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Costa Nova House - ricardo vieira de melo

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The small width of the plot – less than 6 meters – and the desire expressed by the owner to arrange the ground floor only with technical spaces required a typological response by organizing the house mainly in the two upper floors. The house takes advantage of both fronts east and west. On one side the sun, the other the magnificent views of the waters of the Ria de Aveiro. Accordingly, from the 1st floor, the program is developed symmetrically from the central staircase. From the central vertical access, certain axiality dominates the house, offering bedrooms and kitchen to its extremities. The living room extends between the two quadrants, in partnership with the kitchen. Assuming its nuclear position the living room also expands vertically through a double height, which helps to organize the upper level and provides unity to the set. The house uses the attic cover for the private spaces: two bedrooms, one for each quadrant, and two additional spaces connected by a steel bridge that overcomes the void. Fullness and emptiness draws both inside and outside disassembling the apparent stability of this “stereotypical” house. Spaces can thus become richer and natural lighting unexpected. The main volume that marks the house results from a small balance of 0.60m. This compositional artifice allows volumetric loosen up and gain thereby domestic expression, “floating” over its neighbors.

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House

ricardo vieira de melo — Costa Nova House


concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo - Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele

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RELAZIONE ILLUSTRATIVA Caratteri della piazza Piazza Orologio rappresenta la naturale porta di ingresso al Centro antico della città. La sua caratteristica principale è quella di un largo che degrada verso il mare: non a caso la sua conformazione rispetta i caratteri propri di una spiaggia-approdo, un imbarcadero, dove tirare in secco le barche e scaricare e caricare mercanzie. Piazza Orologio è infatti nota, prima della costruzione della torre nel 1870, come piazza Mercato e tale è il toponimo originario, che compare nella cartografia, in stampe e quadri d’epoca. Questa funzione di largo del mercato si riconosce ancora oggi proprio per le caratteristiche topografiche della piazza, a forma trapezoidale, quasi a voler acquisire una funzione di convogliare le merci dal mare (base maggiore) verso l’abitato (base minore), in particolare attraverso due strade che di aprono ai vertici della piazza-trapezio e che non a caso portano due nomi estremamente significativi: Calata Mercato (a sinistra) e via Dogana Regia (a destra). Piazza Orologio, si caratterizza inoltre come luogo assolutamente “laico” e contrariamente a quanto avviene per altre zone o altre marine non presenta nessun elemento sacro o religioso. Questa caratteristica non dovette sfuggire ai rivoluzionari stabiesi che nel 1799 eressero al centro del mercato l’Albero della Libertà, sostituito poi dopo pochi mesi, a seguito del tragico epilogo della Repubblica Napoletana, da un Crocifisso, che era collocato sulla parete del fabbricato a destra della piazza, come documenta anche un quadro di Giacinto Gigante, e che andrà ricollocato in situ, dopo l’intervento della piazza. L’uso del toponimo “piazza Orologio” comunque non è casuale, anche perché quello di “Piazza Cristoforo Colombo” proposto nel 1924 dal Comune non ha mai ricevuto le prescritte approvazioni prefettizie, proprio perché l’intitolazione andava a cambiare l’antico nome di piazza Mercato, pregno di significati. Oggi che la funzione mercatoriale è inesistente, il toponimo popolare di “piazza Orologio” pare il più appropriato per identificare il sito, in quanto fortemente caratterizzato dalla presenza della torre.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

prospettiva

RELAZIONE TECNICA L’ambito di piazza Orologio fa parte del centro antico di Castellammare di Stabia, che ha uno stretto rapporto con il mare, fino agli inizi del XX sec. I principi ispiratori del progetto sono stati pertanto i seguenti:

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

planimetria generale

1. Apertura verso il mare attraverso assi prospettici che inquadrano la piazza con la futura stazione marittima, attraverso un segno sinoidale, che collega con l’ambito portuale, che viene qui suggerito, ma che non fa parte del progetto di sistemazione della piazza.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

sistemazione di progetto

2. Nuova viabilità con il mantenimento di un collegamento carrabile tra via Bonito e Calata Mercato-via San Bartolomeo, con la chiusura alle macchine lungo la cortina opposta, in modo da recuperare un ambito a gradonate,l’immagine di un imbarcadero, elemento di memoria funzionale, da attrezzare quale area di sosta con tavolini e una lunga panca in pietra, che determina la giacitura e l’orditura della nuova pavimentazione in pietra vesuviana e in fasce di pietra calcarea bianca.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

