Con la costruzione di un bivacco si vuole offrire al frequentatore un riparo minimo, nel quale rifugiarsi e ristorarsi dalle fatiche imposte dalla pratica dell’alpinismo. Naturalmente l’atto di costruire proprio qui si carica di senso e significato del tutto eccezionali; la benché minima struttura umana rischia di risultare una nota stonata all’interno di queste architetture di roccia e silenzi. Di conseguenza il tema dell’impatto ambientale di una struttura ricettiva deve divenire oggetto di profonda riflessione se si vuol tentare una valida proposta progettuale.
Il tema stesso della costruzione di un bivacco alpino impone un confronto con tematiche specifiche, anche di carattere pratico e realizzativo, quali la facilità di installazione, legata all’ottimizzazione dell’uso dell’elicottero, la solidità e la resistenza ad un ambiente estremo, nonché la praticità nella manutenzione e nell’uso. Ma questi temi non possono avere risposta esclusivamente sul piano funzionale; è necessario allargare la riflessione alla sostenibilità ambientale di una simile struttura – la quale deve lasciare tracce minime anche in caso di rimozione – e certamente si deve prestare grande attenzione al suo inserimento in ambiente.
L’idea progettuale nasce così dal confronto con questo magnifico scenario alpino, e dalle relazioni che il manufatto instaura con esso e con i suoi percorsi, dalle percezioni che propone e sollecita, sia come architettura inserita nel paesaggio, sia come spazio interno che si apre all’ambiente esterno tramite viste selezionate.
![Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole Lorenzo Serafin, Paolo Corona — Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole]()
Vista lato ingresso
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Ancora più in profonditàè l’essenza stessa dei luoghi a ispirare il concetto di sviluppo verticale: in una riflessione sulla peculiarità del Mondo Dolomitico nei confronti di altri scenari alpini, si individua nello slancio assoluto delle Crode, e nella loro caratteristica stratificazione geologica, la vera essenza. Di conseguenza lo spazio interno del bivacco si stratifica, alloggiando gli spazi per le cuccette sopra la zona giorno, minimizzando così al contempo lo spazio occupato sul terreno, lasciato il più possibile naturale e libero. La forma in pianta si semplifica fino a diventare un quadrato, e il volume si sviluppa netto e preciso, ottimizzando il suo fattore di forma, quasi un cristallo dalle forme perfette, trovando nel piano di taglio della copertura il rapporto mutevole con l’andamento del pendio e con le cime circostanti. Allo stesso tempo il volume ruota e si orienta verso i capisaldi di questo paesaggio. La facciata d’ingresso si rivolge alla Forcella Marmarole e ai sentieri da essa provenienti, con lo sfondo della Cresta degli Invalidi e della Croda Bianca, le aperture delle finestre si compongono in tutte le facciate inquadrando sia le cime, il Cimone del Froppa e le sue punte, sia il vallone d’accesso verso la Val da Rin e Auronzo.
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configurazione interna notturna e diurna
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Nel suo posizionamento e grazie forse a questo suo protendersi verso l’alto il bivacco rimane maggiormente visibile da qualsiasi sentiero d’accesso, facilitando così il frequentatore delle crode che si trovasse, suo malgrado, nelle condizioni di scarsa visibilità evocate da Zandonella, e fosse avviluppato da quelle “nebbie che spesso calano veloci a ovattare l’ambiente”.
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Configurazione interna diurna e notturna
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Il parallelepipedo a pianta quadrata è tagliato nella parte superiore da un piano inclinato che genera quattro prospetti a forma di trapezi rettangoli, simili a due a due per l’inclinazione del lato obliquo e tutti differenti per dimensioni. Gli spigoli verticali del parallelepipedo hanno altezze progressivamente crescenti nella loro disposizione verso monte; quello Sud Est, verso valle, è di 4,00 metri, quello Nord Est di 4,60, quello Sud Ovest di 5,20 e quello Nord Ovest, il più a monte, di 5,80.
L’inclinazione della falda e gli spigoli del volume ad altezza crescente si inseriscono nel contesto rispettando l’andamento del terreno, creando così un gioco di parallelismi, mutevoli e percepibili da qualsiasi punto di osservazione, fra questo e la falda stessa. Allo stesso tempo il piano inclinato della copertura entra in assonanza con i profili delle retrostanti punte del gruppo del Cimon del Froppa, caratterizzate da laste sommitali inclinate e slanciate contro il cielo.
