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Channel: Divisare - Projects Latest Updates
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New City Library Heidenheim - Max Dudler Architekt


Laglio Relais - Andrea Fradegrada, Simone Natoli, Giovanni Munafò, Morfema Architects

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L’intervento intende operare la trasformazione dell’esistente interpretando attraverso alcuni temi cruciali della progettazione architettonica contemporanea quali il rapporto con la memoria e la relazione con il paesaggio circostante. L’intervento si articolerà quindi da un lato mediante il recupero delle porzioni esistenti e considerate di pregio, che verranno adeguate ai canoni abitativi contemporanei e valorizzate architettonicamente, dall’altro mediante la realizzazione di un ampliamento volumetrico che pur dichiarando il proprio status di contemporaneità si ponga in adeguata relazione con il paesaggio e la storia del luogo.

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DOMENICHINO27 - Andrea Fradegrada, Simone Natoli, Giovanni Munafò, Morfema Architects

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Il progetto per il recupero del sottotetto dell’immobile di via Domenichino, 27 parte da alcune caratterizzazioni dell’immediato contesto, selezionate nell’ambito di una prima fase di descrizione del luogo: - un isolato ed un contesto urbano fortemente frammentario da un punto di vista tipologico e linguistico, dovuto ad una edificazione protrattasi fino agli ultimi decenni del secolo scorso; - la presenza di un fronte edificato su via Domenichino che presenta un carattere fortemente eclettico, in cui edifici dal linguaggio ottocentesco sono affiancati ad esempi di architettura milanese del trenta o più recenti edificazioni di fine novecento. - La visione di un lembo di città fortemente stratificata, non solo in quanto legata alla memoria urbana della costruzione della città stessa, ma anche in senso formale e fisico, con numerosi sopralzi, ampliamenti e mutazioni dei manufatti architettonici realizzata negli ultimi anni. Il progetto tenta quindi di porsi degli interrogativi su come sia possibile oggi intervenire su un edificio esistente evitando franintendimenti e forzature che potrebbero portare ad esiti quali falsi storici e virtuosismi esclusivamente formali. Si sceglie quindi di lavorare in discontinuità linguistica dall’edificio esistente reinterpretandone alcune caratterizzazioni quali misure e allineamenti o tematizzando alcune scelte che nella loro complessità possono essere riassunte in: - Assumere le misure e gli allineamenti degli edifici attigui, completando volumetricamente la porzione mancante della cortina edilizia; - Reinterpretare il tema della copertura dell’edificio, che da semplice elemento di chiusura del limite superiore dell’edificio diviene caratterizzazione dell’intero nuovo volume; - Determinare una discontinuità volumetrica tra edificio esistente e nuova edificazione, mediante il mantenimento del cornicione esistente e costruendo “in fase” sul filo delle murature sottostanti; - Conformarsi matericamente con una finitura che si ponga in continuità con l’edificio sottostante mediante l’utilizzo di un rivestimento in pietra reinterpretato per formati, posa, lavorazioni; - Realizzare le aperture ed il disegno dei fronti assumendo le misure dell’edificio sottostante. - Reinterpretare la tradizione culturale dell’architettura milanese della prima metà del novecento, riproponendo un’architettura di piani orizzontali e verticali, di trabeazioni e pilastri riannodando il filo rosso di un’esperienza razionalista ancora presente con numerose testimonianze nel tessuto urbano attuale legandosi a doppio filo con i canoni della classicità utilizzati nel disegno dell’edificio sottostante.

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CASE IN TERRA CRUDA PER LE FAVELAS - Barbara Sembianti

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Progetto di case da realizzarsi con il sistema a blocchi in terra cruda stabilizzata brevettati dal Prof. MATTONE del POLITECNICO DI TORINO.

