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Concorso di Progettazione per la “Riqualificazione sistema piazze del capoluogo” - Massimiliano Masserano, Ilaria Favario - Gaspare Masserano

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Descrizione dell’idea progettuale e coerenza con le linee guida. Nella premessa è stato evidenziato come lo studio degli ambiti del concorso con l’analisi suggerita dal Cullen già fornisce diversi spunti per progettare la loro qualificazione e attuazione in relazione alle diverse funzioni assunte con il crescere e mutare della città Certamente, come evidenziato nelle linee guida, la presenza non eludibile del traffico veicolare pubblico e privato con relative soste nell’ambito di spazi nati per un uso prevalentemente pedonale ne ha destabilizzato la funzione e l’immagine. Prioritaria ad ogni intervento di riqualificazione urbana è pertanto la disciplina del traffico nei diversi ambiti. Per semplificare l’esposizione individuiamo con il termine “centro” gli spazi della Piazza F. Martini, G. Amendola, G. Giusti e San Marco mentre con il termine “giardino” individuiamo l’area a verde caratterizzante Piazza IV Novembre e con il termine “area di arroccamento e collegamento al centro” la zona di Piazza del Popolo con le strade alla stessa confluenti.

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2.1 – Disciplina del traffico veicolare con parcheggi. Il progetto, per il traffico veicolare, conferma sul perimetro del “centro” la situazione attuale apportando le seguenti correzioni: a)- Disciplina dell’incrocio tra le vie Mazzini e Cesare Battisti con una mini rotonda realizzando un parcheggio di servizio al “centro” nell’area est della Piazza del Popolo derivando dallo stesso un accesso pedonale a Piazza San Marco. b)- Sistemazione dell’innesto di Via Cesare Battisti sulla mini rotonda di cui al punto – a - realizzando ampi marciapiedi di servizio al teatro e di collegamento pedonale con Piazza Berlinguer. c)- Disciplina dell’incrocio tra via Mazzini, via G. Matteotti e via B. Buozzi in modo da incanalare su Piazza Giusti, a senso unico, il traffico veicolare pubblico e privato che potrebbe subire limitazioni differenti nel corso dell’anno oscillando da indifferenziato a limitato ai soli residenti. d)- Disciplinare l’incrocio tra la via Martini, la strada a senso unico attraversante Piazza F. Martino e la strada F. Colzi imponendo il senso unico di via Martini anche al tratto di strada a fianco dei “giardini”. Con queste correzioni si individua una giratoria antioraria esterna al “centro” nella quale è possibile immettersi dalle strade di penetrazione con svolte continue a destra e immettersi e uscire dal centro con svolta continua a sinistra rispettivamente da sud e da nord. Il principio è quello di attivare un traffico lento (max 30km/ora) ma scorrevole ove i soli rallentamenti sono dati dagli autoveicoli che entrano o escono dai parcheggi, dagli attraversamenti pedonali e dalle precedenze alle intersezioni. Il percorso veicolare di attraversamento a servizio della zona centro si realizza sul lato est di piazza Giusti, sul fronte del Museo del Territorio e il lato ovest di Piazza Martini in modo da obbligare il traffico ad un forte rallentamento. La strada si estende anche sugli altri due lati di Piazza Giusti ma ad esclusivo servizio dei residenti.

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2.2 – Il traffico pedonale e ciclabile. Le strade limitrofe al centro sono generalmente munite di marciapiede rialzato rispetto al percorso veicolare anche se da questi non protetto da barriere disciplinanti gli attraversamenti. Diversi marciapiedi esistenti non hanno sezione regolamentare e il piano di percorrenza non è adeguato al passaggio di persone motulese. Si pone pertanto la necessità di un adeguamento dell’esistente oltre alla realizzazione dei nuovi marciapiedi per i quali possono essere adottati i materiali e le tecnologie usate nel recente intervento di viale Martini. Il progetto individua il disegno dei percorsi pedonali all’interno del “centro”, dell’area di “arroccamento” o dei collegamenti al teatro e ai giardini Berlinguer mentre demanda ad una fase di studio più puntuale il disegno della zona a giardino collegata al Municipio. Similmente a livello esecutivo potrà essere esaminata, allargando lo studio all’intera città, la possibilità di realizzare un percorso ciclabile tra il percorso veicolare e pedonale sacrificando aree ora a parcheggio.

