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ristrutturazione appartamento a Saronno - Andrea Carmignola


concorso d'idee per l'arredo urbano di piazza Unione Europea. Perledo - Andrea Carmignola, Andrea Meregalli, Maddalena Merlo , Chiara Clapis, Brian Bormolini

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Il nostro progetto si basa sull’utilizzo dell’albero di olivo: si tratta di una coltivazione tipica del territorio, dotata di una decisa presenza scultorea, oltre che ricca di valori simbolici. Con la coltivazione dell’olivo la zona di Perledo si inserisce in una tradizione millenaria di storia e cultura: collocare sulla piazza la pianta di olivo non significa solo abbellirne l’aspetto, ma anche valorizzare le peculiarità del territorio locale.

Andrea Carmignola, Andrea Meregalli, Maddalena Merlo , Chiara Clapis, Brian Bormolini — concorso d'idee per l'arredo urbano di piazza Unione Europea. Perledo

Un unico elemento per diverse funzioni Il progetto è estremamente sintetico: sulla superficie della piazza vengono collocati secondo una maglia regolare undici alberi di olivo, contenuti in ampie vasche di cemento a vista realizzate su disegno. Ciascuna vasca ospita, oltre alla quantità di terra necessaria alla crescita di un olivo di grandi dimensioni, anche una fioriera per la piantumazione di graminacee profumate (ad esempio la lavanda) e una panca in legno che copre parzialmente la terra. Un unico elemento risolve così l’arredo della piazza: fa da scultura, da fioriera e da seduta. Ripetuto e ruotato in modi differenti, definisce le zone di ombra e di sosta. Ne deriva un effetto complessivo di grande semplicità e pulizia formale, che lascia spazio alla forza e profondità dei valori simbolici comunicati dalla pianta dell’olivo.

Andrea Carmignola, Andrea Meregalli, Maddalena Merlo , Chiara Clapis, Brian Bormolini — concorso d'idee per l'arredo urbano di piazza Unione Europea. Perledo

Aspetti simbolici La storia dell’olivo è profondamente legata a quella dell’umanità; nelle origini di questo prezioso albero storia e mitologia si intrecciano, fino a confondersi. Fin dai tempi più remoti l’olivo venne considerato un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità. Sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore, l’olivo rappresentava nella mitologia, come nella religione, un elemento naturale di forza e di purificazione.

Andrea Carmignola, Andrea Meregalli, Maddalena Merlo , Chiara Clapis, Brian Bormolini — concorso d'idee per l'arredo urbano di piazza Unione Europea. Perledo

Organizzazione della piazza Le vasche sono posizionate secondo una maglia geometrica regolare il cui disegno si modula ad assecondare le caratteristiche fisiche del luogo: sul lato ovest la disposizione degli olivi piega a sottolineare l’affaccio della piazza sul lago. Nei vuoti lasciati dalla disposizione dei vasi trovano posto alcuni giochi didattici: i grandi possono controllare le attività dei bambini rimanendo tranquillamente seduti all’ombra. Pochi elementi puntuali si aggiungono a completare il disegno della piazza: l’orologio, collocato in posizione ben visibile, i cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti, trattati come piccoli volumi, infine gli elementi di rappresentanza del Comune, collocati a terra. In particolare, il gonfalone è inciso su un piccolo volume in cemento a segnare l’ingresso alla piazza, come un moderno cippo chilometrico. La scritta con il nome del comune è invece collocata a ridosso dell’edificio polifunzionale, all’arrivo del percorso di attraversamento della piazza. Questi due elementi messi tra loro in relazione abbracciano simbolicamente questo nuovo luogo pubblico donato alla città di Perledo.

Andrea Carmignola, Andrea Meregalli, Maddalena Merlo , Chiara Clapis, Brian Bormolini — concorso d'idee per l'arredo urbano di piazza Unione Europea. Perledo

Aspetti tecnici Da un punto di vista tecnico, questo progetto presenta diversi vantaggi: semplicità di progettazione esecutiva e realizzazione: l’elemento vasca si ripete identico per undici volte facilità di manutenzione: i materiali utilizzati, come il cemento a vista dei vasi e il legno di teak per esterni, non necessitano alcuna manutenzione particolare. Le essenze arboree proposte – olivo e graminacee – non comportano particolari opere di potatura periodica o pulizia stagionale della piazza.

La sua bellezza è nella sua semplicità.

RESTAURO DI EDIFICIO STORICO DANNEGGIATO DAL SISMA - Manuel Laporini, Studio Tecnico Associato Modena

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L’edificio in esame, ricompreso nel centro storico dell’abitato di Mirandola è identificato Nel Piano di Recupero vigente come Restauro Conservativo Tipo “B”. L’edificio si sviluppa su quattro piani fuori terra collegati tra loro da una scala interna. La struttura verticale portante è costituita da murature in mattoni pieni, mentre le strutture orizzontali di piano sono costituite da solai realizzati con travi e travetti di legno e tavelloni e da solai in voltine di mattoni. La copertura è realizzata con orditura principale e secondaria in travi di legno, tavolato e manto di copertura in coppi comuni.

Manuel Laporini, Studio Tecnico Associato Modena — RESTAURO DI EDIFICIO STORICO DANNEGGIATO DAL SISMA

Vano scale

L’edificio in oggetto ha subito il terremoto del 20 e 29 maggio 2012 con danni alle murature portanti; non avendo subito crolli e avendo riportato lesioni di media entità, si prevedono interventi locali di riparazione e rafforzamento. Prima del sisma, l’edificio non presentava particolari problemi strutturali e come si nota dalla documentazione fotografica, le lesioni e i danni subiti sono classificabili come danni prodotti da azioni sismiche in quanto conformi agli andamenti tipici di tali dissesti.

Manuel Laporini, Studio Tecnico Associato Modena — RESTAURO DI EDIFICIO STORICO DANNEGGIATO DAL SISMA

Prospetto sud

COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO - giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza

