- la campagna: la sinergia tra città e campagna è garantita non solo ricorrendo alle residuali connessioni visive e funzionali rimaste, ma con l’inserimento di pezzature di campagna, o materiali “verdi” quali boschi, prati fioriti e campi chiusi per recuperare l’origine rurale del paese, come auspicato in più occasioni dalle direttive dell’Unione europea con gli investimenti sulle aree agricole urbane. A questa scala di progetto le problematiche di tipo territoriale sono risolte per mezzo di 3 “areali” ecologici: una rete di collegamento ciclo-pedonale al Bosco della Partecipanza, la definizione di un parco agricolo lineare verso il fiume Panaro, la ricostituzione a sud del territorio comunale dell’ager arcifinius come ulteriore riserva ambientale;
- l’architettura: la trasformazione dello spazio della strada e dello spazio della sosta delinea nuovi quadri architettonici con la definizione di nuovi spazi pubblici e con la ricollocazione dei parcheggi pubblici, disposti in maniera differente, conseguentemente alla mutata configurazione che il progetto definisce per il centro storico e l’interconnessa modificazione di tratti di mobilità primaria.
Il progetto rinuncia a nuove edificazioni, impostando un patto di stabilità tra tessuto edilizio e campagna, dirottando le scarse risorse disponibili su quest’ultima dopo decenni di investimenti eccessivi sul costruito. In questa prospettiva biunivoca, campagna e architettura determinano relazioni tra le zone urbanizzate e le zone agricole. Il progetto tratteggia così un’immagine urbana fondata su inserimenti di tipo “materiale” (pavimentazioni, elementi di arredo, configurazione di zone per il parcheggio) e di tipo “naturale” (alberature, corsi d’acqua, orti, vigneti, prati). Non potendo più ripristinare la condizione rurale ormai perduta con la crescita edilizia, il progetto tenta di salvare i pochi frammenti rimasti di naturalità, recuperandoli all’interno di un processo di conservazione della memoria per mantenere il contatto con l’ambiente della campagna, a tratti ancora persistente negli interstizi urbani e percepibili come pause o vuoti attivi, e non più soltanto come aree in attesa di completamento. Si vuole dunque procedere per aggiunte lievi, ricorrendo ad elementi appartenenti alla tradizione agricola e a tracce recuperate dal substrato storico, e contestualmente per sottrazioni e riposizionamenti, senza tuttavia ridurre le dotazioni dei servizi esistenti per la cittadinanza, ma piuttosto potenziandoli con soluzioni alternative. Il progetto prefigura dunque un affresco per Nonantola: una veduta complessiva composta per parti specifiche tra loro relazionate, che sono i “luoghi architettonici” prescelti per ripensare “la nuova vivibilità per il centro”, da concepire in stretta relazione con le sue frange perimetrali, continuamente in trasformazione a causa del persistere degli ampliamenti residenziali e terziari. Il sistema dei “luoghi architettonici” posti ad anello definisce le connessioni tra centro storico ed espansione urbana: una serie di zone puntuali di nuova identità, necessarie per le saldature del centro abitato con la campagna di Nonantola, come esito dei fondamentali collegamenti con il bosco della Partecipanza a nord-est, con il fiume Panaro a ponente passando per il nuovo Museo della civiltà contadina e con l’aperta campagna a sud usufruendo del percorso ambientale che coinvolge Villa Emma. E’ in questa derivazione dei “luoghi architettonici” dai 3 areali che si compie l’atto rigenerativo per la fondazione tra campagna e architettura. Ai 6 “luoghi architettonici” illustrati nella prima fase del concorso, a cui si rimanda, sono aggiunti ora 3 nuovi “luoghi architettonici” presentati nelle tavole di progetto, concepiti a seguito dell’attività svolta nel laboratorio partecipativo.
Assonometria generale del progetto
© Federico Pelloni . Published on September 24, 2013.
