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Hotel Corona - Arch. Hubert Barile

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Nel cuore del Parco Nazionale dell’ Abruzzo, a Pescasseroli, il lavoro effettuato all’ Hotel Corona è stato di cambio d’ immagine del teatro, con il colore nero, e il dipinto della Corona, simbolo dell’ albergo medesimo, nonché del logo della Funny Time Animazione, alla base del palco

Arch. Hubert Barile  — Hotel Corona

Arch. Hubert Barile  — Hotel Corona

Arch. Hubert Barile  — Hotel Corona


Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano - Giovanni Buccino

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La Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici di Roma

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

L'idea era di applicare all'intera area la tecnostruttura col nodo mero, dal progettista tedesco che l'inventa nel 1943. Una copertura totale senza pilastri intermedi; avvalendosi di una nicchia di Cm.30x30x30 esterna all'area e dove avrebbe alloggiato la struttura portante complessiva. Un esempio verosimile la troviamo a Napoli realizzata per la Stazione di Montesanto; copre l'intera area, senza piloni intermedi. Peccato che non sia stato studiato flusso passeggeri; lunghezza vagoni in armonia con i marciapiadi; servizi igienici e primo soccorso; a parte la funzionalità generale su Riqualificazione del quartiere. La vista del dettaglio, del progetto è dal basso cioè dove si trova l'area archeologica Adrianea.

bandisce un concorso di idee finalizzato all’acquisizione di una proposta ideativa per la successiva progettazione definitiva ed esecutiva relativa

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Una copertura trasparente e autogenerante energia elettrica per led a illuminare l'intera piazza; come lago di un grembo materno riflette la luce argentea della luna;

“Copertura dell’Auditorium dell’imperatore Adriano in piazza Madonna di Loreto” (piazza Venezia, Roma), di estensione pari a mq.790, la cui valutazione economica deve rientrare nel limite vincolante di spesa di 1.000.000,00.

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La struttura leggera come ali di farfalla per una luce di tante coccinelle i led possono fare questo ai riflessi delle stelle; l'esploso assonometrico considera il piano calpestabile in cui il pacchetto prevede e a tratti cellule solari;

Il concorso si pone l’obiettivo di rendere fruibile dall’esterno il monumento attraverso coperture trasparenti, atte a proteggere le strutture antiche consentendone anche idonee condizioni microclimatiche e inserendo gli elementi di copertura nell’ambito della piazza Madonna di Loreto e del più ampio contesto di piazza Venezia.

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La planimetria rende la piazza calpestabile e onnicomprensiva dell'abbattimento delle Barriere Architettoniche e dissuasori stradali consentono la massima fruibilità in sicurezza pedonale;

Il concorso si concluderà con una graduatoria di merito e con l’attribuzione di un premio di € 10.000,00 al 1° classificato e la pubblicazione nel Bollettino di Archeologia on line.

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

La pianta della piazza con la griglia utilizza un nodo a 12 incastri regolare copre l'intera superfice; la visita e il controllo dell'area archeologica sottostante esclusiva al personale autorizzato attraverso l'apertura al fronte della chiesa di Loreto e si accede con scala a chiocciola in acciaio e cristallo; Sezione consente di comprendere il salto di quota minimo indispensabile; l'aereazione naturale; il flusso delle acque; il dettaglio della struttura complessiva dei punti d'appoggio; studiati insieme all'ing. Angelo Morlando così come la parte sull'areazione e dei flussi acquiferi; mentre la Tavola disegnata e composta e dell'autore;

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Le aree archeologiche in Italia sono fortemente soggette alla caduta per mezzo delle infiltrazioni d'acqua; il proliferare delle piante infestanti; il costo di un'aereazione forzata e impensabile per l'altissimo costo di gestione e manutenzione; abbiamo adottato un criterio generale per difendere nella proposta a questo concorso dedicato al grande imperatore Adriano a Roma, un esempio lungimirante e fuori concorso alla situazione generale in cui versano ainoi i siti archeologici come Cuma e Pompei; ma non solo;

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Sezione; consideriamo per un solo momento le ragioni di una entrata/uscita della nuova stazione della metrò di Roma; lo spettacolo di una piazza libera da qualsiasi infrastruttura foss'anche - "la torre Eifel" - e vedere soltanto dopo, quando passi accanto o ci cammini sopra la prova di una cultura millenaria che resiste anche alle due guerre mondiali e all'incuria dell'anticorpo città cioè l'uomo e dello sventramento urbanistico dei Fori Imperiali a cura dei regimi responsabili dello scempio per esaltare la forza e l'arroganza, impropria della professione dell'architetto e che dovrebbe essere legge anche per la committenza, la dolcezza e la professionalità del "vecchio prof. Giulio De Luca"; che Dio l'abbia in gloria;

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Sezione; la vista generale dal Campidoglio alla Chiesa e dalla piazza ai Fori Imperiali non c'è cornice ma libera da ostacoli; l'ideale sarebbe escludere automobili e cartelloni stradali; lasciando viaggiare per le strade soltanto automezzi pubblici formato minibus elettrici;

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Pianta; la griglia visibile in un quadrato e il ponte rafforzato per la massa di visitatori potrebbe comunque eccedere fortemente sulla stabilità complessiva della struttura; in ragione e considerando nel tempo un sovraffollamento e tra l'altro di tale evenienza anche ipotesi lontane sia l'incuria delle amministrazioni a manutenere la copertura in perfetto stato; abbiamo un ponte che traversa una piazza contro l'altra verso il palazzo delle Generali;

Giovanni Buccino — Copertura dell'Auditorium dell'imperatore Adriano

Relazione sul disciplinare;

Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio - Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni

