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BARREL'S HOUSE - Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS

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L’idea guida del progetto è quella di reinterpretare in chiave moderna la masseria pugliese, creando un organismo dinamico ma che al tempo stesso dia un’immagine di solidità, cercando di rispondere alle esigenze di spazi domestici fessibili senza sacrifcare la sicurezza.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Per questo si è pensato ad una costruzione che si apre all’ambiente circostante a poco a poco e in maniera intelligente, con poche superfci interamente vetrate e tanti “tagli” che inquadrano scorci diferenti. Inoltre si è tenuto conto di un approccio sostenibile, posizionando l’edifcio sull’asse N-S, per sfruttare la migliore ventilazione e per dedicare le migliori esposizioni alla zona giorno e posizionare la zona notte a est per godere della luce mattutina.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Lo spazio esterno è in parte pavimentato ed è pensato per una percorrenza intorno all’edifcio sia a terra sia in quota, con al centro la corte. Grazie alla grande scala esterna, da terra si passa al terrazzo, entrando in casa si scende dalla scala a chiocciola in cucina con la possibilità di riuscire sulla corte. I materiali utilizzati nello spazio a terra pavimentato, come la pietra o la ghiaia lavata, sono i tipici della tradizione pugliese.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

A est dell’area occupata dall’abitazione, vi è un piccolo giardino che ospita alberi esistenti, ripiantatati, si tratta soprattutto di alberi di ulivo e alberi da frutto locali; in aggiunta a questi si è pensato di inserire altre essenze locali, quale eucalipto, pino marittimo, ippocastano e albero di pepe, per creare una barriera visiva e soprattutto per fltrare adeguatamente l’aria circostante.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Inoltre, verranno piantumate alcune essenze arboree locali come l’erica, il rosmarino e il cisto e altre piante con proprietà ftodepuranti (canne di palude) sistemate all’interno di una piccola vasca naturale di ftodepurazione. Non distante da questa zona prettamente verde, è presente un pozzo artesiano d’acqua, integrato sia nel design degli esterni sia in quello degli impianti idrici.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

La villa si presta bene anche ad ospitare feste o ricevimenti, potendo accogliere 100 persone circa, sia in termini di posti auto che di coperti. In questi casi la cucina fungerà da appoggio per il catering, il living e la corte saranno uno spazio bufet in piedi e, a seconda dell’assetto spaziale, la zona nord, quella vicino alla piscina o il terrazzo potranno accogliere i tavoli. Ognuna di queste confgurazioni è in diretto contatto con l’interno e con i servizi, inoltre il magazzino interrato è dimensionato adeguatamente per il deposito e la dispensa di vettovaglie e attrezzature necessarie.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Data la scarsità di acqua soprattutto nei mesi estivi, si è pensato a un doppio impianto di recupero delle acque grigie. Esse rappresentano una parte delle acque domestiche che sono libere da materiale fecale e da acque di scarico della cucina cioè provengono dalla naturale igiene del corpo, quindi da docce, vasche da bagno e lavandini. Il riutilizzo delle acque grigie all’interno dell’abitazione potrebbe servire a diminuire l’uso di acqua potabile, in questo modo si utilizzeranno due volte.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Il trattamento purifcante può avvenire o tramite un fltro organico a membrana che garantisce la totale separazione della biomassa (corpi solidi, batteri e virus) dall’acqua purifcata che, stoccata in un corretto contenitore sotterraneo, è poi riutilizzata per vasca di scarico wc, irrigazione giardino, lavatrice, lavaggio auto ecc…; oppure utilizzando sistemi di ftodepurazione, come detto presenti nell’area a est, che sfruttano la capacità purifcatrici delle piante, riuscendo a reintrodurre parte dell’acqua depurata nella rete domestica, diminuendo così l’utilizzo della stessa per usi non potabili.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Per le acque piovane il recupero è simile: i sistemi di raccolta possono essere di due tipi: naturale o con serbatoio. In entrambi i casi, l’acqua che andiamo a raccogliere e riutilizzare è quella che, in caso di pioggia, non sarà fltrata dal terreno bensì quella che colpisce le parti impermeabili presenti. Essa sarà incanalata verso il sistema di raccolta, per poi essere fltrata e introdotta nel sistema idrico.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Inoltre, al fne di creare un confort termoigrometrico all’interno degli ambienti domestici, si è studiato l’utilizzo di un sistema di geotermia. Sfruttando un unico impianto tecnologico abbiamo la possibilità di riscaldare, rafrescare, deumidifcare e produrre ACS (acqua calda sanitaria), riducendo al massimo i costi di esercizio e utilizzazione degli ambienti abitati.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Per quanto concerne l’energia elettrica, si è pensato di utilizzare parte della copertura per l’installazione di pannelli fotovoltaici tali da produrre un quantitativo energetico di almeno 6KW (25mq circa), atto a soddisfare l fabbisogno di un’abitazione di tali dimensioni.

Cesare Corfone, Luciana De Girolamo, Raffaele Vitale, Marco Manduzio, Angelo Salvato, Danilo Carella, Flora La Cava, CORFONE+PARTNERS — BARREL'S HOUSE

Le chiusure esterne e gli infssi saranno distati di telai con sistemi a risparmio energetico e con vetri basso-emissivi.


magazzino municipale - chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri

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L’edificio è stato realizzato nell’ambito delle gare di appalto per la ricostruzione degli edifici municipali a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel maggio del 2012. La gara è stata indetta dal Presidente della Regione Emilia Romagna a cui è stato attribuito il ruolo di Commissario delegato per la gestione dell’emergenza e per la ricostruzione post sisma. Le strutture e i pannelli di tamponamento sono di tipo prefabbricato in calcestruzzo armato. La concezione architettonica si pone con forza l’obiettivo di allontanarsi dall’immagine del prefabbricato e dal “provvisorio” tendendo il più possibile all’idea di edificio pubblico duraturo nel tempo e quindi riutilizzabile per altri usi.

