ha depositato piccoli comparti dispersi di cascine che sono il primo atto di colonizzazione. Presenze rade che svolgono un importante ruolo economico( non solo agricoltura ma integrazione con l’ambiente e sostegno per il tempo libero). Tale paesaggio va preservato e per il suo carattere morfologico e per il suo carattere fisico. Per questo, l’estensione “filiforme” del borgo necessità di un limite deciso verso nord ( verso sud il Po impone una naturale barriera) allo scopo di salvaguardare l’unità dello spazio aperto e la preziosa distanza dalla città di Pavia. E’ come se fosse la campagna a definire i margini del costruito e non viceversa.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Contesto urbano L’area di progetto può essere pensata come la naturale conclusione di una spina urbana su cui si collocano gli edifici pubblici più significativi. Un sistema che parte dal municipio esistente e che connette la piazza della chiesa, il piccolo parco urbano sino al nuovo centro civico. Tale struttura deve essere rafforzata, nel tempo, perchéè una peculiarità rilevante del borgo che assegna al pubblico un ruolo di organizzazione degli spazi, di chiarezza e di ordine urbano. Entro tali gerarchie, il nuovo centro diviene la “testa terminale” dell’insediamento ma allo stesso tempo una cerniera significativa con la campagna : esso orienta i due paesaggi. Il suo ruolo, quindi, è rilevante nel rappresentare questa comunità.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Planivolumetrico

Il progetto L’idea di progetto è quella di costruire innanzitutto uno spazio civico. I temi delle corti delle cascine si prestano bene a interpretare la necessità di un luogo racchiuso, controllato proprio in relazione all’ampio spazio aperto. Uno spazio in cui stare, trovarsi e svolgere le molteplici attività di relazione : incontro, mercato, mostra, cinema, ecc. Non solo, ma tale spazio nasce in dialogo con il parco esistente e con la piazza della chiesa così da formare un vero centro vitale riconoscibile e condiviso. Ne deriva un potenziamento della “spina” che parte dal basso definendo una sequenza di luoghi pubblici. La connessione fra il nuovo centro civico e la piazza della chiesa avviene attraverso il percorso nel parco che assume i caratteri di uno slargo lineare nel verde che mette in relazione i giochi dei bambini con lo spazio in cui stanno gli adulti. La sua forma ingloba le alberature esistenti che si liberano dal disegno del suolo. Il percorso, realizzato in terra stabilizzata, conferisce al parco un tracciato adatto ai giochi e ai mezzi di manutenzione. La parte finale, sale leggermente verso il nuovo municipio mettendo in relazione lo spazio della corte con quello della chiesa.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Planimetria generale piano terra

Il tema della corte-piazza è definito da tre blocchi funzionali che nascono dall’adesione all’ipotesi di un progetto che si realizza in fasi temporali distinte. Ogni corpo è autonomo, solo le reti (acqua, luce, gas, fogna, wireless, centrale termica, isola ecologica, ecc.) sono comuni e pensate per essere collegate nel tempo.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Fasi di realizzazione

I tre blocchi autonomi sono disposti in modo da formare una piazza pubblica che segna la vera identità del Municipio nuovo. Una pensilina gira tutto attorno consentendo un collegamento al coperto fra le diverse funzioni e, allo stesso tempo, ha il ruolo di legare gli edifici fra loro rafforzando il vuoto centrale. Tale spazio è la conclusione di un sistema di spazi pubblici che parte dalla piazza della chiesa e mette in relazione la nuova funzione con il parco che viene a cambiare la sua natura. Esso, da spazio marginale assume il ruolo di un fatto urbano reale con maggior attrattività e centralità.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

Piante con indicazione delle destinazioni

I corpi : 1. Il corpo che si allinea sulla strada a nord lungo l’area dei parcheggi esistenti. Esso contiene la sala-teatro , il bar con i clubs: uno spazio di socializzazione che sarà la prima costruzione e che per alcuni anni potrebbe rimanere l’unico atto. Per questo, con il pretesto degli impianti tecnici, è stata introdotta una piccola emergenza che come una torre-colombaia,diviene il land-mark riconoscibile nel territorio. Un segno deciso che parla del ruolo pubblico delle costruzione in virtù della sua forma particolare che dialoga con la storia. Il mattone che riveste l’edificio lo fa appartenere alla terra ricca di argilla e alla tradizionale cultura tecnologica che, nelle fornaci vicine, e nel paesaggio, trova le sue ragioni. Il mattone sarà, tendenzialmente, quello di recupero.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

prospetti (1)

2. Il corpo a est verso si chiude verso la futura lottizzazione. Esso contiene la biblioteca, una saletta riunioni e gli archivi. E’ l’inizio della formazione della corte. All‘entrata, uno scavo nel volume produce uno spazio di attesa che precede la biblioteca. Essa si apre sul parco con una grande vetrata (protetta) attraverso un affaccio su uno specchio d’acqua. Lo scopo è quello di riflettere la natura e la luce entro lo spazio dello studio ma, allo stesso tempo, funziona come superficie raffrescante (evaporazione) per gli impianti di condizionamento. Anche questo corpo è in mattoni ad eccezione dello scavo dove emergere la natura dell’intonaco degli spazi interni.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

prospetti (2)

3. Il corpo del Municipio, a sud, si aggiunge nella terza fase. La sua massa è dominante e prende la scala, le proporzioni e il linguaggio dalla solidità delle costruzioni come il Colombarone. Vuole essere un elemento riconoscibile e unico che si oppone al tema del recinto basso che lo racchiude. La sua presenza si impone anche in relazione al parco con cui entra in relazione fisica e strutturale

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

sezioni

I materiali La scelta del mattone antico per i corpi-recinto non solo si misura con il luogo (fornaci) ma anche con i recinti di muri e corpi bassi che segnano il linguaggio delle cascine. Alla struttura in prefabbricato in cemento si accompagna il tradizionale pacchetto di muratura, isolamento e manto esterno in mattoni. Al contrario il corpo degli uffici che si presenta come una torre-massa ricorda la gerarchia della casa padronale generalmente trattata ad intonaco (considerato un materiale più nobile). Per questo si è ricorso ad un materiale contemporaneo che mantenesse il carattere di massa compatta ed emergente. La struttura in prefabbricato viene tamponata con un sistema sandwich che incorpora l’isolamento. Il manto esterno è un intonaco cementizio bianco (Tx Active). Le sue caratteristiche presentano adeguate resistenze meccaniche e durabilità nel tempo, ma soprattutto proprietàfotocatalitiche che lo rendono sostenibile e autopulente e garantisce una qualità estetica stabile nel tempo. Il processo della fotocatalisi è basato sull’uso di catalizzatori in grado di ossidare sostanze nocive e inquinanti. Il risultato è una purificazione dell’aria, un’azione deodorane, un’azione antimicrobica, un’azione anti-nebbia ed una di auto pulizia (repellenza all’acqua). Il tetto, ispezionabile, è dotato di pannelli fotovoltaici e/o solari. Ai suoi piedi, una vasca raccoglie l’acqua piovana che verrà distribuita nel parco.

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

il margine urbano - la sostenibilità

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

vista dalla strada

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

la piazza civica

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

vista dalla biblioteca

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

vista dal parco

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

l'accesso dal parco

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

la piazza verso la chiesa

Remo Dorigati_OdA associati, Giorgio Via, Chiara Dorigati, Francesco Fuoco, Daniela Besana, Giancarlo Casubolo, Luca Colombi, Francesco Cascella — Concorso di idee per la realizzazione del nuovo Centro Civico Integrato

sistemi costruttivi

Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea - Ravi Lopes Calamita

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// INTERVENCION Estudiando el centro histórico de la ciudad de Córdoba – objeto de esta intervención – resulta claro como los flujos que lo atraviesan sean fuertemente caracterizados por su tejido urbano irregular, resultado de un desarrollo en capas a través de siglos de historia. El laberinto de calles estrechas e irregulares es definitivamente uno de los factores que caracterizan la ciudad, por lo que la base de nuestra propuesta de intervención en la Manzana de San Pablo, es un claro deseo de regresar este caracter de espontaneidad tambien en los nuevos caminos al interno del jardin, dando así continuidad al tejido urbano, tratando de resolver los problemas de permeabilidad objetivo de este concurso. El solar Capitulares, donde se encontrarà la nueva sede de la Fundación de Arquitectura Contemporánea, es una de las claves para resolver el problema de la permeabilidad urbana y acceso al jardín interior a la “manzana”, ya que, como se muestra en la Figura 01, está en el centro de lo que será el enlace de los flujos de los ejes MUNICIPAL \ MONUMENTAL y CALLE / HUERTA.

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

Por tanto, llega una dicotomía público-privado en la parcela en cuestión, la dicotomía que se expresa en términos de arquitectura en la relación entre el macizo y el hueco, o de construcción y espacio urbano. El deseo de consolidar el vinculo con el lugar donde estará el nuevo edificio y para responder a las indicaciones previstas de planificación, nos lleva a investigar la posibilidad de vincular una forma geométrica a un sitio. Tomando en cuenta la extrusion del perfil del edificio de referencia (adyacentes a el norte, de acuerdo con el PEPCH) se decide de continuar a vincular la forma geométrica a los flujos que lo rodean, favoreciendolos, dirijiéndolos y dándoles la bienvenida, como se expresa en los dibujos.

