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Acireale 120mq Home relooking - Eleonora Butera

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Intervento a basso impatto, con pochi e semplici cambiamenti si è rinnovato un appartamento degli anni ‘70. Mantenuto il pavimento originario si è proceduto a modernizzare gli ambienti e portare il colore in tutte le stanze. La presenza predominante del bianco latte negli infissi esterni, nei soffitti e nelle porte interne enfatizza il mobilio.

Eleonora Butera — Acireale 120mq Home relooking

Eleonora Butera — Acireale 120mq Home relooking

Eleonora Butera — Acireale 120mq Home relooking

Eleonora Butera — Acireale 120mq Home relooking


Catania 90mq Home relooking - Eleonora Butera

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L’appartamento mantiene l’aspetto originario nelle suddivisioni interne tranne che per la riorganizzazione dei servizi. Gli ambienti sono arredati per dare il massimo comfort anche come casa-studio. Tre le stanze su cui si è intervenuto con la progettazione degli spazi, delle nicchie e la collocazione di una porta scorrevole per suddividere ma non togliere la sensazione dell’ambiente unico.

Eleonora Butera — Catania 90mq Home relooking

Eleonora Butera — Catania 90mq Home relooking

Eleonora Butera — Catania 90mq Home relooking

Rilettura di un classico - Rosalba Ferlenda

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Lo stato di fatto rilevato antecedentemente all’intervento progettuale, denotava una mancata caratterizzazione delle singole funzioni degli ambienti della zona giorno, un uso del colore senza particolari punte d’accento e la presenza di una parete spoglia su cui insisteva la porta d’ingesso che attraversava trasversalmente sia il living che la zona pranzo. Quindi le intenzioni di progetto, fin da principio, sono state rivolte a dare un maggiore risalto alla zona d’accesso, con la creazione di una contro parete in cartongesso, all’interno della cui intercapedine posizionare delle mensole di servizio per appoggio e svuota tasche. Del resto la contro parete stessa assumendo forme, dimensioni e ingombri differenti percorre la zona living divenendo contenitore per una grande TV e diventando il punto focale che mancava all’intero ambiente. Proseguendo fino ad intersecarsi con la zona pranzo crea un filtro che non chiude completamente alla vista lo spazio, ma distingue più nettamente le funzioni conviviali da quelle private. Il colore deciso di alcune porzioni è intercalato dall’uso di un parato effetto lino, ed è riportato nella zona frontale in cui è stata realizzata una nicchia per contenere uno dei pezzi importanti che costituiscono l’arredo già esistente, una vetrina aperta su tre lati in legno di noce. E’stato fatto ampio utilizzo di rivestimenti parietali per rafforzare alcuni elementi architettonici, quali la sinuosa parete che divide la zona giorno dalla zona notte e la superficie che fa da sfondo al camino in bio-etanolo realizzato in MDF laccato bianco, posizionato di fronte al tavolo da pranzo.

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

Rosalba Ferlenda — Rilettura di un classico

MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE - G&C ARQUITECTOS

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The current Sports Centre of Muskiz is a compact building that consists of a ground floor and three levels. It is located on a flat plot of land in the center of the village and is accessed from the front by a low staircase. It has a rectangular layout with a central entrance decorated with four front access pilasters. An expansion of existing fitness and spinning areas and an emergency exit from multi-purpose courts were required by the client.

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

PROPOSAL DESCRIPTION The fundamental challenge was to update the building´s image and make it more attractive to users in addition to satisfying functional and program requirements, and also to emphasis the role of the façade of the existing building.

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

The proposal consists of a new pure prismatic volume emerging from the existing building´s main facade, as an iconic milestone. The facade design, made from perforated sheet metal, allows visual permeability from inside and puts sporting activities in the foreground.

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

In addition this solution enables the new fire escape to be camouflaged behind the perforated façade. On the ground floor a recessed base – formed by vertical strips of steel- unifies the whole set. The interior colors reflected by lights can be seem from the outside, creating a completely different appearance by night.

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

The ground floor houses an area for changing rooms, composed of a dry area, shower area and toilet. The first floor is an extension of the previously existing gym. The second floor expands the existing spinning room. The new emergency exit is also located on this floor. On the third floor a new multipurpose room can be found.

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

G&C ARQUITECTOS — MUSKIZ MUNICIPAL SPORTS CENTRE

Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema - Francesco Danielli

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Il progetto prevede la connessione di aree separate tra loro e la creazione di un’area verde a cuscinetto che circonda il centrostorico di Terni. Dopo una scrupolosa analisi sono state individuate 25 aree frammentate distribuite intorno al nucleo della città, ognuna con un proprio ambito. I 25 frammenti presentavano caratteristiche simili e sono stati suddivisi in 3 tipologie di spazi: ad antropizzazione alta, media e bassa. In relazione a queste tre suddivisioni sono stati scelti gli interventi. dove l’antropizzazione è alta: nuove qualità ambientali, aumento della componente vegetale, nuove funzioni; dove l’antropizzazione è media: miglioramento del lungofiume, fluidità dei percorsi, nuove funzioni; dove l’antropizzazione è bassa: miglioramento del verde esistente, riqualificazione dei percorsi, nuove funzioni. Scendendo ad una scala più dettagliata, si è scelto di approfondire l’edificio dell’ex mercato comune, spazio abbandonato e in elevato stato di degrado. L’intervento si sviluppa seguendo il concetto di sostenibilità, prevedendo: il recupero dell’edificio, l’aumento delle superfici permeabili con l’inserimento di spazi verdi con vegetazione autoctona e pavimentazioni drenanti, utilizzo di materiali ecosostenibili, riciclo delle acque piovane. Il tutto studiato e regolato attraverso un’analisi bioclimatica, con simulazioni estive e invernali, ante e post operam.

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

aree ad alta e media antropizzazione

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

analisi ambientale

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

analisi antropica

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

analisi della città

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

analisi percettiva

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

masterplan

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

analisi bioclimatica

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

affondo progettuale riqualificazione edificio ex mercato e area verde annessa

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

dettagli costruttivi

Francesco Danielli — Una cinta ecologica per il centrostorico di Terni: dal frammento al sistema

tavola vegetazionale

LONDON ORGANIC SKYSCRAPER - Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello

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For us a tech city is a small town, or a part of it, where technique and technology are largely employed to improve the quality of the life of inhabitants.

Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello — LONDON ORGANIC SKYSCRAPER

In this project the technology has a strong role because it is joined to the project.

Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello — LONDON ORGANIC SKYSCRAPER

For us an organic skyscraper is a tall building that can be adapted to the needs of those who lives in and those who works in.

Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello — LONDON ORGANIC SKYSCRAPER

This 192 meters tall (including “fringes”) has a very simple oval plan (44 m x 29 m) with an oval internal core.

Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello — LONDON ORGANIC SKYSCRAPER

The levels are: -2 to -1: underground parking for 120 cars 0: entrance, bar, access and safety +1 to + 40: mixed functions, +41: restaurant an bars +42: plants

Giorgio Bagnasco, Gabriele Mangeruca, Eugenio Cappetti, Luca Truscello — LONDON ORGANIC SKYSCRAPER

The structure is rational and it is built to give the opportunity to easily change the disposition of the internal functions.

The inner core allows the flexibility of the plants distribution and helps the changing of the functions.