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2.3 – Il sistema dei parcheggi. Si conferma in linea di massima il sistema di parcheggi esistenti, diffuso sulle strade perimetrali al centro, apportando agli stessi le opportune correzioni in relazione al progetto proposto e integrandoli con apposite aree per la sosta a servizio delle attività esistenti nel centro. Si realizzano: a)- Parcheggi di Piazza del Popolo a servizio del “centro” con 30 posti auto di cui 3 per motulesi oltre a due aree a parcheggio per cicli e moto. b)- aree a parcheggio a servizio prevalente della chiesa divisi in due posti a fianco della casa e 12 posti sul fronte est. c)- parcheggio sul fronte nord di piazza Giusti a servizio del museo civico e degli esercizi commerciali consistenti in 21 posti auto compresi motulesi. d)- parcheggio a servizio della biblioteca composto da 9 posti auto. e)- ulteriori parcheggi potrebbero essere autorizzati su perimetro della piazza Giusti per 38 posti auto compresi motulesi.

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2.4 – Gli accessi al centro. Il progetto individua tre principali accessi al centro dalla zona sud e tre dalla zona nord. a)- Accesso pedonale dal parcheggio di Piazza del Popolo tramite scalinata posta tra l’Oratorio di San Carlo e la quinta nord della Piazza. Sulla scalinata deve essere creata una zona ombrosa in modo da creare un effetto “ anticipazione” e alla scalinata si affianca una rampa per motulesi. b)- Accesso all’area posta tra la Parrocchia e l’Oratorio denominata Piazza San Marco da pedonalizzare e caratterizzare con la scelta di opportuna pavimentazione e arredo quale sagrato della Chiesa in quanto presumibilmente detta area è stata utilizzata originariamente quale area cimiteriale. c)- Accesso pedonale e veicolare da sud sul lato est della Piazza Giusti dove l’effetto “anticipazione” viene attuato proponendo una alberata a fianco della Chiesa che protegge i parcheggi a servizio della stessa. d)- Accesso pedonale da est su Piazza Amendola dove l’effetto “anticipazione”è già in parte presente ma che si renderà più evidente con la sistemazione della Piazza a gradoni e la piantumazione nella stessa di alti cipressi. e)- Accesso pedonale da via Martini, via Colzi e dai giardini di Piazza IV Novembre, dove viale Martini e via Colzi sono strade veicolari in uscita dal “centro”. Da questi accessi si hanno visioni lunghe e convergenti prospetticamente sul “centro” onde si innesta la curiosità a entrare ed esplorare.

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2.5 – Edifici e monumenti. Il centro storico di Monsummano si condensa attorno al complesso religioso costituito dalla Chiesa Parrocchiale caratterizzata da un portico su tre lati collegante l’accesso principale agli accessi laterali, l’attiguo Oratorio di San Carlo caratterizzato da una scenografica scalinata frontale, la casa Parrocchiale con l’attiguo giardino e le aree circostanti la Chiesa sicuramente usate in origine quali aree cimiteriali. Attorno a questo primitivo impianto si è realizzato verso nord la Piazza G. Giusti con un impianto ottocentesco e con l’apertura di fronte alla Chiesa di uno slargo ora denominato Piazza F. Martini. Le quinte edilizie delle piazze hanno impianto omogeneo anche se presentano interventi di sopraelevazioni, di superfettazioni e, in alcuni casi, di sostituzione del tessuto edilizio con demolizioni e ricostruzioni. Alcuni edifici presentano caratteri architettonici importanti e unitari e costituiscono punti di qualificazione dell’insieme. La Piazza presenta andamento planimetrico degradante da nord est a sud ovest e le quinte degli edifici poggiano su un largo marciapiede sopraelevato. Il centro della Piazza è segnato dal monumento a G. Giusti. Il progetto prevede il mantenimento del marciapiede sopraelevato perimetrale alla piazza regolarizzandone l’andamento e differenziando gli spazi del centro religioso da quelli del centro civico, pavimentazioni omogenee nel materiale ma di diversa cromia. L’andamento altimetrico viene leggermente modificato in modo da creare un impluvio verso il monumento a G. Giusti al quale verrà affiancata una fontana a getti di acqua a livello pavimento. Piazza G. Amendola è caratterizzata da una discreta pendenza verso Piazza F. Martini sulla quale si prospetta mentre risulta chiusa sui restanti tre lati. La qualità architettonica delle quinte è bassa e al centro della piazza, è stata recentemente collocato, un po’ casualmente, una scultura monumento. Risulta per tale piazza molto interessante l’accesso da monte che delinea un interessante percorso di accesso ai “giardini”. Il progetto propone la completa pedonalizzazione della piazza ad esclusione di un servizio da monte e la trasformazione della stessa in un anfiteatro sistemato a gradoni prospettanti su Piazza Martini e reso ombroso da cipressi e lecci. Al piede dell’anfiteatro si propone un’isola sopraelevata e attrezzata quale palcoscenico per esibizione di musici o altro. La scultura verrà collocata nella parte alta della piazza.