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Valorizzazione del centro storico di Catanzaro - Cintolo Alessandro, Luigi Arrotta, Mariano Scalfari, Giuseppe Vitale

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L’intenzione di questo progetto è stata quella di effettuare una ricucitura sistemica, tenendo ben fermo il concetto di Adeguatezza. Oggi, alla luce delle sperimentazioni già avviate, in Italia, come anche all’estero, il concetto di smart city si affianca ai concetti di sostenibilità ambientale ed impiego diffuso delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione, della mobilità e dell’efficienza energetica al fine di migliorare la qualità della vita comune e ridurre gli sprechi negli ambiti più disparati. Le città, però, tra loro sono diverse, la loro forma, il loro aspetto è una straordinaria occasione per una forte caratterizzazione identitaria e può diventare il laboratorio dove sperimentare le tecnologie e le soluzioni più avanzate. Uno dei fenomeni più evidenti nella città contemporanea riguarda la progressiva perdita di centralità dei luoghi pubblici,il cui ruolo tradizionale di luogo destinato all’incontro e allo scambio, da parte della comunità insediata, appare ormai assolto da altre realtà, siano esse materiali, i cosiddetti grandi contenitori urbani (centri commerciali), o immateriali, come i social-network. Privato del significato originario, lo spazio aperto pubblico appare al contempo sollecitato da una serie di nuove istanze sociali e da una sempre maggiore richiesta di usi innovativi. Tali processi, piuttosto che decretare la caduta definitiva di questi vuoti urbani nella città contemporanea, ne determinano la sua trasformazione alla ricerca di un ruolo che, all’interno della compagine urbana, appare sempre più orientato a creare vere e proprie rappresentazioni. Attraverso l’arte, lo spettacolo, i grandi rituali collettivi e in generale tutte le regole del vivere contemporaneo non ancora codificate, questo vuoto tende a divenire luogo della contaminazione, incubatore del nuovo e soprattutto enzima capace di attivare ampi processi di rinnovamento urbano. La realizzazione della nuova Isola pedonale, che ha inizio da Piazza Grimaldi e termina nella piazza Santa Caterina, si inserisce nell’ampia e complessa questione del ripensamento sulla forma e l’uso degli spazi pubblici. Il tema riguarda in particolare l’ideazione di un vuoto urbano capace di contenere e rappresentare la complessa multiformità e multivocità funzionale della vita pubblica Catanzarese. Allo schema strutturale dell’attuale Corso Mazzini occorre tuttavia applicare un complesso e sapiente lavoro di modificazione, contaminazione, rielaborazione che ne restituisca una variante aggiornata, che lo ri-configuri come organismo urbano utile ed effettivamente appartenente alla contemporaneità, sia dal punto di vista della forma che da quello dell’uso e della sua capacità attrattiva. Nuovi percorsi si sviluppano alla ricerca di luoghi e funzioni da riqualificare. Nuove gerarchie riaffiorano mediante l’articolazione di strutture dalla morfologia e dalla materia differenti. Nuovi segnali designano spazi rigenerati. Luoghi di sosta e di cammino dialogano con il costruito storico mediante un unico piano uniforme. Il progetto, nel rispondere all’esigenza di ridefinizione dei caratteri urbani di un luogo centrale e di ricomposizione di valori simbolici e funzionali adeguati alla dimensione e alla storia della città di Catanzaro di questo vuoto fortemente caratterizzante, introduce delle Micro-Architetture, adagiandole nei vari slarghi sul tessuto di corso Mazzini. Queste ultime diverse per dimensioni e forma, portano in comune l’essenza materica che è quella dell’acciaio Cor-ten, scelto sia per caratteri stilistici idonei ad un centro storico come Catanzaro che manutentivi, infatti la principale peculiarità dell’acciaio Cor-ten (tipo A) è quella di autoproteggersi dalla corrosione elettrochimica, riducendo i costi di manutenzione a zero.

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PROGETTO PER AZIENDA PROFUMIERA - Barbara Sembianti

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Progetto per azienda profumiera a Grasse, Francia. Il progetto prevede la parte di produzione, confezionamento e vendita per l’azienda, nonché aree per le dimostrazioni ed eventi. Tutto il progetto è stato realizzato seguendo i principi della bioclimatica, rendendo la struttura quasi indipendente energeticamente.

