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UNA CHIESA APERTA - PIETRO PAOLO DEL GROSSO

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Avevamo pochi anni quando si andava a giocare sul parco della rimembranza. Coloro che di tempo ne hanno vissuto in più, come noi, ricordano con un certo fascino la vecchia chiesa di San Vito. Non che fosse un’opera di grande pregio artistico, ma certamente di pregio artigianale ne aveva. Per molti di noi era un legame a certi ricordi dell’infanzia e, perché no, anche della gioventù. Era parte di quella memoria visiva che impregnava l’animo della collettività di questo paese, tanto che la tradizione aveva tramandato finanche i “Misteri di San Vito”, rappresentazione del dramma sacro legata al Titolato di quella piccola opera. Poi, venne il terremoto del 1962 e con esso, tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta, la febbre di sostituire il vecchio col nuovo si diffuse come un’epidemia che colpì i vecchi portali di pietra massello per bendarli con lastre di marmo di tre o massimo quattro centimetri. Allo stesso modo furono colpiti: il vecchio convento rigenerato a nuovo con pilastri di cemento armato e varie case in pietra locale rifatte col tufo. La stessa sorte, inevitabilmente, toccò alla chiesa di San Vito. Non che se ne voglia fare una colpa a qualcuno poiché quelli erano i tempi e quello era il nuovo modo di fare, ereditato da una modernità male interpretata per un sacro al passo coi tempi e non solo. il terremoto ne dette solo l’occasione. Oggi fiumi di parole, gridando allo scandalo, avrebbero trovato in qualche modo la cura per debellare quel virus assetato di novità. E’ però doveroso affermare che ben venga anche il nuovo se ha valore, così come il vecchio che avendolo oggi certamente lo aveva all’origine. In un detto popolare si diceva: < dopo che si era sposata tutti la volevano >. E’ quello che accadde per la chiesa, dopo che fu demolita tutti la rimpiangevano. L’assenza richiamò l’attenzione più che la presenza. Seguì nel tempo la costruzione di una nuova chiesa, opera di un collega architetto più anziano. Sin dall’origine, la scelta di demolire la vecchia chiesa per una nuova fu motivo di dissidio tra opinioni diverse che circolavano tra la gente. Alla fine prevalse la demolizione. Della vecchia chiesa sono rimaste solo le pietre della facciata, numerate e conservate. Queste hanno stimolato l’idea di una visione diversa di quel luogo dove una volta erano presenti sulla vecchia facciata. L’idea della fedele ricostruzione di quello che c’era, da molti auspicata, a me sembrava non male ma poco corretta, anche rispetto alla eliminazione di un periodo di storia di quel luogo. Ecco perché, nel voler raccontare gli eventi, l’immaginazione mi ha suggerito una chiesa senza tetto oltreché aperta. La facciata rimessa nel luogo ove era una volta, senza i pannelli murari di chiusura, la navata scoperta a ricalcare l’ingombro di quella vecchia e l’abside, sulle stesse antiche tracce, coperta da un guscio leggero rivolto a est. L’occasione veniva dettata anche dalle poche celebrazioni che lì si svolgevano, spesso all’aperto e quasi esclusivamente nel periodo estivo: la festività di San Vito il 15 giugno, qualche matrimonio e la celebrazione del quattro novembre. Avendo il parco una pianta geometricamente simile alla chiesa, perché non ampliare la navata di questa a quella naturale dello spazio circostante? Perché non dare possibilità ad una maggiore accoglienza? Perché non dare occasione di celebrare una cerimonia all’aperto in una chiesa a sua volta aperta? Da queste riflessioni nasce l’idea del progetto, uno di quei progetti sulla carta ,come si suol dire, che mi sembrava doveroso appuntare tra quei lavori, che in periodi committenza scarsa se non assente, si fanno per occupare il tempo, unica cura possibile per restare vivi in Babilonia.

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

Planimetria e Prospetti

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

Fotocomposizione 1

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

Fotocomposizione 2

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — UNA CHIESA APERTA

Fotocomposizione 3


Guggenheim Museum Helsinki - Livio Valentini

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Guggenheim Museum Competition 2014

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

esterno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

interno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

interno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

interno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

interno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

interno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

esterno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

gallerie

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

esterno

Livio Valentini — Guggenheim Museum Helsinki

esterno

PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015 - Antoine JAUDET

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Feeding the planet, Energy for Life is the theme for Expo Milano 2015, the universal exposition that will be hosted by Milan in 2015. The concept of the project is based on three main elements :
  • Earth : the natural source
  • Water : the source of life, food and growth
  • Man : the element of production and consumption

These three elements form the three main walls of the project that define the three major spaces of the program :

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

PERSPECTIVE

1. The Information areas By curving the three walls, the design creates three covered volumes on the outside, directly accessible from the outdoor area. Each volume includes an information desk, media screens, and phone charging stations.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

AXONOMETRY

2. The Souvenir Shop On the inside, the three curved walls form a 70 m2 Souvenir Shop. Located on the ground floor, the Souvenir Shop is raised from the outside space on a platform by 45cm; it is directly accessible via a ramp or large steps.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

