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Wadi Ramm Hotel Resort - michele londino , Amer Bashir engineer

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L’ambizioso programma della committenza impone la coesistenza delle funzioni di Resort e di museo antropologico all’interno dello stesso edificio. Un programma ambizioso ma realisticamente legato alla vocazione turistica e culturale dell’area. Conoscere la natura del luogo in cui pensare l’edificio è senza dubbio l’impresa più complicata. Il sito si mostra, subito, molto complesso per la preesistenza di elementi naturali poco inclini al compromesso, e fare ricorso agli abituali strumenti di lettura si rivela inadatto. Tutto sembra essere inadeguato; tutto è fuori scala. Per comprendere il sito, allora, si è fatto ricorso al tema della geologia. Il luogo poteva fornire informazioni affrontandolo nella sua vera natura e quindi sfidarlo nella sua massima potenzialità espressiva cioè nella natura della sua formazione tettonica e geologica.

michele londino , Amer Bashir engineer  — Wadi Ramm Hotel Resort

relitti geologici

La regione geografica del Wadi Ramm, è una immensa distesa di sabbia rossa delimitata da grandi catene montuose anch’esse “arrugginite” dall’ossidazione del ferro contenuto nelle rocce e nelle sabbie di cui sono composte. L’area è caratterizzata da una formazione di montagne che in alcuni casi raggiungono anche altezze superiori a 1700 m sul livello medio del mare. Questa alternanza di montagne, di insenature e ampi spazi, costituiscono una mappa apparentemente disordinata. All’interno di questo sistema principale c’è un’altro paesaggio costituito da frammenti di roccia che affiorano come isole dalla sabbia rossa del deserto. Alcuni di questi “relitti geologici”, quasi completamente erosi dal tempo e dal vento, assomigliano a relitti di imbarcazioni arenate. L’idea dell’edificio nasce proprio dalla rielaborazione in chiave architettonica di un relitto presente nell’area di progetto.

michele londino , Amer Bashir engineer  — Wadi Ramm Hotel Resort

michele londino , Amer Bashir engineer  — Wadi Ramm Hotel Resort

michele londino , Amer Bashir engineer  — Wadi Ramm Hotel Resort

michele londino , Amer Bashir engineer  — Wadi Ramm Hotel Resort


Altre architeture - michele londino

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Nell’apparente contraddizione fra il nomade e il villaggio è rintracciabile una nuova mappa della metropoli contemporanea. C’è una bella frase di Gilles Deleuze, che racchiude il senso più intimo dell’abitare nomade, la frase è la seguente: il nomade è là, sulla terra,ogniqualvolta si forma uno spazio liscio. Il nomade abita questi luoghi, resta in questi luoghi e li fa crescere; per questo si può constatare che il nomade forma il deserto non meno di quanto il deserto formi lui. Aggiunge il deserto al deserto, la steppa alla steppa1.

michele londino  — Altre architeture

la porta della città

michele londino  — Altre architeture

le mura ella città

michele londino  — Altre architeture

torri e bastioni

michele londino  — Altre architeture

templi e palazzi

casa R. MUSTICH - Dario Oliva

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Casa R. Mustich è la casa di una giovane coppia amante della vita di campagna. Il piccolo lotto di terra, pianeggiante ed alberato, si trova immediatamente a ridosso della periferia urbana, lungo una stretta strada costeggiata da muretti in pietra che delimitano piantagioni e piccole case sparse nel paesaggio.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

I caratteri del luogo e le aspirazioni dei proprietari hanno suggerito il progetto di una casa improntata alla semplicità, in cui bianche mura mediterranee e pietra calcarea a spacco dialogano con il carattere rurale del sito, con gli agrumeti ed i frutteti nel verde della natura pugliese. Il fabbricato, a partire dal nucleo compatto della zona notte/servizi, si dispiega sul terreno circostante con gli spazi interni del soggiorno e della cucina, disegnando vari cortili esterni parzialmente racchiusi dalla continuità delle alte murature perimetrali del nucleo abitativo. Il sistema dei cortili, sistemati a verde con rampicanti e piccoli alberi di agrumi, si pone come elemento di mediazione tra la casa e la natura circostante e, caratterizzando il fabbricato, è la chiave interpretativa del progetto.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Il progetto ha conseguito il punteggio di 2,62 secondo i parametri del “Protocollo Itaca Puglia 2011 – Sistema di certificazione di sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici ad uso residenziale”. Il fabbricato è in costruzione.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

R. Mustich House is the home of a countryside-loving young couple. The small allotment, level and tree-lined, is located immediately past the outskirts of town, on a narrow road run along by dry stone walls delimiting plantations and small houses here and there in the land.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

The location’s features and the owners’ attitude inspired the design of a house characterized by simplicity, in which white mediterranean walls and calcareous ashlars connect with the site’s rural nature and its citrus groves and orchards surrounded by the green Pugliese environment. The building, starting from the compact core of thesleeping/restroom area, stretches onto the surrounding plot of land with the livingroom and the kitchen’s internal spaces, outlining different courtyards which are partially enclosed by the continuity of the housing unit’s high perimeter walls. The courtyard system, arranged with climbers and small citrus trees, works as linking element between the house and the surrounding environment and, since it is peculiar to this building, it is the key to interpret the project.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

The design has achieved a 2,62 score according to the “Itaca Puglia 2011 Protocol –Energy saving and environmental sustainability of residential buildings certification system” parameters. The building is under construction.

