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Casa CorManca - PAUL CREMOUX studio

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2012-2013. On a 12 meters by 13 meters (39ft by 42ft) plot of land, a monolithic volume is transformed in order to attain luminous indoor spaces. Slade stone at the exterior facades is contrasted with the soft beech like wood finish, achieving great definition and space discovery.

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Street View

Built in a small plot of land 176 m2, (1894 SqFt), the construction rises looking south to the vertical vegetation garden wall. It is a 3 stories high assembly where the main terrace is to be found at the second level, follow by a small lecture studio. This area is intent to transform radically the notion of “open patio garden” since there is not really space to ensure a ground courtyard, the main terrace plays a social definitive roll.

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Street View

Recyclable content materials, VOC paint, cross ventilations highly used and passive energy-temperature control strategies are bound into the core design. Three heat exhaustion chimney work as main devices to control hot temperature at bedrooms areas. Vertical garden is a mayor air quality and humidity creator, where before there was any plant, now we have planted over 4000.

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Pedestrian Entry

We would like to think about vegetation not only as a practical temperature-humidity comfort control device, or as a beautiful energetic view, but also as an element that acts like a light curtain, accomplishing the idea of a theatrical dramatic plane, where more space is to be found at the back.

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Patio View and Vertical Garden

Credits: Design Architect: Paul Cremoux W. Project Team: Anna Giribets Martin. Structural Engineering: Arch. Ricardo Camacho. Equipment Engineering, Sustainability Consultant and Vertical Garden: Ing. José Antonio Lino Mina, DIA. General Contractor: Fermín Espinosa, Alfredo Galván, Factor Eficiencia Photos: Héctor Armanado Herrera and PCW

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Lining and Dining Room View

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South Facade View

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Interior Corridor View

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Main Terrace and Vertical Garden View


Residenze e Servizi nel quartiere della Cecchignola, Roma - Luca Rocchi

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Il progetto si propone di inserire all’interno di un’area di proprietà della città militare un sistema integrato di residenze e servizi. Le residenze si compongono di due tipologie edilizie costituite da una “piastra” o “tessuto” più rado e da una tipologia edilizia, la linea, di tipo intensivo. I servizi si innestano all’interno di questa trama architettonica attestandosi su spazi pubblici che si vengono a creare nelle sottrazioni dei volumi della piastra.

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eco adaptive order - federico tinti, labzona studio

Progetto partecipante - Fabio Provenza, Roberto Provenza

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Connettere le relazioni spaziali tra edifici, strade e piazze, sottolineando le linee-forza e i rapporti tra Piano Acre, il centro antico ed il territorio, tra il tessuto viario esistente e quello nuovo. Intervento di razionalizzazione della circolazione veicolare e pedonale: incremento dei parcheggi, del verde pubblico e della fruibilità degli spazi pedonali.

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parcheggio multipiano - federico tinti, Paolo Benedetti, labzona studio

Prague National Gallery Entrance Hall - mateo arquitectura

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International Competition, First Award, 2004
In the grounds of Prague Castle, among various palaces currently reused to house the National Gallery, the brief was to design a small building that provides an entrance to the museum complex.
Two parallel surfaces organize what used to be an empty space without weighing it down: one forms the floor, the other the roof.

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The floor emerges as a surface layer of the earth, folding subtly over itself to adapt to minor differences in level and ease access to the neighbouring buildings. It is hard but it also conserves some of its organic nature, materialized in plants, earth and water.

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The roof, the boundary that separates us from the sky, is a continuous sheet that does not quite touch the buildings around it, producing great skylights and generating an enigmatic interplay of reflections. An organic layer, topped with gravel, that marks the bounds of a secret garden.

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Space is the gaseous fluid that moves between these two limits.
The inner space is open, flexible, multiple and complex, as well as light filled. Its vertical limits are the existing façades, their only tectonicity expressed in the topography of the ground. The rest is light, reflections, and the dialogue, almost without touching, between roof and walls.
The precision of iron, in the hands of local artisans, gives form to this narrative.

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Kids Academy Taiyogaoka Hoikuen - Kengo Kuma & Associates

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We wanted to build a nursery school close to the ground. The building is wood-structured, single-story, and its exterior wall is covered with trees and plants. The floor is sloped to follow the landscape underneath, so that the structure can be further lowered, nearer to the ground. We wanted to assimilate the architecture with the earth, as if they have merged into each other. To fit the size and action of the children, we also designed the building to stand as low as we could. Inside, there are lots of small niche-like “caves.” We are sure that the kids have found a place of their own.

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Concorso d'idee per la progettazione di due edifici di residenziali e relative pertinenze (Casorate Primo) - Patrizia Montefalcone, Matteo Pellizzari, Matteo Sirinati, Martin Weigert