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L’elaborazione del progetto, partendo dalle premesse di natura funzionale e di immagine contenute nel Bando, si è soffermato su un’attenta analisi del sito e delle sue caratteristiche morfologico-ambientali, sull’uso dei materiali e delle risorse, per poi focalizzarsi sulla qualità dello spazio esterno ed interno il tutto volto a creare un’immagine riconoscibile nel territorio. L’attuale cimitero, con un’estensione territoriale di 41.072 mq, è composto da una parte monumentale costruita nella prima metà dell’ottocento, e da successivi ampliamenti, realizzati sul lato nord (attorno al 1928), ad ovest (verso il 1940), ulteriori ampliamenti nella zona nord risalgono agli anni ‘80 e ‘90, quando sono state costruite le ultime due ali che ospitano i loculari; gli edifici realizzati in epoche diverse risultano morfologicamente diversi tra loro, anche se consolidati come organismo unitario dal pluriennale uso. L’area di progetto ha una superficie di c.a. 37.400 mq ed è distinguibile in tre differenti zone: - area parcheggio e accesso carrabile, posto ad Ovest del lotto, tra Via Vecchia Montalese e il tracciato di nuova viabilità (con rotatoria di progetto) - parco del Tempio Crematorio con giacitura nord-ovest / sud-est delimitato a nord dal tracciato arcuato della nuova viabilità di collegamento tra l’esistente rotatoria di Viale Fratelli Cervi e la rotatoria di progetto, a sud in aderenza con l’attuale area cimiteriale - Area verde (di rispetto cimiteriale non edificabile) a Est- Sud Est del Cimitero monumentale in aderenza al Viale Fratelli Cervi Il progetto prende l’avvio dalla suggestione della forma arcuata (tangente alla strada di progetto) del confine nord: si genera così un segno grafico che si richiude su se stesso. Il segno diventa poi volume attraverso la formazione di un terrapieno che funge da recinzione – barriera acustica-contenitore di moduli di tumulazione, lo stesso volume richiudendosi diventa il tempio crematorio. Questo corpo, con i fronti esterni e il tetto protetti dal verde e i soli fronti interni vetrati, nel richiudersi aumenta in altezza in contrapposizione all’andamento altimetrico del piano che si abbassa. Al pieno dell’argine corrisponde il vuoto della conca, uno scavo di due metri permette di creare un bosco ribassato circondato da un terrazzamento che contiene i moduli delle tumulazioni. Alle forme morbide del segno esterno corrispondono delle spezzate dell’articolazione delle “pareti” contenenti i moduli di tumulazione, all’interno della conca il terreno localmente si innalza (con sagome nette) a celare dei moduli misti di tumulazione; unico volume emergente dal suolo è un corpo alto due metri a completamento planimetrico della esistente ala nord-est. INSERIMENTO PAESAGGISTICOSOLUZIONI ARCHITETTONICHE

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Parcheggio – accessi Il progetto prevede la realizzazione di una strada di accesso che si innesta centralmente sulla viabilità esistente (Via Montalese Vecchia) in posizione centrale al lotto dedicato; questa poi divarica verso ovest in modo da formare una serie di parcheggi a pettine con corsie ad anello (celati da alberature di alto fusto) sul lato est, con unico percorso pedonale verso l’ingresso a ridosso del fabbricato esistente. L’ingombro del parcheggio è celato da un terrapieno rivolto verso la piazza antistante l’ingresso al parco cimiteriale; il terrapieno costituisce il limite dell’area carrabile pubblica oltre il quale l’accesso è consentito solo ai mezzi di servizio. Un secondo accesso di servizio è previsto dall’esistente rotatoria di Via Fratelli Cervi verso il piazzale di servizio (collegato al parco cimiteriale) da cui si diparte una strada di servizio per la manutenzione del terrapieno che permette anche di raggiungere la zona impiantistica del crematorio. La piazza antistante l’ingresso del parco cimiteriale è caratterizzata dalla fuga prospettica dei due terrapieni (del parcheggio e contro la facciata ovest del crematorio) con i percorsi pedonali e carraio separati.

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Tempio crematorio Il fabbricato si sviluppa principalmente su un piano a quote altimetriche sfalsate in tre livelli che seguono lo sviluppo delle tre ali riunite attorno alla corte centrale. Dalla piazza si accede, attraverso una zona coperta carraia-pedonale, alle zone di servizio (ricevimento salme, camera mortuaria, obitorio, magazzino) e alle zone del personale (spogliatoi e servizi igienici) poste a quota -0,50 metri; da quest’area si sviluppa un corridoio di servizio, che disimpegna i locali del rito-commemorazione e giunge sino ai locali cremazione. L’accesso degli utenti avviene dall’ala sud, attraverso un ingresso d’angolo posto tra la caffetteria e la reception; questo è un corpo a doppia altezza con un volume interno galleggiante: al piano terra ospita la sala attesa (nella testata) ed i servizi igienici per il pubblico, al primo piano ci sono gli uffici. Dall’ingresso ha inizio il percorso dei visitatori: da quota -0,50 metri attraverso un sistema di rampe si scende a quota – 1,30 con le due salette del commiato, poi a quota – 2,00 con le due sale del rito, il percorso si conclude nello slargo di attesa della cremazione (con vetrata verso i forni), direttamente collegato al locale ricezione ceneri e alla zona porticata che prelude all’area dispersione ceneri, che si raggiunge scavalcando un specchio d’acqua alimentato da un filo d’acqua in pendenza. Il progetto ha voluto enfatizzare il concetto del percorso come “catabasi” (dal greco κατάβασις“discesa”, di κατα- “giù” e βαίνω“andare”); un continuum segmentato (che dalla sala d’attesa giunge all’area cremazione) tutto rivolto verso la corte interna verde e delimitato dalla parete opposta continua rivestita in legno (puntualmente attrezzata con delle sedute). Alla luce diffusa del percorso si contrappone la semioscurità delle sale del commiato e del rito, con illuminazione zenitale schermabile: è il luogo del raccoglimento, della meditazione inseriti in volumi di piccola scala. Il tempio si presenta con le facciate nord ed ovest protette da scarpate verdi, il tetto verde, le facciate interne vetrate, la facciata sud a carattere monolitico con piccole bucature sparse sulla superficie esterna in rinfazzo.

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Parco cimiteriale La zona impianti (nella testata est del tempio crematorio) si unifica con il terrapieno arcuato che segue la forma della nuova viabilità di progetto: continua il morbido fronte verde verso la strada. Verso l’interno il profilo si fa invece frastagliato sia nelle pareti di confine del terrapieno, sia nei muri del terrazzamento della conca centrale, entrambe le parete ospitano i moduli di tumulazione: a quota 0,00 le pareti del terrapieno contengono gli ossarini-cinerari in moduli di 6 unità sovrapposte; a quota – 2,00 le pareti della conca contengono i loculi (due unità sovrapposte) nello spessore del profilo dello scavo. Completano il parco cimiteriale l’unico volume emergente dal suolo (un corpo alto due metri) che ospita loculi e ossarini, posto a completamento planimetrico della esistente ala nord-est; l’interno della conca è caratterizzata dal movimento del terreno e dalla presenza sparsa di vegetazione di medio-alto fusto. La pavimentazione sarà del tipo drenante in calcestruzzo con carrabilità del piano “verde”. I due livelli della conca sono disimpegnati da rampe (pedonali-carrabili) e da scala posta lungo l’asse principale del cimitero esistente. L’alloggiamento dei moduli di tumulazione, in considerazione della compenetrazione del costruito nel verde del parco, sono da realizzare nella configurazione iniziale degli spazi per poi essere attrezzati nel tempo. Area verde Si tratta di area di risulta tra il cimitero esistente e il rettilineo fronte stradale di Via Fratelli Cervi, la profondità dell’area è variabile ed attualmente preclusa dal muro perimetrale dell’area cimiteriale. Il progetto prevede la realizzazione di un terrapieno di protezione-separazione del fronte stradale rettilineo esternamente e sagomato nella parte interna con sacche (attrezzate con sedute) in corrispondenza degli assi di percorrenza della parte esistente che aprono dei varchi nei muri di confine. I percorsi individuati (parzialmente pavimentati) si concludono nelle sacche del terrapieno attrezzate con sedute; la parte restante è caratterizzata da alberature e vegetazione semispontanea.

