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MAISON CORMEILLES - FRANCONI ARCHITECTS, Juliette Boullard


Cimitero a Polvica di Nola - Michelangelo Bonotto

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Il progetto prende spunto dalla configurazione rettangolare del lotto. A questa forma geometrica regolare è stata sovrapposta una figura ellittica –evidente richiamo all’anfiteatro romano di Nola-. Sui fuochi dell’ellisse trovano luogo gli edifici salienti del cimitero: l’ingresso e la chiesa, legati fra loro dal viale principale che distribuisce anche i campi d’inumazione. Lungo il perimetro nord-est della cinta cimiteriale è sistemato il fabbricato contenente i loculi e gli ossari, mentre le cappelle gentilizie sono addossate ai lati sud ed ovest del recinto. Le strutture di servizio trovano posto nell’angolo nord del nuovo impianto, in posizione defilata rispetto all’intero complesso, con un ingresso di servizio in diretta comunicazione con l’area esterna. Il progetto prevede una struttura capace di soddisfare le richieste di nuove sepolture per il prossimo trentennio.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Polvica di Nola

Il fabbricato d’ingresso è stato pensato come uno spazio articolato in un volume a doppia altezza, coperto in vetro, e un volume adiacente a due piani che contiene, oltre all’ufficio per il custode, la rampa di accesso ai loculi posti al 1° livello.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Polvica di Nola

Il fabbricato per le tumulazioni contiene 1050 loculi distribuiti su due piani, gli ossari individuali e l’ossario comune posto sotto il piano di calpestio. I loculi sono stati disposti in 5 colonne per sole 3 file in altezza al fine di rendere agevoli e sicure, sia per gli operatori che per i familiari, le pratiche e i rituali connesse al culto dei defunti.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Polvica di Nola

Le sepolture a terra sono accolte all’interno del segno ellittico, nell’ampio prato attraversato dai percorsi pedonali. Particolare rilevanza è stata attribuita alla funzione del verde come elemento della progettazione: i percorsi principali sono sottolineati da alberi ad alto fusto, un’ampia zona piantumata scherma l’edificio per le tumulazioni, le cappelle gentilizie prospettano su giardini; alla chiesa poi è stato riservato uno spazio pavimentato e alberato, pensato come luogo di sosta e meditazione.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Polvica di Nola

La chiesa, che sorge su uno dei fuochi dell’ellisse, è un volume di archetipa semplicità. Il vano chiuso contiene l’altare; è un parallelepipedo rivestito in marmo, illuminato da una luce radente proveniente dal tetto. Il secondo vano si apre sul verde con una copertura a tenda in zinco-titanio che consente le celebrazioni anche in caso di maltempo.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Polvica di Nola

Cimitero a Volpago del Montello - Michelangelo Bonotto

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L’impianto planimetrico, privo di ogni monumentalità, si inserisce con semplice naturalezza nel ricco paesaggio boschivo circostante. Il presente lavoro è il risultato di un percorso progettuale che prende avvio da due punti guida ai quali costantemente ci si è riferiti per la verifica dell’intervento:
  • preservare da cambiamenti radicali il vecchio cimitero, affinché conservi la sua archetipa semplicità di recinto sacro, che, così bene si sposa con il paesaggio.
  • per l’ampliamento, ci si è posti l’obiettivo di entrare in sintonia con le caratteristiche del sito cercando di mantenere inalterato l’equilibrio tra

I percorsi pedonali pavimentati, collegano la quota del cimitero esistente alla quota dell’ingresso di servizio del nuovo cimitero. Di qui si sviluppano in successione quattro blocchi,il primo destinato a servizi igienici, magazzino per riporre l’attrezzatura, vano per il deposito dei fiori. Gli altri tre blocchi contengono i loculi e gli ossari. Proseguendo il percorso, lungo il lato breve del rettangolo, è stato previsto lo spazio per realizzare n.4 cappelle gentilizie. Sempre degradando verso il bosco, il percorso conduce verso un’area destinata a tombe di famiglia a terra.

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Volpago del Montello

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Volpago del Montello

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Volpago del Montello

Michelangelo Bonotto — Cimitero a Volpago del Montello

Guggenheim Helsinki - dianarchitecture

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“You should not go from home to work without having to cross a forest”. These words spoken by Alvar Aalto to a Danish journalist who asked him what features should have a city, summarize the extraordinary relationship between architecture and nature in the Finnish Nordic culture. The play of light and shadow, the rarefied atmosphere that create metaphysical landscapes, the long dark alternating with long sunny days, are the elements that characterize the design of the new Guggenheim Museum in Helsinki. Three long wooden slats are positioned on a granite base, following the natural rotation of the site. The first north aligns with the nineteenth-century urban layout of the suburbs; while to the south is related to the sea with the lines of the port. While the other two are attached to the ground this is suspended and engages the others in some points that are central to the complex. This elevation provides a better permeability and usability of the outdoor square and doesn’t interrupt the flow that from the street and from the park go down to the sea. The square of the museum follows on the west side, the development of the road and pedestrian path adjacent to the lot. So, it puts in direct relation the urban life with the public square of the Guggenheim Museum, which becomes a large outdoor area used for outdoor installations, and that puts the art in close relationship with the city. To the south of the area, a wall with a ramp separates the port area from the public square of the museum. Adjacent to the cue of the building to the north, a paved path cuts a portion of the lot, it crosses the road and goes back for a few meters up the hill of the park and it puts in connection the area of the museum with the footpaths in the countryside and with the other museum area of the city to the west. The three blocks made of recycled steel structures are covered with wooden slats that draw the facades of the entire museum. Here, it’s clear the reference to the themes of the Finnish forest and to heterogeneous alternation of full and empty spaces. Moreover, this system is inspired by the traditional use in northern cities, of the copper roof: it allows the canalization of hot water for melting snow on the roof during cold periods and with subsequent generation of hot water and heating of the museum. On the outer surface of the building, between the laths of the facade, are inserted small blades of micro-wind that produce electricity sustainable for a total of about 20Kw. Through these technological solutions (reuse of rainwater on the roof, with particular attention to the use of the materials chosen and the considerations made about the use of renewable energies and sustainability of the site) , the Guggenheim Museum will acquire the label “GOLD” in reference to the international protocol LEED, satisfying the energy requirements established by the announcement.