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Il progetto si pone come primo obiettivo l’innalzamento delle qualità dell’intero insediamento restituendo senso e centralità al disegno degli spazi aperti. Si è cercato di dare forma e misura a “ciò che sta fra” i nuovi corpi di fabbrica: stabilendo una stretta relazione tra edifici e spazio aperto. La soluzione proposta dispone così un sistema di spazi aperti pedonali e aree verdi integrati al contesto intervenendo quindi direttamente sul “vuoto” che spesso viene costituito da frammenti privi di definizione. Il vuoto, riacquista così significato e viene strutturato e organizzato attraverso un triplice sistema di spazi pubblici contigui strutturati in una piazza semi pubblica di ingresso, una piazza privata nel cuore del complesso e una zona verde a Sud dove trovano posto gli orti e il frutteto. Accessibilità e omogeneità delle condizioni di affaccio. Il complesso si dispone su quattro piani fuori terra ed un piano interrato che ospita il parcheggio e ha n. 30 appartamenti. Tutti gli appartamenti, indipendentemente dal taglio dimensionale, sono organizzati con doppio affaccio, sono passanti per favorire la ventilazione naturale e sono pensati ad un unico livello senza differenze di quota al loro interno per favorire l’accessibilità e il movimento anche di bambini, disabili e persone anziane o con ridotta capacità motoria. L’accesso pedonale al complesso residenziale avviene da una piazza che si propone di essere anche il nuovo portale di ingresso della futura edificazione nella porzione Nord del lotto. L’edificio è servito da due corpi scala dotati di ascensore per l’accessibilità anche di disabili, anziani o persone con ridotta capacità motoria. Integrazione delle fonti rinnovabili, risparmio e efficienza energetica. L’intervento si misura con il tema della sostenibilità ambientale articolando la proposta su più livelli. L’impianto solare termico riuscirà a soddisfare il 50% del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria di ogni unità abitativa integrato con un sistema solare fotovoltaico da 1 kW per ciascuna unità abitativa. Al servizio del complesso degli edifici verrà installata una centrale termica a biomassa che potrà essere dimensionata anche per il soddisfacimento della futura urbanizzazione e della nuova scuola e potrà utilizzare prodotti derivanti dallo sfalcio e pulizia di aree pubbliche e dai rifiuti umidi dell’insediamento, inoltre riutilizzando il calore del vapore in uscita la centrale funzionerà di fatto come cogeneratore e grazie all’apporto di una quota parte di pannelli solari e fotovoltaici posti sulle coperture sarà garantita la copertura del 100% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili. Per gli spazi aperti si è optato per l’impiego di superfici che consentono la percolazione delle acque meteoriche. In particolare i giardini saranno quanto più mantenuti a prato, mentre i vialetti saranno realizzati in materiali permeabili poggiati su sottofondo non cementizio.

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati

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© MW-architetti; Matteo Pellizzari; Matteo Sirinati


Realizzazione di un Centro Servizi per Tossicodipendenti a San Calogero (VV) - Rocco Antonio Gatto

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Progetto Preliminare

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Localizzazione dell'area d'intervento

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Planimetria Generale di Progetto

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Pianta Fabbricato Servizi

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Prospetti e Sezioni fabbricato Servizi

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Vista Generale fabbricato Servizi - Ingresso

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Vista Generale dell'intervento - fabbricato Servizi e Box canile

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Vista Generale dell'intervento -fabbricato Servizi e Box Canile

Boekenberg Park - OMGEVING cvba

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To restore the physical, or to rehabilitate the conceptual? Presented with the task of working in a historical context, especially in continental Europe where the architecture of the past is still very much present, architects are often faced with the question of whether they should restore the physical or rehabilitate the conceptual. Indeed, any attempt to prescribe a general answer to this question would undoubtedly overlook the complexities and nuances that come with it. Rather, the question of whether to restore or rehabilitate works to introduce us to the thought process behind architectural projects in historical contexts. In particular, this question came to the fore in response to the combined decision of the city of Antwerp and the heritage committee to improve the historical Boekenberg park in Deurne, Belgium.

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Until recently the southern area of Boekenberg park had been in very poor condition and its open-air swimming pool in particular no longer complied with modern building and health regulations. Hence, this area became the focus of the assignment formulated by the city of Antwerp and the heritage committee. Within the framework of a public-private partnership, the architectural office OMGEVING was appointed to give shape to the new ambitions of the city. Evaluating the site’s history The architects and landscape designers began their spacial investigations of this project by looking at the park’s historical development over the past few centuries .

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Keeping in mind its long history of being passed over to different owners who each imposed their own architectural styles onto the site, three distinguishable phases begin to emerge: 1. Within the first phase, which occurs between the 16th and the 18th century, the domain is used as a holiday retreat by various families. In this phase, only the necessary investments into the site are made. 2. The second phase, beginning in 1752 and ending with the breakout of the first world war, may be called a “golden” or “peak” period for the park. It is characterised as such since during this period the park was gradually developed into a proper residence in the Rococo style, along with a large English garden surrounding it. All of the investments into the site are done carefully under the supervision of prominent architects and according to the latest fashions of the time. Each improvement is well thought out and done so as to bring more recognition and prestige to its owners. 3. The third phase of the site’s development, taking place during the 20th century, is characterised by short-sighted developments and a gradual degeneration of the park. Before becoming recognised as a natural heritage site in 1974, this phase marks a time of unsustainable planning and a lack of long-term vision which eventually results in the destruction of the park’s most historically valuable features. Apart from the three phases distinguished here, we should also point out that from 1972 onwards, during Boekenberg park’s most recent history, a fourth phase may be identified. This final period is primarily one of rehabilitation and upkeep of this historically valuable site. Based on this historical analysis, it becomes clear that the ambitions behind the changes which occurred to the site during its second historical phase are repeated in the final and most recent phase since both periods emphasise the development of the site. In this way, a continuation of Boekenberg’s golden phase was sought by the architects at OMGEVING. Such a continuation of aims however suggested that the architects and landscapes designers open themselves up to the stylistics and overall spirit of romanticism. In concrete terms, this meant that the mirror pond sitting at the northern area of the site would need to be restored, along with the surrounding landscape since both are valuable elements within the heritage of the site. Restoring the park to its former glory would nonetheless have to face the challenge of responding to the city of Antwerp’s request to rebuild the outdoor swimming pool, which had been constructed in the 1930s. As such, the third historical phase of the park would also need to be made present in the reconstruction of Boekenberg. Hence, the tensions between the aims of the golden phase and those of the third phase would have to be alleviated in order for the park to be a cohesive whole.