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Partecipazione al concorso di idee "Senior City" - residenze per anziani - Cortina d'Ampezzo (BL) - Giovanni-Massimiliano Bobbo

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Realizzazione di due edifici con un totale di 30 appartamenti per anziani autosufficienti. Gli edifici contengono degli spazi comuni: sale, cucina, cappella, Wintergarten, palestra, ambulatorio. Realizzazione di un parcheggio interrato. Spazi esterni a verde.

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PROGETTO E REALIZZAZIONE DI VILLE - Barbara Sembianti

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Lo studio progetta e segue nella fase di cantierizzazione la realizzazione di ville, ristrutturazione di appartamenti e restauro di immobili. L’esperienza nel settore da parte di tutti gli elementi che formano il team permette di produrre per il cliente un progetto accurato e ritagliato sulle sue singole esigenze. Oltre ai progetti per le committenze private sono stati realizzati alcuni progetti anche per imprese ed aziende (tra le quali la Biohaus di Udine)

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PROGETTI DI AZIENDE VINICOLE/DISTILLERIE - Barbara Sembianti

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Sono stati realizzati progetti per aziende vinicole e per distillerie complete dello studio bioclimatico, integrate paesaggisticamente, e rispettose dei protocolli più recenti tipo CasaClima Wine.

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PROGETTO E REALIZZAZIONE DI UFFICI E CAPANNONI - Barbara Sembianti

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Per diverse aziende ed imprenditori sono stati progettati e realizzati uffici e capannoni molto diversi tra loro: da quelli a struttura in c.a. precompresso prefabbricato a quelli a struttura lignea per un’azienda produttrice di infissi in legno.

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REALIZZAZIONE DI IMPIANTI ELETTRICI E FOTOVOLTAICI - Barbara Sembianti

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Lo studio si è occupato di progettare e seguire la cantierizzazione di impianti elettrici civili, civili industriali ed impianti fotovoltaici.

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PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE GIARDINI - Barbara Sembianti

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L’AB STUDIO con il suo agronomo ha progettato e realizzato giardini e parchi con caratteristiche fortemente diverse gli uni dagli altri, sempre però nell’ottica di valorizzare gli ambienti e le architetture prospettanti l’area verde.

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PROGETTO E REALIZZAZIONE DI OPERE CIMITERIALI E TOMBE DI FAMIGLIA - Barbara Sembianti

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Progetto e realizzazione di tombe di famiglia e partecipazione a concorsi di pianificazione cimiteriale. I progetti, sempre realizzati condividendo ogni scelta compositiva assieme al cliente, sono stati realizzati con materiali i vario genere fra i quali graniti asiatici di particolare bellezza.

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PROGETTO E FATTIBILITA' PER PIATTAFORME ECOLOGICHE - Barbara Sembianti

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Realizzazione di progetti e studi di fattibilità per la costruzione di piattaforme ecologiche comunali (Ecocentri) di nuova generazione, ed indipendenti dal punto di vista energetico. I progetti sono stati particolarmente attenti alla funzione di divulgazione alla popolazione del messaggio relativamente all’attenzione da porre alla raccolta differenziata, per questa ragione le strutture hanno inglobato anche funzioni differenti rispetto alla sola raccolta differenziata.

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PROGETTO DI STAND FIERISTICI - Barbara Sembianti

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Partecipazione a concorsi per la progettazione di stand fieristici modulari e da realizzarsi in autocostruzione con struttura lignea.

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PROGETTAZIONE PER PEC - Barbara Sembianti

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Progetto di PEC (Piano Edilizia Convenzionata) per consorzi di privati per l’organizzazione di lottizzazioni.

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COLLEGI UNIVERSITARI - Barbara Sembianti

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Partecipazione al concorso per la ristrutturazione di un collegio universitario di Torino, opera comprensiva d riqualificazione energetica completa dell’edificio.

