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FROM SHOP TO LOFT - R3Architetti

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Negli spazi che fino al 2002 accoglievano un negozio è stato realizzato un alloggio/studio professionale per un giovane professionista torinese. Il volume stretto e lungo dell’immobile e la sua altezza sono stati sfruttati per concepire un’architettura progettata in sezione, immaginando un soppalco che dia vita ad un duplex. Dal punto di vista distributivo, al piano inferiore sono stati predisposti, la zona living/zona di lavoro, nonché la cucina e il bagno principale, mentre al piano soppalcato si trovano la zona notte e un’ulteriore zona lavoro/studio che si “affaccia”, sul soggiorno a tutt’altezza. Il tema della polifunzionalità dello spazio è stato affrontato con l’obbiettivo di nascondere gli ambienti che non sono compatibili con lo spazio lavorativo, come cucina e camera da letto, attraverso tendaggi che disegnano lo spazio e consentono al contempo il cambiamento di funzione con grande rapidità.

R3Architetti — FROM SHOP TO LOFT

La necessità di sfruttare al meglio la luce naturale ha portato a dipingere tutte le pareti di bianco e ad aprire due grosse finestre sui lati corti dell’alloggio/studio.

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FLEX TOWER - Paolo Venturella

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Living city

Paolo Venturella — FLEX TOWER

2040. Population in New York City grows over and over. Inhabitants are more than expected and an original innovative typology appears in the city.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

Even if carbon emission has to reduce, the use of energy increases. High rise is the only answer. A solution combining housing and energy systems for a sustainable living starts to be built in various parts of the city.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

In order to avoid an uncontrolled invasion of photovoltaic panels all over the city, the new typology perfectly combines the need of the moment.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

Since photovoltaic panels need a tilted surface oriented to the sun, this typology tilts and rotates itself. At the ground level the building respects the Manhattan’s grid while in a higher level the shape rotates facing the sun allowing panels to displace correctly.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

The “FlexTower” combines the rotation and the flex in an appropriate 30 degrees angle facing the sun.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

The façade works at the same time as structure and as performative skin.

Paolo Venturella — FLEX TOWER

The structure is a unique steel frame all exterior the building. This allows to realize the very original shape challenging gravity and also to create an interior space completely free from structural elements.

The skin is designed so to create a unique envelope, an intelligent system made by different modules. At the top the most is made in photovoltaic and looks denser while at the bottom photovoltaic evanesces and becomes less dense.

Thanks to the “Flex Tower” the aspect of the city mutates. The classic skyline historically grown up as the extrusion of the plot converts to a new direction.

New Yorkers find their own space and a sustainable lifestyle..

CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI - QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo

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Attraverso l’analisi delle fotografie storiche si possono individuare come caratteri fondanti non soltanto l’asse centrale ed il cuore-fontana, ma anche l’organizzazione simmetrica dei lotti in quadranti e spicchi su cui si attestano padiglioni ed aree preminentemente verdi. Il recupero di tale impianto costituisce il presupposto storico di una scelta progettuale che mira alla riqualificazione della Fiera a partire innanzitutto dal suo aspetto propriamente urbano, nell’ambizione di trasformarla in un parco di diretta pertinenza della città madre, Bari. La percezione della Fiera come luogo, che sia non solo spazio puramente fisico ma anche logos, quindi racconto, significato, può esser infatti data unicamente dalla permanenza delle persone. La fruizione quotidiana può essere assicurata dalla creazione di attrattive funzionali all’attività dell’uomo: in questo senso la cittadella non deve mirare esclusivamente all’instaurazione di attività permanenti legate al mondo del lavoro, aspetto questo che occupa una buona parte della quotidianità di molti individui, ma deve anche costituirsi come realtà ricreativa, che abbraccia il tempo dello svago e sviluppa il livello di benessere. In tal senso, la posizione della Fiera si rivela ottimale, costituendo un’appendice finale senza uguale al Lungomare di Bari. Se i singoli edifici gravitanti entro la cittadella divengono i contenitori-promotori delle attività lavorative permanenti all’interno del più ampio comparto Fiera, avente invece un maggior carattere di discontinuità temporale, il parco urbano, con le sue piazze, le strade ciclo-pedonali, le aree verdi, aree di sosta, di ristoro, di intrattenimento, costituisce il luogo d’elezione per tutte quelle attività che si svolgono al di fuori degli orari lavorativi e per tutte quelle persone appartenenti a categorie differenti dai lavoratori (bambini, ragazzi, pensionati). La trasformazione della cittadella in parco urbano ne massimizza quindi il suo “consumo”, creando quell’effetto di “pieno” che garantisce cicli di vita sani e produttivi ai manufatti architettonici ed urbani.

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

Concept

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

Planimetria e schemi distributivi

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

QUI53 STUDIO ASSOCIATO, in collaborazione con arch. Alfredo Di Zenzo — CONCORSO DI IDEE PER LA RICOSTRUZIONE DEGLI IMMOBILI DA DESTINARE ALLE ATTIVITA' PERMANENTI NEL QUARTIERE FIERISTICO DI BARI

Nuovo Istituto Comprensivo Didattico di Via Carlo Amalfi in Piano di Sorrento - michele testa, Elisabetta D'amato, Giulia De Angelis

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Premessa

michele testa, Elisabetta D'amato, Giulia De Angelis — Nuovo Istituto Comprensivo Didattico di Via Carlo Amalfi in Piano di Sorrento

Le difficoltà insite nell’intervento sono notevoli e vanno oltre il pur rilevante aspetto di inserimento di una importante massa volumetrica in un paesaggio di pregio. La notevole dimensione dell’ intervento – dettato dalla normativa scolastica ha imposto un’attenta riflessione sulle modalità di inserimento e in particolare sul tipo di impianto architettonico più adatto, esprimendo tuttavia una critica al bando che affronta in modo confuso fuorviante ovvero reticente un aspetto fondamentale quale quello della definizione del lotto di intervento. Questo è tanto più palese se si confronta la superficie lorda minima di legge, riferita a un generico complesso scolastico della stessa tipologia, pari a 4836mq (201mq/aula) con la superficie del lotto attualmente occupato dalla scuola elementare (da demolire) che misura nella sua totale estensione circa 2500mq. Al volume da costruire si aggiunge la necessità di reperire spazio per le aree esterne di pertinenza. Il D.M. 18.12.1975 alla Tab.2 richiederebbe per la tipologia di intervento addirittura una superficie di 12600mq. In tal senso, risultando tale condizione inattuabile a meno di espropriare gran parte dei lotti limitrofi? (condizione in apparente contrasto con il bando), in fase di progetto si è esclusivamente rispettato il riferimento normativo che impone una superficie coperta del fabbricato non superiore alla terza parte del lotto.

linee guida entro le quali il progetto ha preso forma:

  1. Impianto planimetrico compatto –La cui giacitura si concentra sull’attuale lotto edificato della scuola elementare (come auspicato dal bando);
  2. Deciso arretramento dal fronte strada – con l’intento di creare un invaso urbano condiviso tra la dimensione pertinenziale e il luogo pubblico;
  3. Sottrazione di volume all’interno -interpretando il tipo architettonico a corte al fine di ottenere l’introversione del sistema verso lo spazio interno protetto, portarvi la luce, e creare una continuità visiva capace di misurare da ogni punto l’intera spazialità del sistema;
  4. Salvaguardia delle presenze arboree rilevanti -con l’intento di minimizzare l’impatto sul paesaggio esistente e valorizzare le presenze arboree più rilevanti;
  5. Creazione di un sistema di viabilità alternativo -introducendo di fatto un passante interno parallelo a via Carlo Amalfi che attraversa e distribuisce il parcheggio interrato con l’intento di disincentivare lo scorrimento veicolare davanti al complesso scolastico durante le ore di punta;
  6. Posizionamento delle aule in funzione dell’esposizione -tale da garantire la giusta luminosità e guadagno termico nei mesi invernali e la massima protezione dall’irraggiamento nei mesi più caldi;
  7. Distribuzione razionale e con vocazione all’interrelazione -immediatamente comprensibile, evitando il sistema a corridoio chiuso e/o profondi “cul de sac” interpretando l’elemento distributivo (nei limiti dimensionali normativi) quale spazio capace di generare un senso di condivisione, scambio e socializzazione;
  8. Flessibilità d’uso -sia rispetto ad alcune funzioni propriamente didattiche (quale la possibilità di accorpare o separare laboratori contigui) o la possibilità di dilatare degli spazi (come ad esempio accorpare la sala collettiva e la palestra) sia in termini di fruizione di alcune funzioni in orario extrascolastico;
  9. Massima attenzione agli aspetti energetici e minimizzazione dell’impatto visivo degli apparati –rivolgendo particolare attenzione al posizionamento in copertura delle fonti di energia rinnovabili operando il necessario arretramento rispetto ai fronti del fabbricato;