AXONOMETRIE GROUND FLOOR

3. The Business center Located on the first floor, the 50 m2 business centre can be reached via a timber stair, or by taking the lift situated within the Souvenir Shop (the lift also serves as an access to the first floor for the disabled) .The Business Centre includes an open space (seating area, meeting tables, work area for computers, printers,..), a storage space, W.C.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

AXONOMETRY FIRST FLOOR

The triangular shape of the project allows the reception and information space to be multi-directional ; by splitting it into three, it also avoids having several people working in one constrained space. The voids created between the three main walls create a porosity in the volume, resulting in a continuity between the exterior space and the souvenir shop. Furthermore, the rounded edges of the business centre’s external walls recall the shape of flower petals; the flower being the first sign of life given to man before it will be transformed into food. The main supporting structure is made of glued laminated timber . The business centre’s facade is in glass and polycarbonate, and its roof of steel sheets is covered with photovoltaic panels; these panels will provide electricity for the project during the exposition. The usage of durable, natural and recyclable materials is a main criteria in the sustainable design approach of the project. Regarding the project’s construction method, the multiple elements of the building can be prefabricated, and the majority of the needed site work would be for assembly.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

SECTION A-A

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

GROUND FLOOR PLAN

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

FIRST FLOOR PLAN

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

- The Third Element : MAN This element will include a timber structure made of glued laminated timber, covered with a curved surface of tension fabric. A light projection will take place on this surface, showing five portraits of men representing the five continents.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

- The First Element : EARTH It is represented with a masonry wall cladded with a metal grill filled with fallen tree leaves, a symbol of the return to earth, the continuous source of life and death. An information desk, media screens, and phone charging stations will be provided.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

- The Second Element : WATER This element is in a shape of a timber structure made of glued laminated timber, cladded with glass panels. A closed circuit water cascade slides along the glass panels. An information desk, media screens, and phone charging stationswill be provided.

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

AXONOMETRY STRUCTURAL CONCEPT

Antoine JAUDET — PROPOSAL FOR THE AC-CA ARCHITECTURAL COMPETITION FOR THE WORLD EXPO PAVILION-MILANO 2015

SITE LOCATION PROPOSAL : The proposed site is the Piazza Italia, on the intersection of the Cardo and Decumanus, offering a central location, visibility and attraction to the Pavilion. This location also allows the building to benefit from the solar energy that will provide the project with power during the exposition.

“Una rotonda per la ceramica ed il territorio” - Alfonso D'errico

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Miraggio pavulliano si compone di due elementi: 1) la pavimentazione, costruita in gres porcellanato che riproduce immagini del territorio e del logo “Mirage” con la tecnica dell’anamorfosi; 2) una struttura riflettente in acciaio che riproduce, restituisce a vantaggio dei passanti che percorrono il rondò, le immagini corrette del territorio e del logo “Mirage”. La forma della struttura da realizzare consiste in un tronco cono con copertura semisferica centralmente forata, la struttura inizialmente invisibile al passeggero che percorre l’asse viario principale (in quanto in asse con le aperture dei due apici), che però diventa improvvisamente riflettente lungo il resto del percorso della rotonda, facendo balenare in punti precisi del rondò le immagini rappresentative del territorio intervallate dal logo Mirage (uno per lato). Quali simboli architettonici e/o naturalistici del territorio sono stati individuati il Castello Montecuccolo, il Ponte di Olina, il Palazzo Ducale, Parrocchia di San Bartolomeo, (in alternativa, una delle due Torri di Gaiato o di Lavacchio, la Chiesa di Olina o la Pieve di Coscogno). Il nome scelto per l’opera (Miraggio) vuole essere da un lato indicativo di immagini che nascono e scompaiono improvvisamente (proprio come avviene in un territorio sospeso a metà strada tra la luce tersa dell’Appennino e la nebbia improvvisa della Padania), e nel contempo evocativo del nome stesso dell’azienda che ha realizzato questa originale porta di accesso sospesa tra sogno e realtà al territorio frignanese, e che cartelli posti prima della rotonda inviteranno a visitare, quale breve e piacevole sosta in grado di mostrare l’antico lignaggio e la vocazione proiettata nel futuro di un territorio (e di un’azienda) capaci di manipolare le tecniche creative e costruttive esteticamente più avanzate.

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Alfonso D'errico — “Una rotonda per la ceramica ed il territorio”