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Dario Oliva — casa R. MUSTICH

Archea Associati (+) Fabrizio Fraboni Baroni - Fabrizio Fraboni Baroni

Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo

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Il caso di Ceriano pone all’attenzione la necessità di allargare concetto di “centro storico” come “insieme architettonicamente coerente” i cui valori testimoniali stanno nella sua interezza più che nel singolo monumento, comprendendovi gli aspetti naturalistici legati sia agli spazi verdi (giardini tradizionalmente intesi), sia a quei brani di natura, ovvero “di paesaggio”, che ne fanno parte integrante. Sebbene esterno al nucleo edificato storico, anche il plesso scolastico, oggi “Istituto comprensivo Cesare Battisti”, diviene parte fondamentale dell’“intelaiatura strutturale” del comune. La nuova gerarchia della rete viaria proposta, tale da progressivamente limitare il traffico di attraversamento, consente di ripensare gli spazi pubblici del nucleo storico. Dal punto di vista urbanistico, la riqualificazione è intesa come identificazione degli spazi pubblici e/o di uso pubblico “rappresentativi”, con particolare attenzione alle connessioni al sistema viario storico principale; identificazione e valorizzazione dei percorsi pedonali, anche interni agli isolati centrali; consolidamento delle funzioni collettive compatibili. Si propone la riduzione del traffico di attraversamento e moderazione del traffico locale; il recupero di spazi pubblici alla fruibilità pedonale con restringimento delle carreggiate. Si definisce pertanto come “nuova triangolazione ” degli edifici rappresentativi e delle attività collettive, il seguente sistema: Governo e Culto (Municipio e Parrocchiale di S. Vittore); Istruzione (campus scolastico pubblico dalla scuola dell’infanzia e del ciclo primario) e Centro Sportivo comunale; Tempo libero ( Laghetto e Parco delle Groane). I principali complessi rappresentativo-funzionali, si articolano attorno all’asse urbano di via Cadorna, piazza Diaz, del “Giardinone”, a cui si aggiungono il Campus scolastico affacciato sulla via Strada Meda e il Laghetto, formando uno schema a “T”. La “piazza civica”. L’attuale vuoto indifferenziato della piazza Diaz è articolato in spazi distinti entro un disegno d’insieme unitario. L’elemento ordinatore del progetto è il percorso principale di accesso alle funzioni pubbliche che dialoga con il ricreato asse prospettico di via Cadorna, verso sud, e quello laterale (est) del Parco, verso nord (orientati sul medesimo asse geometrico). Su di esso si appoggiano: (A2) lo spazio “rappresentativo” davanti all’ex Asilo e all’ingresso del Municipio, organizzato su quote diverse gradonate così da formare un piccolo “spazio teatrale”, orientato su un palco-basamento per cerimonie pubbliche. (A3) la piattaforma pedonale, rialzata, che segna una zona di rispetto dell’area pedonale e consente un punto di vista “eccezionale” verso i principali assi prospettici del centro. Luogo principale di sosta e incontro, è dotata di panchine singole nel campo centrale e di 4 spazi attrezzati con panche e tavoli all’ombra dei tigli esistenti. (A4) il piccolo parcheggio a rotazione richiesto di servizio sia alle attività commerciali prospicienti, sia agli Uffici comunali. (A5) il basamento per la ricollocazione del monumento ai Caduti, come centro ideale e visuale della nuova “piazza civica”. Il “Giardinone”. Il parco del Palazzo Municipale viene riorganizzato valorizzandone il nucleo storico, come elemento integrante dell’architettura tardo cinquecentesca, ed allo stesso tempo “coinvolgendolo” totalmente come fulcro dei percorsi pedonali di connessione urbana. Al suo interno è definito dalle seguenti aree tematizzate: (B1) il “giardino formale del Palazzo”, dove si interviene mediante ristrutturazione e ripristino di un grande campo centrale a prato (con demolizione delle strutture temporanee esistenti), attraversato da due soli percorsi lineari trasversali. La giacitura ortogonale al palazzo, nonché la connotazione di “natura arificializzata” del giardino rinascimentale tradizionalmente disegnato da riquadrature regolari, da bordature vegetali e lapidee, vengono qui reinterpretate attraverso il gioco composito di muretti lapidei in sequenza che disegnano fasce trasversali di prato con profilo diversamente ondulato. L’immagine d’insieme così ottenuta rimanda ad un leggero “moto ondoso”, scenografico ma rigorosamente contenuto nelle geometrie dei muretti di contenimento. (B2) lo spazio del cinema all’aperto e delle manifestazioni culturali ed associative, in asse con il Palazzo ed a ideale conclusione del giardino formale, individuato da un basamento pavimentato dotato di plinti perimetrali per posa di strutture temporanee di copertura e di una quinta fissa per spettacoli e proiezioni estive. (B3) il tracciato definito dall’accesso principale e dal percorso urbano di connessione con la piazza segue il limite est del Parco, marcando la giacitura del Torrente Guisa e intersecando i principali percorsi trasversali del giardino formale. Il percorso ligneo principale da/per l’ingresso ovest e il Gazebo ne costituisce il punto di conclusione e snodo con l’ingresso secondario sul margine ovest (B4). (B5) il percorso est-ovest di connessione urbana, innestato ortogonalmente, ha come terminali l’osservatorio sul Guisa (B6) e l’ingresso ovest (B11) e costituisce l’elemento di discontinuità nel disegno del parco che separa la parte formale dalla parte paesaggistica e naturalistica, ridisegnata dal percorso sinuoso e dalla piantagione di n. 25 nuovi esemplari di diverse specie arboree. Allo stesso tempo limite e passaggio, viene realizzato come “passerella di osservazione” in masselli di legno opportunamente trattati, in leggero risalto sulla quota di campagna; (B6) l’osservatorio a sbalzo sul Guisa che consente un punto di vista “naturalistico” sul torrente e una visuale ampia quanto nuova sull’asse nord sud del paese. (B7) il campo del giardino paesaggistico è attraversato dal percorso sinuoso del gioco e del passeggio. (B8) il Gazebo, realizzato con una trascrizione moderna dell’architettura classica si pone come momento di sosta e contemplazione; di sosta e snodo dei percorsi nord-sud ed est-ovest; di contemplazione del vero e proprio cono visuale che abbraccia tutto il parco. (B9) la zona gioco e di sosta per gli accompagnatori: dotazione fondamentale per la fruizione del parco, viene ristrutturata e ampliata. (B10) infine, la zona dei “giardini dei colori” (fioriti), in fregio al percorso trasversale verso l’ingresso ovest, allinea alcuni campi rettangolari caratterizzati da fitta messa a dimora di robuste perenni di media grandezza.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

la piazza civica e il "giardinone"

