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Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine - Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni

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Rapporto con l’ambiente urbano La nuova parrocchia di Santa Maria del Carmine sorgerà, in località Petraro, in un luogo non a diretto contatto con un impianto urbano ma nel quale imprescindibile appare essere l’idea di poter stabilire un rapporto con la natura, rappresentata, in particolare, dalla imponente sagoma del Vesuvio. ‘Isolare’ la nuova chiesa come oggetto architettonico all’interno dell’area cui paratatticamente accostare le altre funzioni è apparsa una soluzione inidonea rispetto alla ‘scala’ di riferimento dettata dalla presenza del vulcano: la scelta è stata piuttosto quella di una composizione sintetica, una sorta di ‘cittadella conventuale’ che potesse generare una varietà di spazi aperti, scoperti, parzialmente chiusi fino a quello più intimo della grande aula della chiesa. L’aula liturgica è disposta al centro del lotto con orientamento prevalente est-ovest, aprendosi a ovest in un ampio sagrato e accogliendo sul retro distinti corpi di fabbrica (ufficio parrocchiale, sagrestia, sala polifunzionale e la casa del parroco) che nel loro insieme, determinano uno spazio aperto ma volumetricamente definito per le celebrazioni all’esterno. La testata della sala polifunzionale e la stecca delle aule per la catechesi e altre attività collettive definiscono, ruotando, l’allineamento con il confine nord dal quale sono separate da un sistema di orti didattici. Quest’articolazione di corpi di fabbrica consentirà una successione di spazi nei quali il raccoglimento sarà, come nei cortili degli antichi monasteri, favorito e il senso di comunità esaltato: ‘luoghi’ che si arricchiranno di scorci prospettici verso il Vesuvio mediati dalla nuova architettura.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Riconoscibilità dell’edificio sacro Il tema della chiesa ha subito molte differenti interpretazioni, combinando e talvolta ibridando tipi architettonici differenti: dal thémenos alla domus ecclesiae, dal tempio alla basilica. In una solo apparente contraddizione, la organizzazione complessa delle sue parti costitutive ha quasi sempre trovato sintesi in un principio unificante che si identifica con il tipo architettonico dell’aula. Rimane tuttavia fondamentale la questione del carattere specifico dell’invaso dell’aula in rapporto al significato dello spazio sacro che alcuni hanno definito ‘numinoso’, termine derivato dal latino numen e che indica quindi il riferimento al divino. La chiesa è un luogo ‘altro’ dalla natura e dal mondano e, pur immerso in esso, deve riuscire a trasfigurarlo: sobrietà delle forme, esattezza delle proporzioni, uso sapiente e controllato della luce sono gli elementi cui si affida lo spazio interno dell’aula per avvicinare l’umano al divino e il divino all’umano. All’esterno la riconoscibilità dell’edificio sacro è anch’essa rivelata dall’evidente primato del grande invaso per la liturgia cui si affiancano, rivestiti da un diverso materiale e gerarchicamente sottoposti anche in altezza, i volumi degli ‘spazi accessori’ tra i quali unico svetta il campanile. Alle forme dell’architettura, più che al simbolo, è stata quindi affidata la riconoscibilità dell’edificio sacro nel quale tuttavia ricorre – in facciata e soprattutto nella pianta dello spazio per le celebrazioni all’aperto – trasfigurata la forma della croce.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Profilo estetico, formale Tutto il complesso parrocchiale è stato disegnato sulla base di un modulo di 45 centimetri che ha determinato tanto l’assetto della pianta che quello dei prospetti. L’impianto è così caratterizzato da una scansione modulare coincidente con i passi costruttivi proiettata e denunciata sulle pareti perimetrali. Il complesso è inoltre ipotatticamente composto da un basamento prevalentemente chiuso, rivestito in corten e volumetricamente articolato a costituire le ‘parti’ funzionalmente autonome – cappella feriale, campanile, sagrestia, ufficio parrocchiale – sul quale la grande aula di pietra di Trani affida la definizione della sua forma agli elementi iterati che ne esaltano la carica evocativa: all’esterno nella loro tensione verso l’alto, all’interno lasciando filtrare la luce in maniera controllata.