Rotonda a Pavullo - Giorgio Teggi

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I lacerti di suolo che rimangono dentro e intorno alle rotatorie stradali costituiscono un repertorio ormai consueto di terre di nessuno colonizzate nella maggior parte da sponsor pubblicitari che, in cambio di metter in bella vista il proprio marchio, si accollano la manutenzione delle bordure e delle aiuole. In questo caso il connubio di energie aziendali e pubbliche all’insegna di un chiaro programma determinano le condizioni affinché questo non luogo diventi un luogo identitario definibile come la “Porta del Frignano”. La proposta accoglie nella zolla circolare interna una composizione di volumi che propone in chiave schematica l’insieme dei dieci territori comunali che costituiscono il Frignano. Il riferimento cromatico per ogni zolla riprende i toni del paesaggio o di alcuni manufatti simbolo dei luoghi. L’eccezione è rappresentata dal colore aureo utilizzato per Fanano omaggio al cittadino illustre Felice Pedroni, fortunato cercatore d’oro in America e per questo fondatore di città in quel continente. Le superfici dei volumi sono realizzate con l’impiego del gres porcellanato attingendo ai cataloghi delle collezioni per l’esterno. La rotatoria cosi concepita offre l’immagine di un paesaggio metonimico, una natura morta ingrandita, un istogramma sentimentale del territorio più che la sua riproposizione in scala ridotta modello Italia in miniatura. L’insieme dei volumi si rifletterà sul piano di base di acciaio lucido e il “miraggio frignanese” diverrà simbolo del territorio nei suoi aspetti morfologici, evocativi e produttivi. A ogni cambiamento climatico temporaneo o stagionale si offrirà al viandante diverse sorprese: muteranno ombre, riflessi, percezioni, la neve e il gelo offriranno altri spettacoli. Il miraggio cambierà così in ogni stagione anche grazie alla naturalità delle superfici di cui è rivestito; ci piace pensare che queste esposte ai venti, al sole, al caldo e al freddo di questi luoghi vireranno un poco di colore, quel tanto che basta a ritrasformare le masse porcellanate in terre del luogo.

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Giorgio Teggi — Rotonda a Pavullo

Monolithic House - Sant Andrea

4MHOUSE - david bechi, Jonathan Bertolo

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4MHOUSE con i suoi 4 moduli declina nelle alternative di assemblaggio diversi modi di pensare l’abitare: La casa orizzontale è una linea sul piano e rimanda ad un sistema tettonico che proietta ed integra l’alloggio al paesaggio. La casa in altezza è un punto sul piano e rimanda ad un sistema tettonico che si struttura sul tema della crescita verticale. La casa a corte è un reticolo sul piano e rimanda ad una spazialità introversa , isolata e chiusa, stabile. Il modulo A di mq 17,30 risponde alle funzioni principali: pranzo, soggiorno, camera e camera secondaria. Il modulo B di mq 5,45 può contenere il punto cottura o il bagno di servizio Il modula C di mq 7,20 è destinato al bagno principale Il modulo D di mq 9,00 risponde alle funzioni di connessione e distribuzione Dato il contesto geografico di riferimento dotato di spiccati valori paesaggistici si è pensato di sviluppare con maggiore dettaglio la tipologia della casa orizzontale capace proiettare ed integrare l’alloggio al paesaggio

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

david bechi, Jonathan Bertolo — 4MHOUSE

Proposta ristrutturazione interna - Francesco, Gerolamo Orzelli

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Proposta progettuale per ristrutturazione interna unità abitativa sita nel centro storico del comune di Borghetto S. Spirito. L’opera prevede, risistemazione spaziale interna, mantenimento e valorizzazione elementi costruttivi e di arredo caratteristici, messa a norma degli impianti idraulico ed elettrico secondo normativa. Consulenza su elementi di pregio e finiture future

Francesco, Gerolamo Orzelli — Proposta ristrutturazione interna

Proposta progettuale


WONDERLAD - MASUlab, Nicola Sutto, luca maiello, Agnese Nicchio , Matteo Merli

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ACCOGLI Alla base della riflessione progettuale c’è la volontà di instaurare un confronto diretto e attento con il difficile tema della malattia e nel contempo, pensare ad un ambiente che si relazioni con il medesimo in modo neutro e discreto, attraverso dei caratteri tipologici e materici il più possibili compatibili con un contesto domestico. Il progetto si articola attorno ad un grande spazio baricentrico a doppia altezza che accoglie e allo stesso tempo mette in relazione gli ospiti della casa, favorendo lo svolgimento delle diverse attività quotidiane. Lo spazio centrale si configura come un grande elemento distributivo che completa e definisce gli ambiti delle rimanenti stanze cercando di stabilire una relazione di continuità tra di esse senza però interferire con le attività svolte all’interno degli spazi. Una delle premesse fondamentali del progetto è la semplicità, semplicità intesa come semplificazione ragionata del sistema abitativo, semplicità in termini di chiarezza distributiva, di coerenza statica e di razionalizzazione delle risorse energetico/ambientali.

MASUlab, Nicola Sutto, luca maiello, Agnese Nicchio , Matteo Merli  — WONDERLAD

DENTRO/FUORI La casa si inserisce in un ambito privato definito da un elemento perimetrale che divide il lotto in due aree in modo netto ed inequivocabile mantenendo lungo tutto il suo percorso una permeabilità visiva da e verso l’ambito di casa Oz. L’interno della casa viene protetto da un sistema di frangisole mobili che schermano le attività interne dalle possibili attenzioni provenienti dall’esterno e allo stesso tempo regolano e mitigano l’impatto dei raggi solari con gli elementi di chiusura verticale. Il progetto prevede la presenza di due aree distinte ma definisce e dichiara la volontà di mantenere una separazione lenta tra lo spazio pubblico e quello privato che cortocircuitano definendo uno spiazzo urbano attorno al quale si articolano altri due volumi oggetto del programma: un giardino d’inverno e lo spazio polifunzionale. All’interno dell’area privata di casa Oz gli spazi verdi prevalgono sulle pavimentazioni come nel resto dell’area di progetto, l’utilizzo dei materiali vegetali concorre a migliorare la fruibilità degli spazi esterni e l’aumento della qualità degli stessi, inoltre le essenze arboree disposte maggiormente a sud e sud ovest dell’area di progetto diventano elementi di progetto indispensabili al funzionamento energetico di casa Oz: d’estate, rompendo l’onda termica del soleggiamento mentre d’inverno le essenze a foglia caduca permettono il passaggio dei raggi solari e la corretta illuminazione degli spazi interni