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

T.1

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

T.2

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

La piazza civica

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

T.3

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA, Federico Acuto, Stefano Gaudimundo — Sistemazione di piazza Diaz, del parco comunale, delle aree di connessione e del parcheggio. Ceriano Laghetto

T.4 Inquadramento urbanistico e sistema della mobilità

Scuola materna a Dolzago - Michele Di Gennaro

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L’idea è stata di determinare il sistema funzionale e distributivo con una forma compatta per la massima efficienza economica , energetica ed ecologica valida anche sotto il punto di vista della tenuta sismica

Michele Di Gennaro — Scuola materna a Dolzago

sintesi progettuale

Concorso "Vivere a Milano" - Felice Tavolario

Interno - Felice Tavolario

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Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno

Felice Tavolario — Interno


Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero - LAVI Architect

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Contesto urbano e paesaggistico La zona di concorso che ospiterà la nuova sede della scuola dell’infanzia (SI) del comune di Tenero-Contra, formata dai mappali 75 e 809 RFD, si situa in prossimità della stazione ferroviaria, del nucleo abitato e dell’area soggetta a variante di piano regolatore (Comparto ex Cartiera). Nel rispetto e nella considerazione di questi elementi urbani l’edificio progettato si propone come nuovo volume gerarchico, razionale e compatto, capace di occupare poca superficie rispetto al terreno disponibile. In questo modo, oltre che a valorizzare le aree esterne e i collegamenti indicati dalla variante di PR, si rendono fattibile un futuro insediamento di nuove attività sul fondo 809 RFD e un eventuale ampliamento della scuola dell’infanzia stessa (vedi masterplan 1:2’500). La semplicità dell’impianto facilita l’inserimento della SI nel contesto paesaggistico attuale come in quello futuro, supporta la relazione con la scuola elementare esistente (di particolare pregio architettonico) e crea dei rapporti volumetrici particolarmente armoniosi tra gli edifici scolastici. Le aree esterne progettate per gli accessi, per lo spazio recintato della SI e per la zona di gioco pubblica, s’integrano efficacemente a livello planimetrico e sono riconoscibili nel concetto di rafforzamento dell’asse di collegamento viario che dalla stazione / nucleo abitato porta ai posteggi della Public Plaza (uno degli elementi cardine della variante di PR del Comparto ex Cartiera). Le vie d’accesso principali legate a una mobilità“dolce” (pedoni, biciclette) avvengono in due punti, lungo l’attuale via Cartiera (che sarà resa pedonale/ciclabile dalla variante di PR) e da via Tre Case nei pressi della stazione ferroviaria (mantenimento accesso attuale). Gli accessi veicolari avvengono da via delle Ressighe e sfruttano il posteggio previsto nella variante di PR nei pressi della Public Plaza.

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

LAVI Architect — Nuova sede della scuola dell'infanzia Tenero

VILLA A PORTO MANTOVANO (MN) - PIETRO TRIOLO

Nuova velostazione a Cesano Maderno - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

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Tema e impianto della Velostazione Il tema della Velostazione è un “tema nuovo”, funzionalmente e tipologicamente. Crediamo che il progetto debba definirne il carattere distinguendolo da quello di una costruzione generica. Al contempo, per la funzione urbana e per le potenzialità di luogo collettivo, crediamo che non debba essere risolto come un oggetto di design, inseguendo sagome a effetto spettacolare. L’edificio risponde invece al tema e al luogo, cercando di definire un segno nitido rispetto al terrain vague che lo circonda, costituendo verso l’insediamento un argine al parcheggio definito da una quinta lineare e permeabile. Rimanendo all’interno del perimetro indicato, la Velostazione prolunga il suo disegno anche all’esterno, definendo una strip urbana che punta verso la stazione, unico elemento primario dell’intorno con cui entrare in relazione. Un “deck” appena rialzato rispetto al piano del parcheggio, prolunga il sedime in cui si colloca l’edificio, realizzando spazi all’aperto attrezzati per la sosta, la riparazione, l’incontro, e la sede del possibile futuro ampliamento in due fasi. Verso la stazione, il deck è concluso da un portale in metallo dominato da una grande ruota di bicicletta stilizzata, che definisce il vestibolo di accesso dal parcheggio rivolto verso la facciata della stazione. Grazie al dislivello esistente tra la quota di campagna e quella del parcheggio, il progetto risulta sbalzato come su un podio e acquisisce maggiore dinamicità nelle sue linee. In ragione di ciò, gli alberelli oggi esistenti vengono rimossi e ricollocati ai lati della strip. Alle due estremità del deck si innestano i nuovi percorsi in rampa che risolvono i dislivelli esistenti (con pendenze inferiori all’8%) e si allacciano senza soluzione di continuità ai percorsi urbani, all’uscita del sottopasso e alla pista ciclabile esistente. L’ingresso occidentale al deck, oltre ai percorsi all’8%, presenta anche una rampa più ripida di accesso diretto alla velostazione per i ciclisti più atletici.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

