Relazione con una leonessa stremata. LS18574
Tavola di concorso
© Abad Architetti Srl . Published on August 26, 2013.
La torre Tintoretto a Brescia non rappresenta certo l’orgoglio cittadino.
E’ un landmark senza qualità, è figlio di un dio minore, di una cultura che vedeva nei parallelepipedi urbani – fuori scala, brutalisti, antropofagi – qui e altrove in Italia, i segni della modernità e insieme l’esigenza di dare una casa (in fretta) agli Italiani. Finalmente, e grazie forse anche alla crisi, questo pensiero sull’uomo consumatore è giunto al capolinea. Ora possiamo pensare più umilmente, più concretamente, e vedere la città come luogo in cui vivere non è altra cosa dal lavorare; abbiamo più tempo per riflettere e riacquisire i nostri spazi nella relazione tra Città e Natura. Ecco perché la torre Tintoretto può diventare simbolo di un riscatto urbano in cui il mito della modernità genuflette al rapporto con la Natura, ad un paesaggio che vede gli edifici non come elementi individuali ma come parti di un disegno complessivo, che dai colli della Maddalena scendono sino alle piane del Mella, in una continuità fatta di emergenze ma anche di silenziose architetture. Queste le ragioni che hanno motivato le nostre scelte urbane ed architettoniche, privilegiando il rapporto tra la torre e la piastra in una chiave di lettura paesaggistica, di una percezione che non si limita al disegno di un “bel fronte” ma alla propria comprensione alla distanza e alla scala cittadina. Non più un rapporto costruito sulle funzioni utilitaristiche di parcheggio-scale-abitazioni-negozi, ma una sequenza dinamica e fluida di forme che trovano un senso tra linea orizzontale e linea verticale, verde naturale e verde artificiale, nella percezione integrata di skyline urbana-skyline naturale e luoghi dell’abitare. Questa è vera sostenibilità che non prevede onerosissime demolizioni degli errori del passato, ma un recupero virtuoso e metamorfico delle volumetrie che trovano nuova vita nell’efficienza energetica e dall’ingresso della Natura, non come “giardino” a contorno ma come elemento strutturante i sistemi progettati. Le linee spezzate utilizzate per il disegno della copertura della piastra dei parcheggi sono una sorta di compendio degli assi cittadini, in una ricomposizione sintetica che interferisce con la quadratura delle masse originarie dell’architettura, segni che non decostruiscono le volumetrie ma che rivendicano la memoria delle direzioni storiche. La piastra verrà rifunzionalizzata con una serie di destinazioni che la renderanno viva durante il giorno e nelle prime ore della sera: un playground, delle sedute, dei negozi, e tutte tali funzioni risulteranno collocate in un nuovo giardino pensile. I parcheggi non si mostrano più all’esterno, una grande rampa sostituisce l’immagine della piastra delle auto come collegamento tra il suolo e la copertura orizzontale a giardino segnata dalle direzioni urbane. Gli appartamenti sono stati ridisegnati mediante differenti tipologie che rispondono alle esigenze contemporanee del mercato immobiliare locale. Per quanto concerne le facciate si è deciso di intervenire in maniera essenziale, inserendo sui fronte elementi tecnologici caratterizzanti che siano però in grado di accentuare la rappresentatività degli edifici stessi. Tali elementi, che saranno visibili e riconoscibili in facciata, saranno rispondenti a colori congruenti con il paesaggio. Essi saranno gli unici colori che verranno introdotti in tutto il progetto, al fine di mantenere forte l’identificazione delle persone con la funzione di rappresentatività cittadina del complesso della torre Tintoretto. I prospetti degli edifici verranno così enfatizzati da tracce di colore che si innestano nel modulo ricorrente in facciata, evidenziandone sia il modulo stesso, che l’intero prospetto. Questi stessi elementi in facciata, nascondono al loro interno, le distribuzioni orizzontali e verticali dei nuovi impianti tecnici: dati, telefonia, controllo degli impianti, fotovoltaico ecc. In questo modo si riuscirà a conferire una valenza compositiva alle necessità impiantistiche cercando un’integrazione totale. In ogni caso le colonne per impianti esistenti all’interno dell’edificio verranno mantenute e valorizzate, andando ad implementare quelle esterne. Constatato che l’involucro in calcestruzzo armato e tamponamento intonacato a vista è puntualmente danneggiato per l’invecchiamento e la carbonatazione, così come preso atto che tutta la facciata disperde in maniera eccessiva diminuendo il benessere termico dell’interno, si dovrà intervenire su due fronti distinti ma collegati tra loro: eliminare i fenomeni di vetustà della facciata (producendo interventi mirati alla conservazione della facciata stessa), per poi intervenire per ridurre il più possibile tutti i fenomeni di dispersione termica che attualmente negano il comfort ambientale interno. I servizi igienici sono vetusti e poco funzionali e i nuovi impianti ed eventuali diverse disposizioni interne verranno adottate per favorire l’accesso e l’utilizzo dei servizi ai portatori di handicap e rendere così gli impianti igienici accessibili e fruibili alla totalità degli utenti. Verranno inoltre introdotte soluzioni per l’utilizzo delle energie rinnovabili come quella solare, mediante l’inserimento di tecnologie fotovoltaiche con pannelli verticali e orizzontali sistemati con una logica di pieno building integration.