L’orientamento del bivacco, il cui ingresso sul lato Sud Ovest è rivolto alla Forcella delle Marmarole e al tratto di sentiero che rimonta verso la Forcella del Froppa, da un lato ne agevola l’accesso e dall’altro favorisce un corretto posizionamento rispetto alla linea di massima pendenza del terreno. Il bivacco sorge su una piccola dorsale in corrispondenza di un leggero cambio di direzione dell’andamento del pendio e posizionandosi di spigolo rispetto allo stesso evita la formazione di eccessivi accumuli di neve alla base della costruzione. D’altro canto già la forma compatta e il minimo ingombro rispetto al terreno permettono di minimizzare questo possibile problema.
Il sistema di attacco a terra del bivacco, basato su un sistema a “palafitta”, è stato anch’esso studiato in quest’ottica. Quattro pali di fondazione raccordati da putrelle orizzontali, offrono un solido appoggio alla struttura soprastante, pur rimanendo nascosti all’interno del perimetro del suo massimo ingombro. Allo stesso tempo mantengono sollevata la costruzione rispetto al pendio favorendo così il defluire delle acque piovane e il passaggio del vento e della neve da esso riportata. Tutti questi accorgimenti permettono di smorzare le pressioni statiche di neve e vento, garantendo adeguata stabilità. La possibilità di applicare anche dei tiranti alla costruzione, da connettere ai ganci in copertura utili anche per il trasporto in elicottero del modulo potrà essere considerata a seguito di più approfondite analisi statiche.
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stratigrafia dell'involucro
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Si rimarca inoltre che l’inclinazione della falda di copertura scarica la neve prevalentemente verso il lato Sud Est e quindi verso valle, proteggendo in questo senso il lato di ingresso prevenendo per quanto possibile eccessivi accumuli. Allo stesso tempo l’esposizione della copertura a Sud la rende un’ottima superficie per l’applicazione dei pannelli fotovoltaici integrati. Due coppie di pannelli saranno in ogni caso applicate anche in prossimità dello spigolo Sud delle due facciate Sud Est e Sud Ovest, così da garantire il funzionamento del sistema anche in inverno, in periodi in cui i pannelli in copertura dovessero rimanere coperti dalla neve.
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pianta quota ingress
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
L’esigenza di utilizzo del bivacco durante tutta la durata dell’anno ha portato infine a studiare un doppio sistema di accesso. Sfruttando la tipologia di sviluppo degli spazi interni in verticale, una porta secondaria è stata posizionata sul fronte Nord Est, in opposizione all’entrata principale del fronte Sud Ovest, all’altezza del primo tavolato che ospita le cuccette. Servito da una scala esterna a pioli, da questo secondo accesso è possibile entrare agevolmente nel bivacco, senza l’uso della pala, anche in pieno inverno e con ipotetiche altezze della neve fino a 3,60 metri, anche grazie alla porta sdoppiata in altezza. L’ingresso principale, anch’esso dotato di porta sdoppiata, garantisce comunque l’accesso con un accumulo di 1 metro di neve davanti all’ingresso. Una pala sia comunque sempre lasciata ben in vista nel punto piú alto!
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attacco a terra
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Il bivacco è stato concepito come l’unione di due moduli sovrapposti, la zona giorno sotto e la zona notte sopra, per consentire di limitare i pesi di ognuno e di favorire il primo assemblaggio in laboratorio, e poi il successivo trasporto su gomma ai piedi della montagna e con l’elicottero in quota. Il peso complessivo dei moduli è mantenuto entro i limiti di portata utile dell’elicottero.
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sezioni
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Il processo di realizzazione prevede quindi tre fasi: la prima è quella del trasporto dei materiali relativi all’attacco a terra, e della realizzazione quindi del basamento sul quale poggerà il bivacco, la seconda e la terza sono quelle dell’elitrasporto dei due moduli, che posati uno sopra l’altro vengono poi uniti mediante l’utilizzo di apposite placche metalliche precedentemente predisposte e applicate dall’interno.
Le placche rendono tra loro solidali i due moduli realizzati con struttura portante a telaio in legno lamellare. Gli elementi strutturali, di sezione 8×8 cm, formano un telaio tridimensionale completo che permette la realizzazione di un involucro continuo, caratterizzato dalla medesima stratigrafia, sia per le pareti che per la copertura e il solaio di pavimentazione, come meglio specificato nei disegni allegati.