Inserimento paesagistico, fruibilita’ e disegno degli spazi aperti

L’impronta del fabbricato occupa prevalentemente il lotto esistente già edificato minimizzando l’impatto sul sistema ambientale. Sul retro del fabbricato saranno collocate le aree di pertinenza e in particolare il campo da gioco esterno e la pista di atletica che verranno intagliati nella fitta trama degli agrumeti retrostanti. In tal modo i filari di agrumi costituiranno la naturale quinta delle aree esterne della scuola, una sorta di alto recinto verde capace di valorizzare l’ambiente scolastico estero, proteggerlo e ombreggiarlo. Rispetto alla via Carlo Amalfi l’edificio si pone in posizione arretrata per riqualificare la spazialità dell’ambito, mitigare l’impatto del costruito e soprattutto realizzare un ampio spazio di socializzazione antistante la scuola. L’invaso è ulteriormente ampliato fisicamente e visivamente, tramite la creazione di una corte incassata (antistante il corpo della palestra e dell’auditorium) ricollegata al livello superiore con una comoda cordonata. Tale spazio risulterà fruibile dall’esterno in occasione di eventi extrascolastici contribuendo a generare un ambiente urbano architettonicamente e spazialmente definito in opposizione al concetto di semplice slargo su strada. La configurazione dell’ambito è concepita in modo da accogliere gli assembramenti fisiologici dei genitori e dei bambini, ma anche come luogo dinamico che convoglia i flussi all’interno della corte di accesso al complesso grazie alla giacitura svasata dei muri perimetrali dell’edificio. Proprio per l’importanza del ruolo che assolve nel sistema di insieme, quale elemento di mediazione tra il complesso circostante e il nuovo complesso, il progetto riserva particolare attenzione al dettaglio architettonico immaginando una pavimentazione lapidea monocromatica ma sensibilmente tramata attraverso l’uso di lastre di pietra locale declinate in varie forme e giochi di superficie più o meno bocciardate. Altrettanta attenzione ai fini dell’inserimento paesaggistico è riservata agli aspetti vegetazionali. Lo spazio è stato arricchito dalla presenza dell’alberatura con esemplari di Prunus avium “Plena” e Prunus padus “plena”, entrambe varietà di ciliegi selvatici. Sporadici esemplari di ciliegio sono sempre stati presenti all’interno degli agrumeti sorrentini, spuntavano al di sopra dei pergolati come elemento fiorito e produttivo. In questo progetto sono stati inseriti in specie da fiore così da rievocare la loro presenza sul territorio. Sono state scelte due varietà di Prunus in modo da assicurare un periodo di fioritura più lungo avendo tempi di fioritura leggermente sfalsati ed anche perché non presentano frutti che complicherebbero la manutenzione. Si è ritenuto di non inserire piante di agrumi perché il loro uso sul territorio è legato alla produzione dei frutti e quindi la loro introduzione all’interno del progetto con esemplari selvatici non ha senso tanto più che l’agrume è un albero sempreverde e quindi che poco si addice ad uno spazio usato dai ragazzi in tutte le stagioni. Le presenze arboree rilevanti e in stato di buona salute sono state mantenute all’interno dell’area. Il Cedrus atlanitica preesistente è diventato il fulcro del grande spazio all’aperto di ingresso, alla base è prevista una macchia di rosmarinus officinalis “prostratus”. E’ stato anche conservato l’esemplare di Pinus pinea sul confine del lotto. Anche per la scelta della vegetazione arbustiva all’interno dell’aria di progetto si è tenuto conto delle caratteristiche ambientali del luogo. Sono state introdotte specie autoctone e/o comunque compatibili con le caratteristiche dell’ambiente. Al di sotto dei Prunus sono stai posizionati gruppi di Myrtus communis “tarantina”, varietà di mirto con fioritura bianca ornamentale. Nello spazio ribassato di accesso alla palestra–sala polifunzionale sono stati introdotti, in una pavimentazione che sembra aprirsi per ospitare le alberature, tre esemplari di Acer campestre, albero caducifoglie, che ben si addice ad essere posizionato in prossimità delle sedute in modo che queste siano soleggiate nel periodo invernale e siano ombreggiate nel periodo estivo, ed un esemplare di Camelia japonica altra pianta tipica del giardino sorrentino con una bella fioritura anche nei mesi di febbraio e marzo.Nella parte retrostante l’edificio una zona è destinata ad ospitare l’orto didattico dove gli ortaggi saranno scelti in base alle stagioni ed ai programmi del corso di scienze.Lo spazio dedicato alla pista di atletica è separato dall’edificio da una fascia con vegetazione arbustiva. Di fronte ai laboratori sono state posizionate piante di Viburnum tinus (viburno) pianta della macchia mediterranea con un fitto fogliame in modo da creare una separazione visiva verde fra lo spazio di ricerca dei laboratori e le attività fisiche all’aperto. Di fronte alla mensa invece sono state posizionate piante di Myrtus communis (mirto), Rosmarinus officinalis (rosmarino), Lavandula angustifolia (lavanda) e Salvia officinalis (salvia) che oltre ad essere piante della macchia mediterranea hanno anche un uso gastronomico e quindi possono essere utilizzate dai gestori della mensa. Per mitigare la strada di servizio sono stati posizionati esemplari di Rhyncospermum jasminoides (falso gelsomino) con il Plumbago capensis (gelsomino azzurro), piante rampicanti che con il loro fogliame nascondono il passaggio delle autovetture alla vista degli studenti. Nell’area esterna si è previsto un campo polifunzionale regolamentare con spalti sui tre lati est, nord e ovest. L’areazione del parcheggio sotterraneo è garantita da fasce perimetrali la cui vista sarà mitigata dagli stessi rampicanti. Dal punto di vista della circolazione carrabile si è ritenuto importante procedere alla creazione di una viabilità secondaria parallela alla via Carlo Amalfi. La distanza di impalcato fra le piante di agrumi preesistenti permette di poter procedere alla creazione della strada carrabile a senso unico eliminando un numero esiguo di esemplari di agrumi già presenti in loco. La nuova strada porta direttamente al parcheggio interrato.