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Marino Fei, Massimo Ranieri — magazzino municipale

Ristrutturazione fienile - Filippo Sala

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L’intervento prevede il recupero ai fini residenziali dell’unità posta ad est del blocco sud (fienile/pagliaio) con la formazione di un bilocale al piano terra ed uno al piano primo con soppalco. L’unità residenziale posta al piano terra ha accesso diretto dal giardino di proprietà ove viene localizzato anche il posto auto di pertinenza. L’accesso all’abitazione avviene da un portico direttamente alla zona soggiorno/cottura/pranzo. Da tale zona, attraverso il locale disimpegno si accede al locale bagno o alla camera matrimoniale; dalla camera è inoltre possibile accedere attraverso la porta-finetra ad un giardinetto privato posto a sud. All’unità residenziale posta al piano primo si accede tramite la scala privata posta ad ovest della proprietà. Attraverso una zona filtro si accede ad un open-space ove viene localizzata la zona soggiorno/cottura/pranzo. A sud di tale zona si apre una parete vetrata tramite la quale si accede al balcone. Sempre dalla zona giorno si ha accesso al bagno posto anch’esso a sud. Dalla zona filtro, tramite una scala elicoidale, si accede al soppalco ove viene localizzata la camera matrimoniale con la relativa cabina armadio. La scelta tipologica e distributiva degli alloggi è stata fatta seguendo due linee guida: l’analisi geometrica della pianta e il mantenimento delle caratteristiche architettoniche tipiche presenti nell’edificio. La geometria della pianta si basa sul concetto della casa come architettura privata, quindi orientata e conformata su due spazi (Kahn avrebbe detto “servente e servito”). La pianta rettangolare (11,50 m. x 6,00 m. circa) è suddivisa in due zone che si ripetono su tutti i piani: - la zona ad ovest è riservata ai vani scala ed ai servizi (disimpegno, zona filtro, bagni e cabina armadio); - l’altra zona, costituita da un unico spazio vuoto e flessibile (di circa 50,00 mq.), è occupata al piano terra dal portico, dalla zona soggiorno-pranzo-cucina e dalla camera, al piano primo dalla zona soggiorno-pranzo-cucina con il relativo balcone ed al piano primo dalla camera da letto. Riguardo le caratteristiche architettoniche dell’edificio si è cercato di non alterare la situazione esistente sia nel prospetto sud (mantenimento del nido d’ape e delle apertura al piano terra) che in quello nord (mantenimento del portico e dell’arco al piano terra). I materiali utilizzati corrispondono a quelli esistenti nell’intero complesso, fatta eccezione per l’utilizzo dell’acciaio corten nella zona ovest del prospetto nord e nel nuovo cancello pedonale.

Filippo Sala — Ristrutturazione fienile

SEZIONE

Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes - Dafne Travia

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El proyecto es un nuevo Centro de estudio y investigación arqueologica en el interior del jardín “Carmen de los Catalanes”, patronato de la Alhambra. Los servicios de taller, biblioteca, archivo,almacén y exposición fotografica se alojan en los nuevos volúmenes, mientras los servicios administrativos y la cafetería se organizan en el interior del antiguo Carmen. El nuevo conjunto se planea como un edificio muralla que se organiza por volúmenes separados en relación a las funciones que se organiza en el interior, todos conectados entre ellos por caminos secundarios a cotas diferentes, che toma su dimensiones y volumetria en relación a uno silos subterráneo existentes y a la topografia del suelo con una notable pendencia de las curvas de niveles.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Plano de situación del Carmen de los Catalanes en relación a la ciudad y a la Alhambra.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Evolución histórica y plano de situación del Carmen con sus elementos caracteristico en el interior.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Mapa del verde y analisi de las principales especies de arboles existentes en el Carmen.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Esquema de la idea previa de proyecto, organización de los volúmenes y de la tecnica constructiva.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Análisis y interventos de proyecto en la estructura existente de la casa.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Planivolumetrivo de la idea de proyecto y analisi de las funciones que se organizan en el interior.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Planta plano zero, entrada principal.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Planta plano meno uno y meno dos.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Section constructiva y detalles.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Render y foto inserimento en la ciudad.

Dafne Travia — Centro de Estudios y Investigación Carmen de los Catalanes

Resumen de la experiencia de proyecto y de vida en la ciudad!

PROGETTO PILOTA CENTRO BENESSERE - Filippo Sala

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Progetto pilota per centri Garra Rufa Spa, società specializzata in trattamenti di fish pedicure.

Filippo Sala — PROGETTO PILOTA CENTRO BENESSERE

Vista

Filippo Sala — PROGETTO PILOTA CENTRO BENESSERE

vista

Filippo Sala — PROGETTO PILOTA CENTRO BENESSERE

VISTA

magazzino municipale - chiarel+pavani, Massimo Ranieri

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Il progetto per il nuovo magazzino municipale del Comune di Camposanto, Modena è risultato vincitore della gara di appalto integrata per la ricostruzione degli edifici pubblici a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel maggio del 2012. La gara è stata indetta dal Presidente della Regione Emilia Romagna a cui è stato attribuito il ruolo di Commissario delegato per la gestione dell’emergenza e per la ricostruzione post sisma. Le strutture e i pannelli di tamponamento sono di tipo prefabbricato in calcestruzzo armato. L’organizzazione volumetrica del magazzino tiene conto della configurazione e dell’orientamento del lotto, del sistema di accessibilità e del rapporto con i campi sportivi esistenti. Tutti i portoni sono dotati di ampie zone vetrate per garantire una buona illuminazione naturale interna e al contempo una visuale libera verso il paesaggio esterno. Il blocco degli spogliatoi-ufficio è collocato nella parte ovest del magazzino, verso il percorso pedonale di accesso ai campi sportivi, per allontanare la zona di ingresso degli automezzi. Si è inoltre lasciata un ampia zona verde di fianco al magazzino in modo da creare un “filtro” verso i percorsi pedonali.

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — magazzino municipale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — magazzino municipale

VIVILISOLA - studioelt

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Possiamo immaginare uno spazio fisico come uno scontro-incontro tra relazioni umane, un tessuto connettivo dove si intrecciano gli avvenimenti, un luogo del trasporto tra emozioni, desideri, consuetudini. Così, il progetto, affida la sua essenza costruttiva e compositiva alla capacità di errare tra varietà spaziali. Concepito come ‘frammento’ di completamento dell’intero isolato preesistente, il nuovo centro civico VIVILISOLA definisce il rapporto con il parco come un classico ‘padiglione di vetro’ di antica memoria e un luogo pubblico di incontro e condivisione di quartiere. La copertura a falde in pannelli traslucidi rimanda e reinterpreta il tema delle grandi falde degli edifici preesistenti e le sale-case che esplodono dall’edificio principale verso l’esterno dichiarano la volontà di dialogare con il parco sul piano funzionale, formale e semantico. L’intero isolato, completato dal centro civico, ridefinisce il rapporto con il parco attraverso il ‘frammento’ mancante: un incubatore di attività dove la flessibilità degli spazi favorisce l’aggregazione delle persone e contribuisce alla vivibilità del parco e dell’intero quartiere, territorio aperto a trasformazioni e continua crescita. Il padiglione, al colmo 12.60m e all’imposta 9,60m, ridefinisce la testata del piccolo insediamento ottocentesco restituendogli centralità rispetto al parco. Esso recepisce e si attesta sulla quota della strada del parco su cui apre il suo ingresso principale e recupera, al suo interno, la quota più bassa della strada interna sulla quale disegna il secondo ingresso. Il parco entra nell’edificio ma il verde, dal suolo, si trasferisce sui tetti delle sale-case, generando una sorta di nuovo paesaggio naturale ed artificiale insieme, in cui interno ed esterno si compenetrano consentendo l’uso dell’intera struttura e delle sue forme ancora come una parte di parco, dove gli spazi dell’incontro sono definiti da leggere pareti trasparenti che favoriscono la percezione del parco, dalla articolata morfologia del suolo, dai tetti verdi a falda delle sale-case in legno e dai brise-soleil, sempre in legno, che contribuiscono alla conformazione del microclima interno.