dianarchitecture — Guggenheim Helsinki

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dianarchitecture — Guggenheim Helsinki

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RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi - Giada Vignali

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Rugbyshire è negozio di articoli sportivi in particolare dedicato al mondo del rugby che a Cesena è una realtà a partire dal 1970. Questa giovane attività si concentra lungo la viabilità principale che conduce ai campi del Cesena Rugby e presenta forma irregolare con due lati dedicati a vetrina espositiva, al piano terra di un edificio residenziale.

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Insieme al committente si è deciso di pensare ad uno spazio flessibile e mutevole nel tempo a seconda di esigenze espositive sempre nuove. La percezione dello spazio interno del negozio è stata dilatata attraverso l’uso di tinte chiare e luminose sulle pareti, intervenendo sui toni accesi derivanti dalla precedente attività. Nelle ore serali luci calde e indirette trasformano la vista del negozio dalla strada in una scatola luminosa e trasparente.

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

L’arredo interno ha previsto lo studio di un mobile-scarpiera in legno osb trattato, viti di acciaio, colla, progettato e realizzato su misura per opera del committente stesso e del progettista, per una lunghezza complessiva di oltre 3 metri.

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Una seconda parete è stata allestita con semplici appendiabiti bianchi, preservando la leggerezza della parete di fondo, unicamente segnata da bande verdi verticali che richiamano le linee di gioco di un campo da rugby.

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

Giada Vignali — RUGBYSHIRE - punto vendita articoli sportivi

L’albero perenne - ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano

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Il concorso per l’Albero di Natale della città di Siracusa incoraggia un’idea che costringe alla ricerca di una soluzione innovativa e che deve tenere in considerazione la volontà di sensibilizzare i cittadini verso un’attenzione e un rispetto dell’ambiente costante e continuo. L’albero diventa dunque un simbolo di un’azione collettiva di comportamento civile che aiuta la città e che la città promuove.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

E’ ormai un fatto accertato ai nostri giorni che una raccolta strutturata dei rifiuti non può più essere considerata un gesto occasionale, ma è un atto assolutamente necessario. Questo gesto è, a volte, percepito come un obbligo e non come uno strumento che porta dei vantaggi anche immediati alle comunità e ai singoli abitanti.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

La decisione di promuovere la realizzazione di un albero ecologico è sicuramente un passo molto importante verso questo tema. Applicando i principi del riuso creativo, ovvero utilizzando solamente elementi di scarto che altrimenti sarebbero destinati allo smaltimento, è possibile dimostrare come oggetti ormai considerati inutili possono, in poco tempo, riprendere vita sotto una forma completamene nuova.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

In questo caso i prodotti utilizzati, integralmente riutilizzabili, sono prevalentemente di plastica. Questo non solo perchéè un materiale che si presta bene a stare all’aperto, ma anche perchéè ricco di molte sfaccettature e forme che è importante conoscere; un materiale generato dalla raffinazione del petrolio che, se non smaltito in maniera corretta può causare molti danni all’ambiente e alle persone e allo stesso tempo, se riutilizzato correttamente consente di produrre molteplici oggetti e forme di uso pratico e quotidiano.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

L’Albero perenne è realizzato con una struttura piramidale in ferro zincato che contiene le speciali decorazioni natalizie. La torre tralicciata, a base quadrata di metri 5,00 di lato, è alta 10 metri; la struttura, già controventata nei quattro lati, sarà“ancorata” a terra con sacchi di sabbia che dovranno garantire la stabilità al suolo dell’albero.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

La decorazione dell’albero è realizzata con una serie di cassette per la frutta che simulano la chioma naturale di un abete. Per ricreare le tipiche decorazioni natalizie, all’interno delle cassette (che creano un’insolita trasparenza tra luce naturale e artificiale) sono state inserite delle bottiglie di plastica trasparente e dei vasetti di piante aromatiche. Le cassette sono unite alla struttura e sono collegate tra loro con fascette di plastica o cavi d’acciaio.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

L’utilizzo di questi elementi decorativi consente di comporre in maniera molto semplice ed immediata l’albero natalizio. Tutti i profili della struttura sono montati tra loro con bulloneria, senza saldatura, in modo da poterli montare e smontare con facilità. Se si dovesse spostare l’istallazione in un altro luogo, l’operazione richiederebbe, con gli opportuni accorgimenti, un tempo limitato. Inoltre, utilizzando elementi decorativi diversi e provenienti dal mondo creativo del riciclaggio di materiali, sarà possibile ottenere sfumature e immagini sempre diverse dell’Albero perenne.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

Nel caso l’amministrazione decidesse di non utilizzare più la struttura, l’Albero perenne tornerebbe a vivere nel suo naturale riciclo; infatti, l’assenza di colle o altre sostanze nocive nella costruzione e nel montaggio, consente un recupero dei vari componenti utilizzati in un corretto processo di riciclaggio.

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

ALLOUTLAB, Annachiara Altomani, Stefano Baggio, federico cavagnera, Elsen Lupic, Francesco Lupic, Paolo Mangano — L’albero perenne

Poliambulatorio Salus - Michelangelo Bonotto

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L’intervento interessa un fabbricato di tipo artigianale esistente che viene completamente trasformato per ricavare una serie di spazi atti ad ospitare un’attività ambulatoriale per cure terapiche. La tipologia dell’attività che si va a svolgere ha richiesto un’attenta progettazione delle soluzioni architettoniche, delle finiture, dei materiali impiegati. Fulcro del progetto è la hall di ingresso a doppia altezza attorno alla quale si articolano i vari ambienti che mantengono sempre un contatto diretto con la spazio centrale.