Distribuzione funzionale

L’edificio progettato si sviluppa su tre livelli principali oltre al parcheggio interrato (tale condizione richiede tuttavia una deroga alla normativa di fatto imposta dalle condizioni del bando). I due volumi più rilevanti della palestra e della sala collettiva, caratterizzati da una doppia altezza, sono parzialmente incassati, in modo che l’estradosso della copertura sia posto alla quota del primo livello, rendendo la stessa copertura utilizzabile quale grande terrazza a livello del primo piano delle aule per le attività educative all’aperto. L’ingresso principale al complesso scolastico avviene dalla via Carlo Amalfi tramite l’invaso che conduce in continuità fin dentro la corte interna dove è posto l’ingresso principale oltre all’ampia scala gradonata che sempre in esterno conduce direttamente al primo piano dove si concentrano le aule didattiche. Questo espediente oltre a rendere facilmente fruibile la terrazza dal basso consente negli orari di ingresso e di uscita di separare i flussi degli studenti evitando concentrazione nell’atrio. Gli altri accessi sono dal garage, e sempre da via Carlo Amalfi sulle due fasce di distacco. Il primo, tramite filtro conduce direttamente all’atrio, i secondi, carrabili, sono riservati al personale scolastico, ai manutentori e agli addetti della mensa. La zona delle cucine, degli spogliato e del magazzino afferenti alla mensa scolastica sono direttamente e indipendentemente fruibili anche dal mezzo per gli approvvigionamenti lungo il distacco tra il nuovo complesso e la confinante casa di cura San Michele. Al piano terra l’atrio si colloca in posizione baricentrica rispetto alle funzioni da distribuire. Assume una configurazione che coniuga il dinamismo dell’azione di entrare e la staticità dello scambio relazionale, assecondando il ruolo insito nella funzione che deve assolvere. Ad un primo slargo in corrispondenza dell’accesso, segue un breve ed ampio corridoio curvilineo che conduce all’atrio vero e proprio, la cui presenza è comunque da subito evidente grazie alle pareti vetrate. L’atrio è collegato direttamente con il sistema di distribuzione verticale (costituito dalla scala principale e dall’ascensore), con l’auditorium, la mensa e la palestra, creando di fatto un continuum visivo. Attraverso un corridoio sospeso tra il vuoto dell’auditorium e della palestra si raggiunge il laboratorio musicale. La zona uffici pur decentrata e riservata, garantisce la contiguità della segreteria con l’ingresso principale, aprendo proprio in corrispondenza del primo slargo precedentemente citato. Direttamente nell’atrio sono convogliati i flussi provenienti dal piano interrato e segnatamente dal parcheggio. La sala collettiva è posta in continuità con l’atrio rappresentandone la naturale espansione. I due ambienti possono essere anche fisicamente separati attraverso delle vetrate scorrevoli. La sala o meglio il locale polivalente è concepito in forma di auditorium degradante verso il basso fino ad interrarsi al livello della palestra e guadagnare la doppia altezza che la normativa impone. Diviene quindi anche elemento di mediazione tra quote e funzioni, consentendo, attraverso alcuni espedienti volti a realizzare la massima flessibilità dello spazio (quali pareti mobili e gradonate retrattili), di realizzare un unico grande ambiente tra atrio, palestra e sala collettiva, utile in occasione di eventi particolari. La palestra, di tipo A2, come detto è confinante all’auditorium ed occupa l’angolo nord/ovest del fabbricato. Parzialmente incassata, emerge di un piano oltre il livello strada sulla quale prospetta e rispetto alla quale arretra decisamente, consentendo la creazione della corte incassata che espande la palestra all’esterno. Questo espediente crea un ambiente ben illuminato e areato con ampie finestrature su due fronti, ad altezze diverse, e soprattutto una sorta di vestibolo ben collegato con l’esterno per l’accesso in occasioni particolari o viceversa come via di fuga. Il nucleo della palestra a servizio della scuola è completato dal blocco degli spogliatoi, una piccola gradonata e da locali di deposito attrezzature. Vi si accede dall’atrio attraverso la scala principale e in via prioritaria attraverso gli spogliatoi. La mensa occupa l’angolo sud /ovest. E’ suddivisa tra nucleo cucina, prospettante sull’area di distacco e sala da pranzo vera e propria fruibile dall’atrio e con affaccio sul retro del fabbricato. Completano il piano un gruppo di tre Laboratori sull’angolo Sud/Est, leggermente defilati, saranno dedicati alle funzioni tecnico/scientifiche che potrebbero richiede l’uscita diretta verso l’esterno. I due livelli superiori sono riservati esclusivamente alle attività didattiche propriamente dette, ai laboratori ad essi connessi e alla biblioteca posta in comunicazione con la terrazza esterna. Qui assumono fondamentale importanza i due elementi fortemente caratterizzanti il progetto e capaci di dilatare fisicamente e visivamente lo spazio interno, la grande terrazza per le attività ricreative all’aperto e la corte costituita da un vuoto centrale di forma cilindrica deformata. La prima sfrutta la copertura delle volumetrie semi incassate afferenti alla palestra e all’auditorium il cui estradosso coincide con la quota del primo livello, la seconda oltre a far penetrare la luce fin dentro il sistema, consente di trasformare l’elemento distributivo che ne definisce il perimetro in un luogo di condivisione misurabile con lo sguardo in ogni suo punto. Il forte impatto spaziale è ulteriormente accentuato dall’intervento artistico sul cromatismo delle costole che scandiscono la vetrata continua e che gioca con il riverbero delle luci in funzione dell’esposizione e del movimento del sole. Inoltre la forma circolare dilata, in corrispondenza degli accessi alle aule, la sezione del corridoio con il duplice risultato di migliorare la fruizione delle aule stesse e creare ambiti di scambio e interrelazione tra gli alunni di classi differenti istaurando un senso di comunità. Infine aspetto non trascurabile, il tipo di configurazione consente ad un unico operatore scolastico posto in prossimità della scala principale di esercitare un controllo quasi completo degli spazi collettivi. La terrazza costituisce una vera risorsa per il sistema nel suo insieme generando uno spazio aperto, in aggiunta alle aree retrostanti, essenziale per il percorso formativo degli alunni. Si tratta di un’ area a più vocazioni che vanno dal gioco libero alle attività formative degli orti tematici posti sul perimetro. Protetta a più livelli in modo da poterla utilizzare in tutte le stagioni dell’anno: dalle intemperie con una ampia porzione coperta dalla proiezione del piano superiore; dal sole grazie al volume architettonico del lato sud/est, da rumori e dall’introspezione in quanto la parte più aperta è protetta della strada antistante grazie al sensibile arretramento e alla recinzione alta e fitta, liberamente ispirata agli elementi a graticcio ampiamente presenti nel complesso degli agrumeti, e dalla vegetazione interna. L’ungo il perimetro esterno infatti, sfruttando l’altezza del pacchetto strutturale delle travi della palestra, saranno realizzati dei giardini pensili. Le funzioni didattiche che ai due piani sovrastanti si distribuiscono sul perimetro esterno affacciano esclusivamente sul complesso ambientale degli agrumeti evitando l’affaccio sulla strada riservato alle attività di tipo temporaneo che si svolgono nei laboratori. I nuclei dei servizi igienici sono distribuiti sui due piani sovrapposti e prospettano verso l’interno. Questi ultimi sono dimensionati in relazione al numero complessivo delle aule e suddivisi per sesso. Ogni piano è dotato di servizio igienico per disabile. In generale ogni salto di quota è mediato da rampe o servito dall’ascensore consentendo la fruibilità integrale del complesso ai portatori di handicap. Il progetto riesce a calibrare le dimensioni dei singoli ambienti in riferimento ai minimi di legge di cui alle relative tabelle allegate al D.M. 18.12.1975 sia in riferimento ai singoli ambienti sia ai dati complessivi garantendo il pieno rispetto normativo senza esuberi dimensionali. Per gli aspetti di dettaglio si rimanda alle tabelle riassuntive in seguito riportate.

Marinhas Masterplan - Craft

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Masterplan for the central zone of Marinhas Public Competition – 1ˢᵗ Prize Esposende, Portugal Municipality of Esposende 14,6 ha 2013

Craft — Marinhas Masterplan

Aerial View

Craft — Marinhas Masterplan

Aerial View

Craft — Marinhas Masterplan

Street View, Square

Craft — Marinhas Masterplan

Street View, Housing

House in Vilas Boas - Craft

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Village-house with Extension for Local Tourism Vilas Boas, Portugal

Craft — House in Vilas Boas

Craft — House in Vilas Boas

Craft — House in Vilas Boas

Craft — House in Vilas Boas

Craft — House in Vilas Boas

Craft — House in Vilas Boas

Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla) - ayerbe recco arquitectos

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El solar, situado en una zona de extensión del municipio, linda con el parque municipal. Su cualidad fundamental es su condición de espacio de fondo del parque, lo cual da la posibilidad de establecer una relación entre aquél y la piscina. La visión del parque determina la ubicación y orientación de la nave de vasos – espacio principal del edificio- que se apropia, en cierta medida, de la vegetación existente, para proporcionar al usuario la sensación de estar inmerso en ella. A su vez la ubicación del vestíbulo permite crear una secuencia de entrada a las instalaciones: el suave ascenso en paralelo al parque da al usuario una primera aproximación o sensación de estar en un lugar de descanso y ocio.

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

El vestíbulo se prolonga hacia la nave de vasos en un balcón acristalado con visibilidad sobre el área de baño y acceso a la zona de gradas. El acristalamiento separa las muy dispares condiciones de humedad y temperatura de ambos espacios.

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

Volumétricamente la sala de rehabilitación y el vestíbulo son de una mayor altura, mientras que el área de vestuarios y aseos tiene una altura más ajustada. Estos espacios se iluminan por medio de una serie de lucernarios orientados al norte. La iluminación natural de la nave de vasos proviene en su mayor parte de la fachada al parque, protegiendo el hueco del sol directo en verano con una celosía de lamas verticales. El resto de huecos de la nave proporcionan otro tipo de tensiones visuales: uno ilumina la salida desde los vestuarios proporcionando la visión de un pequeño jardín plantado de lavanda, otro marca el fondo del espacio en tensión diagonal con el acceso desde el vestíbulo.

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

basement floor

ayerbe recco arquitectos — Indoor Swimming Pool in Mairena del Alcor (Sevilla)

ground floor

Concorso internazionale di progettazione Centro Civico (MI) - Alberto Angelo Gonino, Emiliano Attardi, Alessio Esposito, Mario Chiurazzi, Gabriele Riviera

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Il progetto prevede la realizzazione di un Centro Civico nel quartiere Isola-Garibaldi, da collocare all’interno del parco pubblico “La Biblioteca degli Alberi”, nell’ambito del Programma Integrato di Intervento “Garibaldi-Repubblica”. La nostra proposta architettonica si presenta sostanzialmente come l’insieme di due volumi ed una piazza che dialogano con il contesto in cui il centro civico si innesta. Infatti, mentre il primo è un edificio ad “L” che prospetta a nord su altri palazzi, il secondo è la grande sala verde per eventi e spettacoli (sospesa a circa 10 metri d’altezza dal suolo mediante una serie di pilastri) che si affaccia sul parco a sud. L’intenzione è quindi realizzare un’architettura che, data la sua posizione strategica, si pone quale elemento di comunicazione e connessione tra la città e il parco urbano. Per questo motivo il progetto è il frutto della composizione dissonante di due corpi di fabbrica che denunciano linguaggi architettonici opposti quali il razionale assimilabile al costruito urbano e quello organico legato al parco urbano. Inoltre, la disposizione di questi volumi crea uno spazio verde centrale e coperto che ben si presta ad esser vissuto dalla collettività, quale naturale continuazione del parco. Infine, la conformazione di tale costruzione si apre ai venti caldi meridionali, garantendo un buon ricircolo degli stessi sulle facciate vetrate rivolte sulla corte e, al contrario, si chiude ai venti freddi settentrionali ostacolati dai bracci dell’edificio ad “L”.