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2.6 – Le pavimentazioni. Le strade veicolari e i parcheggi esclusi quelli di Piazza Giusti e Martini saranno in asfalto. Le strade e i parcheggi di Piazza Giusti e Martini saranno eseguiti con sanpietrini in modo da rallentare il traffico. Gli attraversamenti pedonali e gli spazi a parcheggio saranno segnati con cubetti bianco carrara.Tutti i marciapiedi saranno similari a quelli di viale Martini. La gradonata e le scale saranno eseguite in pietra del luogo a massello con sedute e pedate in pietra Santafiora color grigio. L’isola centrale di Piazza Giusti sarà pavimentata in lastre di pietra Santafiora color terroso mentre l’area a sagrato avrà pavimentazione a riquadri in lastre di colore diverso.

2.7 – Il verde, l’illuminazione e l’arredo urbano. Il verde esistente viene mantenuto ad esclusione di quello esistente in Piazza del Popolo che viene attuato con nuovo disegno e utilizzo di pini italici. Per Piazza Giusti, il fianco della chiesa, Piazza San Marco e Piazza F. Martini si propone il leccio potato regolare con forme geometriche. Per Piazza Amendola si propongono i cipressi e lecci. L’illuminazione sarà caratterizzata da lampioni a luce riflessa in modo da ridurre l’inquinamento e verrà studiata in modo da caratterizzare i diversi ambiti. Particolare studio dovrà essere posto nell’illuminare i monumenti e gli edifici più importanti. L’arredo urbano si adeguerà alle scelte già operate per gli interventi effettuati recentemente operando una scelta in modo da contenere l’onere della manutenzione.


Nordic Built Competition - studio ACD architetti

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Oggetto del concorso era la riqualificazione sostenibile di un complesso di quattro edifici di natura sociale siti in Danimarca nella località di Ellebo alle porte di Copenaghen.

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Il progetto sviluppa diversi temi: A. la riqualificazione delle facciate esterne degli edifici tramite l’adozione di un sistema a cappotto; B. la realizzazione di un ulteriore piano composto da una serie di unità immobiliari indipendenti separate tra loro da gradini, reti metalliche e portali in legno che creano un piacevole percorso esterno; C. la progettazione del giardino, comune a tutti gli edifici, dove ritroviamo i portali in legno che anche qui creano un piacevole percorso che indirizza alle varie zone del giardino: il bar, i giochi per i bambini, il campo da bocce e da basket.

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New Ministry Building - Staab Architekten

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In this prominent urban setting, an extension of the “cultural boulevard” in the southern part of the city, the challenge was not only to design a building 200 metres in length, but also to formulate the border between the palace garden and the street. Furthermore, the building would have to lend the ministry a suitable profile. Despite its nearly monofunctional structure, themes had to be found with which to articulate the minis- try’s home both inside and out. We thus developed a series of interior courtyards of varying proportions, which give a spatial identity to the different departments of the ministry while also fitting the building into its urban context. Conference rooms and dining areas are housed on the two ground floor levels dictated by the site’s topography and hence welcome the public at this very important point in the layout of the city. Directly adjacent is the entrance area for internal ministry functions.

Limited realisation 1st prize 2008
Team competition: Hannah Jonas, Katherina Ortner, Florian Nusser, Bettina Schriewer, Johannes Thoma, Kerstin Boden
Start of planning – completion 2008 – 2012
Total costs €65m
Usable floor area 16.200 sqm
Artistic design: Raik Elias, Heidelberg

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Riqualificazione del complesso S. Agostino in Modena - MBM Arquitectes, Open Project - architettura ingegneria, Ufficio Progetti Architetti Associati

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Progetto Giunto alla Terza fase di selezione concorsuale e indicato tra i migliori 3 progetti partecipanti al concorso.

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Tavola di Concorso n. 1

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Tavola di Concorso n. 2

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Tavola di Concorso n. 3

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Render interno

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Planimetria Piano Terra

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Render notturno

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Schema urbano

Multifunctional Building in Municipal Sports Facilities - GANA Arquitectura

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Diffuse interaction. Imminent interest. Light

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An athletics stadium. A municipal sports center. A plot. Two levels. A problem. An opportunity.

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Elevation

As part of the remodeling and enlarging works on Fernando Hierro municipal sports facilities, the Town Hall commissioned us to design a storage building in a residual plot located inside the premises.

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Overview

It consists on working on an island, a place forgotten for more than the fifteen years of existence of the sports center, a plot on hillside, adjacent to the track on the top level and to the tennis courts at the lower level.

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Courtyard

From the outset, a need arose to generate a performance that could suture and connect two levels, two leading sports areas which had been coexisting but that have not understood each other for many years.

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Overview

We proposed a two-storey building, thus ignoring the developer’s initial guidelines, obtaining a locker room for athletes on the ground floor, while leaving the entire upper floor for storage use.

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Overview

Therefore, we aimed to double the requested area with the same budget, turning a simple and reviled storage area into a store and a new locker room. A complex and difficult but at the same time exciting challenge.