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

La organización interna de las funciones necesarias, es el resultado de un cuidadoso estudio de temas específicos de las funciones administrativas y ejecutivas (organización y gestión de recursos humanos, marketing, planificación estratégica, y la seguridad de la estructura. El objetivo es garantizar la máxima flexibilidad para el uso del espacio interior, a vivir de acuerdo a las necesidades y proyectos que la Fundación realizarà. Las funciones son organizadas de acuerdo con el criterio que los espacios “estables” se intercalan con zonas “inestables”, o bien entre dos espacios de identidad y función claramente definida, se realiza a un lugar que sirve como estímulo e interfase para interactuar con el exterior y entre las funciones mismas. En la planta baja y el primer sótano, a los cuales se accede desde el exterior, se asignan las funciones comerciales, de recepción y la interacción con el público, en el segundo sótano se encuentra el acceso a la visita del conjunto arqueológico y ruinas romanas, en el primer piso, en cambio, estarà un espacio polivalente para pequeñas exposiciones, en el segundo piso se encuentran las oficinas de la fundación.

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

// RESTOS ARQUEOLOGICOS Conservación, protección y visibilidad de las ruinas. Los restos arqueológicos que se encuentran bajo el suelo en la Manzana de San Pablo, son el origen y el corazón de la Córdoba romana, y son, por lo tanto, la memoria histórica de esta ciudad, por lo que el principal objetivo es su conservación y al mismo tiempo, garantizar su visibilidad. Sobre esta base, el planteamiento arquitectónico se dirige hacia la propuesta de una excavación arqueológica cubierta con una estructura ligera, donde se establece un enjambre de formas geométricas que recuerdan la forma de la nueva sede del F.A.C., para que las ruinas puedan ver la luz natural, y ser vistas da arriba. La propuesta se basa en la noción de que mantener una relación visual y espacial con la vida que gira alrededor de los restos, sólo puede mejorarlos.

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

// EL JARDIN La reurbanizaciòn de la Huerta de San Pablo, que proponemos establece que el área de la excavación dará lugar a un verdadero parque arqueológico que encuentra su punto culminante en el paso peatonal subterráneo que serpentea a través de la ciudad en conexion con las ruinas capitulares detrás del Ayuntamiento y el templo romano. Sobre el parque arqueológico, està la Huerta de San Pablo, jardín urbano diseñado para ser vivido y compartido por gente de todas las edades, fomentando de esta forma el intercambio cultural, encontramos ahí lugares de descanso con asientos, espacios intimos rodeados de naranjos, jazmines y flores, zonas para la práctica del skate o para jugar con la pelota. Ademàs el deseo de eliminar totalmente las barreras arquitectónicas y hacer accesibles todos los espacios y funciones que se encuentran en la huerta a discapacitados, a pesar de los numerosos desniveles naturales, nos impulsa a diseñar un sistema de rampas que siguen la tendencia de la tierra.

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

Ravi Lopes Calamita — Nueva sede de la Fundación Arquitectura Contemporanea

Xiringuito Estrella Damm - Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos

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Reivindica el surgimiento del xiringuito de playa como pieza clave en la definición de la gastronomía y del estilo de vida mediterráneo. El Xiringuito de Estrella Damm es un homenaje a un símbolo fundamental de la cultura y al estilo de vida mediterráneo, que cambió nuestra manera de disfrutar de la gastronomía. A partir de la reinterpretación de un Xiringuito en Alimentaria 2012, proponíamos un tema de conversación entre personas, bloggers y medios de comunicación. Perspectiva histórica, legado gastronómico y fenómeno social, a partir de algo que principio puede parecer banal.

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

Ravi Lopes Calamita, PEP WENNBERG, Pere Raventos — Xiringuito Estrella Damm

riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus - roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos

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Crediamo che oltre al restauro inteso come recupero dei valori “materiali” si debba tenere in considerazione un altro valore di cui qualsiasi edificio che sia testimonianza storica si sostanzia. Si tratta dell’investimento simbolico, ovvero del senso, di cui l’oggetto d’architettura, a contatto con la comunità e la società che lo vive, si è caricato nel corso degli anni.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

Il complesso dell’ex pastificio, risulta possedere questo valore intrinseco unitamente all’alto valore figurativo dovuto all’incidenza ella massa sproporzionata del suo involucro rispetto alla dimensione media dei fabbricati non solo del suo immediato contesto ma di tutto il tessuto urbano. Riteniamo che proprio nella sua figura risulti il valore architettonico preponderante dell’edificio principale (ex mulino).

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

La qualità degli spazi interni dei piani terra e primo, non risulta di particolare pregio, mentre il corpo sottotetto, possiede un grande potenziale nella qualità interna dello spazio con le capriate a vista, ma sopratutto nell’alto valore ambientale della terrazza aperta ad un’impareggiabile vista sul parco della Giara di Gesturi.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

Per questi motivi l’intervento su questo edificio si è concentrato sul recupero dell’involucro, sul sistema di distribuzione e sul recupero architettonico e funzionale del piano sottotetto. Varcata la soglia dell’attuale ingresso su via Roma, tuttavia si scopre un interessante miscellanea di caratteri tipici rurali e inserti di pregio storico e architettonico quali le aperture ed i divisori arcati portanti al piano terra del primo nucleo originario (Edifici B, C e area D). Il recupero di questi edifici avviene in maniera integrale ed il nuovo intervento architettonico è limitato all’interno del nuovo spazio polifunzionale a tutta altezza ricavato negli ex locali di stoccaggio, unitamente all’inserimento di una nuova scala di accesso al piano superiore. La rinuncia al recupero architettonico degli altri edifici minori tra i due edifici principali (edificio A e B) permette la creazione di un nuovo varco tra la piazza esterna e la piazza interna, restituendo alla collettività uno spazio pubblico complesso e articolato ed allo stesso tempo introverso.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

La corte -piazza Protetta da alti setti murari rivestiti in acciaio corten, oltre la scalinata di ingresso (essa stessa un già luogo dello stare con la sua complessità di gradonate alternate alla salita), la piazza interna si affaccia all’esterno del suo perimetro con l’estremo lembo della copertura intrecciata della vela sospesa tra gli edifici. Il tema dell’ombra viene ripreso nel progetto oltre che per il fascino delle autocostruzioni provvisionali realizzate con la tecnica dell’intreccio e con l’accostamento degli incannicciati, tipiche nella cultura sarda e più in generale mediterranea, anche e sopratutto per il valore sociale e collettivo che tali elementi posseggono nel definire dei luoghi dello stare insieme durante le assolate giornate estive. Sotto questa tenda si affacciano gli edifici recuperati, pronti per accogliere le nuove destinazioni in uno scenario di vita quotidiana esteso al giorno ed alla sera, quando la vela, con il sistema di illuminazione puntuale si trasforma in un cielo stellato.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

Questa corte introversa si svela aprendosi e si presta ad essere il primo dei canali di comunicazione delle risorse nuraghesi. Grazie alla possibilità di eseguire delle simulazioni in scala dei ritrovamenti archeologici più importanti quali: lingotti ox-hide ritrovati in località serra ilixi (conosciuti anche come pani di rame) navicella con protome bovino e anatrelle sul bordo, ritrovata in localitù forraxi nioi bronzetto raffigurante matriarca in preghiera ritrovato in località coni

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

Il museo diffuso Il gruppo di progettazione, propedeuticamente alla definizione degli obbiettivi di programma e del layout funzionale, ha effettuato un studio sullo stato generale delle strutture museali in ambito regionale e nazionale da cui risulta chiaramente l’enorme difficoltà degli enti amministratori o patrocinatori nel garantire la continuità gestionale e quindi permettere l’effettiva fruizione alla collettività della struttura. In tale condizione si trovano, indistintamente, sia strutture di grande valore culturale, artistico e archeologico, sia i numerosi musei a carattere locale che tutelano la cultura e le tradizioni dei singoli territori di appartenenza.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

L’intervento progettuale, in alternativa alla creazione di un contenitore con classiche caratteristiche museali o espositive, propone di ricorrere al concetto di “museo diffuso” con possibilità di fruizione permanente. L’esposizione delle opere o dei prodotti da valorizzare, avviene infatti in maniera diffusa all’interno del complesso con l’individuazione di tre principali aree espositive: il foyer a doppia altezza e la scala dell’auditorium (Edificio B) a cui si può aggiungere il primo piano (limitatamente all’area del suddetto foyer) per esposizioni temporanee il foyer e la scala a tripla altezza dell’ex mulino (edificio A)

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

la piazza In questi spazi, al carattere dinamico della funzione di collegamento si unisce il tema del percorso museale e le scale diventano un racconto che ogni volta si rinnova nell’esperienza della memoria. L’applicazione dei principi del “museo diffuso” presentano molti aspetti positivi che possono essere così riassunti: la localizzazione in aree di frequente passaggio consente la fruizione permanente a favore di tutta la collettività e rafforza l’identità collettiva la fruizione è libera e non necessità di personale dedicato allo scopo la manutenzione e la gestione della sicurezza può essere autogestita in accordo con gli utenti e locatari delle funzioni private o pubbliche extra amministrative gli spazi comuni interni possiedono grande qualità architettonica e culturale

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

La terrazza sulla Giara Forse colui che vive e quotidianamente si trova davanti agli occhi un paesaggio naturale di elevata qualità, con il passare del tempo si abitua e si fonde con esso quasi non percependo più l’eccezionalità del territorio. Tuttavia non capita sovente di avere il privilegio di poter contemplare un paesaggio di rara bellezza quale quello che si può avere dalla terrazza dell’ultimo piano dell’ex pastificio, dove la vista si apre verso l’altopiano della Giara di Gesturi, patrimonio dell’Unesco.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

Questo ulteriore elemento di ricchezza del complesso, vuole ed è valorizzato nel progetto con la creazione di una terrazza fruibile mediante la proposta di destinazione d’uso ad attività ricettiva per la quale si suggerisce la localizzazione di un ristorante con prodotti a Km zero da affidare con pubblico incanto, ad esempio, ad un cuoco locale emergente. Su tale proposta si sviluppa uno degli scenari più consoni alla vocazione rurale di Nuragus, che grazie alla genuinità e alle referenze dei propri prodotti agroalimentari potrebbe ritagliarsi uno spazio nella ristorazione di eccellenza.

roberto murgia, carmine concas, francesco trudu, Martino Picchedda, velio serra, Martina Pusceddu, Chiara Sogos — riqualificazione dell’ex mulino pastificio di nuragus

RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO - Barbara Radici

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Al piano terra di un vecchio palazzo nel centro storico di Bergamo bassa, è stato ricavato uno spazio a destinazione commerciale, disegnato per un negozio di abbigliamento. Per valorizzare al meglio il carattere del locale è stata sabbiata la bella volta in mattoni esistente, mentre l’irregolarità originaria del muro perimetrale è stata sfruttata con una parete ritmata da una serie di nicchie espositive di differente profondità, retro illuminate. Il parquet bianco e la laccatura bianca lucida degli elementi d’arredo diffondono la luce filtrata dalle vetrine, che mantengono le dimensioni delle finestre originarie della facciata storica. Al piano interrato sono stati ricavati gli spazi di servizio.