Alberto Angelo  Gonino, Emiliano Attardi, Alessio Esposito, Mario Chiurazzi, Gabriele Riviera — Concorso internazionale di progettazione Centro Civico (MI)

IL BLOCCO AD“L” Il blocco ad “L”è simmetrico e composto da due livelli impegnati dalle varie aule ed uffici atti a soddisfare il complesso quanto elastico programma funzionale del centro civico. Due corpi scala con ascensore servono i due piani, il terrazzo e la grande sala eventi. Lo svuotamento dell’angolo al piano terra rende più permeabile la fruizione e l’accesso all’edificio. I prospetti sono trattati in modo differente poiché quelli che si affacciano sulla corte sono interamente vetrati (mostrando così il reticolo di pilastri che sorregge anche la sala superiore) mentre quelli sulla strada sono caratterizzati da un gioco di pieni e vuoti, da finestre su superfici bianche. Ciò evidenzia caratteri di apertura, trasparenza e leggerezza nella zona prossima al parco e chiusura, pesantezza e massività in quella esposta alla città. Le due facciate cieche alle estremità dei bracci sono pareti ventilate su cui sono collocati il logo del centro civico e un sinuoso brise-soleil in legno che gira anche verso l’interno, sull’altro prospetto vetrato in modo da disegnare la silouette di una clessidra. Tale clessidra, oltre a filtrare i raggi solari, ha evidentemente un significato simbolico in quanto rappresenta il tempo che viene speso e impegnato nelle attività ricreative e culturali svolte all’interno del centro civico. In ultimo, il terrazzo al secondo piano diventa un piacevole belvedere coperto sul parco.

Alberto Angelo  Gonino, Emiliano Attardi, Alessio Esposito, Mario Chiurazzi, Gabriele Riviera — Concorso internazionale di progettazione Centro Civico (MI)

“LA SALA-CHIOMA” La grande sala verde che sovrasta il blocco a “L”, come fosse un ombrello, si ispira chiaramente al concetto del cerchio di alberi espresso nel parco “La Biblioteca degli Alberi” diventando simbolicamente la chioma di un’alberatura architettonica sorretta da un sistema di pilastri che a loro volta ne rappresentano i tronchi.

Alberto Angelo  Gonino, Emiliano Attardi, Alessio Esposito, Mario Chiurazzi, Gabriele Riviera — Concorso internazionale di progettazione Centro Civico (MI)

Quella che definiamo “sala-chioma”è rivestita sulle sei facce in modo differente a seconda dell’orientamento e dell’esposizione al sole. Le “zone fredde” esposte a nord e la base sono rivestite in lamiera verde mentre quelle “calde” a sud e la copertura sono rispettivamente caratterizzate da pereti di verde vegetale e un tetto giardino. La scelta di utilizzare la lamiera verde risponde ad una pura esigenza di carattere estetico e cromatico, quindi mimetico, dato il riferimento diretto alla chioma di un albero. La scelta invece del rivestimento vivo, quali la parete verde e il tetto giardino, ha il ha il duplice obiettivo di qualificare il comfort all’interno della sala, grazie ad un maggiore controllo sull’inerzia termica delle pareti, esposte a sud, e di legare la facciata ad un cambiamento stagionale, in grado di seguire il mutamento naturale del parco.

Alberto Angelo  Gonino, Emiliano Attardi, Alessio Esposito, Mario Chiurazzi, Gabriele Riviera — Concorso internazionale di progettazione Centro Civico (MI)

Il risultato progettuale presenta un’architettura la cui soluzione formale è ben integrata nel contesto in cui si colloca. Come sopra citato, data la posizione del lotto a cavallo tra palazzi e parco, si è cercato di mediare il passaggio dall’intorno urbano al parco. Infine, gli studi sull’esposizione al sole e sulla ventilazione, le facciate ventilate, i vetri basso emissivi del blocco ad “L”, le pareti verdi e il tetto giardino della “sala-chioma”, sono gli elementi che hanno indirizzato il progetto verso scelte in linea con le disposizioni in materia di efficientamento energetico e di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di ridurre le spese di gestione del centro civico e renderlo così un edificio passivo, ad impatto zero.


Nuova biblioteca comunale a Briosco - Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali

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La proposta ideativa raccoglie il suggerimento, espresso nel bando di concepire un edificio ipogeo o semi-ipogeo considerate le caratteristiche orografiche del lotto di intervento e realizzando una copertura a verde praticabile che si possa integrare con il parco giochi esistente; un unico fronte fuori terra che, sfruttando l’orografia del terreno, l’orientamento del lotto ed il generoso aggetto della copertura permette di realizzare un intero affaccio vetrato orientato verso il panorama in direzione nord-ovest che favorisce il rapporto fra interno ed esterno. L’edificio si allinea alle curve di livello posizionandosi al piede del pendio esistente ed integrandosi al terreno grazie all’andamento curvilineo della copertura ed ai raccordi terminali alle quote esistenti. Il raccordo sulla via Leonardo da Vinci, realizzato con una lunga gradinata che asseconda la pendenza della strada, permette di individuare l’ingresso principale della biblioteca, segnalato da un setto rivestito in acciaio cortèn che “piega” in direzione dell’accesso. Una soluzione di questo tipo permette un migliore inserimento nel contesto paesistico, una ottimizzazione e maggiore salvaguardia delle superfici a verde e di uso pubblico, nonché la possibilità di realizzare un edificio con elevati livelli di comfort, rendimento energetico e minimizzazione dei costi di esercizio e manutenzione. L’impianto tipologico della nuova biblioteca è molto semplice. In prossimità dell’ingresso principale si trovano il banco per il prestito, con i relativi spazi accessori adibiti agli addetti ( archivio-deposito-wc) e l’emeroteca. La biblioteca è organizzata in un’unica ampia sala rettangolare con i tavoli di lettura disposti lungo la vetrata, orientata a nord ovest, e le scaffalature (consultazione aperta ed archivio) collocate sul margine piu’ interno. La sala multimediale occupa la porzione terminale di questo grande spazio; in questo modo è possibile mantenere o meno le attrezzature multimediali nelle occasioni in cui si volesse utilizzare la sala di lettura per altri scopi ( sala conferenze-spazio mostre etc). In fondo alla sala, separato da una vetrata, è stato ricavato il settore per i bambini. Per portare luce all’interno della sala, cosi’ come nella zona di consultazione ed archivio a scaffale aperto, sono stati previsti vari lucernari complanari al piano di copertura verde pensile.

Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

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Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

Giovanni Sacchi, LFL architetti, sergio fumagalli, Piero Luconi, laura Luconi, anna leali — Nuova biblioteca comunale a Briosco

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YAC - alessandro seccarello, marco bernardello, anna valandro

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A new kind of productivity

alessandro seccarello, marco bernardello, anna valandro — YAC

Project view_ Marco Bernardello_Alessandro Seccarello_Anna Valandro

Every creative process is governed by time, reative ideas thatare born in a moment ( and by chance ) or brilliant reflectionsthat born from a mental work in an hours , some weeks, months, years . But the important thing is that each gear isin place , collaborate and cooperate with the gear contiguous, like the mechanism of a watch : behind a simple “ tick-tock “(the perfection of an object that works ) is hides a creative anda magical equilibrium . The new Cultural Center of Quarto Inferiore,in his appearance,is designed as a perfect container that hides inside a mechanicalheart , changing; components connected together,but physically separate, to create a single machine for sharing and the production of culture. We have chosen to organize the interior of the building from the three buildings that are morphologically different from each other: the large “central hall” (light machine) dynamic place for exhibitions, research, work, play , music and entertainment , retail space ; the “changing room” ( changing room) to organize workshops, concerts , conferences, classrooms and separate audio recording; “the ateliers” (art production) which are distributed in 8 bedrooms and 8 studios for artists of all kinds . The interior is dynamic and fluid , it is also strongly linked to the spaces outside the complex: three “squares” ( the outside hall in south, the green courtyard in center of the complex , space for exhibitions and outdoor pavilions to the east ), the public places existing in Quarto Inferiore as public gardens and parks , and cultural and recreational spaces in Bologna and other cities nationally and internationally.