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Detail

This was achieved through a performance based on the economy of means, on a particular and specific design, and on the confidence in the type and characteristics of a store.

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Overview

Because performance itself is conceived as an opaque volume that is embedded in the ground, a metal crate piercing the topography; basically a store where a colorful changing room has been gestated. Happy together.

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Elevation

The whole volume is traversed by two large light boxes that illuminate the locker room, which are ignored by upper usage.

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Courtyard

Similarly, the inner courtyards generated on the lower floor are not visible from this level, where they can only be felt and intuited, thus inviting to discovery. Courtyards are only visible from the upper level, but they are not visited, thus completing the poetic ‘wanting but being unable’, ‘with or without you’, misunderstood desire… the store that wanted to be a locker room.

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Overview and Detail

A storage building with a galvanized steel industrial aesthetic, only tinged by a polycarbonate translucent skin in the facade that overlooks the track.

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Detail

A glaze ultimately intended to delve the user into the land of intuition, returning the light from inside out into the stadium at night.

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Overview

This subtle hint is complemented by the use of color, hidden, but hinted at various points of the building. Finally, user’s exploring interest completes the operation.

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Overview

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Overview

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Interior View

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Interior View

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Interior View

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Interior View

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Interior View

Gruppo San Donato - Oscar Amato Architetto

Concorso di idee per la realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali a P. San Giorgio - Rosanna Orienti, Emilia corradi, Antonio Di Clemente, Fabio Di Sciullo, Alessandro Iezzi, Luca Vespa, Paolo Caracini, Antonio De Camillis, Miriam Pecoraro

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I circuiti ciclopedonali individuati sulla fluida geometria di percorsi già esistenti, unisce in un disegno articolato ma unitario di ricomposizione del dialogo tra fascia urbana e gli elementi del paesaggio, che riassumono funzioni sociali e simboliche con le aree limitrofe al tracciato stesso, relazionandosi con il contesto circostante.

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Il percorso dà la possibilità ai visitatori di percorrerlo in bici o a piedi individualmente osservando il paesaggio da distinti e mutevoli punti di vista, offrendo implicitamente una percezione attiva e sempre nuova dello sfondo paesaggistico.

I percorsi diventano un pretesto per valorizzare ed attrezzare con pochi elementi (piazzole attrezzate con panche, sedili, piattaforme lignee, messa in sicurezza per alcuni tratti con paratie lignee o lievi muri a secco, piccoli lavori di livellamento ecc.) che trovano la loro esatta collocazione grazie alla modellazione del suolo con i relativi movimenti di terra necessari per l’allargamento della sede stradale al fine di poter ubicare il tracciato ciclabile. Il tutto in un’ottica tale da consentire la realizzazione di un itinerario culturale-ricreativo denso di suggestioni. Le strategie progettuali si realizzano attraverso criteri di fruibilità, visibilità, armonizzazione con il conteso.

Sede presidenziale - Gaetano De Simone

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Progettazione per una pedana in legno di faggio evaporato per la nuova sede presidenziale nell’abside della Chiesa della Santissima Annunziata, ex Cattedrale di Vico Equense (NA).

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Extension in Queen's Park, London - 01 - LBMVarchitects

Extension in Queen's Park, London - 02 - LBMVarchitects

House Refurbishment in Queen's Park , London - LBMVarchitects

DREAM DAIRY FARM STORE - Moriyuki Ochiai

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–Unity under the luminous aura of milk–

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The following interior design was realized for a retail store of a company which runs its own dairy farm, featuring products, such as dairy products, sweets and bread, made using milk form said farm as the main ingredient.

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Since the distinctive characteristic of their products is the fact that fresh milk produced at the dairy farm is used in each and all of their products, we were tasked with providing a space to attractively display said products by evoking the imagery associated with milk and the farm throughout the entire space.

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full view(luminous aura of milk)

Another important merit of these products is the aura that seems to emanate from the key ingredient, milk, which is why a pervasive milky light radiates from the luminous body made from layered resin boards (incidentally, a material also used in the roofs of cowsheds) placed at the center of the space.

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full view(luminous aura of milk)

Paint with a green color gradation suggestive of the forests surrounding the meadows was applied to the walls, gently enfolding the interior while conveying the impression of a fresh and invigorating woodland.

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The milky layered luminous body reveals intricate expressions of light depending on where one is standing and looking to. An ever-changing shower of light follows the viewer, enabling a pleasant stroll through the interior of the shop.

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full view(luminous aura of milk)

Floating dynamic modeled “milky” aluminum objects appear to intertwine with the luminous body as they reflect and amplify the milky light and colors from the walls in combination with the white suspended quadrangle objects, thereby further diversifying one’s experience of the space’s depth and expanse.