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

Giuseppe Gualdi, Maurizio Carrisi , Silvia Zanetti, Associati Techne, Marta Fantoni — Concorso di progettazione in fase unica: “Parco Cimiteriale e Tempio

External Fireplace - AUT +

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External tools & fireplace for a villa in Treviso, ITALY.

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

AUT +  — External Fireplace

Extension and renovation of a house in Dublin - Donal Colfer Architects

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The project involves the renovation and extension of a Victorian terraced house in Portobello, Dublin 8. The clients had built an extension in the 1980’s which prevented light from travelling deep into the house and made the living room a dark an little used space. Our brief from the clients was to replace the existing extension while opening up and bringing more light into the house. Our office worked closely with the clients to arrive at a design of a new sunken rear two story extension which reduced the impact of the extension on the back lands of the terrace as well as opening up the existing ground floor to the rear yard giving the feeling of generosity of space.

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

View from Living Area

All existing internal floors and walls were removed which allowed for the reconfiguration of the circulation through the house as well as the introduction of raised ceiling heights where possible. The façade to the first floor level of the new extension is formed using cast insitu fair faced concrete mullions which form a concrete frieze that spans the length of the back yard providing diffused subtle light to private areas on first floor while allowing light to flood into the ground floor below though a bespoke glazed timber frame screen. A system of roof lights is also employed to top light the circulation route through the house.

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

View of Extension

One of the initial client requests was to use non-standard materials internally and externally. The materials and palette used were chosen in combination after extensive research in order to create an emotion or atmosphere in the new home. Internally a rich palette of polished plaster, terrazzo and walnut is used for wall, floor finishes and bespoke fitted furniture elements. A new walnut kitchen unit and a terrazzo floor tie new and old together on the ground floor. The new internal polished plaster / stucco wall finish which was developed specifically for this project adds a softness to the internal spaces. Its’ rich texture internally is expressed by controlled sunlight entering different parts of the dwelling changing the emotion of spaces throughout out the day. The overall design creates an atmosphere of openness and generosity. This is achieved through materiality and its considered treatment that space form and light are revealed.

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

View of Yard

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Kitchen

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Dining Area

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Library

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Ground Floor Plan

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

First Floor Plan

Donal Colfer Architects — Extension and renovation of a house in Dublin

Extensions de restaurants scolaires - Sophie SCHEUBEL

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Extension des salles de restaurant et restructuration des cuisines

Sophie SCHEUBEL — Extensions de restaurants scolaires

Ecole du Clos Saint Georges

Cabanon Le Due Terre - Alessandro Verona

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Sulle tracce di una antica pieve il piccolo edificio ospita le attrezzature per la conduzione della vigna dall’ azienda vinicola Le Due Terre. Una finestra orizzontale si adegua al paesaggio circostante, mentre una apertura fuori scala inquadra i “Sacrisassi” dai quali prende nome il celebre vino evocando l’ antica giacitura. L’intonaco pigmentato confonde l’ edificio con le marne che compongono il suolo, mentre un camino riprende i campanili dei cimiteri circostanti, posti in cima alle colline.

Alessandro Verona — Cabanon Le Due Terre

Alessandro Verona — Cabanon Le Due Terre

Alessandro Verona — Cabanon Le Due Terre

Alessandro Verona — Cabanon Le Due Terre

Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante - Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca

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Il tratto di costa ligure fra Sestri Levante e Lavagna, detto delle “Rocche di Sant’Anna” è un ambiente aspro e selvaggio, con dirupi a strapiombo sul mare e vegetazione della macchia mediterranea (cisto, lentisco, terebinto, leccio, euforbia, erica arborea, mirto, ginestra…) e specie esotiche storicamente acclimatate come l’agave e il pittosforo. Lungo la scogliera e la falesia la vegetazione è caratterizzata da specie alorupicole, piante casmofitiche, casmocomofite e comofitiche che hanno la capacità di vivere nelle fessure delle rocce e di sopportare il contatto diretto con l’acqua marina. Al centro dell’area si trovano i ruderi medioevali della chiesa di Sant’Anna, segnalato come Manufatto Emergente dal Piano Regionale Paesistico. Questa parte di ripida costa separa due comuni rivieraschi dove la biciletta è da tempo utilizzata come mezzo di trasporto per brevi tragitti, in sostituzione dell’automobile: ma è anche una pericolosa strozzatura per chi percorre la via Aurelia, e sono in molti a farlo, in ogni stagione dell’anno. L’intero tratto misura circa 950 metri: si snoda ad una quota media di 10 m s.l.m. e percorre in galleria circa 650 m; 220 m in galleria naturale scavata nella roccia e 430 m in tre gallerie artificiali. Le tre gallerie caratterizzano il prospetto costiero, delineando un fronte in cui la componente naturale e quella artificiale sono ben distinte: quest’ultima è data da una copertura piana sostenuta da pilastri in cemento e muraglioni di colore chiaro, scanditi dalla medesima partitura a lesene che segue il ritmo dei pilastri, visibili anche da grande distanza. La soluzione per la nuova pista ciclabile prevede un itinerario che si snoda parallelamente all’Aurelia, appoggiata su un basamento di calcestruzzo armato rivestito in pietre lungo i tratti in cui la quota della strada lo consente, oppure in passerella aggraffata alla roccia lungo le falesie rocciose. L’impostazione del progetto è dipesa da una situazione orografica e geologica complessa, l’esposizione alle mareggiate da una parte e la franosità della parete rocciosa dall’altra, assieme alla necessità di contenere i costi entro un tetto massimo assai limitato. Ciò ha obbligato i progettisti a un impiego attento e ragionevole delle risorse e a evitare ipotesi difficilmente controllabili nelle successive fasi progettuali e realizzative. La ciclabile, che ripercorre in parte l’antica via Aurelia, offre spunti di panoramicità straordinari in zone oggi difficilmente accessibili. Una quota rilevante delle somme disponibili è stata dedicata alla messa in sicurezza delle pareti rocciose. Il tracciato si adatta di volta in volta alla complessa morfologia del sito, prevedendo variazioni di larghezza e di pavimentazione della pista, dando luogo ad una varietà di situazioni dalle preziose prerogative panoramiche e naturalistiche. Si avranno così suggestivi tratti di pista più stretti a picco sul mare, alternati ad ampie aree per la sosta, con panchine, arbusti ed accessi alla scogliera. La strada carrozzabile, il cui traffico veicolare sarà sempre separato dalla ciclabile da un guard rail dotato di ringhiera, sarà sempre raggiungibile in caso di necessità. Vi sono due tipologie principali di percorso: la prima riguarda i tratti su terra o su scoglio, dove la pavimentazione sarà in cemento architettonico con ghiaino lavato; la seconda riguarda i tratti sospesi, a sbalzo dalla parete rocciosa o dal muro di valle della via Aurelia, in cui la pavimentazione sarà in doghe di legno composito su struttura in elementi metallici con speciale trattamento antiossidante. Una ringhiera in acciaio inox e luci basse segnano l’interno percorso.