The orientation is north-south to have the larger south exposition to guarantee the maximum production of photovoltaic energy.

It is surrounded from 20 (5,9 m x 4,0 m high) panels each level.

Each panel is divided into 20 parts and it is diversely obscured.

Running around the building it is possible to understand the changing of the skin and the relationship between lights and darks.

For us “flexibility” is when a building maintains its spirit, its form and its “behavior”, but it is friendly with the guests.

Our skyscraper is proud to be itself and to belong to the family of the tall buildings but it is ready to change completely its interiors and, if necessary, to transform its skin.

Mercato: il borgo - ermanno, anna ceglia

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Riconversione Parcheggio Pulcinella in area mercatale, spazio pubblico per il borgo.

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

ermanno, anna ceglia — Mercato: il borgo

“LEARNING FROM STRAW” PAVILION - R3Architetti, n.o.v.a.civitas

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Il padiglione, costruito all’interno degli spazi della Fondazione Pistoletto di Biella, è il risultato di un progetto educativo strutturato insieme alla ONLUS Architettura Senza Frontiere Piemonte di Torino ed il Politecnico di Torino. L’edificio è composto da un volume chiuso di circa 20mq, avente pareti con scheletro ligneo e tamponamento in paglia, e da un tetto a doppia falda che protegge dalle intemperie la copertura accessibile del parallelepipedo.Il padiglione è stato progettato per educare il visitatore sui reali vantaggi dell’edilizia in paglia e su quali siano le tecniche costruttive utilizzate in questo settore. L’obbiettivo principale è quello di rivolgersi ai bambini offrendo loro la possibilità di simulare, all’interno della vasca di raccolta dell’acqua piovana collocata lungo il prospetto principale dell’edificio, la coltivazione di una piccola piantagione di riso, che li aiuti a comprendere l’intero processo che regola l’edilizia in paglia. La composizione delle pareti e gli infissi di ultima generazione impiegati in questa struttura rendono indipendente l’ambiente interno rispetto all’impiego di qualunque sistema di raffrescamento e riscaldamento meccanico.

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION

R3Architetti, n.o.v.a.civitas — “LEARNING FROM STRAW” PAVILION


2 in 1 - TICA

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This building is settled in a narrow property in front of the sea. The volume organisation follows bioclimatic rules to take advantage of the environment. Density, south orientations, natural ventilation, geothermal energy taken from underground waterways and high level wall insulation are brought together to create an efficient building. The program aim to accommodate a place to leave for a four generation’s family. Two separated dwellings are created in the same building. They’re sharing spaces in between: the cave in the basement, the atelier on the ground floor and the upper terrace on the first floor. Those spaces provide privacy and acoustics qualities and in the same time, they allow crossing from a house to another. The cross-laminated timber wall structure brings a pleasant wood atmosphere in the spaces. Rooms are very different from each other like the boat bunk beds or double bed alcove until the bedroom suite with terrace. Bathrooms are situated along the façade with a sea view. Wood details like useful wall partition between kitchen and living room, corridor’s lighting or sun shading sliding panels. Sailing cordage is used for balustrades and outside sliding sun shading.

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

TICA — 2 in 1

Citadel - Miralles Tagliabue EMBT, Àlex Olle

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(*) The architect Benedetta Tagliabue (EMBT/Fundació Enric Miralles) and the stage director Àlex Ollé (La Fura dels Baus) are organising a significant intervention in the city this year. In the context of the commemoration events encompassed in the Tercentenary BCN programme, some of Barcelona’s most symbolic public spaces will change thanks to a set of artistic and architectural installations that propose a reflection upon such concepts as identity, freedom and democracy.
The first installation will take place in May in Ciutadella Park. Inspired in the old city wall and its subsequent destruction, this action by Benedetta Tagliabue and Àlex Ollé will symbolise the recovery of the city by its citizens. The idea of reconstruction and destruction of the rampart and of the walls of the world will make way for the creation of six ephemeral installations designed by six international architects, in conjunction with Barcelona’s leading schools of architecture and design. They will be erected in Plaça dels Àngels, Plaça de Salvador Seguí, Plaça de la Mercè, Plaça Nova, Plaça del Mar and Arc de Triomf.


Studio Odile Decq, Peter Cook and Yael Reisner, Grafton Architects, ETH Zürich & Urban–Think Tank, Anupama Kundoo and Urbanus are the guest architects from France, the United Kingdom, Israel, Ireland, Switzerland, Venezuela, Australia, India and China.

Miralles Tagliabue EMBT, Àlex Olle — Citadel

Location: Passeig dels Til·lers
Design: Benedetta Tagliabue and Àlex Ollé With the collaboration of Institut del Teatre

Miralles Tagliabue EMBT, Àlex Olle — Citadel

The polysemy of the wall
On too many occasions we forget that the city, that space bordered by walls which mark the interior and exterior of our privacy and which we inhabit in complete oblivion, is the place we must think of as the setting for “social drama”. Seen like this, the wall turns into a different reality, one we could consider a reflection of our fears. With walls we protect what we love most. Our walls, the walls of our homes, safeguard our dreams from “others” (a word as imprecise as it is disturbing).

Miralles Tagliabue EMBT, Àlex Olle — Citadel

But when we think of ourselves as a community our individual, familiar dreams become entangled with those of our friends, of our neighbours, with the dreams of those for whom we feel an affinity, a certain empathy, for professional reasons, economic reasons, historical reasons, or social reasons. When they guard the dreams of us all, these walls become ramparts. Ramparts that protect us from what we call our enemies… Etymologically, an enemy is a person we feel is not a friend, a word which in turn comes from the Old English freogan “to love, to favour”. The story of the walls of a city is, in short, a story of loves and antipathies.

This vision of the wall, however, remains an inadequate vision, because within the ramparts not all of us dream the same. There are dreams that enter into conflict with other dreams. Walls against walls, rivals against rivals. As well as walls against which there is no other wall (nor perhaps even roof) to defend them. The walls of the powerful defend them from the dispossessed. And when the powerful have to hide behind their walls it is because the dispossessed have occupied the space outside those walls, the street, the space of revolution. When injustice becomes unbearable, we must fight against the walls. Fight by transforming them. We must publicly denounce what we are fighting against. Paint the walls, write on the walls, condemn on the walls the abuses committed by the owners of the walls. Those without walls must confront the walls. Tearing down the walls means transforming the face of the city. On occasions it becomes necessary to break down the walls of injustice. That, the polysemy of the wall, is what we are trying to highlight with our installation.

The Citadel, where the wall we have imagined with Benedetta Tagliabue rises up, forms part of the history of loves and antipathies of the city of Barcelona. The Citadel, built after the Catalans were defeated defending Barcelona on 11 September 1714, was a military fortress which had a dual purpose: to defend the city in the case of attack from the exterior, but also to repress any Barcelona citizens who wanted to challenge the dominant power. It was, so to speak, a wall facing both inward and outward. The wall of those with power against their enemies – but not perhaps the enemies of Barcelona people – and against the citizens dispossessed of power. Barcelona finally demolished the Citadel walls in 1869. – Àlex Ollé and Benedetta Tagliabue

Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia - franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti

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Il progetto di concorso prevede l’intervento di riqualificazione di una porzione consistente di un quartiere centralissimo del centro storico della città. Pertanto il progetto cerca di trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di conservazione del complesso storico e la necessità di riqualificazione del comparto, miscelando pratiche consolidate del restauro con soluzioni architettoniche che cercano di interpretare al meglio l’esigenza di una buona architettura contemporanea, fatta di qualità urbana, compositiva e prestazionale.