Piazza Gramsci: realizzazione del nuovo “Prato dell’Abbazia” e inserimento di nuove attività commerciali lungo il fronte edilizio– Molti spazi aperti nonantolani denominati “piazze” sono in realtà aree di parcheggio a servizio delle strutture commerciali adiacenti. Il progetto propone qui una delle soluzioni certamente più radicali, ma di strategica importanza estetica e funzionale. In sostituzione dell’attuale parcheggio asfaltato e della quinta arborea innalzata all’inizio del secolo scorso, incongrua e di scarsa potenzialità effettiva considerando l’esposizione prevalente a nord, si prevede il nuovo Prato dell’Abbazia. Il significato di questo luogo è decisivo per la percezione del complesso romanico: in origine i prati definivano le aree limitrofe del sagrato e ancora oggi è possibile ammirare straordinari monumenti architettonici valorizzati dalla sistemazione a prato nell’intorno (si pensi al Campo dei Miracoli di Pisa, al Palazzo della Pilotta a Parma o al Palazzo di Gualtieri per citare solo gli esempi più noti). La sistemazione a verde di questo bordo consente di spostare l’accesso al sagrato in continuità con via Gottescalco, ricostituendo l’asse Pieve di San Michele – Santa Filomena – Abbazia di San Silvestro. Una zona a parcheggio è mantenuta per l’ingresso alla banca e la delocalizzazione dell’attuale Coop ne conserva il piazzale a servizio del centro storico per non depotenziare la portata complessiva della sosta a nord. A terra, coerentemente con le altre raffigurazioni dei nuovi “luoghi architettonici”, è prevista una pavimentazione pedonale in laterizio di recupero come se ne trovano nei paesi medioevali della Toscana, l’inserimento di una soglia in pietra di ingresso al centro storico, una seduta fissa con portabiciclette, la marcatura dell’antico tracciato delle mura. Rispetto alla prima fase del concorso, il progetto prevede la realizzazione del circuito delle mura castellane: presso la cortina edilizia delle antiche mura si propone di realizzare un nuovo marciapiede pedonale di larghezza opportuna pari a 2,4 metri per accogliere dehors di attività ristorative e commerciali, in modo da collocare qui nuove funzioni pubbliche. Il progetto propone anche l’abbattimento del portico incongruo della Banca, agevolando una connessione diretta al giardino della Partecipanza, altro luogo strategico del nuovo circuito delle mura castellane. Il passeggio ottenuto come proseguimento della zona pedonale ricavata sul sedime della strada provinciale sopra descritto, si relaziona con i collegamenti verso l’area urbana della Pieve, il centro storico e i “giardini delle absidi”, modificando la percezione e la qualità funzionale dell’anello del centro. Come a Mantova, si arriva a piedi, attraverso i prati, ai grandi monumenti antichi.
Il Prato dell'Abbazia
© Federico Pelloni . Published on September 24, 2013.
Piazza Liberazione: riqualificazione urbana con nuova pavimentazione, sostituzione degli arredi urbani e dell’illuminazione e insediamento di nuove attività– La seconda azione di intervento è prevista per la riqualificazione di piazza Liberazione. La piazza è preservata nella sua conformazione morfologica e nel suo assetto funzionale. Il progetto prevede lo spostamento della ludoteca e della fonoteca, da ricollocare negli stessi spazi della biblioteca per creare un centro culturale con funzioni gestite simultaneamente. Si propone come integrazione didattica una nuova pavimentazione pedonale in lastre di pietra, sulla quale incidere i nomi dei personaggi illustri di Nonantola, e la creazione di una sorgente dell’acqua come simbolo archetipico della campagna agricola. Il segno principale è una grande scacchiera al suolo, pensata per i giochi dei ragazzi e per eventi culturali e manifestazioni. La scacchiera è anche omaggio ad un illustre personaggio nonantolano: Giambattista Lolli. Il progetto si compone per segni tematici che costituiscono un museo diffuso dei personaggi illustri di Nonantola, per riscoprirne la storia e la tradizione. Un’operazione ulteriormente indicata è il recupero del manufatto dell’antico oratorio di San Rocco da ripristinare nel suo stato originale, con un sagrato pavimentato con tozzetti di laterizio e un prato in erba, insieme agli orti retrostanti, oggi usati come cortili per le funzioni sopra elencate. L’oratorio di San Rocco può diventare un piccolo museo d’arte moderna e contemporanea, per ospitare mostre temporanee di artisti, creando un circuito di eventi e di festival come accade a Ferrara con il BUSKERS Festival, con il quale Nonantola potrebbe costituire una convenzione per un festival dell’arte allargato. L’oratorio di San Rocco come museo d’arte sarà dedicato a Mauro Reggiani, grande pittore nonantolano, famoso a livello internazionale. Le nuove multifunzionalità coincidono con il rafforzamento di nuove attività commerciali (albergo, b&b, atelier, negozi artigianali e di prodotti locali, affitta-camere, botteghe artigianali, laboratori, studi di lavoro per giovani artisti) da inserire nei luoghi in disuso, in particolare modo ai piani