I serramenti sono costituiti da telai in pvc ad alto isolamento termico e parti trasparenti in doppia lastra di policarbonato Lexan, spessore 6mm esterna + 4mm interna, con intercapedine riempita di gas argon. Questa soluzione permette di contenere il peso dei serramenti senza pregiudicarne le caratteristiche di resistenza termica.
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prospetti
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
La scelta dei materiali isolanti, così come quella dell’impiego del
legno per le strutture e le finiture interne, oltre che a garantire adeguate prestazioni di isolamento termico, è mirata all’utilizzo di prodotti con caratteristiche di eco sostenibilità. In particolare la lana di pecora ha ottenuto certificazioni nel campo della bioedilizia in quanto materiale naturale e rinnovabile, prodotto con un ciclo a bassissimo impatto ambientale. Allo stesso tempo è garantita e certificata anche la sua resistenza all’attacco di insetti e agenti biologici. Il poliuretano proposto, pur essendo un materiale di derivazione chimica, soddisfa requisiti di sostenibilità ambientale, in riferimento agli studi effettuati sul suo ciclo di vita (LCA).
Dal punto di vista del comportamento igrometrico la presenza di barriera al vapore garantisce la protezione degli strati interni dell’involucro dalla formazione di condensa interstiziale. Per i pannelli di finitura in legno è stata scelta l’essenza di larice perché ha un ottimo comportamento in caso di formazione di umidità interna.
Infine, per garantire un corretto ricambio d’aria all’ambiente, si prevede la realizzazione di un semplice sistema di ventilazione naturale, formato da bocchette autoregolanti e igroregolabili di immissione e di estrazione aria. Tale sistema permette la circolazione in continuo dell’aria senza innescare fenomeni di dispersione del calore interno.
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sullo sfondo la Cresta degli Invalidi
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
La scelta di sviluppare la distribuzione interna in verticale, su più livelli, permette di ben rispondere alle esigenze e alle richieste contenute nel bando di concorso. Grazie a un proporzionamento attento degli spazi interni, seguendo un criterio di minimo spazio vitale, lo sviluppo verticale offre notevoli vantaggi, consentendo il contenimento in un unico spazio indiviso di tutte le funzioni previste per ospitare fino a 12 persone. Accanto a questi aspetti di carattere funzionale, lo sviluppo in altezza consente anche un più interessante rapporto visivo tra gli spazi interni e il paesaggio, attraverso una opportuna scelta di tagli finestrati orizzontali e verticali.
Al livello inferiore della piccola cellula abitativa è collocata la cosiddetta zona giorno, provvista di un tavolo ripiegabile, di sgabelli amovibili (e stivabili negli appositi spazi riservati del sottopanca) e di una panca fissa. Un armadio di generose dimensioni (100×80 x h. 340) garantisce l’alloggiamento di scarponi, bastoncini, zaini e sci e racchette in inverno. E’ attrezzato al suo interno con una serie di 5 ripiani di cm 30×90 e altezza 45 cm per riporre scarponi e zaini e, sul lato opposto, con un doppio pettine, disposto a elle, per lo stoccaggio degli sci. Trovano spazio anche una piccola dispensa d’emergenza, il kit per il pronto soccorso e l’estintore. Nella sua sezione superiore, a servizio del primo piano notte, sono riposte le coperte.
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pianta primo tavolaccio
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
La panca è predisposta in modo che con alcuni semplici gesti sia possibile trasformare le sedute in giacigli per la notte: della dimensione ognuno di 75×200 cm essi possono ospitare quattro persone, due al livello della panca stessa, e due nelle sovrapposte cuccette. All’interno del gavone sotto la seduta della panca è inoltre previsto la creazione di un vano tecnico per l’alloggiamento delle batterie dell’impianto fotovoltaico e dei relativi componenti tecnologici (regolatore di carica – inverter). Un altro vano sottopanca è dedicato allo stoccaggio di una tanica e di una pentola per la raccolta di acqua di fusione dalla neve. Dato il notevole sviluppo lineare, superiore ai 4 metri, l’interno delle panche è in grado di accogliere, in aggiunta anche eventuali ulteriori attrezzature dei gruppi di escursionisti e di alpinisti (corde, pale, materiali da arrampicata, zaini e altri materiali che, in caso di utilizzo completo della struttura, non trovassero spazio nell’armadio).
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pianta secondo tavolaccio
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Alle spalle della panca, disposta a elle, è posizionata una finestra a nastro alta 45 cm, che proseguendo in continuità sui lati Sud Est e Nord Est, consente a chi è seduto la vista dall’interno verso il fondo valle e verso le prime bastionate del Cimon del Froppa.