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

planimetria generale

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

sezione longitudinale

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

sezione trasversale

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

vista su lato ovest

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

prospetti nord e ovest

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

render dal punto di ristoro

franco maffeis, Giorgio Astori, Federico Zucchetti — Recupero Residenziale ex caserma “Serafino Gnutti” - Brescia

sezione prospettica generale

IDENTITY - URBANUS architecture & design

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Location: Plaça Nova
Design: URBANUS (China) With the collaboration of LA SALLE (URL)

URBANUS architecture & design — IDENTITY

“How can we redefine the idea of Identity during the globalizing era? It seems that instead of an absolute or static image of Identity, the identities of our age form a very dynamic concept, constantly assimilating and reacting with each other. Therefore, we approached the Identity of Catalonia through an alternative lens, as a dialogue constantly going back and forth between Urbanus (outsider) and LA SALLE (insider), generating new inspirations and unintended consequences at the end of the design process.”– Urbanus

URBANUS architecture & design — IDENTITY

School invited
The mission of La Salle Campus Barcelona is to offer high-quality education in a global framework, providing students with the knowledge, skills and experience necessary to be really effective in the development of their professional careers. Training in La Salle Campus Barcelona instils a strong ethical commitment in professionals, as well as the values they need to be innovators, equipped to adapt to change and to lead the transformations of a constantly developing society. The main objectives of our institution are: – To transfer knowledge to the students who join our educational programmes. – To transfer human resources to society, when our graduates join companies and organisations. – To transfer the latest technological advances, to create value in places where these are needed and will be of benefit. – To transfer companies created in the Technological Innovation and Business Park and thus contribute to development of the business sector.

URBANUS architecture & design — IDENTITY

FREEDOM - Anupama Kundoo

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Location: Plaça de Salvador Seguí
Design: Anupama Kundoo (India / Australia) With the collaboration of IAAC

Anupama Kundoo — FREEDOM

“The theme ‘freedom’ is expressed through creating a place that celebrates ‘reading,’ a place that symbolizes an expression of ‘freedom,’ a place where knowledge is free. Knowledge is empowerment, and knowledge will lead to progress and freedom. The Library of Lost Books is a bookless library with a live program of reading. The focus is on the content of the book and the act of reading. ‘Unbound,’ a term that relates to the description of books, also expresses freedom and the idea of plenty, of limitlessness.”– Anupama Kundoo

Anupama Kundoo — FREEDOM

School invited
The Institute for Advanced Architecture of Catalonia (IAAC) is a cutting-edge education and research centre engaged in developing architecture capable of meeting the global challenges facing the construction of habitable spaces in this early-21st century. Based in the 22@ district of Barcelona, one of the world’s capitals of architecture and urbanism, the IAAC is a platform for the exchange of knowledge. The Institute also has a teaching faculty which attracts students from over 35 countries, including the USA, China, India, Poland, Italy, Mexico and the Sudan. They work simultaneously on multiple scales (city, building, manufacturing and so on) and in different areas of expertise (ecology, energy, digital manufacturing and the new technologies), pursuing their own lines of investigation aimed at the development of an integrated set of skills with which to act effectively in their home country or anywhere in the world.

Anupama Kundoo — FREEDOM

Daegu Gosan public library architectural ideas competition - YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis

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A contemporary library is not only a landmark – it’s a space for meeting, communicating, celebrating, playing and relaxing. We imagine it as an open public square with access from all sides. Positioned on the ground floor it is sheltered by library volume and works as an extension of the park as well. The “levitating” 2 storey library also becomes a local landmark – a windowless solid white rectangular shape is seen from afar and gives a sense of lightness, mystery to it. As a symbolic terraced path to Korean temples, a long ramp in front leads up to a modern day temple of knowledge.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Main view.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Site plan.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Concept.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Schemes.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Floor plans.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

East elevation.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

North elevation.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Section.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Section.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Section.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Interior render.

YCL, Tomas Umbrasas, Aidas Barzda, Tautvydas Vileikis, Rokas Kontvainis — Daegu Gosan public library architectural ideas competition

Photo-montage.

Concorso Internazionale di progettazione "Padiglione Infanzia" - Comune di Milano - Gaspare Ing.Vassallo

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L’idea di progetto. Il progetto è stato concepito come una scatola di attività educative, ricreative e culturali che accolga i piccoli utenti, portatori di disabilità, facendoli sentire al sicuro in un ambiente familiare, e li coinvolga nei diversi aspetti della loro vita. La presente progettualità si basa su alcuni elementi caratterizzanti, quali: L’uso del colore e l’applicazione dei principi della cromoterapia, determinata da una specifica scelta delle colorazioni degli ambienti, finalizzata a realizzare un percorso educativo all’immagine e a far sì che il bambino diversamente abile impari a orientarsi nello spazio, usando le informazioni provenienti dai residui sensi visivi e/o uditivi, integrandole con quelle dei sensi vicari, in modo da incrementare anche lo sviluppo delle competenze percettive, cognitive e psicomotorie (multisensorialità);

Gaspare Ing.Vassallo — Concorso Internazionale di progettazione "Padiglione Infanzia" - Comune di Milano

Veduta esterna - Villaggio dei Suoni.

La varietà cromatica e volumetrica della Bolla di Arlecchino, quale volume architettonico dalle qualità estetiche e formali, che renda l’ambiente allegro e divertente per i piccoli utenti e stimoli i bambini al gioco ed all’apprendimento;

Gaspare Ing.Vassallo — Concorso Internazionale di progettazione "Padiglione Infanzia" - Comune di Milano

Veduta esterna.

Il segno dell’Arcobaleno identificativo nello skyline metropolitano, quale simbolo che identifica lo spazio ricreativo – ludico a distanza, caratterizzando il contesto urbano con un fascio di linee colorate (secondo i toni dell’arcobaleno) e dotato di sistema di illuminazione a led a basso consumo, a comando crepuscolare, in grado di attivarsi nelle ore serali illuminando ed evidenziando le forme e dando identità al sistema architettonico;

Gaspare Ing.Vassallo — Concorso Internazionale di progettazione "Padiglione Infanzia" - Comune di Milano

Il Villaggio dei Suoni - Percorso ludico, didattico e musicale.

La mimesi ambientale e il verde verticale rampicante integrato alle coperture (vite americana), quale occasione per rafforzare il legame con la Biblioteca degli Alberi e migliorare la qualità percettiva dell’ambiente costruito e assicurare, al contempo, apprezzabili possibilità dal punto di vista climatico;

Gaspare Ing.Vassallo — Concorso Internazionale di progettazione "Padiglione Infanzia" - Comune di Milano

Piante, Prospetti e Sezioni.

La progettazione di un percorso ludico didattico musicale del Villaggio dei Suoni, che costituisca un processo educativo, tramite il gioco, atto a superare le barriere imposte dalla impossibilità visiva del bambino, come mezzo efficace per arrivare ad una totale integrazione sociale dello stesso: una normalizzazione sensoriale si ottiene infatti esercitando i sensi residui e, di conseguenza, potenziando le attività psichiche.