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO

Barbara Radici — RISTRUTTURAZIONE E ARREDO SPAZIO AD USO COMMERCIALE NEL CENTRO DI BERGAMO


Recupero e ampliamento "Villa Gaslini" - Andrea Desimone

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Analisi del sito Il lotto si sviluppa in senso longitudinale rispetto alla sommità della collina, seguendo un orientamento prevalente Nord/Sud, e vede la Villa in posizione centrale sia rispetto al lotto che alla via di accesso. La villa in stile liberty, con richiami all’architettura nordica nell’inclinazione della copertura, ha un disegno dei fronti caratterizzato da un gioco di pieni e vuoti con l’uso di logge, terrazzi, bow-window e presenta almeno due fronti importanti, quello ad est verso il paese e quello ad ovest verso il viale d’ingresso. Si denota un rapporto privilegiato con il paesaggio e con il verde del Parco che, all’epoca, si presentava sicuramente più rado e consentiva una relazione visiva con il paese.

Andrea Desimone — Recupero e ampliamento "Villa Gaslini"

vista aerea del lotto d'intervento

Collocazione nel sito La villa e l’area d’intervento sono localizzate in una posizione strategica nei confronti del rapporto tra l’esistente ed il futuro sviluppo urbano, ponendosi come una naturale cerniera tra il vecchio ed il nuovo paese. Attraverso la lettura dello stato attuale però, si rileva che il rapporto prevedibile tra le due parti del paese è ad oggi in condizione di evidente impermeabilità. L’analisi urbanistica ed architettonica per il corretto inserimento del complesso nell’ambiente, ha sottolineato l’esigenza di sfruttare la condizione privilegiata anche a favore della collettività, nell’ottica di un uso razionale dei percorsi tra il vecchio ed il nuovo paese. Il recupero di sentieri esistenti ma non più fruibili nella zona della torre, del berceau e dei sentieri interni al parco, ha suggerito la creazione di un passaggio pedonale interno al lotto, che sarà in grado di collegare in determinate fasce orarie le nuove aree residenziali con il cuore storico del paese attraverso il Parco Gaslini, che in questo caso ne trarrà evidenti vantaggi di fruizione ed utilità. È da questi elementi che prende spunto la logica insediativa e la conseguente composizione dei volumi. Il recupero ed ampliamento della villa diventa la matrice per la creazione del corpo sud da cui ne ricava specularmente le proporzioni e le misure adattandole al lotto, che ospiterà sei appartamenti e sarà distribuito da un corpo scala centrale; il secondo corpo, posto a nord, verrà disimpegnato dalla villa attraverso il corpo scala e vedrà al piano terra la presenza di alcuni box pertinenziali e due alloggi ai piani superiori.

Andrea Desimone — Recupero e ampliamento "Villa Gaslini"

stato attuale

Organizzazione e funzionalità degli spazi interni La cortina edilizia verrà distribuita internamente da tre corpi scala che garantiranno l’accesso a tredici appartamenti sviluppati su tre piani. La Villa vedrà quanto più possibile preservata la distribuzione interna per evitare modifiche nelle finiture che si intendono recuperare nella quasi totalità, pur garantendo alle nuove esigenze un adeguato standard abitativo. Nei nuovi corpi, come nell’esistente, si manterrà l’andamento trasversale degli alloggi rispetto ai corpi di fabbrica per ottenere una doppia ventilazione ed illuminazione, con una sistemazione degli ambienti interni che tiene conto dell’orientamento solare per sfruttare al meglio gli apporti ambientali esterni e garantire il miglior confort interno possibile.

Andrea Desimone — Recupero e ampliamento "Villa Gaslini"

vista 2

Caratteri compositivi e finiture L’intervento sulla villa consiste prevalentemente nella ridistribuzione interna con recupero del sottotetto e gli ampliamenti sono una risposta alle esigenze di quest’ultima. I volumi che ne derivano cercano un dialogo attraverso le proporzioni e le finiture, anche nelle aperture e nella copertura a terrazzo per il piano superiore. La scelta dell’orientamento, dei materiali, del rapporto con l’esterno, della doppia ventilazione dei singoli alloggi, oltre allo sfruttamento delle possibilità offerte dalla normativa in materia di risparmio energetico ha orientato verso strutture quanto possibile compatte, alleggerite da logge, balconi e serre solari caratterizzate da elementi frangisole in legno e metallo.

Andrea Desimone — Recupero e ampliamento "Villa Gaslini"

vista 1

VINEUM - Markus Scherer, Hg Merz

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Architektonisches Konzept
Die Straßen von Girlan sind gesäumt von den Häuserfassaden und Begrenzungsmauern der Weinhöfe. Wohngebäude wechseln hierbei mit großen „Behältergebäuden“ für den landwirtschaftlichen Bedarf ab. Manchmal sind diese unter einem Dach vereint, manchmal gruppieren sie sich auch um den Weinhof. Wenn man eines dieser großen „Behältergebäude“ (Stadel) betritt, wird man vom räumlichen Erlebnis beeindruckt. Der große offene Raum, mit Sicht bis zum Dach, wird von einem magischen Licht durchflutet. Durch die großen Öffnungen in den Wänden, welche teilweise durch einen losen Ziegelverband oder Bretterschalungen geschlossen sind, wird das Licht in Streifen und Lichtflächen gesiebt und trifft in einem starken Licht Schattenspiel auf die Boden- und Wandflächen des Raums. Diese großen Behältergebäude haben durch diese gefilterte Belichtung, die noch den Außenraum spüren lässt, nicht nur eine starke Beziehung zwischen Innen – und Außenraum, sie bilden auch den Übergang zwischen Oberwelt und Kellerwelt. In der historischen Weinproduktion liegt der Verarbeitungsvorgang der Trauben in der Oberwelt (im Weinhof und in den Kellerräumen über Erde) und der Reife – und Lagerungsvorgang in der unteren Kellerwelt. So gesehen ist zum Verständnis der Kellerwelten ein Verhältnis zur Oberwelt relevant. Beim Projekt werden einige dieser ortstypischen Bauelemente aufgegriffen und bilden die wesentlichen Merkmale des neuen Eingangsgebäudes. Das Thema der großen Behältergebäude und die Begrenzungsmauern mit direktem Bezug zum Straßenraum, ein Innenraum gedacht wie ein großer Innenhof auf den sich andere Funktionen öffnen und unter einem Dach vereint werden, der Übergang zwischen Außen- und Innenraum gegeben durch die Atmosphäre des Lichtspiels und der Bezug zwischen Oberwelt und Kellerwelt werden zu einer architektonischen Einheit zusammengefasst. Dieses Konzept erscheint besonders angebracht, um einen Raum zu schaffen, der mit seiner Atmosphäre sowohl den Eingangsbereich zum Museum bildet, als auch dazu dient, die Besucher bereits auf die Ausstellungen einzustimmen und somit teil des Parcours wird. Durch das äußere Erscheinungsbild vermittelt das Eingangsgebäude seine Funktion als Bindeglied zwischen Außen- und Innenraum und Oberwelt und Kellerwelt und wird zum Referenzpunkt im Dorf.

Markus Scherer, Hg Merz — VINEUM

Integration ins Ortsbild
Die zur Verfügung stehende Baufläche liegt optimal für den neuen Zugang des Vineum. Die Nähe zum Dorf, die Präsenz des Parkplatzes und die Anbindung an die öffentlichen Verkehrsmittel ist bereits eine perfekte Synergie. Auch die räumliche Disposition des Grundstückes hat optimale Voraussetzungen, sie fordert fast ein städtebauliches Eingreifen. Die engen Straßenzüge von Girlan weiten sich an dieser Stelle und lassen ein Eintreten der Landschaft in den Dorfraum zu. Ursprünglich waren es wohl die Weinreben, welche an dieser Stelle bis ins Dorf reichten, heute ist diese Fläche als Parkplatz und Park genutzt, sie schließt aber immer noch unmittelbar an die Reblandschaft an und langfristig könnte diese auch wieder eine stärkere Präsenz an dieser Stelle erhalten. In diesem Sinne gedacht, wird die Position des neuen Eingangsgebäudes zur Drehscheibe zwischen Oberwelt und Unterwelt aber auch zwischen Dorfraum und Landschaftsraum und kann den Ausgangspunkt für geführte Wanderungen durch die Weinberge darstellen. Ebenso kann es Startpunkt für eine Wanderung durch das Dorf und den hier vorhandenen Kellereibetrieben werden. Die Geometrie des Gebäudes nimmt Bezug zu diesen Aspekten und zum bestehenden Wegenetz des Dorfes. Entlang der St. Martinstrasse begrenzt das neue Gebäude gleichzeitig den Straßenraum und greift in dieser Form die bestehende Bebauungslogik des Weindorfes Girlan auf. In Richtung Kreuzung der St. Martinstrasse mit der Eichamtstrasse entsteht durch die Positionierung des neuen Gebäudes eine für Girlan typische dörfliche Platzsituation. An der Süd-Ostseite öffnet sich das Gebäude zum heutigen Parkplatz und zu den Weinbergen im Hintergrund und spielt hier mit dem Thema der „großen Behälter“. An der Süd-Ostfassade befindet sich der Hauptzugang zum Vineum. Die Verortung der Funktionen im neuen Gebäude nimmt Bezug auf diese städtebauliche Situation. Vom Haupteingang erreicht man den atmosphärischen Großraum der thematisch in das Thema der Kellerwelten einführt. Der Shop-Bereich öffnet sich auch zur Hauptzugangsseite. Zur Dorfseite öffnet sich das Gebäude nochmals (Platz an der St. Martinstrasse) und es ist ein Zugang zur Bar bzw. ein zweiter Zugang zum Vineum und zum Verkostungsbereich vorgesehen. Die Form des Gebäudes und des Daches kann als rechteckige Grundform die sich in Richtung Dorf dreht verstanden werden. Diese Grundform wird durch das Straßennetz beschnitten. Entsprechend bleibt ein polygonaler Grundriss über, der den regelmäßig verlaufenden First in Richtung Dorfplatz beibehält – diese Anordnung des Firstes quer zum Straßen- bzw. Platzraum ist für Girlan ein weiteres markantes Merkmal. Das Dach hat zwei geneigte Flächen und nimmt in dieser Form Bezug auf das ortstypische, traditionelle Satteldach, wenn auch in einer zeitgemäßen Interpretation.