sezione prospettica 1

3. La torre dell’orologio rimarrà l’unico elemento verticale a caratterizzare l’invaso della piazza, alla cui base, a richiamare una preesistente vasca, è stata prevista una vasca d’acqua a pelo, che con un salto di quota di cm.60, determina una piccola cascata. La presenza dell’orologio ha determinato anche il modulo utilizzato per la pavimentazione dell’intera piazza, che sul lato interno, risulta ruotato, per la diversa giacitura della cortina edilizia.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

sezione prospettica 2

4. Sosta di emergenza. Il lato interno della piazza prevede uno spazio per la sosta di due macchine a servizio della farmacia esistente. La zona, viene caratterizzata da una pavimentazione in acciottolato.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

sezione prospetica sulla via Bonito

Indicazioni per la cortina edilizia: Il colore: Per la cortina edilizia, secondo le indicazione del Piano del Colore, sarà necessario recuperare le caratteristiche cromatiche originali, con i colori che vanno dal giallo al rosa, e che aiutano a scandire i volumi dei fabbricati che abbracciano la piazza. Particolare attenzione va posta all’edifico dell’ex fabbrica di biscotti che presenta un elemento decorativo e va evidenziato con scelte cromatiche appropriate, magari richiamando la decorazione a fasce alternate visibile in alcune foto d’epoca. Vanno rimossi verande e superfetazioni, così come elementi e infissi in alluminio anodizzato, ripristinando chiusure e infissi in legno. Le tende: l’indicazione è quella di uniformarsi al colore predominante del fabbricato, potendo sceglierne tutte le variazioni tonali. Le insegne Non devono essere con cassonetti in plexiglass illuminati, ma in materiali opachi, con luce direzionata. Gli impianti o gli altri mezzi di pubblicità non potranno mai superare i 25 cm .

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

visione notturna di progetto

Materiali utilizzati La piazza: pavimentazione con riquadri in pietra vesuviana a cubetti, delimitati da fasce di pietra calcarea, recuperando l’antica pavimentazione sostituita nel 1960 con cubetti di porfido La fontana: rivestita con lastre in pietra vesuviana liscia, con inserti in metallo-ottone- Gli elementi illuminanti: sono ad altezza uomo, a forma di parallelepipedi in plexiglass; oltre ad una illuminazione dalla torre verso la piazza, si è prevista una a pavimento attraverso l’uso di led luminosi. L’illuminazione prevista pertanto, garantisce una buona illuminazione, senza determinare fenomeni di abbagliamento o di sisturbo alle residenze prospicienti la piazza. Passerella che collega le due diverse quote della piazza, con richiamo all’ambiente marinaro con doghe di legno:iroko, impregnate in massa con prodotto ignifugo Verde- non sono state previste alberature, per non occultare la vista d’insieme della piazza: l’unica pianta è un grossa magnolia, posta in posizione di cerniera, tra la calata e la piazza. Area di sosta davanti alla farmacia è stata prevista, con una pavimentazione in acciottolato.

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

simulazione riqualificazione cortina edilizia

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

prospettiva 1

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

prospettiva 2

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

tavola 1

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

tavola 2

Massimo Di Maio, Giovanna Di Dio Cerchia, Luigi Vuolo, catello raffaele — concorso di progettazione per la riqualificazione di Piazza Cristoforo Colombo

tavola 3

Casa P - Ilaria Capasso

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Ristrutturazione e interior design di un appartamento situato al primo piano di un edificio storico. Muratura portante con consolidamento in calcestruzzo armato. Anche in uno spazio di dimensioni contenute si può ricavare una cucina con isola e angolo relax. Il camino è parte della parete; grazie alle minime dimensioni permette di ricavare spazi utili al comfort quotidiano. Il bagno di servizio/lavanderia divide la zona più vissuta della casa dal resto degli ambienti. Il centro della casa è il soggiorno, ampio spazio diviso tra zona pranzo e sala lettura dove trascorrere pomeriggi in tranquillità. Camera padronale con ampia cabina armadio, e bagno semi-annesso, due camere singole con bagno.

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Ilaria Capasso — Casa P

Atelier - Santiago Miret

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It is part of a larger study on morphologies starting from a cube and are acquiring geometric complexities as the initial figure begins to be affected by changes of all kinds. The aim of the experiments is to further geometric inhabit housing opportunities few square meters and innovate in living spaces, away from the traditional methods of planning of houses.

Santiago Miret — Atelier

Aerial view

Santiago Miret — Atelier

Santiago Miret — Atelier

Pedestrian view

Santiago Miret — Atelier

Interior

Santiago Miret — Atelier

Lower floor plan

Santiago Miret — Atelier

First floor plan

Santiago Miret — Atelier

Roof plan

The cube - Santiago Miret

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It is part of a larger study on morphologies starting from a cube and are acquiring geometric complexities as the initial figure begins to be affected by changes of all kinds. The aim of the experiments is to further geometric inhabit housing opportunities few square meters and innovate in living spaces, away from the traditional methods of planning of houses.