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RELAZIONE ARCHITETTONICARapporto con l’ambiente urbano Nell’introdurre gli elementi di base, tanto metodologici quanto concettuali, che hanno portato alla realizzazione del progetto del “Complesso Inter-parrocchiale S. Benedetto”, è necessario prendere in considerazione e precisare preliminarmente alcuni fattori, tramite i quali se ne facilita l’accessibilità e l’originalità. Il primo fattore che si intende mettere in evidenza è la vocazione unica ed irripetibile del luogo destinato ad accogliere il complesso. Non si può scindere il luogo fisico dalla sua identità, ciò a cui “è chiamato” ad essere. E bisogna che questo “carattere” tipizzante, il genius loci, venga individuato e fatto emergere dal caos in cui si trova, plasmandolo e imitando, al meglio delle proprie possibilità, l’atto ineffabile dell’unica, vera ed irripetibile Creazione. La conoscenza del luogo su cui si andrà a costruire, inserisce il secondo fattore da sottolineare, non indipendente dal precedente, ovvero la necessità di concepire e realizzare un luogo di culto, che sia espressione di arte sacra e non semplice riflesso di un’ispirazione artistica pseudoreligiosa. Dalla più remota tradizione, tramandata già nel Vecchio Testamento, l’architetto per antonomasia è Dio e al progettista non rimane che ascoltare quanto gli viene comunicato dalla volontà divina. Non si tratta di mettere in atto una propria ispirazione personale, che pure ha il suo valore, piuttosto di fare affiorare quanto Dio ha pensato per quel luogo specifico, predisponendo delle caratteristiche, che verranno esaminate nel dettaglio e che, in questo particolare contesto, ne definiscono i tracciati regolatori. La procedura analitica dello studio della morfologia, delle dimensioni e della geometria del lotto, su cui sorgerà il Complesso, ha consentito l’individuazione delle “caratteristiche” basilari per la progettazione, e che hanno costituito il trait d’union tra articolazione del progetto architettonico e geometria del lotto. La “Sezione Aurea” evidenzia come, tramite il numero aureo 1,618, si possa mettere in relazione diretta il quadrato di 71,8 metri, inscritto nella forma trapezoidale del lotto, con il quadrato di 44,4 metri, che richiama alla memoria il cubito, l’unità di misura biblica corrispondente a 44,4 centimetri (71,8:1,618 = 44,4). All’interno del lotto è stata intercettata la figura di un esagono regolare , che viene acquisita quale matrice del tracciato regolatore. Il progetto durante tutte le sue fasi evolutive risentirà di questa figura geometrica interna. I lati diametralmente opposti dell’esagono lungo l’asse Nord-Ovest (in direzione di Roma) Sud-Est (in direzione di Israele), sono tangenti ai lati di due aree ( A1 e A2 ) di forma romboidale. Essi sono stati individuati per l’ubicazione della facciata della grande Aula Liturgica (nord-ovest) e della Cappella Feriale (Sud-Est). Poiché le due aree antistanti le facciate, che fungeranno da sagrato, hanno una quota altimetrica diversa, per raccordarle, si è ipotizzato un modellamento del suolo dell’area interposta contenuto all’interno dell’esagono, formando una semicalotta al di sotto della quale sarà realizzata una sala ipogea sufficientemente ampia per accogliere il salone inter-parrocchiale.

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

Riconoscibilità dell’edificio sacro

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

In virtù del rovesciamento del concetto di manufatto compatto (tipologia edilizia compatta), di cui si parlava sopra, il complesso si apre letteralmente al contesto urbano in maniera immediata, con l’apertura sul lato sud-est, tramite il prospetto di facciata sul sagrato della cappella feriale, e quella sul lato nord-ovest dove la grande aula liturgica offre la sua facciata ad un’area notevolmente più vasta. Oltre alle due entrate, vi è un ulteriore elemento che consente un riconoscimento della sacralità del luogo: la torre campanaria. È previsto che possa essere individuata da una distanza notevole, viste le sue dimensioni. Essa si slancia con un corpo unico fino ad una quota di 50 metri, sormontata da un “mondo”, montato su un tamburo. È netto il richiamo alla Croce di S. Benedetto, poiché ne riproduce la forma, con la presenza della medaglia caratteristica. Le campane tradurranno in suoni la preghiera di esorcismo, che su questa medaglia è inscritta, non solo richiamando il popolo all’adorazione di Dio, ma estendendo a tutti una sorta di protezione dal male e di amorevole benedizione paterna.

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

Profilo estetico, formale

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

Una generale visione d’insieme del complesso architettonico mostra un rovesciamento del concetto teorico di manufatto compatto. I diversi corpi in cui il Complesso si smembra, indipendenti e con un ruolo ben definito all’interno del complesso, allo stesso tempo intimamente connessi l’uno all’altro, convenientemente ubicati intorno al perimetro del lotto, essi si aprono al mondo esterno “invitando ad entrare”. La concezione puramente utilitaristica delle costruzioni religiose, a cui si assiste ormai da molti anni a questa parte, le ha svuotate del loro senso vero di chiesa. Ne costituisce un paradigma emblematico la famosa Cappella di Pellegrinaggio di Ronchamp, uno dei capolavori del celeberrimo architetto Le Corbusier, che si dichiarava agnostico. Un luogo del genere rimane un edificio, che anche se sollecita il raccoglimento e la meditazione, non riesce a trasformarsi in una chiesa (Klaus Gamber). Esiste una relazione profonda tra la costruzione di una chiesa ed il modo di vivere e pensare degli uomini (Erwin Panofsky). La progettazione, come qualunque altra forma artistica, rimane espressione del proprio vissuto e difficilmente potrà esprimersi come arte sacra e religiosa se non è realmente alimentata dallo spirito. D’altra parte il sacro assume un senso solo quando si mette in relazione con il credente. Ed è proprio da questa interazione che nasce la chiesa come luogo abitato ed in cui si può vivere il sacro, la sola lettura estetica di un progetto porterebbe ad una visione limitata dell’interpretazione degli spazi, che non sarebbe più in grado di distinguere una chiesa da una sala di riunione. La vera ed unica chiave interpretativa che può creare una lettura differenziale è l’universo simbolico, che si apre agli occhi del credente e che lo accompagna in questo viaggio della creatura verso il Creatore. Ogni luogo sacro è l’espressione sia del dinamismo che sostiene l’uomo nel suo cammino di ricongiungimento a Dio, sia della dinamica sottesa a questa tensione. La traduzione materiale della Bellezza, qui intesa non come mera categoria estetica ma quale attributo di Dio, rimane un elemento importante della progettazione del Complesso, perché in tutta la progettazione si è cercata la forma migliore con cui rivestire il Complesso, si potrebbe dire “perfetta ed unica”, a cui fare rispondere il contenuto dello spirito. Alla luce di quanto detto, assumono un significato profondo e ricco di simbolismo il tracciato delle figure geometriche, degli assi cardinali (la croce) e l’orientamento rilevato nei tracciati regolatori. Cerchio e quadrato, così come sfera e cubo, simboli del cielo e della terra sono il leit motiv costante di ogni tema architettonico sacro, che riproduce continuamente il tema centrale di ogni chiesa: l’unione del cielo con la terra, dell’uomo con Dio. Per questo motivo, è stata scelta come copertura degli edifici dedicati al culto la sovrapposizione di tre calotte, che da un lato vogliono rendere visibile ai fedeli la volta celeste, dall’altro vogliono “trattenere” con una trivalente potenza una porzione di Cielo. La sala ipogea destinata alle attività del salone inter-parrocchiale si svilupperà senza alcuna interferenza volumetrica, letteralmente “inghiottita” dal ventre della terra e sovrastata dalla struttura architettonica dell’aula liturgica. Insieme, esse possono rappresentare il passaggio dal buio di un sepolcro alla luce della vita, ma anche la necessità e l’invito della Chiesa a rinnovarsi, ad essere “uomini nuovi”. Una lunga gradinata consente di ascendere la collina artificiale, sovrastante l’aula ipogea, e di seguirne l’andamento scosceso, snodandosi in un percorso significativo dal vialone esterno fino alla cima. Il tema del passaggio ad una vita nuova, innestata nel cielo, ma con le basi ben radicate nella terra, viene espressa dal dinamismo dell’articolazione degli spazi dell’aula liturgica. In un percorso unico, senza soluzione di continuità, si realizza un viaggio che dalla sala ipogea, all’interno della terra, conduce alla superficie, ovvero alla luce di cui si rivestono i fedeli. L’architettura di superficie continua a sviluppare questo concetto, poiché come i fedeli anelano a raggiungere la loro patria celeste, così un sistema di aggrappaggio che si protende verso il cielo esprime questa tensione. La struttura architettonica così sviluppata ha una doppia valenza, che in definitiva mostra le due facce della stessa medaglia, da un lato il desiderio del Cielo, luogo di Dio, e dall’altro il bisogno di trattenere al proprio interno la sacralità che dal cielo discende. La struttura architettonica così sviluppata ha una doppia valenza, che in definitiva mostra le due facce della stessa medaglia, da un lato il desiderio del Cielo, luogo di Dio, e dall’altro il bisogno di trattenere al proprio interno la sacralità che dal cielo discende.