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Concept and methodology The simultaneous presence of two contradicting conditions created a unique foundation for a creative compromise. Since a plan to completely restore the 18th century design of the park would have been unsatisfactory for the city of Antwerp, and therefore would not have been funded, OMGEVING had to find a way to incorporate the city’s request. In this case, the question of how to introduce a new program into such a rich historical context appeared to be essential to the assignment. Since a physical restoration of the historical site was not desired, OMGEVING opted to rehabilitate the park’s concept. The project was thus approached with romanticism in mind. Due to this, the key characteristics of the romantic approach were defined, starting with the idea of connecting humans to nature. It is important to keep in mind however that the romantic concept of nature, although embedded in images of wild and pristine landscapes, was usually translated into human-made gardens. In this way, subtle natural landscapes were transformed into intense and dramatic scenes for the pleasure of the visitor. Thus the idea of connecting humans to nature could not have meant placing humans in a wild natural context. Rather, it meant that one is provided with the experience of an already narrated and carefully arranged romantic story of nature. In this period, establishing a closer relationship with nature also meant that one becomes in touch with their own nature. On the basis of this romantic motivation, a greater interest appeared with regard to the intuitive and emotional response of an individual to his or her surroundings. Such an approach originated in the late 18th century, and was especially present in German literature under the name – “Sturm und Drang.” The movement’s reaction against the rational constraints of the Enlightenment period shifted society’s focus towards the free expression of the extreme emotions the subject. Thus, only the intuitive expression of an artist or designer was thought to be able to capture the true human experience of our relation to the nature which surrounds us. Building upon these notions, the concept behind the project of Boekenberg park began to crystallise. Since the aim was to emphasize the human experience of nature, the otherwise degenerated landscape had to be brought to its ideal form and confronted with emotionally charged dramatic “events.”

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The landscape: It was essential to first understand the role which the existing pond plays within its surrounding environment. Localised on the “edge of the forest” it gently cuts off the old woods from the grassland on its western shore. In this way, the pond is no longer an ornamental feature of the garden, but the keystone of two different realities which virtually coexist on the surface of its waters. By crossing these waters one travels between these realities. The pond could therefore no longer stay a hard concrete vessel which simulates, in colour, the bright blue waters of the Mediterranean sea. Instead, it was decided that it should take the shape of a forest pond and merge into its surrounding landscape. Also, keeping in mind that the water quality must correspond with the current health and safety regulations, the architects at OMGEVING proposed to use an ecological water treatment technology which in turn allowed for a new aquatic ecosystem to be created. Unlike chemical-based systems, the ecological water treatment technology incorporates helpful bacteria, fungi, plants, snails, and other organisms which thrive by breaking down and digesting organic pollutants. Thus, that which was formerly a typical bright blue swimming pool was turned into a green mossy swimming lagoon tightly wrapped in a ribbon of reeds which reach out deep into the park joining the other ponds.

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The pavilions: Meanwhile, on the opposite side of the pond three pavilions emerge. Made from rusted steal, their impressive forms evoke the dramatic rock formations or mountain tops seen in 18th century landscape paintings such as those of Caspar David Friedrich, Hans Gude, or Peter Balke. Besides the colour of rusted steal being an earth tone which helps to keep the “natural” feeling of the park, the choice to use this material was also dictated by the fact that the swimming facilities are closed for a total of nine months out of the year. Due to this, the pavilions had to be designed as independent objects that could stand on their own once they are not in use. The pavilions’ slanted rooftops which are populated by weeds and herbs add to the overall perception that these structures were created by geological forces rather than by human efforts. The use of green roofs in this project also has a more pragmatic purpose as they provide a softer and more natural view from the windows of the apartments which stand adjacent to the park.

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Walking out of the woods and into the grassy plain of the park, the visitor is lead by a bridge to a space between two of the mountain-like pavilions; the access pavilion and the shower rooms. This pathway forms the main axis of the project. Here, the visitor is confronted with three possible choices: to walk further onto the grassland of the park, to enter the swimming pool area, or to leave the park through the residential street of Van Baurscheitlaan. This primary axis is functionally crossed by the pathway of those who intend to swim in the pond. The second axis thus consists of a pathway which progressively leads the visitor through the changing rooms, showers, and access gate to the pool. Although grouped together as one entity, the three pavilions maintain separate contained forms. The gaps between these forms, reminiscent of chasms between cliffs, gently frame the views of the old woods on the opposite side of the water which allow the swimming pool visitors to keep contact with the outdoors. This chain of volumes culminates in the tallest pavilion which guards the access to the swimming pond. Beyond the gate localised at the ground floor, the swimming pond is restricted to a limited amount of visitors (max. 150 swimmers) which is regulated by the current efficiency of the water filtration system. Not only does the tallest pavilion function as a gateway to and from the pool, it also works as a watchtower for administrative staff who have offices on the top floor. From this higher point the staff may easily control what is in the area by way of carefully positioned windows overlooking a rather open site, and so, the safety of the park has been enhanced. The plain open space of the park does not only offer more safety but is also valuable in itself. Although it is tempting to “use” or build up every square meter of an empty space, we must also acknowledge when one shows restraint and recognises a space as a tangible physical object. This gives the open space a chance to become as equally important as built volumes. In the project of Boekenberg park, OMGEVING has taken it upon itself to go along this route and it has successfully preserved the open space, allowing the community to take the space over and occupy it themselves. In this way, we may wonder whether giving more control and freedom to the public is also part of the architect’s role in his or her design.

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Conclusions: From this article’s focus, one may begin to see the relevance of the Boekenberg park project in the ongoing discussion on how to build new architectural structures in an already defined historical context. We have mainly tried to show that the rehabilitation of a historical site does not necessarily mean the restoration of a physical body of architecture. Rather, the architect’s focus can be placed on restoring the dissolved concept already embedded in the site’s history. This approach is not only less restrictive and allows for a more creative reinterpretation, but it is also a way to take action whilst maintaining respect for a site’s history. It can therefore better cater to the modern needs and standards of the general public, such as, comfort and sustainability.

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Chapel of Santa Corona – Vicenza - ZO_loft architecture & design

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Chapel Valmarana is certainly one of the great treasures of the city of Vicenza, but not the only valuable content within the church of Santa Corona: the church not only presents several remarkable works, but it is also good architectural and civic building of exceptional importance.

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For this reason the external path needed to provide accessibility / visitability to the chapel Valmarana, during the restoration of the church, was added by a new meaning to turn it into a multimedia installation able of narrating the past, present and future of the building.