Michelangelo Bonotto — Poliambulatorio Salus

Michelangelo Bonotto — Poliambulatorio Salus

Michelangelo Bonotto — Poliambulatorio Salus

Michelangelo Bonotto — Poliambulatorio Salus

Michelangelo Bonotto — Poliambulatorio Salus

World Health Organization Headquarters Extension - SANE architecture

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At the Geneva location, the World Health Organization buildings form quite an incongruous architectural complex, built around the jewel in its crown, which was inaugurated in 1966 (the “Main Building”). This building, originating from a competition project won by architect Jean Tschumi, is now considered a modern architectural masterpiece. After 58 years with its headquarters on the present site, WHO is now committed to a large-scale redevelopment project the construction of a new building that will offer the advantage of concentrating all the activities of WHO’s headquarters in three buildings instead of ten, in new or wholly renovated premises, thus improving its daily operation and significantly lowering maintenance and energy costs.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Interior

THE KEY CONCEPT: the Rubik cube as a symbol of intelligence, creativity and perseverance. Each side is divided into nine miniature cubes that can turn independently. In the final state, each face of the Rubik’s cube is a uniform different color than the others, but the independent rotation of each face generates a mix of small different color cubes . The number of different positions exceeds 43 trillion.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Terrace View

We proposed a space composed of cube modules with different options for the division of space, both horizontally and vertically. We obtain a light modular structure and a maximum of flexibility and diversity of spaces typologies that can change in time according to the organization’s needs . The modular structure also enables all types of permutations until the best configuration is found.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Panorama

The result is a unique work environment, very creative, a built Rubik cube, not seeking to obtain the uniform color facets but the color combination that is best suited for the World Health Organization. The versatility and flexibility of the space create a dynamic environment that can respond to all the forms that the organization will take in the future.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Axonometric View

The building develops around the level zero of the existing Jean Tschumi building. It is a game between the ground level and the public space that blends with the landscape to form a complex whole. The project concentrates its public program below the level 0 of the existing J. Tchumi building in a lightweight structure that has the ability to blend into the landscape: the main view is slightly affected and the implementation respects the pedestrian permeability required.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Concept Diagram

The space becomes a trialogue between the main building, the landscape and the new building which is the element that integrates rather the one being integrated.

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Site Insertion Diagram

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Functional Concept

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Plans

SANE architecture — World Health Organization Headquarters Extension

Sections


Riciclab_Vesima 2012 - Federico Robbiano, Andrea Anselmo, Chiara Ardu, federico avanzini, Chiara Carraro, Danilo Chiesa, Anna Oddino, Margherita Pongiglione, Andrea Quartara, Jacopo Tedeschi, Davide Traverso, Rossana Raiteri, Fausto Novi, Andrea Giachetta, Katia Perini, Giacomo Cassinelli, alessandra bruzzone, Riccardo Rossi, silvia cama, Paola Sabbion

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Il progetto realizzato all’interno del laboratorio riciclab, da una decina di studenti, aveva come scopo la riqualificazione di un tratto di passeggiata a mare nella zona di Genova Vesima, molto vicino a Punta Nave (sede del Renzo Piano Bulding Workshop genovese), utilizzando principalmente materiale di recupero a costo quasi nullo. L’intervento è stato svolto in collaborazione col municipio VII ponente, che ha anche finanziato parte del materiale che non era possibile recuperare (viti, vernici, ecc).

Federico Robbiano, Andrea Anselmo, Chiara Ardu, federico avanzini, Chiara Carraro, Danilo Chiesa, Anna Oddino, Margherita Pongiglione, Andrea Quartara, Jacopo Tedeschi, Davide Traverso, Rossana Raiteri, Fausto Novi, Andrea Giachetta, Katia Perini, Giacomo Cassinelli, alessandra bruzzone, Riccardo Rossi, silvia cama, Paola Sabbion — Riciclab_Vesima 2012

Il lavoro si è svolto in quattro fasi: elaborazione di idee di progetto e modelli ,recupero e lavorazione del materiale, costruzione di prototipi in scala 1:1 e Montaggio in loco. Dopo una prima fase di sopralluoghi e incontri con i fruitori della passeggiata, si è deciso di realizzare una zona di sosta sull’ ampia aiuola, che costeggia la stretta zona di passaggio e che è inutilizzabile per il degrado in cui spesso si trova (spazzatura, vegetazione incontrollata). Nel mese di dicembre, si è svolto il cantiere a Vesima, durato una settimana, dove sono state montate due sedute con una struttura per l’ombreggiamento, la pavimentazione, uno schienale da sdraio e sono state messe a dimora alcune nuove piante. Il progetto è stato realizzato interamente con tavole di iroko dismesse dal tratto di pavimentazione del Porto Antico a Genova, davanti al Museo del Mare.