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STUDI PRELIMINARI PER BASSE di STURA - Barbara Sembianti

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Tavole presentate in team nell’ambito del Workshop internazionale “TRASMETTERE CITTASOSTENIBILE

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PROGETTO E REALIZZAZIONE DI SERRE SOLARI - Barbara Sembianti

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Progetto e realizzazione di serre solari per edifici orientati favorevolmente al fine di minimizzare i consumi energetici dell’intero immobile. I progetti ed i dimensionamenti delle serre sono stati realizzati applicando i principi della bioclimatica.

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Riqualificazione edifici e aree pubbliche nel centro di Lanzada - Giovanni Vanoi, Simone Cola, Paolo Delvo', DEONSTUDIO | Giulio Renzi - Michele Antonelli - Hanna Manassa |, Ettore Cabello, Davide Santomassimo, Claudia Gusmeroli, Anna De Giovanetti, Patrizia Dell'Agosto

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Premessa L’intervento prevede la complessiva riqualificazione, urbanistica e architettonica, dell’area centrale di Lanzada che accoglie i principali servizi del paese attraverso la realizzazione di alcuni edifici di ambito comunale e sovracomunale. La presenza nell’area di funzioni pregiate come Municipio, Scuola Elementare, Ambulatorio Medico, Museo Mineralogico, Biblioteca e sedi associazionistiche conferisce alla stessa un ruolo di concreto baricentrico, simbolico e funzionale, per la comunità locale. Analizzando lo stato di fatto appare evidente che gli edifici pubblici sono sorti nel corso del tempo senza un progetto organico ed oggi appartengono a un sistema autoreferenziale nel quale ogni fabbricato è autosufficiente, dotato di propri spazi di pertinenza ed incapace di strutturare un sistema di relazioni con gli altri edifici Partendo da tali considerazioni e rilevando che, complementare alla viabilità principale percorribile dalle auto, esiste un interessante sistema connettivo pedonale interno all’isolato sino alla Parrocchiale di San Giovanni, si è definito un sistema di edifici che, pur con specifiche peculiarità funzionali e tipologiche, fossero connessi da un disegno che valorizzasse la fruizione degli spazi interni e riqualificasse il contesto urbano di riferimento.

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Inquadramento urbano dell’ambito d’intervento e verifica normativa Sulla base del programma funzionale definito dal Bando si è progettato un edificio scolastico, denominato Scuola Elementare Valmalenco, che a seconda delle scelte amministrative potrà configurarsi secondo due differenti dimensionamenti (da 6 a 15 classi) e sarà caratterizzato da una serie di servizi pregiati (posteggio interrato, sala polifunzionale) che ne sottolineano il ruolo di elemento propulsore della vita e delle relazioni urbane. La riqualificazione del Municipio prevede che il fabbricato, oltre ad assumere un aspetto maggiormente consono al proprio ruolo di edificio rappresentativo della collettività, contenga una funzione importante come l’Ambulatorio Medico, collocato al piano seminterrato in posizione accessibile autonomamente dal resto della struttura; tale scelta permette che nel terzo fabbricato, denominato Casa delle Culture, vengano localizzate funzioni di natura collettiva e pubblica come Biblioteca, Museo, Centro Diurno per Anziani e spazi delle associazioni locali; in tal modo, grazie anche alla creazione di una piccola caffeteria, sarà possibile avere un complesso aperto ad utenze differenti nei diversi momenti della giornata. Tutti gli interventi sono, rispetto al livello di approfondimento progettuale, compatibili con le vigenti normative di settore; a tal proposito si rileva come il sistema normativo non sia stato interpretato unicamente come limitazione, ma quale stimolo a calibrare adeguatamente lo sforzo progettuale al fine di realizzare opere sostenibili sia dal punto di vista economico/gestionale che da quello paesistico/ambientale. Nello specifico gli edifici sono coerenti con le destinazioni dello strumento urbanistico (aree per l’istruzione inferiore e aree per spazi pubblici di PRG oltre alla zona B2 interessante la Casa delle Culture), ad altezze e distanze previste da PRG e normative nazionali (Codice Civile e parametri del D.M. 1444/68) e sono compatibili con il regime vincolistico (D.Lgs 42/04). L’intervento sul Municipio consiste, oltre che nel recupero del sottotetto esistente, nelle opere di riqualificazione energetica tramite la realizzazione di un rivestimento a cappotto che, in questo caso, non comporta particolari problematiche in ordine al rispetto delle distanze dalle costruzioni vicine (cfr. recente sentenza Corte Costituzionale). La Scuola Elementare Valmalenco e la Casa delle Culture sono realizzate tramite un intervento di demolizione/ricostruzione che prevede particolare attenzione al mantenimento delle distanze minime tra costruzioni (in particolare il rispetto delle distanze imposte dal D.M. 1444/68). La norma di zona relativa alle aree per l’istruzione inferiore entro la quale ricade l’edificio scolastico impone in particolare il rispetto della legislazione in materia di edilizia scolastica, richiamata a lato unitamente alle principali norme tecniche cui si è fatto riferimento per la redazione del progetto. Il rispetto delle altezze massime imposte dalle norme è verificato in considerazione del fatto che l’edificio scolastico subisce una riduzione di altezza nei confronti dell’esistente e che Municipio e Casa delle Culture sono comunque più bassi di quanto previsto dalla norma di zona; per quanto concerne le normative di carattere energetico e sismico si rimanda ai successivi specifici paragrafi.