MASUlab, Nicola Sutto, luca maiello, Agnese Nicchio , Matteo Merli  — WONDERLAD

TEMPO Il tempo inteso come trascorrere della giornata, ma anche come momenti ed esperienze, esperienze di gioco, di studio, di riposo, gli spazi all’interno della casa sono pensati per essere il più possibile luoghi dove le diverse esperienze di quotidianità vengono scandite dal soleggiamento naturale. Questa scelta si traduce in un impianto quadrilatero dove il programma di progetto si definisce attorno ad un grande spazio centrale illuminato da una luce zenitale, mentre le stanze e gli appartamenti al secondo piano, si dispongono lungo i quattro lati del volume. La disposizione degli spazi e di conseguenza delle attività che si svolgono al loro interno, viene pensata in stretta relazione con l’orientamento complessivo dell’edificio , in modo da favorire l’illuminazione naturale all’interno della casa e un elevato comfort ambientale senza dover ricorrere all’utilizzo di impianti di climatizzazione e deumidificazione meccanica.

MASUlab, Nicola Sutto, luca maiello, Agnese Nicchio , Matteo Merli  — WONDERLAD

INTORNO L’edificio si relazione con l’intorno attraverso una diaframma perimetrale che regola l’ingresso della luce all’interno della casa mediante dei dispositivi di ombreggiamento mobili, al tempo stesso gli elementi in facciata riducono l’onda termica sul muro perimetrale e lo proteggono dal soleggiamento diretto. Il sistema a ballatoio definisce un ambito distributivo periptero al quale si attaccano le risalite verticali che rendono completamente indipendente l’accesso agli alloggi al secondo piano; inoltre la presenza di un sistema perimetrale in facciata fa si che al secondo piano ogni alloggio sia dotato di uno spazio esterno riparato e accessibile direttamente dall’interno degli appartamenti.

MATERIA Alla base del funzionamento energetico dell’edificio c’è la volontà di ridurre al minimo l’aspetto impiantistico privilegiando lo sviluppo di un involucro efficiente sia dal punto di vista dei materiali utilzzati che dello studio dei pacchetti e dei dettagli tecnologici. Il progetto nasce da una riflessione attenta sul concetto di edificio compatto e sul come questo possa generare degli ambienti coerenti con una destinazione d’uso dove le attività ludico-ricreative assumono la rilevanza maggiore. Queste premesse producono degli ambienti scavati nel materiale ligneo che viene lasciato rigorosamente a vista grazie alla minimizzazione della componente impiantistica che dove necessario, viene lasciata completamente a vista. L’involucro sfrutta il concetto di casa passiva, riflettendo sulla possibilità di evitare l’utilizzo di un eventuale impianto di climatizzazione meccanica e rimandando interamente all’oggetto architettonico il mantenimento di determinati requisiti di salubrità e di comfort degli ambienti interni. In tal senso viene privilegiato l’utilizzo di serramenti e materiali ad alte prestazioni energetiche che garantiscono un elevato livello di durabilità a fronte di una bassa manutenzione. Di contro un’eventuale unità di trattamento aria presupporrebbe un costo elevato sia in termini di installazione che di manutenzione senza contare la difficoltà di monitorazione della qualità dell’aria immessa negli ambienti della casa. Il progetto tiene conto della favorevole collocazione geografica della casa durante il periodo invernale e adotta degli accorgimenti progettuali il più possibile ragionevoli rispetto al periodo estivo per limitare al massimo l’effetto dell’irraggiamento diretto. Uno degli accorgimenti adottati è l’utilizzo di un tetto verde( Nicola spendi due parole ) che aumenta il potere isolante dell’intero pacchetto di copertura e allo stesso tempo risolve in parte lo smaltimento delle acque meteoriche.

*Mirage* - Marco Chirico

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Concorso di idee “UNA ROTONDA PER LA CERAMICA ED ILTERRITORIO

Marco Chirico — *Mirage*

L’idea progettuale per la rotonda si propone di dare la giusta risposta agli obiettivi prefissati dal concorso, ossia cercare di collegare in modo concreto l ’azienda ed il territorio, un territorio posto nel centro di un altopiano, circondato da crinali di diversa altezza su cui dominano le alture di Gaiato e Montecuccolo, proprio su quest’ultimo sorge il famoso castello; il Castello sovrasta il piccolo borgo medioevale omonimo, dove si erge la chiesa di S. Lorenzo, costruita nel 1577. Il castello, pur se parzialmente danneggiato, conserva ben visibili le caratteristiche dell’impianto originario. L’idea principale è proprio il collegamento tra il castello di Montecuccolo, ossia il territorio, con la rotatoria adiacente all’entrata dell’azienda Mirage, grazie a delle strutture che richiamano la merlatura del castello,quindi , si vuole dare risalto non solo all’azienda produttrice di ceramiche, ma soprattutto al territorio di Pavullo nel frignano, creando questo filo conduttore tra l’eccellenza e la professionalità dell’azienda che opera a livello internazionale, con il territorio che a sua volta sa di poter offrire cultura e storia , chiudendo come un cerchio, quindi come una rotonda, tutta l’esperienza e la tradizione di questo luogo.