La soluzione funzionale e figurativa Volendo indagare, insieme al luogo, anche il carattere del tipo “Velostazione”, l’impianto di progetto muove dall’ipotesi che, incentivando nuovi comportamenti di mobilità sostenibile, l’infrastruttura possa divenire un luogo architettonico contrapposto al non-luogo del parcheggio. Non un edificio chiuso, però, ma un moderno “coperto” attraversabile longitudinalmente che si configura come un diaframma permeabile allo sguardo e ai comportamenti. Un luogo progettato non solo per posteggiare le biciclette ma dove ci si può incontrare, trovare contenitori per scambiare liberamente oggetti (free sharing), fermarsi a leggere, a prendere il sole o riparare le biciclette sul deck all’aperto nella bella stagione. Una Velostazione al cui interno si trovano anche un’area attrezzata con distributori di bevande e uno spazio appositamente dedicato alla riparazione, dotato di utensili e ricambi. Rispondendo al luogo e alla logica d’uso delle biciclette, la Velostazione si configura come una lunga navata aperta sui due lati al cui interno si schierano tre file di biciclette, così da sfruttare la massima larghezza consentita dall’area a un impianto rettilineo. Il parcheggio a 45° gradi risulta il più vantaggioso per alloggiare le 150 biciclette nello spazio previsto, senza utilizzare stalli sovrapposti (caotici e di scarsa praticità) e senza saturare tutto lo spazio disponibile. Tra il passo dei portali definiti dai tubolari della carpenteria strutturale modulare, lungo il fronte sud trovano inserimento due volumi aggettanti, realizzati con pannelli sandwich in policarbonato alveolare rivestiti in lamiera stirata color oro pallido, sul cui lato esterno troviamo la figura della ruota stilizzata, agganciata al telaio strutturale in carpenteria. Qui trovano posto l’area ristoro, l’area riparazione-noleggio e le apparecchiature impiantistiche relative ai moduli fotovoltaici da integrarsi nella copertura (inverter, computer, banco batterie). In corrispondenza di queste aree collettive sono stati aperti dei varchi tra le file di rastrelliere così da ampliare lo spazio di sosta e, al contempo, agevolare l’inversione di marcia. Sempre in corrispondenza di queste piazzette interne, la facciata interna ed esterna del fronte settentrionale (verso il parcheggio) è scandita da una serie di contenitori di diverse altezze al cui interno i cittadini possono lasciare oggetti per il free sharing, pratica coerente con l’incentivo alla creazione di comunità sostenibili e resilienti. Il segno urbano della Velostazione è netto ma la sua forma è un doppio schermo dinamico, trasparente e permeabile. La figura della Velostazione non mima un edificio generico ma appartiene all’infrastruttura e le sue “pareti” sono come raggi di bicicletta in movimento, tubolari in acciaio diversamente inclinati che prendono il passo delle rastrelliere (definite da un semplice elemento su disegno), tra i quali possono anche affiorare all’esterno le ruote stesse delle biciclette parcheggiate. Questa possibilità, mentre amplia lo spazio minimo di manovra (comunque ben garantito), rende la bicicletta parte del dispositivo del prospetto, ancor più dinamico e cangiante. La pianta e i prospetti della Velostazione si impostano sul modulo definito dal passo delle biciclette, cui si coniuga anche il passo strutturale dei portali di sostegno in tubolari di acciaio e il ritmo del diaframma dei montanti inclinati. Sebbene la Velostazione rimanga sostanzialmente aperta (ad eccezione del volume del noleggio), si possono prevedere dei teli avvolgibili modulari per riparare da particolari condizioni metereologiche avverse. Non si ritengono infatti necessarie particolari protezioni contro il furto stante che, di norma, il bike sharing è un sistema urbano di per sé privo di custodia e il parcheggio per le biciclette di proprietàè limitato all’interscambio ferroviario dei pendolari. Ciò vale a maggior ragione nel momento in cui si optasse per la presenza fissa di un addetto al noleggio-riparazione-vendita, anche considerata la dimensione ridotta della Velostazione e il suo impianto lineare facilmente controllabile senza muoversi dalla postazione assegnata. Lo spazio esterno del “deck”, che prolunga verso la stazione ferroviaria la pavimentazione rialzata della stazione in calcestruzzo architettonico lavato, intende offrire a sua volta uno spazio aperto pubblico e attrezzato con sedute e pedane, in cui la comunità possa incontrarsi, riparare all’aperto le biciclette nella bella stagione, prendere il sole. Seguendo il passo della maglia strutturale, due apparecchi di illuminazione tubolari in fibra di vetro e cristallo, segnano le campate delle due future fasi di ampliamento previste, illuminando suggestivamente il “deck” alla sera. Infine, il portale rivolto alla stazione perimetra questo ambito distinguendolo dal parcheggio, costituendone il vestibolo di accesso e il tramite col percorso verso il sottopasso della ferrovia.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Possibilità di ampliamento Essendo la Velostazione costruita con un sistema a secco e mediante la predisposizione delle fondazioni e ancoraggi, l’ampliamento risulterebbe immediato. Il sistema consente, inoltre, configurazioni anche differenti (in curva, ad angolo) per inserirsi anche in altre aree della città. Si possono ipotizzare, ovviamente, anche ampliamenti in verticale mediante l’uso di rastrelliere sovrapposte che però risultano poco pratiche e molto caotiche nell’insieme. Il sistema estroflesso dei volumi dei servizi, a sua volta, consente ampi margini di variazioni, addizioni, ampliamenti nel tempo, sia in senso longitudinale sia trasversale. - FASE 1°. La velostazione è dimensionata come da richiesta del bando per 150 velocipedi. Vi sono varie possibilità di ampliamento futuro: - le rastrelliere per biciclette su due livelli separati consentirebbero di raddoppiare immediatamente la capienza, ma le premesse su ruolo urbano e collettivo di questo edificio non ci fanno caldeggiare questa soluzione a “pollaio”. Quelle sfalsate non apportano significativi incrementi. - FASE 2°. è possibile invece ampliare di un modulo strutturale (500cm) l’edificio, raggiungendo la capienza di 178 velocipedi. Se le esigenze lo richiedessero, il volume adibito alla riparazione, noleggio, vendita, può a sua volta crescere verso l’esterno, essendo anch’esso costituito da un telaio modulare in carpenteria, fino al limite dell’area di progetto. Se ritenuto necessario, il volume potrebbe crescere a ovest anche lungo il perimetro della Velostazione, dotandosi di gabinetti nel momento in cui ci fosse l’esigenza di un addetto fisso. Non avendo indicazioni precise su questo punto, la stima dei costi prevede e rende quindi subito possibile l’ampliamento del volume. - FASE 3°. Con l’aggiunta di un’ulteriore campata (sempre all’interno delle distanze minime consentite dalla sede stradale) si arriverebbe a ospitare 208 velocipedi, conservando comunque una porzione di deck esterno.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Caratteristiche costruttive Strutturalmente la Velostazione è costituita da un semplice sistema in carpenteria di acciaio zincato a caldo, scordonato, (acciaio S275 JO) e verniciato con vernice poliuretanica bianca, in cui le colonne tubolari formano con le travi trasversali e longitudinali (IPE e UPN) un sistema di controventamento, verificato per l’azione sismica e del vento (prevalente rispetto l’azione sismica) oltre che della neve. I tubolari del diaframma esterno potrebbero benissimo rimanere con la loro finitura zincata così da non richiedere manutenzione e così da poter spingere le ruote delle biciclette anche verso l’esterno, senza intaccarne la verniciatura. In alternativa, si potrebbero anche sperimentare gli innovativi profili in fibra di vetro, leggeri, economici, colorati in pasta e che soprattutto che non necessitano alcuna manutenzione. L’impatto delle opere di fondazione è ridotto a cordoli in c.a. 50xh.30. L’economia di materiali e il sistema costruttivo totalmente a secco permette la sostenibilità economica e ambientale della costruzione, una rapida esecuzione e una totale reversibilità del manufatto. La copertura piana è del tipo tetto deck, con lamiera grecata galvanizzata a vista (sp.0.7mm) e strato in polistirene rigido autoportante, sormontata da una lamiera di zinco con aggraffatura atta ad integrare i moduli fotovoltaici. Tutto il perimetro della la Velostazione e del deck è profilato da un nastro in acciaio; il pavimento dei volumi aggettanti è in lamiera antiscivolo. La pavimentazione interna del deck è in calcestruzzo architettonico lavato colorato in pasta, con pendenza verso l’esterno, mentre i percorsi esterni hanno i tappeti di usura in conglomerato bituminoso con asfalto colorato. L’illuminazione Led, con possibilità di giochi notturni di colori, è sostanzialmente incassata a pavimento, salvo che nelle aree attrezzate e nel deck dove si trovano 4 colonne tubolari in vetro temprato a forte spessore.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Nuova velostazione a Cesano Maderno

Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

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1. Interpretazione dei caratteri insediativi e di paesaggio Alla base della proposta progettuale è la lettura dei caratteri insediativi specifici di Cesano Maderno, nella loro stratificazione storica e nelle attuali potenzialità. Potenzialità, temi e criteri per la riqualificazione dell’Asse di via Conciliazione-via Cozzi, infatti, si colgono considerando una scala urbana più ampia in cui si legge come il riuso adattivo per funzioni pubbliche e collettive dei palazzi storici, chiese e spazi pubblici della città abbia configurato una sequenza di edifici, spazi e attività che, proprio nella tratta Palazzo Borromeo-Palazzo Arese, ha acquisito il carattere di vero e proprio Centro Civico. La presenza di un complesso di scuole a conclusione della prima tratta dell’asse da riqualificare, in corrispondenza del parco che fu storicamente il brolo degli Arese, a sua volta sollecita ad affrontare la riqualificazione non tanto in termini di rivestimenti, decoro e arredo urbano, quanto secondo una strategia di prolungamento e declinazione dei caratteri di centralità costituitisi lungo l’Asse degli Arese e, più recentemente, di città pubblica, fino all’antico nucleo di Binzago. Direzionalità Culturale (1. Palazzo Borromeo) e Direzionalità Pubblica (2. Palazzo Arese), trovano naturale estensione nel primo tratto della riqualificazione (A), dove lo spazio pubblico da riqualificare è inteso anche come trama di connessione tra il parco e le scuole, configurando un vero e proprio “Campo dell’Istruzione” (5). Il secondo tratto della riqualificazione (B), dal carattere invece prevalentemente residenziale, diviene però il tramite necessario tra il nucleo centrale di Cesano e l’antico “corpo Santo” di Binzago, già riqualificato, con i suoi rilevanti complessi parrocchiali e oratoriali.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

2. Criteri generali di progetto Considerato che quest’asse, insieme a quello Borromaico, è uno dei due assi urbani primari per l’insediamento, la riflessione è stata quella di prefigurare per l’Amministrazione una strategia di intervento complessiva, coerente con l’importanza di questo asse ma attuabile anche per fasi. Il progetto intende dunque misurarsi con la complessità del luogo e delle condizioni economiche, restituendo però il senso di una strategia che ponga basi solide per i futuri interventi. Ci si è dunque concentrati sulla fattibilità della realizzazione dei comparti A e B, includendo le soluzioni per una successiva estensione ai lotti C, D, E. Ci si è anche spinti ad ampliare l’ipotesi progettuale all’area F che presenta notevoli potenzialità per il senso complessivo della riqualificazione attuabile con una spesa contenuta.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