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

giorgio burza, Roberto Burza, Riccardo Reyes, Giovanni Raffa, Laura Renzi, Francesco Arcuri, Gino Zito, Salvatore Burza, Giovanni Burza — COMPLESSO INTERPARROCCHIALE - SAN BENEDETTO

Ristrutturazione villa sul lago - Cinzia Redis, Fabio Carria

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Progetto di ristrutturazione di una villa con splendida vista sul lago Maggiore valorizzandone la sua disposizione sui vari livelli delle quote di terreno. Partecipazione al concorso di architettura e design Riabita del 2008. Concept interior design by Cinzia Redis

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Idea e opera finita

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Cinzia Redis, Fabio Carria — Ristrutturazione villa sul lago

Italie Deux - KLEMENKO

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Built in 1976 and perfectly integrated into the day-to-day life of the thirteenth district of Paris, Italie Deux attracts about 14 million visitors a year due to the wide range of its offers through its 130 stores.

KLEMENKO — Italie Deux

"Tamagotchi" chandelier Co-creation process Outsign, Les Verreries de Bréhat, Trafik

After 14 months of renovation, Italie Deux reveals its new positioning Lounge Shopping, embodied by a new visual identity and a work of interior design.

KLEMENKO — Italie Deux

Spaces and services were completely rethought to bring new consumption trends and to offer the «ultimate» shopping experience.

KLEMENKO — Italie Deux

Typical of the holistic approach of Outsign, the metamorphosis of Italie Deux is guided by the affirmation of its Parisian character. Successful bet : the mall goes beyond its strictly mercantile dimension and breaks with the introverted commercial planning.

KLEMENKO — Italie Deux

Outsign gives Italie Deux back to Paris. Originally a commercial center, it becomes a real «brand» : Parisian, artistic and friendly.

KLEMENKO — Italie Deux

We are used to seeing art in museums, exhibitions, galleries… But for some time, it appears in public urban spaces … Outsign chose this bias, by installing a real art gallery in Italie Deux. Eight artists or groups of artists of international reknown join the team, by integrating their knowhow, their technical ingenuity and their creative imagination in the various spaces of the project.

KLEMENKO — Italie Deux

Installation Stéphanie Moisan

Italie Deux gains a distinctive character, an urban signature.

KLEMENKO — Italie Deux

KLEMENKO — Italie Deux

KLEMENKO — Italie Deux

Floral mosaic Kerascoët

KLEMENKO — Italie Deux

Mosaic Alithia Spuri Zampetti

KLEMENKO — Italie Deux

Map Julie Marabelle

KLEMENKO — Italie Deux

Wall of Fame Trafik

concorso senior city cortina d'ampezzo (bl) - silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini

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La proposta progettuale muove da una fondamentale considerazione sulla tipologia edilizia legata all’utenza e al luogo di intervento. Se si rapporta l’esigenza funzionale connessa ad un complesso per anziani con un contesto paesaggistico segnato da una significativa esperienza costruttiva locale, risulta fondamentale indirizzare la ricerca progettuale verso una declinazione di un organismo costruttivo che coniughi la valenza culturale del luogo, sedimentata nei tipi costruttivi della tradizione, con il necessario aggiornamento prestazionale.

silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini — concorso senior city cortina d'ampezzo (bl)

La volontà del gruppo di progettazione di ricollegarsi alle forme del costruito locale è mossa da un duplice fine: riconsegnare alla comunità, e nello specifico a un gruppo che si fa portatore dei valori della tradizione, un’immagine riferita a un modello evolutivo delle forme storiche sedimentate nella memoria locale; definire un inserimento che non si configuri come soluzione di continuità con le aggregazioni pre-moderne. L’indirizzo progettuale così definito si sviluppa a partire dall’analisi preventiva della vocazione del luogo con lo scopo di definire un inserimento coerente con le regole di aggregazione storicizzate.

silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini — concorso senior city cortina d'ampezzo (bl)

Lo studio tipologico degli organismi edilizi tradizionali ha definito un modulo base in pianta del singolo edificio componente di un sistema a grappolo. L’alzato, così come la definizione delle falde e i rapporti dimensionali del prospetto, si riferiscono a uno schema desunto dai tipi edilizi locali, “ripulito” dagli stilemi della tradizione e dalle lavorazioni storiche non più riferibili a una tecnologia costruttiva moderna, e non configurabili in un edificio coerente con il periodo in cui viene costruito.

silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini — concorso senior city cortina d'ampezzo (bl)

L’aggregazione a “cluster” dei singoli organismi è guidata da semplici regole, già riconducibili al tradizionale modello evolutivo dei nuclei originari, riferiti all’esposizione solare, e a un moderato isorientamento, oltre al rapporto con il pendio prevalente. Lo schema è conseguentemente risultato da un attento studio dell’orientamento, delle ombre portate, degli scoperti comuni e delle logge abitative: vengono individuati due assi non ortogonali, la direttrice nord-sud e la direzione del pendio all’interno del lotto, quali guide fondative dell’inserimento dei singoli elementi.

silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini — concorso senior city cortina d'ampezzo (bl)

Lo sviluppo planimetrico si configura sulla base dei flussi prevalenti verso le unità abitative e da queste ai servizi comuni, con riferimento al posizionamento dell’accesso carrabile e pedonale all’interno del lotto e al principio di accessibilità alla totalità degli ambienti. Queste esigenze, insieme alla necessità di partizionare l’opera in due stralci, sono state risolte dividendo i due interventi a monte e a valle del lotto e individuando gli accessi baricentrici ad esso. Fondamentale è stata la ricerca di un sistema di collegamenti verticali elementare e ben definito limitando il numero di vani scala e ascensori a sole tre unità.

silvia rispoli, Marco Da Ponte, Marco Facchini — concorso senior city cortina d'ampezzo (bl)

sezione

La configurazione del complesso così definita afferisce a uno schema a scacchiera ruotato nei singoli componenti per favorire l’esposizione solare e limitando i rapporti visivi tra le unità.