Marco Chirico — *Mirage*

Marco Chirico — *Mirage*

Marco Chirico — *Mirage*

Marco Chirico — *Mirage*

Marco Chirico — *Mirage*

Marco Chirico — *Mirage*

esploso

Marco Chirico — *Mirage*

FRANCESCO ARMATO - Francesco Armato

Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale - Alfonso Di Felice

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La sistemazione dello spazio esterno di un edificio residenziale è l’occasione per proporre un percorso (si tratta di uno spazio dinamico) in cui differenti ambiti suggeriscono all’utente differenti approcci al manufatto. La conseguenza è l’interazione stretta tra l’opera e lo stato d’animo dell’uomo.

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Alfonso Di Felice — Proposta per sistemazione esterna edificio residenziale

Cerbeer Shop - Daniela Baretta

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L’incarico assomiglia a una sfida… sette soci e tante idee! Serve un luogo funzionale, spaccio promozionale per una nascente attività di produzione di birra artigianale, con un budget ristretto.

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Il progetto nasce dai ridisegno dello spazio interno, lasciando inalterato involucro e strutture murarie, scegliendo soluzioni e materiali economici, ma gradevoli e funzionali.

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Il legno grezzo, le lampade scure in stile industriale, e il giusto tono alle pareti, danno vita ad uno spazio caldo ed accogliente in cui c’è un unica protagonista: la birra artigianale.

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Daniela Baretta — Cerbeer Shop

Casa Adamoli presso il castello di Besozzo - ACDM architetti

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Progetto in corso di inserimento

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

La facciata "nobile" a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Il cortile interno a restauri ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Il cortile interno a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Il cortile interno a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Il cortile interno a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Il cortile interno a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

La facciata nobile prima dei lavori

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Porzione di facciata prima dei lavori

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Porzione di facciata a lavori ultimati

ACDM architetti — Casa Adamoli presso il castello di Besozzo

Residenze per Studenti a Messina (ME) - Fabrizio Guglielmino

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L’idea è quella di costruire un edificio che sia integrato perfettamente nella maglia urbana esistente rispettando gli allineamenti. L’idea progettuale nasce da un elemento tipologico a C atto ad ospitare gli alloggi secondo una tipologia a ballatoio. Gli elementi strutturali sono i due muri laterali (di 1,2 m) scavati che permettono alla luce naturale di entrare all’interno del corpo di fabbrica per un gioco suggestivo. La parte della hall di ingresso è pensata come un elemento più basso dei corpi degli alloggi con una doppia altezza che permette che la stessa si relazioni con l’aula studio sovrastante, L’idea progettuale contempla inoltre la progettazione del “vuoto” all’interno della griglia urbana dei lotti in considerazione, con la volontà di creare uno spazio esterno che sia vivibile dalla cittadinanza e che “spogli” l’eccessiva densità edilizia presente nella zona. Si è pensato quindi di creare una superficie di continuità che possa valorizzare la situazione “vuoto” , e di creare uno spazio di filtro tra il caos di via Cesare Battisti e le residenze universitarie. La superficie diventa quindi uno spazio esterno entro il quale è presente uno elemento ellissoidale elevato che identifica una zona verde che può essere utilizzato dalla popolazione e dagli studenti come spazio ricreativo e ludico.

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)

Fabrizio Guglielmino — Residenze per Studenti a Messina (ME)


From Space to 'Place as System' - Alessandro Calvi Rollino Architetto

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Abstract: Architecture is historically regarded as the art and science of space-making: to build a structure is to unfold it throughout space, so it can accommodate human related affairs and functions. However architecture, giving shape to space, also modifies place. Like any other material entity from quark to cosmos, architecture, before being space-interacting, is necessarily place-based. A long philosophical tradition spanning from Aristotle to Heidegger, offers place ontological primacy over space; nevertheless, the majority of architects mainly focus on space, leaving a deepened insight into questions of place to the attention of landscape architects, geographers, anthropologists, sociologists, environmental psychologists or ecologists. Only current ecological trends are making architects slightly more sensitive about questions of place. In order to appreciate differences and understand the consequences between space-related and place-related approaches to architecture, I maintain that architects should develop a global systemic perspective, conceiving the physical reality as a whole of interacting physical, biological, social and symbolic systems. If a systemic perspective is adopted, architecture, which is often considered an autonomous symbolic system, will have to acknowledge its interdependence towards the physical, biological and social environment conceived as a whole. Consequently, a paradigm shift from space to place is inescapable for architecture, since space is an abstract concept which mainly carries autopoietic symbolic values, while place is a more pragmatic concept which also carries physical, biological and social values. Focusing earlier on place rather than on space, architecture could be more integrated within the physical reality, hence would be more responsive to environmental, social and economic dynamics. In order to accommodate this change, a systemic definition of place – place as system – is given and its unitary structure, from which space emerges as cognitive medium, analyzed. An introductory inquiry into concepts of place and space is also given, in addition to ontological and epistemological considerations.

