La ricerca delle “Permanenze territoriali-ambientali” e la loro identificazione cartografica rappresenta la prima fase analitica, base e fondamento per le scelte progettuali e pianificatorie. Già nelle prime fasi di formazione del Piano sono state messe a confronto le mappe storiche catastali del 1822, conservate all’Archivio di Stato di Gorizia, con la carta tecnica regionale aggiornata ai nostri giorni. Questa operazione ha permesso di identificare il cosiddetto “Netto storico”: l’insieme cioè degli elementi lineari, puntuali e d’area che costituiscono l’identità del territoriale del comune di Savogna d’Isonzo. Questi quindi sono gli elementi identitari sopravvissuti alle trasformazioni territoriali e urbane: elementi identitari anche per la Cittadinanza, che in essi riconosce la propria storia.
Zonizzazione
© Paolo Volpi Ghirardini . Published on December 12, 2013.
Gli elementi salienti derivanti da questa analisi sono così sintetizzati: • i borghi e i nuclei storici: Gabria, Peci e Rupa (aventi la tipica conformazione urbana della zona pedecollinare carsica), costituenti l’ultima propaggine del sistema paesaggistico ed insediativo della Valle del Vipacco ed identificati visivamente nel territorio dalle emergenze dei campanili e delle chiese (poste queste su alture naturali e circondate da vegetazione); • i due sistemi fluviali dell’Isonzo e del Vipacco, di andamento meandriforme quest’ultimo che in questo territorio trova la confluenza con l’Isonzo; • le due emergenze monumentali del Castello di Rubbia e del Monastero del Monte Grad (in territorio sloveno, quest’ultimo): elementi visivi fondamentali caratterizzanti il territorio; • gli edifici di impianto storico, le cui caratteristiche ambientali e tipologiche conformano ancora i nuclei e i centri abitati; • il nucleo urbano di Savogna contraddistinto anche dalla successione lungo la strada degli edifici aventi la tipica edilizia “a pettine”. Posti in maniera ortogonale rispetto la viabilità principale (corpo principale e annessi agricoli). • l’antica viabilità che congiungeva i borghi e i luoghi salienti del territorio (tracce viabilistiche ancora visibili, utili al fine di delineare sistemi di “mobilità dolce” o collegamenti ciclo-pedonali); • le aree prative e boscate carsiche con gli insediamenti che conformano San Michele del Carso. • elementi fondamentali per la tutela del territorio sono anche determinati “punti di vista notevoli”: aree ove si possono scorgere delle viste qualificanti e, come tali, da tutelare.
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