Federico Robbiano, Andrea Anselmo, Chiara Ardu, federico avanzini, Chiara Carraro, Danilo Chiesa, Anna Oddino, Margherita Pongiglione, Andrea Quartara, Jacopo Tedeschi, Davide Traverso, Rossana Raiteri, Fausto Novi, Andrea Giachetta, Katia Perini, Giacomo Cassinelli, alessandra bruzzone, Riccardo Rossi, silvia cama, Paola Sabbion — Riciclab_Vesima 2012

L’inaugurazione si è svolta a Dicembre 2012 nella Fondazione Renzo Piano. Il laboratorio RICICLAB, coordinato dalla Prof.ssa Rossana Raiteri e con i Prof. Fausto Novi e Andrea Giachetta, rientra in una serie di attività relative spazi urbani pubblici abbandonati, sottoutilizzati e richiedenti interventi di di riqualificazione per la loro restituzione alla fruizione dei cittadini, ed è stato istituito con i seguenti obiettivi: – permettere agli studenti di inserire nel loro percorso formativo un’esperienza diretta di progettazione e costruzione affinché acquisiscano consapevolezza dell’intero processo di realizzazione; – favorire i rapporti tra territorio e università e la collaborazione reciproca su problemi di interesse comune, promuovendo anche gli aspetti partecipativi della popolazione interessata ai singoli interventi; – sensibilizzare studenti, cittadini ed enti pubblici alla tematica della sostenibilità, producendo oggetti a “costo zero” utilizzando materiali di recupero; – coinvolgere studenti senior e neolaureati in una attività di tutorato presso i gruppi di studenti più giovani; – diffondere l’informazione su queste esperienze per mettere in evidenza quanto può essere prodotto giovandosi di un rapporto di collaborazione creativa tra università e territorio. RICICLAB promuove e coordina progetti e realizzazioni, con l’impiego di materiali di scarto o abbandonati, di piccole attrezzature ad uso o di interesse pubblico, progettate e costruite in breve tempo, con l’obiettivo di sperimentare concretamente il rapporto tra materiale-tecnologie e progetto e di acquisire specifiche conoscenze o abilità nel campo della costruzione e del cantiere. Ogni intervento viene realizzato da studenti in numero limitato e roporzionato alle caratteristiche e alla dimensione di ogni singola costruzione, per garantire agli studenti un rapporto più diretto possibile con il progetto. Le dimensioni del gruppo consentono di permettere ai singoli partecipanti di esprimere le diverse potenzialità di ciascuno.

Federico Robbiano, Andrea Anselmo, Chiara Ardu, federico avanzini, Chiara Carraro, Danilo Chiesa, Anna Oddino, Margherita Pongiglione, Andrea Quartara, Jacopo Tedeschi, Davide Traverso, Rossana Raiteri, Fausto Novi, Andrea Giachetta, Katia Perini, Giacomo Cassinelli, alessandra bruzzone, Riccardo Rossi, silvia cama, Paola Sabbion — Riciclab_Vesima 2012

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Stato dell' area prima del progetto.

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Stato dell' area dopo il progetto.

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Gruppo Riciclab 2012

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Planimetria

Federico Robbiano, Andrea Anselmo, Chiara Ardu, federico avanzini, Chiara Carraro, Danilo Chiesa, Anna Oddino, Margherita Pongiglione, Andrea Quartara, Jacopo Tedeschi, Davide Traverso, Rossana Raiteri, Fausto Novi, Andrea Giachetta, Katia Perini, Giacomo Cassinelli, alessandra bruzzone, Riccardo Rossi, silvia cama, Paola Sabbion — Riciclab_Vesima 2012

Sezione

Raccogliere l'Acqua - Rocco Polimeni

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L’obiettivo principale del progetto, consiste nel recuperare l’acqua piovana, elemento indispensabile per la vita, ma ancora più fondamentale per Ginostra, in quanto sull’isola non risultano esserci fonti di approvvigionamento, falde acquifere e il sistema idrico è inesistente. L’intervento si propone di realizzare un sistema che possa raccogliere l’acqua di prima pioggia con un progetto che prevede la riqualificazione di un sentiero esistente, con l’obiettivo di renderlo più fruibile, creare uno spazio pubblico attrezzato, evi- tando un impatto ambientale eccessivo sul territo- rio per la salvaguardia del sito, patrimonio dell’umanità.

Rocco Polimeni — Raccogliere l'Acqua

L’area scelta per il progetto si trova sopra il centro abitato di Ginostra, a circa 100 m.s.l.m., un area verde percorsa da un sentiero che permette di avere un ottima panoramicità sull’isola. L’intento è quello di realizzare un sistema che segure il principio delle briglie fluviali selettive. Strutture triangolari di varie forme sono innestate nel terreno, la forma segue l’andamento naturale del pendìo, che attraverso la giusta modellazione ed impermeabilizzazione del suolo, permette all’acqua di prima pioggia, di incanalarsi all’interno delle conche in calcestruzzo armato opportunamente realizzate con pendenze in modo che l’acqua arrivi al sistema di filtraggio per depositarsi all’interno di cisterne interrate, per poi essere inca- nalata verso le abitazioni del paese. Le conche sono provviste di sedute che percorrono tutto il sentiero interessato pavimentato con un tavolato di abete, al quale si accede da una scalinata collegata direttamente al paese sottostante. La scelta dei materiali vuole essere più sostenibile e coerente possibile con quelle che sono le necessità dell’isola. L’intervento permette il collegamento ad alcuni dei sentieri principali del paese e offre al visitatore la possibilità di potersi soffermare a godere del panorama dell’isola.