La composizione formale e planimetrica rispecchia la volontà di adesione al paesaggio e al contesto territoriale, attraverso la realizzazione di un sistema architettonico, incluso e protetto da una recinzione semi-trasparente (alternanza di vuoto e pieno degli elementi), e costituito dal volume a due livelli del Padiglione-Infanzia e dal sistema di copertura, più basso, che funge da spazio filtro tra interno ed esterno. Il corpo coloratissimo e totalmente trasparente della Bolla di Arlecchino, che accoglie alcuni dei locali del primo livello, morbido e flessuoso, afferma il carattere giocoso di una struttura destinata ai bambini.

Sulla base dello studio dei percorsi e delle pavimentazioni, si prevede: la realizzazione di un circuito carrabile (rotatoria), adiacente alla copertura esterna e all’ingresso al plesso, che consenta l’accesso dei mezzi speciali e di manutenzione; la realizzazione di un’area gioco esterna con sedute-fioriere fuori terra; la progettazione di un percorso ludico, didattico e musicale (il Villaggio dei Suoni).

Il percorso ludico, didattico e musicale: il Villaggio dei Suoni. Il Villaggio dei Suoni è un percorso fisico guidato da una linea conduttrice che si muove sinuosa in uno spazio dimensionato e organizzato e che permette la lettura degli elementi che catalizzano lo spazio: gli strumenti musicali. Il gioco diventa quindi il momento essenziale di apprendimento e di educazione per il non vedente, come per il normovedente. Grandi strumenti musicali a misura d’uomo, appositamente progettati per il gioco e l’apprendimento, colorati e facili da suonare con le mani, vengono disposti all’interno di uno scenario che mescola elementi naturali ed artificiali. Alcune particolari caratteristiche sono particolarmente efficaci per la fruizione del non vedente e dell’ipovedente: particolare trattamento cromatico; la grande dimensione degli strumenti che determina un voluto fuori scala; l’esistenza di strumenti acustici estremi; l’andamento sinuoso del percorso segnato dal cordolo colorato.

La sostenibilità ambientale ed energetica. Nella logica contemporanea di sostenibilità ambientale ed energetica, l’idea progettuale di un connubio tra architettura e natura è stata valutata in relazione all’utilizzo di materiali ecocompatibili e di infissi a bassa remissività nonché, attraverso la realizzazione delle coperture verdi, alla possibilità di ridurre i carichi ambientali e di offrire un apporto migliorativo alle condizioni dell’ecosistema in oggetto con particolare riferimento al miglioramento del microclima urbano e all’aumento dei livelli di benessere ambientale.


Research centre for neurosciences - Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes

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L’arrivée de l’Institut des Neurosciences sur le plateau de Saclay permet de créer, avec Neurospin, un grand complexe scientifique dédié au cerveau. La relation se matérialise par un axe de liaison autour duquel s’articule un vaste parvis, le forum, lieu de rencontre et d’échange entre scientifiques. A l’échelle du Campus, le bâtiment s’inscrit dans le plan général du site historique du CEA. Le volume supérieur de l’Institut exprime sa parenté en adoptant cette orientation caractéristique et s’intègre ainsi dans le grand site, tandis que le socle interagit avec la variété des géométries existantes à proximité et les espaces plantés.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

View of the entrance

Le rayonnement de l’institut se matérialise au rez-de-chaussée par le hall généreux et largement ouvert sur le forum. Trois patios structurent le bâtiment. Ils permettent l’éclairement naturel des locaux et des circulations et la mise en relation des divers pôles du centre de recherche. Sur ces patios s’articulent des volumes largement vitrés, correspondant à chaque niveau aux espaces partagés par les chercheurs.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

View of the hall

Le projet répond par une organisation claire et rigoureuse, donnant à chacune des entités conditions en parfaite cohérence avec ses besoins. Les pôles s’organisent donc dans les trois niveaux soulevés. Chaque niveau de recherche est rythmé par les trois patios autour desquels les circulations s’enroulent pour constituer un véritable réseau – condition nécessaire aux échanges interdisciplinaires. Ces parcours bénéficient de lumière naturelle et de nombreuses vues sur le jardin. Les espaces mutualisés des équipes se trouvent autour des points de montée pour les fonctions scientifiques, et autour du patio central pour les espaces tertiaires de réunion et d’échange. Le projet réalise ainsi la convergence des personnes vers le cœur paysager de l’institut.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

Site plan

Les relations inter étages sont facilitées par des escaliers éclairés naturellement donnant sur les jardins intérieurs. Les conditions de travail des chercheurs sont optimales. Le bon éclairement naturel des locaux est accompagné par une protection solaire efficace des stores à lamelles orientables extérieures.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

Model

Les pôles de recherche sont en lien avec les animaleries, qui occupent le rez-de-chaussée et le sous-sol, sur la partie Nord. La superposition des deux animaleries, terrestre et aquatique, résout la mutualisation des fonctions communes tout en garantissant la marche en avant et la différenciation des circuits.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

Section

Au-delà de sa dimension architecturale et fonctionnelle, le bâtiment est évolutif et simple d’exploitation pour en maîtriser les coûts au profit des équipements et campagnes scientifiques. La facilité d’exploitation repose ici sur la localisation des surfaces techniques, au plus près des fonctions exigeantes, et sur la simplicité des accès. Un plénum général de maintenance au-dessus de l’animalerie vient compléter cette attention, permettant les interventions sans avoir à s’introduire dans les zones propres.

Dietmar Feichtinger Architectes, Celnikier & Grabli Architectes — Research centre for neurosciences

Enfin, pour que l’Institut soit pérenne et performant, il s’adapte à l’accueil de nouveaux équipements et leurs équipes au gré des campagnes de recherche. Par l’absence de points durs, la trame régulière de façade et sa capacitéà recevoir sans travaux indifféremment des laboratoires ou des bureaux, ou encore par la réserve de surfaces et trémies techniques, le projet offre une réelle évolutivité.

Corviale - OFFICINALEONARDO

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CORVIALE Proposta articolata in tre sezioni per la rivitalizzazione e rivalutazione del “chilometro” di Corviale, troppo spesso definito mostro dai cittadini romani a scapito di chi vi abita. I tre livelli di intervento sono localizzati nelle tre fasce pubbliche: il basamento, il piano servizi (collocato nella fascia intermedia e attualmente occupato da superfetazioni abusive) e il coronamento superiore, attualmente terrazza inutilizzata Ognuno dei tre livelli avrà diverse utilizzazioni, portando nel basamento nuovi spazi per l’artigianato e per le attività e l’incontro dei giovani (tra cui laboratori, ambienti per la musica, spazi di lavoro e spazi di incontro o circoli culturali oltre all’ipotesi di inserimento del YELLOW, nostra proposta per uno spazio sociale per i concerti) . Nel piano mediano saranno recuperati gli spazi originariamente pensati per i servizi e gli studi, oltre a caratterizzarli con sistemazioni a verde e di spazio pubblico. Per il coronamento il nostro studio officinaleonardo si è ispirato all’Unite d’Habitation di Marsiglia di Le Corbusier cui il progetto di Fiorentino pare riferirsi a una scala maggiore. Quindi abbiamo pensato a un parco lineare di un chilometro, cioè ben un ettaro di estensione, recuperando quella che è l’impronta dell’edificio e compensandone quindi non solo il consumo di territorio ma anche le emissioni di gas e fumi. Leggere piantumazioni e ondulazioni del terreno grazie a un sistema di geogriglie poggianti su argille espanse e altri materiali biotech, piccoli specchi d’acqua ed essenze botaniche e ponticelli in legno sopra i cavedi del palazzo per connettere le due parti, un percorso ciclabile e uno pedonale, una serie di leggerissime sovrastrutture in alluminio e legno ospitanti una scuola di danza per bimbi, un centro anziani e uno spazio ludico per infanti e bambini, una ciclofficina e dei gazebi per il ristoro, la libreria/edicola e i capanni per gli attrezzi del bio-orto, progetto sociale per l’approvigionamento della bio-osteria e di alcune famiglie socialmente svantaggiate.