studioelt — VIVILISOLA

Il progetto elabora un microcosmo eco-compatibile dove i tetti verdi inclinati e il sistema della torre del vento costituiscono risorsa energetica per la vivibilità dando vita ad un sistema che fissa la natura delle relazioni con il contesto e il carattere dell’edificio, conservandone e reinterpretando discontinuità e complessità. Nove grandi sale, distribuite su due livelli, diventano all’occorrenza spazi flessibili e comunicanti per i momenti di lavoro e incontri collettivi; i connettivi, in specie quelli al piano terra, generano, con la loro forma irregolare, ulteriori spazialità dove svolgere attività estemporanee come mostre, percorsi di gioco o, all’occorrenza, spazi da unire alla ludoteca e/o al centro anziani/adolescenti. Possiamo immaginare uno spazio fisico come uno scontro-incontro tra relazioni umane, un tessuto connettivo dove si intrecciano gli avvenimenti, un luogo del trasporto tra emozioni, desideri, consuetudini. Così, il progetto, affida la sua essenza costruttiva e compositiva alla capacità di errare tra varietà spaziali. Concepito come ‘frammento’ di completamento dell’intero isolato preesistente, il nuovo centro civico VIVILISOLA definisce il rapporto con il parco come un classico ‘padiglione di vetro’ di antica memoria e un luogo pubblico di incontro e condivisione di quartiere. La copertura a falde in pannelli traslucidi rimanda e reinterpreta il tema delle grandi falde degli edifici preesistenti e le sale-case che esplodono dall’edificio principale verso l’esterno dichiarano la volontà di dialogare con il parco sul piano funzionale, formale e semantico. L’intero isolato, completato dal centro civico, ridefinisce il rapporto con il parco attraverso il ‘frammento’ mancante: un incubatore di attività dove la flessibilità degli spazi favorisce l’aggregazione delle persone e contribuisce alla vivibilità del parco e dell’intero quartiere, territorio aperto a trasformazioni e continua crescita. Il padiglione, al colmo 12.60m e all’imposta 9,60m, ridefinisce la testata del piccolo insediamento ottocentesco restituendogli centralità rispetto al parco. Esso recepisce e si attesta sulla quota della strada del parco su cui apre il suo ingresso principale e recupera, al suo interno, la quota più bassa della strada interna sulla quale disegna il secondo ingresso. Il parco entra nell’edificio ma il verde, dal suolo, si trasferisce sui tetti delle sale-case, generando una sorta di nuovo paesaggio naturale ed artificiale insieme, in cui interno ed esterno si compenetrano consentendo l’uso dell’intera struttura e delle sue forme ancora come una parte di parco, dove gli spazi dell’incontro sono definiti da leggere pareti trasparenti che favoriscono la percezione del parco, dalla articolata morfologia del suolo, dai tetti verdi a falda delle sale-case in legno e dai brise-soleil, sempre in legno, che contribuiscono alla conformazione del microclima interno.

studioelt — VIVILISOLA

Il progetto elabora un microcosmo eco-compatibile dove i tetti verdi inclinati e il sistema della torre del vento costituiscono risorsa energetica per la vivibilità dando vita ad un sistema che fissa la natura delle relazioni con il contesto e il carattere dell’edificio, conservandone e reinterpretando discontinuità e complessità. Nove grandi sale, distribuite su due livelli, diventano all’occorrenza spazi flessibili e comunicanti per i momenti di lavoro e incontri collettivi; i connettivi, in specie quelli al piano terra, generano, con la loro forma irregolare, ulteriori spazialità dove svolgere attività estemporanee come mostre, percorsi di gioco o, all’occorrenza, spazi da unire alla ludoteca e/o al centro anziani/adolescenti. Il progetto punta quindi alla configurazione di spazialità fluide e orizzonti diversificati, in cui le persone possano sentirsi accolte come in una casa, un luogo familiare, accogliente, giocoso, ricco di sorprese anche visive: le tre sale a piano terra, con i tetti verdi a falde, disegnano infatti un insolito piano terra, interno ed esterno al contempo, pannelli traslucidi, in alcuni punti anche colorati, filtrano una luce diversa con il variare delle ore durante la giornata e delle stagioni durante l’anno, regalando agli spazi interni intensi giochi di luce. Le sale al primo livello, invece, nascono già flessibili e misurano la propria spazialità direttamente con le grandi falde trasparenti della copertura e con i pannelli a brise-soleil che dalla facciata esterna piegano verso l’interno delimitando le sale ma offrendo scorci verso il piano terra inusuali affacciandosi sui tetti verdi a falda delle sale inferiori, come su un esterno.

studioelt — VIVILISOLA

Il progetto ha l’obiettivo di realizzare una vera e propria MACCHINA ECOSOSTENIBILE che riduca l’impatto ambientale e le emissioni di CO2 nella maggiore misura possibile, dall’aspetto strutturale e impiantistico allo sfruttamento di risorse energetiche illimitate, dalla tipologia di materiali all’attenzione all’equilibrio microclimatico interno:

studioelt — VIVILISOLA

• Costruzione “a secco”, con l’impiego di componenti prefabbricati. • Sistemi di raccolta dell’acqua piovana. • Distribuzione funzionale all’orientamento del lotto. • Controllo microclimatico interno attraverso: a) Brise soleil e pannelli fotovoltaici orientati a sud. b) 3 tipologie di ventilazione naturale o ibrida: -VENTILAZIONE per “EFFETTO CAMINO”; -TORRE DEL VENTO (wind scoops cannel) per l’intercettazione dei venti e loro ridistribuzione all’interno; -VENTILAZIONE GEOTERMICA che sfrutta la temperatura costante del terreno di 18° durante l’anno. c) Tetti giardino a falde per l’isolamento termico delle sale e per la mitigazione del microclima dell’intero edificio. d) Distribuzione delle sale-case che favorisce il movimento e la canalizzazione dell’aria nel lato sopravento.