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Obiettivi del progetto Il progetto ha l’ambizione di proporre un intervento adeguato dal punto di vista della risposta al programma funzionale e in relazione alla proposizione di soluzioni capaci di generare spazi di qualità, interni ed esterni agli edifici, che possano migliorare in modo sensibile l’ambito urbano nel quali sono collocati e quindi la qualità della vita di coloro che ne fruiranno. L’effetto positivo più evidente, al di là appunto della già citata adeguatezza funzionale dei tre edifici progettati, è la complessiva riqualificazione degli spazi aperti, non più intesi come pertinenze dei singoli edifici ma quale ambito articolato e fruibile in modo continuo, e la creazione di una serie di nuove funzionalità (dalla Piazza delle Pietre posta al centro dell’area d’intervento, all’Aula Civica, al Belvedere sulla copertura della Scuola Elementare Valmalenco) che arricchiscono il sistema degli spazi pubblici ed articolano la vita di relazione a Lanzada. Tutti gli interventi proposti risultano sostenibili dal punto di vista economico in relazione all’attenzione posta nei confronti della minimizzazione dei costi di gestione attraverso una progettazione impostata sul risparmio energetico.

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La Scuola Elementare Valmalenco La Scuola Elementare Valmalenco ha l’ambizione, nella sua configurazione più ampia (15 aule), di raccogliere 240 alunni provenienti dai comuni di Lanzada, Chiesa e Caspoggio mentre in quella più ridotta (6 aule) sarà destinata unicamente agli studenti di Lanzada; il progetto e gli elaborati grafici descrivono in via prioritaria l’ipotesi più articolata in quanto il rapporto costi/benefici ed il ruolo che l’edificio avrebbe per il comprensorio dell’Unione dei Comuni della Il complesso scolastico funge da elemento di misura e regolazione della complessiva riqualificazione del centro di Lanzada, connettendosi spazialmente con gli altri edifici in progetto attraverso uno spazio pubblico centrale denominato Piazza delle Pietre; il carattere urbano e collettivo dell’edificio è L’edificio si sviluppa su quattro livelli; il piano seminterrato situato alla quota di via Palù, ospita una rimessa per 26 veicoli, una palestra di 200mq suddivisibile in 2 spazi separati, servizi igienici e spogliatoi; una mensa di 150mq che serve gli alunni in due turni di refezione, servizi, zona lavaggio, preparazione cibi e dispensa; un foyer che connette la distribuzione verticale dell’edificio con la mensa; un locale per gli impianti tecnologici. Il piano terreno è in diretta connessione con il cortile della scuola e quindi con la confinante Piazza delle Pietre; a questo livello è posizionato l’ingresso dell’edifico scolastico con atrio, servizi di segreteria, presidenza, sala insegnanti, archivio, 2 aule, un laboratorio e servizi igienici. Il secondo piano è destinato alla didattica con 9 aule, un laboratorio e servizi igienici; a livello progettuale viene data particolare rilevanza al sistema connettivo dei corridoi, che fungono da elemento filtro tra edificio scolastico e spazi esterni anche attraverso la definizione di un cono ottico che dall’interno dell’edificio apre un punto di vista sul paesaggio strutturandosi come luogo privilegiato per le attività ricreative degli alunni. Il terzo piano è posto in continuità con via San Giovanni; a questo livello sono presenti sia spazi scolastici (4 aule, un laboratorio, servizi igienici) che la Sala Civica con i propri spazi accessori (foyer, guardaroba, magazzino, vano tecnico, servizi). La Sala Civica può ospitare sino a 200 persone ed è destinata allo svolgimento di conferenze, mostre, manifestazioni teatrali e musicali ed attività di divertimento e svago; lo spazio è servito da due ingressi distinti e separati, uno pubblico da via San Giovanni e uno dall’interno dell’edificio scolastico potendo, in virtù della sua flessibilità di utilizzo in base all’utenza, essere destinata tanto ad attività riguardanti tanto la Scuola che la comunità locale. La