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante

Alberto Boccardo, Società Archimede, filippo nicotra, Gianluca Terragna, Francesco Salvagno, silvia odasso, Valentina Dallaturca — Progetto preliminare per la costruzione di una pista ciclopedonale tra Lavagna e Sestri Levante


Aviv Kurt products photography - Aviv Kurt

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Aviv Court photography studio – provides an interesting perspective for each product according to the needs of the customer. With experience of over 15 years in photography, Graduate School “Studio” photography Shankar school graduate product design class. Photography teacher at John Bryce College. for more info, please visit my website http://www.avivkurt.co.il

Aviv Kurt —  Aviv Kurt products photography

Aviv Kurt —  Aviv Kurt products photography

Casas Mestre - Dellekamp Arquitectos

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Program: Single-family house. Location: Valle de Bravo, Mexico. Status: Built. Architectural project: Dellekamp Arquitectos | Derek Dellekamp. Project leader: Santiago Solana. Team: Jachen Schleich, Carlos Ramírez. Photography: Sandra Pereznieto.

Dellekamp Arquitectos — Casas Mestre

This is a housing complex built on a slope in the centre of Valle de Bravo. It consists of three residential townhouses on four levels, oriented to the south. It was designed with a system of terraces to minimize excavation and maximize the views toward the lake in a functional and symbolic manner. Most of the trees in the property were preserved and new ones were planted to replace trees in poor condition. While the Mestre housing project respects the surrounding landscape and uses local materials, it creates its own language through its spatial layout and its connections.

Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario - Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio

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Inserimento paesaggistico e urbanistico Elemento principale dell’inserimento paesaggistico e urbanistico del nuovo centro civico è lo spazio pubblico che si configura fulcro generatore delle linee compositive dell’intero progetto. La logica complessiva del progetto investe lo spazio pubblico, i volumi del nuovo centro civico, il verde, il contesto, l’accessibilità. Gli elementi generatori del disegno sono dati dai coni visivi, dalle geometrie del tessuto urbano circostante, dagli allineamenti dei fronti: lo scopo è quello di realizzare una piazza definita e non uno spazio vago i cui limiti non sono percepiti: questo in virtù del fatto che la piazza si configura quale luogo di identità e di aggregazione, simbolo di una collettività che storicamente ha riconosciuto il valore e il pregio della piazza della chiesa quale luogo proprio del centro del paese, definito da “pareti” e da contenuti, ovvero da edifici e da attività. Il disegno della piazza si pone in continuità con tale logica che trova nel “parterre” centrale l’estensione dell’attuale piazza della chiesa. La definizione dei limiti della piazza, travalica i limiti definiti dal concorso, e proprio per questo è da intendersi come indirizzo per il riassetto della complessità dello spazio pubblico e per definire la forte rete di relazione delle architetture del contesto. Per questo assume ancora più importanza la forza data al prospetto sud del nuovo centro polifunzionale che chiude i coni visivi e lo spazio tra questo e la chiesa, seppur lasciando permeabilità nord-sud al piano terra: altresì, per questo è importante uno spazio che unisce chiesa e centro civico in continuità con la piazza attuale, e che lo fa in modo preciso e in posizione centrale. A lato sono previste aree verdi, anche allestite per il gioco dei bambini, la sistemazione della strada a ovest con la realizzazione di alcuni nuovi parcheggi e un passaggio pedonale rialzato, la connessione tra la piazza e le strade limitrofe in continuità con i percorsi pedonali esistenti: a nord è prevista la sistemazione dell’attuale intersezione con la viabilità locale e la definizione dell’area di parcheggio. Elemento principe dello spazio antistante il centro polifunzionale è la citazione di un elemento naturale di decisa rilevanza dell’estremo Siccomario, ovvero il bosco: alberature autoctone di medio fusto si inseriscono nello spazio verde delle aiuole e nello spazio pavimentato in modo apparentemente scomposto e invasivo ma in grado invece di gestire lo spazio aperto. In questo modo il principale asse visivo di riferimento del progetto, ovvero via Marconi, viene ad avere una relazione biunivoca con il nuovo centro civico proprio attraverso la piazza che viene identificata col bosco: il cono ottico da via Marconi ha quindi uno sfondo molto preciso e ben percepibile, mentre a retro del nuovo edificio è la campagna coi colori vivi e verdi delle colture d’estate, chiari e aridi della terra in inverno.

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Caratteristiche plani volumetriche In aderenza alle caratteristiche contestuali finora descritte, il nuovo intervento si confronta con il tessuto urbano e paesaggistico esistenti. L’edificio è composto da tre volumi distinti per funzione, giacitura e consistenza: - il municipio, - la biblioteca, - la sala polifunzionale.

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Il volume centrale è occupato dal municipio, fulcro di tutto l’edificio polifunzionale. Custode della memoria, della storia e dell’identità della comunità, il volume protende a sbalzo verso il nuovo bosco, trovando una relazione simbolica con la Chiesa della Natività di Maria Vergine più a sud. Il volume lineare della biblioteca definisce il limite più a ovest del complesso, integrandosi all’edificio municipale di cui è supporto, attraverso un blocco di servizi e di distribuzione verticale, che, in continuità con la biblioteca, conserva il rivestimento in mattoni a faccia vista. Il volume della sala polifunzionale caratterizzato da una pendenza della copertura più accentuata, definisce il limite a est dell’area di intervento, definendo il confine del terreno incolto adiacente. L’interazione dei tre volumi definisce i percorsi di accesso principali alle diverse attività

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Caratteristiche estetiche e architettoniche Le diverse giaciture presenti nel contesto, la volontà di determinare un invaso riconoscibile definito dal centro urbano di Travacò e dal nuovo centro civico, hanno guidato la composizione volumetrica. L’edificio apparentemente unico, è formato da una parte più greve, trattata in mattoni, ed una più fluida, dalla stereometria complessa, trattata invece con intonaco chiaro. La parte in mattoni sulla quale sembra “poggiarsi” il volume bianco, è parallelo al fronte Ovest, al quale si contrappone in maniera netta. Il volume bianco si snoda con uno sviluppo verso l’alto, ad iniziare dal lato posto a Sud_Est infatti, l’edificio, che in questa porzione ospita la sala polifunzionale, aumenta via via di un piano. L’aspetto compatto dell’intervento è in realtà negato dal suo sviluppo ai vari livelli. Il piano terra è costituito da “frammenti”, attraverso i quali è garantita la permeabilità in ogni direzione, Nord-Sud, Est-Ovest, e la connessione fisica tra le macro aree funzionali richieste dal bando (Municipio, Archivio, Sala Polifunzionale). Il primo piano vede una netta separazione tra i corpi, il secondo piano interessa solo il municipio e il soppalco della biblioteca. La sequenza temporale che vedrà la realizzazione dei fabbricati non tradirà quest’idea che si andrà completando gradualmente ma in maniera coerente.