terra. Questa operazione di rilancio delle attività può avvenire con un piano a cura dell’Amministrazione comunale che preveda premialità e sgravi fiscali. Gli spazi liberati dallo spostamento della Fonoteca e della Ludoteca possono essere messi a disposizione dall’Amministrazione attraverso un bando pubblico (si veda il capitolo dedicato). Gli spazi liberati con lo spostamento della Fonoteca possono ad esempio essere messi a reddito dal Comune, insediandovi un “caffè dell’arte contemporanea” annesso all’ex Oratorio diventato sede per eventi e mostre d’arte moderna e contemporanea, dove esporre le opere di Reggiani, Borsari, Sighinolfi. Un totem telematico collegato all’infopoint informa della attività in corso a Nonantola e dei luoghi gastronomici e per il pernottamento. Tali interventi mirano ad incentivare insediamenti di qualità nella piazza centrale di Nonantola, per rianimarla e renderla fruibile alle diverse ore della giornata. Anche in questo “luogo architettonico”è prevista la realizzazione di nuove sedute fisse in pietra o utilizzando componenti in laterizio di recupero, eventualmente scelti tra gli scarti delle demolizioni in aree sismiche. L’uso frequente di materiali di reimpiego provenienti da altri edifici era una usanza tipica nell’antichità, praticata anche per l’innalzamento dell’Abbazia. Infine si propone di nominare la piazza in “Piazza Anselmo” in memoria dell’originario atto di fondazione avvenuto per l’Abbazia: “da Fanano, Anselmo tornò nella pianura e, seguendo il corso del Panaro, giunse a Nonantola dove fondò, intorno al 752, l’Abbazia”. In questo procedimento progettuale della conservazione della memoria tracce e segni antichi, racconti letterari, miti e leggende, si relazione per costruire il futuro di Nonantola: è solo la conoscenza del passato che permette di progettare l’avvenire. Il terremoto ha drammaticamente svelato questa fragilità non solo fisica e materiale, ma anche culturale, che il progetto vuole preservare.
Piazza Liberazione
© Federico Pelloni . Published on September 24, 2013.
Il circuito delle mura castellane: realizzazione di un percorso tematico per il turismo e per le scuole, con valorizzazione delle preesistenze– La costruzione del progetto è fondata sul recupero delle tracce della storia: è prevista una pavimentazione pedonale in laterizio di recupero come se ne trovano nei paesi medioevali della Toscana, per la marcatura dell’antico tracciato delle mura. Lungo via Piave una filetta in mattoni inserita nella pavimentazione fissa il tracciato perduto delle mura. Il ripristino di una parte dell’antica cinta muraria, che può essere parzialmente realizzata utilizzando i materiali di recupero scartati nelle zone terremotate, attingendo a vecchi mattoni di cascine o altri edifici che non potranno essere ricostruiti. Per incrementare l’offerta turistica si costituisce un vero e proprio percorso a tema, usufruibile anche come sentiero didattico per le scuole: in corrispondenza delle antiche torri sono collocate delle targhe in pietra per documentare la storia delle mura castellane. Il progetto propone in due punti anche la riapertura del fossato: in corrispondenza dell’antico ingresso a nord, dove si propone anche il ripristino della porta medioevale e lungo via del Macello in adiacenza a piazza Aldo Moro. I fossati saranno sistemati a verde come si può ammirare nei vicini paesi di Soliera e di San Felice sul Panaro.
Gli elementi del progetto
© Federico Pelloni . Published on September 24, 2013.
Parco fluviale: rete di sentieri tematici verso il fiume Panaro attraverso una spina verde o corridoio ecologico di collegamento al nuovo Museo della civiltà contadina– Alla scala territoriale il progetto propone un nuovo collegamento paesaggistico individuato dal corridoio ecologico che diparte dalla Pieve di San Michele, si unisce al “Borgo della Riviera” nel quale si propone di inserire in una delle case coloniche ancora conservate il Museo della civiltà contadina, e giunge per mezzo di una lunga piantata fino al fiume Panaro, attraverso la campagna, intercettando la tangenziale ovest. Si ritiene di grande importanza questo asse territoriale: da un lato per ristabilire la perduta relazione con l’argine del fiume, dall’altro perché i poli qui compresi concorrono all’unione delle preesistenze, intese come luoghi dell’identità rurale che si pongono come atto fondativo della conservazione della memoria. Questo corridoio verde è un parco agricolo lineare e può divenire una passeggiata didattica per le scuole, dove riscoprire la tradizione. Il progetto contempla la sistemazione degli spazi aperti con pavimentazioni in ciottoli di fiume, sedute in laterizio, un sentiero, una fontana e un miglioramento delle piantumazioni per avere delle zone d’ombra con alberi, ricorrendo al ripristino della vegetazione autoctona (siepi, fossi, alberature selezionate tra quelle del Bosco della Partecipanza, orti e vitigni): pochissimi inserimenti saranno sufficienti per valorizzare il percorso.
Il Parco fluviale
© Federico Pelloni . Published on September 24, 2013.