copertura risulta praticabile nella porzione nord accessibile, tramite un sistema di scalinate, dalla via San Giovanni sino al Belvedere che si configura come punto di osservazione privilegiato sul paesaggio; un tetto giardino non praticabile occupa il resto del tetto mentre la porzione sud ospita gli impianti tecnologici (pannelli solari e fotovoltaici) destinati all’autoproduzione di energie rinnovabili. L’ipotesi di edificio a 6 aule prevede l’eliminazione dell’ultimo livello con la ricalibrazione degli spazi interni e lo spostamento dell’Aula Civica al secondo ed ultimo piano; in questo caso aumenterebbe la dimensione del Belvedere dal quale sarebbe possibile accedere allo spazio polifunzionale. Le scelte effettuate a livello compositivo, di materiali, arredo e illuminazione, così come la definizione e configurazione dello spazio verde e della viabilità, ricercano la massima coerenza possibile con il contesto urbanistico ed ambientale; la stessa scelta dei materiali costruttivi si riferisce alla tradizione locale in virtù di sostenibilità ed economicità di progetto ed agevole reperibilità in loco degli stessi. I rivestimenti esterni dell’edificio sono modulati sull’orientamento ed il soleggiamento nei diversi momenti della giornata; i fronti verso la strada hanno brise-soleil fissi in legno (o, in alternativa, in alluminio RHS anodizzato) disposti verticalmente rispetto alla facciata ed orientati secondo differenti inclinazioni in base alle funzione presenti ed alle necessità di diverso soleggiamento delle stesse; le facciate rivolte verso la corte e quindi verso la Piazza delle Pietre sono rivestite da brise-soleil modulari orientabili in base alle esigenze e creando un sistema schermante flessibile che consente una maggior permeabilità tra spazi interni e ambiente esterno. La Casa delle Culture L’edificio raccoglie una serie di attività culturali e sociali oggi distribuite in edifici diversi o prive di una sede; lo scopo è quello di mettere a sistema funzioni e servizi per costituire una sorta di centro civico, appunto una Casa delle Culture, che possa condurre alla reciproca valorizzazione delle diverse attività presenti all’interno di un edificio che, in relazione al suo diversificato utilizzo, risulterà sempre accessibile ai cittadini. Particolare attenzione nel disegno del fabbricato è stata posta nel rapporto, volumetrico e relativo ai percorsi pedonali, con l’immediato contesto e, in particolare con gli edifici pubblici oggetto dell’intervento; in tal senso la forma della Casa delle Culture è stata modulata sulla necessità d’inserire l’edificio nel contesto, non in funzione a una tipologia predeterminata ma rispetto a un’attenta lettura del luogo e delle sue peculiarità. Al piano terreno, posto alla stessa quota della via Palù, sono presenti l’accesso all’edificio con reception, sala di lettura (quotidiani, riviste, libri, sistemi digitali ecc.) aperta alla frequentazione da parte dei cittadini, area ludica, sala proiezioni oltre ad una piccola caffetteria che funziona anche in modo autonomo dal resto dell’edificio. Il primo piano contiene gli spazi del Centro Diurno per Anziani, accessibile direttamente dal fronte nord, e dai locali della Biblioteca e, in zona seminterrata magazzino, locali tecnici ed impianti tecnologici; il secondo piano è destinato alle associazioni con 5 uffici modulabili e flessibili, una sala riunioni ed una piccola sala conferenze/assemblee da 30 posti; il terzo piano contiene il Museo Mineralogico della Valmalenco e si apre sulle cime circostanti e le montagne dove sono collocate alcune importanti cave e miniere. L’edificio evoca volumetricamente un blocco di pietra rimandando, anche nella composizione dei fronti, la memoria di un elemento fortemente connaturato con la Valmalenco e la sua storia; dal punto di vista dei materiali oltre alla pietra locale (Serpentino) utilizzata per le pavimentazioni e la copertura l’edificio è caratterizzato da un basamento vetrato, murature intonacate a grana grossa con un colore grigio scuro e copertura in piode.