#BAMBOO - Diego Stefani

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Il progetto propone una coesistenza nuova tra cittadini, tra cittadini e sopraelevata, tra sopraelevata e territorio, tra l’ambito urbano e quello portuale storico. Una convivenza civile con un’infrastruttura impattante che sarà ora trasformata in un parco verde e in una linfa vitale per la città.

Diego Stefani — #BAMBOO

©OAM Architecture

NUOVI SPAZI PUBBLICI L’idea progettuale prevede la formazione di uno spazio pubblico per tutti dalla nuova “identità”: un’area verde, sostenibile all’interno della quale si può incontrarsi, sdraiarsi, giocare, studiare, lavorare, ballare, rilassarsi, contemplare la bellezza visiva e sensoriale del paesaggio marino, informarsi, educare i bambini, cucinare, coltivare e auto-costruire. Tramite l’autocostruzione si coinvolge il singolo cityuser dando modo di migliorare in prima persona il funzionamento e la qualità dello spazio urbano della sopraelevata. Lungo l’infrastruttura si avrà una vera e propria metamorfosi: sarà rinaturalizzata tramite una piantagione di bamboo e piante ornamentali rampicanti quali glicine e gelsomino che con il loro rapido sviluppo si espanderanno facilmente avvolgendola e trasformandola in un parco verde produttivo. I benefici apportati saranno oltre al comfort visivo e olfattivo, il raffrescamento estivo. I vari spazi ludici, ricreativi, didattici-culturali, di cooking aree, infopoint, birdwatching area (il bamboo permette un rifuglio all’avifauna) formeranno un percorso ciclo-pedonale, naturale ed energetico sopra l’infrastruttura. Spazi in continua evoluzione, grazie alla possibilita di autocostruirsi gli spazi, a seconda delle necessità dei suoi visitatori, di una società sempre più complessa, in cui i bisogni di formazione, informazione ed elaborazione condivisa aumentano. Le esigenze di organizzare periodi di condivisione, scambio, discussione, autogestione hanno fatto crescere la richiesta di nuovi spazi che comportano una nuova forma di turismo. Gli interventi sono stati programmati riducendo al limite le spese e seguendo una scansione temporale: fase 1 rinaturalizzazione area, fase due taglio e costruzione, fase 3 creazione spazi, fase 4 autocostruzione e attività didattiche. La sopraelevata diventerà dunque non solo un’attrattività per la città, ma un elemento dal quale osservare, tramite un punto di vista speciale e prospettico, la bellezza del paesaggio urbano e marino circostante e una nuova fonte di energia per la città.

Diego Stefani — #BAMBOO

©OAM Architecture

BAMBOO Il bamboo appartiene alla famiglia delle Graminacee, si ritrova nei climi tropicali ma anche nei climi più temperati. Sono piante che possono raggiungere notevoli dimensioni, da 2 fino a 20cm di diametro, da 1 fino ad un massimo di 15m in altezza, radici rizomatose che si sviluppano orizzontalmente ad una profondità di almeno 25-30cm. Sempreverde, resistente, leggero, energeticamente efficiente, di origine naturale, rinnovabile e grazie a nuove tecnologie di lavorazione è un materiale economico e versatile da utilizzare.

Diego Stefani — #BAMBOO

©OAM Architecture

BENEFICI AMBIENTALI La pianta di bamboo è in grado di riequilibrare i livelli di ossigeno e anidride carbonica in atmosfera, contribuendo così a diminuire l’effetto serra. Una piantagione di bambùè in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno, una quantità di circa 40 volte superiore a quella assorbita da un bosco delle stesse dimensioni.

Diego Stefani — #BAMBOO

©OAM Architecture

CRESCITA Il vantaggio principale del bamboo è quello della crescita rapida, la sua rinnovabilità: può essere impiegato già dopo 3-5 anni di vita, a differenza di un albero tradizionale che necessita almeno 20-30 anni per svilupparsi completamente. Una pianta può essere alta pochi centimetri ma può raggiungere anche notevoli dimensioni, arrivando anche a 15 m di altezza e 20 cm di diametro. Ad ogni taglio o potatura si rigenera autonomamente, senza dover essere ripiantato e senza l’utilizzo di concimi od altre sostanze chimiche. Si hanno dei grandi vantaggi energetici ed economici per il basso consumo di energia nella trasformazione del materiale, che non deve essere tagliato (se non alle sue estremità), molto leggero da trasportare, non deve essere dipinto, né profilato, ma spesso soltanto sagomato (con il vapore per dargli forma sotto tensione) e almassimo laccato. Il bamboo potrà essere utilizzato come materiale per il commercio visto i cicli di produzione stabili che permettono una raccolta continua di materia prima da vendere ed esportare,con la possibilità di formare un nuovo polo di produzione del bamboo di 3,80 Ha (legato al vicino vivaio CBI vivaismo e produzione, sito in Carasco a 43, 3 Km).

Diego Stefani — #BAMBOO

©OAM Architecture

AUTOCOSTRUZIONE Il modulo è costituita da canne di bamboo da 4, 6, 8 cm di diametro e 16, 45, 50, 60, 80, 160 cm di lunghezza. E’ componibile in diverse forme: una sedia, un tavolo, una panchina, un cavalletto..etc. si ottiene un oggetto autocostruito, versatile che permette di arredare lo spazio urbano a seconda della propria volontà o necessità. Permette ai fruitori siano essi cittadini, turisti, lavoratori o studenti di creare, tramite l’indipendenza da una struttura o da un’attrattiva fissa, uno spazio nuovo e autogestito in cui i movimenti sono continui, casuali e diversificati. In questo modo chi percorre la sopraelevata da un contributo concreto vivendo e insieme costruendo l’ambiente urbano riqualificandolo sia spazialmente sia qualitativamente.