OFFICINALEONARDO — Corviale

Riconversione del tetto a playground

OFFICINALEONARDO — Corviale

prospetto laterale-sezione dell'edificio

OFFICINALEONARDO — Corviale

OFFICINALEONARDO — Corviale

OFFICINALEONARDO — Corviale

Concorso di Idee per la nuova biblioteca di Briosco - Gruppo di Progettazione AVantgarde

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Il dato di partenza: Forte del suo inestimabile patrimonio culturale e consapevole del dovere verso tutta l’umanità di preservarlo per le generazioni future, l’Italia ha una tradizione di biblioteche di conservazione e, solo recentemente, anche di public library, come nei paesi anglosassoni. Soltanto dal 1972 infatti, con il trasferimento alle regioni della competenza sulle biblioteche di Ente locale, si è sviluppata una rete di biblioteche di pubblica lettura dipendenti da Comuni e Province. Gli effetti di questa visione “protettiva” delle biblioteche, mentre da un lato ha permesso di salvaguardare un patrimonio inestimabile appartenente a tutta l’umanità, dall’altro ha avuto effetti negativi sulla promozione della lettura. Su incarico del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un’Associazione costituita da insegnanti, bibliotecari, editori e librai, ha redatto un rapporto sulla promozione della lettura in Italia. Da questo rapporto risulta evidente l’esigenza di una politica nazionale di promozione del libro e della lettura, in quanto più della metà degli italiani non legge alcun libro, mentre solo la metà della popolazione legge i giornali almeno una volta nella settimana. Il dato che emerge chiaramente è che in Italia, più ancora che in altri paesi industrializzati, si manifesta una forte discrepanza fra la crescita dei livelli di alfabetizzazione e i tassi di lettura nel tempo libero e che oltre la metà degli italiani non legge neanche un libro all’anno, mentre la restante parte, nello stesso lasso di tempo, ne legge meno di 3. Se è vero che la crisi economica ha di certo influenzato il fenomeno, è altrettanto vero che niente ci assicura che un’inversione di tendenza negli indicatori del reddito e dell’occupazione potranno automaticamente modificare il rapporto degli italiani con la lettura. L’ampliamento del numero dei lettori, specie nei giovani, tra i quali il fascino esercitato dalla tecnologia è più sentito, è quindi il primo dei nodi da affrontare. Questo peròè solo un aspetto del problema che rende complesso ed a volte conflittuale, il rapporto tra l’utente e la biblioteca e l’analisi a monte della nostra proposta progettuale ci ha permesso infatti di individuarne altri altrettanto importanti, fondamentali per definire l’idea di base sulla quale elaborare la nostra proposta per Briosco. Una serie di studi mirati, condotti in varie parti del mondo, hanno appurato ormai da tempo che, nella singola persona, esistono legami profondi tra il gioco e l’apprendimento e che, per ogni individuo, il modo più semplice per apprendere le regole di un gioco è giocarci. Questo vuol dire che più giochiamo ad un gioco, più impariamo a farlo. Proviamo ad immaginare un luogo in cui la lettura possa diventare un piacevole, oltre che utile, alternativa per utilizzare il nostro tempo libero.

Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di Idee per la nuova biblioteca di Briosco

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Un gioco utile per capire la nostra realtà e quindi per crescere consapevoli ed informati poiché, altro dato emerso dagli studi sul rapporto lettore-libro, è che “il gioco della lettura”è una forma di comunicazione che promuove e facilita il contatto con il mondo, oltre che con se stessi. Nei bambini è uno strumento di conoscenza che permette di ampliare e strutturare l’esperienza, perché il tempo del gioco è tutto il suo tempo, mentre è con l’età adulta che si spezza il felice legame tra natura e cultura, tra gioco e cultura. Ovviamente per l’adulto (genitore, nonno), è difficile recuperare questo naturale ed idilliaco rapporto, ma è altrettanto vero che, consapevole della sua importante perdita, può impedire che questo legame si spezzi troppo in fretta, portando i piccoli a contatto con i libri. Legame da proteggere per i piccoli ma, nel contempo, da rinsaldare per gli adulti. L’allontanamento progressivo dei giovani dalla lettura , che li porta a diventare prima lettori occasionali, poi a cercare compagnie diverse dal libro nel tempo libero e che porta agli sconfortati dati emersi dallo studio prima esposto, non è mai solo una questione di tempo, ma anche e di mancanza di attrazione verso il libro. E’ quindi anche una questione di stimoli giusti, capaci di riavvicinare l’oggetto libro al lettore. Questo legame spezzato, questa mancanza d’interesse, questo allontanamento, questa disabitudine al libro diviene sempre più forte con il passare degli anni. Per gli adulti il problema diviene di natura reverenziale non solo verso l’oggetto libro ma, a monte, verso gli stessi luoghi di lettura. Troppo spesso austeri, restituiscono l’immagine di un luogo ostile, “non per tutti”. Sulla scorta di queste considerazioni, la nostra convinzione di dover progettare non un semplice spazio che contenga un certo numero di libri e che li conservi in modo adeguato, ma innanzitutto un luogo che stimoli i piccoli alla sua conoscenza e che riavvicini i grandi.

Gruppo di Progettazione AVantgarde — Concorso di Idee per la nuova biblioteca di Briosco

sezione X-X

La filosofia progettuale:

Le biblioteche di pubblica lettura nel nostro paese sono intese più come un servizio per il tempo libero e per lo studio che come strumento di espressione e promozione della cultura. Le loro sedi abituali, troppo spesso vecchie e polverose, si presentano con barriere fisiche e psicologiche, in aree in cui è difficile trovare parcheggio e con orari al pubblico che non tengono conto dei reali e diversificati bisogni delle persone. Per riavvicinare le persone al libro (alla lettura in genere) c’è quindi necessità di nuove ubicazioni in luoghi facilmente raggiungibili e fruibili, dall’aspetto familiare ed amichevole, debitamente proporzionati e meglio rapportati con la cittadinanza.