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full view(luminous aura of milk)

Since the milky luminous body consists of layers of glossy translucent resin boards, their state of overlapping will be perceived differently depending on the visitor’s relative line of sight at any given time. Moreover, the light reflected off and penetrating the resin boards, the shine from the “milky” aluminum and the surrounding green color all come together to produce intricate and constantly evolving expressions.

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The shape of store fixtures molded using “milky” organic curves expresses the freshness and vibrant vitality of milk.

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The entire space brings unity to the green color gradation, the shiny molded aluminum objects and the fixtures with organic curves under the luminous aura of milk. It is a space that sends a perspicuous image as a store seeking to make fresh and high quality products from dairy farm milk, which is at the base of all their products.

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detail(luminous aura of milk, aluminum light objects)

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aluminum light object

showroom_O - FORMA architettura

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Ponte Pedonale a Poggio a Caiano - gilda squillace, Federico Mazzoli, Francesco Mazzei

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Nella fase progettuale l’imperativo di rispettare e riportare alla vita i resti del manufatto originario è risultata essere la sfida più difficile. La presenza quasi spirituale dei due archi, dimenticati in un territorio silenzioso e fuori dal tempo narra una funzione troppo lontana per essere ripristinata. Al contrario proprio l’assenza delle parti oramai perdute è sembrato essere il motivo principale per raccontare il tempo e gli eventi che qui si sono succeduti. Il rispetto dell’ assenza anziché il tentativo di ripristino degli elementi funzionali scomparsi ha condotto l’intera ricerca progettuale. L’idea formale prende le mosse dall’antica struttura ottocentesca; il nuovo ponte si staglia sul paesaggio conservando il profilo del precedente e ricollocandolo in una nuova posizione. Si ottiene dunque un prospetto dettato dal vecchio andamento delle funi del Manetti. L’ arco che è gesto predominante nella progettazione risulta elemento nuovo eppur familiare nello skyline; e riveste una funzione altrettanto importante anche nell’economia strutturale dell’ insieme.

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La nuova mezzaluna si posiziona sull’argine sud (lato Poggio a Caiano); il suo baricentro risulta esterno al vecchio arco; si proietta verso il borgo, volendo significare con un solo gesto una traslazione che è simultaneamente spaziale e temporale. Ad essa, attraverso un sistema di funi d’acciaio che richiamano la scelta visiva del Manetti, si ancora il nuovo ponte pedonale, seppur con una sua propria struttura reticolare di irrigidimento. La passerella assume in planimetria gli aspetti formali del proprio prospetto e si adagia tra gli antichi archi e la nuova mezzaluna (a cui è strallata), con forma arcuata che si protende verso la Villa Medicea, quasi ad invitare lo sguardo verso una vista privilegiata. Posizionare l’asse pedonale tra questi elementi è metafora di una cerniera tra vecchio e nuovo, tra la struttura antica e quella ridisegnata.

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Tema non secondario nelle scelte formali è sicuramente la valorizzazione di visuali splendide e mai scontate; già le preesistenze inquadrano in maniera precisa l’intorno, sottolineando la gerarchia delle emergenze architettoniche e paesaggistiche, e creano quasi delle cornici ormai naturali da conservare e affiancare con nuovi momenti di osservazione. L’asse principale che guida l’occhio dal vecchio arco sull’argine nord (lato Prato) Verso la Villa Medicea ha un’inclinazione precisa di 41°. Proprio seguendo questo angolo visivo all’inizio della passerella sul lato pratese si è voluto creare un nuovo punto di osservazione e di sosta, un ambiente nuovo e allo stesso tempo integrato con il verde circostante. Con gli stessi criteri progettuali si trattano anche gli spazi antistanti i due archi del Manetti, si crea una superficie pavimentata in legno come la stessa passerella, e si dispongono delle sedute in pietra, così come sulla nuova terrazza; si rivisita così la presenza generosa di questi due elementi che diventano affacci su un paesaggio che si riconnette anche visivamente.