alessandro seccarello, marco bernardello, anna valandro — YAC

section view_ Marco Bernardello_Alessandro Seccarello_Anna Valandro

alessandro seccarello, marco bernardello, anna valandro — YAC

the changing room_ Marco Bernardello_Alessandro Seccarello_Anna Valandro

Bambodian House - Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci

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In partnership with Karuna Cambodia, Habitat for Humanity & the Cambodian Society of Architects (CSA) we are looking for designs that can provide a sustainable future for housing in the South-east Asian country. Any proposal will have to keep below a budget of $2000 and deal with the yearly flooding that effects most residential areas. The winning design will be built by Habitat for Humanity Cambodia and will influence the way they build housing in the region. This competition is a real chance to make a difference to a large group of working Cambodians lives. We are in discussion with other charitable organisations working in the region and hope that through the project we can raise the standards and create a sustainable agenda for future development. Although the competition only asks for a house design the implications of the project are great. This competition represents a real chance to make a difference and challenge a host of issues that relate to the environment, flooding, living standards and the construction process.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

MODULAR SYSTEM A modular system can be used to reduce the time of construction, optimize the use of resources, guarantee the components standards and can offer flexibility during the life cycle of the building. In our proposal we created a variety of modular panels that can be assembled in site according to the demands of the family. The proposal intend to involve the family in the design process of the house generate a much more personalized unique house that matches their specific needs. The panels are all dry assembled and can be replaced easily giving the family the ability to change their house according to life changes.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

EFFICIENCY The energy efficiency during the building life cycle as well as reducing of resources that are being used were our main goals.The use of natural ventilation, solar study, local and sustainable material, waste management and water recovery play an important role in creating sustainable architecture. LOCAL INSPIRATION Our design was inspired by the old rural Khmer houses that are typical in Cambodia. This houses are builts from the local’s study of natural ventilation and comfortability, overcoming the obstacles of high temperatures and humidity that represent Cambodia. Typically this construction type is rectangular and consist of two floors. the ground floor is used for working and providing shelter during the hot days and floods. the upper floor is dedicated for the family including the sleeping rooms. NATURAL VENTILATION Natural ventilation is one of the most important factors to be considered in the Cambodian weather. the high humidity can effect the house structure, the life quality of the people and their health. Natural ventilation is based on the principle that hot air goes up. the air that comes from under the building is cooler and intend to climbe up for natural effect taking the heat and cooling the house.In order to reinforce the entrance of cold air, we created small slits between the pavement panels allowing the air to penetrate more easily. Additionally a system of varied apertures were positioned allowing the air to go out. this apertures can be controlled by the family who decides the quantity of air change. STACK EFFECT In order to create even better ventilation we positioned the stairs in the center off the structure creating stack effect that help to chill the various ambients.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

WATER MANAGEMENT The total annual rainfall average is about 1,500 millimeters that can be used for drinking, bathing and cooking. Assuming daily consumption of 5 gallons per person per day, the roof can provide all the family water needs and enough water for garden uses.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

WASTE MANAGEMENT Creating compost, waste prodeced by the family can be reduced up to 30% and be used as natural fertilizer for the garden. LIFE CYCLE A small portion of land was dedicated for the family cultivation. In this way they can produce part of their own food. The garden will be irrigate by the water storage system and fertilized by the compost. LOCAL MATERIAL Our design is based on the use of local materials. This way reduce transportation and air pollution with the encouragement of local economy. The main material that is being used is bamboo that can be found in this area. For the foundation old tires had been used to create formworks. BAMBOO Bamboo is becoming alternative to wood because it is more environmental, it’s light but strong, durable, grows faster and provides more oxygen. LOCAL ECONOMY Our proposal intend to create growth in the local market by teaching the locals the technics of making the varied panels giving them the possibility to have another skill.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

MODULAR COMPONENTS The modular components as well as the inside partitions were all made from bamboo and designed in low tech mode to be used by non specialized operators. They are all lite so they can be easily lifted assembled or displaced by one operator.

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

Andrea De Sanctis, Ori Alter, Massimiliano Morgia, Alessandro Ripanucci — Bambodian House

Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi - Demis Bontempo

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Alcara li fusi, Porta al Parco dei Nebrodi, accessi sottterranei, parcheggi, residenze, albergo, funivia

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Demis Bontempo — Alcara li fusi, porta al parco dei Nebrodi

Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia - Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni

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L’ex mercato si colloca in un’area marginale della fascia urbana consolidata che va dal porto al borgo di Ischia Ponte e delimitata inferiormente dall’asse via Alfredo De Luca – via Antonio Sogliuzzo – via Luigi Mazzella e superiormente dalla linea di costa. Tale nucleo consolidato è composto da un tessuto molto variegato che prende forma definitivamente intorno agli anni ’60 del secolo scorso ed è caratterizzato a ridosso della spina principale NO-SE costituita da Via Roma – Corso Vittoria Colonna – Via Pontano da una cortina edilizia bassa a impianto storico inframmezzata da piccoli palazzetti signorili e da costruzioni più recenti, tipologicamente avulse dal contesto e a destinazione prettamente turistico-ricettiva. All’interno di questo contesto territoriale complesso, segnato da forti elementi di naturalità che spesso collidono con la costruzione puntiforme di un’edilizia residenziale diffusa, si colloca l’ex mercato comunale. Si tratta di un elemento che porta con sé un indubbia valenza tipologica ed un impianto a corte che risente dei caratteri tipici della costruzioni mediterranee e degli influssi della domus pompeiana: elemento introverso con corte centrale e sistema di impluvi e porticato. Tale architettura sorge in un area che benché marginale si presta ad essere strategica sia dal punto di vista turistico sia da quello culturale: siamo all’inizio dell’asse principale di Via Roma, arteria pedonale fortemente evocativa e di carattere commerciale, scenario della quotidianità e dell’interesse turistico, a ridosso della spiaggia di San Pietro, a breve distanza dal porto e dagli imbarchi per Napoli e Pozzuoli, circondati da un numero considerevole di strutture alberghiere ed in prossimità dei poli cittadini del Municipio, del Palazzo Reale e delle Terme antiche e nuove. Tale punto si presta dunque a configurarsi come nuovo elemento attrattore sia culturale sia turistico e come nuovo polo civico, dal forte peso specifico e strettamente connesso al tessuto cittadino. Diviene, nel nostro intento, spazio polivalente a servizio della città, non sterile ed indefinito ma elemento fruibile sia dal turista sia dal cittadino, luogo di ritrovo per la cittadinanza e il mondo associativo e culturale di Ischia.

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

L’edificio dell’ex mercato comunale di Ischia ha un carattere fortemente evocativo, richiama infatti i canoni dello spazio “classico” e delle culture mediterranee, fino a spingere l’immaginario all’architettura della sponda meridionale del mare nostrum. Lo spazio della corte, chiuso all’esterno da una facciata ad archi a tutto sesto, con i suoi giochi di chiaroscuro, di vuoti e pieni, costituisce il genius loci: si sente la permanenza dello spazio interno dell’hortus, dell’agrumeto. L’intento progettuale è conservare questa suggestione conservando la facciata principale ma variando l’impianto tipologico, rimodulando il ritmo dell’alternanza tra vuoto e pieno, aggiungendo un volume costruito al fondo della corte e caratterizzando la corte come giardino degli agrumi (rievocazione storica della originaria conformazione urbana del topos). Il portico perimetrale che cinge l’agrumeto è il luogo dell’incontro e della sosta ridato alla città, lo spazio polifunzionale flessibile per destinazione d’uso e per distribuzione planimetrica funge da attrattore culturale e commerciale dando risposta alle criticità emerse dall’analisi urbana.

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

La flessibilità dello spazio polifunzionale consente la configurazione di molteplici scenari d’uso: tale spazio si presta ad eventi quali conferenze, concerti, proiezioni, mentre il locale adiacente separato da una parete mobile può essere adibito a funzioni complementari quali ad esempio un punto ristoro o uno spazio degustazione e/o vendita di prodotti tipici locali di qualità. Diversamente aprendo la parete mobile e unendo dal punto di vista spaziale i due ambienti si può creare uno spazio espositivo che rievoca l’antica funzione mercatale preesistente e può essere adibito a mostre d’arte, a sala esposizione o a mercatino di prodotti enogastronomici. In entrambi i casi lo spazio del chiostro e quello circostante si configurano come filtro tra il nuovo elemento di aggregazione sociale e il tessuto urbano, ricucendo la marginalizzazione d’origine.