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Impianto liturgico La ricerca di un impianto ‘partecipativo’ per la liturgia è stata la guida per il progetto: una idea alla quale si ritiene che il tipo architettonico dell’aula risponda in maniera esemplare. Il grande invaso interno definito dai pilastri che identificano i percorsi laterali, è un rettangolo il cui rapporto tra i lati è identico a quello del rettangolo che, stavolta definito da muri continui, caratterizza lo spazio diafano del presbiterio sul quale sono disposti l’altare, l’ambone, la sede del presidente e la statua della Madonna. La sezione trasversale dell’aula, con la maggiore altezza dello spazio centrale pari a quello del presbiterio, e le scelte effettuate a partire dalla soglia e dall’endonartece per la chiusura/apertura delle pareti laterali realizzano una progressione dinamica della illuminazione naturale e filtrata dall’ingresso al presbiterio, favorendo la concentrazione dell’assemblea sulla mensa eucaristica. Ancora il lavoro sulla sezione consente di identificare i percorsi processionali negli spazi più bassi e meno illuminati intorno all’aula che accolgono anche la via crucis e assolvono alla funzione di disimpegnare la cappella feriale, la fonte battesimale, l’accesso al campanile e la sagrestia nonché l’uscita verso il grande spazio per le celebrazioni all’aperto posto sul retro della chiesa: quest’ultima assume in pianta la forma di una grande croce e costituisce quasi una seconda aula all’aperto il cui ‘presbiterio’è rappresentato dalla facciata posteriore della chiesa.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Opere d’arte Altare, ambone, sede del presidente, fonte battesimale e custodia eucaristica sono le opere d’arte che sono state disegnate nell’ambito del progetto intese non come semplici elementi di arredo ‘aggiunti’ ma come contributi alla definizione del luogo e dei momenti della liturgia. Assumono, infatti, come matrice il modulo base di 45 centimetri che governa la costruzione dell’edificio diversamente declinato nelle varie opere. Dialetticamente essi mettono in scena il contrasto tra due differenti materiali – il corten e la pietra – affidando, in una visione spazialista, al taglio della materia l’evocazione dell’Alter cui tendono.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aspetti funzionali Il programma funzionale dettato dal bando è stato assunto come vincolante e rispettato integralmente nella stesura del progetto. Oltre a quanto già descritto a proposito della articolazione degli spazi della chiesa e delle sue più dirette pertinenze, intorno allo spazio a croce per le celebrazioni all’aperto trovano posto, verso nord, il grande salone polifunzionale con relativo atrio, depositi e servizi e, verso sud, l’abitazione del parroco che assume il tipo della casa a patio. Questi due corpi di fabbrica sono dotati di ingressi dedicati come pure il corpo lineare che, sul confine nord, accoglie le otto aule per catechesi e attività collettive con relativi servizi e con gli orti didattici sul retro. Ad ovest, separato dal sagrato con l’ingresso principale della chiesa da un muro basso con panche e un filare di alberi, è stato collocato il parcheggio su parterre verde drenante. Questa articolazione di spazi e volumi consente di utilizzare in maniera indipendente i diversi ‘edifici’ che costituiscono il complesso, anche negli orari di chiusura della chiesa.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

Aspetti tecnologici Gli aspetti di natura tecnologica legati alla dotazione impiantistica sono già accennati in questa fase di elaborazione preliminare del progetto. Sono state quindi adottate soluzioni che garantiscono la non alterazione della definizione architettonica dei volumi nei successivi approfondimenti. È stato previsto, sulla copertura dell’aula polifunzionale, un ribassamento in corrispondenza degli ambienti interni destinati a servizi che consentirà la collocazione di tutte i macchinari necessari al funzionamento degli impianti che saranno opportunamente sezionati per consentirne l’utilizzo indipendente nei differenti corpi di fabbrica, anche per ragioni di contenimento energetico e dei costi di gestione. Un altro aspetto importante riguarda le sistemazioni esterne che prevedono l’inclusione di vasche collegate a un impianto per la raccolta e riciclo delle acque meteoriche e l’impiego di materiali prevalentemente permeabili per ridurre l’effetto ‘isola di calore’ come prescritto dalle più recenti normative europee.

Renato Capozzi _Studio ORTHO, Felice Iovinella, Emilio Schiavoni — Complesso parrocchiale Santa Maria del Carmine

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