A – Prolungamento del Centro Civico e Campo dell’Istruzione lungo la sezione di paesaggio La prima tratta della riqualificazione (A), affacciata sul parco e definita dalle testate dei palazzi municipali e del complesso delle scuole, è direttamente legata al prolungamento del Centro Civico all’interno del Campo dell’Istruzione. La sezione di paesaggio restituisce il senso di questa sequenza di spazi pubblici e palazzi, introversi ma interconnessi. L’importanza di questo asse e delle attività in esso insediate, nella storia e nell’attualità della città, ci spinge a prefigurare una serie di azioni o esclusioni di parti, dilazionabili nel tempo in lotti successivi (C-D-E) ma all’interno di un orizzonte progettuale complessivo. SOLUZIONE VIABILISTICA, RIORDINO GERARCHICO DELLA MOBILITÀ, SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE - Per quanto riguarda le opere stradali, nel primo tratto tra il Municipio e via Cerati si prefigurano le caratteristiche di una zona 30Km/h, di puro accesso viabilistico al parcheggio del Municipio per favorire la fruibilità dello spazio pubblico favorendo la pedonabilità e praticando l’abbattimento delle barriere architettoniche. D’altro canto, il riordino gerarchico di mezzi e fruitori, oltre che la messa in sicurezza del pedone, ci suggerisce di introdurre dei bassi cordoli stondati a becco di civetta o semicircolari che, pur abbattendo la barriera del marciapiede e allargando la percezione unitaria dell’intera sede stradale, consentono di proteggere e segnalare correttamente i diversi flussi. Anche gli attraversamenti pedonali vengono segnalati mediante inserti in granito bianco. Questa soluzione consente di ridurre al minimo gli sbancamenti e di non modificare l’attuale posizione delle caditoie. - Nel tratto tra l’intersezione di via Cerati e la rotatoria è previsto preferibilmente il solo passaggio degli autobus delle scuole. La sede della fermata è separata rispetto al marciapiede dal cordolo a becco di civetta che si raccorda con i marciapiedi esistenti verso la rotatoria. Gli attraversamenti pedonali sono rialzati a livello del marciapiede, protetti e segnalati mediante rampe di traffic-calming. - La rotatoria è un elemento funzionale della viabilità, non un luogo dello stare. Non si propone pertanto nessuna forma di monumentalizzazione della rotatoria né la messa in opera di elementi di intralcio visivo rispetto l’asse storico. Un’aiuola di lavanda o ceanotus blu possono bastare. MATERIALI Per La tratta (A) si prevede di confermare la tipologia dei rivestimenti del nucleo storico, impiegando pavimentazioni tipo Pietra di Luserna a proseguimento dei rivestimenti di bordo in piazza Arese, posata con varie pezzature di piccolo taglio a correre e con inserti di binderi e cordoli a contrasto in granito Bianco Mottarone. Cubetti in Luserna e Inserti in rizzada possono essere positivamente considerati per i parcheggi. Davanti alle scuole si prevedono inserti di pavimentazione antitrauma colorata (giallo oro). IL PARCHEGGIO DEL MUNICIPIO E IL MURO VERDE (A, 1) Viene sbancato e pavimentato con cubetti tipo pietra di Luserna 6/10 e cordoli tipo Bianco Mottarone su massetto a doppia rete elettrosaldata. Le acque sono condotte alla canalina centrale inquadrata da binderi in bianco Mottarone, utilizzato per definire anche i parcheggi. Il muro di fondale, attualmente cieco, viene fatto vibrare mediante rampicanti (vite rossa o Rhyncospermum Jasminoisdes) messi a dimora in due aiuole laterali. E’ confermata l’alberatura esistente. IL PARCHEGGIO DEL PARCO (C,2) Inserito nel parco e schermato dalle piante, questo parcheggio© non è un elemento determinante per la qualità e la strategia dell’intervento. Nell’ottica della reale fattibilità e qualità dell’intervento, i suoi 1500 mq ca. vengono stralciati dall’esecuzione del primo lotto. Si prevedono due soluzioni in successivo lotto: - sua inclusione nel progetto delle pavimentazioni (stessi materiali del parcheggio precedente) - ipotesi futura più ambiziosa del suo interramento alla quota del parcheggio dei vigili per liberare lo spazio per la realizzazione di un’aula consigliare, oggi impropriamente ospitata presso le scuole, degno coronamento dell’asse storico in cui verrebbe a includersi legittimamente anche il presente. L’aula, sopraelevata come i saloni di onore dei due palazzi storici e direttamente accessibile in quota dal municipio, potrebbe essere uno spazio anche al servizio delle scuole stesse, mentre al piano terra potrebbe offrire uno spazio coperto per le attività del tempo libero in rapporto col parco. IL CAMPO DELL’ISTRUZIONE (A,4) Il tratto compreso tra le scuole e la rotatoria è quello più interessante per le prospettive di uso e di paesaggio. Qui lo spazio pubblico deve essere reinventato, offrendo diverse modalità per condividere e stare insieme: aspettare l’uscita dei figli, aspettare il bus, stare in gruppo o stare più raccolti, giocare. Sul lato occidentale, perciò, il marciapiede si amplia sia davanti al fronte della scuola, riproporzionando l’ampia rotatoria, sia lungo l’asse, dove mantiene al centro e in linea retta il tracciato del percorso pedonale allineato col sottoportico del Municipio. Le diverse tessiture e campiture sottolineano questo allineamento. A ribadire l’asse, una teoria di elementi ispirati alle sculture di Brancusi scandiscono lo spazio in profondità e alloggiano corpi di illuminazione. Sull’altro lato si impiegano invece elementi di illuminazione in serie. In corrispondenza della fermata dei bus, una serie di oggetti attrezzano lo spazio davanti alle scuole: - le “cornici” abitabili, per attendere, chiacchierare, leggere; - le “onde” per sedersi in gruppo, saltare, giocare, andare in skate; - il “craterino” per stare insieme raccolti, dove i più piccoli trovano sedute a misura nel suo recinto protetto. Anche la rampa principale della scuola viene riconfigura per ospitare spazi per l’attesa. Sono questi elementi a basso costo ma di impatto e significato d’uso. IL VESTIBOLO CON IL“CANNOCCHIALI”SUL PARCO (F) Si tratta di una proposta fuori lotto ma che riteniamo importante per la qualità e le potenzialità dell’intervento. Nell’angolo del parco ritagliato dal parcheggio, una stanza verde funge da aula all’aperto per le scuole. Dall’asse vi si accede attraverso un vestibolo fatto di bassi setti di legno, attrezzati anche da sedute. All’interno, lo spazio è scandito da bande di differenti tipi di prato per colorazione e fioritura, alternati a percorsi inerbati. I lati corti configurano tre gradoni sul lato scuole e, verso il Municipio, un muretto che occulta il parcheggio. Sul muro è possibile fare anche delle proiezioni serali. Verso il Parco, tre “canocchiali” rivestiti in legno (o direttamente in lamellare) offrono spazi raccolti (le “tane”) dove bambini e adulti possono godere del parco anche quando piove o il sole è troppo caldo. Anche il Vestibolo è un elemento di poco costo e alta resa di qualità e modi d’uso. MARCIAPIEDI LUNGO VIA DUCA D’AOSTA (D-E) Impegnano minimo 660 mq ca. Non vi sono risorse per una sistemazione adeguata. Il progetto suggerisce il disegno futuro per prolungare i rivestimenti lapidei anche lungo questi fronti in lotto successivo.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