Markus Scherer, Hg Merz — VINEUM

Die beiden Eingangsbereiche zum Vineum werden durch Rücksprünge im polygonalen Körper hervorgehoben. Vor dem Haupteingang wird ein kleiner Freibereich geschaffen, der eine verkehrsfreie Zugangszone zum Vineum bildet. Angrenzend an diese wird der bestehende Parkplatz leicht abgeändert und terrassiert, um dem natürlichen Gelände zu folgen. Er erfüllt die vorgesehenen Vorgaben von 73 Stellplätzen, Haltebereich für einen Bus, sowie zahlreichen Fahrradabstellplätzen. In Zukunft könnte man an eine unterirdische Garage denken und an der Oberfläche die Reblandschaft wieder bis ins Dorf ziehen um den Grundgedanken einer direkten Verbindung zwischen Dorf und Landschaft zu stärken.

Markus Scherer, Hg Merz — VINEUM

Konzept für die Innenräume
Die Museumsbesucher welche mit Verkehrsmitteln wie Bus oder Auto anreisen und nicht aus dem Dorf selbst kommen, erreichen direkt den Haupteingangsbereich. Vom Haupteingang aus ist es bereits möglich in die zur Kellerwelt führende Treppe Einsicht zu nehmen und Lust auf den Besuch des Vineums zu wecken. Vom Haupteingang gelangt man in den „Großraum“ der als großzügiges Foyer dient und einen guten Überblick über das gesamte Gebäude bietet – alle Bereiche öffnen sich zu diesem (Zugang Vineum, Shop, Verkostung und Präsentation der Weinkellereien, Bar, Büros). Die Bereiche Kassa, Garderobe und Toiletten sind in das Foyer integriert. Für die Besucher, welche vom Dorf her kommen, gibt es die Möglichkeit, das Gebäude an der Westseite zu betreten. Von hier kann man auch von außen direkt die Bar betreten. Die Tische im Freibereich der Bar sind zum Platz hin orientiert und von dort gut sichtbar. Gleichzeitig sind sie windgeschützt und schauen Richtung Süden. Vom Foyer aus kann man sich entweder dem Kauf eines Tickets und somit den unterirdischen Kellerwelten zuwenden, oder sich zum Bereich mit Shop und Bar begeben. Diese drei Bereiche sollen synergetisch eng zusammenspielen und sind nur durch mobile Elemente voneinander getrennt, sie können sowohl verstellt, umgestaltet, als im Bedarfsfall auch vollständig entfernt werden. Die Anordnung der Bereiche ist so gestaltet, dass Shop und Bar nicht nur während der Öffnungszeiten des Museums genutzt werden können, sondern auch unabhängig davon. Vom Foyer aus erreicht man über eine Treppe, welche gegenüber dem Kassenbereich liegt, die Ebene, wo die Räumlichkeiten für die Verwaltung vorgesehen sind. Dort befinden sich verschiedene Büros, ein Besprechungsraum, die Teeküche, ein Ruheraum, sowie die sanitären Einrichtungen. Der Hauptzugang vom Foyer zum Ausstellungsbereich erfolgt über die große, zentral gelegene Haupttreppe. Am unteren Ende der Treppe befindet sich der Eingang in das Herzstück der Ausstellung. Zu Beginn dieser unterirdisch angelegten Welt, befindet sich eine große Multimedia- Wand, welche mit ihrem interaktiven Inhalt die Besucherwege erläutert und gleichzeitig als Wegweiser für jene Besucher dient, welche vom Aufzug her kommen und eine Einführung gibt. Der Ausgang aus dem Vineum erfolgt ebenfalls auf dieser Treppe, am Podest teilt sich der Weg für den Besucher und führt ihn direkt zum Shop. In den historischen Kellern werden ausschließlich der Erhaltung dienliche Baumaßnahmen vorgesehen. Böden und Wandflächen werden nur so wenig als möglich angegriffen, um die bestehende Atmosphäre der Keller nicht zu stören. Auch die Patina wird beibehalten. Wo unbedingt notwendig, werden Restaurierungen und Sanierungen der Flächen dem Bestand entsprechend, unter Verwendung natürlicher Baustoffe, durchgeführt. Die Stege (Rampen) zwischen den Kellern K5 und K6 ermöglichen einen Rundgang frei von architektonischen Barrieren und werden derart ausgeführt, dass sie die geringstmögliche Einflussnahme auf den Bestand haben und es wird darauf geachtet, die bestehende Bodenbeschaffenheit zu erhalten. Die neuen Verbindungen zwischen den historischen Kellern greifen die Idee und das Konzept der Weinschläuche auf (siehe auch Ausstellungskonzept). Der runde, schlauchähnliche Querschnitt mit absolut glatter Fläche stellt einen architektonischen Gegenpol zu den historischen Kellern dar und vertritt in dieser Form die klare Vorgabe des Denkmalschutzes, nämlich eine klare Erkennbarkeit neuer Elemente und trotzdem eine spannende Dialogfähigkeit mit dem Bestand. Durch die kontinuierliche Krümmung kann der Besucher die Richtung zum nächsten Keller nicht gleich erkennen und dies erhöht die Erwartung auf den nächsten Kellerraum – die Neugierde des Besuchers wächst.

Bericht zur Ausstellungsgestaltung
Das Netz der Girlaner Weinkeller bildet ein Dorf unter dem Dorf. Es ist ein Abziehbild der Oberfläche, das sich unter den Straßen und Häusern unsichtbar ausdehnt. Die sonnige, grüne, offene und vielstimmige Oberfläche Girlans findet seinen Kontrast in den kühlen, dunklen, feuchten und geborgenen Kellern. Geht man durch das Weindorf, bekommt man von dieser Unterwelt nur wenig mit. Eine kühle Brise aus einem Kellerabgang, der Geruch nach Erde, altem Holz und Mauerwerk verflüchtigt sich mit dem nächsten Sonnenstrahl. Geblendet von der Helligkeit der Oberfläche sieht das Auge, sucht es die Quelle des Geruchs, höchstens ein schwarzes, in scheinbar endlose Tiefen führendes Loch. Die kühle Brise, das Dunkle und Geheimnisvolle dieser Unterwelt entwickelt eine magische Anziehungskraft, die von längst vergangenen Zeiten kündet. Die Überlieferung einer uralten Weinbautradition, das Leben und die Arbeit vergangener Generationen, die Wünsche und Sehnsüchte der Weinbauern, der Weingenießer und Weinexperten, der Charakter des Dorfes und der Weine, die es hervorbringt, all das atmen die Wände der nun verlassenen Keller. Unter der Oberfläche haben sie das Leben des Dorfes über Jahrhunderte geprägt. Ein Gang durch die Weinkeller Girlans ist ein Gang durch das kollektive Gedächtnis des Dorfes.

energie in movimento - Fabrizio Regno

RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA - Barbara Radici

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Si tratta di un recupero di unità immobiliare all’interno di un edificio di pregio storico, a Bergamo Alta. L’intervento compendia una serie di opere di restauro conservativo con nuovi interventi chiaramente riconoscibili per l’uso di materiali e forme propri dell’architettura contemporanea; alla forte e caratteristica architettura esistente sono stati accostati elementi dalle linee pulite e decise che risolvono funzionalmente gli spazi della vita quotidiana, e nello stesso tempo dialogano in modo armonico con le preesistenze; l’appartamento si anima di volumi ritagliati all’interno degli ambienti originali, ne è un esempio il volume vetrato che ospita il bagno della zona padronale. I preziosi materiali scelti per le finiture, marmo bianco assoluto, pietra grigia basaltina per i pavimenti, grassello di calce cerato per le pareti, creano un involucro neutro in cui si valorizzano i diversi elementi preesistenti, come i soffitti in legno decorato, le volte in pietra a vista, le decorazioni in stucco.