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

studioelt — VIVILISOLA

biblioteca comunale - chiarel+pavani, Massimo Ranieri

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Il progetto per la nuova biblioteca comunale di Mirandola, Modena ha ottenuto il miglior punteggio come offerta tecnica nella gara di appalto integrata per la ricostruzione degli edifici pubblici a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel maggio del 2012. La gara è stata indetta dal Presidente della Regione Emilia Romagna a cui è stato attribuito il ruolo di Commissario delegato per la gestione dell’emergenza e per la ricostruzione post sisma. L’organizzazione volumetrica della Biblioteca tiene conto della configurazione e dell’orientamento del lotto, del sistema di accessibilità e del rapporto con i nuovi edifici scolastici temporanei costruiti dopo il terremoto del 2012. Si è scelto di individuare una nuova piazzetta che individui ed enfatizzi l’ingresso alla Biblioteca in corrispondenza dell’incrocio tra i marciapiedi esistenti. La piazzetta diventa così elemento di passaggio obbligato per gli studenti, consentendo l’accesso al nuovo edificio sia da est verso i parcheggi, sia da nord verso la palestra.

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale

chiarel+pavani, Massimo Ranieri — biblioteca comunale


Unità abitativa per ricostruzione post-tifone Haiyan - Filippo Sala

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Le catastrofi naturali che si sono verificate negli ultimi anni hanno portato diverse associazioni e strutture a porsi il problema di come, soprattutto in un contesto come quello dei paesi in via di sviluppo, sia possibile coniugare architetture a basso costo e in autocostruzione con le calamità cui alcune regioni geografiche sono particolarmente soggette. Questo uno degli scopi che ha mosso Giampietro Brambilla a finanziare un progetto di RI”costruzione” di edilizia sociale contro i disastri naturali al fine di garantire un rifugio sicuro ai residenti della zona in caso di cicloni, uragani e trombe d’aria. Il tema da affrontare è stato quindi quello del disaster-design a basso costo da applicare in un contesto in cui generalmente gli edifici sono realizzati in legno e metallo e risultano quindi scuri e, a causa delle condizioni climatiche, eccessivamente caldi.

Filippo Sala — Unità abitativa per ricostruzione post-tifone Haiyan

PROGETTO

Il progetto doveva rispondere ad alcuni particolari requisiti oltre ad un budget economico limitato: l’utilizzo di materiali sostenibili e locali, la possibilità di essere realizzato con mano d’opera locale e non necessariamente specializzata, un basso impatto ambientale dal punto di vista dei rifiuti, lo sfruttamento di luce e ventilazione naturali e l’utilizzo di un sistema costruttivo replicabile anche in altre zone geografiche senza eccessive modifiche. Dall’osservazione delle tipologie tradizionali della zona, gli elementi ricorrenti sono risultati essere: il grande tetto spiovente e la veranda coperta che offrono la possibilità di sostare in uno spazio protetto dai raggi solari ma raffrescato dalle correnti d’aria. L’alloggio è quello tipico dell’edificio residenziale in questa regione: un blocco lineare contenente un grande spazio flessibile adibito a zona giorno e zona notte, e una zona separata adibita a servizio igienico.

Filippo Sala — Unità abitativa per ricostruzione post-tifone Haiyan

ASSONOMETRIA

L’unità residenziale è composta da due elementi architettonici. Il blocco resistente, costituito da una struttura scatolare in cemento armato e tamponature in muratura con una grande vetrata apribile posta sul prospetto frontale. Il tetto/portico, costituito da due falde (struttura in bambù e copertura in foglie di banano) più lunghe del blocco resistente al fine di costruire uno spazio dove si svolgono attività all’aperto ma al riparo dai caldi raggi del sole.

L’utilizzo del bambù, abbondante in quest’area, ha a sua volta una duplice utilità. Dal punto di vista statico, risulta avere ottime elasticità e resistenza ed è quindi ideale in caso di forti raffiche di vento; ha inoltre una rigenerazione molto più rapida del legno (può essere raccolto ogni tre anni contro i dieci del legno).

La tecnologia scelta riutilizza i basamenti esistenti sui quali erano collocate le vecchie unità abitative. Questa scelta permette sia di mantenere asciutto il pavimento durante la stagione umida, sia di proteggere i culmi del bambù dall’acqua (in caso contrario sarebbero soggetti a marcescenza e all’attacco di insetti).

Stella K - CAB ARCHITECTES

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The project is located in Beausoleil, a village situated midway between Nice and Italy. This small town, built on the hillside between the sea and the mountain demonstrates an approach to town planning typical to the region. Instead of standardized volumes of buildings there are thin strips, one or two plots wide, rising in tiers and lined with streets traversing the east to west latitude. The town is served by a pedestrian orientated network of straight stairways with a Northern/Southern aspect and these unique long fissures offer glimpses toward the sea and give the area a vertiginous nature.

CAB ARCHITECTES — Stella K

Genral View from street side

The neighbourhood embraces a disparate mix of construction types, small houses juxtaposed against large apartment buildings. The parcel is located on a plot that slopes steeply towards the South. Access is from the ‘Avenue de Villaine,’ directly above the plot and strict building regulations determine the size of the building. The apartments are placed from level one upward. The ground floor and the basement, profiting from the slope, are utilized for naturally illuminated and well ventilated car parks. The narrow plot forces a network of gangways, in effect raised sidewalks that open onto the street and northern hillside. Nine conduits punctuate the length of the building. These form double aspect apartments articulating around blocks composed of kitchens, bathroom and toilets. Originally designed as two or three-roomed apartments they can be coupled together to expand the interior volume and the central units adapted to new desires. The final two levels are comprised of three adjacent duplexes, considered as villas on the roof, each having the benefit of a panoramic solarium.

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

The building collates two different scales: Uphill, it’s connected with the proportions of the ground and street. The pedestrian routes are situated at the back side of the building and open out onto the hill and the outline of the building is fragmented into small volumes standing in harmony with the nearby buildings. Downhill, it opens onto the view, facing the Mediterranean Sea, with Monaco below. The front façade becomes a 2.40m by 4.10m grid of loggias, projecting the viewer into the landscape and reaffirming the vertiginous and floating quality of the site.

CAB ARCHITECTES — Stella K

StellaK

Construction on the hillside offers different points of view of a building. The project can be observed from the top of the slope, consequently viewing foremost its roof, or, from a lower angle where it can be appreciated within the developed entirety of the hillside. The roof was thus considered as a fifth facade. Comprising of autonomous wooden solariums, it allows the occupants to climb up to the roof to enjoy the exceptional view. The Southern façade assimilates itself into the vertical urban landscape of the hillside, characteristic of the urbanized littoral of the Riviera. A contemporary reinterpretation of traditional stucco facing techniques was used for the façade and lacquered metal for the shutters and backside volumes, and exotic wood on the roof for the solariums. The façade is contrived as a spiral on which each plane is coloured with a progressively darker tone until at the final turn the building is evident as two volumes, one whom relates directly to the street and the other turning toward the wide landscape.