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

Santiago Miret — The cube

School - Santiago Miret

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1. CONTINUIDADES El concepto de continuidad se funda durante el Barroco. La frase con la que Gilles Deleuze da inicio a su famoso libro “El Pliegue. Liebniz y el Barroco”, resume lo que el Barroco significó para la Arquitectura, la ciencia y la cultura en general: “El Barroco no remite a una esencia, sino más bien a una función operatoria, a un rasgo. No cesa de hacer pliegues” (DELEUZE: 1988). Deleuze le da un nombre a la idea de continuidad que se inicia en el Barroco, la llama “pliegue”. Más allá de adentrarnos en lo que el autor desarrolla a continuación extensa y detalladamente en relación a los pliegues en la materia y en el alma, considero fundamental detenerme en que la idea de continuidad como un rasgo. Una esencia que funda sus bases en el Barroco. Una pieza artística que podríamos citar para ser claros en este aspecto es el cuadro de Diego Velázquez de 1656 titulado en 1843 como “Las Meninas”. En este cuadro, Velázquez pinta una escena de cámara poco tradicional, es el detrás de escena. Aquí no existe una figura principal, sino relaciones entre figuras. Tensiones relacionales son la que construyen el cuadro. Todo el arte del Barroco se ha basado en este concepto. La idea de puesta en escena teatral, la luz, el tratamiento del claro oscuro, la disposición de los personajes, todo atenta con la idea renacentista del fondo y figura, de la composición en función de los elementos. Ahora la composición será en función de las relaciones entre los elementos.

Santiago Miret — School

El Arte Barroco desplaza la atención de la figura a las relaciones entre figuras. El pliegue es la relación entre componentes y no el componente en sí. Tuvieron que pasar muchos años para que, en los sesentas, Ludwig Von Bertlanffy desarrollara teoréticamente su Teoría General de Sistemas (TGS). El planteo básico (para no irnos demasiado de tema) y su mayor contribución a la ciencia de la TGS es el pasaje del objeto a la relación entre los objetos. Bertalanffy puso en letras la esencia que de alguna manera el Barroco había desarrollado en la práctica. Más tarde, fue Edgar Morin con su Teoría de la Complejidad, quien llevó las ideas de Bertalanffy (entre otros que desarrollaron y contribuyeron a la constitución de una teoría de la cibernética, una teoría de la comunicación y la información, etc) a una posición de mayor abarcabilidad y profundidad. Llegamos a nuestros días con un profundo desarrollo de la idea de continuidad encausada por las metodologías digitales de reciente desarrollo (últimos veinte años). Autores pioneros en nuestra disciplina como Peter Eisenman, Frank Gehry, Ben Van Berkel o Zaha Hadid, han sentado las bases fundamentales para que las generaciones de arquitectos que hoy día nos son contemporáneas (Greg Lynn, NOX, Asymptote, BIG) lleguen a desarrollar proyectos y teorizaciones de una profundidad insospechadas. Pero todo esto, por más diverso que se vea y por más variados que sean los temas en la agenda de los arquitectos y despachos de Arquitectura mencionados anteriormente, todo deriva en un desarrollo profundo de la continuidad en Arquitectura. Y la continuidad es la idea que ha reinado en la constitución del sistema proyectual que hoy ha llegado a su mano, la Nueva Escuela de Educación Técnica de la Universidad de Buenos Aires. 2. MATRIZ DE GENERACIÓN ABSTRACTA¿Qué es una matriz? Una matriz es una estructura de información interconectada holísticamente con características de flexibilidad, adaptabilidad, cambio y maleabilidad. El presente proyecto emerge de una matriz de estas características, la cual a su vez, es generada por el contexto geométrico inmediato (ver ítem 03, 04 y 05 de la lámina 1). Una matriz que se constituye a partir de un tejido existente es precisamente, la materialización práctica de la idea de continuidad a la que nos referíamos más arriba.