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

zona giorno

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

zona pranzo e cucina

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

bagno-il volume vetrato

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

bagno-il volume vetrato

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

zona notte-piano seminterrato

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

ingresso del palazzo

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

pianta piano terra

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

pianta piano seminterrato

SOCIALIZAR EN REINOSA - fabio fabbrizzi

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“SOCIALIZAR EN REINOSA La filosofia del progetto nasce dall’esigenza di rielaborare e reinterpretare, in chiave contemporanea, il tessuto urbano originale di Piazza Abastos a Reinosa, andato perduto a causa dell’incendio che ha distrutto il mercato centrale. Il progetto si pone come obiettivo quello di creare uno spazio pubblico destinato a tutte le fasce di età, cercando di rispondere alle necessità urbanistiche e sociali attuali, ponendosi quindi come punto di riferimento centrale a sostegno della crescita e dello sviluppo di attività culturali, sociali e commerciali. L’idea di base, che caratterizza l’intero progetto, è quella di creare un sistema unitario ed omogeneo esternamente, che riesca a relazionarsi con le aree e le attività primarie della città adiacenti (teatro cittadino, Calle Mayor,piazza municipale), ma che riesca al contempo, a far emergere un’ eterogeneità di attività, spazi e servizi interni, che soddisfino, tutte le esigenze necessarie alla socializzazione, alla organizzazione di eventi ed allestimenti di carattere culturale, manifestazioni popolari e rievocative, festività e, non per ultimo, lo sviluppo commerciale.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Vista sul percorso interno

Il progetto nasce dalla reinterpretazione della funzione di mercato coperto, ovvero un grande contenitore chiuso che cela al suo interno una sommatoria di funzioni diverse, ma che proprio grazie alla loro aggregazione costituiscono un sistema unitario armonico ed efficiente. Rievocando questa sensazione, si è creato una struttura che non si pone come sistema chiuso ma che si apre verso l’esterno rendendosi quindi permeabile al contesto urbano circostante. Di fatto questo “guscio” altro non è che un grande loggiato che, oltre a creare trasparenza e permeabilità a livello planimetrico, risente degli episodi architettonici che avvengono al suo interno. Anche se del vecchio mercato di Reinosa non rimane più niente, il progetto deve la sua matrice proprio ad esso, in quanto partendo dallo schema di base dei pilastri interni, derivano due griglie modulari e proporzionali l’una all’altra, a cui il progetto si conforma nella quasi totalità delle sue parti. All’interno del perimetro del vecchio mercato emergono, in un procedimento di addizione e sottrazione volumetrica, i corpi di fabbrica dei tre edifici che compongono il sistema interno e la piazza centrale, di cui una parte ribassata svolge il ruolo di fulcro centrale dell’intero complesso. La totalità dei corpi di fabbrica di cui si compone l’insieme è raccolta sotto una grande copertura che col suo semplice sistema di vuoti e di pieni, avvolge e protegge tutto ciò che avviene al suo interno.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Concept

Gli edifici ripetono in maniera non sistematica un medesimo tema: una parte interna totalmente vetrata schermata da brise soleil verticali in legno, si contrappone alla parte esterna molto più chiusa, caratterizzata da una parte basamentale di muro-seduta in cemento armato a vista. Gli esterni dei vari volumi, quelli cioè rivolti verso la città, sono caratterizzati dall’evidenziazione sintattica delle loro diverse parti. Sul basamento di ognuno di loro, si appoggia una filante asola vetrata che “sospende” visivamente la parte superiore dei fronti, realizzata in intonaco bianco. Tutto il perimetro esterno, viene così caratterizzato da sedute continue, con lo scopo di rendere vivibili anche le aree più marginali del progetto. La piazza principale interna su cui affacciano tutte le parti vetrate degli edifici è leggermente ribassata rispetto alla quota della città, con la quale si relaziona attraverso un piano inclinato e attraverso tre gradonate che all’occorrenza, funzionano come sedute di un teatro all’aperto. La copertura con lastre di COR-TEN alternate ad altre di vetro, crea un sistema naturale di illuminazione interno della tettoia che dona allo spazio prefigurato, mutevoli condizioni di luce e ombra.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Planivolumetrico

Il volume più grande posto a nord dell’area di progetto, è studiato per accogliere in un ambiente chiuso qualsiasi tipo di mostra o installazione temporanea, oltre a possibili attività ludiche ed eventi di ogni genere che interessano i costumi e le tradizioni locali. Si presta facilmente anche per ospitare convegni, incontri, assemblee cittadine, piccoli eventi musicali e mercatini coperti. Nella parte ovest dell’area di progetto si sviluppa un lungo volume interrotto solo centralmente in corrispondenza di un accesso alla piazza, il quale svolge una doppia funzione di servizio: nella parte più a nord sono collocati i bagni pubblici e i locali tecnici, mentre nella porzione più a sud è collocata una caffetteria. Il volume più a sud, infine, ospita gli spazi di co-working e condivisione, articolati come somma di un’aula più grande e quattro spazi più piccoli e riservati, tutti collegati da un flusso longitudinale distributivo interno.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Render volumetrici

Il progetto cerca di ricucire quella porzione di tessuto urbano venuta a mancare, ponendo particolare attenzione a tutte le relazioni urbane con i contesti adiacenti, quali il rapporto col teatro principale, quello con il centro storico e il suo asse portante (Calle Mayor), il Comune (Ayuntamento) e la piazza che lo ospita, e quello con le direttrici che provengono dalla parte nord-ovest (Calle Sol) e da nord-est (Calle M.Pelayo).

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Pianta 1:200

Il pacchetto di copertura presenta una struttura in acciaio verniciato bianco, con pilastrini a base circolare che sorreggono l’intreccio di travi composte da due lamelle affiancate. L’estradosso della copertura presenta un rivestimento in pannelli di acciaio COR-TEN i quali creano un disegno di pieni e vuoti che si estende su tutta la superficie a creare un effetto vibratile di schermatura della luce solare. A ciò si contrappone l’intradosso della copertura, formato da una serie ininterrotta di lamelle lignee disposte trasversalmente al corpo di fabbrica, che svolgono un’ulteriore funzione di brise soleil utile soprattutto nei mesi estivi. Gli edifici, i quali si differenziano per dimensione planimetrica, posizione ed elevazione, sono caratterizzati da un linguaggio espressivo comune ed offrono una compartecipazione di cemento armato a vista nella parte basamentale e intonacato nella parte superiore, ed elementi lignei che velano parzialmente la facciata interna interamente in vetro. Le pavimentazioni offrono anch’esse differenti peculiarità: esternamente prevale il rivestimento in lastre di pietra locale grigia, interrotta dalla zona ribassata da una pavimentazione in doghe di legno.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Sezioni 1:200

Gli aspetti bioclimatici non sono stati trascurati durante la progettazione di questo sistema, infatti sia la conformazione della struttura di copertura che quella degli edifici presentano accorgimenti e soluzioni utili a ridurre il consumo energetico e rendere qualitativamente elevato il comfort ambientale: la schermatura parziale della luce naturale rappresenta una valida soluzione estiva contro l’eccessivo irraggiamento solare creando allo stesso tempo pozzi di luce che rendono migliore l’impatto visivo generale; in inverno, al contrario, quando la luce solare arriva con una maggiore inclinazione, l’altezza del loggiato permette a questa di raggiungere anche i punti più interni degli edifici. Sono state previste inoltre predisposizioni e percorsi schematici di tecniche per la raccolta delle acque meteoriche, le quali verrebbero impiegate per gli scarichi dei servizi igienici; così come sono stati previsti posizionamenti e predisposizioni di pannellature fotovoltaiche, che sostituirebbero parte dei pannelli in acciaio COR-TEN, per l’utilizzo di energia solare.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Vista lato sud

Tutti gli spazi e i locali progettati, sia interni che esterni, sono stati pensati in modo da offrire un’ ampia versatilità di impiego, infatti riescono a garantire delle caratteristiche minime agli ambienti che li compongono in termini di dimensioni, illuminazione, distribuzione, ecc, capaci di adattarsi a notevoli destinazioni d’uso e attività, come richiesto dall’autorità committente. L’obiettivo è quello di creare un luogo di riferimento per tutti i cittadini di Reinosa, in modo che qualunque genere di attività da loro praticata, trovi una propria collocazione ed un proprio seguito, sia nei periodi invernali all’interno degli spazi chiusi, sia nei periodi estivi nella piazza ribassata all’aperto. In particolare quest’ultima, ricorda idealmente la morfologia di un anfiteatro e può accogliere numerose tipologie di eventi e manifestazioni tradizionali, come le Marzas o la festa di San Mateo, nonché eventi musicali, teatrali e spettacoli di strada.

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Vista lato nord

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Vista sul percorso interno

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Spazio pubblico interno

fabio fabbrizzi — SOCIALIZAR EN REINOSA

Vista aerea

UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA - Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici

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INTRO Il progetto propone una nuova urbanità rurale nell’area ex-Breter. Viene proposto un nuovo modello insediativo di case basse, dense e minute aggregate a isole che gravitano attorno ad uno spazio aperto pubblico completamente permeabile e orientato alla produzione agricola. Oggetto di interesse è un nuovo equilibrio tra urbanità e ruralità, una nuova ecologia urbana.

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Vista del sistema di orti di comunità e delle aree a pic-nic dal Centro di Formazione e Sviluppo

FOCUS Il sito dell’ex-Breter è una sorta di grande enclave, spazio bianco rimasto distaccato dall’urbanizzazione che gli è cresciuta attorno, da quel tessuto di case basse e dense, caratteristiche di una certa periferia. La ricerca di una nuova urbanità attraverso l’applicazione di modelli di urbanità esogeni, ovvero di modelli capaci di fornire urbanità in contesti diversi e rispondendo a condizioni diverse, è, a nostro avviso, una forzatura. Il sito di progetto chiama in primo luogo a confrontarsi con la legacy di quello che gli sta attorno. La ricerca di una nuova urbanitàè ancora obiettivo chiave ma questo forse può avvenire in una modalità più site specific. La molteplicità dei piccoli blocchi, la loro compattezza, ma anche la loro eterogeneità che nella molteplicità sfocia in una sorta di continuità di paesaggio, offre l’occasione perché la loro tipica domesticità si rigeneri realizzando una forma nuova di urbanità.