B – Il tratto residenziale di connessione con la frazione di Binzago Con i suoi 3.400 mq c.ca, allo stato attuale ciò che sembra verosimile poter attuare per definire il carattere di questo spazio è la messa in sicurezza della pista ciclabile e la definizione della sosta delle auto. Non è pensabile di intervenire sulla pavimentazione dei marciapiedi senza interferire (con tutti gli impianti, chiusini, camerette da riposizionare, interrare (vedi impianti di illuminazione aerea). Non demolire nulla ma ampliare i marciapiedi esistenti per definire i parcheggi, risolvere questi ampliamenti con aiuole e messa a dimora di alberi, può essere una strategia realmente perseguibile per dare disegno e ordine a questa tratta anonima. Si otterrebbe così anche un percorso pedonale mitigato dalla residenza verso le principali funzioni pubbliche. Alcuni pali di illuminazione potrebbero essere immediatamente sostituiti senza toccare la rete. Salvo ulteriori verifiche in fase definitiva, il tappetino di usura della strada potrebbe essere già sostituito con asfalto beige colorato. In altro lotto si potrebbe procedere poi con l’interramento degli impianti e il rifacimento del rivestimento dei marciapiedi.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione dell’asse di via Conciliazione – via Cozzi a Cesano Maderno

Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

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La riconfigurazione delle corti interne al complesso dei palazzi municipali di Cesano Maderno conclude il recupero di Palazzo Arese Jacini (XVII-XIX sec.) a sede dell’Amministrazione Comunale (progetto arch. L.A. Pezzetti, 2003) e comprende l’inserimento di un passaggio coperto funzionale al suo collegamento in quota con gli uffici della sede moderna. Il progetto dei vuoti definisce i rapporti tra parti divenute oggi eterogenee (edificio e oratorio seicentesco, addizione neoclassica, edificio degli anni ‘80) costituendo, al contempo, un “interno passante”, spazio di transizione tra il luogo urbano e “artificiale” del palazzo (“il tutto pietra”) e lo spazio “naturale” del parco, un tempo brolo del palazzo, (il “tutto a verde”). Il progetto reinterpreta la storica separazione tra i due vuoti, distinguendovi le modalità di intervento: il Giardino Formale nel frammento della corte e il Giardino Attrezzato nella pertinenza neoclassica. Nell’impossibilità di restituire l’antica dimensione unitaria della corte, il Giardino Formale si propone di definire e perimetrare “architettonicamente” il carattere composito delle parti, mantenendovi al centro l’immagine consolidata di spazio aperto caratterizzato da un’ampia porzione di superficie a verde. Il campo centrale interno, disegnato da blocchi in Botticino e dalle geometrie del verde, compone i diversi allineamenti degli edifici perimetrali mantenendosi a livello ed evidenziando l’ordine delle relazioni e degli occultamenti attraverso le diverse trame delle geometrie, gli elementi architettonici in elevazione (in cemento lavato e granulati lapidei), le campiture delle pavimentazioni (Botticino Classico con inserti in pietra di Lucerna e rizzada lombarda). Il frammento ricomposto delle colonne presenti in situ – estranee e giustapposte all’impianto seicentesco – trova una propria autonoma definizione di “reperto”: l’intervallo introdotto dall’articolazione dei livelli e dalla variazione nelle campiture lapidee sospende il giudizio sulla relazione delle colonne con la facciata, rendendole invece partecipi delle scansioni e delle geometrie del Giardino Formale.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Anche il percorso in quota concorre alla definizione dello spazio aperto, stabilendo una distanza architettonicamente significante rispetto al fianco della chiesa dove, in corrispondenza del setto rivestito in legno e corten, configura un vestibolo di accesso utilizzabile a lapidario. Verso il giardino, invece, definisce il fondale per la teoria di colonne nane. La scansione alternata dei suoi sostegni tubolari misura e inquadra tutte le preesistenze rivelandone, anche spazialmente, la stratificazione.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Una Stanza Verde selciata e racchiusa da diaframmi in legno, costituisce l’elemento di snodo tra le geometrie del Giardino Formale e le linee più fluide del Giardino Attrezzato. Dotato di tavoli in legno e sedute in blocchi di Botticino a servizio della biblioteca, si dispone lungo il muro di cinta ottocentesco per non interferire nella percezione della facciata neoclassica. Sviluppandosi secondo geometrie più libere e un allestimento in prevalenza botanico, costituisce il vestibolo di accesso al parco dal palazzo e dal centro monumentale della città.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riconfigurazione delle corti di Palazzo Arese Jacini

Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

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Il recupero di Palazzo Arese Jacini (sec.XVII-XIX)ad ampliamento della sede municipale, unitamente all’inserimento di attività culturali (biblioteca ISAL, sala mostre) e alla riconfigurazione delle sue pertinenze a giardini attrezzati, inserisce gli spazi interni e le corti del palazzo in una logica di riqualificazione e praticabilità pubblica dell’intero centro storico, in continuità con il complesso monumentale del vicino palazzo Borromeo.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

La necessità di rispondere a moderni requisiti funzionali senza snaturare i caratteri spaziali dell’edificio storico – in parte compromessi da una precedente ristrutturazione – definisce il dialogo tra antico e nuovo in cui l’uso metrico degli elementi di arredo istituisce con lo spazio interno un rapporto fatto di misure, scansioni e autonomia piuttosto che di mimetismo, fusione o dialettica conciliativa tra identità di fatto irriducibili.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Il passaggio tra la scala monumentale dello spazio interno e quella minuta delle dotazioni funzionali, si compie nella definizione di un elemento unificante tutto l’intervento: la zoccolatura a fasce, intesa come strato autonomo della parete e quota limite a cui sospendere tutto l’equipaggiamento funzionale moderno (sedute, piani, contenitori ecc.). Poche figure, declinate e articolate, reinterpretano in un disegno contemporaneo il carattere severo del barocco lombardo, corrispondendo alla volontà di risolvere sul piano del carattere, i temi ed i particolari dell’allestimento interno. La modellazione essenziale dei dettagli, trattati come modanature cave, conferisce agli elementi in noce nazionale una qualità primaria in cui la composizione volumetrica prevale sull’aspetto decorativo.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