Santiago Miret — School

El terreno para la nueva escuela, emerge de un tejido urbano fuertemente consolidado de baja densidad. La necesidad de constituir una matriz que entreteja el vacío del terreno con su contexto más inmediato es el modo más claro de abonar la concepción de la Arquitectura como una disciplina que viene a construir puentes, a unir, a conectar y a seguir fundando la idea de continuidad que en la cultura, en la ciencia y en el Arte se ha ido desarrollando, según vimos anteriormente desde el Barroco. Considero que el vacío, si es que debe ser llenado (con un proyecto de Arquitectura, como en este caso), tiene que ser tratado desde su contexto, desde lo que su contexto dice de él. Ningún vacío se encuentra flotando en el éter. Todo territorio propenso a ser apropiado para edificar en él, tiene a su alrededor más o menos volumen material previamente constituido. En el caso de un terreno en una ciudad, esto se vuelve una obviedad y en el caso de un terreno en una ciudad con un tejido fuertemente consolidado, una oportunidad. Ahora bien, cabe destacar que esta matriz es “de generación” por un lado y “abstracta” por el otro. Cuando digo que es de generación me refiero a que me sirve para generar el proyecto. Para marcar los primeros mojones que guiarán en mayor o menor medida mis futuras acciones proyectuales. Y es abstracta, porque en realidad nunca se ve. Nunca voy a ver la totalidad de esta matriz en el proyecto final, porque el proyecto ES la matriz. La idea de verdad a la que se refiere Heidegger va de la mano con esta concepción de lo que es una matriz de generación abstracta. Heidegger consideraba a la verdad como un juego de ocultamiento y des-ocultamiento, y de esta manera precisamente es como opera nuestra matriz. De a ratos vamos a verla claramente y por momentos se nos ocultará. Porque la intensión no es que la matriz defina el proyecto estrictamente, sino que lo encauce hacia su verdad última que, al fin de cuentas y como arquitectos que somos tenemos que construir, materializar el proyecto, la verdad del mismo, por ende, es o será una sola. 3. EL PROYECTO En su estructura formal virtual, el proyecto emerge de la matriz proyectual abstracta, pero esta matriz se verá afectada por una serie de operatorias tectónico funcionales que operarán sobre ella deformándola y transformándola en función de necesidades proyectuales específicas.

Santiago Miret — School

Main entrance

El primer y gran aspecto a resaltar del conjunto es el pasaje vinculante entre las dos arterias laterales (ver ítem 02 de la lámina 4) Lavalle y Belgrano. Ésta conexión persigue los siguientes objetivos: a_ Desestructurar el típico pulmón de manzana enclaustrado en el interior de las manzanas tradicionales y abrirlo al espacio público con el fin de promover una bifurcación positiva de lo público hacia el interior del conjunto. Considero el proyecto de una escuela pública como la oportunidad clara de integrar lo privado y lo público en la ciudad, generando nuevos ámbitos para el encuentro y el intercambio ciudadanos. Este primer aspecto es el que más estrechamente se vincula con la idea de continuidad desarrollada anteriormente. b_ Abrir una brecha en el conjunto edilicio a fin de poder volcar las actividades propias de la institución a un espacio resguardado y controlado para la vida académica. c_ Propiciar el desdibujamiento de límites de propiedad en la ciudad de instituciones públicas. La escuela entendida no sólo como el lugar donde instruirse, sino también como un ámbito de intercambio más amplio, por parte de mayor cantidad de usuarios. Se ha tomado la decisión de demoler las edificaciones más antiguas y castigadas por el paso del tiempo y preservar y restaurar la pieza protagonista del terreno, el ex-palacio Otamendi conocido también como el actual Palacio Belgrano. La matriz de generación abstracta atraviesa esta edificación y la incorpora como material contextual de una gran potencialidad proyectual. El pabellón principal de la escuela, en el cual se ubica casi toda la actividad educativa del estudiante, se toma del ex-palacio Otamendi consolidando una pieza inseparable del mismo. El vaciamiento de la cubierta con el objeto de propiciar una continuidad de vacío/lleno para con la torre es una prueba de esto. El conjunto cuenta con tres accesos claramente identificados, uno por cada arteria en la que el edificio se vuelca (ver lámina 1). El acceso A o principal, sobre la calle Lavalle, propicia un entorno integrado para con el contexto inmediato (ver imagen de la lámina 4). La apertura directa de dos espacios de esparcimiento público (la explanada del bar comedor y el espacio para la lectura apergolados), dan cuenta de la jerarquización del emplazamiento en relación a los otros dos, incentivando la apropiación del mismo por parte de toda la comunidad. El acceso B es secundario, pero de una enorme utilidad. Es un acceso que tiene conexión directa con 3 aspectos muy importantes del proyecto. Por un lado los talleres, que son el leit motiv de la actividad disciplinar de la escuela en cuestión. Éstos talleres cuentan con maquinaria de particular tamaño, por ello el franco acceso a un medio de salida directo se vuelve una necesidad imperante. Por otro lado, existe el acceso al gimnasio y Salón de usos múltiples. Muchas veces, los horarios de gimnasia son ajenos a los horarios de cursada en aula o taller, por lo que se vuelve muy útil contar con un acceso semi-exclusivo para que el alumno no se vea en la necesidad de acceder a la escuela los días que sólo cursa esa actividad. Y en tercer lugar, como se mencionó anteriormente a la pasada, este acceso propicia una conexión franca con el Salón de Usos Múltiples (SUM), cuyo uso es muchas veces ajeno a las actividades estrictamente académicas y es bueno contar con un acceso diferenciado. Cabe destacar el acceso a cocheras por ese mismo sector en clara relación con el SUM y actividades extra-académicas.