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Aspetti distributivi, organizzativi, funzionali e tecnologici, energetici I tre edifici che compongono l’intervento sono simili nella logica, ma ovviamente distinti in virtù delle loro funzioni. Il corpo del Municipio è composto da 3 piani, serviti da scala e ascensore per il pubblico e i dipendenti, ed un blocco scale e ascensore riservato al personale. Al piano terra sono allocate le funzioni che prevedono la maggiore affluenza di pubblico, un utilizzo autonomo rispetto al resto delle attività (polizia municipale, servisti esterni) e l’Archivio. La distribuzione ai piani è affidata ad un connettivo orizzontale, separato dagli uffici attraverso una partizione vetrata. Il piano degli uffici in particolare è pensato con delle separazioni mobili, ottenute per lo più con elementi d’arredo, per garantire la massima flessibilità d’uso.

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Gli impianti saranno ad alto profilo tecnologico, ed ogni area verrà dotata di un’unità domotica di controllo e gestione impiantistica. Tutti gli impianti saranno dotati di apparecchiature e sistemi in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome (in parte programmate dall’utente, in parte completamente autonome secondo reazioni a parametri ambientali). Per esempio si può pensare ad un sistema completamente autonomo per gli uffici che vengono usati nelle ore diurne, e uno per quegli ambienti che vengono usati saltuariamente (sala polifunzionale). In particolare per gli spazi di distribuzione e servizi si prevederà un impianto di climatizzazione e di illuminazione dotato di un funzionamento automatico in base al riconoscimento della presenza di persone. A sua volta il funzionamento si autoregolerà in relazione alle condizioni ambientali (temperatura, umidità, orario etc). Pannelli radianti a pavimento saranno utilizzati per il riscaldamento e il refrigeramento. L’edificio polifunzionale ha al piano terra i circoli per anziani e giovani, ed un bar. Le separazioni di questi 3 ambienti sono costituite da pareti scorrevoli che permettono la fruizione di tutto lo spazio in caso di eventi aggregativi. Il foyer della sala avrà un accesso autonomo, e sarà connesso al piano superiore tramite una scala a vista. Questo piano accoglie la sala prevista per 140 persone, un camerino posto alle spalle del palco, un ufficio e un deposito. La Biblioteca si sviluppa su due piani ed un soppalco. Al piano terra sono previsti gli spazi per la richiesta libri, il deposito borse/zaini e le fotocopiatrici, al piano superiore gli spazi lettura, la sala riunioni, sul soppalco l’area per il settore dedicato ai ragazzi. Dal punto di vista organizzativo, ogni macro funzione (Biblioteca, Ambulatorio, Municipio, sala polifunzionale, bar, polizia Municipale, Centrale elettrica) avrà ingresso separato, e possibilità di fruizione autonoma. Il progetto coniuga gli obiettivi di efficienza energetica e massima riduzione delle emissioni di CO2 con le esigenze di funzionalità ed estetica dell’edificio. I sistemi che sono stati considerati per raggiungere tali obiettivi riguardano: l’orientamento, la geometria e i benefici passivi; la copertura; le chiusure trasparenti; le pareti esterne; il solaio a terra; gli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva. In riferimento a questi punti l’edificio è pensato chiuso e ben isolato a nord contro i freddi venti invernali, mentre rimarrà più aperto sul versante sud- est. Sistemi di facciate ventilate saranno utilizzati sui fronti più esposti. Il fabbisogno energetico dell’edificio sarà soddisfatto attraverso un impianto geotermico: una pompa di calore ad alta efficienza sfrutterà delle sonde in polietilene – infisse nel sottosuolo – come scambiatori di calore tra terreno e falda sottostante, immagazzinando e rilasciando calore a seconda della stagione.

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

Maurizio Pino, roberto fusari, Umile Molinaro, Francesca Pastore, Elena Romano, MFPstudio — Nuovo centro civico integrato Travacò Siccomario

CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78 MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO - Michela Tascioni, Giorgia Rossi, Rossella Beltrame, ARCHolic

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IL CONCEPT& IL “BOOTH ARCHETIPO” Punto di partenza della riflessione per l’allestimento del Padiglione delle Ghiaie è stata la ricerca di uno spazio espositivo che fosse immediatamente riconoscibile ed identificabile con qualcosa di strettamente consolidato nelle coscienze, così il booth espositivo desume le sue forme dal nostro immaginario di “casa”. Nel progetto il booth-casa assume un alto valore simbolico e viene trattato come archetipo, che da un lato riprende ma dall’altro scimmiotta gli stands che siamo abituati a trovare nelle grandi fiere, per rileggerli in una chiave del tutto nuova e leggera. Il booth è l’elemento principale su cui si incentra tutto l’allestimento: la sua reiterazione genera percorsi, visuali, uno spazio metafisico.

Michela Tascioni, Giorgia Rossi, Rossella Beltrame, ARCHolic — CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78 MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO

SCELTE PROGETTUALI L’intero allestimento si basa sull’idea della dicotomia tra materico ed etereo, concetto sottolineato dalla scelta dei materiali: il pallet, elemento “povero” in legno e massivo; e dall’altra il tessuto bianco con le sue declinazioni, leggero opalescente e cangiante.

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L’ESTERNO Per quanto riguarda l’esterno il progetto prevede il rivestimento di tutta la facciata del “Padiglione le Ghiaie” con pannelli in pvc retroilluminato che diviene elemento di richiamo e comunicazione. L’impianto planimetrico dell’intero allestimento è caratterizzato da un forte segno, un cono ottico, che dall’interno si dilata verso l’esterno ed è individuato da due alte “muraglie” materiche, che segnano gli ingressi sul fronte lungo il “Teatrino Lorenese” e creano un punto focale sul grande box dell’ accoglienza/guardaroba/magazzino. Queste due grandi ali in pallet hanno la duplice funzione: individuare le entrate e le uscite di sicurezza, creando aree di decompressione del flusso dei visitatori, e fungere da elemento attrattivo e scenografico (la struttura dogata del pallet permette di ottenere suggestivi effetti luminosi grazie all’ illuminazione posta sul retro).