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The aim was not only to illustrate the restoration work to the people of Vicenza, but also to expose removed or protected artworks by linking them to the philological history of the church in a way that, foreshadowing the entry, prepares the faithful, but also tourists, to a more conscious observation of the artistic heritage . Not therefore a merely safety path, but also an open book on the history and techniques to be continually updated, exposing archaeological materials and streaming live from the restoration works. In this way the installation is constantly changing, keeping alive the interest of citizenship for the intervention and at the same time reassuring the community about the proper conduct of the work. The path consists of a system of “walking” and “staying” spaces (also characterized by appropriate lighting systems).

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“Walking spaces” are designed to illustrate the story of the church in relation to the works contained in. It is using a continuous printings on fire retardant fabric “Staying spaces” host projections made in the work site; they also include temporary exposures about artefacts found during restoration, small temporary exhibitions related to the activities of the Curia, the Parish or about town. Along the path several open “windows” made of impact-resistant compact polycarbonate, allow the visitors to see the work of the specialists dealing with different processes or allow the view of meaningful artefacts as the Chapel of the Holy Thorn.

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Along the path several points of support allow to seat for reflection during the visit but also to give opportunities to disseminate information brochures on the activities inherent in the Church.

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The materials used for the structure have great versatility and high strength, fire-retardant treatment. Also the path is fully experienced by disabled people.

In relation to the stages of construction site the path will be developed in two stages: the first part, the most articulate, will allow access to the open half of the church during the first and second phase. The second part will be arranged to coincide with the third phase of construction site to allow safe access just to the chapel Valmarana. The prosecution of the external path inside the church consists of a portion structurally and conceptually similar to the first part of the system, otherwise, in the crypt will be used modular barriers combined with compact impact-resistant polycarbonate panels to allow greater flexibility of location relation to the work involved.

inSCAPE - ZO_loft architecture & design, Modulo5

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Il progetto di recupero e valorizzazione storico – urbanistico – ambientale della Piazza del Duomo si prefigge la ridefinizione alla scala architettonica dello spazio, ottimizzando la fruizione e la frequentazione pubblica, attraverso la proposta di una densa serie di nuove attività da svolgere in loco, su un parterre flessibile, sempre cangiante, la cui libertà d’uso è fortemente caratterizzante. La proposta progettuale è occasione per restituire un luogo, attualmente decontestualizzato, alla sua città e ai suoi abitanti, conferendogli un’immagine architettonica capace di strutturare un nuovo “landscape urbano”. Alla luce dei due sistemi principali, quello urbano e quello agricolo, il progetto reinterpreta la piazza come luogo dell’incontro e sintesi dei due volti. Un paesaggio da osservare e da vivere ma, al contempo, un paesaggio da comprendere e nel quale riconoscersi perché evocativo di un passato che appartiene ai cittadini e che ritorna a plasmare gli spazi urbani in maniera contemporanea. Vi è perciò un interscambio continuo: l’utente modifica questo paesaggio con le sue azioni e le tante attività che su questo telaio saranno possibili, ed il paesaggio modifica l’uomo, arricchendolo di un “palinsesto culturale” che lo influenza nel modo di osservare e percepire questo luogo in relazione ad altri paesaggi, urbani e non. Una mixitè di prestazioni strutturano uno spazio dello stare, autonomo, capace di autosostenersi energeticamente, con l’obiettivo, appunto, di abbattere al massimo i costi di realizzazione, gestione, manutenzione, e di inserirsi in ambiente urbano in maniera ecosostenibile a bassissimo impatto ambientale. All’idea di colonizzazione permanente abbiamo sostituito quella di un modello attento al processo e al relativo telaio d’uso più flessibile e dinamico, meno legato alla formalizzazione e più all’intorno e al suo fruitore con un atteggiamento attento a cogliere e perseguire la temporaneità, la mutevolezza, l’effimero, l’impermanente e tutti quegli atteggiamenti propri della mobilità e degli eventi, permettendo di accogliere in maniera libera ed efficace qualsiasi fascia d’utenza, rispondere alle esigenze dei più piccoli, dei loro genitori, fino agli anziani, intervenendo sul loro benessere psico-fisico e invitando allo svago, ad attività ludiche, informative e culturali.

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RESTAURO E CONSOLIDAMENTO CAMPANILE A CAPRIGLIA-PELLEZZANO (SA) - Bruno Aldo Antonio

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COMUNE DI PELLEZZANO-CAPRIGLIA (SA)

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VISTA PANORAMICA

PROGETTO ESECUTIVO DI RESTAURO ARCHITETTONICO E CONSOLIDAMENTO DEL CAMPANILE DELLA CHIESA DI S. MARIA DELLE GRAZIE.

