- Premessa
Il problema del traffico veicolare pubblico e privato delle nostre città e la necessità di una sua possibile soluzione presenta due aspetti fondamentali: uno legato ai fattori fisici della città e del suo territorio, l’altro politico. Il primo dipende dalla struttura propria delle città italiane, quasi tutte storiche, che mal sopportano, in particolare quelle di modeste dimensioni, l’impatto con masse sempre più consistenti di automezzi; il secondo riguarda il grave ritardo nella programmazione e realizzazione di una politica delle infrastrutture dei trasporti a livello urbano e territoriale. Politica che molte città del resto d’Europa hanno attuato da tempo favorendo la realizzazione di parcheggi multipiano, consapevoli della grande importanza che assumono gli spazi per la sosta dei veicoli per una migliore vivibilità e fruizione delle città e del loro territorio. Un ritardo, quello del nostro paese, comprensibile solo se si considera il disagio di confrontare “l’invadenza” delle strutture per il parcheggio con la dimensione formale, storica delle nostre realtà urbane. La realizzazione di strutture delle dimensioni proprie dei parcheggi, anche se sotterranei, ha infatti delle implicazioni formali e pone problemi di impatto ambientale non indifferenti che vanno sicuramente risolti in termini di architettura sostenibile. La soluzione del problema del traffico urbano con la costruzione di adeguati parcheggi pubblici e il potenziamento dei sistemi di trasporto pubblico urbano è però divenuto improcrastinabile.
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© Enzo Rosario Mazzola . Published on July 22, 2013.
- Il parcheggio Longea
La realizzazione di un parcheggio per 250 posti auto in località Longea nel comune di Moena pone indubbiamente problemi di natura a forte impatto ambientale che si aggiungono a quelli, già presenti sul territorio, generati principalmente da una notevole antropizzazione, conseguenza di un intenso sviluppo turistico e il cui rischio è quello di produrre ulteriori effetti negativi su un paesaggio caratterizzato da forti valenze e connotazioni estetiche.
Pertanto, saremmo inevitabilmente indotti a pensare, in linea di principio, che il nostro territorio, per la maggior parte di casi caratterizzato da una ormai riconosciuta fragilità (rischio sismico, dissesti geologici, sfuttamento dei siti, ecc…), non sia più in grado di sostenere interventi di questo tipo…...nonostante che, in molti casi, una natura forte e potente riesca ad avere il sopravvento rispetto ai danni generati sul territorio, il più delle volte dovuti a realizzazioni architettoniche particolarmente esuberanti e “ingombranti” per forma e dimensioni che non sempre tengono conto del carattere e delle peculiarità del luogo.
Una contraddizione evidente, quest’ultima, che indurrebbe ad atteggiamenti di non intervento che però avrebbe, come conseguenza, un impoverimento economico sul territorio.
Siamo convinti invece che sia possibile operare su un luogo per potenziarlo e valorizzarlo, pur nel rispetto della sua salvaguardia; l’importante è che la comunità tradizionalmente insediata in un luogo ma anche coloro i quali entrano in contatto con il paesaggio con motivazioni diverse (turisti, nuovi residenti, stranieri ecc.) ne abbiano “cura” e rispetto e stabiliscano con esso un rapporto “profondo” in una prospettiva non necessariamente distruttiva e alterante.
Tali riflessioni assieme alla lettura e interpretazione del luogo ci hanno indotto a individuare alcuni criteri fondamentali per il progetto.
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© Enzo Rosario Mazzola . Published on July 22, 2013.
- Il progetto
Il principio insediativo e le scelte progettuali:
Il parcheggio, il ponte/tunnel, la rotatoria di accesso al parcheggio e il sistema dei collegamenti carrabili con la parte alta del paese
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© Enzo Rosario Mazzola . Published on July 22, 2013.
Nell’ipotesi di decongestionare il centro abitato e il conseguente potenziamento del servizio di trasporto pubblico urbano, il comune di Moena individua un’area, in forte pendenza a valle della Strada Statale 48 fuori del centro abitato, in prossimità dell’albergo Belvedere, area ritenuta la più idonea per la realizzazione di un parcheggio di testata multipiano, e indica, come possibile, la realizzazione di un ponte di collegamento tra la strada statale 48 e la Via Ischia.