Michela Tascioni, Giorgia Rossi, Rossella Beltrame, ARCHolic — CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78 MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO

L’INTERNO Dagli ingressi sul fronte lungo il “Teatrino Lorenese” si entra nello spazio espositivo dell’allestimento, pensato come uno spazio libero, senza un percorsi costretti e metafisico: un continuo tappeto rosso su cui “galleggiano” i 40 booths espisitivi ed emergono le forme geometriche, tono su tono, del bacone accoglienza, dell’info-point , dell’alto schienale a confessionale dell’area pensata per gli incontri b2b, (proposta aperta ma che si potrebbe trasformare in una variante chiusa e schermata a seconda delle esigenze) e le sedute delle aree relax.

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IL BOOTH- ARCHETIPO Elemento principale dell’allestimento è il booth espositivo, che attraverso la sua forma archetipa desunta dal nostro immaginario di casa diviene sintesi totale del concetto di materico-etereo Il booth- archetipo si compone di due parti: da una parte la “pelle” esterna, a forma di casa, fatta di una esile struttura in tubolari metallici e rivestita in tessuto di filanca opalescente e che lascia intravedere la struttura sottostante. Questa è ancorata alla pedana ed al verticale in pallet, da cui si distacca leggermente per fa leggere chiaramente le due entità differenti dei materiali. L’interno del booth espositivo si compone di una pedana ed un fondale in pallet che sul fronte risale per divenire desk attrezzato a servizio degli artigiani e dei produttori. La forza del booth- archetipo è la sua immagine simbolica e semplice , neutra, perciò si presta ad essere personalizzato in base alle diverse esigenze comunicative ed espositive, cosi sulla parete verticale può essere applicata una particolare grafica, essere inserite ad incastro tra le doghe mensole, ganci etc..

Michela Tascioni, Giorgia Rossi, Rossella Beltrame, ARCHolic — CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78 MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO

MATERIALI Particolare attenzione è stata data all’uso di materiali economici, facili da reperire e dal semplice trasporto e stoccaggio, qualità imprescindibili per uno stand fieristico da montare e smontare con tempistiche ristrette e su larga scala, senza contare la facilità e semplicità di montaggio, nata dal concetto del “Do it yourself”. Idea alla base dei nostri booths è infatti che siano riutilizzabili in altre occasioni e contesti e gestibili con facilità anche dagli artigiani/venditori stessi.

Michela Tascioni, Giorgia Rossi, Rossella Beltrame, ARCHolic — CONCORSO DI PROGETTAZIONE DI UNO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA REGIONE LAZIO ALLA 78 MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'ARTIGIANATO

POTENZIALITA’ E SVILUPPI PROGETTUALIBRAND IDENTITY L’idea di utilizzare un Booth espositivo che abbia come riferimento l’archetipo della casa, quindi un immagine essenziale e riconoscibile, parte dalla volontà di proporre alla Regione Lazio una Brand identity, cioè un marchio, un elemento che possa permettere il riconoscimento dell’intero sistema artigianale Laziale, promosso e patrocinato dalla Regione stessa. Questo elemento così semplice ed etereo, potrebbe diventare il principale mezzo di riconoscimento dell’artigianato di qualità per il consumatore, rappresentare un simbolo di identità regionale e di commercio a “Km 0”, facendo diventare l’ente Regione Lazio attore principale del processo di aggiornamento e potenziamento del settore artigianale. La regione Lazio, nel processo di patrocinio delle “arti artigiane”, troverà la sua identità in un elemento semplice e chiaro e archetipico, arricchito della valenza simbolica dell’archetipo della casa. In questo senso la Regione Lazio, si proporrà come “casa dell’artigianato” occupandosi di proteggere e potenziare il mercato e la sua diffusione a livello Nazionale ed Internazionale.

Il booth- archetipo per uso esterno con il possibile utilizzo di pellicole solari in modo da poter essere energeticamente autonomo ed off-grid.

La Strega Bar - Federico Robbiano, Luca Scardulla

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[EN] The concept

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The intervention acts on a new specialization of the bar “La Strega”, identifying a concatenation of partial spaces act to define the different fruitional functions stated by the client.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The visual identity of the bar acquires a pragmatic dimension, suggested by an immediate cognitive dimension: the use of the three sections of the bar, desk, stand-up and dining proposes the spatial languages different for size, use and location, maintaining due to the chosen material, wood, a communal identifying sign. 
The choice of reclaimed wood, recycled out of 70 pallets, lend an empathic and emotional feeling, alternative from the industrial production code, and it highlights the man-crafted quality of the products for sale, by emphasizing the declared and indispensable dexterity for the realization of this self-build project.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Chairs converse in a chromatic way with the green pantone of the wall, emphasizing further the separation created with the vertical elements of the “ribs”.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Significant concept’s elements;

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The ribs

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The perception of the bar is scanned by functional bands that, as ribs, embrace the space shaping an optical cone, further emphasized by the bending of the ribs that on the sealing forms light compartments , that visually pulls the users at the most ample part of the space. Ribs defines equipped (and that can be further more equipped ) parts of the walls. Thoughts to be customizable responding to the different customers needs the ribs are composed by “slats” following one other, with a distance between them fixed at 19mm; so the ribs becomes equipped with elements that can be inserted in the fissures as trays, exposition shelves coat hanger etc.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Tables closes the bottom part of the ribs in a philological continuity, representing their fallout covered by a specific kind of MDF (Medium-density fibreboard), a wood derived material, for a global sustainability of the project. This naturally colored wood has also been used for all the shelves and for upholstering the existing counter.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The slats

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

The slats are a statement of the local commerce; they derives from recycled pallets and represent a material that spread brilliance and warmth and are used it with a declared nordic influence. Slats have been carved and worked by hand to conserve the history that brought them to a second life; they have a fixed width (55 cm is the with of the ribs) but different heights, depending on the height of the original boards. The distance between the slats becomes the key element of the project, defining the space in a flexible way, are declinable in spot lightning, could be transformed in support for everything that becomes furniture, fixed or movable.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Abstract

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

65 Pallets used in the project.

The project is a tribute to the territory that represents, with the symmetry of the lines, the light and a researched “workshop” realization, the same spirit of the excellence artisan edibles of the context. The challenge of the linear disposition of the slats that partly quote the geometrical sign of the small traditional ham-factories windows maintaining the the proportions but assigning them new meanings. Lastly the use of recycled materials follow the line of a territory that associate to the maintaining of their’s own excellences (appreciated worldwide) a method aware of the environment.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Pallet's Anatomy.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Wooden planks obtained by the pallets.

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Making of the "ribs".