Rocco Polimeni — Raccogliere l'Acqua

Rocco Polimeni — Raccogliere l'Acqua

Rocco Polimeni — Raccogliere l'Acqua

Rocco Polimeni — Raccogliere l'Acqua

Beach House - Rocco Polimeni

Restauro Villa Ottocentesca Catona (RC) - Rocco Polimeni

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Restauro Villa ottocentesca, in catona di Reggio Calabria,Incannucciato

Rocco Polimeni — Restauro Villa Ottocentesca Catona (RC)

REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE - Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano

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Il progetto tende alla valorizzazione della qualità architettonica dell’immobile e dell’area circostante, a caratterizzare l’intero comparto del centro storico di Paola partendo proprio dal nucleo, Largo Sette Canali, che, grazie a questo intervento potrà diventare il polo culturale dell’intera città. Il sito in cui il Comune di Paola ha deciso di realizzare il Centro Laboratoriale presenta diverse peculiarità di carattere socio-urbanistiche che non sono mai state sfruttate pienamente. L’idea progettuale mira a comprendere l’intera area “Sette Canali” perché il “laboratorio” possa estendere le proprie attività al tessuto sociale che grava nell’immediato intorno. Le attività polifunzionali che il Centro Laboratoriale condurrà avranno quindi a disposizione anche spazi all’aperto limitrofi al fabbricato esistente. L’area in oggetto ha una forte valenza storico architettonica in quanto risulta essere un “vuoto urbano” creato dall’esplosione di alcuni ordigni durante la Seconda Guerra Mondiale. Caratterizzata da una serie di scalinate, oltre ad avere una connotazione dinamica in quanto permette il collegamento “verticale” tra due assi viari importanti come via Duomo e Corso Garibaldi, è dotata di ampi spazi “orizzontali” che garantiscono l’organizzazione di attività sociali all’aperto. L’intera area interessata dalla proposta progettuale copre una superficie di circa 1.500 mq, l’edificio su due piani, presente nell’area, ha a disposizione circa 600mq coperti. Il progetto consentirà all’intero comparto interessato, di diventare catalizzatore di operazioni laboratoriali e culturali di vario genere. L’ampio spazio esterno sarà complementare agli spazi interni rendendo flessibile lo sfruttamento dell’intera area. La realizzazione di manifestazioni culturali all’aperto sarà garantita da un palcoscenico dotato di camerini e servizi annessi. Questo occuperà non più di un quarto dello spazio esterno, sarà provvisto, nella parte sottostante di un ambiente tecnico che conterrà le sedute riponibili e traslabili quando non necessarie. Tali sedute, oltre ad essere sempre a disposizione con semplici movimenti, saranno dotate di slitte che all’interno di binari permetteranno di creare una platea di un minimo di 200 posti a sedere in pochi minuti e con pochissimo personale. L’area palco sarà dotata di spogliatoi, camerini e servizi igienici. L’edificio esistente, strutturato su due livelli, ospiterà le attività principali del Centro Laboratoriale. A piano terra saranno allestiti spazi dedicati all’arte e all’artigianato locale. Si produrranno e si esporranno opere d’arte di artisti locali. I laboratori annessi permetteranno la fruizione pubblica così che chiunque possa apprendere il “fare arte” partecipando a corsi di formazione ed esponendo le proprie opere. Le “botteghe” debitamente attrezzate saranno in grado d’ospitare artisti provenienti da qualsiasi parte del mondo che periodicamente vivranno Paola e il suo centro storico creando e formando i giovani del luogo. Attività laboratoriali legate al teatro con scuola di recitazione e di scenografia permetteranno la produzione di spettacoli che potranno essere rappresentati nell’area esterna antistante dotata di palcoscenico. Il piano superiore ospiterà un’area dedicata all’internet point e alla lettura. Sarà possibile la presentazione di libri e la proiezione di audiovisivi. Una porzione del primo piano del centro laboratoriale ospiterà un’area di lavoro “coworking”. Utile per studenti, liberi professionisti, artisti e artigiani, per lavorare in uno spazio luminoso dotato di tutto il necessario (scrivania, poltrona ufficio, libreria, internet wi – fi, …). Un luogo in cui la libertà oraria e la disponibilità su richiesta degli spazi di coworking contribuiranno, insieme a tutte le altre attività previste, a rendere viva l’intera area interessata dal progetto. L’interno dell’edificio sarà caratterizzato da un’alta flessibilità dell’uso degli spazi garantita da pannellature mobili che adeguatamente dimensionate renderanno adattabili gli spazi esistenti a diversi utilizzi laboratoriali. L’edificio di recente realizzazione, come già accennato, si presenta scarsamente vivibile al suo interno, specie al piano terreno, per l’eccessiva superficie vetrata che lo caratterizza. Dalle ore 12,00 circa al tramonto, l’effetto serra che si crea negli ambienti al piano terra provoca non pochi problemi ai fruitori. Per rendere gli ambienti, quindi, più funzionali all’attività laboratoriale e ad un numero sempre maggiore di persone, il progetto prevede la realizzazione di una “pelle” esterna che schermi le superfici vetrate affinché si possa creare un microclima ottimale all’interno di tutta la struttura. La quinta prevista dal progetto, caratterizzerà il luogo in cui s’intende intervenire con una forma sinuosa che, oltre a garantire l’ombra necessaria, è stata concepita anche per creare piccoli ambiti deputati a mostre e/o incontri appartati ma prossimi agli spazi interni. Come dissonanza con la tipologia dei volumi esistenti e per enfatizzare la più alta fruibilità pubblica nello spazio in questione, si è scelto d’optare per una forma sinuosa che dia la sensazione del morbido, del movimento. L’intenzione non è camuffare il volume esistente ma dargli una “pelle” che possa assolvere a più funzioni: estetica per l’uso di due materiali sconosciuti al contesto in cui s’interviene, funzionale per la protezione dall’irraggiamento solare degli spazi interni caratterizzati da ampie superfici vetrate. I materiali predominanti che gravano attualmente nell’intorno dell’area di progetto, sono la pietra calcarea, l’intonaco con differenti finiture e colori, il calcestruzzo armato. I volumi degli edifici che caratterizzano l’ambito sono classici parallelepipedi, consunti dal tempo quelli più datati, squadrati, freddi e spigolosi i più recenti (parcheggio su via Duomo e edificio in Largo Sette Canali). I materiali che si è scelto d’adottare sono principalmente due, legno e acciaio cor-ten. Oltre all’interessante matericità dei due, che ben si sposa con l’ambito storico in cui s’interviene, l’attenzione si è concentrata su due materiali che presuppongono interventi poco invasivi, sia per la realizzazione, sia per la gestione. Caratteristiche queste che rendono l’intervento flessibile e adattabile ad eventuali future implementazioni funzionali…

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luogo dell'intervento

Tratto dalla relazione di progetto.