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PLANIMETRIA

RELAZIONE DI PROGETTO

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PARTICOLARE CAMPANILE

DESCRIZIONE DEL CAMPANILE Il campanile annesso alla chiesa S. Maria delle Grazie nella frazione Capriglia di Pellezzano è collocato nella piazza centrale del centro abitato ed il suo sacrato è il fulcro della vita sociale della comunità locale. IL campanile, ergendosi in una zona piuttosto alta del paese, è visibile anche a distanza ed assurge a simbolo del piccolo centro di Capriglia. E’ alto circa 38 m. ha una pianta quadrangolare con gli ultimi due impalcati a pianta poligonale ed una cupoletta a forma di pera terminale. Ha una parte basamentale alta m. 11,20 con una prima parte in intonaco grigio semplicemente fratazzato ed una seconda trattata ad intonaco color rosso mattone con grosse bugne rettangolari superiormente. Un cornicione in pietra grigia disegna il limite di questo primo impalcato esterno. A questo basamento si sovrappongono quattro impalcati superiori con una cupoletta terminale. Il primo ordine, impostato su pianta quadrata, è definito lateralmente da due lesene in stucco sormontate da capitelli tuscanici e da una finta trabeazione arricchita con metope e triglifi come da tradizione dei primi interventi neoclassici. Nella parte centrale, del prospetto Sud contiguo alla chiesa, vi è un’apertura con arco a tutto sesto con paraste laterali, sormontata da un orologio con cornice a foglie di alloro che si raccordano alle due paraste. Le superfici piene sono rivestite da intonaco rosso trattato a finti mattoni. Questo impalcato in origine aveva grosse aperture con archi che sono state chiuse in prosieguo di tempo quando il campanile fu oggetto di un intervento architettonico di scuola vanvitelliana. Un cornicione poco aggettante costituisce la linea di demarcazione con il secondo ordine. Questo ordine posto alla quota + 18,15 inpostato anch’esso su pianta quadrata presenta gli spigoli arrotondati che prepara il passaggio all’impalcato superiore a pianta ottagona. Tale ordine è rastremato rispetto a quello inferire ed ha su tutti e quattro i lati aperture con archi a tutto sesto sottolineati da cornici in stucco con in chiave una conchiglia. Tale soluzione decorativa è una chiara reminiscenza tarda-barocca. IL cornicione che separa dal terzo ordine è un po’ più aggettante e prepara il plasticismo ancora fortemente barocco delle volute sovrastati. Questo ordine si imposta su pianta ottagonale e presenta la stessa soluzione nelle aperture dell’ordine inferiore alle quali si allineano con bugne, questa volta, molto marcate. Ai lati delle aperture vi sono volute di raccordo. Il quarto ordine a quota (+28,80), anch’esso impostato su pianta ottagonale, presenta aperture sui quattro lati ovoidali e volute di raccordo simili a quelle sottostanti, ma più piccole. Infine, a completamento del campanile vi è una cupoletta impostata su pianta ottagonale a forma di pera ricoperta di piccole piastrelle maiolicate in ceramica vietrese come da tradizione locale Nelle arcate del secondo e terzo ordine vi sono due coppie di campane mentre quella più grande è al centro del secondo impalcato e quella un po’ più piccola al terzo. Il numero complessivo delle campane è di otto che sono state elettrificate ma non in movimento.

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VISTA PROSPETTICA

I MATERIALI La struttura del campanile da muratura portante in pietra calcarea di media granulometria rivestita all’esterno da intonaci e stucchi ed all’interno da intonaco soltanto fratazzato con esclusione delle pietre che definiscono gli arconi del primo impalcato. Tutte le cornici aggettanti degli impalcati hanno superiormente un uno strato di lavagna per allontanare le acque piovane. L’accesso alla cella campanaria è assicurato una scala in ferro che di recente ha sostituito la preesistente in legno. La scala è costituita da due scatolari rettangolari che si ancorano nelle murature e sorreggono gli scalini ed i ballatoi. Sono solo due i solai degli impalcati, il primo a quota +18,15 ed è in ferro e laterizi ed il secondo a quota (+26,35) in ferro. In origine gli impalcati erano in legno ad esclusione del primo che era sorretto da una volta in pietra a botte.

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PIANTE DI RILIEVO

STATO DI CONSERVAZIONE Come viene descritto nella tavola N. 11 di progetto il campanile presenta in generale seri processi di degrado che interessano soprattutto i paramenti decorativi con gli aggetti come i cornicioni, le volute le paraste e gli intonaci. Questo degrado è presente in modo particolare sui lati nord ed ovest perché più esposti alle intemperie. Il degrado descritto è in atto e si verificano distacchi di materiali che precipitano sulla copertura della chiesa e sulla piazza per cui è urgente intervenire per la messa in sicurezza del campanile. Quasi tutti cornicioni presentano parti mancanti ed ammalorate in fase di distacco. Il degrado a cui è interessato il campanile ha varie motivazioni, in primis la cattiva posa in opera dei materiali ascrivibili agli interventi più recenti, poi alla mancanza di manutenzione. Particolare rilevanza assume la vegetazione diffusa, soprattutto sulla cupoletta, che con le radici provoca la frattura dei materiale con infiltrazioni di acqua e, poi, non in ultimo la presenza copiosa di colombi che vi trovano rifugio. Non è, inoltre, da trascurare il guano dei piccioni che sciogliendosi con la pioggia causa il deterioramento del monumento. Infatti, la componente acida del percolato scioglie il carbonato di calcio presente negli intonaci e nelle pietre danneggiandoli. Oltre al danno strutturale si deve considerare che il composto organico a reazione acida, offre un elemento costitutivo ideale alla moltiplicazione di organismi microscopici, quali muffe e funghi che ricoprono le superfici e favoriscono la crescita e la proliferazione di vegetazione. La percolazione generalizzata di acqua sui prospetti esterni è causa del dilavamento degli intonaci e delle malte. Sono chiaramente visibili gli interventi di consolidamento e manomissione nelle strutture avvenuti nel tempo anche a causa di eventi sismici e ne sono prova le catene in ferro poste al terzo e quarto impalcato e la chiusura delle aperture del secondo impalcato.

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PIANTE DI RILIEVO

STRUTTURE E QUADRO FESSURATIVO Analizzando la tavola N. 11 di progetto è possibile rilevare che i danni causati del sisma del 23.11.80 e successivi hanno interessato soprattutto il terzo e quarto impalcato con lesioni gravi alle murature ad andamento verticali e nelle chiavi di volta delle aperture. La causa principale delle fessurazioni è ascrivibile alla mancanza dei diaframmi orizzontali degli impalcati che in minima parte è stata sostituita dalla presenza della scala in ferro ancorata nella struttura muraria. Sono gravi le lesioni presenti lungo il contorno degli arcate murate del primo impalcato in quanto le nuove murature non sono state idoneamente ammorsate in quelle preesistenti. Altro fattore che ha influenzato il quadro fessurativo è stata la diversa geometria degli ultimi due impalcati che da pianta quadrata diventano ottagonali costituendo, tra l’altro, anche la sopraelevazione del campanile avvenuta nel ‘700.