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

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CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

CAB ARCHITECTES — Stella K

Stella K

1930 City Lodge - Ren Ito, Alessandro Pepe

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(PT) 1930 CITY LODGEé um “Design hotel” localizado no norte do Porto. Tem 3 quartos de casal e 2 quartos com beliche. As muitas madeiras utilizadas no interior e as iluminações originais criam um ambiente acolhedor e confortável.

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

(EN) 1930 CITY LODGE is a design hotel in the north of Porto city. It has 3 sweet rooms and 2 dormitory rooms. Plenty of wood used inside and originally designed illumination create a cozy and warm ambient.

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

(JP) 1930 CITY LODGEはポルト市の北に位置するデザインホテルで、3つのスィートルームと2つのドミトリールームからなる。内部にはふんだんに木材が使われ、オリジナルデザインの照明とともに、快適で温かみのある空間をつくりだしている。

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

(IT) 1930 CITY LODGEé um design hotel situado nella zona nord di Porto. Ha tre stanze matrimoniali e tre stanze dormitorio. L’uso frequante del legno nel disegno degli interni e l’illuminazione originale contribuiscono a creare un ambiente caldo e confortevole.

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

Ren Ito, Alessandro Pepe — 1930 City Lodge

ECO - Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA

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Le projet s’implante conformément au plan de la zone, en respectant les distances et les surfaces requises, sous la forme d’une typologie en ligne avec patio.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

ECO

La géométrie du projet s’articule selon les lignes directrices du site en reprenant la topographie existante du lieu afin de s’intégrer le plus naturellement possible avec une exposition idéale. L’utilisation de systèmes photovoltaïques, l’éclairage naturel adéquat de chaque appartement, un revêtement rayonnant, une ventilation naturelle, une toiture jardin et la récupération des eaux de pluie rendent ce nouveau complexe pour les douaniers autonome Le but est de faire l’économie de futurs coûts de gestion et de créer un mode de vivre durable.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Plan de situation

Le dynamisme formel des volumes et l’étude attentive des matériaux qui recouvrent entièrement les façades, sous la forme d’éléments modulaires en pierre, avec des stries de forme trapézoïdale et dont la surface est bouchardée, garantissent une réduction du bruit généré par l’autoroute en partie basse du terrain et, de l’autre côté, par l’aéroport international de Genève.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Model

Les revêtements extérieurs en pierre à granulométrie fine comme l’étude attentive des essences végétales sélectionnées, dans le patio comme à l’extérieur, contribuent également à la réduction des émissions sonores.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Model

L’implantation en typologie sur cour, comme relation au contexte urbain existant, renforce l’autorité et déclare celle des futurs résidents.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Model

La perméabilité du projet révèle la continuité naturelle entre l’espace privé et le contexte existant garantissant que ce soit par la végétation que par l’utilisation des résidents, même porteurs d’un handicap.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Model

L’articulation des espaces communs comme la buanderie, qui peut devenir au gré des habitants une salle de réunion, de rencontre mais également un atelier où encore une salle de sport, et les autres locaux communs, privilégient le contact, la convivialité et les relations humaines.

Architect Antonino Fabio Scaglione, Zanini Luciano, architecte EAUG/AGA/SIA — ECO

Model

Le parking souterrain sur deux niveaux s’inscrit également dans la morphologie naturelle du lieu. Accessible depuis le parking existant il préserve au mieux la qualité paysagère du site.

La position des locaux à vélo et poussettes, à proximité des accès, encourage l’utilisation de mobilités douces.

Une attention particulière a été portée à l’espace pour les chiens. Les cages sont couvertes et profitent d’un jardin à ciel ouvert, sur l’avant, naturellement ventilé, réservéà l’attention des chiens.

Les solutions constructives économiques, écologiques et performantes veulent permettre à ce projet de complexe pour les douaniers de s’insérer dans la catégorie des projets durables, efficacement économiques et équitablement accessibles aux personnes handicapées.

Strip of six apartments in Eze - CAB ARCHITECTES

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Site/Programme The site of the project is located at the entry to the village of Eze, nestled between a national bypass (downhill) and a local road (uphill.) The terrain is steep and supported by a large stone wall in the lower section of the plot. The site faces south and profits from 180° vistas toward; the dramatic coastline; the Mediterranean and the spectacular old village of Eze. The programme, (comprising a strip of six apartments, 3×2 room ‘simplexes’ and 3×3room ‘duplexes’ all served by a communal open air corridor) was defined early in the initial draft to exploit fully the potential of the plot in terms of surface, typologies and parking.

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

Rapport with the Site The plunging viewpoint over the site required a careful attention to the roof, truly a ‘fifth façade’ and the only one visible from the road above. The surrounding landscape demanded a rapport with the building and the architecture was thus approached accordingly. The entry to the residence was designed with consideration to the horizon line and suggests an extended ‘belvédère’ (viewing point), prolonging the public space toward the panorama. Following local building guidelines regarding view constraints, the challenge was to persuade the client that ‘nothing must surpass the level of the road above’. The entry gate was placed well into the descending access ramp and the maximum height of the building was consequently defined by the level of the road above. The plunging perception of the downhill façade exaggerates the powerful presence of the site. The seemingly overhanging apartments are projected towards the void, benefiting from an atmospheric position in suspension between ‘air, terre et mer’ (air, land and sea).

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

Villas in a Strip The project is composed of two units corresponding to the two programmes. The three ‘duplexes’ are anchored in the grounds to the west and the three ‘simplexes’ perch on top of the car park. The apartments are placed side by side forming a strip and are connected and served by an open air corridor, which, for the duration of the approach to the entry doors, offers a respite from the horizontal views, instead framing the sky above and glimpses of the neighbouring scenery. Each residence profits from a private connection to the exterior utilising two typologies: a loggia as extension to the living room surface and a generous rooftop solarium. The steep gradient of the plot prevented the inclusion of private gardens in the programme and was compensated by the addition of these rooftop solariums, artificial terrains encased in wood.

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

Structure/Nature The distinctive topography of the plot and the close proximity of the countryside create an immediate dialogue between the project and its physical context. The downhill façade of the building seemingly floats over the steep terrain that has been left to follow its natural inclination downhill. Anchored to the ground on the western end, the building, a beam of sorts, detaches from the ground on the eastern far side. Here, accentuated by the slope of the access ramp to the parking lot, the volume of the building is separated from the ground, proffering a view of the truncated corridor, abruptly ended as if waiting for a future prolongation. A large wall, perforated with small holes dissimulates the corridor contributing to the abstraction of the sense of a domestic scale and to the notion of the ‘ascending beam’. To amplify the rapport of the object to its sight, the building seeks to evoke a project of infrastructure or of civil engineering. The span between structural columns is 9 M, and the plates of 0.35M deep concrete straddle the leap between the vertical structural elements. These vast spans, atypical in apartment construction redefine ones visual understanding of the building.