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Studio invecchiamento acciaio cor-ten

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Luigi Colella, ing. Antonio Trimboli, Carolina Toscano — REALIZZAZIONE DI UN CENTRO LABORATORIALE ED ATTIVITA' CONNESSE

Stars pavilion of London - EHSAN JAHANI

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Urban Landscapes such as public spaces and parks are among the places that can enhance the quality of space in a city. Well-designed, attractive and innovative spaces contribute to a sense of place and can produce strong emotional responses.

EHSAN JAHANI  — Stars pavilion of  London

Architect: Ehsan Jahani Visualization: Farzaneh saed Location: Museum Garden.London Year:2014

The Stars pavilion brings joy with a strong thematic concept – the shining starts in the sky. Our powerful concept enables us to design a simple, flexible and beautiful freestanding temporary pavilion. The pavilion encourages people to participate in a space of relaxation, discussion, socialization, escape, and enjoyment.

EHSAN JAHANI  — Stars pavilion of  London

Visitors can sit, move and circulate while experiencing the feeling of visual porosity and filtered light, bringing the sky and trees of the setting into the space; this effect is achieved through the use of rope strands as the pavilion enclosure. Seating boxes and recycling containers designed to complement the structure and form a relationship between the ground and the pavilion space also provide opportunities for children to learn about recycling. The structure sits lightly on the ground, anchored at points and causing minimal disturbance to the ground plane.

EHSAN JAHANI  — Stars pavilion of  London

Architect: Ehsan Jahani Visualization: Farzaneh saed Location: Museum Garden - London -UK Year:2014

The project respects the competition budget and requirements. Sawn Timber and Nylon Rope, the primary materials, are inexpensive and readily available in London. The materials will survive during the period in which the pavilion is in place, and can be reused after that. The design allows for simple, unskilled construction and installation, with the possibility of components being built off-site; maintenance during the life of the pavilion would be minimal. The modular system enables the pavilion to be designed and constructed at varying scales for different sites and with similar materials.

EHSAN JAHANI  — Stars pavilion of  London

Architect: Ehsan Jahani Visualization: Farzaneh saed Location: Museum Garden - London -UK Year:2014

Il passo dello Stivale e le impronte della Storia - Rocco Polimeni, Stefano Catania


SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE - Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi

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Il punto di partenza del lavoro si può ritrovare nell’analisi delle preesistenze storiche e della vocazione dell’area di progetto alla tipologia del chiostro. Alcuni disegni mostrano come, addossata al portico, fosse prevista una chiesa, con volumetria e orientamento simili alla adiacente S.Maria in Betlemme. Correva lungo un perimetro quadrato invece il chiostro con le celle monacali, destinate al personale religioso e agli adepti. L’impianto corrispondente al primo step del progetto cerca di lavorare su questa disposizione delle volumetrie, introducendo un asse principale che porta dalla strada alla casa dello studente. A questo asse vengono attribuite tutte le funzioni comuni necessarie alla tipologia di abitazione. In seguito il segno forte e divisivo di questo asse verrà mitigato e addolcito, mutando da segno di pieno a segno di vuoto all’interno del volume principale.

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PLANIMETRIA 1.1000

Dal punto di vista formale sono stati aperti quattro pati intorno ai quali si sono sviluppati dei “distretti”, ovvero sub-nuclei abitativi contenenti tutti gli spazi necessari per garantire agli studenti la qualità dell’abitare. Ogni distretto quindi ruota intorno allo spazio verde del patio, sul quale affacciano due tipologie di appartamenti (dedotte dalla tipologia lecorbuseriana) denominate TipoA e TipoB. TipoA è una cella con volume a doppia altezza soppalcato, sicuramente il tipo di abitazione che più ricorda l’esempio dell’architetto razionalista, pur rinunciando alla industrial shape suggerita dallo shed in favore di un tetto piano a giardino, formalmente più integrato nel contesto naturale/agricolo. TipoB è una cella più ammiccante al contesto storico dell’area di progetto: basa la propria geometria e il proprio spazio sull’idea di loculo monacale di medievaleggiante memoria. Entrambe le tipologie vengono portate a comunicare tramite il diradarsi volumetrico suggerito dall’apertura di piazze verdi in cui i giovani possono incontrarsi e instaurare rapporti di amicizia e collaborazione. La tipologia di impianto porta con sè anche la necessità di un ragionamento sull’apporto di luce necessario per svolgere le attività giornaliere; questo problema è stato risolto grazie all’inserimento di light beam – formalmente cilindri – che trapassano la copertura iniettando la luce naturale all’interno degli ambienti. Comprensibilmente l’inserimento di un progetto geometricamente così definito ha reso necessario un ulteriore confronto con il contesto. In particolare l’attenzione è andata concentrandosi sull’edificio destinato ad ospitare l’asilo. Da un punto di vista prettamente formale, la geometria del nuovo edificio pone un netto confine tra vecchio e nuovo, tra antico e moderno, chiudendo definitivamente la suggestione quadrangolare del chiostro quattrocentesco. Come la casa dello studente, anche l’asilo è stato progettando sul modulo rettangolare del vecchio spedale, rintracciabile graficamente nella campata delle volte del portico. Le direttrici trasversali che intercettano l’asse principale del progetto proseguono idealmente all’interno della nuova adduzione, trovando il proprio termine all’interno del verde del giardino-gioco per i bambini; anche in questo contesto è infatti stato mantenuto il tema dell’asse città-campagna, già fondativo nel precedente iter progettuale. L’importanza del rapporto col verde, del confronto tra natura e costruito si può individuare nella scansione regolare dei pati intorno ai quali sempre ruotano tutte le attività dell’abitare, del vivere, dell’apprendere e nel caso dell’asilo, del giocare. In conclusione, il percorso di progettazione ha avuto come oggetto un insieme sintattico molto ricco di forme e geometrie regolari, composte in modo da essere rispettose (ma mai ossequiose) nei confronti del contesto storico ed urbano, oltre che naturale, del terriotorio pavese.