La volontà di incentivare la rappresentatività della fruizione collettiva, a sua volta, influisce sulla concezione degli spazi laddove l’ingresso, predisponendosi anche a biglietteria per la sala mostre, accoglie come una reception e l’ampia galleria di distribuzione agli uffici, adibita a quadreria, si configura come spazio interno collettivo. Nel Salone d’Onore, destinato a Sala Giunta, il grande tavolo ovale a sviluppo anulare consente la celebrazione di sposalizi attraverso la peculiare mobilità di un suo settore, così che l’accesso degli sposi al centro dell’anello, affiancati dai testimoni lungo il perimetro ovale e circondati dagli invitati tutto intorno, conferisce un’inedita ritualità alla cerimonia civile.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riuso e allestimento di Palazzo Arese Jacini

PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI - Mariangela Martellotta

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INCARICO PER LA FASE DI PROGETTO Collaborazione specialistica, consulenza e supporto al RUP nell’ambito del progetto “P.O.F.E.S.R. 2007/2013 – Realizzazione Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie “Quartiere Paolo VI” – Indirizzi Programmatici delle Giunta Comunale per gli Adeguamenti e le prescrizioni Urbanistiche e Ambientali richiesti dagli Uffici Regionali in fase di istruttoria del PIRP“Ambito 2” Quartiere Paolo VI oggetto di DCS 778/2007 e DCC 11/2010 Importo opera : 1.600.000,00 € Importo lavori : 1.237.730,95 €

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

INCARICO PER COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE ESECUTIVA

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

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Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI

Mariangela Martellotta — PIRP "Ambito 2" Quartiere Paolo VI


Costruzione di un ponte pedonale in quota - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio - Laura Anna Pezzetti, AGALMATA

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Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio, comprendente Piazza S. Eusebio, viale delle Rimembranze, Via Mandioni e il nuovo tracciamento di via Matteotti.

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Laura Anna Pezzetti, AGALMATA — Riqualificazione urbana del centro di Villa Raverio

Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario - UrbanStudio.dario vanetti

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Il nuovo Centro Civico Integrato di Travacò Siccomario è concepito come elemento ordinatore del quadrante urbano nord-est dell’abitato e si struttura a partire dalla lettura di tracce, giaciture e allineamenti stratificati nel tessuto urbano.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Il nuovo complesso architettonico si dispone come segno urbano catalizzatore per il margine nord del centro abitato, già decisamente confinato dalla presenza della circonvallazione viaria, assumendo il ruolo di intermediazione tra le ragioni della città e quelle della campagna.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Il complesso architettonico riprende una tipologia insediativa caratteristica dell’abitare rurale, quella della corte rurale, introducendovi alcuni elementi di innovazione funzionali alla configurazione degli usi richiesti dal bando di concorso, oltre che all’istituzione di un’interessante dinamica compositiva dei volumi.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

In un’accezione interpretativa contemporanea della tipologia insediativa della cascina a corte, il nuovo complesso edilizio è concepito introducendo una dinamica spirale, che culmina e si diparte dal punto di interrelazione tra il corpo ospitante l’auditorium e quello degli uffici. La spirale è in costante relazione con lo spazio aperto circostante grazie all’apertura di due varchi, che operano una soluzione di continuità nella cortina architettonica, svolgendo il ruolo di principali ambiti di accesso agli spazi interni del complesso architettonico.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Un principio chiave alla base del progetto è rappresentato dalla realizzabilità per fasi del nuovo centro civico: il complesso architettonico è infatti costituito da tre corpi autonomi distinti (sala polifunzionale, edificio municipale, biblioteca), realizzabili in fasi diverse nel corso del tempo, in base alle esigenze espresse dall’Amministrazione Comunale. Sebbene realizzabile per fasi, il centro civico è comunque concepito come un complesso unitario dal punto di vista compositivo e funzionale, non soltanto nella sua configurazione finale, ma anche in ciascuna delle possibili fasi intermedie (sala polifunzionale; sala polifunzionale+municipio; municipio+biblioteca ecc.) A partire dalla predisposizione della superficie pavimentata di base, che ne segnala in ogni momento la compiutezza, il complesso del centro civico andrà progressivamente edificandosi lasciando libera solo la corte centrale.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

La configurazione progettuale dello spazio aperto si giustappone alle aree di recente sistemazione presenti in una prospettiva di dialogo e continuità, da un lato cercando di riassumerne alcuni tracciati principali, dall’altro introducendo nuovi principi di organizzazione del suolo pubblico, evitando bruschi contrasti di scala.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

Lo spazio aperto verso la cittàè mantenuto a verde, introducendo una tessitura compositiva che ne declina i diversi campi di volta in volta con tappezzanti fioriti, essenze erbacee dai differenti colori e profumi, segni d’acqua e percorsi. Il risultato è un grande parco unitario, omogeneo e interamente pedonale che, pur nel diverso trattamento del suolo e della vegetazione delle sue parti, unisce la piazza del sagrato con la piazza e la corte interna del centro civico, riconfigurando l’intera struttura urbana del settore nord di Travacò.

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

UrbanStudio.dario vanetti — Nuovo centro civico integrato. Travacò Siccomario

nuovo negozio Cattiva Compagnia - msX2

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un ambiente neutro dove il colore degli oggetti si risalta per contrapposizione, dove il visitatore si trova immerso e catapultato in una realtà marinara, enfatizzata dal calpestio e scricchiolio delle assi di legno che ricreano idealmente un vecchio pontile circondato dall’acqua. la ricreazione ideale di un ambiente reso “unico, eroso e mangiato” dal mare, dal sale, dal vento.

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

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msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

msX2 — nuovo negozio Cattiva Compagnia

Rain and Sun - Virgo Design Studio

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Rendering 3D di struttura esterna rappresentata in condizioni metereologiche tali da esaltarne il valore artistico-fotografico e il colpo d’occhio.

Virgo Design Studio — Rain and Sun

Immagine diurna con panoramica del piazzale antistante la struttura.

Virgo Design Studio — Rain and Sun

Rendering diurno con vista sottostante la struttura a sottolinearne le dimensioni da vista strada.

Virgo Design Studio — Rain and Sun

Immagine d'effetto temporalesca in nottruna.

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