Sull’angolo opposto è posizionata la scala tubolare ad L, di generose dimensioni, per l’accesso al secondo e al terzo livello del bivacco, destinati alla zona notte. La scala è costituita da elementi tubolari in alluminio connessi tra loro in modo da rendere più agevole la salita e la discesa dai livelli superiori, grazie alla leggera sfalsatura dei correnti di appoggio, e all’andamento curvilineo. L’intera impalcatura metallica risulta così più comoda e sicura per le manovre di trasferimento interno, e si costituisce come elemento di raccordo anche visivo tra i vari livelli. Data la sua ampiezza può anche essere utilmente sfruttata per appendere abiti ad asciugare, ed attrezzata in tal senso con l’ausilio di ganci amovibili. La scala si sviluppa in corrispondenza delle due finestre d’angolo verticali, anch’esse con funzione di raccordo tra i livelli inferiore e superiore, che inquadrano dall’interno l’arco di cime che va dal Cimon del Froppa a Nord Ovest alla Cresta degli invalidi a Sud Ovest. Ciò allieterà sicuramente la salita e la discesa dai piani superiori.
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fasi di trasporto
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Per garantire una migliore funzionalità nell’accesso agli spazi interni del bivacco, la pavimentazione della zona adiacente all’ingresso principale, e di collegamento fra armadio e scala, così come la porzione del tavolato del piano primo che conduce alla porta secondaria per l’uso invernale, è realizzata in materiale impermeabile, facilmente asciugabile e pulibile.
La zona notte superiore è composta da due pianali, ciascuno ospitante quattro persone, disposti in maniera sfalsata fra loro. Il primo si trova a quota 2,40 metri e il secondo a quota 3,50. Questa soluzione da un lato consente la realizzazione dell’ingresso invernale, dall’altro dona maggior complessità e interesse alla disposizione degli spazi interni. Gli spazi risultanti sono più agevolmente praticabili e, a confronto con le classiche soluzioni a cuccette sovrapposte, offrono maggiore comfort e maggiore altezza nella sovrapposizione. Da non sottovalutare anche il fatto che, in caso di frequentazione di un numero medio di escursionisti, questa soluzione permette agli stessi di disporsi sui vari livelli in maniera libera, garantendo una maggiore privacy e libertà di spostamento ad ogni individuo.
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planimetria d'insieme
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.
Impianti tecnologici
Il bivacco è dotato di impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Il sistema, della potenzialità di 1,5 Kwp, è formato da pannelli innovativi di tipo policristallino, flessibili e dal ridottissimo spessore, perfettamente integrabili con la struttura, alla quale si applicano mediante incollaggio. Garantiscono resistenza e calpestabilità e pesano soltanto 1/8 rispetto ai pannelli in vetro. Otto pannelli sono posizionati in copertura e altre due coppie rispettivamente sulle facciate Sud Est e Sud Ovest. Il posizionamento in facciata di parte dei pannelli garantisce il funzionamento dell’impianto anche nei periodi invernali in cui accumuli di neve permangano in copertura. La presenza di due batterie, anch’esse di tipo innovativo, con pesi ridotti e durata superiore alla norma, permette l’accumulo dell’energia elettrica prodotta e consente di coprire agevolmente gli usi elettrici previsti per la struttura, anche durante le ore notturne.
L’impianto fotovoltaico alimenta il sistema di illuminazione interno, formato da tre punti luce a led, uno per ogni livello (zona giorno, primo livello notte, secondo livello notte), il sistema di rilevamento temperatura, umidità e pressione, il sistema di trasmissione dati e il sistema di monitoraggio delle condizioni della struttura, formato da una webcam interna e da una esterna. In alternativa al collocamento esterno di una webcam, (posta su apposito sostegno in prossimità dello spigolo più alto della copertura) è anche possibile valutarne il posizionamento all’interno della struttura, in prossimità di una delle finestre, così che l’inquadratura descriva le condizioni esterne senza che l’apparecchio sia esposto alle intemperie.
Grazie al posizionamento di un dispositivo per la trasmissione dati sarà possibile monitorare a distanza le condizioni meteo e verificare le condizioni interne del bivacco: un ottima prospettiva potrebbe essere quella di divulgare i dati via web, anche per indurre i frequentatori verso un uso responsabile della struttura, una buona abitudine purtroppo oggi non sempre condivisa.
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Pianta della copertura con evidenziata la direzone di scorrimento della neve
© Lorenzo Serafin . Published on March 20, 2015.