La nostra idea per Briosco, che sposa in pieno quella dell’Amministrazione, muove proprio dalle differenze sostanziali tra le biblioteche cosiddette “di conservazione” e quelle “di pubblica lettura” e sul conseguente diverso impatto che queste diverse tipologie hanno sulla società. Nasce così l’idea di una biblioteca che sia estremamente flessibile e polifunzionale, capace di integrarsi e modellarsi sui reali bisogni della comunità ed in cui sia possibile ubicare spazi collettivi, come la sede dell’auditorium ma anche, alla bisogna, di uno spazio espositivo per mostre itineranti, ad esempio. Un luogo flessibile che sia concepito in una logica non di giustapposizione di spazi e funzioni, ma di arricchimento di un unico ambiente che ha insite le possibilità di trasformarsi agevolmente a seconda delle mutate esigenze. Gli Idea Store anglosassoni, questa la nostra idea di “inserimento armonioso” nel contesto. Una biblioteca cioè che non sia solo luogo di semplice prestito e consultazione, ma soprattutto d’incontro e di crescita, di formazione e produzione culturale, un ponte tra età diverse, etnie diverse, culture diverse, sistemi di apprendimento diversi. Luogo familiare in cui è possibile incontrarsi e socializzare, leggere insieme un libro o un giornale, ascoltare musica anche dal vivo o vedere un film o una mostra fotografica ed infine confrontarsi, magari nelle belle giornate, sulle panchine all’aperto sui contenuti della giornata di studi, piuttosto che sulla performance artistica. Punto d’incontro non specialistico ma amichevole e familiare. Anche per questo il Parco giochi degli Alpini, la sede scelta dall’Amministrazione per la nuova biblioteca, è quanto mai felice ed appropriata. Pensare il luogo della memoria per antonomasia (la biblioteca) collocato in un luogo già deputato alla conservazione della memoria, rende facile, anzi naturale, pensare di progettare l’enfatizzazione della sua consolidata identità di punto d’incontro e di confronto. Intervenire in questa realtà in cui il verde è aspetto predominante del paesaggio, al di là degli oculati indirizzi progettuali dettati dall’Amministrazione, impone un intervento che non solo preservi e si integri con il contesto, ma che con esso interagisca per completarlo e meglio definirlo nella forma e nella funzione. Aspetto non secondario del progetto è quindi la sistemazione più razionale del parco, con i giochi che si snodano lungo una passeggiata, che potrebbe essere pista ciclabile o anche un percorso della salute, ubicati nei pressi dei tanti luoghi di sosta ombreggiati, da cui è piacevole leggere un libro o conversare con l’amico e agevole vegliare sui bambini.

All’interno di questo, i circa 400 metri quadri della sede della biblioteca ipogea, che si relaziona con l’esterno attraverso l’ampia superficie trasparente in ETFE, non limite tra il dentro ed il fuori ma tramite tra due aspetti della stessa realtà. Attraverso questa, gli ambienti e le funzioni escono dal loro contenitore per andare incontro alle persone per stimolarle alla conoscenza reciproca, oltre che del libro, con l’umanità, oltre che con l’informazione, la cultura e l’intrattenimento. Conoscere, leggere, imparare, diventa quindi facile e piacevole in un luogo che non è né rigidamente didattico, né esclusivamente ludico ed in cui l’interno si proietta all’esterno per meglio espletarsi e completarsi in luoghi ancora più liberi e familiari ed in cui, nella condivisione e nel confronto con gli altri, si può continuare ad apprendere ed imparare ad apprendere. In un gioco di rimando, attraverso la grande parete trasparente in ETFE, anche l’esterno penetra l’interno con altrettanta naturalezza, tanto che è possibile leggere dentro sentendosi fuori. L’ingresso, in cui trovano posto i servizi di accoglienza e di prestito-restituzione libri, la direzione (o l’eventuale archivio documenti storici), lo spazio degli armadietti per il deposito di borse e zaini, diventa tutt’uno con l’emeroteca e gli spazi per il ristoro, in cui collocare i distributori per cibi e bevande. Nello stesso ambito, i collegamenti verticali, opportunamente ubicati e proporzionati anche per venire incontro alle esigenze dei portatori di handicap, quindi progettati con totale assenza di barriere architettoniche e a diretto contatto con le uscite di emergenza. Queste ultime, composte da moduli di 120 centimetri, sono progettate per il sicuro e veloce esodo di 130 utenti, sebbene la reale capienza della struttura sia stata prevista per un afflusso di circa 100 persone. Scelte distributive ponderate e precise quindi, che non a caso vogliono come primo ambito, quello dell’emeroteca, uno spazio che incontra per sua natura gli interessi di molti (espositori con quotidiani, fumetti e riviste) e che metta a proprio agio anche l’utente meno abituato ai luoghi di studio, aiutandolo a superare il timore o anche solo l’imbarazzo e la soggezione dei primi ingressi. Oltre quest’ambito, la sala multimediale e lo spazio dedicato ai bambini, ubicati in ambienti separati dalla sala di lettura mediante pannelli prefabbricati in EPS, materiale dalle marcate caratteristiche fonoassorbenti. L’ambiente, ad esclusione dei servizi igienici per l’utenza e per i collegamenti verticali, al di là della distribuzione interna modellata sui desiderata espressi dal concorso, resta un ambiente unico privo di ingombri strutturali e perciò totalmente flessibile. Lo spazio dei 2 livelli (piano terra e piano interrato) è ridistribuibile e divisibile a piacimento, pronto a modellarsi su sopraggiunte esigenze, diverse da quelle richieste dal bando.

Le innovazioni sostenibili del progetto:

Il progetto propone scelte tecnologiche d’avanguardia e, nel contempo, dai costi notevolmente contenuti. Le soluzione studiate per l’ottenimento del massimo risparmio energetico e che ipotizzano l’utilizzo di materiali di ultimissima generazione, permettono l’annullamento totale dei ponti termici e garantiscono la certificazione dell’edificio in classe A, cioè tra quelli con un consumo di calore inferiore ai 30 KWh per metro quadro l’anno. Parallelamente, per la produzione di energia, sono state ipotizzate soluzioni all’avanguardia che spaziano dal geotermico al fotovoltaico. La soluzione proposta per il nuovo edificio ospitante la biblioteca (382 i mq. netti, poco più di 400 i lordi, per un costo totale di 850,000 €) è di un edificio quasi totalmente ipogeo, sia per i suddetti aspetti tecnologici, sia per un inserimento non impattante nel contesto del parco. Opportunamente isolata dal terreno, la struttura riduce al minimo le superfici disperdenti e limita alla sola superficie Nord Ovest, da realizzarsi in ETFE a doppia pellicola, il contatto diretto con l’esterno. All’interno del suddetto ampio fronte in ETFE, sono inseriti, a guisa di brise soleil, parte dei pannelli fotovoltaici monocristallini (potenza di picco 245 Wp) che garantiscono i 7 Kw necessari alla produzione dell’energia elettrica per l’illuminazione e per l’impianto di riscaldamento radiante della biblioteca. La restante superficie fotovoltaica, funge da parapetto dell’area a verde sulla copertura praticabile della biblioteca e che ben si integra con il contesto, a scelta potrebbe anche trovare posto sulle falde meglio esposte della baita degli Alpini. Il locale tecnico è decentrato dal corpo principale ed è ubicato al di sotto delle rampe di accesso che superano il naturale dislivello del parco. Alcune brevi considerazioni vanno però ancora fatte sulle motivazioni che ci hanno indotti a preferire l’ETFE al semplice vetro. Innanzitutto l’etilene tetrafluoroetilene è un materiale chimicamente inerte e ciò significa che non è soggetto all’aggressione degli agenti chimici ed unisce alle doti di scivolosità e di resistenza all’inquinamento ambientale, il vantaggio di essere un materiale autopulente, per il quale basta la sola pioggia ad operare la pulizia delle superfici esposte agli agenti atmosferici. La soluzione proposta prevede l’ottenimento di una parete trasparente mediante un involucro a doppia pellicola, un cuscino pressurizzato attraverso il quale è possibile realizzare, sia un controllo della penetrazione dei raggi solari, sia un’efficace isolamento climatico grazie proprio all’intercapedine d’aria così ottenuta. Tale intercapedine ci permette inoltre di proteggere i moduli fotovoltaici in un involucro perfettamente isolante e trasparente (95% di permeabilità alla luce, irraggiamento dai 400 ai 600 Nm e peso di 350g/mq, quindi 100 volte inferiore al vetro), così da preservare la loro efficienza praticamente immutata nel tempo. Altro aspetto legato al suo utilizzo al posto del vetro è che la radiazione UV non impatta minimamente sul materiale. Questo aspetto, unito alla già citata inerzia chimica, ne garantisce la lunga durata senza decadimenti prestazionali, in condizioni atmosferiche che vanno virtualmente da -190°C a +150°C. Altro aspetto importante, legato al suo utilizzo in una struttura pubblica, è che l’ETFE è un materiale omologato resistente al fuoco in Classe 1 in Italia e B1 secondo la DIN 4102, il che equivale a dire che è di estrema sicurezza naturale senza additivi. Inoltre, in caso di combustione, l’ETFE “si ritira” su se stesso senza propagare fiamme. Vista l’ampia superficie proposta, di primaria importanza sono anche le sue ottime caratteristiche acustiche che evitano il provocarsi di fastidiosi rimbombi Infine, altro dato di primaria importanza, l’ETFE è un materiale ecologico, perché a fine vita non viene necessariamente posto in discarica ma può essere rigenerato completamente per nuovi utilizzi, anche dello stesso tipo, ad un costo decisamente concorrenziale rispetto a quello del vetro. Infine: grazie a questo materiale, sarà possibile avere la garanzia di un’illuminazione naturale ed artificiale sempre controllata in tutti gli ambienti e non solo in quelli in cui sono riposti i circa 8000 volumi (previsti con il sistema di Classificazione Decimale Dewey) e le riviste e, all’occorrenza, anche l’agevole contenimento della luminosità entro i 50 lux, la temperatura tra i 15-18 gradi ed il tasso di umidità relativa del 50-60%, cioè quella consigliata negli archivi cartacei. Altri dati essenziali riguardanti gli aspetti tecnologici, sono meglio descritti nelle specifiche relazioni di seguito riportate.