Il particolare sito in forte pendenza ha suggerito, per la soluzione progettuale, di incassare l’edificio sulla parete est utilizzando l’area sottostante la sede stradale, ciò al fine di poter ricavare il numero di posti auto richiesti e principalmente di avere come risultato formale un edificio che non sia percepito come corpo eccessivamente emergente e ingombrante.
Il parcheggio, del tipo aperto, si sviluppa su 4 livelli al di sotto della strada e ha la capienza di 260 posti auto; il piano di copertura dell’edificio è destinato a tetto giardino. Il fronte ovest del parcheggio è caratterizzato da una “parete filtro” realizzata con listoni in legno lamellare disposti verticalmente che corrono con un ritmo costante per tutta la lunghezza dell’edificio; la funzione della parete è quella di mediare tra l’impianto interno dalle connotazioni fortemente tecnologiche del parcheggio e l’esterno che al contrario è caratterizzato da elementi naturali, consentendo nello stesso tempo dall’interno la fruizione visiva del paesaggio.
Vi si accede da est e da ovest attraverso due brevi tratti di strada in galleria, collegati sulle due sponde del fiume Avisio da un ponte, che conducono su una rotatoria alla quota 15,00 del tetto del parcheggio; dalla rotonda una prima rampa di accesso conduce al 1° livello del parcheggio a quota 12,00; da tale quota delle rampe semielicoidali conducono ai piani inferiori del del 2° del 3° e del 4° livello, rispettivamente a quota 9,00, quota 6,00 e quota 3,00). A partire dal 4° livello è possibile risalire, attraverso altrettanto rampe semielicoidali fino al 1° livello, da quest’ultimo una rampa consente di guadagnare l’uscita fino alla rotatoria: il sistema delle rampe di collegamento ai vari piani consente una circolazione interna fluida con percorsi privi di incroci.
L’ingresso e l’uscita del parcheggio viene regolato da un’impianto di barriere automatico con un’elaboratore centrale che, contabilizzando i posti macchina, liberi o occupati, regola sbarre, bigliettatrice, verificatore di tessere, gettoniera elettronica. Ad ogni posto macchina sarà presente un sensore che rileva la presenza dell’autoveicolo all’
La realizzazione di una rotatoria, contenuta all’interno del corpo del parcheggio e posta al disotto della quota della strada statale; la diversa giacitura e angolazione del ponte rispetto alle indicazioni di piano (la luce del ponte non supera i 50 metri); il breve tratto di strada sul lato est, di collegamento con la strada Cernadoi (verso la zona a nord di Moena) realizzato in galleria, sono tutte scelte mirate a produrre un risultato con un impatto ambientale il più possibile contenuto.
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© Enzo Rosario Mazzola . Published on July 22, 2013.
Collegamenti e percorsi pedonali
Il blocco principale dei collegamenti verticali (scale e ascensori), posto in posizione baricentrica, consente l’accesso a tutti i livelli: uno spazio cavo che si sviluppa per tutta l’altezza del parcheggio e si conclude sul tetto giardino con un belvedere, unico elemento emergente visibile rispetto alla strada Cernadoi: una struttura leggera realizzata in acciaio e vetro, punto di relazione con il paesaggio ed elemento riconoscibile.
Lungo i bordi interni a ridosso della “parete filtro” si snodano i percorsi pedonali che collegano i vari piani del parcheggio alle diverse quote della strada; dalla quota 3,00 del 4° livello è possibile accedere al parco urbano del Torrente Avisio da qui, un sistema di percorsi pedonali conduce al centro abitato; dal parcheggio una passerella pedonale a quota 6,00 del 3° livello collega le due sponde del torrente. Un’altra passerella pedonale chiude il circuito dei sentieri che si sviluppano sulle due rive scavalcando il fiume in prossimità della “piaz de Ramon”.
Al 4° livello ( quota 3,00) è prevista la stazione di prelievo biciclette per il servizio di bike-sharing.
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