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PROSPETTI DI RILIEVO

CONSOLIDAMENTO DELLE STRUTTURE MURARIE Le opere di consolidamento sono tese a migliorare la resistenza delle strutture anche in caso di sisma ed a tal fine è stata predisposta una verifica statica. Gli interventi previsti sono stati predisposti in due direzioni principali, la prima nel ripristinare adeguatamente i diaframmi orizzontali degli impalcati e la seconda ad assicurare la continuità strutturale verticale degli ultimi due impalcati alle strutture sottostanti del campanile. Si è intervenuti, poi, sulle lesioni delle murature e delle volte con idonei interventi di consolidamento ed, infine, si è provveduto al consolidamento della cupoletta terminale nel suo intradosso. I diaframmi orizzontali degli impalcati sono stati progettati generalmente con cordoli armati chiodati nelle murature, come, descritto nei particolari della TAV. 25 e nelle tavole di consolidamento, nei quali sono state ancorate quattro IPE 200 incrociate in modo perpendicolare in modo da formare un reticolo con angolari 50×100x10 che reggono le lamiere recate 55×80,5×61,5 che formare il solaio e su cui, poi, ci sarà il getto di calcestruzzo con una rete elettrosaldata ø 8 10×10. A questo intervento si aggiunge, e per ogni impalcato a partire dalla quota (+11,25, un telaio orizzontale nelle murature armato e cementato con barre ø 20 che corre per tutto il perimetro con l’aggiunta di barre disposte negli angoli a 45°. Gli ultimi solai, invece, sono totalmente in ferro con un piano orizzontalo che sarà realizzato con rete poggiante sulle putrelle. Nelle murature del terzo e quarto impalcato sono state predisposte perforazioni armate, simili alle precedenti, inclinate a 45° ogni 50 cm in altezza negli angoli delle murature che contribuiscono da un lato a dare continuità alle strutture murarie e dall’altro a migliorare la resistenza alla rotazione angolare. Passando agli ultimi due impalcati, a pianta ottagonale, c’è da dire che sono previste perforazioni armate verticali con barre ø 30 cementate per realizzare la continuità strutturale con il resto del campanile come viene riportato nelle tavole delle piante, dei prospetti e delle sezioni di consolidamento. Quanto all’impalcato posto alla quota (+18,15) si ha che esso è l’unico solaio esistente e che è composto da tre travi IPE 200 e laterizi sul quale poggia un impalcato con strutture in ferro che regge la campana centrale. Per questo solaio, dove non è stato possibile progettare il cordolo in calcestruzzo armato si è provveduto a rafforzarlo con due IPE 200, incastrate nelle murature e disposte in modo ortogonale a quelle esistenti ed aderenti alle murature con l’aggiunta, poi, di altre putrelle intermedie atte ad aumentare la resistenza sul piano orizzontale e poi, si è provveduto a prevedere iniezioni di cemento nelle murature all’altezza degli incastri nelle delle putrelle esistenti per migliorarne la tenuta. Le lesioni verticali nelle murature e nelle chiavi delle volte delle aperture del terzo e quarto impalcato saranno consolidate con coppie di perforazioni incrociate armate ø 12 e lunghe cm 50 ed iniettate come pure per quelle dei quattro vani murati degli archi al secondo impalcato di cui due necessitano di essere anche completati nella muratura lasciando a vista, però, le pietre degli stipiti e degli archi, come si può rilevare dalle sezioni del progetto di consolidamento. ( Tavv. N. 23 e 24. La sua struttura muraria della cupola sarà consolidata con 8 perforazioni armate a mq ø 12 e di lunghezza cm 20 con rete ø 3 e maglia 5×5 con malta finale bicomponente fibrorinforzata con azione pozzolanica ad elevata duttilità proiettata secondo il metodo della “Gunite”. Il cornicione in pietra, infine, del primo impalcato presente su tre lati sarà meglio ancorato alla struttura muraria con perforazioni armate ed iniettate ø 12 lunghe cm 50 ogni 50 cm. come viene disegnato nella TAV. 18 dei particolari architettonici (B).