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

Structure/Usage This principle of large spans between support columns is applied is also applied within the ‘duplexes’ (7,00 M) and the ‘simplexes’ (9,00M) and aim to offer a maximum flexibility within the interior configuration can be modified at whim and without constraints. Thus personalized installations are possible and notably the living room and kitchen are entirely modifiable (closed kitchens, American breakfast bars or central island styles…) The perforated communal corridor creates an intimacy within the circulatory space, the large wall reflecting the vertical light and serving to hide domestic elements such as bathroom outlets and storerooms.

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

Light/Usage This calm treatment of the uphill façade is in strong contrast with the design of the downhill façade, where the volume of the building projects forcefully into the view. The two units are clad by a metal armour that folds and unfolds to the wishes of the inhabitants, proffering an ever-changing façade. Under this shimmering skin of metal, a floor to ceiling glazed façade is hidden and protected, comprising the entire southern façade and encompassing the loggias and bay windows. In a reprise of the ‘traditional shutter’, the sections of metal grill retract and blink like eyelids, allowing the landscape and light to penetrate the interiors. When closed they filter the sunshine creating a dusky light and protecting the glazed skin. Responding to the demands of the Mediterranean climate, these pleated shutters create a diffused ambiance and permit a multitude of positions. When open, the upper half of the shutter forms a sunshade and the lower half hides the view of the busy road below. Each section corresponds precisely to the size of the window frame behind and can be operated independently. There are limitless possibilities for the positioning of the shutters ensure an infinite range of sun drenched interiors filtered by various degrees and the moveable component proposes a playful aspect to the building. When the shutters are opened in entirety, the building becomes a ‘window apartment’ and the continuation of the floor to exterior space amplifies this sentiment. The design of these moveable shutters begins with the physics of simple counterpoised elements. The weight of the rising element is counterbalanced by the descending element, consequently reducing the overall mass of the object. A simple motor, similar to those found in existing shutter applications is all that is required to power the mechanism. The modules, each composed of a simple hinged framework of lacquered steel and galvanised louvers, calls upon a simple ‘low tech’ ingenuity. On the level of the bedrooms of the ‘duplexes,’ small balconies are suspended over the slope prolonging the habitation space. Protection from the sun is provided by the cantilever of the building, defined in volume by the loggias and living spaces above. To resolve the delicate problem of separation between the balconies, one single shutter opens to form a separation device between the apartments. This subtle intervention, in addition to the continually changing metal façade above, signifies effectively the occupation of the apartment and thus animates the building. The arrival of the horizontal southern light toward the south facing windows is countered by the vertical light of the north. The northern daylight enters the building by the communal corridor, the stair shafts leading to the solariums and by the skylights that diffuse the daylight into the bedrooms and bathrooms below (duplexes.) Spatial processes have been employed to alleviate the relative narrowness of the apartments. When the front door is open, the landing toward the solarium appears to be connected to the living spaces, enlarging the feeling of space in the apartment and offering a greater visual depth toward the perforated exterior wall of the communal corridor. This strategy is also employed with the treatment of the external door, whose double position closes either the entrance to the apartment as a whole or exclusively the stairs to the solarium, signifying clearly the presence or not of the inhabitants.

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

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CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

CAB ARCHITECTES — Strip of six apartments in Eze

House in ses Oliveres Beach - Toni Gironès

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LIVE IN AN OLD OLIVE GROVE IN CADAQUÉS: LIVE IN A HOUSE IN“SES OLIVERES” BEACH 2009 – 2012

The secular action of Cadaqués population interpreting the natural space and setting out the stone terraces in a dry process for the planting of olive trees and grapes, it is a morphologic characteristic of “Cap de Creus”. The course of time and the scanty means, they thought a technique and trace the system ground rules that optimize the natural resources.

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

In an olive grove placed at the limit of “Ses Oliveres” beach and a certain distance of the old part of the village, is where that residence is projected. The stone terraces are parallels a the old stream that canalize the “tramontana” dry wind and, following the slope turn to west to receive the freshness of “garbí”… walls between 40 and 70-cm-high that with separations between 4 and 5 metres help to exceed the original drop of the topography, placed to continue the line of minimum slope. About 15 olive trees, 10 pines, 5 cypress and 2 mimosas, form the vegetal mass that crosses the plot from the east to the west, leaving a north gab that, as one, answer to the more elevated heights since where we meet again the sea.

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

The house do not use up all the regulatory height because it searchs the horizon between the ground and the olive leaves. New horizontal planes from the old stream since the overhead of the plot turned up, passing through a ground floor that, as a gab inside the dig rock and the pre-existing olives, has a good thermal inertia and crossed ventilation agreed with the dominant winds. The structure of the bearing wall is drawn up tangent to the original structure of the agricultural construction… The terraces that were removed to build the new topography go back adapting itself to other needs, taking roots of the act of living again in the place.

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

Toni Gironès — House in ses Oliveres Beach

LaPaire - GVNG

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LaPaire, deux mobiliers urbains nomades et évolutifs financés par Notre Quartier 13.

GVNG — LaPaire

chantier

Initialement conçus pour la fête de quartier 13 en fête aux grands moulins, ces modules sont voués aux associations et aux structures du 13ème arrondissement de Paris, Petit Bain les a accueillis sur la terrasse dans le cadre du Festival des Arts d’Hawaii.

GVNG — LaPaire

Construction

Cette paire de modules, prototype conçu à partir d’un principe déclinable, permet d’accueillir différents usages : assises, tables, bars, chaises longues, exposition… Ils peuvent accueillir 4 à 5 personnes. Leurs roues leur permettent d’évoluer dans l’espace, proposant ainsi diverses combinaisons entre les deux modules et/ou leur environnement direct.

GVNG — LaPaire

inventaire

N’hésitez donc pas à les bouger, à vous installer, ils sont à vous !

GVNG — LaPaire

?

GVNG — LaPaire

Gangulor

GVNG — LaPaire

possibles

GVNG — LaPaire

GVNG — LaPaire

GVNG — LaPaire

GVNG — LaPaire

GVNG — LaPaire

GVNG — LaPaire


35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad - Toni Gironès

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Una ciudad con una gran tradición industrial… Un crecimiento urbano acelerado, producto del proceso migratorio posterior a la Guerra Civil Española… interacción, mestizaje… un incremento de la población en sincronía con la posguerra y la implantación de industrias locales… nuevas naturalezas… nuevos paisajes… nuevas memorias… Una ciudad caracterizada por la dispersión de medianeras cerámicas de alturas variables… Unas medianeras en sintonía con los procesos a los que pertenecen… Un proyecto que se adapta a las trazas de una de estas antiguas industrias.