Santiago Miret — School

Gimnasium

Un tercer acceso, el C o administrativo, se da por la calle Sarmiento y es el que propone la edificación existente del ex-palacio Otamendi. En esta edificación se encontrarán todas las actividades que tienen que ver con la rama administrativa de la escuela, entre las cuales se cuentan, la sala de profesores, de alumnos, cooperadora, contaduría, sala de rectorado, salas de reuniones, entre otras (ver lámina 2). Programáticamente, el conjunto considera tres aspectos que pueden identificarse claramente. a_ Actividades Recreativas: Se desarrollan en el patio que cruza todo el conjunto y comunica ambas arterias laterales, en el Gimnasio/SUM que se emplaza como pieza de completamiento entre la calle Belgrano y la construcción existente no perteneciente a UBA, en la explanada del patio de comidas exterior planteada como una extensión del comedor cubierto y el patio de lectura apergolado el cual rescata las especies arbóreas existentes y consolida un ámbito de estar ameno en profunda relación con el edificio existente del ex-palacio Otamendi. b_ Actividades Académicas: Emplazadas en su totalidad en el pabellón principal, localizado entre el ex-palacio Otamendi y la calle Belgrano. En él se despliegan todas las actividades académicas, como ser de talleres (en los pisos inferiores y volcados al patio interior del conjunto), aulas (sobre la calle Sarmiento), laboratorios, biblioteca (en el cuarto nivel y con una iluminación muy particular), entre otras. El pabellón se encuentra atravesado por un continuo desarrollo circulatorio materializado en rampas, que cosen todos los niveles generando un recorrido totalizante del edificio, llevando la experiencia arquitectónica a su máximo disfrute. c_ Actividades Administrativas: En su totalidad condensadas en el ex-palacio Otamendi, refuncionalizado en dos niveles, dejando un tercer nivel o altillo como depósito. Se prevé la instalación de un ascensor hidráulico a apearse a la construcción existente. La propuesta se presenta desafiante al contexto, pero a la vez cauta y precisa. Opera sobre la disciplina de manera concienzuda y segura de sí misma, sin embargo propicia los ámbitos para la ambigüedad y la pregunta. Claramente es un proyecto ambicioso y comprometido para con su contexto (inmediato construido, como global teórico y disciplinar) que busca, en sus rasgos más generales, no atarse a una idea rectora, sino constituirse a partir de un sistema generativo (matriz), del cual se desprenden una serie de subsistemas tectónicos, de uso y formales que van definiendo su totalidad como una interrelación holística. Cada subsistema es heredero genéticamente del anterior y viceversa. No existen totalidades regularizantes, sino particularidades interconectadas y afectables que buscan constituir un proyecto complejo rico en particularidades, pero con una potente presencia, en busca de seguir construyendo aquella idea que Velázquez inauguraba en los tan lejanos años del 1600.

Santiago Miret — School

Interior

Santiago Miret — School

Existencias

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

Santiago Miret — School

St George's Square | SW1V - Salvatore Catapano

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Two storey flat refurbishment @ St George Square | London. The project includes new kitchen layout, new decorative panels living area, new ensuite bathroom and bespoke wardrobes.

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

The decorative pattern of the panels is based on an existing wall paper pattern created by William Morris. The existing period features have suggested to adopt a similar style for the new panels but with a personal reinterpretation.

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Salvatore Catapano — St George's Square | SW1V

Scala - libreria - arch. Italo Colucci

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L’intervento consiste nella realizzazione di una scala interna. L’idea è semplicemente quella di considerare la scala come una libreria.

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria

arch. Italo Colucci — Scala - libreria


Libreria - contenitore - arch. Italo Colucci

Civico 44 - Lucio De Luca

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Nella ristrutturazione di questa casa si è deciso di riunire in un unico ambiente la zona giorno, differenziandone gli spazi con elementi curvi.

Lucio De Luca — Civico 44

Nonostante l’utilizzo della linea curva, l’alloggio così articolato permette di sfruttare al meglio lo spazio.

Lucio De Luca — Civico 44

Il soggiorno, il tinello e la cucina comunicano tra di loro, un disimpegno li divide dalla zona notte dove ci sono tre camere da letto e due bagni.