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Il tema dell’assenza ha guidato anche la scelta di riproporre una nuova, unica pila, sulla sponda sud dove le truppe naziste in ritirata fecero esplodere le due originali; pila che si va a disporre in asse con esse e con il motivo sulla pavimentazione in loro memoria. Questa nuova presenza ha valore evocativo non solo a livello formale, ma soprattutto a livello strutturale in quanto assume lo stesso significato delle due ormai inesistenti. La mezzaluna è ancorata ad essa con ulteriori funi. Il nuovo elemento diventa segno conclusivo dell’assetto strutturale del tutto; è un oggetto importante e gli si vuole attribuire anche formalmente un ruolo ben percepibile nell’economia del progetto, diventa infatti momento descrittivo dell’intorno, come una nuova porta che introduce alla percorrenza del ponte verso il parco delle Cascine di Tavola. Le dinamiche fruitive del contesto sono state analizzate attraverso i principali rapporti che tra le parti si sono instaurati sul territorio e particolarmente sulle previsioni di piano per la zona. L’ambito di visibilità del progetto legato alla situazione infrastrutturale al contorno è risultato praticamente univoco, e limitato alle percorrenze della strada statale 66 con direzione Firenze. Per questo motivo l’ intento di mantenere intatta la poeticità dei resti abbandonati sulle sponde, ed al tempo stesso il desiderio di creare un’ emergenza , che in modo discreto manifestasse la propria presenza, è stato conseguito attraverso la forma scultorea del vecchio ponte reinterpretata e proiettata nello spazio. Questa traslazione dell’elemento strutturale emergente verso una delle due sponde, ed in particolare quella più a contatto con la rete infrastrutturale di grande percorrenza, ha permesso di amplificare la scala dell’intervento, da evento funzionale specifico a più articolata connessione tra le parti. La presenza della nuova entrata del Barco di Poggio a Caiano e del parcheggio limitrofo lungo la SS66 , ed il rapporto visuale privilegiato di essa con il ponte, trasformano il nuovo progetto nella vera porta d’accesso per il sistema di parco che si estende tra i comuni di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano.

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La necessità di rievocare con un nuovo gesto progettuale la memoria storica e lo spirito altamente innovativo del precedente manufatto confluiscono in un unico segno che fa da nuova cornice ad un paesaggio che da sempre si mostra con generosità al passante. La memoria della forma che si conserva e si tramanda nei luoghi e nella loro storia, diventa l’idea forte che attraverso materiali contemporanei cerca di riprodurre lo spirito e i meccanismi del ricordo e dell’analogia. In questo modo il nuovo ponte si risolve praticamente con un unico gesto evocativo. Le parti scomparse del vecchio ponte, fatte di un arco di funi, vengono riproposte in in modo rigido attraverso una struttura reticolare curva, in uno schema statico inverso. La forma, libera nel vuoto ed appoggiata sul suo baricentro, riassume e rappresenta la volontà di proiettarsi in avanti conservando e preservando un know how antico e ancora prezioso.

Complesso Palazzo Rocca-Saporiti. - Ufficio Progetti Architetti Associati

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Il restauro del Complesso consiste nella rifunzionalizzazione di edifici Storici di notevole valore storico che custodiscono un ricco repertorio di materiali lapidei, pittorici ed arredi provenienti da svariate epoche; In questi spazi sono stati ricavati la Biblioteca scientifica dell’Ospedale, sede non solo delle sezioni di consultazione (più di 12.000 volumi) ma anche del Fondo Storico (3 incunaboli, 2800 volumi 64 opere), la sede del Centro Italiano Storia Ospedaliera quale archivio storico-scientifico, la Sala conferenze per l’aggiornamento del personale medico, l’EBM (Evidence Based Medicine) room.

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Il progetto ha interessato anche l’organizzazione interna degli spazi. Per rispondere al meglio all’ obiettivo di integrazione tra struttura architettonica e arredo, è stato scelto un sistema componibile e modulare, in grado di interpretare l’ambiente in chiave moderna, garantendo la flessibilità, la trasformabilità, l’attrezzabilità e la versatilità strutturale richieste dalle specifiche di progetto.

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Notturno

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Dettaglio della scala

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Interno

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Esterno

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Interno, dettaglio

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Sala cubica

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Ortofoto

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Sezioni e Piante con schema funzionale


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Si tratta di un edificio in cui sono presenti, chiaramente distinte, due differenti scale percettive, corrispondenti a due luoghi architettonici, l’uno a servizio dell’altro; un edificio che ne racchiude un altro, proteggendolo: questo “secondo edificio”è il vero asilo nido, ossia quel piccolo complesso di luoghi e di oggetti in cui il bambino vive la propria esperienza quotidiana lontano dalla casa dei propri genitori. L’edificio “contenitore”è lo spazio degli adulti e delle funzioni: nella parte di esso che viene attraversata dal bambino esso è‘travestito’ da esterno, diventando una strada con panchine e lampioni che conduce il bambino al “proprio” spazio, chiaramente riconoscibile come tale.