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Il Municipio La riqualificazione del Municipio si fonda sulla necessità di rendere meglio praticabile e riconoscibile la sede amministrativa dotandola di una serie di spazi di supporto alle attività attualmente svolte nell’edificio; in tale ottica, e per contenere i costi, sono state mantenute immutate le distribuzioni dei piani terreno e primo concentrando l’intervento su seminterrato, sottotetto e rifacimento delle facciate e del sistema impiantistico. In particolare si segnala che l’adozione di un sistema di rivestimento dei fronti a cappotto ha permesso il ridisegno degli stessi e l’evidenziazione dei principali elementi funzionali e simbolici quali gli ingressi e la Sala Consiliare (dotata di nuove finestre a tutta altezza). Il piano seminterrato è stato rivisto come distribuzione interna ricavando, a seguito del trasferimento della Biblioteca presso la Casa delle Culture, lo spazio da destinare all’Ambulatorio Medico il cui utilizzo è agevolato della vicinanza ai posteggi di pertinenza municipale. Il rifacimento della copertura, attraverso la proposizione di una nuova struttura lignea che riordina il fabbricato esistente, permette il recupero del sottotetto ove saranno localizzati 3 nuovi uffici e gli archivi oggi presenti al piano seminterrato. Il progetto, in coerenza al budget dato e ai contenuti del Bando, in questa fase non prevede interventi di tipo strutturale finalizzati a garantire la coerenza di tipo statico dell’edificio con le vigenti normative di tipo sismico. Il rivestimento dei fronti nord e ovest sarà realizzato in serpentino disposto a file sfalsate mentre le rimanenti parti verranno intonacate con una tinta chiara, gli imbotti delle finestre e degli ingressi saranno in acciaio corten così come le principali lattonerie, la copertura sarà in piode della Valmalenco.

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Gli spazi aperti connessi all’area d’intervento Lo spazio connettivo che collega gli edifici in progetto e i fabbricati esistenti registra il sistema di percorsi interno all’isolato creando nuove connessioni alla rete dei camminamenti; in particolare viene definito uno spazio pubblico denominato Piazza delle Pietre (per la presenza, nella pavimentazione e negli arredi, di diverse essenze provenienti dalle cave della Valmalenco) in continuità con il cortile della scuola ed all’incrocio dei collegamento tra le vie Palù e San Giovanni dove sono raggiungibili l’elevatore e le rampe per i disabili; altri significativi spazi pubblici sono costituiti dal Belvedere e dallo slargo che su via San Giovanni conduce all’accesso dell’Aula Civica mentre il progetto prevede la sostanziale conservazione dei posteggi sulla via Palù, presso il Municipio, e lungo la via San Giovanni. Anche i materiali utilizzati per gli spazi esterni derivano dalla tradizione locale con impiego di diverse tipologie di Serpentino e Dorato, provenienti da cave poste della Valmalenco, per pavimentazioni ed opere di sistemazione esterna.