Lucio De Luca — Civico 44

l'ingresso

Lucio De Luca — Civico 44

il soggiorno

Lucio De Luca — Civico 44

il tinello

Lucio De Luca — Civico 44

la cucina

PABLO - design - Paolo Giuliano

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DAVANTI AL DIVANO PABLO

Paolo Giuliano — PABLO - design

Tavolino basso da soggiorno con contenitori multifunzionali realizzato su un gioco di pieni e vuoti. Struttura realizzata in multistrato rovere, rovere sbiancato, sportelli in vetro satinato o alluminio satinato il tutto completato con un vaso sempre in vetro colorato satinato o alluminio satinato.

Paolo Giuliano — PABLO - design

Paolo Giuliano — PABLO - design

Parco dell'Utopia - Parco Forte Tiburtino - Maurizio Di Curzio

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Un’utopia intesa come qualcosa di impossibile e difficile da immaginare. Luoghi immaginari in chiave utopistica descrivono il dinamismo del nuovo parco. L’orografia e i movimenti del suolo caratteristici e fondamentali del nuovo parco, accompagnano il visitatore in un percorso che realizza in maniera concreta concetti astratti,artistici e inconsci insiti soltanto nella mente dell’uomo.

Maurizio Di Curzio — Parco dell'Utopia - Parco Forte Tiburtino

Il Parco urbano nuovo luogo del collettivo urbano

La porta d’accesso principale al nuovo parco si affaccia su via Tiburtina. L’ingresso è stato pensato come chiave portante del tema scelto. Due grandi trottole in acciaio alte 7 mt. dominano il paesaggio su via Tiburtina, pensate secondo un movimento meccanico di coinvolgimento al visitatore che arriva. La prima ruota su stessa secondo il suo perno, compiendo un movimento rotatorio; la seconda compie invece un movimento parallelo al percorso di guida al parco, accompagnando il visitatore seguendolo per un breve tratto un binario posizionato a terra. A seguire sono presenti altre “trottole” sculture di varie altezze , realizzate in bronzo e posizionate obliquamente alla pavimentazione in ciottoli. Esse simulano un movimento “statico” ,seguono una traiettoria tracciata a terra immaginaria, che lascia alla riflessione e all’immaginazione il visitatore che entra .

Maurizio Di Curzio — Parco dell'Utopia - Parco Forte Tiburtino

La Piazza Principale del nuovo parco urbano e la piazza secondaria di pertinenza complesso di edifici pubblici

Addentrandoci e seguendo le linee sinuose del parco di stampo organico, si arriva al punto nevralgico del parco stesso,la piazza principale. Questa piazza realizzata, soprattutto con una pavimentazione in resina,è il “cuore” del parco, centro di coinvolgimento e di attrazione grazie alle sue funzioni principali quali:area espositiva,area proiezioni e eventi,area dibattiti e scambi sociali,area caffetteria e ristoro. Il sistema dei percorsi e le relative piazze presenti nel resto del parco, costituiscono un circuito chiuso come un sistema “cardiocircolatorio” di connessione diretta le une dalle altre. Questa piazza possiede la caratteristica principale da cui si discosta dalle secondarie,ovvero la sua polivalenza e trasformabilità. Il carattere di essere una piazza aperta al pubblico ma al contempo stesso di chiudersi su se stessa , grazie alle sue coperture temporanee e mobili come delle “branchie” , di supplemento alle aree di intrattenimento presenti in essa. Diversamente dalle altre piazze e di pertinenza agli edifici ,in cui il carattere che le domina è la riservatezza e l’intimità.

Maurizio Di Curzio — Parco dell'Utopia - Parco Forte Tiburtino

Il Giardino all'interno del nuovo parco urbano

Continuando lungo il percorso caratterizzante del parco, si arriva ad una serie di giardini tematici dalle forme a “bozzolo”,in cui vengono rappresentati i vari sottotemi del tema principale del parco. Culminando nel giardino vero e proprio che domina il paesaggio del parco. Il giardino è stato concepito per viverlo e osservarlo nella sua totalità, a 360°. Dalla forma allungata ed elicoidale a “DNA” ,lascia il visitatore all’immaginazione più sorprendente che caratterizza il giardino stesso. Si giunge al suo ingresso attraverso una piattaforma panoramica leggermente rialzata, posizionato al centro si scende attraverso un ascensore e delle scale a chiocciola. Scendendo il visitatore ammira il paesaggio che gli si presenta , secondo 4 livelli differenti di percezioni. Volumi vegetali di arbusti e gabbie metalliche con rampicanti si alternano a varie altezze come “sospese in aria”. Arrivando alla piccola piazza interna, un percorso locale chiuso segue le quinte di pareti vegetali secondo l’andamento del suolo a forma di “conca”,lasciando ancora nel visitatore curiosità ad esplorarlo più da vicino. Un luogo chiuso e intimo circondato da una siepe continua a formare un “infinito”, chiude l’essenza del giardino.