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Tutto l’intervento è ispirato a questo semplice principio. L’edificio innanzitutto si sviluppa su di un unico piano. Sul fronte lungo la strada esso si attesta con un blocco costruito per setti orizzontali e verticali contenente le funzioni accessorie; qui esso si segnala come edificio pubblico lungo l’asse viario attraverso una lunga parete rivestita in laterizio. Varcata l’ampia superficie vetrata dell’accesso, sulla sinistra si trovano gli ambienti di servizio, mentre proseguendo secondo l’asse proveniente dalla strada esterna si percorre uno spazio, fortemente caratterizzato, che conduce in progressione alle tre sezioni, rispettivamente dei lattanti, dei semidivezzi e dei divezzi, distinguibili una dall’altra con scarti della parete (che ne evidenziano dall’interno i volumi) e con l’uso di differenti colorazioni; anche la porta di accesso di ogni singola sezione dovrà somigliare ad una sorta di “portone esterno”, l’accesso del bambino al “proprio spazio”. Questo ampio spazio dell’edificio consente altresì di raggiungere l’area verde esterna mediante aperture vetrate. Sotto l’aspetto architettonico le tre sezioni sono dei semplici volumi colorati facilmente individuabili dall’interno ed ancor più dall’esterno, dove però sono “protetti” e ben visibili esclusivamente dall’area verde dell’asilo, praticabile solo dai bambini.

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La struttura è dimensionata per accogliere un massimo di 32 bambini. E presenta una superficie utile totale di 332,00 mq (secondo le vigenti normative, era richiesta una superficie utile minima di 304,00 mq. L’altezza interna è di 3.00 m per quanto riguarda l’atrio-percorso di accesso e gli spazi di servizio; le singole sezioni hanno invece un’altezza che va da 3.48 m a 4.07 m (fanno eccezione, al loro interno, il locale per il riposo, alto 3.00 m, e il locale igienico corrispondente alla “zona sporca” che sarà opportunamente controsoffittato).

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Una cura particolare ha interessato la scelta dei colori delle pareti interne e delle murature esterne che sono intonacate e tinteggiate: in questo caso più che in altri il colore assume infatti un’importante valenza architettonica con forti risvolti anche pedagogici. Esternamente, dal punto di vista cromatico, le tre sezioni sono distinguibili una dall’altra da parte dei bambini (naturalmente con coloriture appropriate e non impattanti, utilizzando le terre locali), mentre al loro interno, i colori aiutano i bambini ad individuare e riconoscere familiarmente i singoli spazi-funzione. Analoga attenzione, sotto l’aspetto cromatico, interessa le superfici architettoniche orizzontali: i bambini passano gran parte del loro tempo a contatto con il pavimento e, per i più piccoli, l’abituale posizione a terra è quella supina (anche il soffitto, abitualmente trascurato nelle altre architetture, assume importanza visiva).

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terrazzo/piscina_L - FORMA architettura

Appartamento N - bloomscape architecture

Portici sei - bloomscape architecture

Sports Hall Buchholz - Glass Kramer Löbbert Architekten

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Realisation of a sports hall for the Jeanne-Barez-Schule in Berlin

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Neubau Einer Sporthalle mit Zwei Hallenteilen Jeanne-Barez-Schule in Französisch Buchholz
Im Berliner Stadtteil Französisch Buchholz ist neben dem Altbau der Jeanne-Barez-Schule eine neue Sporthalle für Schul- und Vereinssport mit zwei Hallenteilen entstanden. Der Bau dieser Sporthalle war schon seit vielen Jahrzehnten eine sehr dringliche Notwendigkeit: Die Grundschule verfügte vorher über keine eigene Sporthalle, und der Sportunterricht musste in der weit entfernt liegenden Sporthalle einer anderen Schule stattfinden. Das Areal der Jeanne-Barez-Schule befindet sich unmittelbar südlich an den historischen Dorfanger von Französisch Buchholz angrenzend. Präzise mittig gegenüber dem Bestandsbau der Schule wird der neue Baukörper positioniert. Der bedienende Nebenraumtrakt ist dabei der Schule zugewandt, der Haupteingang zur Sporthalle befindet sich exakt gegenüber dem hinteren Eingang des Schulgebäudes. Das Volumen der Sporthalle zeichnet sich als massiver Mauerwerkskörper ab, der von zwei metallischen Volumen durchdrungen wird: Der blechverkleidete Nebenraumtrakt schiebt sich auf der einen Längsseite unten in den Hallenkörper, das blechgefasste Oberlichtband auf der anderen Längsseite oben.

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Baugrundstück
Das Flurstück mit der Nummer 196 liegt im Inneren des Blockes zwischen Hauptstraße, Chamissostraße und Elfenal- lee. Der südwestliche Teil des Flurstücks dient als Sportplatz mit Kunstrasenbelag. Der östliche Bereich des Flurstücks, auf dem der Neubau entstehen soll, dient als Sportplatz mit wassergebundener Oberfläche. Westlich an den Standort für die neue Halle angrenzend befindet sich auf dem Flurstück 211 das Schulgebäude. Östlich des Standortes befinden sich entlang der Elfenallee Einfamilienwohnhäuser. Nördlich an das Baugrundstück angrenzend liegt das Flurstück 335, eine nach geltendem Bebauungsplan nicht bebaubare Fläche.