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SEZIONI DI RILIEVO

RESTAURO ARCHITETTONICO Dopo aver installato il cantiere con le impalcature esterne per prima cosa si provvederà alla disinfestazione della struttura soprattutto al suo interno per la presenza di guano di colombi. Passando, poi, all’interno si provvederà a demolire la scala in ferro ed ad aprire il vano mutato dell’ingesso esterno originario del campanile insieme ai resti di travi in legno degli originari solai agli ultimi impalcati e questo sarà fatto partendo dall’alto. A questo punto dopo un modesto scavo a piano terra del campanile alla quota (+020) si provvederà a realizzare il primo solaio, come viene descritto nella TAV. 25, in ferro e lamiera recata. Questo solaio consentirà di poggiare le impalcature interne con scale distanti cm 20 dai muri perimetrali e ed i piani di lavoro sottoposti di cm 150 dai solai degli impalcati da realizzare. Si provvederà a spicconare le parti di intonaco residuo e si inizieranno a realizzare i solai dei vari impalcati composti da putrelle lamiera recata e calcestruzzo con rete elettrosaldata, come è visibile nella TAV. N. 25. Dopo si passerà a realizzare l’intonaco interno dopo un rinsaffo con malta secca resistente ai solfati a base di calce idraulica naturale e sabbie calcaree classificate, mentre l’intonaco, poi, sarà del tipo macroporoso con malta secca idrofugata resistente ai solfati a base di calce idraulica naturale, polvere di marmo e sabbie calcaree classificate, mentre la finitura sarà costituita da calce idraulica naturale e sabbie classificate. L’impianto elettrico e quello di elettrificazione delle campane con quello dei dissuasori acustici completeranno la funzionalità architettonica interna. Passando agli esterni c’è subito da dire che dopo la demolizione degli intonaci e delle parti degradate si provvederà a rilevare le forme delle cornici degli impalcati da ricostruire. Si passerà, poi, a realizzare l’intonaco esterno dopo il rinzaffo simile a quello previsto per le murature interne, con malta secca a base di calce idraulica naturale, polvere di marmo e sabbia calcarea classificata. A completamento ci sarà il fissativo di finitura composto da speciali resine acrisiliconiche e pitturazione di colore rosso mattone composta da speciali leganti siliconici all’acqua con traspirabilità ed idropellenza. A causa del degrado molto diffuso degli esterni non è possibile in questa fase verificarne lo stato di consistenza puntuale delle parti stabili delle cornici ed allora si è scelto di prevederne la loro totale ricostruzione rimandando la loro verifica nel corso dei lavori. Per la ricostruzione di queste cornici marcapiano si predisporranno, per prima cosa le armature in ferro dei codoli con le chiodature nelle murature e successivamente si monteranno i casseri in polistirolo predisposti secondo le sagome delle cornici nei quali ci sarà, poi, il getto di malta bicomponente con fibra rinforzata con azione pozzolanica ad elevata duttilità. Dopo la presa del getto saranno smontano i casseri e successivamente si realizzerà l’intonaco di colore bianco, simile a quello interno, compresa la pitturazione di colore bianco con una soluzione di fissativo composta di speciali resine acrilosiliconiche e pitturazione finale composta da speciali leganti siliconici all’acqua con traspirabilità ed idropellenza. Sopra i cornicioni vi sarà una lastra di pietra di ardesia nera cm 20×3 lucida con fronte bisellato + gocciolatoio sporgente 10 cm con gocciolatoi per allontanare le acque piovane. Quanto poi alle cornici da ricostruire in modo tradizionale si provvederà a ringrossare la muratura in aggetto su cui ci sarà il rinzaffo con l’intonaco a base di malta secca di calce idraulica naturale, polvere di marmo e sabbie calcaree classificate, poi, la finitura idrofugata composta da calce idraulica naturale e sabbie classificate ed infine la pitturazione in bianco composta da speciali leganti siliconici all’acqua con traspirabilità ed idropellenza Le cornici in pietra del primo impalcato e quelle delle aperture del terzo impalcato saranno pulite con idonea microsabbiatura. Passando ora agli interventi interni si è provveduto ad integrare la struttura in ferro che regge la seconda campana a quota (+26,35) con altre putrelle. Si passerà, poi, alla posa degli elementi della scala interna in ferro compreso la rete sui pianerottoli tutto come disegnato nella TAV. N. 17 dei particolari architettonici e nelle piante e sezioni degli elaborati di progetto architettonico. A protezione dei vuoti delle aperture e quelli dei solai di arrivo delle scale saranno montate idonee balaustre in ferro come si rileva dal particolare della Tav. N.17 e dalle piante, prospetti e sezioni del progetto architettonico. C’è da precisare che questi elementi in ferro saranno composti in loco ma soltanto montati, in quanto saranno realizzati in fabbrica. La scala inclinata ha uno sviluppo verticale è di ml. 32,62 e la larghezza è di ml. 0,60. Essa sarà realizzata in struttura portante verticale con sviluppo a singole rampe rettilinee, senza colonne, ma fissate alla muratura, con cosciali longitudinali in “ Tub. 100×50” e supporto gradini a “ L 100×8”. I gradini saranno in lamiera mandorlata presso piegata avente sp. 3+2mm. La ringhiera sarà realizzata con tubolari orizzontali e piantoni verticali in “ Tub. 30×30”, il corrimano in “Tub. Diam. 42mm.” ed il corrente orizzontale in “ Tub, diam. 22mm”. La finitura sarà realizzata mediante bagno di zinco integrale a caldo con caratteristiche di base secondo norme UNI EN 1461 del 09.99 ( 70 micron di spessore). Poi vi sarà una ulteriore finitura mediante ciclo di sabbiatura della zincatura e copertura con vernici a polveri essiccate a forno in colore RAL 9006 (grigio alluminio). L’assemblaggio in cantiere è previsto con bulloneria elettrozincata classe 8.8 e tasselli ad espansione meccanica o chimica Hilti “HS”. Per raggiungere gli ultimi due impalcati, vi sarà una scala verticale a pioli costituita da montanti angolari 60×60x8 fissati alle putrelle dei solai con pioli orizzontali in tubo 22,6×3 e la protezione anticaduta con ferri piatti 50×4 calendrato. La finitura e l’assemblaggio saranno realizzate in analogia alla scala verticale. Passando al livello interno, all’altezza dell’orologio da torre, c’è da dire che è stato previsto un ampio solaio per consentire i lavori di manutenzione. A livello dell’uscita dal campanile per accedere al sottotetto della chiesa è stata prevista una rampa in ferro di collegamento perché il solaio in calcestruzzo realizzato in precedenza, tra le due strutture, sarà demolito per evitare il martellamento e rendere il campanile libero. Gli infissi in legno di castagno da realizzare sono posti al piano terra e interessano l’ingresso esterno e quello dalla chiesa, mentre altri due saranno realizzati tra campanile e sottotetto chiesa. I solai degli impalcati in ferro sono previsti in lamiera recata e calcestruzzo con rete e cotto artigianale 20×20 di finitura, mentre quella al piano terra, invece, sarà in pietra calcarea bianca a correre cm 30×3 con calpestio bocciardato e perimetro scheggiato. Per la cupoletta terminale si verificherà lo stato di tenuta del rivestimento maiolicato e si integreranno gli elementi mancanti e poi si passerà a collocare la corda di rame per la messa a terra. I solai degli ultimi due impalcati e quello della seconda campana saranno realizzati con putrelle e rete. Oltre al nuovo impianto di elettrificazione delle campane è stato previsto il restauro e la pulizia delle campane con l’illuminazione interna. Quanto, poi, a quella esterna sono stati previsti fari posti sulla copertura della chiesa in modo da rendere visibile nel territorio questa imponente struttura tutta protesa verso l’alto.