Maurizio Di Curzio — Parco dell'Utopia - Parco Forte Tiburtino

Notomia e scomposizione ,attraverso i suoi sistemi,di un parco urbano

Riqualificazione del fiume Aniene - Maurizio Di Curzio

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Un progetto di valorizzazione e riqualificazione ambientale dalla foce con il Tevere – Roma al centro storico di Tivoli. Attraverso un progetto di creazione di nuove “unità di paesaggio” che parte dal riconoscimento di macro ambiti (urbano,periurbano,agricolo,pedemontano) e micro ambiti infrastrutturale (ponti,passaggi,ferrovie,viadotti,attraversamenti,ecc). Con azioni mirate di tipo igienico,culturali,ecologiche,estetiche,urbane,morfologiche e sociali per la promozione; si è giunti all’individuazione di attori partecipanti e di gestione del nuovo parco con conseguenti obiettivi e finalità progettuali di ripristino reti ecologiche e rimessa in sicurezza con tecniche di ingegneria naturalistica.

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Analisi,verifica e confronto incongruenze piani della provincia di Roma (carte tematiche) e piano di bacino della Valle dell'Aniene di carattere geologico,geomorfologico e accessibilità

Approfondimento progettuale e di pianificazione del territorio dei macro ambiti (periurbano e agricolo) del fiume Aniene.Ripensato in una chiave puramente paesaggistica della vera architettura del paesaggio.Ripristino della sezione fluviale e delle relative sponde e scarpate fluviali con sistemi di ingegneria naturalistica.Compensazione e mitigazione siti inquinanti (cave,laghetti,discariche,ecc..) con elementi vegetali di schermamento e isolamento acustivo-percettivo (ferrovie,strade,viadotti,ponti,ecc..),osservando e tenendo in considerazione delle preesistenze botaniche,floristiche e vegetazionali del territorio stesso, creando una rete ecologica “allargata” con individuazione di siti relittuali già esistenti lungo il fiume e inserimento di nuove e potenziali aree limitrofe a nuovi “polmoni verdi”.Prendendo a riferimento città giardino di Monte Sacro con nuovi scenari ecosostenibili ed ecoefficienti

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Analisi,verifica e confronto incongruenze piani della provincia di Roma (carte tematiche) e piano di bacino della Valle dell'Aniene di carattere ambientale,vincoli,tutele e usi del suolo

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Analisi,verifica e confronto incongruenze piani della provincia di Roma (carte tematiche) e piano di bacino della Valle dell'Aniene di carattere storico,urbanistico,assetto di programmazione e pianificazione

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Rilievo fotografico paesaggistico caratteri esistenti del territorio e individuazione di nuovi macro ambiti (Urbano,Periurbano,Agricolo,Pedemontano)

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Rilievo problematiche ambientali di vario tipo evidenziate sul territorio Aniene (Foce Tevere-Tivoli) e individuazione puntuale siti di intervento per problematiche paesaggistiche e idrogeologiche

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Stato di fatto e sintesi analisi effettuate e relativo masterplan strutturale linee guida principali di progetto

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Masterplan di progetto dell'interno tratto Aniene (Foce Tevere-Tivoli) :Azioni e interventi e nuove unità di Paesaggio

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Progetto Botanico dell'interno tratto Aniene (Foce Tevere-Tivoli)

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Progetto di pianificazione tratto a carattere periurbano e agricolo con visuali e approfondimenti progettuali

Maurizio Di Curzio — Riqualificazione del fiume Aniene

Inquadramento paesaggi limitrofi e lancio pubblicitario di marketing e di fruizione della Valle dell'Aniene

SETUBAL PUBLIC LIBRARY - AND-RÉ

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A proposal based on concepts that favour a social architecture, embodied in a seductive shape, yet responding effectively to the functional requirements. The concept is developed with the purpose of controlling the external environmental conditions in order to manipulate the internal space. It is an introspective system, developed around a central courtyard, as indeed occurs in many examples in the history of architecture, serving a purpose of reflective internalization and privacy. It is a way to focus the architecture in itself, like the act of assimilating knowledge.