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PLANIMETRIA 1.200

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PIANTA PIANO TERRA

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PIANTA PIANO PRIMO

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PIANTA PIANO SECONDO | SEZIONI

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

CASA DELLO STUDENTE

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

SCUOLA DELL'INFANZIA

Matteo Mazzucchi, Giacomo Pirotta, Andrea Zanardi — SCUOLA DELL'INFANZIA E CASA DELLO STUDENTE

PLANIMETRIA 1.500

Guggenheim Helsinki - Arnaldo Sanchez

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The Guggenheim Helsinki proposal is developed mainly as a strategy, not a form, of a three dimensional field of public and gallery spaces. In the main component of the complex, the tower, open and closed spaces are paired in a checkered organization that are later modified according to programmatic and spatial needs to elaborate a flexible, changeable plan. As a result, the spatial byproduct is based upon a combination of checkered and stepped spaces that emphasize the relationships and links established amongst these spaces. Moveable partitions within the spaces allows for a variety of spatial organizations that go from a single module to its double at some moments including geometrical variants that expand its dimension. This circuit of gallery and varying single, double, triple and quadruple height public spaces allows for interaction between these two realms throughout the museum, extending the gallery spaces to the public space. The public space presents both generous and modest dimensions, assigning space at times with monumentality and at others a private character.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Field of public and gallery spaces.

The project is organized around two major components: the tower and the bar building. The tower houses the public and gallery spaces of the museum while the bar building houses the rest of the program. The parallelogram geometry results from the projection of site lines, thus allowing the building to face the northern part of the site while remaining parallel to the port. The highest part of the complex, the tower, is aligned with the buildings on the southern part of Etelainen Makasiinakatu so as to allow an uninterrupted visual of the bay and to relate to the urban fabric. The lowest part of the complex, the bar building, is located in front of the park to allow for an extension of the green space at the same time it offers uninterrupted views to and from the park. A sloped roof doubles as a ramp to access this vegetated space which in turn can be transformed into a sculpture outdoor garden. Connections to existing programs occur through this roof garden with an elevated bridge toward the south of the site to connect to the park as well as the extended Olympia Terminal deck.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Floating galleries.

In terms of materiality the tower will be covered with a glass envelope that protects the gallery spaces clad in local wood. The transparency of the glass skin will create a free flowing public space in the harbor displaying sculptures, bringing the artwork to the everyday life of the citizens. In the interior of the galleries white walls with glass suspended ceilings and wood floors are proposed in order to create a neutral atmosphere for the correct display of artworks. The public space will be lit with natural daylight and the gallery spaces with controlled artificial lighting. In terms of sustainability, the project has been worked out to fulfill LEED Gold certification.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Tower and bar building.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Interior public space.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Interior gallery space.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Plan.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Building Diagrams.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Site Diagrams.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Site plan.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Section.

Arnaldo Sanchez — Guggenheim Helsinki

Aerial view.

PASTA&CO per Fiera MilanoCity - Fabrizio Foti

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Locale in franchising per la produzione di pasta fresca con relativa vendita e somministrazione di piatti preparati seguendo una selezione accurata di tipiche ricette italiane. Il locale è organizzato in un unico box di 24 mq circa, costituito di 4 postazioni di lavoro: banco produzione pasta con sistema di essiccazione per ventilazione a soffitto, con sistema di alloggiamento di cassette per asciugatura della pasta, inserito su apposito schienale; postazione lavaggio stoviglie composto di un lavello con gocciolatoio a incasso su top in acciaio, 2 lavastoviglie e 2 vani per alloggiamento cestelli di lavaggio e asciugatura cristalli e stoviglie; postazione show-cooking per la cottura della pasta, secondo selezionate ricette della cucina italiana, costituita di piastra a induzione a 5 punti di cottura e vaschetta con rubinetto acqua per pulizia rapida padelle del tipo lyonnaise, bollitore cuocipasta a 6 cestelli, forno elettrico, cappa di aspirazione provvista di sistema di illuminazione; banco con vetrina refrigerata per servizio, esposizione e vendita. L’Arredamento, che ha un’impiallacciatura di finitura in due colori coordinati corrispondenti a quelli del logo del franchising (testa di moro e ocra giallo), ha una superficie complessiva di circa 24 mq. Uno spazio centrale di lavoro è costituito di banchi provvisti di dispense con top in acciaio, oltre ad una mensola esterna in sospensione, di servizio alla clientela, con vetrina refrigerata per esposizione di generi alimentari selezionati e confezionati per la vendita. Il box di produzione, somministrazione e vendita è completato da: un sistema di coronamento costituito di palchettoni in sospensione, con funzione dispensa, sostenuti da colonne per l’alloggiamento delle attrezzature tecniche di servizio; una sistema di illuminazione a strip-led, con alloggiamenti a incasso; sgabelli per servizio al banco, sedie e tavoli per servizio in sala dal design personalizzato. Due volumi coesi alla struttura principale contengono, il primo dei vani storage e la postazione per una macchina del caffè a cialde, il secondo un vano per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

schizzo di progetto

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

la postazione a fiera di MilanoCity

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

la postazione a Fiera MilanoCity

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

l’interno della postazione

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

il corner ufficio della postazione

Fabrizio Foti — PASTA&CO per Fiera MilanoCity

il banco di servizio al pubblico

CASA di ANNA - PIETRO PAOLO DEL GROSSO

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Era il 2001, Anna mi chiese di progettarle una casa su un lotto di 503 mq. che aveva acquistato alcuni anni prima. Dopo avermi espresso le proprie esigenze abitative mi dette la massima libertà nel proggettare. Non capita spesso una tale concessione!