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

L’architettura proposta è semplice e lineare, ispirata dalla luce delle bianche architetture del mediterraneo. Dietro la facciata originaria si articola il ritmo delle aperture dei prospetti, sottolineando la scansione tra pieno e vuoto. Il chiostro dialoga con lo spazio polifunzionale attraverso la pensilina fotovoltaica e un amplia vetrata che affaccia sull’interno. La permeabilità dei prospetti e del chiostro consente il dialogo con lo spazio esterno e la cortina edilizia perimetrale ridando nuova valenza agli spazi precedentemente abbandonati all’incuria e alla marginalizzazione, o oltremodo occupati abusivamente.

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

È stata effettuata un’analisi relativa all’incidenza delle radiazioni solari: la natura dello spazio urbano nel quale è inserito l’ex-mercato è tale da far preferire l’inserimento di pannelli FV in copertura e non in facciata. I tetti fotovoltaici oltre che fornire l’energia sufficiente ad alimentare gli impianti, sono parte del sistema bike sharing a lato dell’edificio, proposto al fine di riconnettere la mobilità a piccola scala con quella principale (sfruttando la vicinanza con il porto e il terminal dei trasporti locali). Il bike sharing mette l’edificio al centro di un nuovo sistema di mobilità sostenibile. Il tetto giardino completa le dotazioni volte al risparmio e all’auto sufficienza energetica e contribuisce, insieme con l’agrumeto a migliorare il microclima del lotto e a rievocare l’idea di orto urbano.

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

Enrico Russo, Davide Cibelli, Giuliano Pinto, Enza Tersigni — Riqualificazione ex mercato comunale sito nella traversa Buonocore. Ischia

Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese - Architetto Giacomo Procino

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Era il giorno 8 Ottobre 2013, giorno memorabile, quando dopo aver appreso via web dell’ esistenza della Scuola di Arte e Teologia e del relativo corso in Progettazione degli Spazi Sacri mi sono deciso velocemente a coronare un sogno che coltivavo da almeno dieci anni, realizzare cioè un piccolo progetto preliminare di un complesso parrocchiale e della relativa chiesa, progetto che avrei voluto elaborare durante il mio iter universitario o a maggior ragione con la Tesi di Laurea ma che allora nel 2003 non fu possibile portare avanti per le più svariate ragioni.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Il contatto con il Seminario dell’ Italia Meridionale, le sue eccellenze e l’ eccellenze di cui si fa testimone mi ha fatto sentire in questi mesi come una navicella spaziale che dispersa nel cosmo finalmente è ritornata presso la nave madre, nutrendo e depurando una forma mentis a dir poco inquinata dalla mediocrità che troppo spesso incontriamo nel mondo che ci circonda. Insomma molto entusiasmo e Gioia pura !

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Temi Liturgici, Teologici, Artistici e Architettonici fusi insieme ad uno spessore umano quasi del tutto dimenticato nelle mie esplorazioni in questi dieci anni di lavoro mi hanno rincuorato e ricaricato per una esperienza che spero possa essere riconfermata anche negli anni a seguire, possibilità permettendo.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Il 15 Febbraio 2014, dopo entusiasmanti lezioni teoriche, insieme al mio Tutor, il caro arch. Gaetano Ruocco e un piccolo gruppo di amici corsisti finalmente ci siamo recati a Sessa Aurunca in località San Castrese a visionare il sito che avrebbe ospitato le nostre esercitazioni.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Dopo qualche giorno ero già all’ opera e confortato da Gaetano ho elaborato il progetto dedicato alla figura di San Castrese e quindi alla memoria di un mio caro prozio conosciuto durante l’ infanzia che di nome fa proprio Castrese.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Gesù come Via, Verità e Vita, questo il motivo ispiratore del progetto preliminare del complesso parrocchiale di Sessa Aurunca in località San Castrese, il cui linguaggio materico alterna elementi in pietra, la Roccia di Gesù, ad elementi in Legno, Noi tutti credenti che, innestati in Lui, siamo chiamati ad essere in questo mondo leggeri e forti.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Lo spazio si articola con tre corpi principali, quello dell’ aula, quello della casa canonica e dei servizi parrocchiali in corrispondenza del salto di quota del sito (per superare il quale ed accedere al giardino è prevista una rampa inclinata ed una piccola rampa scale) e quello della sala parrocchiale vicino alla quale si esalta anche un piccolo campanile posto in prossimità della strada di accesso al complesso parrocchiale per segnalarne la presenza visiva ed acustica anche a distanza.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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La porta di ingresso all’ aula è composta da un filtro ad imbuto in legno con due colonne a demarcarne la presenza, una porta di accesso vera e propria in acciaio satinato per l’ ingresso principale e due porticine in legno di deflusso laterale mentre ai lati del filtro di ingresso sono previste vetrate policrome.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Lo spazio dell’ aula è caratterizzato da un pavimento in pietra, pareti in intonaco bianco ed una copertura a vela in legno lamellare con inclinazione a decrescere verso l’ entrata della porta in prossimità della quale, sopra il filtro di ingresso, è prevista una finestra a nastro con vetro policromo.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Sul presbiterio, previsto come una vera e propria pedana in legno rialzata rispetto alla quota del pavimento dell’ aula con tre gradini, è previsto un pozzo di luce centrale in corrispondenza dell’ altare e dell’ ambone e due pozzi di luce laterali in due corpi cilindrici, il primo sopra la custodia eucaristica ed il secondo sopra il battistero il quale giace alla stessa quota dell’ aula liturgica.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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La custodia eucaristica funge da cerniera tra l’ aula e la cappella feriale che usufruisce dello stesso tabernacolo durante le sue funzioni.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Alla cappella feriale si accede dall’ aula o da una porta in legno dall’ esterno del sagrato in corrispondenza della quale è prevista una vetrata policroma.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Ai lati dell’ aula sono previste due piccole penitenzierie.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Nel corpo longitudinale al piano terra trovano posto invece la sacrestia, l’ ufficio parrocchiale e, in un due corpi annessi, la sala parrocchiale ed il campanile, mentre due rampe di scale conducono al piano superiore ed una rampa inclinata ed una di scale conducono al giardino posto ad una quota inferiore di qualche metro rispetto alla quota del sagrato.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Al piano superiore è prevista la presenza della casa canonica e delle aule che affacciano rispettivamente sul giardino e sul sagrato.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Un bel campanile svetta in prossimità della sala parrocchiale e della via di accesso alla struttura parrocchiale per segnalarne la presenza agli abitanti della zona.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Cosa dire di più ?

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Al di la degli aspetti tecnici trasmessi durante il corso ed elaborati in questo progetto sottolineo il valore umano della Scuola, le tante condivisioni con gli amici corsisti, l’ umanità dei Docenti e dei Tutors, i temi affascinanti del Regno d’ Amore Cristiano cui Noi tutti siamo e saremo chiamati, l’ incantevole scenario di via Petrarca, eccellenza napoletana da un punto di vista paesaggistico, un insieme di bellezza ed armonia che mi hanno dato nuovo slancio per un cammino che spero possa essere nuovamente ripercorso in futuro compatibilmente con le possibilità che la vita reale in questo mondo mi darà.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Sono ottimista, spero di ricominciare presto a seguire un nuovo ciclo di lezioni e cimentarmi con un nuovo progetto di architettura di Spazi Sacri già l’ anno prossimo in modo da sedimentare umanamente e professionalmente la bellezza, lo spessore e la qualità eccelsa che ho ritrovato in tutti Voi e nei contenuti trasmessi dal Laboratorio di Progettazione della Scuola di Arte e Teologia.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Arch. Giacomo Procino

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Ho conosciuto l’architetto Giacomo Procino il 30 maggio scorso, in occasione del Laboratorio di Progettazione che infine ha condotto a concretizzare le prospettive di collaborazione all’interno della Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia,II indirizzo, di cui il prof. Giorgio Agnisola aveva ,in altri momenti, disegnato il progetto. Infatti in quella occasione ho appreso che l’architetto aveva manifestato la sua opzione di abbinamento, dopo aver visionato il materiale da me fornito sulla mia ricerca nel campo delle arti visive.

Architetto Giacomo Procino — Complesso Parrocchiale in Sessa Aurunca - Località San Castrese

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Dal dialogo che abbiamo avuto sono emersi alcuni significativi punti di contatto, che hanno immediatamente contribuito ad orientare e sviluppare positivamente la nostra collaborazione. Condividiamo entrambi quanto si legge in: “ Architettura e Teologia, la Chiesa committente di architettura”, di Giancarlo Santi, editore Il pozzo di Giacobbe, a proposito di “Una chiesa semplice, sobria, bella” , dove, a proposito dei materiali, si indica l’uso” di materiali, noti, non rari, preziosi o “ricchi”. Nessun cedimento all’uso, alla sperimentazione di materiali e tecnologie “nuove”,inevitabilmente costose. Niente fasto, insomma,né trionfalismo. ma neppure banalità ed anonimato” pag.152 .Concentriamo il nostro interesse sul ruolo della luce, quale elemento capace di conferire senso allo spazio; la luce articola lo spazio architettonico ma anche e soprattutto gli può conferire una dimensione “ altra”, la dimensione tutta particolare del luogo di culto cristiano. Egli mi ha scritto che : “ Il tema portante del mio progetto è la luce.”.