Alessandro Calvi Rollino Architetto — From Space to 'Place as System'

Key Words: Concepts of place, concepts of space, concept of field, paradigm shift, General System Theory, hierarchy of systems, place as system, ontology, epistemology, Architecture.

NUOVO CENTRO PARROCCHIALE S. MARIA DEL CARMINE Località Parco San Giuliano – Altamura (BA) - Ing.Luigi Rinaldi (capogruppo Prog. e DL architettonico), Arch.Marilena Tragni (capogruppo Prog. e DL architettonico), Mascellaro & Mastrodonato Associati

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DALLA RELAZIONE DEI PROGETTISTI dell’ARCHITETTONICO

Ing.Luigi Rinaldi (capogruppo Prog. e DL architettonico), Arch.Marilena Tragni (capogruppo Prog. e DL architettonico), Mascellaro & Mastrodonato Associati — NUOVO CENTRO PARROCCHIALE S. MARIA DEL CARMINE Località Parco San Giuliano – Altamura (BA)

Render di progetto

LA CHIESA Le opere sorgeranno su un terreno che occupa una posizione importante in quanto si estende in corrispondenza di quella zona neutra che segna il confine tra il tessuto residenziale e il territorio non completamente edificato. Nel contesto edilizio periferico, forse l’unica presenza capace di emergere è proprio la chiesa; a tal fine si è perseguita la ricerca di una forte espressività spaziale, per evitare di edificare chiese in locali non idonei. A riguardo delle chiese rimediate in locali non idonei vorrei riportare quanto diceva David Maria Turoldo:

Ing.Luigi Rinaldi (capogruppo Prog. e DL architettonico), Arch.Marilena Tragni (capogruppo Prog. e DL architettonico), Mascellaro & Mastrodonato Associati — NUOVO CENTRO PARROCCHIALE S. MARIA DEL CARMINE Località Parco San Giuliano – Altamura (BA)

Render di progetto

” Si tocca con mano la povertà spirituale dei nostri tempi, di noi condannati a frequentare chiese sempre meno persuasive, queste nostre chiese che sono spesso dei garage, dove tu a volte ti senti – così solo come in nessuno spazio -. Chiese costruite da palazzinari piuttosto che da uomini di fede….” ( da “Il mio sogno” di David Maria Turoldo).

Ing.Luigi Rinaldi (capogruppo Prog. e DL architettonico), Arch.Marilena Tragni (capogruppo Prog. e DL architettonico), Mascellaro & Mastrodonato Associati — NUOVO CENTRO PARROCCHIALE S. MARIA DEL CARMINE Località Parco San Giuliano – Altamura (BA)

Render di progetto

Sono parole dure che gravano di responsabilità chi si accinge a progettare una chiesa nuova, una chiesa che dovrà essere persuasiva, che dovrà contenere in se un bellezza misurata, vicina alla sensibilità della gente tale che non diventi una cattedrale nel deserto, ma “un invito permanente ad entrare” (arch. G. Ragazzi). Dovrà presentare dei segni che esprimano “la gioia del Padre per i figli che vengono” come dice padre Costantino Ruggeri capaci di generare stati d’animo particolari: ciò che Le Corbusier chiamava “lo spazio indicibile”, lo spazio dello spirito, lo spazio dove nessuno potrà sentirsi solo.

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Render di progetto

Solo la partecipazione della gente potrà conferire alla chiesa la dignità dello spazio dove il popolo di Dio si “riunisce” nell’ascolto della “PAROLA”, ” partecipa” al mistero del “PANE SPEZZATO”, “recita” le sue “PREGHIERE“ e “canta” le “LODI“.

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Render di progetto

Partecipe, quindi, di questa responsabilitàè la comunità, perchè se la chiesa sarà costruita nelle mura, la comunità la renderà pietra viva. Se queste sono le premesse, non possiamo ancora parlare di “Chiesa”, ma di un progetto dell’idea di chiesa, di quello che le forme, le luci, i suoni devono significare; parliamo dell’idea di un recupero del simbolismo religioso, di una rappresentazione nella forma della visione teologica della esperienza cristiana.

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Render di progetto

Il progetto di questa chiesa persegue il raggiungimento di un obiettivo di fondo: si desidera avere un “luogo della chiesa”, un luogo che soddisfi autentici bisogni umani, un contributo alla “evangelizzazione”. Nella elaborazione della tipologia dell’impianto ecclesiale, si è assunta la assemblea liturgica stessa, nella sua forma viva e collegiale, come elemento primario e decisivo. Il tema dell’accoglienza, della convocazione, della socialitàè, quindi, l’elemento portante e caratterizzante il progetto. L’accesso principale all’intero complesso parrocchiale avviene attraverso il sagrato, dove si affacciano tutti i servizi parrocchiali e che rappresenta:

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Render di progetto

— un ideale abbraccio alla comunità nel segno della croce che sarà visibile sul portico; — la testimonianza di una Chiesa luogo di sosta del popolo di Dio eterno pellegrino, e che in questa sosta offre accoglienza e rifugio alla gente ed è invito permanente ad entrare. Dal chiostro-sagrato si accede all’atrio attraverso una porta cerimoniale centrale; altri cinque accessi all’aula sono previsti lateralmente. L’atrio consente un immediato accesso all’aula liturgica da cui, attraverso brevi percorsi lungo le pareti perimetrali della stessa, si perviene a due spazi laterali:

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Render di progetto

— In uno di essi trova collocazione:  il coro che, se pur posto lateralmente all’area presbiteriale, è tale da consentire una effettiva partecipazione dei coristi alla liturgia insieme a tutta l’assemblea;  la via Crucis, in pannelli di vetro inseriti nella parete laterale sarà visibile anche dall’esterno. — Nell’altro:  l’aula della riconciliazione;  l’aula delle madri,in cui ospitare i bambini più piccoli.