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Federico Robbiano, Luca Scardulla — La Strega Bar

Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti - Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego

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Il progetto consta di tre volumi che s’innestano nella topografia in pendenza e delimitano uno spazio aperto, una corte interna con giardino privato. L’articolazione volumetrica, l’ atmosfera e materiali, il complesso si richiama agli agglomerati urbani tipici delle valli alpine. Il programma d’uso della Senior City sembra consigliare la concezione di spazi di relazione all’aria aperta che, uniti al programma richiesto, permettono di dotare il complesso di una dimensione comunitaria e urbana, pur nella sua collocazione esterna all’edificato più denso del villaggio.

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Il patio e il giardino permetteranno di introdurre un’ atmosfera di comfort e relax molto raccomandabile a questo tipo di residenze, allo stesso tempo consentendo un contatto diretto con la natura e il suo incontro con l’ architettura. La costruzione si incardina nel sito, espandendosi agli angoli della parcella con l’ obiettivo di liberare quanto più spazio possibile per il patio-giardino privato e per aprire i volumi al paesaggio. Si stabilisce pertanto una chiara transizione da un primo piazzale di accesso al complesso, vestibolo esterno dell’ edificio e con un carattere più pubblico, ed un secondo spazio, interno e privato, su cui si affacceranno le abitazioni e si relazioneranno gli spazi comuni. L’ elemento di atrio e distribuzione si converte così in una galleria, uno spazio complementare alle aree comuni, percorso luminoso durante i mesi freddi e spazio di penombra nelle giornate estive. La proposta si caratterizza per la sua sensibilità nel rispondere alla topografia, alla parcella ed all’ orientamento. L’ articolazione dei volumi permette al terreno di entrare nell’ edificio e fondersi col progetto rendendolo più chiaramente parte del paesaggio costruito locale. Un edificio omogeneo in facciata, che non esibisce ma solo anticipa la ricchezza dei suoi diversificati spazi interni. Un edificio che non crea un fronte e un retro ma una complessità di spazi aperti e chiusi, compressi e dilatati, che risale allo studio morfologico dell’ edificato dei villaggi di montagna, luoghi in cui la geometria perde parzialmente la sua volontà ordinatrice, al contrario delle città in piano, adattandosi con una certa libertà alla topografia sinuosa delle valli. Si struttura quindi un’ architettura radicata nel luogo e nel contesto morfologico e topografico rurale, un’ architettura che formalmente e costruttivamente appartiene senza dubbio al sito in cui sarà costruita.

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Il progetto affronta il programma in modo diretto proponendo una stratificazione in orizzontale che organizza tutti i servizi e spazi comuni al piano terra e colloca al primo e secondo piano tutta la superficie residenziale, distribuendola in tre volumi indipendenti. In tal modo si può dare a tutti gli spazi un ottimo orientamento, illuminazione, ventilazione e vista. La continuità del piano terra permette di definire chiaramente un sistema di accesso ed enfatizzare il carattere comunitario del complesso. La strategia consente inoltre di liberare spazio al piano terra, disegnando spazi aperti e vegetali che portano luce e aria all’ interno dell’ edificio. Si tratta di spazi che costituiscono zone di percorso e sosta all’ aperto, aree complementari ai più usuali ambienti interni dell’ edificio, capaci di rispondere alla natura ed alla topografia del paesaggio. Sono spazi capaci di portare la freschezza della vegetazione all’ interno dell’ edificio, introducendo la luce ed il colore.

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Tutte le unità abitative sono collocate nei piani primo e secondo, all’ interno dei tre volumi articolati intorno al giardino centrale. La strategia della scomposizione volumetrica consente di dare ad ogni abitazione apertura visuale al paesaggio e l’ orientamento migliore, cercando la luce del sud e beneficiando sempre di illuminazione naturale e ventilazione. La terrazza aperta al paesaggio si converte in loggia, una piccola corte privata per ogni abitante.

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

Paolo Bugatti, Klaus Zoia, José de la Peña, José Pavon, José Chamorro, Miriam Rego — Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti

CASA RENZULLO - Paolo Illiano


Casa Carannante - Paolo Illiano

Casa Mastropasqua - Paolo Illiano

Casa C - camponovo baumgartner architekten

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The onehundred year old Casa C is located in the village center of Reckingen, vis-à-vis the church. The barn consists of two units. Each of them comprehends a barn in the basement and a space fort he hay on the floor above.

camponovo baumgartner architekten — Casa C

Due to new animal protection laws, the owner had to close down the barn. A new construction instead of the old building was not possible because it is part of the ancient village center and a protected monument. Therefore the task was to convert the barn whitout destroing its outer facade.

camponovo baumgartner architekten — Casa C

The new weekend house was conceived as a building inside the hay spaces. The inner facade detaches twice from the outer shell. Thus, two non-heated alcoves are developped, one in each hay space. The old wood-structure and the haystack can be seen there.

camponovo baumgartner architekten — Casa C

The holiday unit itself consists of a ondulating living space with different places to stay. The historic wall in the middle oft he house is cut-off twice. A spiral parcours over two floors arises. Along this path, the space widens to a living room, a dining room, a library and a working place. and offers great views tot he mountains. The sleeping rooms are joint as baies and niches to the living space. The doors and the cupboards are integrated into the walls.

camponovo baumgartner architekten — Casa C

The construction consists entirely of wood. The floor is made of native larch , the walls and ceillings are made of qualititive birch inlay. The roof is newly covered with larch shingles. All the surfaces are untreted and exposed to natural deterioration.

camponovo baumgartner architekten — Casa C

Project: 2010-2011
Execution: 2011-2012
Size building plot: 244m2
Footprint: 104m2
Habitable surface: 114m2
Effective Surface: 209m2
Gross Cubage: 618m3
Heated Cubage: 312m3

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

camponovo baumgartner architekten — Casa C

Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena - Gianpiero Lepreti

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Quasi naturalmente ha preso corpo il concept estetico-funzionale dell“unico invaso architettonico”, la grande piazza e l’area parco, rendendoli univocamente contestualizzati da tematismi materici, di arredo e di funzioni. Quella che si propone è una rivisitazione fisica unitaria in cui la piazza non è altro da sé e non è altro dal parco: un sistema unitario di spazi che dialogano reciprocamente in un contesto di relazioni compiute ed efficienti determinate dal riassetto dei flussi e dei rapporti tra il costruito e ciò che lo circonda.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

La nuova Piazza Bracci triplica i suoi spazi e, come nelle architetture di maggior rappresentatività, predispone idonei luoghi di accoglienza per tutti gli ospiti che vorranno soggiornarvi. Non è un esterno il vero tema di progetto, ma un interno omogeneo che accoglie i diversi stati d’animo: il culto, la fede, il gioco, la riflessione, il commercio, la lettura, la socializzazione. Ogni spazio diviene un’estensione ideale del precedente e prepara al successivo.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