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SEZIONI DI RILIEVO

ELETTRIFICAZIONE DELLE CAMPANE Il nuovo sistema di elettrificazione delle campane prevede che sei di esse saranno a slancio e due a rintocchi. Dopo una accurata spazzolatura e rimozione delle parti in disuso delle campane si provvederà ad installare le incastellature con i ceppi motorizzati, sei battagli e quanto necessario per il corretto funzionamento. Sono previsti sei motori elettrici con dispositivi automatici per l’arresto delle campane e per l’eliminazione degli stratocchi. Inoltre vi sarà una cabina generale con quadro comando e centrale computerizzata con ritiro dell’esistente e sarà installata a piano terra. All’interno della cella centrale del campanile dove vi è la campana grande vi sarà allocato un diffusore omnidirezionale a “fungo” che non sarà visibile dall’esterno. Si è prevista, inoltre, la sostituzione dell’orologio da torre in plexiglas completo di servomotore sul prospetto sud che guarda la piazza principale dell’abitato. Infine per allontanare la presenza dei piccioni è stato previsto un diffusore acustico con suoni di predatori che una volta uditi non li fa più ritornare perché credono che la specie si trova in grande pericolo.

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PIANTE DI PROGETTO

IMPIANTO ELETTRICO E DI ILLUMINAZIONE L’impianto elettrico è suddiviso in riferimento alla tipologia impiantistica che è stata adoperata ed è descritto nella tavola di progetto N. 27. In particolare: · Impianto elettrico di alimentazione del complesso; · Impianto di illuminazione delle scale con comando a sensore di presenza; · Impianto di illuminazione notturna con scenario programmabile e luci colorate piano per piano del tipo a LED RGB. La diffusione della luce verso l’esterno è del tipo indiretto dopo riflessione sulle pareti interne; · Impianto di illuminazione notturna delle facciate esterne con proiettori LED del tipo RGB. I proiettori saranno orientati in modo da non superare il tetto del campanile e quindi ridurre l’inquinamento luminoso; · Impianto programmabile e telegestibile per realizzare gli scenari delle luci interne ed esterne per ottenere la variabilità degli scenari a seconda delle esigenza richieste. Notevole la visibilità dall’esterno; · Predisposizione elettrica per la gestione dell’impianto delle campane; · Impianto di amplificazione; · Impianto di allontanamento volatili.

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PIANTE DI PROGETTO

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PIANTE DI PROGETTO

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PROSPETTI DI PROGETTO

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PROSPETTI DI PROGETTO

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SEZIONI DI PROGETTO

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SEZIONI DI PROGETTO

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RENDER INTERNO

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RENDER INTERNO

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RENDER PARTICILARE INTERNO

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RENDER ESTERNO

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RENDER ESTERNO

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RENDER ESTERNO

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RENDER PARTICOLARE INTERNO

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VISTA INTERNA

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ETB. OBJECTS

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Ampliamento dell’hotel Casale delle Arti - ZO_loft architecture & design

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L’impianto è strutturato su una serie di terrazzamenti posti lungo la collina a configurare un fronte frammentato e permeabile allo sguardo. Le caratteristiche architettoniche degli edifici riprendono quelle dei casali rurali dell’area. Movimenti di terra rinaturalizzati creano un’osmosi quasi completa tra architettura e paesaggio mentre tagli di attraversamento pedonale segnalano le migliori visuali sulla valle antistante. Gli alloggi, rispondenti a criteri di progettazione bioclimatica, sono studiati per ospitare da 2 a 6 persone; dispongono di parcheggi privati, di piccoli cortili esterni e di terrazze. Per schermare il lato esposto a sud dall’eccessivo soleggiamento vengono adoperate pensiline con frangisole fotovoltaici, sfruttando così l’ottimale orientamento del complesso per diminuire i costi di gestione attraverso la produzione autonoma di energia.

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Pasticceria SAN SECONDO_STILLITANO - Miriam Rocco, Mario Supino

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Il locale pasticceria è sito in via San Secondo 68 a Torino. Il progetto ha previsto un intervento a 360 gradi: dalla realizzazione degli impianti a quella del bancone, su misura, retroilluminato e modellato secondo le esigenze funzionali. La cura dei particolari e la scelta delle tonalità sono stati punti fondamentali per il progetto, che ha teso a valorizzare l’esistente e contemporaneamente a proporre una soluzione moderna per gli interni. Ogni texture è stata scelta con attenzione per costituire un ambiente originale e piacevole. Le creazioni dell’artista Donka sono inserite con gusto nel locale conferendo un tocco di stile al contesto.

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Vista su bancone

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vista su saletta

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tavolini in saletta

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scultura di Donka

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particolare seduta

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retro banco

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particolare in rame e agate ARCHdesign + Donka

Un giardino pensile - Emilio Coppola

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ristrutturazione appartamento con realizzazione di giardino pensile sul lastrico solare di copertura

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il giardino dopo!

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il terrazzo prima|

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il giardino dopo!

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il giardino dopo!

Geometrie Mediterranee - Eutropia

PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE HOTEL REDIVALLE PASSO DEL TONALE - arch. Gianluca Peretti, Ing. Sergio Leali

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Obiettivo del progetto è quello di realizzare una struttura alberghiera di ottimo livello attraverso una composizione architettonica che punta alla creazione di un elemento di qualità che non si limiti all’imitazione dello stile montano; obiettivo è quindi creare un elemento capace di imporsi sul contesto senza però la violenza che una struttura di dimensioni certamente importanti come la presente può comportare in un contesto fatto di “episodi edilizi” come quello del Passo del Tonale. In questo senso assumono quindi importanza la composizione dei volumi e la scelta dei materiali che, come elementi di comunicazione e filtro con l’esterno, hanno la responsabilità di gestire i rapporti con il fruitore e con l’ambiente circostante. Dal punto di vista compositivo lo sforzo è stato quello di realizzare, attraverso la movimentazione dei fronti e l’integrazione di più volumi, un corpo dinamico fatto di episodi legati ai punti di vista, con elementi e forme che attraverso la scelta di materiali diversi costituiscano un insieme ritmico e leggero.

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Simulazione fotografica

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Simulazione fotografica

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Prospetto principale

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Prospetto laterale

garage cafè - RSA

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GARAGE CAFE

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