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Schemi dello sviluppo del progetto

REPORT Il sito è organizzato in due ambiti principali:
  • le isole costruite;
  • il suolo pubblico.

Le isole costruite Gli edifici residenziali sono raccolti a gruppi di tre su piattaforme emergenti dal suolo di circa 50 cm. Esse sono scatole in calcestruzzo immerse nel terreno che accolgono nel sottosuolo i parcheggi pertinenziali degli alloggi e sono rivestite in superficie con doghe di legno per lo spazio collettivo degli abitanti. Lungo i bordi delle piattaforme si trovano le rampe di risalita; in quelle residenziali poi sono accolti anche orti di vicinato a disposizione degli abitanti ed alcune aree lastricate in pietra per i servizi insediati. Gli edifici residenziali che poggiano sulle piattaforme hanno dimensioni diverse. I blocchi più piccoli sono rivolti verso lo spazio pubblico e sono alti 2 piani: a piano terra accolgono i servizi di quartiere e tipologie abitative speciali, dei duplex con spazi di lavoro a quota terrena per sfruttare l’affaccio allo spazio pubblico. I due blocchi restanti, di dimensioni maggiori ed altezza di 3 e 4 piani, sono legati insieme da un sistema di risalita comune e sul margine verso lo spazio pubblico al piede degli edifici più minuti si trovano i servizi di quartiere aperti alla città: una lavanderia comune, un micro-nido, una cucina collettiva, un mercato di quartiere, un piccolo negozio di prodotti alimentari bio, uno spazio biblioteca, sala lettura e internet. In un vano a piano terra nei 2 blocchi più grossi di ogni isola, è accolto un servizio di vicinato, una stanza collettiva aperta a diversi usi e messa a disposizione degli abitanti di quell’unità aggregativa. Potranno essere dedicate ad esempio ad attività fisica, hobbistica e fai da te, incontri e discussioni, proiezioni e conferenze, studio, giochi. Sempre al piano terra delle abitazioni si trovano alloggi speciali con spazi di lavoro adiacenti. Studi professionali, laboratori e servizi privati che possono essere svolti i proprio affacciano direttamente sulla piattaforma collettiva aprendosi verso la città. Questi spazi offrono un certo livello di flessibilità: sono spazi dell’abitazione con potenzialità speciali, a fronte del modificarsi delle necessità potranno agevolmente essere ricondotti a semplici vani dell’alloggio. Complessivamente le 7 piattaforme, sei occupate dall’aggregazione degli edifici residenziali e una che realizza il Centro di formazione e sviluppo, occupano uno spazio di circa 4.950 mq su cui sono localizzati 6.000 mq di abitazioni, 280 mq di servizi di vicinato, 470 mq di servizi di quartiere, 1.000 mq del Centro di formazione e sviluppo. Nel sottosuolo infine i box occupano un’area complessiva pari a 5.205 mq.

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Schemi dello sviluppo del progetto

Il suolo pubblico Un ampio e continuo suolo pubblico filtrante della dimensione di 7.320 mq costituisce la maggior parte dell’area di progetto. Al suo interno sono ricavate le isole costruite dove sono raccolti gli edifici. Sul suolo pubblico sono individuati dei percorsi in calcestre che servono sia per la fruizione pubblica pedonale che per i mezzi d’emergenza o servizio. La restante parte del suolo è destinata alla coltivazione. A fianco degli appezzamenti di terreno è ricavato un canale di irrigazione che prende acqua dalla falda a nord e la reimmette in falda a sud. In corrispondenza delle immissioni è stato ricavato in piccolo bacino d’acqua. Per superare il canale poi, dove necessario, sono stati predisposti dei piccoli ponti in legno. Tra gli appezzamenti individuati dai percorsi se ne trovano alcuni non destinati alla coltivazione: trattati a prato libero per pic-nic e psicomotricità per i bambini; piantumati con vegetazione che riporta un’idea di ruralità diffusa; destinati al gioco dei bambini con un apposito suolo antitrauma.

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Vista aerea del progetto nel contesto

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Pianta piano terra

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Sezioni su aree gioco bimbi

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Sezioni sui percorsi principali

Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, roberta rinaldi, Carolina Medici — UNA NUOVA URBANITA' PER CALDERARA

Vista dell’area centrale con il mercato, la cucina di quartiere e l’area a prato libero per pic-nic

RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA - Barbara Radici

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Si tratta di un recupero di unità immobiliare, disposta su due piani, all’interno di un edificio di pregio storico, a Bergamo Alta. L’intervento compendia una serie di opere di restauro conservativo con nuovi interventi chiaramente riconoscibili per l’uso di materiali e forme propri dell’architettura contemporanea; alla forte e caratteristica architettura esistente sono stati accostati elementi dalle linee pulite e decise che risolvono funzionalmente gli spazi della vita quotidiana, e nello stesso tempo dialogano in modo armonico con le preesistenze; l’appartamento si anima di volumi ritagliati all’interno degli ampi ambienti originali, ne è un esempio il volume vetrato che ospita la cucina e il mobile-scultura sotto il quale è organizzata la zona pranzo, che lascia spazio nella parte superiore alla camera e allo studio. I preziosi materiali scelti per le finiture, seminato veneziano e parquet per i pavimenti, grassello di calce cerato per le pareti, creano un involucro neutro per valorizzare i diversi elementi preesistenti, come l’importante volta decorata e la parete del camino in stucco e marmo.

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

la zona giorno e i volumi della cucina e della zona pranzo

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

zona giorno-passaggio tra i volumi

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

il volume della cucina

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

scala per il piano superiore

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

scala per il piano superiore

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

il bagno al piano primo

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

ingresso al palazzo

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

pianta piano terra

Barbara Radici — RECUPERO DI UNITA' IMMOBILIARE ALL'INTERNO DI UNA PRESTIGIOSA DIMORA STORICA IN BERGAMO ALTA

pianta piano primo


S"' - Salvatore Dentamaro, Mariangela Turchiarulo, Margherita Valente, Maria Bruna Pisciotta, Renè Soleti, Maria Strippoli, Valentina Spataro, Loredana Ficarelli, Francesco Ruggiero

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Il progetto redatto per la realizzazione, in Santeramo in Colle, di un edificio multipiano destinato ad Housing Sociale e della relativa area verde limitrofa, ha come obiettivo, formale e strutturale, quello di consolidare una parte periferica di città, inserendo il complesso all’interno del disegno urbano generale. L’area di intervento si colloca, infatti, nella zona sud-occidentale, tra la Strada Provinciale 160 e la Via Magna Grecia: due importanti arterie di collegamento che mettono in comunicazione Santeramo con la zona industriale Iesce e con la città di Matera. In particolare, il lotto confina a Nord con via Paradiso, ad Est con via Francia, a Sud con via Bulach, ad Ovest con il campo sportivo ed il Palazzetto.

Salvatore Dentamaro, Mariangela Turchiarulo, Margherita Valente, Maria Bruna Pisciotta, Renè Soleti, Maria Strippoli, Valentina Spataro, Loredana Ficarelli, Francesco Ruggiero — S"'

Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid - Marco Garosi

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LAS REFLEXIONES Las dos grandes plazas en el corazón de Madrid, Plaza Mayor y Puerta del Sol, ejercen actitudes y funciones muy diversas en el uso del espacio público. Se podría imputar esta diferencia al tipo de forma urbana que han determinado en el tejido: la primera, un square clásico con accesos regulares y asimétricos en las esquinas de la plaza; la segunda, Puerta del Sol, que es de hecho una Puerta de la ciudad antigua, ha sido muchas veces modificada en su implantación hasta configurar una forma parcialmente elíptica con múltiples vías de acceso y caracterizada por arquitecturas con tipologías de diversas épocas. Más que una plaza es un espacio del público, tan flexible al comportamiento de quien lo vive que podría arriesgar la pérdida de una verdadera y duradera identidad. Por tales aspectos de forma urbana y por la historia política y social, estas plazas ejemplifican dos casos contrapuestos de la relación entre ciudadano y poder. Plaza Mayor, con una implantación del siglo XV y creada para alojar el mercado de la ciudad, ha conservado un eminente carácter burgués, exaltado aún hoy por los pórticos y los numerosos cafés. La actitud del público, en ese entonces como ahora, es de una aceptación consoladora del status quo, por cómo se camina y se originan lo encuentros en ella según los cánones burgueses. Es inusual ver en esta plaza jóvenes que juegan al Fribee o que saltan obstáculos con un skateboard. Es un espacio con reglas claras que se perciben inmediatamente al ingresar por primera vez. Es un medio cálido, el público es espectador, la realidad es en HD… es necesario estar sentados y admirarla en silencio. En oposición, Puerta del Sol, ha nacido con claras motivaciones militares y de poder para convertirse en cuestión de un siglo el centro neurálgico de las comunicaciones, de la imagen del poder temporal (Edificio de Gobernación) y del poder eclesiástico (Iglesia de Don Felipe). Pero la identidad moderna del lugar se define durante la ocupación francesa del siglo XIX; el público (los ciudadanos) se convierte en actores y combatientes por la libertad y la autodeterminación. Entre 1800 y 1900 se enriquece gracias a otra particularidad: es el lugar principal de la información, de la conjugación del futuro anterior, una posmodernidad ante litteram. De hecho los diferentes quioscos de diarios parecen sugerir: ... es aquí que se conocen las noticias… antes de que ocurran… Es un teatro al aire libre, donde el público es actor en el acto de configurar cada vez la identidad del lugar. Puerta del sol es un medio frío, muy televisivo, el actor/espectador debe participar con gran fatiga a focalizar una imagen, a comprender la identidad. Justo eso es el lugar de la posmodernidad, casa de la “sociedad líquida”, donde la identidad debe permanecer flexible y siempre susceptible de ulteriores experimentaciones. Un género de identidad auténticamente “a tiempo”, que cambia a cada instante. En síntesis, se puede afirmar que los valores de la Libertad che cargaban de significado este lugar en la época moderna, han sido sustituidos por sentimientos de incerteza o nostalgia de la seguridad. (Entre las fotos más evidentes en la Web están las de Puerta del Sol abarrotada por la multitud de los “Indignados” que representan la unión de los sentimientos de impotencia y miedo al futuro); sin embargo, la representación del malestar social se convierte en un instrumento positivo de fuerza y resistencia. Alternativamente, este lugar es utilizado en el periodo navideño para la puesta en escena de celebraciones tradicionales convivales, lo que demuestra la flexibilidad del espacio urbano y el cambio continuo de su identidad. Es posiblemente por estas razones que una re-elaboración funcional y estética, me ha motivado a proponer un aporte crítico y proyectual, dado que tal espacio representa un ejemplo claro de la crisis del uso unívoco del espacio público en la ciudad contemporánea. El espacio público, la calle, la plaza, el mercado, etc., hasta el final del siglo XX es también el lugar de los principios ideológicos de la democracia, tiene una connotación fuerte, donde los límites espaciales y su permeabilidad no son negociables. En los últimos decenios la interacción entre el público y el espacio ha cambiado dado que los sujetos modifican la identidad de espacios públicos particulares a través del propio comportamiento. Nuestra sociedad está expuesta a cambios continuos y veloces, por lo cual cada día nuevos problemas aparecen en las páginas de los diarios, para desaparecer al día siguiente y ser sustituidos por algo nuevo- no se sabe que sucederá y es aún más difícil preverlo de forma racional-; Z. Bauman afirma que: -no es posible dar una forma estable a las cosas, se escabullen en cada interferencia, se modifican más rápidamente de lo que es posible “fijarlas”, manteniéndolas en orden, dándole la forma deseable. He aquí de donde nace el sentimiento de impotencia. Otro aspecto que es necesario tener en consideración es el del desvelamiento, el de la conciencia: el nuevo espacio público es manipulado por los usuarios de forma tal que les será posible verse reflejados en los propios comportamientos. Un espacio que trasforma el anonimato en exhibición; los espectadores en actores. Este reflejarse evoca en la memoria el mito de Narciso en la teorización elaborada por M. McLuhan. El mito griego de Narciso trata un determinado aspecto de la experiencia humana, como demuestra el origen griego del mismo nombre, “narcosis”, che significa aturdimiento. –El joven Narciso confundió su propia imagen reflejada en el agua por la de otra persona y a esta extensión especular de sí mismo atenuó su percepción hasta hacer de sí mismo el servomecanismo de su propia imagen extendida. […] Es la ininterrumpida recepción de la tecnología en el uso cotidiano que, en la relación con estas imágenes de nosotros mismos, nos pone en la posición narcisista de la conciencia subliminal del aturdimiento. El lugar mismo se trasforma en la representación de este tipo de narcosis, la disolución de los sentimientos de impotencia personal en la multitud.

Marco Garosi — Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid

LA PROPUESTA DE PROYECTO, EL CIELO SOBRE MADRID La propuesta busca afirmar la particular caracterización del lugar como stage, teatro al aire libre, escenario de toda actitud del público, así como en el afirmar que el lugar es en sí mismo medio de comunicación en el cual el sujeto, reconociendo en el público una extensión corpórea y política propia, subyace al efecto de “narcosis” como en el mito de Narciso. El principal soporte de este efecto mediático reside en la realización de un gran cielo multimedia, capaz de “elevar a la potencia” en dimensión mediática lo que sucede en ese momento en el suelo. Una serie de estructuras metálicas tubulares permitirán tejer una estructura de soporte a través de cables de acero capaces de sostener al nivel de coronamiento de los edificios circundantes este particular cielo artificial. Las mismas estructuras estarán también dotadas a nivel intermedio de sistemas de trasmisión sonora integrada al interior del elemento, y proyectores para la iluminación general del espacio. El cielo será compuesto por centenares de paneles en material compuesto a diversos estratos: en la fachada superior será integrado un sistema de celdas fotovoltaicas mientras en el inferior será constituido por pantallas LED. Cada panel estará enganchado a un par paralelo de cables en acero y serán intercalados por espacios vacíos para permitir una iluminación natural satisfactoria, para la fácil manutención y para reducir el efecto del viento. Este particular “cielo” artificial tendrá las siguientes funciones: * Reducir la radiación solar en las horas diurnas * Ofrecer un soporte para la captación solar fotovoltaica (en la cara superior) para la sostenibilidad ambiental en el consumo de energía y para el funcionamiento de los dispositivos multimedia * Realizar una extensa superficie (en la cara inferior) de paneles LED controlados de forma remota para la iluminación y como telón multimedia

Marco Garosi — Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid

La propuesta de reforma de la Puerta del Sol incluye también una implicación sustractiva a nivel del suelo, en cuanto cualidad de stage, que debe ser en la medida de lo posible libre de obstáculos, quioscos, adornos, bancas, monumentos, macetas y tráfico privado. Por esto, la idea de la reforma del suelo prevé la eliminación de la mayor parte de estructuras no esenciales como lo son seguramente los diferentes quiscos de diarios, las dos macetas con las fuentes existentes, los faroles y demás mobiliario urbano. El transporte público de superficie, considerando la estación de Metro bajo la Puerta y la tipología de las vías del entorno, no permite modificaciones significativas del servicio existente, a excepción de una desviación del tráfico vehicular privado en otras direcciones externas al ámbito del proyecto. Parecería razonable en cambio, transferir al lado norte de la plaza la calzada destinada a la vía ciclista, también para lograr un nivel mayor de seguridad y descongestionar el eje vial de la Calle Mayor coincidente con la Puerta. Esta decisión permitiría el proponer el uso de la movilidad dulce como sistema, no de exclusivo desplazamiento axial que atraviesa el centro, sino como condición normal de movilidad difusa.

Marco Garosi — Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid

LA NOCHE

LE RIFLESSIONI Due grandi piazze nel cuore di Madrid, plaza Mayor e Puerta del Sol, esercitano atteggiamenti e funzioni nell’utilizzo dello spazio pubblico molto diversi. Si potrebbe imputare questa differenza al tipo di forma urbana che hanno determinato nel tessuto : la prima un classicissimo square con accessi regolari e simmetrici agli angoli della piazza, la seconda Puerta del sol è di fatto una Porta della città antica e più volte modificata nel suo impianto sino a configurare una forma parzialmente ellittica con molteplici vie di accesso e caratterizzata da quinte architettoniche di epoche diverse. Più che una piazza essa è di fatto uno spazio del pubblico, talmente resiliente al comportamento di chi lo vive da rischiare la perdita di una vera e duratura identità. Per tali aspetti di forma urbana e per la storia sociale e politica si caratterizzano come due esempi contrapposti di rapporto tra cittadino e potere. P. Mayor con impianto del XV secolo nata per ospitare il mercato della città ha conservato un eminente carattere borghese ancora oggi esaltato dai portici e dai numerosi caffe. L’atteggiamento del pubblico allora come adesso è di una consolatoria accettazione dello status quo, per come si cammina, ci si incontra secondo i canoni borghesi. E’ inusuale vedere in questa piazza giovani che giocano al Frisbee o che saltano ostacoli con lo skateboard.E’ uno spazio con regole chiare che si percepiscono immediatamente quando si entra per la prima volta. E’ un medium caldo, il pubblico è spettatore la realtàè in HD … bisogna stare seduti ad ammirarla in silenzio. In opposizione, Puerta del Sol, è nata con chiare motivazioni militari e di potere per diventare nel giro di un secolo il centro nevralgico delle comunicazioni, dell’immagine del potere temporale ( Edificio de Gobiernacòn) ed ecclesiastico (iglesia de Don Felipe). Ma l’identità moderna del luogo si definisce durante l’occupazione francese nell’ottocento; il pubblico ( i cittadini) diventano attori e combattenti per la libertà e l’autodeterminazione. Tra otto e novecento si arricchisce di un’altra peculiarità : è il luogo principe dell’informazione , della coniugazione del futuro anteriore , una post modernità ante litteram. Infatti le numerose edicole di giornali sembrano suggerire: .. è qui che si conoscono le notizie .. prima che i fatti avvengano.. E’ un teatro all’aria aperta ove il pubblico è attore (di successo) nel configurare di volta in volta l’identità del luogo. , Puerta del Sol è un medium freddo, molto televisivo, l’attore /spettatore deve partecipare con gran fatica a focalizzare un’immagine, a comprendere l’identità . Esso è il luogo della post-modernità, casa della “società liquida “ dove l’identità deve restare flessibile e sempre suscettibile di ulteriori sperimentazioni. Un genere di identità autenticamente “a tempo”. Sintetizzando si può affermare che i valori della Libertà che pregnavano questo luogo nell’era moderna sono stati sostituiti dai sentimenti dell’incertezza o di nostalgia della sicurezza.( tra le foto più in evidenza sul Web vi sono quelle di Puerta del Sol gremita dal popolo degli “Indignados” che rappresentano l’unione dei sentimenti di impotenza e paura del futuro); tuttavia la rappresentazione del disagio sociale diventa strumento positivo di forza e resistenza. Alternativamente questo luogo viene utilizzato nel periodo Natalizio per la messa in scena di collaudate tradizioni conviviali, a riprova della resilienza dello spazio urbano e del continuo cambiamento della sua identità. E’ forse per queste motivazioni che un ripensamento funzionale ed estetico mi ha motivato a proporre qualche contributo critico e progettuale poiché tale spazio rappresenta un chiaro esempio della crisi dell’uso univoco dello spazio pubblico nella città contemporanea. Lo spazio pubblico, la strada ,la piazza, il mercato ecc. fino alla fine del XX secolo è anche il luogo dei principi ideologici della democrazia, ha una connotazione pesante, ove i confini spaziali e la sua permeabilità non sono negoziabili. Negli ultimi decenni l’interazione tra pubblico e spazio è cambiata nel senso che i soggetti modificano l’identità di particolari spazi pubblici attraverso il proprio comportamento. La nostra societàè continuamente esposta a cambiamenti molto rapidi, per cui ogni giorno nuovi problemi finiscono sulle pagine dei giornali, per poi scomparire il giorno dopo ed essere sostituiti da qualcos’altro – non si sa cosa accadrà e non si è tantomeno in grado di prevederli in maniera razionale ;-Z.Bauman afferma che – non si è in grado di dare una forma stabile alle cose, che sfuggono ad ogni interferenza, si modificano più rapidamente di quanto non si riesca a ” fissarle”, mantenerle in ordine , dandogli la forma che si vorrebbe. E’ da qui che nasce il sentimento d’impotenza. Un ulteriore aspetto da considerare è quello del disvelamento, della consapevolezza: il nuovo spazio pubblico è manipolato dagli utilizzatori in modo tale che a loro parrà possibile rispecchiarsi nei propri comportamenti Uno spazio che trasforma l’anonimato in esibizione. Gli spettatori in attori. In questo rispecchiarsi torna alla mente il mito di Narciso nella teorizzazione elaborata da M.McLuhan. Il mito greco di Narciso riguarda un determinato aspetto dell’esperienza umana, come dimostra la provenienza del nome stesso dal greco “narcosis”, che significa torpore. – Il giovane Narciso scambiò la propria immagine riflessa nell’acqua per un’altra persona e quest’estensione speculare di se stesso attutì le sue percezioni fino a fare di lui il servomeccanismo della propria immagine estesa. Narciso era intorpidito. Si era conformato all’estensione di stesso divenendo così un circuito chiuso. […] E’ l’ininterrotta ricezione della nostra tecnologia nell’uso quotidiano che, nel rapporto con queste immagini di noi stessi, ci pone nella posizione narcisistica della coscienza subliminale e del torpore. Il luogo stesso diventa rappresentazione di questo tipo di narcosi, lo stemperamento dei sentimenti di impotenza personale nella moltitudine.