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Una estructura industrial que era uno de los edificios fundacionales del barrio (1940), del cuál se conserva una parte como presencia y memoria de una época… Una envolvente/ gálibo como contenedor que se mantiene… Un cambio de uso en el tiempo… de industrial (fábrica de margarinas y chocolate) a vivienda (28+7 unidades)… Unos lugares difusos en el límite entre la ciudad y la casa… pasajes, vestíbulos, escaleras, ascensores, pasadizos… interior, exterior… hierro, arcilla, grava, madera… ventilaciones cruzadas, lluvia… jardines… Un cerramiento en seco en el que se recicla conceptualmente el uso de un material que ya viene modulado des del mercado, transformando dinteles cerámicos de gran formato en 1590 macetas/jardineras… Una maceta como unidad, que por repetición genera la forma final del edificio… Una trama estriada sobre la que se aplica, de la forma más tradicional, plantas de jardín (especies crasas que se autorregulan). Una vegetación que transmite a la ciudad un interior de acuerdo con la escala humana… Un edificio como soporte de actividad dónde diferentes usuarios pueden reflejarse y coexistir. Un edificio como biotopo que poco a poco será colonizado por sus habitantes…

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

Toni Gironès — 35 viviendas y sus espacios de transición con la ciudad

PABELLON-S - TALLER DIEZ 05

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PAVILION-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

Located in the south of Veracruz City in Mexico, the Pavilion – S  is an annex of an existing dwelling house that has the intention to accommodate different complementary uses as a multifunctional space.
In terms of design, the architectural concept is originated from the idea of INSERTION to an existing contained space with typological and natural default conditions.
As this was an established consolidated dwelling, there were certain typology aspects to put onto consideration that established the environmental space from the site such as: vertical apertures, flares, lattices and historical reminiscences of San Juan de Ulúa historic fortress, that were the starting point to analyze the main signs to shaped permanently this project.
While being compromised by a magnificent existing green area, the strategy changed on making minimal contact with the adjacencies and fully structured vegetation elements, taking advantage of the natural views to the immediate environment.
At the same time this intervention was located in an area of the property that allowed the visibility of an existing green wall, that is why the overall idea was creating a block that compresses the interior program through a "Spatial Bond or Belt", releasing its longitudinal fronts, where the view from the dwelling is predominant.
To formally define the building, the Pavilion is connected to the existing building trough a wood box connector as a link between these two elements; there is a concrete wall framing the living room area where gently gets involved with a narrow zone of vegetation.

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

Longitudinal Section

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

Design Process

TALLER DIEZ 05 — PABELLON-S

Site Plan

Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi - COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL

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Un luogo di socialità polifunzionale e di cittadinanza attiva, permeabile, accogliente, sostenibile, che favorisce l’interazione e la condivisione.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

ARCHITETTURA La scelta su cui si fonda il progetto é quella di voler disegnare una volumetria che, oltre a essere funzionale, risulti integrata nel parco “La biblioteca degli alberi” e sia anche rappresentativa del contenuto di una struttura pubblica com’é un centro civico. Concepito per essere permeabile al passaggio, alla vista e alla luce naturale, l’involucro proposto si compone di tanti elementi in legno modulari che, oltre ad assolvere una funzione strutturale, permettono di proteggere le superfici vetrate schermandole dalla radiazione solare diretta. L’ obiettivo è stato costruire un volume senza separazioni nette tra interno ed esterno, che integri la nuova struttura nello spazio pubblico con un passaggio graduale tra interno ed esterno. La stessa distribuzione ne è l’esempio: organizzando dall’interno all’esterno gli spazi partendo da quelli che richiedono un maggior grado di privacy ed isolamento acustico/visivo, lo spazio a ridosso delle facciate rimane aperto creando un anello polifunzionale attorno ad un nucleo chiuso. L’organizzazione delle funzioni così configurate permette di ottimizzare al massimo le pratiche di gestione e controllo del Centro Civico.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

La definizione geometrica della proposta, di proporzioni e scala simili al resto delle costruzioni adiacenti, vuole inserirsi armoniosamente nel contesto edificato. Il progetto del parco “Biblioteca degli Alberi” si sviluppa intorno all’idea di un giardino botanico contemporaneo, un luogo dove vivere l’esperienza della botanica e della natura da un punto di vista educativo, dove dedicarsi al tempo libero, al gioco, al riposo. Trasferendo il concetto del parco anche al nuovo Centro Civico, si è progettato un luogo dove il fruitore potrà trascorrere alcune ore, rilassarsi leggendo un giornale, bevendo un caffè e acquisire nuove conoscenze attraverso i corsi ed i laboratori che le associazioni locali potranno organizzare nelle aule o negli spazi polifunzionali del centro. I bambini potranno giocare nella ludoteca, i giovani avranno a disposizione degli spazi dedicati alla multimedialità, gli anziani riconosceranno nel Centro Civico un vibrante punto di ritrovo. Non meno importante è lo spazio pubblico che, grazie ad un percorso soprelevato intergrato nella struttura, diventa parte dell’edificio. Da qui il fruitore potrá godere di punti di vista privilegiati sul parco e sul contesto urbano. Un percorso educativo per lo studio delle differenti piante rampicanti in facciata e delle piante prossime all’edificio. Lo spazio pubblico adiacente potrá essere utilizzato per attivitá all’aria aperta compiendo completamente l’interazione tra parco e Centro Civico.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

