La riconfigurazione delle corti interne al complesso dei palazzi municipali di Cesano Maderno conclude il recupero di Palazzo Arese Jacini (XVII-XIX sec.) a sede dell’Amministrazione Comunale (progetto arch. L.A. Pezzetti, 2003) e comprende l’inserimento di un passaggio coperto funzionale al suo collegamento in quota con gli uffici della sede moderna. Il progetto dei vuoti definisce i rapporti tra parti divenute oggi eterogenee (edificio e oratorio seicentesco, addizione neoclassica, edificio degli anni ‘80) costituendo, al contempo, un “interno passante”, spazio di transizione tra il luogo urbano e “artificiale” del palazzo (“il tutto pietra”) e lo spazio “naturale” del parco, un tempo brolo del palazzo, (il “tutto a verde”). Il progetto reinterpreta la storica separazione tra i due vuoti, distinguendovi le modalità di intervento: il Giardino Formale nel frammento della corte e il Giardino Attrezzato nella pertinenza neoclassica. Nell’impossibilità di restituire l’antica dimensione unitaria della corte, il Giardino Formale si propone di definire e perimetrare “architettonicamente” il carattere composito delle parti, mantenendovi al centro l’immagine consolidata di spazio aperto caratterizzato da un’ampia porzione di superficie a verde. Il campo centrale interno, disegnato da blocchi in Botticino e dalle geometrie del verde, compone i diversi allineamenti degli edifici perimetrali mantenendosi a livello ed evidenziando l’ordine delle relazioni e degli occultamenti attraverso le diverse trame delle geometrie, gli elementi architettonici in elevazione (in cemento lavato e granulati lapidei), le campiture delle pavimentazioni (Botticino Classico con inserti in pietra di Lucerna e rizzada lombarda). Il frammento ricomposto delle colonne presenti in situ – estranee e giustapposte all’impianto seicentesco – trova una propria autonoma definizione di “reperto”: l’intervallo introdotto dall’articolazione dei livelli e dalla variazione nelle campiture lapidee sospende il giudizio sulla relazione delle colonne con la facciata, rendendole invece partecipi delle scansioni e delle geometrie del Giardino Formale.
© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
Anche il percorso in quota concorre alla definizione dello spazio aperto, stabilendo una distanza architettonicamente significante rispetto al fianco della chiesa dove, in corrispondenza del setto rivestito in legno e corten, configura un vestibolo di accesso utilizzabile a lapidario. Verso il giardino, invece, definisce il fondale per la teoria di colonne nane. La scansione alternata dei suoi sostegni tubolari misura e inquadra tutte le preesistenze rivelandone, anche spazialmente, la stratificazione.
© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
Una Stanza Verde selciata e racchiusa da diaframmi in legno, costituisce l’elemento di snodo tra le geometrie del Giardino Formale e le linee più fluide del Giardino Attrezzato. Dotato di tavoli in legno e sedute in blocchi di Botticino a servizio della biblioteca, si dispone lungo il muro di cinta ottocentesco per non interferire nella percezione della facciata neoclassica. Sviluppandosi secondo geometrie più libere e un allestimento in prevalenza botanico, costituisce il vestibolo di accesso al parco dal palazzo e dal centro monumentale della città.
© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
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© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.
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© Laura Anna Pezzetti, AGALMATA . Published on March 17, 2014.