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Qualità energetica dell’intervento L’ineludibilità politica, culturale ed economica di temi quali risparmio energetico, compatibilità dei sistemi di edificazione con l’ambiente, naturalezza di tecnologie e materiali impiegati, implica che all’interno di un progetto sviluppato in modo consapevole siano prioritari temi quali biocompatibilità, ecosostenibilità ed uso razionale delle risorse intesi quali elementi necessari a garantire, attraverso un uso equilibrato dei materiali e delle tecnologie, la sostenibilità economica ed ambientale dell’intervento ed a conseguire il benessere fisico e psicologico degli utilizzatori. In tale ottica, e in coerenza con i contenuti del Bando, il progetto riqualifica il Municipio raggiungendo la Classe Energetica A e definendo gli edifici di nuova costruzione, Scuola e Casa delle Culture, come edifici passivi autosufficienti dal punto di vista energetico. Il progetto riduce al minimo le richieste energetiche ottimizzando l’impiego delle fonti rinnovabili tramite l’impiego d’involucri esterni dotati di ottimo potere coibente ed elevata permeabilità al vapore per impedire fenomeni di condensa, impiegando un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore per garantire il rinnovo dell’aria nei locali secondo le prescrizioni delle normative vigenti e ridurre le dispersioni per ventilazione, individuando fonti energetiche con un minore impatto sull’ambiente (solare, geotermico, fotovoltaico…) e le modalità per erogare l’energia all’interno dell’edificio ogni qualvolta sia necessario (radiatori oppure pannelli radianti), accrescendo l’apporto solare gratuito aumentando le superfici finestrate esposte a sud, individuando al contempo misure di mitigazione dell’eccessivo irraggiamento estivo e selezionando con cura i materiali impiegati ed aumentando gli spessori degli strati coibenti per ridurre le dispersioni per trasmissione dell’edificio. Le successive fasi di progetto permetteranno di valutare le soluzioni tecniche, derivanti dalla redazione di un bilancio energetico in regime dinamico, che permetterà di garantire il migliore comfort termico attraverso l’eliminazione di ponti termici e l’adozione delle soluzioni costruttive più adeguate.

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Conclusioni Il progetto è stato sviluppato in coerenza con le richieste del programma funzionale ed ha perseguito l’obiettivo di dare forma concreta a una serie di esigenze ben definite; all’interno di questo processo il tentativo è stato quello di produrre un’architettura dichiaratamente ed evidentemente contemporanea che sia capace di rileggere ed interpretare alcuni temi della tradizione costruttiva locale. In tal senso il rapporto con la cultura locale non si esplicita attraverso la nostalgica riproposizione di stilemi o partiti decorativi ispirati ad una stereotipata e romantica visione del passato ma tramite un’attenta osservazione dei luoghi e delle loro caratteristiche con la conseguente produzione di un progetto che trae forza dalla propria appartenenza al territorio nel quale è collocato. La coerenza costruttiva, l’attenzione alle caratteristiche tecniche e tecnologiche, la volontà di minimizzare l’impronta ambientale degli edifici e di ridurne al massimo costi energetici e gestionali appartengono ad un’impostazione che cerca di proporre un progetto coerente con le proprie più intime motivazioni, con la tradizione del mestiere di architetto e con le aspirazioni e le aspettative della Comunità che l’ha commissionato e che lo dovrà utilizzare. Perché l’architettura comincia e finisce con una pietra.

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