USI Il Bamboo oltre ad essere una pianta di incredibile bellezza, per la sua robustezza, leggerezza e flessibilità trova numerosissimi utilizzi: come alimento umano e animale; come materiale da costruzione per il settore edile e architettonico: strutture e costruzioni, parti strutturali e portanti, per armare il calcestruzzo, per i ponteggi, impalcature e sostegni, finiture e rivestimenti es. parquet (grazie al fatto che le fibre di Bambù sono molto lunghe), per l’arredamento e il design: utensili da cucina, piatti, ciotole, sedie e mobili, attrezzi, stuoie, panieri ed altri oggetti decorativi, per l’autocostruzione; per la produzione di carta, tessuti. Alcune specie di Bambù vengono utilizzate nell’industria cosmetica per la fabbricazione di creme e lozioni. La sua linfa contiene infatti amminoacidi, vitamine e numerosi sali minerali tra i quali il Silicio. I frammenti e altri scarti della lavorazione del bamboo possono essere impiegati come combustibile, per il riscaldamento, cucina, altre lavorazioni a temperatura di fornace.

ENERGIE Il territorio della sopraelevata ha diverse potenzialità, quali: treni che passano producono vento, vento della baia, pioggia frequente e la sua esposizione a sud (sempre esposto al sole). Da queste caratteristiche la scelta di sistemi energetici alternativi in grado di sfruttare queste potenzialità quali: - il fotovoltaico, posto sulla carreggiata esposta a sud, - l’energia piezoelettrica, con il sipario piezoelettrico che scende dalla sopraelevata e la foresta piezoelettrica che ricorda i bamboo e sfrutta il vento del porto attuando i processi di flessione per produrre energia pulita. - si vuole inoltre sfruttare il vento prodotto dal passaggio dei treni della ferrovia sottostante tramite produzione di energia dal sistema piezoelettrico. - la coltivazione stessa di bamboo che, oltre a rinaturalizzare l’area, ha una forte capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico grazie alla sua capacita di assorbimento dell’anidride carbonica, contribuendo così a diminuire l’effetto serra.

UN SISTEMA COOPERANTE La sopraelevata di Genova diventerà un sistema cooperante che ruoterà attorno a tre principali funzionalità: • percorso formativo-educativo, con le strutture “ricettive”in bamboo, gli infopoint per il turismo, le coking aree, gli spazi didattici-ludici, gli orti urbani; • percorso verde-agricolo-ecologico-energetico, con la piantagione di bamboo, l’utilizzo di piante ornamentali-rampicanti quali glicine e gelsomino e di tecnologie innovative come la foresta e il sipario piezoelettrico; • percorso economico-culturale, che rappresenterà l’ eccellenza per la città di Genova, uno spazio urbano ricreativo, di insegnamento per i cittadini, i turisti e gli studenti ma anche produttivo su cui si farà marketing internazionale (fiere, mercati, vendita ed esportazione).


GRRRID07 - Piergiorgio Italiano, Anna Paola Buonanno

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Our proposal for the design of the historical collection of Compasso d’Oro is entrusted to twelve “micro-architectures” (each relating to a subject area of the collection), enabling the development of the physical collection on display, but at the same time providing useful surface to exhibit the intangible heritage. This exhibition design base its organization on the pace of the rooms used as permanent spaces: here the steel trusses mark the space in a precise and repeated way. The position of the micro-architectures is so dictated precisely by the trusses at the top, as if to indicate a musical time in the reading of the space. The series of “new environments”, created by these micro-architectures, set up a free path and emphasize the change of the topics covered. The portals make us then enter every time in a space similar to the above, but not yet identical, allowing a continuous discovery as in a labyrinth.

Piergiorgio Italiano, Anna Paola Buonanno — GRRRID07

In praise of shadow - Alix Héaume & Adrien Robain

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THE SITE

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The wooden envelope lets the wind go through and gives coherence to the building

A coordinating facility, open to the University The building of the University Library, located at the heart of the Guyanese University Campus has to be a driving force within the University and contribute to its regional radiance. It is a structuring facility for all the buildings that constitute the Guyanese University Campus : its vocation is to gather books and readers in a unique place dedicated to knowledge, an open and generous place within the University. It is about providing a cultural and documentary service of quality and also materialise the image of the regional community, therefore one of the main issues is to give to the building of the University Library a physical, social and symbolic identity that will impact the one of the neighbourhood and of the city.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

View from the garden of the campus

Our aim is to give to this unique building for its program and its central position, a proper architecture – identifiable by its volumetry and its uses – combined to an opening upon the whole University.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

View from the access path of the university

IN PRAISE OF SHADOWS

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Night view from the garden at the center of the campus

A gallery around the building and at the heart of the University The main architectural choice is the creation of an open peripheral space : unlike a construction cast in one piece with no dialogue with the surrounding, the building is wrapped up with a peripheral space of variable dimensions called “gallery” or peristyle. This gallery is an open space, a place where the students meet and pass through, an extra room between inside and outside, sheltered from sun and rain.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Night view of the wooden facade and the peristyle

Additional wealth, the peristyle forms a place to exchange, a public space taken over – and even “the space for the public”– which connects the library to the rest of the University : the library is a place for studying that is not cut off from the rest of the world, all it takes to see the life of the University Campus is to look up when sitting at a reading table and have a look at the traffic and motions in the gallery. This one is made of a filter : a slope of wooden lace carefully placed around a concrete core.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Main entrance

The wooden filter allows : • to open the building upon the whole University, • to provide an extra collective space, a transitional space for stimulating sociability, • to bring dim light inside the building, • to offer a building of great unity and create a landmark on the University Campus.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The tropical shaded peristyle protects from the sun the central building containing the program

AMAZONIAN ENVIRONMENTAL QUALITY

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The concrete facade

The construction industry in general, is a field highly consumer for the primary resources (water, energy, raw material) and great waste producer. Our thought has naturally been brought towards an Amazonian Environmental Quality process, version of the High Environmental Quality certification (HQE®) in tropical and subtropical countries. The aim is to minimise, during its whole lifespan, how much the building will impact its external environment and the users who will live there during several generations. It aims at reducing at most the consequences of a construction over : • the user : _ internal pollution : paints, solvent, use of noxious materials ; _ health quality : water, indoor air quality, residual humidity, … ; _ physiological well-being : hygrothermic, acoustic, visual, olfactory comfort ; _ psychological comfort ; • the environment : _ close : soil pollution (construction site, deconstruction) and water pollution (construction site, waste) ; visual, sound, olfactory, climate impact ; _ regional : air pollution ; electricity produced by thermal power station (CO2, NOx, SO2) ; _ international : greenhouse effect ; ozone layer (refrigerants from the air conditioning).

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The large reading room viewed from the mezzanine

The main goal for a library is to be able to read comfortably and, beyond the comfort given by the furniture planning, the essential following criteria have to be taken into account :

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The large reading room below the mezzanine

_ The thermal comfort The sun protection of the building rests on the principle of the double-skin façade. All the facades and particularly the W/E facades are protected by this wooden filter that forms a very effective brise soleil, a second roof protects the programmatic heart from the solar radius very intense in Guyana (proximity of the Equator).