Il progetto dell’arch. Giacomo Procino riesce ad inventare uno spazio che ha il senso dell’interiorità, attraverso dense zone d’ombra, adatte al raccoglimento, attraversate da lame di luce, che conducono verso i luoghi della celebrazione liturgica.

La luce, come si sa, è da sempre carica di simboli religiosi, è manifestazione del divino, essenza della bellezza. Ricordiamoci che Dante immagina e rappresenta il suo percorso di salvezza come un viaggio dalle tenebrose viscere della terra alla luce dispiegata , abbagliante dell’Empireo.

L’arch. Giacomo Procino mi ha illustrato il suo progetto, già definito e compiutamente sviluppato. In questo bel progetto hanno un ruolo determinante le ampie vetrate che caratterizzano la facciata dell’edificio sacro. Attraverso la luce di queste ampie vetrate l’interno sacro si apre all’esterno e si manifesta, così come sono proprio le vetrate ad attirare l’attenzione di chi le guarda , che, guardandole, riceve l’invito ad entrare, ossia l’ invito a vivere un’esperienza religiosa. La facciata è, come è noto, da sempre luogo fondamentale dell’edificio, di qualunque edificio,dove si manifesta l’osmosi tra interno ed esterno, dove si annuncia e si esprime il senso simbolico dell’edificio. Abbiamo così pensato che proprio le vetrate potessero costituire, almeno in questa prima fase, l’oggetto del mio intervento. Ho, dunque, pensato alla luce, al misticismo della luce ed alla gioia che la luce ispira a tutte le creature viventi, ma ho voluto anche che in questo caso la luce recasse esplicitamente il messaggio cristiano ed ho cercato un simbolo che immediatamente lo richiamasse.

Il monogramma di Cristo o Crismon, nella sua forma più lineare, nella veste più rigorosamente geometrica è tanto semplice quanto efficace. Si carica di luce all’esterno e la trasporta all’interno, qualificandola cromaticamente e simbolicamente. Come è noto,combina due lettere dell’alfabeto greco, che sono un’abbreviazione del nome di Gesù, la Χ e la ρ, iniziali della parola Χριστός , che in greco significa unto e traduce l’ebraico “messia”. E’ un antichissimo e tradizionale simbolo cristiano, di cui si conoscono innumerevoli varianti: talora, per esempio,si trovano anche l’α e ω ed anche la lettera ς , l’ultima della parola Χριστός , talora le lettere sono inscritte in una corona d’alloro. Ho preferito, come dicevo,la versione più lineare, la più consona, mi pare, al contesto dell’architettura progettata.

I colori delle vetrate sono “quelli dell’alba e del tramonto”, come auspicava l’arch. Giacomo Procino, (l’α e ω della giornata );una luce giallo- rosata , che si carica della luce naturale e la restituisce più preziosa senza alterane la qualità.

Per la vetrata centrale si trattava di trovare una soluzione confacente alle dimensioni insolite , uno spazio molto esteso in lunghezza, rispetto ad un’altezza molto ridotta. Non si poteva ripetere il motivo delle vetrate sottostanti né creare qualcosa che ne prescindesse.

La vetrata centrale ha la collocazione ed in definitiva il ruolo che nella facciata in muratura di solito è tenuto da un’iscrizione ,che costituisce la dedica dell’edificio sacro alla Vergine, ai Santi, per esempio. In qualche caso ricordo di aver letto la frase : “Venite adoremus”, che poi è un verso di un anonimo canto natalizio del sec. XVIII. Ho ricordato che l’arch. Giacomo Procino mi aveva scritto testualmente: “Sarebbe bello se i colori e la grafica delle vetrate da te disegnate per la chiesa da me progettata invitassero tutti i fedeli alla Gioia alla quale tutti noi già qui in questo mondo siamo chiamati in prospettiva di Fede”.

Le sue parole si riferivano al senso che si aspettava dal mio lavoro , richiesta cui ho cercato di corrispondere con tutta la mia proposta, ma potevano riferirsi più in particolare alla vetrata centrale per la quale ho dunque immaginato di scrivere VENITE ADOREMUS, nella trasparenza luminosa del vetro colorato. La parola, i colori di tonalità chiara e luminosa, la trasparenza fanno comunque parte del mio linguaggio, insieme alla semplicità delle linee.

La collaborazione con l’arch. Giacomo Procino è stata una bella esperienza, per l’indubbio valore del suo progetto, l’impegno del suo lavoro, ma anche per la capacità di stabilire una comunicazione. Ha dell’incredibile che un solo incontro e alcune e-mail possano consentire di collaborare , integrando due esperienze così diverse.

Per questa ragione lo ringrazio e resto disponibile ad ulteriori interventi.

Ilia Tufano

CILENTO EARTH AGRIVILLAGE (Vincitore Concorso Fondazione Carisal) - Centola & Associati, Luigi Centola

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A Lustra, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, in continuità con Expo2015 Feeding the Planet, si potrà materializzare e vivere l’esperienza della Dieta Mediterranea con i benefici alla salute teorizzati dal nutrizionista Ancel Keys. Un agrumeto dismesso di oltre 100.000mq è l’occasione per un nuovo incontro tra l’uomo e la terra attraverso attività di produzione, trasformazione, ricerca, degustazione e vendita dei prodotti d’eccellenza del territorio.
L’Agrivillage CILENTO EARTH accoglie storiche aziende agricole sparse in zone interne difficilmente accessibili e giovani start-up produttrici di olio, vino, frutta, ortaggi, leguminose, cereali, pasta, salumi, latticini e derivati. Preziose imprese a conduzione familiare e cooperative sociali, depositarie di saperi, tradizioni e gusti millenari, vengono aiutate a crescere e promuoversi attraverso un marchio di qualità condiviso. Il polo per il benessere, il cibo e il tempo libero condensa l’essenza del modello nutrizionale mediterraneo attraendo visitatori locali e flussi turistici internazionali.
Con un investimento di 46M, coperto in larga parte da fondi europei, si crea lavoro per molti cilentani in un territorio con forte emigrazione e oltre il 50% di disoccupazione giovanile.
I grandi campi tematici, suddivisi in 7 filiere, sono a disposizione di enti, associazioni e produttori per organizzare sagre, fiere, festival, eventi e incontri all’aperto. Nei filari coltivati tra i diversi campi si insediano gli agricoltori; moduli aggregabili da 50 a 500mq costruiti dai mastri artigiani in pietra cilentana, con spazi coperti e porticati per l’accoglienza, completi di serre dimostrative. Tutte le coltivazioni seguiranno i principi dell’agricoltura biodinamica.

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)

Centola & Associati, Luigi Centola — CILENTO EARTH AGRIVILLAGE <br> (Vincitore Concorso Fondazione Carisal)


RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE - Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino

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Il progetto di restauro tende a restituire alla fabbrica la sua unità architettonica, provando a mettere nel giusto rapporto le esigenze funzionali con le necessità della conservazione, che da un lato tendono a riconoscere e mantenere i segni che il tempo ha lasciato, dall’altro a garantire che l’edificio abbia un uso duraturo. Gli interventi frammentati e non programmati hanno portato ad un’alterazione dell’aspetto dell’edificio che viene percepito come un personaggio di Oscar Wilde, su strada, vestito di un sottile strato di intonaco cemento, ha un volto novecentesco, sul lato opposto, invece, lascia vedere tutti i segni che il tempo ha lasciato. È necessario che la facciata riacquisti, attraverso il progetto, una dignità compositiva mediante l’utilizzo di materiali e tecniche di tradizione locale. Il portone e le finestre dovranno essere in legno, l’intonaco molto sottile ed a base di calce. Le altre facciate necessitano essere restaurate dopo un’attenta analisi dei degradi e una preventiva fase di pre-consolidamento degli intonaci esistenti. Considerando che la maggior parte delle superfici delle facciate laterali e posteriori è coperta da intonaco e che lo stesso è in condizioni recuperabili, si può prevedere la risarcitura delle parti mancanti con un nuovo intonaco a base di calce, steso con tecniche tradizionali e di sottile spessore, in modo da tutelare la lettura delle preesistenze, la sua immagine, ormai, storicizzata e valorizzare l’unità architettonica nel suo insieme, mitizzando i vuoti ed i sottosquadra. Per l’interno sarà necessario smontare il pavimento per isolarlo dal contatto diretto col sottofondo che è stato realizzato con un semplice riporto di ghiaione di media pezzatura, su cui è stata gettata una soletta in calcestruzzo, perdendo tutti i benefici di ventilazione e di protezione dall’umidità. È utile, quindi, realizzare il calpestio del piano terreno con una struttura a “vespaio tradizionale”, tipica dell’area suéssolana, appoggiata a diretto contatto con il terreno. Quest’ultimo dovrà essere realizzato con l’attenta posa in opera di sassi di fiume, con il successivo riporto di granulometrie sempre più piccole. Questo antico sistema, consente la ventilazione sotto il piano di calpestio (a beneficio anche delle murature) e la protezione del pavimento dall’umidità proveniente dal terreno. Il pavimento recuperato potrà, poi, essere ricollocato “in situ” su un sistema di correnti, appoggiati su una struttura lignea (iroko o teak) a maglia quadrata di 1m x 1m, che conterrà l’ultimo strato di sassi. Si realizzerà così un pavimento isolato fisicamente dallo strato di sottofondo più umido. Le finestre metalliche dovranno essere sostituite con finestre in legno dotate di rete in nylon antivolatile, le pluviali e le gronde in pvc dovranno essere sostituite con elementi in rame. La tinta di finitura delle facciate dovrà essere a base di calce. Inoltre, per evitare ulteriori infiltrazioni di acqua, dovute ai dissesti del tetto e per tutelare le murature perimetrali dalle spinte dei puntoni della copertura si prevede un attento smontaggio del tetto, la sostituzione delle parti ammalorate, la realizzazione di solidi appoggi degli arcarecci. La situazione attuale evidenzia una errata messa in opera delle “pseudo-capriate” che sostengono la copertura. Sarà, pertanto, necessario rimuovere le travi di legno, riparare quelle recuperabili e sostituire quelle completamente degradate, per poi ricollocarle “a regola d’arte”, impiegando sistemi di appoggio alla muratura, capaci di distribuire meglio il peso della struttura sulla muratura. Sarà utile introdurre un sistema a catena metallica per eliminare la spinta orizzontale degli arcarecci per assimilarli al sistema statico della capriata. Sarà necessario rimuovere il massetto cementizio del sottotetto, che attualmente presenta gravi lacune e sconnessioni dal fondo ligneo. Lo stesso potrà essere sostituito da un nuovo massetto alleggerito, nel quale si dovrà calare una rete metallica elettrosaldata ancorata alle pareti perimetrali mediante perni di ancoraggio, per rendere il piano orizzontale più rigido e chiudere la scatola muraria. Un ulteriore intervento è predisposto per eliminare il fenomeno di umidità di risalita. In primo luogo si provvederà alla canalizzazione delle acque piovane all’interno del fossato, ripristinando l’originario piano di calpestio e creando un canale di smaltimento delle acque sotto la pavimentazione, da realizzarsi in acciottolato di pietre di fiume e malta pozzolanica. La parete laterale, che attualmente presenta una forte presenza di umidità di risalita ed infiltrazioni, verrà risanata mediante la rimozione delle parti di intonaco completamente deteriorato, lo sbancamento di almeno 2 metri, fino alla fondazione, e la realizzazione di una trincea di drenaggio nella quale verrà costruita una vasca in struttura mista, rivestita in materiale resinoso. All’interno della vasca verrà calato un sistema di drenaggio a tubo, utile a garantire la regimentazione delle acque piovane e a portare la linea dell’umido ad un livello più basso rispetto al piano del pavimento.

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Recupero degli intonaci e degli elementi lapidei

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Restauro e riconfigurazione cromatica della facciata

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Restauro e degli intonaci esterni e recupero dei paramenti murari in tufo

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Interno. Recupero degli intonaci e tinteggiatura

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Come era

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

Come era la facciata

Mariano Nuzzo, Gustavo Arbellino — RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DELLA  CHIESA DI SAN LEONARDO ABATE

casa Rubik_La Zagaleta - ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA

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Villa minimalista, de alta gama formada por volúmenes simples que se van girando buscando las mejores vistas.

ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA — casa Rubik_La Zagaleta

casa Rubik_La Zagaleta acceso

La casa Rubik se sube hasta el punto más alto donde existen las mejores vistas. Se esponja para ocupar el territorio, se incrusta en él y desde allí preside, se gira, mira al mar, al campo de golf, y a las montañas, sin obstáculos y en todas direcciones. La llegada sucede subiendo suavemente. Se encuentra con elementos construidos, elementos de paisajismo, alteraciones del terreno casi arquitectónicas, y obras de otras artes. Esa llegada culmina y ofrece una vista directa al mar a través de la casa.El porche de entrada a la vivienda queda enmarcado por la escultura, el muro blanco y las vistas al mar. El panelado de acero corten marca la entrada.

ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA — casa Rubik_La Zagaleta

vista desde el porche

El vestíbulo de entrada, a doble altura, articula las plantas, y matiza la luz. La amplia terraza a la que se abren las zonas nobles de salón y comedor, permiten disfrutar del exterior también desde el interior. A partir de ahí el paisaje entra en la casa, entra incluso en las zonas bajo planta baja a las áreas lúdicas de gimnasio, Spa y sala de juegos, no renunciando al exterior, y disfrutando de la luz y del sol. Las áreas del servicio poseen el especial privilegio de una terraza/jardín particular. Los dormitorios de planta alta se reparten las vistas girándose por grupos.

ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA — casa Rubik_La Zagaleta

casa Rubik- La Zagaleta emplazamiento

En el interior el mobiliario se confunde con lo construido. Los muros se panelan y ahuecan para almacenaje, y el color blanco con la luz matizan el resto.

ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA — casa Rubik_La Zagaleta

casa Rubik_ La Zagaleta vista parcial del salón

ALEJANDRO-S. GAROZ PEREZ, NURIA RUIZ ACOSTA — casa Rubik_La Zagaleta

vista

MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA - Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev

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A marketplace has an inherently dual character: it is at the same time a space of trade and a space of encounter, a civic space. In that sense the goal of the project is to design a space that would provoke sociability. The basic strategy employed is to open the existing building in its western façade which is currently inaccessible. This operation allows us to access the market both from the busy avenue on its eastern side and from the square at the western side, avoiding having the ‘back-side’ of the market. This allows us to establish the marketplace as an intermediary node between the two existing public spaces.

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Night view

The other key strategy employed was to recognize, respect and emphasize the existing values of the building, that is, its wrought iron ornaments and its undulating pre-tensed concrete roof. In order to introduce light and air into the existing massive and enclosed volume of the building, the project proposes to open the eastern and western facades completely, conserving only the supporting pillars. In the newfound voids are then inserted the duplicates of the existing ornamental iron gates. This increases the market’s permeability and emphasizes the communication and circulation. Further, the existing roof acquires a new element, a textile membrane, potentiating its original form and offering an extra shade. During the day it’s evocative of Almerian greenhouses and ship sails, and during the night it converts the market place into a sort of an urban lamp. This textile membrane is fixated to the existing building through a system of curved metallic elements that reinterpret the existing facade ornaments and the symbol of Almeria, giving the new envelope a more tridimensional character and dynamism.

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Exterior view

The functional scheme is resolved by gathering all of the service spaces in the northern wing and rationalizing the organization of market stands into 4 stripes, following the established east-west axis. This rationalization allows a large, open and ambiguous space to be created in the building’s eastern sector. This space is in a way en extension of, on the one hand, the cylindrical restaurant and bar, and on the other of the adjacent plaza. It is meant as place of gathering that can house a variety of activities and events.

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Interior view

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Facade detail

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Site plan

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Axonometric view

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Floor plan and elevations

Manuel María Granados de Osma, Natasa Stanacev — MERCADO DE ABASTOS DE ROQUETAS DE MAR, ESPAÑA

Project resume

Marinhas Masterplan - Craft Porto

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Masterplan for the central zone of Marinhas Public Competition – 1ˢᵗ Prize Esposende, Portugal Municipality of Esposende 14,6 ha 2013

Craft Porto — Marinhas Masterplan

Aerial View

Craft Porto — Marinhas Masterplan

Aerial View

Craft Porto — Marinhas Masterplan

Street View, New Church Square

Craft Porto — Marinhas Masterplan

Street View

House in Vilas Boas - Craft Porto

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Village-house with Extension for Local Tourism Vilas Boas, Portugal

Craft Porto — House in Vilas Boas

Craft Porto — House in Vilas Boas

Craft Porto — House in Vilas Boas

Craft Porto — House in Vilas Boas

Craft Porto — House in Vilas Boas

Craft Porto — House in Vilas Boas

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