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Copertura del portico triangolare

Il lotto permetteva una buona cubatura edificabile, essendo una zona di completamento del P.R.G., ma aveva una strana forma irregolare, con una pendenza diretta lungo la diagonale massima. Il primo problema da risolvere fu quello di come gestire il terrapieno che si veniva a formare a monte, e come fare per dargli anche una qualche sistemazione comoda, visto che su questo lato, esposto a sud, avrebbero trovato luogo gli ambienti giorno. La valutazione visiva, al momento, mi suggeriva queste riflessioni. Una volta eseguiti i rilievi delle quote e l’esatta forma geometrica del terreno, tutto appariva più chiaro. Mi calai nel partorire un’idea progettuale accettando ciò che quella forma così irregolare e i dislivelli mi suggerivano, cercando di soddisfare tutte le esigenze espresse dalla committente. Dopo aver buttato giù, su un foglio di carta, qualche schizzo, chiesi un incontro per parlarle di cosa mi balenava nella mente. In effetti avevo già un’idea di tutta la distribuzione, e quindi della forma, ma non sapevo se poteva essere di suo gradimento. Quando le spiegai come si articolava la casa che avevo in mente per lei, fu subito entusiasta. Era la cosa che aspettavo. Confesso che avevo già deciso che quella doveva essere la sua casa e, se qualche cosa non fosse andata per il giusto verso, non mi restava che persuaderla con qualche stratagemma. Mi buttai subito nel lavoro grafico. L’architettura, la struttura, gli ingombri di superficie e di volume, venivano elaborati in sintonia, come fossero stati elementi di un’orchestra. Alla fine venne fuori tutta l’organizzazione della casa. Al piano seminterrato tutti i locali di servizio (posto macchina, lavanderia, centrale termica, deposito e un w.c.); al piano terra, che in parte è rialzato e in parte no rispetto alla sistemazione esterna, l’abitazione vera e propria. La matrice del sistema è nel centro della casa ed costituita dal camino, dalla scala che scende al piano inferiore e dal ballatoio che serve la zona notte esposta a nord-est. L’ingresso protetto è sul lato sud. Una volta entrati si colgono subito tutti i percorsi: a sinistra il soggiorno pranzo con camino, la cui copertura sale fino al soppalco interno adibito a studio per i ragazzi. Tutto gira intorno al pilastro che regge la copertura di questo ambiente; di fronte, a vista c’è la scala che porta al piano inferiore, racchiusa tra due pareti in muratura che, nella parte alta presentano vetrate che fanno filtrare la luce fino al ballatoio della zona notte e ampliano lo spazio di questi ambienti; nell’ingresso sempre di fronte ma leggermente ruotata c’è la parete con porta che introduce nel ballatoio della zona notte. Nel ballatoio vi sono anche gli arredi per la biancheria dl bagno e da esso si accede alle due camere dei figli e alla camera matrimoniale, posta in fondo, con bagno privato. Il soppalco sul soggiorno è un ambiente molto raccolto, attraversato dalla canna fumaria del camino che attraverso un sistema di ventilazione, contribuisce a riscaldarlo.

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Fronte Nord

La casa è isolata termicamente sulle pareti esterne e sulle coperture con un sistema a tetto ventilato. L’impianto di riscaldamento è a pavimento alimentato da caldaia a metano.

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Interno

La casa fu realizzata nell’arco di validità del permesso di costruire. Le sistemazioni esterne si sono prolungate con una D.I.A. Successivamente mi fu chiesto di progettare il cancello per l’accesso da Via XXV aprile e le ringhiere per le rampe di accesso a sud, e per la scala esterna che scende al giardino. Avevo già disegnato due piccole ringhiere per un balcone e un terrazzino, sulla facciata nord della casa, per cui con lo stesso sistema e sulla stessa linea sono state disegnate anche le ringhiere richieste dalla committente. Il cancello automatizzato, su Via XXV Aprile ha avuto un suo corso separato.

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Panoramica

Un grazie va alle maestranze che hanno lavorato per la realizzazione di questa casa e in particolare alla committente che mi ha dato tanta libertà nella progettazione.

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Cancello su via XXV Aprile

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Accesso da Via XXV Aprile

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Piante preliminari e sezione

PIETRO PAOLO DEL GROSSO — CASA di ANNA

Ringhiere per rampa di accesso e scala esterna

Groenlândia - Triptyque

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Triptyque has just completed a commercial space Groenlândia in the very chic neighborhood of São Paulo, who defies the gravity. Behind the Jacaranda creepers and the ten meters palm trunks, appears a block of white marble in the middle of a mineral garden. Triptyque wanted to emphasize the stiffest materials such as marble and concrete to challenge them with the gravity. Groenlândia links together stone and glass, rigidity and transparency, durability and lightness.

Triptyque — Groenlândia

The deck, a large slab of concrete floats from over 9m, above a block of white marble suspended for two masterful concrete pillars in the center of the block. Large transparent windows support the deck creating an invisible link with the marble. The block of stone is pierced by open windows in marble, creating a paradox between the function and the matter. The corners of the stone block are based on aquatic beds sprinkled of Papyrus. Inside, floating stairs lead visitors to the terrace for a wonderful view.

Triptyque — Groenlândia

Despite the closed aspect of this upscale neighborhood of São Paulo, the building, without fence, is in direct contact with the street. Once again the Triptyque architects put in contact the private space (the architecture) and the public place (the city).

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

Triptyque — Groenlândia

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