Un letto di pietra, privo di barriere architettoniche, apparentemente sobrio e monocorde generato dal disegno realizzato di fasce cromatiche si ispira a ripristino delle vecchie vedute storiche della piazza, privilegiando l’intervisivbilità dei fuochi ottici principali rispetto agli ordini architettonici della Chiesa di San Lazzaro e del Palazzo del Municipio, nonché delle viabilità ad essi interconnessi.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

Il luogo geometrico della nuova configurazione spaziale unitaria è nella memoria di un evento tragico, un significante che nessuno può e deve dimenticare: le 10:25 del 2 agosto 1980! Non costituisce un centro e non ha pretese di diventare sovraordinato rispetto all’emozione che i ricordi di quella data generano, ma la nuova configurazione spaziale riconosce alla memoria storica valenze che travalicano il gesto dell’architettura e permeano profondamente le nostre culture. La frammentazione di quell’esplosione evolve nel dissolvimento della materialità lapidea di Piazza Bracci per lasciare spazio ad una tessitura di verde radente in un continuum spaziale che non individua una linea di confine, ma che dirada e si smaterializza dolcemente divenendo generatrice di uno spazio unitario e ridefinisce funzioni già presenti ormai spersonalizzate: l’area destinata all’anfiteatro (oggi troppo defilato costituita da sovrastrutture non coordinate con il resto) che ritrova nuova centralità e visibilità, e l’area salotto che annette a sé le funzioni di relax quali gioco per bimbi e soggiorno all’ombra.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

La geometria della pavimentazione per mezzo della figurazione cromatica in pianta, il suo correre repentinamente per poi interrompersi lungo il margine che a sua volta diventa direttrice per il chiostro, non fa che esaltare la tipicità degli elementi della tradizione presenti e la sobrietà architettonica degli elementi di novità inseriti dal progetto, quali guizzi pretestuosi per organicare la visione del paesaggio urbano. Le fasciature in porfido e pietra alberese, le varietà di lavorazioni superficiali possibili, offrono al progetto l’opportunità di realizzare i cromatismi desiderati e la specializzazione dei percorsi senza mutare o arricchire eccessivamente la scena, oltre a garantire circa la durevolezza e la naturalità dell’impatto dei materiali, nonché la facilità di manutenzione ed il contenimento dei costi da parte dell’Ente.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

L’identità si riscopre e si conserva partendo dai piccoli gesti ed il centro della Piazza Bracci ospita lo Stemma della Comunità scolpito in un concio di pietra alberese: non solo fulcro fisico del disegno geometrico che ne ha consentito la riorganizzazione degli elementi prospicienti (Chiesa e Municipio), ma il meta-elemento che si configura quale attrattore e protagonista degli eventi che animano la vita del centro di San Lazzaro di Savena. Concerti, teatro all’aperto, mercato, happenings, riscoprono una location adeguata ed entusiasmante e persino il mero movimento del transito pedonale cessa di essere distratto ed indifferente per acquisire le caratteristiche di passeggio, di contemplazione del paesaggio, di assaggio e godimento di relax organizzato e appagante per le diverse fasce d’età.

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

Gianpiero Lepreti — Riqualificazione piazza Bracci e aree limitrofe. San Lazzaro di Savena

Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino - Mauro Ciotoli, Alessio Sirizzotti, Luca Ritarossi

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Il concept progettuale prende vita da una suggestione, dalla visione di uno spazio che viene riempito dal movimento riverberante di un’ellisse. Uno spazio che si riconferma come luogo d’incontro perduto nel tempo, con l’intento di offrire sistemi di funzioni in una nuova scena urbana. Lo spazio risponde a diversi usi con aree di passaggio e scambio tra piani interrati e superficie e altri usi per le esigenze tipiche della piazza che mirano alla socializzazione e a momenti dedicati al riposo, svago e al gioco.

Mauro Ciotoli, Alessio Sirizzotti, Luca Ritarossi — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Nella elaborazione del progetto si è partiti dall’analisi dello stato attuale dei luoghi fino ad arrivare alla proposta di soluzioni, funzioni e materiali della piazza distinguendo tre sistemi principali che possono sintetizzare la proposta.

Mauro Ciotoli, Alessio Sirizzotti, Luca Ritarossi — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Nel sistema delle preesistenze sono individuati gli elementi da rispettare e inglobare nel progetto quali : la direttrice storica che collegava Corso Vittorio Emanuele con Via Nappi, il filare di alberi da riproporre sulla stessa come nel passato e l’albero di Cedro, punto focale dell’attuale piazza. Lo schema strutturale della soluzione progettuale proposta scaturisce da un sistema delle geometrie generatrici composto da elementi puntuali quali la circonferenza ed elementi continui quali le ellissi. Al suo interno l’albero di Cedro preesistente è uno degli elementi generatori del disegno della piazza.

Mauro Ciotoli, Alessio Sirizzotti, Luca Ritarossi — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

I due sistemi mettono in gioco elementi nuovi di progetto con elementi preesistenti e interagiscono tra loro con i materiali della piazza in un unico sistema delle interazioni, contribuendo, con un nuovo linguaggio, a dare omogeneità all’intero progetto nonché a riconquistare una parte del tessuto urbano attualmente degradata. Segni luminosi sottolineano l’interazione tra le tracce del progetto e la direttrice storica. Gli elementi puntuali nella piazza accolgono al loro interno le uscite dal parcheggio interrato e offrono diverse funzioni annesse tra cui servizi igienici e info point; un terzo elemento, più piccolo, è una piccola attività commerciale come ad esempio tabacchi e/o giornalaio. Questi nascono dalla forma geometrica del cono troncato in punta da un piano inclinato. Nella planimetria si innestano in alcuni casi nelle tangenze alle ellissi vincolandosi ad esse e in altri casi invece liberi e svincolati da queste.

Mauro Ciotoli, Alessio Sirizzotti, Luca Ritarossi — Riqualificazione aree e spazi pubblici di piazza Libertà. Avellino

Gli elementi continui delle ellissi invece sono pensati come degli anelli di congiunzione tra gli elementi puntuali e gli altri spazi della piazza e segnano i cambi di trattamento della pavimentazione oltre a ricongiungere le sedute tra loro. L’elemento acqua è stato riproposto al centro della piazza, in uno spazio creato dal leggero dislivello tra due ellissi. Si ripenserà la preesistente fontana e vasca come testimonianza e tradizione della piazza in una chiave contemporanea. La sensazione finale è quella dell’allagamento parziale di un settore della piazza con uno specchio d’acqua basso con possibili scenari variabili.

Il risultato finale sarà quello di uniformità cromatica e continuità architettonica e urbana nello stesso tempo abbinate alla varietà funzionale della piazza, aperta alla possibilità di prevedere allestimenti temporanei ed eventi all’interno e mutare così i suoi scenari con la domotica grazie ai sistemi di automazione dei materiali acqua e luce.

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