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Interior views

_ The visual comfort It is a decisive condition : it consists in providing a diffuse light into the room so that any angle with which one takes a book, there are no embarrassing reflections. The project offers a gentle and enveloping light, as a result of the many openings spread over the facade : the generous light first filteres by the wooden skin is then released in a homogeneous manner inside the building. With the same logic, the artificial light is regularly distributed in order to avoid any brutal dazzling light or source of reflections and backlighting.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Reception spaces

_ The acoustic comfort By implementation of absorbing materials : soundproof ceiling, plaster wall lining for sound insulation of the Mezzanine and the training / exhibition rooms, etc, offer inside calm inviting concentration.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Multimedia area

FUNCTIONAL ORGANISATION

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The large reading room viewed from the mezzanine

The library is considered as an open space, with wide reception spaces, diverse reading and research spaces and the possibility of lending books. It is also a facility that combines traditional documentation and modern technologies. The building is composed of 2 parts : one that receives the public and one reserved for administration and its technical rooms. The spaces dedicated to the public are located on the ground floor and on the mezzanine ; the ones for the administration on the ground floor and the upper level. Patios and rifts mark this dissociation and improve the lighting at the centre of the building.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

The mezzanine and the large reading room

At the different levels there are :

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Site plan

On the ground floor Once coming through the gallery – true threshold – the library is reached through a double door entrance space open on a wide entrance hall. Into the hall there are : a waiting area, a reception desk, and in the back the sanitaries (the central position of this desk allows to control at a distance away from the reading room).

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Groundfloor plan

After going through the access control, the visitor directly reaches the lending desk, the press room, or the temporary exhibition space. The documentary room largely extends in the whole space located behind the reception desk and the temporary exhibition space. Two patios have been set up in order to bring natural light at the core of the building between the public part and the administrative part, and also in anticipation of an extension requested in the program. The central patio therefore becomes the heart of the connection element organised in a thematic garden.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Upper floor plan

On the upper floor For the public part on the mezzanine there are : - in the documentary room, spaces dedicated to individual consultation : individual work cubicles and research networks ; reachable directly from the large central staircase or from a smaller staircase on the side. This configuration offers privileged workplaces that have a clear view over the large room located below. - a “box” or an autonomous volume that contains the multimedia training room on one side and the exhibition room on the other. The latter is also reachable from a staircase that gives onto the entrance hall.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Section AA

The entrance to the administrative part is direct from the ground floor, taking the elevator or stairs located on the side of the patio. The offices and the common premises are divided on both sides of the staircase ; they all benefit from natural lighting and views outside and to the patio.

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

Section BB

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

East facade

Alix Héaume & Adrien Robain — In praise of shadow

North facade

British American Tobacco - Jose Orrego

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Bearing in mind the considerations that a CONTEMPORARY CORPORATE BUILDING must have, we have integrated the functions in a UNIQUE and DISTINCTIVE BUILDING.

Jose Orrego — British American Tobacco

ICON PROJECT

Jose Orrego — British American Tobacco

Death to the straight line, here it’s about to break schemes, so we have considered very important to create a new esthetic in the environment that shows this corporate building in a new generation. Its shape is similar to a contemporary device, similar to an IPOD that tells us about the 21st century and its new esthetic codes. The result is a modern image for the use of materials and proper shapes of our era, already unique, having in consideration that no building in the city has these characteristics in their volumetric shape; dynamic – since the building esthetic is fresh and open. Makes feel young to the building users. Vanguard, since the complex has no precedents in the city and searches to create a new standard in the development of these types of edification, also including FEN SHUI criterions, new materials and new shapes. This building has been designed to be a new reference point in the national architecture.

Jose Orrego — British American Tobacco

DEVICE BUILDING

As said before, there has been a particular view with the volumetric treatment to achieve a building that in just one volume resumes all the functions. All the exterior treatment is in composed aluminum plank, color shiny white in a way that reinforces this condition of contemporary device. The main elevation has a great reflective glass curtain wall with white aluminum work, in front of the water mirror in a way that from the interior can be a pleasant, soothing and relaxing view.

On the sides, the building has been perforated with long windows to both sides to create interior frames with view to the trees. In this way, it’s erased the sensation of a limited land in the sides and it’s created a sensation of a building in the middle of a park in the short side.

SUBLIMATION OF THE BUILDING

This device – building, must be treated like a jewel so it can sublime its condition of unique building and all the users or visitors recognize this characteristic. This building has been placed upon a water mirror that reflects its image and get up high on its presentation. For the entire one who enters, can enjoy the route in front of the building and around the water mirror, preparing and announcing the visitor the interior experience. The idea is that the building reflects the values of a winning company.

ENVIRONMENTAL QUALITY The proposal has have particular care to bring environmental quality, which means that we have to look to have interior perspectives and quality spaces for people who will work in the building. This has been achieved creating windows that frame an external landscape created to generate relaxation and with the creation of a central park that allows to feel the office inside a whole area. The entire proposal incorporates a landscaping and illumination solution that brings up high the view and the building.

THE CENTRAL SPACE: LANDSCAPING AND FEN SHUI It’s important to make notice the creation of a CENTRAL PARK which permits to have a good quality to the outside view to the majority of the building workers, who can all share between each other when they work in the inside. This space has become the central pivot in the whole building and creates a controlled area with a landscaping treatment who all share and creates a pleasant atmosphere to develop an open and trustful culture, so it can become the best place to work. This project proposes the creation of a building that inspires respect and pride to work there.

This open area allows to offer also a quality space for smokers, which are not ‘grounded-zones’, on the contrary for who decides to smoke, can count with a nice quality experience. The central location permits the access from any point.

OPEN PLAN The office has been solved like a great platform in 2 levels that can be reconfigured at any time for its condition of free open plan, illuminated in all its parts for open spaces.

CORPORATE IMAGE It has been created a color language for each sector that allows, based on color plans, give the distinctive characteristics for each sector. It has been proposed own identities that permit to give independent images under the corporate shadow of the entire corporation.

SAFETY The building has been taken as a conception to have just one access that permits the total control of the building, it will be conceived as just one building to bring a image of a one of kind building with a great strength as a complex. It has been proposed a section wall between the two sectors that guarantees that each zone has its independent life and assuring each sector on this way.

Boulevard Jockey Plaza I - Jose Orrego

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Title: Jockey Plaza Boulevard Design Agency: Consultora Metropolis Location: Jockey Plaza Shopping Center, Lima-Perú Client: Administradora Jockey Plaza Shopping Center Date of completion: November 2010 Area: 5.610sqm Photography: Juan Solano Others: Landscaping: Eileen Dancuart, Lightning: Claudia Paz, Structures: Rivera Feijoo, M&E Installations: INGESER (Ana Torres), Evacuation: Engineering Services, Construction: Coinsa Project Description: This project has been developed in two levels, recreating a vile with small buildings and creating a controlled urban experience. The idea of this proposal is to create a special and fully equipped meeting point as well as a place to interact in a small scale. That’s how the scheme is based on three articulating elements: • The main circular square, which is the most important space and thought as a big attraction. It is playful and its use is associated with entertainment. • The central axis, symbolic element that will become the icon of the mall. • The new technology applied to create a day-night experience by the use of LEDs, landscaping and façade treatments.