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Organisation und Erschließung
Der Neubau gliedert sich in den Hallenraum im östlichen Gebäudeteil und seine andienenden Nebenräume im westli- chen Teil. Diese Nebenräume setzen sich aus Umkleide- und Waschräumen, den Geräteräumen und Lehrer-/Schieds- richterräumen zusammen. Sämtliche Räume liegen ebenerdig. Das Gebäude wird im Südwesten am verbreiterten Ende des Erschließungsflures im Nebenraumtrakt betreten. Außerdem gibt es einen untergeordneten Zugang am nörd- lichen Ende desselben Flures. Über den Flur werden sämtliche Nebenräume und die Halle erschlossen. Die Halle er- hält darüber hinaus zwei Fluchtausgänge direkt ins Freie. Außerdem erhält der Außengeräteraum in der südwestlichen Ecke des Gebäudes einen direkten Zugang von außen.

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Struktur, Materialität und Farbe
Der Hallenbaukörper besteht aus einer Stahlbetonskelettkonstruktion, die mit Mauerwerk ausgefacht wird. Für das Dachtragwerk der Halle wird eine Holzbinderkonstruktion verwendet, den äußeren Dachabschluss bilden Holzkastenelemente. Der Nebenraumtrakt ist ein reiner Mauerwerksbau mit einer Stahlbetondecke. Die für die äußere Fassadenverkleidung verwendeten Materialien erzielen eine freundliche Farbgebung in braun-beige Tönen, die eine klassisch zeitlose Wirkung unterstützten. Die Vorsatzschale aus einem bräunlichen Klinker wird durch die Einschübe der Blechkörper gegliedert und strukturiert. Fassadenöffnungen befinden sich nur im Bereich der metallverkleideten Bereiche. Der Klinker und das im Farbton C31 eloxierte Blech stammen dabei aus einem ähnlichen Farbspektrum, unterscheiden sich jedoch durch ihre Oberflächen und den Glanzgrad. Im Innenraum wird dieses Farbspiel weitergeführt und macht dadurch den gesamten Baukörper Innen wie Außen in einer einheitlichen Ästhetik erlebbar. Insgesamt unterstreichen Form, Materialwahl und Farbgebung die klare und direkte architektonische Gesamthaltung.

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Energiekonzept
Das Gebäude wird in dem Maße wie es die Funktion zulässt durch eine Optimierung des Hüllflächen-Volumen-Verhält- nisses charakterisiert. Der Fensteranteil des Neubaus ist der Nutzung entsprechend relativ gering. Darüber hinaus wird der Neubau der EnEV 2009 entsprechend gedämmt. Der Einsatz eines BHKW und eines Brennwertkessels als effektive und energetisch günstige Wärmeerzeugung bei zusätzlichem Stromverkauf aus der Stromerzeugung des BHKW stellt eine zukunftsweisenden Umgang mit den Res- sourcen dar. Die Deckenstrahlheizung zur Beheizung der Sporthalle ist eine energieeffiziente Heizungsart, die kurze Aufheizzeiten bewirkt. Die empfundene Temperatur ist höher als die Lufttemperatur des Raumes. Eine bedarfsgerechte Regelung von Heizung und Lüftung entsprechend Ausnutzung der Sporthalle gewährleistet einen optimierten Energieverbrauch. Die Vorhaltung einer Solaranlage auf dem Dach und eine Versickerungsanlage runden das ressourcenschonende Energiekonzept ab.

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Finanzierung
Die Finanzierung wird aus Mitteln des Konjunkturpaket II (3,0 Mio) bereitgestellt und muss bis zum 31.12.2011 erfolgen. Die restlichen 800.000 € stellt der Bezirk Pankow aus eigenen Mitteln zur Verfügung.
Zeitlicher Ablauf
Für das Verfahren zur Auswahl der Architekten wurden Berliner Architekturbüros eingeladen, die Erfahrung im Bau von Sporthallen und oder einen Bezug zu dem Grundstück in der Hauptstraße in Buchholz haben. Ausgewählt wurde das Architekturbüro Glass Kramer Löbbert. Die BPU einschließlich der Kosten von 3,8 Mio wurde am 02.07.2010 durch die bezirklichen Gremien bewilligt. Auf dieser Grundlage wurde die Genehmigungplanung erstellt. Die Baugenehmigung wurde am 25.08.2009 erteilt. Parallel zur Ausführungsplanung wurden gemäß den Vorgaben aus dem KPII, die Ausschreibungen zu den Bauleistungen vorgenommen. Die Baumaßnahme begann im März 2010 nachdem der Boden nahezu frostfrei war. Richtfest wurde am 02.09.2010 gefeiert. Die feierliche Einweihung des Gebäudes verbunden mit dem Sommerfest der Schule fand am 26.08.2011 statt.

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