Marco Garosi — Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid

EL DIA

LA PROPOSTA PROGETTUALE, IL CIELO SOPRA MADRID La proposta di intervento va nella direzione di affermare sia la particolare caratterizzazione del luogo come stage, teatro all’aperto di ogni possibile atteggiamento del pubblico, sia nell’affermare che il luogo è esso stesso mezzo di comunicazione nel quale il soggetto, riconoscendo nel pubblico una propria estensione corporea e politica, soggiace all’effetto di “narcosi” come nel mito di Narciso. Il principale supporto di questo effetto mediatico risiede nella realizzazione di un grande cielo multimediale capace di “elevare a potenza” in dimensione mediatica ciò che avviene in quel momento al suolo. Una serie di strutture metalliche tubolari, consentirà di ordire una struttura di sostegno mediante funi in trefolo di acciaio capaci di sostenere alla quota di coronamento degli edifici circostanti questo particolare cielo artificiale. Le stesse strutture conterranno a livello intermedio anche sistemi di trasmissione sonora integrati all’interno dell’elemento, e proiettori per l’illuminazione di base dello spazio. Il cielo sarà costituito da centinaia di pannelli in materiale composito in più strati, sulla facciata superiore verrà integrato un sistema di celle fotovoltaiche mentre quello inferiore sarà costituito da uno schermo a LED. I singoli pannelli saranno agganciati su due correnti paralleli in fune di acciaio, saranno intervallati da spazi vuoti per consentire un irraggiamento solare sufficiente, per la manutenzione e per ridurre l’effetto del vento. Questo particolare “cielo” artificiale avrà le seguenti funzioni: * ridurre l’irraggiamento solare nelle ore diurne * fornire un supporto per la captazione solare fotovoltaica (nella faccia superiore) per la sostenibilità ambientale all’utilizzo di energia per il funzionamento dei dispositivi multimediali, * Realizzare una estesa superficie di pannelli a LED controllati in remoto per illuminotecnica, o fondale multimediale (nella faccia inferiore)

Marco Garosi — Concurso internacional de ideas para la ordenacion del ambito de la Puerta del Sol de Madrid

La proposta di riforma della Puerta del Sol ha anche una componente sottrattiva a livello del suolo, in quanto in qualità di stage , deve essere privo per quanto possibile di ostacoli, chioschi, orpelli, panchine, monumenti, aiuole e traffico privato. Pertanto l’idea di riforma al suolo prevede l’eliminazione della maggior parte di sovrastrutture non essenziali come sicuramente i vari chioschi edicola , le due aiuole con le fontane esistenti, i lampioni e arredi vari. Il trasposto pubblico di superficie, considerando la stazioni della Metro sottostante la Puerta e la tipologia delle vie nell’intorno, non consente significative modifiche del servizio esistente, se non quello di una deviazione del traffico veicolare privato su altre direttrici esterne a tale ambito. Parrebbe ragionevole invece trasferire sul lato nord della piazza la corsia destinata alla pista ciclabile, anche per consentire un maggiore livello di sicurezza e decongestionate l’asse viario della Calle Mayor in coincidenza della Puerta. Tale scelta consentirebbe di proporre un uso della mobilità dolce come sistema non di esclusivo spostamento assiale che attraversa il centro, ma come condizione normale di mobilità diffusa.

PROGETTO DI OGGETTI DI DESIGN - Barbara Radici, Cristina Rovetta

GOLA - Arte e Scienza del Gusto - Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio

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L’allestimento per la mostra “GOLA – arte e scienza del gusto” si basa sulla necessità di far convivere e integrare contenuti diversi e apparentemente lontani (arte e scienza) in un unico spazio. Per questo motivo l’allestimento lavora su uno spazio senza soluzione di continuità, un’open space articolato in aree tematiche interpretabili come tappe, stazioni di sosta, di un percorso di visita ondivago e individualmente definito.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Scandito dalla presenza delle opere d’arte e dei contributi scientifici, l’allestimento garantisce la percezione complessiva e controllata dello spazio-mostra nel rispetto delle aree d’influenza delle singole opere o gruppi di opere. Pochi elementi architettonici, nelle loro diverse declinazioni, determinano l’immagine complessiva.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

La disposizione dei dispositivi allestitivi lascia spazi di libera circolazione, senza dare indicazione di un percorso obbligato di lettura. In questo modo è possibile scegliere tra diversi livelli di lettura permettendo al visitatore di costruirsi un’esperienza formativa differenziata e personale.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Il concept dell’allestimento si basa sull’intenzione di tradurre in spazio la metafora biologica del “nutrirsi” attraverso una sequenza di elementi architettonici minimali, delle sezioni astratte che misurano e articolano lo spazio della galleria a partire dal soffitto. Questi elementi schermano impianti e i sistemi di illuminazione. I supporti delle opere (in molti casi le stesse opere) e gli elementi di seduta punteggiano lo spazio dando ritmo, mentre la luce segnala le singole aree di influenza. L’immagine che ne risulta è di estrema pulizia: l’allestimento non fa “rumore” ma condiziona allo stesso tempo la percezione dello spazio aumentando il piacere della visita.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

La galleria è scandita da 5 sezioni tematiche che ospitano le opere d’arte e i video scientifici senza alcuna soluzione di continuità e permettendo una fruizione guidata, ma non imposta, di tutti i contributi. A partire dall’ingresso, in cui il logo della mostra farà da incipit visivo, lo spazio sarà caratterizzato da un’assoluta fluidità, articolato in aree opportunamente segnalate e scandito dal ritmo dato dalla presenza integrata di opere d’arte e video.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Trovano spazio lungo il percorso anche altri contributi (un video blob cinematografico, teche per oggetti particolari, light box) che costituiscono una “terza” parte che completa il panorama dei contenuti della mostra.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Prima della chiusura della mostra, il laboratorio didattico è l’ultimo elemento della sequenza spaziale: area che manifesta gli scopi e la vocazione della Fondazione Golinelli, sarà destinato al lavoro con gli studenti. Ospiterà, di volta in volta, una classe guidata da operatori specializzati e conserverà la memoria delle attività svolte dai ragazzi. Definito attraverso una parete in metacrilato opalino che lascia intravedere le attività che si svolgono all’interno, lo spazio del laboratorio è articolato attraverso 6 postazioni di lavoro con un tavolo e 5 sgabelli ciascuna.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Nel configurare questa sequenza di spazi, il progetto utilizza tre dispositivi architettonici: 1. una serie di teli che scandiscono in sezione lo sviluppo narrativo della mostra e lo spazio della galleria articolandone il soffitto. 2. una parete continua che permette di definire un sistema di nicchie per le proiezioni dei video della sezione “scienza”. 3. La parete in metacrilato opalino che chiude il laboratorio.

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Emanuele Marcotullio, Mattia Rebichini, PLAstudio — GOLA - Arte e Scienza del Gusto

Bocceria - Manuela Rosso, Michele Cassino

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Il gioco delle bocce ha accompagnato il genere umano fin dall’antichità trasformando materiali e metodi di gioco secondo le esigenze e possibilità delle comunità, è un gioco pacifico e comunitario perché non c’è sport al pari di esso che presenti le maggiori o migliori occasioni di incontri umani. Inserito nella manifestazione Zooincittà, allestimentiurbani nel centro storico di Cuneo, una rassegna di opere di arte pubblica si tratta di un’installazione site-specific selezionata tra un centinaio di proposte progettuali dislocate in tutto il centro storico cuneese. La struttura è stata realizzata interamente con pannelli da armatura in legno.

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

Manuela Rosso, Michele Cassino — Bocceria

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