Condizionamento e Ventilazione Per assicurare il condizionamento dell’edificio (raffrescamento e riscaldamento) ed al fine di garantire le idonee condizioni climatiche nel rispetto dei requisiti di prestazioni energetiche adeguate alla Legislazione vigente l’idea progettuale studiata si caratterizza nella implementazione di : - sistema di condizionamento dell’ambiente con un impianto radiante a pavimento alimentato da una pompa di calore geotermica acqua-acqua: : in dettaglio la soluzione prevede all’interno dell’edificio la realizzazione di un impianto radiante a pavimento a bassa temperatura (35°C-45°C) realizzato su entrambi i solai di calpestio alimentato da una pompa di calore geotermica acqua-acqua. Lo scambiare geotermico verrà realizzato all’esterno dell’edificio mediante sonde verticali che estrarranno dal terreno la potenza termica e frigorifera necessaria a garantire il soddisfacimento del fabbisogno termico in riscaldamento e raffrescamento dell’edificio. L’utilizzo della pompa di calore geotermica si concretizza di fatto nella realizzazione di un sistema edificio-impianto ad alte prestazioni (rispetto a qualsiasi altro sistema impiantistico)…. - sistema di condizionamento dell’intercapedine esterna all’edificio mediante ventilazione sfruttando la refrigerazione e il riscaldamento dell’aria mediante condotti annegati nel sottosuolo funzionanti sul concetto dei sistemi solari passivi (pozzo canadese) : in dettaglio la soluzione prevede lo sviluppo all’esterno dell’edificio di tubazioni in acciaio di opportuno diametro posati in trincea la cui aria che li attraversa, prelevata dall’esterno e messa in circolo per effetto naturale (effetto camino), scambia energia con il terreno (che si mantiene ad una temperatura pressoché costante) e così condizionata viene addotta all’intercapedine dell’edificio al fine di mantenere la temperatura della stessa ad un valore medio costante. In tal modo si riduce il carico termico in raffrescamento e quindi si riduce l’apporto di energia dal sistema geotermico radiante, oltre che mitigare il nascere di fenomeni di condensa nell’intercapedine stessa. Altro miglioramento introdotto è insito nella tecnica di riscaldamento/raffrescamento naturale che utilizza lo scambio termico edificio-terreno del tipo a contatto diretto (edifici ipogei o semipogei). Le potenzialità degli edifici ipogei dipendono principalmente dall’estensione della superficie di contatto con il terreno e dalle caratteristiche di trasparenza delle chiusure a contatto con l’aria esterna. Nei periodi di surriscaldamento diurno, la minore incidenza di infiltrazioni d’aria determina una riduzione del fabbisogno di raffrescamento, senza contare che una ridotta presenza di componenti finestrati verso l’aria esterna determina una diminuzione degli apporti solari e del conseguente fabbisogno di raffrescamento. Ad un edificio di questo tipo può in ogni caso essere abbinato un sistema geotermico di scambiatori di calore terreno – fluido poiché si sfrutta la costanza della temperatura del terreno. La temperatura del sottosuolo infatti si mantiene stabile nell’arco dell’anno fra i 12°C e i 15°C già alla profondità di 1,5 m. Lo scambio con il terreno permette di abbassare la temperatura dell’aria immessa da 5 a 10 °C. Si realizza così un un edificio semi-passivo, poiché si realizza un raffreddamento delle strutture facendo passare l’aria raffreddata all’interno dell’intercapedine in modo da asportare calore dalle pareti. Ovviamente l’efficacia di tali sistemi è influenzata da diversi fattori tra cui la portata d’aria oraria prodotta dal differenziale di pressione che si determina tra l’ambiente confinato in esame e l’ambiente esterno, per effetto del vento e/o della differenza di temperatura dell’aria, l’effetto camino. Tale differenziale di pressione è influenzato da diverse variabili: dati climatici di sito, posizione e dimensione delle aperture, caratteristiche termiche del terreno e presenza di eventuali ostacoli lungo la direzione prevalente del vento.

Fotovoltaico Al fine di sfruttare nel miglior modo possibile la radiazione solare incidente l’idea progettuale è stata rivolta all’utilizzo si sistemi fotovoltaici. In particolare la scelta prevede l’utilizzo di sistemi tipo frangisole applicati alla struttura trasparente d’ingresso e ai parapetti del giardino sovrastante l’edificio al fine soddisfare con qualità sia l’esigenza architettonica ed estetica sia il massimo sfruttamento energetico della radiazione incidente: la soluzione così concepita permette un limitato consumo di energia elettrica dalla rete poiché contribuisce ad un considerevole e costante apporto energetico all’impianto di illuminazione artificiale nonché alla pompa di calore ottenendo in definitiva un buon risparmio energetico.

Illuminazione Per assicurare il comfort visivo l’importanza del luogo e la ricerca della soluzione a massimo risparmio energetico ha suggerito l’utilizzo di sistemi di illuminazione naturale realizzati mediante apertura trasparenti sul tetto dell’edificio e sistemi di illuminazione artificiale di ultima generazione. In particolare si è scelto di illuminare gli spazi con corpi illuminanti equipaggiati con lampade a led ad altissima efficienza applicati al solaio di copertura a sospensione.