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza I

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza I

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza I

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza I

Boulevard Jockey Plaza II - Jose Orrego

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FOR PROJECT Title: Jockey Plaza Boulevard Design Agency: Consultora Metropolis Location: Jockey Plaza Shopping Center, Lima-Perú Client: Administradora Jockey Plaza Shopping Center Date of completion: November 2010 Area: 5.610sqm Photography: Juan Solano Others: Landscaping: Eileen Dancuart, Lightning: Claudia Paz, Structures: Rivera Feijoo, M&E Installations: INGESER (Ana Torres), Evacuation: Engineering Services, Construction: Coinsa Project Description: This project has been developed in two levels, recreating a vile with small buildings and creating a controlled urban experience. The idea of this proposal is to create a special and fully equipped meeting point as well as a place to interact in a small scale. That’s how the scheme is based on three articulating elements: • The main circular square, which is the most important space and thought as a big attraction. It is playful and its use is associated with entertainment. • The central axis, symbolic element that will become the icon of the mall. • The new technology applied to create a day-night experience by the use of LEDs, landscaping and façade treatments.

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza II

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza II

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza II

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza II

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza II

Boulevard Jockey Plaza III - Jose Orrego

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Arq Jose Orrego El Jockey Plaza siempre ha sido uno de los más grandes y reconocidos centros comerciales en el país, siempre ha tenido diseños y experiencias innovadoras, lo cual lo hace un referente de nuevos estándares de centros comerciales. En esta nueva ampliación se busca dar una experiencia diferente al resto, haciéndolo un espacio vanguardista, logrado por los nuevos elementos incorporados. Consisten mayormente de unos elementos más orgánicos, estos grandes árboles que acogen a los visitantes, con hojas que tienen distintos efectos de luz, lo cual se asemeja a un bosque, con las copas de los arboles en alto. La iluminación en este proyecto juega uno de los roles más importantes, puesto que es lo que destaca, junto con el diseño tridimensional que nos ayudo a elaborar esta estética. La luz complementa a la torre luminosa, y ambos son parte de la sincronización de esta escena casi teatral. De esta manera los visitantes o transeúntes no solo obtienen entretenimiento en las actividades que pueden lograr en el local, sino también en el mismo ambiente. El recorrido además tiene otro elemento, un local en forma de geoda roja, lo cual suma a el efecto vanguardista que estamos buscando dar, y al mismo tiempo darle un aspecto diferente e impactante. Este local es una experiencia que se puede comprarar con los más grandes centros comerciales, por ejemplo en Hong Kong, Las Vegas, Dubai o Londres, que buscan que su experiencia sea enriquecida con el mismo recorrido del lugar.

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza III

El Centro Comercial “Jockey Plaza Shopping Center” es una edificación constituida por un conjunto de locales comerciales y/o tiendas por departamentos y/u oficinas, organizados dentro de un plan integral, destinada a la compra-venta de bienes y/o prestaciones de servicios, recreación y/o esparcimiento. El Jockey Plaza Shopping Center se encuentra estratégicamente ubicado; en la intersección de los dos ejes viales más importantes de la ciudad El proyecto de remodelación comprende aproximadamente 3,625.56m² de área techada. El Proyecto denominado “BOULEVARD TERCERA ETAPA” será una edificación comercial desarrollada en un nivel, destinada a actividades cuya finalidad es la comercialización de bienes y servicios, compuesta por locales comerciales, la organización de estos locales se desarrolla a lo largo de los ejes peatonales que conectan el mal existente con el Boulevard en el segundo nivel. La idea principal de la propuesta es la continuación de la creación del espacio urbano creado en el boulevard, generando una continuidad; un punto de encuentro seguro y equipado donde se pueda recrear la vida del barrio. El esquema de esta remodelación parte de tres elementos articuladores: 1. Ejes de circulación peatonales, sirven de conexión a la zona de Plaza Vea, tienda ancla mal y el boulevard Jockey Plaza, estas circulaciones están pensadas para generar un flujo peatonal continuo, natural a lo largo del proyecto y del mal, creando la tensión suficiente para generar un tránsito interior permanente que garantice el éxito comercial de todas las operaciones. 2. Plaza: área de exhibición y venta, esta plaza sirve como un elemento articulador de los flujos peatonales que confluyen en la tercera etapa y como conexión con los flujos de la segunda etapa, es un punto focal para generar la tensión y atracción necesaria para que el usuario recorra de forma natural los ejes peatonales y asegurar el éxito comercial de los locales comerciales que se ubiquen en el proyecto. El gran aporte de esta propuesta consiste en la creación de plazuelas sucesivas en las diferentes etapas del proyecto, en las intersecciones de las vías articuladoras, que permite tener distintos puntos de encuentro y crear valor en las áreas comerciales interiores de manera que todas las tiendas sean atractivas. Se han planteado locales comerciales distribuidos alrededor de los ejes de circulación de tal manera que se genere una volumetría continua de la plaza del boulevard a la plaza de los cines. Adicionalmente se han planteado 1 ejes de circulación importante y 1 transversal que permiten la conexión y evacuación del usuario en el caso de cualquier eventualidad estos ejes o corredores están ubicados estratégicamente en el proyecto. El conjunto de fachadas se han diseñado para tener impacto y para mostrar la oferta del centro comercial tanto de día, así como de noche con una propuesta única de iluminación, continuando con la propuesta del boulevard. Todo el proyecto está pensado para que cuente con una solución paisajista que enriquezca los espacios así como un tratamiento de iluminación comercial que valore los espacios comerciales.

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza III

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza III

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza III

Jose Orrego — Boulevard Jockey Plaza III

Pacifico University - Jose Orrego

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In this new building, the main idea was to develop a whole campus around a circular space in 5 levels.

Jose Orrego — Pacifico University

FIRST FLOOR In the first floor are located the reception area, both access to the circulation nucleus, the exhibition rooms, the coffee and snack station, the main square and the terrace.

Jose Orrego — Pacifico University

SECOND FLOOR In the second floor are the classrooms, the administrative headquarters of the building and the vertical circulation nucleus.

Jose Orrego — Pacifico University

THIRD FLOOR In the third floor are the classrooms, the “Aula Magna” and the vertical circulation nucleus.

Jose Orrego — Pacifico University

FOURTH FLOOR In the fourth floor are the classrooms, the “Aula Magna”, the “Antesala” and the vertical circulation nucleus.