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sCHEMA DI CALCOLO STRUTTURE

Questa aula presenta una doppia vetrata che da un lato consente ai genitori di partecipare alla funzione liturgica, dall’altro protegge acusticamente l’aula assembleare, evitando che si creino motivi di distrazione. Il fonte battesimale, predisposto per una forma di immersione , è posto ai lati dell’ingresso principale, mentre ai lati del presbiterio trovano posto l’ambone e la Custodia Eucaristica. In particolare la custodia Eucaristica, nella sua forma a tutto tondo consente che la cappella feriale, adiacente al presbiterio, possa essere anche aula del Santissimo.

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crociera strutturale

L’idea generatrice della pianta quadrata della chiesa e della disposizione dei banchi allineati, nasce dall’idea che la Chiesa di Dio è Chiesa di un Popolo in cammino. L’intero corpo della chiesa, ad eccezione di due stretti tagli ai lati delle torri e dell’atrio e di quattro nastri verticali agli estremi degli spazi laterali, ha le pareti cieche, mentre una fascia di vetro trasparente, prevista lungo tutto il perimetro dell’aula liturgica, consente alla luce naturale zenitale di illuminare in modo discreto l’aula favorendo il raccoglimento, la meditazione e la preghiera.

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crociera strutturale: dettaglio

Il presbiterio, rialzato di due gradini, con l’altare, la sede e l’ambone, tutti in pietra come il pavimento, è a sua volta illuminato dalla luce zenitale proveniente dal lucernario posto in corrispondenza della quinta muraria che perimetra l’area presbiteriale e che accoglie la sede. La torre campanaria posta sul fronte d’ingresso della chiesa manifesta, nella articolazione altimetrica, le molteplici funzioni quale ambone, belvedere, scultura, faro, torre campanaria.

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campanile

CENTRO PARROCCHIALE Il centro parrocchiale è sistemato in due blocchi che perimetrano, da parti opposte, due lati del porticato e che con il corpo chiesa che perimetra un terzo lato chiudono su tre lati il porticato, lasciando libero il lato che costituisce l’accesso principale all’intero complesso. Uno dei due blocchi, quello prospiciente la Strada di P.R.G., è costituito da un piano terra, a livello del sagrato, destinato ad aule di catechesi e da un primo piano destinato a salone parrocchiale. L’altro blocco, quello prospiciente via Stoccolma, per motivi derivanti dall’altimetria del terreno, è costituito da un piano seminterrato ( in realtà piano terra rispetto alla strada) destinato a garage e servizi tecnici, da una piano terra, a livello del sagrato, destinato ad aule ed uffici e da un primo piano destinato a casa canonica.

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campanile

Il collegamento verticale fra questo livello e quello sovrastante (piano terra) è realizzato con tre scalinate dislocate all’inizio, a metà ed alla fine del complesso. La prima accede al portico-sagrato, la seconda ad un ingesso laterale della chiesa e la terza ad un area pedonale antistante la cappella feriale.

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tavola di progetto

Un ulteriore piano seminterrato (in realtà piano terra rispetto alla strada privata), rinveniente dalla pendenza del terreno, è stato ricavato sul fronte posteriore (Sud) della chiesa, sottostante la parte della chiesa destinata a sagrestia, cappella feriale, ufficio ed archivio; questo piano è destinato a garage, servizi, locale centrale termica e locale centrale idrica. La parte non edificata sarà alberata e destinata a verde attrezzato. Troverà posto sul lato ovest prospiciente la Strada di P.R.G. un campo polivalente di calcetto, pallavolo, pallacanestro e una area attrezzata per attività ludiche. I parcheggi si attestano: — su un lato di via Stoccolma, su la proprietà della Parrocchia; — prospicienti la strada privata di accesso all’area attrezzata; — prospicienti la strada privata di accesso al lato posteriore sud. Nella elaborazione dell’impianto ecclesiale e del relativo centro parrocchiale ci si è sempre orientati verso contenuti partecipativi; come si è già detto, il tema dell’accoglienza, della convocazione e della socialitàè l’elemento portante e caratterizzante il progetto. Ad enfatizzare quanto detto contribuisce la presenza del grande chiostro perimetrato su due lati da un ampio porticato, che assume il significato di luogo di incontro, di festa e all’occorrenza di celebrazioni liturgiche.