La concezione strutturale La struttura ipogea sarà realizzata mediante la costruzione di una paratia a sbalzo di pali trivellati perimetrali di diametro 800 mm e di lunghezza 15 ml con profondità di infissione variabile che sosterrà un battente di terreno variabile da 3,75 m nella parte anteriore fino a 6,70 m nella zona posteriore verso il terrapieno. Inoltre tra la suddetta paratia e la tompagnatura perimetrale della biblioteca ipogea si prevede la realizzazione di una intercapedine di ventilazione a tutta altezza dello spessore di 60 cm, collegata con le tubazioni dell’impianto di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese che consente di raffreddare in estate il volume e di preriscaldarlo in inverno facendo in modo che la temperatura dell’aria che lambisce l’intero volume della biblioteca su tutte le sue superfici di confine sia costantemente a 18°C, permettendo di conseguire dei notevoli risparmi in fase di gestione ed eliminando completamente i ponti termici. Il solaio intermedio a quota del piano terra ( direzione, zona gestione prestito libri, emeroteca) sarà del tipo in misto acciaio-calcestruzzo con travi portanti in carpenteria metallica tipo S235, e lamiera grecata autoportante e collaborante del tipo Hi-Bond , con connettori a pioli sulle travi portanti e sovrastante soletta in c.a. da 4 cm di spessore realizzata con calcestruzzo tipo C25/30. Si evidenzia poi che il suddetto solaio intermedio a quota 0,00 sarà sospeso alle travi in legno lamellare di copertura del tipo GL24h mediante doppi tiranti in acciaio S235 diametro 24 mm, messi in tensione con tenditore a doppia filettatura. La suddetta soluzione strutturale ha la sua ragione di esistere per il fatto di consentire la massima flessibilità distributiva al livello interrato a quota -3,75 in quanto libera questo piano completamente dalle colonne di sostegno, consentendo ampio margine ad usi futuri anche diversi da quelli ipotizzati dalla committenza. Il solaio di copertura a quota +4,75 sarà realizzato con doppia orditura di travi in legno lamellare tipo GL24h e di dimensioni 24×80 cm che si appoggeranno tra il telaio anteriore sulla facciata in ETFE e la paratia di sostegno posteriore, realizzando in tal modo una struttura ad alta efficienza e sicurezza dal punto di vista antisismico. Le strutture sottostanti al livello della sala lettura a scaffale aperto saranno quindi del tutto indipendenti da quelle che sostengono il terreno e che resistono alla maggioranza dei carichi sismici orizzontali, e quindi le stesse saranno sottoposte a ridotte accelerazioni sismiche. Al livello della sala lettura e sotto il pavimento di calpestio sarà realizzato un vespaio aerato con cupolette in polipropilene riciclato e con sovrastante soletta armata con rete elettrosaldata in acciaio B450C, lo stesso dicasi per il solaio di copertura a quota +4,75 che tra il tetto rovescio di copertura e la soletta sottostante gettata sopra il grigliato di travi in legno lamellare consente la circolazione forzata di una corrente di aria di raffrescamento/preriscaldamento proveniente dal sistema di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese. La facciata anteriore inoltre sarà realizzata con doppio telo trasparente da 25/10 mm in ETFE, e sarà sostenuta da profilati a sezione circolare in acciaio S235 verniciati di colore blu. Tra i due strati del telo in ETFE l’aria proveniente dall’impianto di ventilazione passiva del tipo a pozzo canadese sarà in circolazione, consentendo un notevole risparmio sia per il raffrescamento estivo che per il riscaldamento invernale. L’ETFE, ossia Etilene Tetrafluoro Etilene o come vuole la nomenclatura UPAC poli (etilene-co-tetrafluoroetilene) ha un nome non è dei più semplici ma si sta facendo ricordare come uno dei materiali di maggior interesse nell’architettura moderna. A rendere allettante dal punto di vista progettuale questo materiale è innanzitutto la leggerezza: solo un centesimo del peso posseduto dal vetro a fronte di capacità di trasmettere la luce visibile del 94–97% per un irraggiamento dai 400 ai 600 m ed una perfetta permeabilità ai raggi ultravioletti. Il materiale in questione può contare fra i suoi pregi una temperatura di fusione molto elevata, eccellenti proprietà di resistenza chimica, elettrica e alle radiazioni ad alta energia, e costi di trasporto ed installazione notevolmente contenuti proprio per via del suo peso estremamente basso (350 gr/mq). Inoltre il materiale è interessante per tre qualità non da poco: è in grado di sopportare 400 volte il proprio peso, è autopulente grazie alla propria superficie antiaderente ed è completamente riciclabile. La pellicola ETFE ha, inoltre, una forza di trazione di circa 42 N/mm², con un intervallo di temperatura di funzionamento tra i -185 °C e i 150 °C.

EUROPE - Urban Think Tank, ETH Zürich

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Location: Plaça del Mar
Design: ETH Zürich & Urban-Think Tank (Switzerland/Venezuela) With the collaboration of ESARQ (UIC)

Urban Think Tank, ETH Zürich — EUROPE

“Our EUROPE installation in cooperation with ESARQ (UIC) is based on the concept of the children’s game of XARRANCA (hopscotch), a hopping journey through multiple squares towards the ‘cel,’ the sky. The XARRANCA pavilion is a three dimensional representation of this journey — a sequence of individual moments along a linear framework that forms the collective experience. Europe is this uniting framework, the context that allows for both the celebration of differences and the erasure of boundaries, through a transformational journey ending in the sea, the connector between cultures.”ETH Zürich + Urban-Think Tank

Urban Think Tank, ETH Zürich — EUROPE

School invited
ESARQ-UIC sets out to train architects who have a clear international vocation, critical spirit, creative capacities and knowledge of both current and new technologies; individuals who are involved with society and prepared to face the challenges of the future.

Urban Think Tank, ETH Zürich — EUROPE

To achieve this, ESARQ offers its students personalised support in an international environment, teaching architecture as a service to society, fostering creative talent alongside technical skills, generating synergies with the industrialisation of the construction sector, and working to give students access to a diverse and international range of employment opportunities.

DIVERSITY - Studio Odile Decq

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Location: Plaça dels Àngels
Design: Studio Odile Decq (France) With the collaboration of Recetas Colectivas

Studio Odile Decq — DIVERSITY

Dancing Urban Canopy “What is diversity? What does it mean when we are all diverse, all different? Over 300 years, ‘Angels’ Square’ has been transformed from a dense urban fabric to a clear, open, standardized urban square bordered by three different buildings, from the small street scale to the large scale of an urban space. Over those long years, many people have lived in the city. They all have known these small, narrow streets. We want to conserve the memory of their sojourn in this place. These T-shirts represent the traditional way of drying clothes on the balconies, as well as joyful pennants flying over the city squares for public celebrations. The density of the 300 T-shirts creates a kind of a canopy which provides shadows, and animated by the wind, their shadows will be dancing on the square as if peoples’ faces are linking the past and the present by dancing together.”– Odile Decq

Studio Odile Decq — DIVERSITY

Studio Odile Decq — DIVERSITY

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