Jose Orrego — Pacifico University

FIFTH FLOOR In the fifth floor are the classrooms and the vertical circulation nucleus.

Jose Orrego — Pacifico University

FIRST BASEMENT Besides the parking zone, a technical area for the Auditorium was also considered.

SECOND BASEMENT At this level, besides the parking zone, are also the Auditorium and all the complementary areas such as the foyer, public area for 278 people, a small coffee station and a table area.

THIRD BASEMENT At this level is the Auditorium stage.

FOURTH, FIFTH, SIXTH BASEMENT Parking zone.


Jardines de la Paz - Jose Orrego

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Jardines de la Paz was the first private cemetery developed in Peru. After many years of cemeteries being managed by public institutions, it was legally available that there could be investments in this subject, which in turn permitted the development of the first private cementery.

Jose Orrego — Jardines de la Paz

It seemed necessary to create a symbolic building that made it easy to create the confidence and credibility necessary in a new cemetery in a society which was used to honor the departed in traditional cemeteries.

Jose Orrego — Jardines de la Paz

The main idea was to create a principal volume, with a strong presence but at the same time be extemporal in order to consolidate this new cemetery. It is not necessarily catholic. This space, a chapel, acts as a pre room for the cremation process, which is done in the back area.

Jose Orrego — Jardines de la Paz

This complex holds two constructions, one represented by the chapel which has a mystic aspect; and the other represented by geometry, which has an industrial aspect where the crematorium is. Both construccion are located in a landscape that has a park and a hill. The chapel was designed as a transition from the terrain to the divine.

Jose Orrego — Jardines de la Paz

The base is made of Stone and evolves into fringes of black reflective glass and finishing in a point, as well made of glass, which reflects the sun. This image gives us a sensation of a solid sliced, which holds heaven inside, and also changes from something rural, like stone, to something smooth, like glass.

REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI - - Daniela Salvetti

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La scuola

Daniela Salvetti — REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI -

Quello che si voleva evitare nella realizzazione della scuola era l’uso dei corridoi (infiniti) per la distribuzione alle varie aule. Fondamentale è stata la ricerca di un modello architettonico che potesse trasformare lo spazio solitamente dedicato al raggiungimento dell’aula ( e quindi di distribuzione) a spazio con propria risorsa relazionale. Il frutto di questa volontàè stato quello di progettare tre “corti”, due corti interne coperte ed una esterna. Le due corti interne diventano con la loro conformazione il perno di distribuzione verticale e orizzontale sul quale si affacciano le varie aule ed i servizi. La corte esterna per la sua particolare collocazione (rivolta a sud e riparata dai venti) si configura come un ambiente relazionale all’aperto, con proprio microclima, che funge da filtro tra il giardino e gli spazi interni. La corte esterna è definita da una cortina di vetrate che assolvono nella stagione invernale il ruolo di captatori di energia solare (“l’architettura, di tutte le arti, è l’unica forse dove la costruzione d’uno spazio interno e d’no spazio esterno è parte costitutiva del suo stesso esistere” ). In prossimità dell’ingresso della scuola si trova la sala polifunzionale che può accogliere circa 180 persone, l’accesso potrà avvenire direttamente dall’esterno facilitandone l’uso anche in ore extrascolastiche. Il piano terra accoglie spazi per l’attività amministrativa, la sala riunioni, la sala insegnanti e la mensa che si affaccia a sud sul giardino. I piani superiori accolgono le aule didattiche, normali e speciali. Il piano interrato potrà essere sistemato con depositi , archivi e vani tecnici. Complessivamente la scuola si organizzerà in 15 aule per la didattica normale, in 3 aule di sostegno e 8 aule speciali e una biblioteca.

Daniela Salvetti — REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI -

La palestra

Daniela Salvetti — REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI -

Il complesso sportivo è stato sviluppato nella consapevolezza che la nuova palestra deve assolvere una doppia funzione, essere utilizzata ovviamente dalla scuola ed essere utilizzabile dalle numerose associazioni sportive presenti nel territorio del comune di Mori. Sul territorio comunale, infatti,non vi sono altre strutture sportive e tutte le associazioni si “appoggiano” alla palestra scolastica. Il progetto prevede la realizzazione di un corpo spogliatoi ad uso prettamente scolastico ed un corpo spogliatoi, tribune e palestrine completamente indipendenti. Il corpo di collegamento tra la palestra e la scuola accoglie due ampi spogliatoi per gli alunni, due spogliatoi insegnanti,l’infermeria e i depositi; l’uso sarà prettamente scolastico. La scelta di suddividere gli spazi nasce da esigenze gestionali e manutentive. La palestra è stata dimensionata rispettando le dimensioni dei campi da gioco per competizioni internazionali, con la possibilità di essere divisa in due palestre con l’ausilio di una parete mobile divisoria. Il fronte principale è caratterizzato da un accesso distinto per gli spettatori ed i giocatori, L’accesso del pubblico è caratterizzato da una vetrata che si sviluppa fin al primo piano dove si accede alle tribune del pubblico per 280 posti circa. A lato dell’ingresso si trova un volume che potrà accogliere sia a piano terra che primo una palestra (per pesi ad esempio) o sale per le associazioni.

Daniela Salvetti — REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI -

Daniela Salvetti — REALIZZAZIONE DEL NUOVO COMPLESSO SCOLASTICO CON ANNESSA PALESTRA “ BARTOLOMEO MALFATTI “– COMUNE DI MORI -

FFB and Aurelio Cortesi - Fabrizio Fraboni Baroni

Riqualificazione modulare del litorale ebolitano - francesco naimoli

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riflessioni progettuali per trasformare in una città satellite un luogo abbandonato; la modularità che diventa elemento distintivo, schema e organizzazione funzionale.. Nella comunicazione visiva il concetto di autosomiglianza è fondamentale. Il concetto fisico afferma che il tutto è approssimativamente simile, e talvolta identico, ad una delle parti che lo compongono. La ripetizione del fenomeno visivo “modulo” determina una certa ridondanza dovuta alla conformità del tutto e delle parti.

francesco naimoli — Riqualificazione modulare del litorale ebolitano

scuola - esterno

Si è cercato così di dare corpo ad una struttura urbana sempre simile a se stessa, nonostante l’estensione sul territorio, di modo che sia possibile riconoscere le forme ed autolocalizzarsi all’interno dell’area. Ogni settore è caratterizzato dal proprio edificio, tutti pensati con la stessa chiave di lettura, molto simili nelle parti eppure differenziati nell’insieme.

francesco naimoli — Riqualificazione modulare del litorale ebolitano

francesco naimoli — Riqualificazione modulare del litorale ebolitano

francesco naimoli — Riqualificazione modulare del litorale ebolitano

palestra

francesco naimoli — Riqualificazione modulare del litorale ebolitano

hotel

design_arredo urbano - sabrina romani

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