PROGRAMMA FUNZIONALE Un Centro Civico rappresenta di per sé un edificio dalla progettazione assai complessa, soprattutto perché l’organizzazione interna è variabile nel corso del tempo. Le funzioni le attività che vi si svolgono in continuo cambiamento, la fruizione dei servizi e la diffusione della cultura in costante evoluzione rendono difficili le previsioni e la programmazione a lungo termine. Inoltre in questo specifico caso si tratta di un edificio polifunzionale che ospiterà entità distinte tra loro ma allo stesso tempo correlate e che richiedono una organizzazione e gestione unificata. Per queste motivazioni riteniamo necessario e fondamentale creare un’ architettura flessibile, in grado di rispondere non solo ai bisogni del programma odierno ma allo stesso tempo consentirne i futuri cambi d’uso. Solitamente negli edifici contemporanei la flessibilità porta alla progettazione di piante libere dove può trovare spazio pressoché qualsiasi attività. I diversi usi non vengono separati e non vengono creati ambienti con caratteri di unicità. Al posto di questa flessibilità ambigua proponiamo un approccio più raffinato secondo una organizzazione dello spazio compartimentata: ogni zona sarà caratterizzata per usi specifici. La flessibilità come descritta precedentemente sarà possibile all’interno dei singoli compartimenti. Il piano terra viene disposto alla quota +125m, con accesso dalla facciata Sud. Su questo livello vengono collocati i servizi di ricezione: info point con adiacente ufficio dedicato al personale. A contatto visivo con l’accesso principale si trovano la caffetteria, accessibile anche direttamente dall’esterno sul lato Est, gli spazi d’incontro per gli anziani, lo spazio lettura dei periodici ed un piccolo Bookshop nel quale si potranno vendere prodotti legati agli eventi organizzati nel centro (mostre, concerti, presentazioni, ecc.). La sala concerti, chiusa nel nucleo dell’edificio, risulta ben isolata acusticamente dal resto degli spazi e si presenta come una sala polifunzionale di grandi dimensioni, adatta ad ospitare eventi differenti. Per attivitá che non richiedano isolamento acustico, è stato pensato che la gradonata possa svolgere la doppia funzione di connessione tra livelli e di piccolo auditorium aperto. Salendo lungo la stessa, si raggiunge il primo piano. Qui possiamo trovare la parete attrezzata per lo scambio di libri fra gli utenti del centro, la ludoteca-spazio giovani, lo sportello al cittadino e due sale polivalenti separate da una parete mobile, la quale permette di trasformarle in un’unica grande aula. Al piano superiore si trova la sala lettura-studio e lo spazio internet-multimedia, caratterizzata da una copertura vetrata che lascia filtrare la luce naturale. L’intero complesso è stato dimensionatio secondo la normativa vigente, garantendo la totale assenza di barriere architettoniche per assicurare l’accessibilitá del complesso a tutti. SOSTENIBILITÀ L’edificio viene sviluppato occupando la totalitá del lotto trapezioidale. Le facciate vengono differenziate in maniera da rispondere al meglio ai requisiti dettati dal loro orientamento specifico: quelle rivolte a Sud-Est e Sud-Ovest, ricevendo più ore di sole richiedono una schermatura maggiore. Saranno quindi più dense e caratterizzate da una maggior presenza di piante rampicanti in modo da proteggere efficacemente le superfici vetrate da una sovraesposizione alla radiazione solare diretta.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

Le entrate all’edificio sul lato Sud-Est e Nord-Est saranno protette e riparate da sole e pioggia con una tettoia di 1,8m di profondità x 3,4m di lunghezza, posizionate in corrispondenza di ogni porta. L’accesso principale prevede una doppia porta a protezione dal vento al fine di garantire un migliore comfort termico e il controllo della temperatura degli spazi interni. Privilegiando un sistema di costruzione a secco con elementi prefabbricati assemblabili in loco, sono stati scelti materiali come legno, vetro ed acciaio che garantiscano la possibilità di smontaggio e riutilizzo di ogni singolo componente dell’edificio. Per la realizzazione dei due strati dell’involucro esterno strutturale si propone l’impiego di legno lamellare di provenienza regionale, e di vetro per la facciata continua. Il nucleo funzionale in cui vengono racchiusi gli spazi che richiedono privacy ed isolamento acustico, verrà realizzato interamente con pannelli prefabbricati multistrato in legno, assemblato senza l’utilizzo di colle chimiche. L’isolamento termo-acustico previsto sará anch’esso costituito da materiali ecocompatibili, in accordo con il sistema costruttivo prefabbricato scelto. Essendo le facciate coperte da verde verticale, è indispensabile una sapiente gestione delle risorse idriche necessarie all’irrigazione delle piante. Proponiamo un sistema R.A.P. di riutilizzo dell’acqua piovana per rispondere alle necessitá di irrigazione e di igiene nei servizi, calcolando che un 50% del fabbisogno d’acqua del centro può essere soddisfatto dal riciclo delle acque di prima pioggia.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

BIOCLIMATICA Si propone l’utilizzo di un pozzo canadese che permetta di mantenere fresca l’aria del Centro Civico durante l’estate e calda durante l’inverno, utilizzando un sistema totalmente passivo. Il pozzo canadese è un sistema geotermico di superficie costituito da una serie di tubi, collocati ad un massimo di 2m di profondità, in cui si utilizza l’inerzia termica del suolo per pretrattare l’aria destinata a ventilare i fabbricati. Questo sistema permette che l’aria scambi calore con la terra (la quale resta a temperatura costante di 17 gradi Celsius d’estate e 7 durante l’inverno) in modo da risultare più fresca in estate e piú calda in inverno. Sempre riguardo alle strategie passive, vi è la possibilità di applicare all’edificio gli stessi principi bioclimatici di una serra temperata, in grado di mantenere una temperatura pressoché costante durante tutto l’anno con integrazioni puntali di sistemi attivi. Proponiamo l’istallazione di un suolo radiante in grado di far circolare al di sotto del pavimento acqua ad una temperatura di 30 gradi, dissipando calore nell’ambiente e contribuendo ad un abbassamento delle spese energetiche del 30% rispetto all’utilizzo dei tradizionali corpi scaldanti che funzionano con acqua ad una temperatura di 75 gradi. ENERGIA La scelta di una tipologia architettonica con un tetto a due falde tradizionale ci permette di poter installare un impianto fotovoltaico totalmente integrato nell’edificio. Se volessimo coprire interamente la falda esposta a Sud, potremmo approfittare di 240m2 utili per l’istallazione dei pannelli.Considerando che a Milano i valori di insolazione media annua sono di circa 1.376Kwh/m2, possiamo prevedere una produzione media annua da parte dell’impianto di 330.240Kwh.

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

COLLABORATIVE ARCHITECTURE MAKERS, Ravi Lopes Calamita, Matteo Giammartini, METROGRAMMA  A.BOSCHETTI A.FRANCINI SRL — Nuovo Centro Civico Isola Garibaldi

Sensual wave - Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens

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“It is not the right angle that attracts me, nor the straight line, hard and inflexible, created by man. What attracts me is the free and sensual curve that I find in the body of the beloved woman.” Oscar Niemeyer

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

The double curved shape lends the installation its name " Sensual Wave"

Set on the harbor of La Grande Motte, the installation faces the sea. It guides the look towards the horizon while reminding the curves of the female body.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

The installation open a dialogue between full and void.

Which material to choose if not the lace, voluptuous and evocative of the senses ? The spheres, dressed in embroidery, open a dialogue between full and void. Indeed, the texture of the lace creates a game of shadow and light. Applied on floating spheres, it offers roundness reflexions on the water.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

Sensual Wave evolves with the natural light.

The Sensual Wave plays with water, without ever touching it, brushes it, goes away from it. As a magical moment, the ephemeral character of the installation evokes a waves that we can’t hold back.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

By night, the lanterns come to light.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

The reflects on the water evolve with the installation.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

At some moment of the day, the water is as reflecting as a mirror.

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

The Sensual Wave shape plays with the sea-piece

Marion MOUSTEY, Alexandre Arcens — Sensual wave

The installation guide the visitor regard until the horizon

Yacht Air - iSarch

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Progetto di uno yacht di 30 m

iSarch — Yacht Air

iSarch — Yacht Air

iSarch — Yacht Air

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