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tavola di progetto: campanile

DALLA RELAZIONE SULLE STRUTTURE

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indagini geotecniche

STATI LIMITE ADOTTATI IN RELAZIONE ALLA PRESTAZIONE ATTESACLASSE DELLA COSTRUZIONEVITA ESERCIZIOMODELLI DI CALCOLOTOLLERANZEDURABILITÀ–PROCEDURE QUALITA’ E MANUTENZIONE

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indagini geotecniche

NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il calcolo delle opere si è svolta nel rispetto della seguente normativa vigente: – D.M 14.01.2008 – Nuove Norme tecniche per le costruzioni; – Circ. Ministero Infrastrutture e Trasporti 2 febbraio 2009, n. 617 Istruzioni per l’applicazione delle “Nuove norme tecniche per le costruzioni” di cui al D.M. 14 gennaio 2008;

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dettaglio armatura nodo trave-pilastro

Le norme NTC 2008, precisano che la sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa devono essere valutate in relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente si possono verificare durante la vita normale. Prescrivono inoltre che debba essere assicurata una robustezza nei confronti di azioni eccezionali.

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vista assonometrica di progetto

Le prestazioni della struttura e la vita nominale sono riportati nei successivi tabulati di calcolo della struttura La sicurezza e le prestazioni saranno garantite verificando gli opportuni stati limite definiti di concerto con il Committente in funzione dell’utilizzo della struttura, della sua vita nominale e di quanto stabilito dalle norme di cui al D.M. 14.01.2008 e s.m. ed i.

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vista assonometrica di progetto

In particolare si è verificata : – la sicurezza nei riguardi degli stati limite ultimi (SLU) che possono provocare eccessive deformazioni permanenti, crolli parziali o globali, dissesti, che possono compromettere l’incolumità delle persone e/o la perdita di beni, provocare danni ambientali e sociali, mettere fuori servizio l’opera. Per le verifiche sono stati utilizzati i coefficienti parziali relativi alle azioni ed alle resistenze dei materiali in accordo a quando previsto dal D.M. 14.01.2008 per i vari tipi di materiale. I valori utilizzati sono riportati nel fascicolo delle elaborazioni numeriche allegate.

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Montaggio copertura aula liturgica

-    la sicurezza nei riguardi degli stati limite di esercizio (SLE) che possono limitare nell’uso e nella durata l’utilizzo della struttura per le azioni di esercizio. In particolare di concerto con il committente e coerentemente alle norme tecniche si sono definiti i limiti riportati nell’allegato fascicolo delle calcolazioni.
-    la sicurezza nei riguardi dello stato limite del danno (SLD)  causato da azioni sismiche con opportuni periodi di ritorno definiti di concerto al committente ed alle norme vigenti per le costruzioni in zona sismica;
-    robustezza nei confronti di opportune azioni accidentali in modo da evitare danni sproporzionati in caso di incendi, urti, esplosioni, errori umani.

Per quando riguarda le fasi costruttive intermedie la struttura non risulta cimentata in maniera più gravosa della fase finale.

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Montaggio copertura in legno

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vista aerea aula liturgica

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vista aerea del centro parrocchiale

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struttura campanile

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Montaggio copertura in legno aula liturgica

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Montaggio copertura in legno aula liturgica

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Montaggio copertura in legno aula liturgica

German School Bilbao - Glück + Partner, Glück Landschaftsarchitektur

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Entwurfsverfasser: Eckart Mauch, Martin Ritz (Glück + Partner Architekten)
Mitarbeit: mit Benedikt Köster
Entwurfsverfasser: Michael Glück (Glück Landschaftsarchitektur BDLA, Stuttgart)
Mitarbeit: mit Manuela Gürlach, Kerstin Kühnemund
Fachberater: Adel Makram (Modellbau), Dmitri Boikov (Visualisierung), IB Gutbrod (Bauphysik), Merz Kley Partner (Tragwerk)

Glück + Partner, Glück Landschaftsarchitektur — German School Bilbao

Glück + Partner, Glück Landschaftsarchitektur — German School Bilbao

German School Bilbao - Glass Kramer Löbbert Architekten , bbz landschaftsarchitekten

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Entwurfsverfasser: Johannes Löbbert, Johan Kramer (glass kramer löbbert)
Mitarbeit: Julia Heilmeier, Michal Plonczak
Entwurfsverfasser: Timo Herrmann (bbz Landschaftsarchitekten Berlin GmbH)
Mitarbeit: Ellen Kallert, Julian Engmann
Fachberater: Dierks, Babilon und Voigt Ingenieure Berlin

Glass Kramer Löbbert Architekten , bbz landschaftsarchitekten — German School Bilbao

Glass Kramer Löbbert Architekten , bbz landschaftsarchitekten — German School Bilbao

German School Bilbao - Léon Wohlhage Wernik Architekten, Hager Landschaftsarchitektur

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Entwurfsverfasser: Prof. Hilde Léon (LÉON WOHLHAGE WERNIK)
Mitarbeit: Tilmann Fritzsche, Vanni Sacconi, Charlotte Bitter
Entwurfsverfasser: Pascal Posset, Andreas Kottlan, Martin Mengs (Hager Partner AG, Zürich, Schweiz /Berlin)
Fachberater: ZWP Ingenieur-AG, Sven Bega

Léon Wohlhage Wernik Architekten, Hager Landschaftsarchitektur — German School Bilbao

Léon Wohlhage Wernik Architekten, Hager Landschaftsarchitektur — German School Bilbao

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