AND-RÉ— SETUBAL PUBLIC LIBRARY

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NCCA - AND-RÉ

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Competition proposal, for the New National Centre of Contemporary Arts of Moscow, presenting a cutting-edge democratic design driven concept, aiming for an engaging architecture, not only as multi cultural hub, but also as a dynamic social centre. A building that does not superimposes itself to the visitor, yet allows a freewill experience that goes parallel with the democratic essence of this architecture.

AND-RÉ— NCCA

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USP LIBRARY - AND-RÉ, Space Group

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A library defined by a continuous vertical visual and phisical flow, achieved by the connection of floors with usable stairs. A library without boundaries, allowing flexibility and future space adaptability. A system defined by sensitive relationship between floors. The elements of vertical circulation assume the goal of transforming the building into an interesting fluid organism, with enhanced social dynamic and diversifying the uses and forms of library enjoyment.

AND-RÉ, Space Group — USP LIBRARY

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Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale - Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi

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Fase 1°” L’IDEA”

Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi — Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale

Masterplan di progetto e sezioni/profili

Al limite sud del IX Municipio di Roma nasce un quartiere che prende il nome da un’antica torre medievale: la Torre del Fiscale.

Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi — Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale

Planimetria affondo progettuale

Il quartiere è segnato da una forte struttura archeologica, essendo attraversato da ben sei acquedotti romani, di cui solo due emergenti: uno romano, l’Acquedotto Appio Claudio, uno rinascimentale, l’Acquedotto Felice, e attraversato dal tracciato dell’antica Via Latina, in continuazione del tratto già musealizzato all’interno del Parco “Tombe Latine”.

Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi — Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale

Sezioni e dettagli tecnici progettuali

L’idea progettuale parte dalla ricerca di un’identità storica e sociale,da conferire al quartiere. L’intento è appunto di creare un progetto a misura di micromondo, osservando la forte monumentalità da lontano.

Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi — Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale

Sezioni e dettagli tecnici progettuali

Esso infatti possiede due realtà molto forti ma allo stesso tempo contrastanti tra di loro :

Maurizio Di Curzio, E.Giannetti, G.Attardi — Parco "Mamma Roma" - Parco Tor Fiscale

Visuali assonometriche di progetto

1. da una parte vi è l’imponenza dell’antica storia romana, riconosciuta appunto negli acquedotti e nella Via Latina ed anche nella presenza degli antichi parchi

2. dall’altra invece vi è l’impronta sociale della vita del quartiere, della borgata romana.

Tor Fiscale non vive una dimensione spaziale e sociale univoca, ma tende per lo più a chiudersi nei propri spazi e in qualche modo pur essendo caratterizato, come detto, da elementi di forte Romanità , tende a distaccarsene. La vita della borgata si svolge su un livello diverso, lo definiamo infatti un micromondo sotto gli occhi imponenti di Mamma Roma. Un progetto che guarda verso la vita del quartiere, dandogli nuova vita e apertura verso la città intera, partendo dalla sua identità locale e lasciandosi influenzare da atmosfere Pasoliniane, che proprio quei luoghi ne sono viva testimonianza.

Fase 2°“Il PROGETTO

Nella progettazione del quartiere miriamo a creare una rete di punti sociali in cui la gente del posto (e non solo) possa riconoscersi e viverli attivamente. Questi punti saranno delle microaree sparse per il quartiere da noi soprannominate “angoli dei ragazzi di vita” (da un’ opera di Pasolini), sono delle piazze d’incontro, all’interno delle quali vengono installate delle strutture per la raccolta di acque meteoriche e diventano esse stesse Landmark di un sistema visibile anche da lontano.

Altro intervento a scopo sociale,è dato dalla creazione di attività interquartiere quali “adotta un’aiuola” (su via Appia nuova) che diventa il biglietto da visita per chi si avvicina al quartiere o per chi solamente ci passa di fianco , “adotta un albero” su una delle strade pedonalizzate , Community garden, Orti e frutteti condivisi ecc..,che nell’insieme arricchiscono il quartiere anche dal punto di vista ecologico e ambientale (aumento di aree verdi).

Un punto importante è la riapertura di Via Latina creando un foro polifunzionale; che costituisce l’entrata al quartiere, nonché alla fruizione del “distretto delle botteghe” e del “mercato” aree create dalla pedonalizzazione della parte iniziale di via latina, dove verranno conservate strutture preesistenti ma attualmente non consolidate, riqualificandole e dandogli nuove funzioni; conservano lo scheletro metallico in alcuni casi ricoprendolo con vegetazione rampicante creando dei veri e proprio giardini verticali; tenendo conto della forte impronta artigianale e commerciale di Tor Fiscale. Diventano dunque un altro importante segno distintivo per il quartiere a livello strutturale-architettonico. Insieme alla riqualificazione degli edifici della Vaccheria che saranno invece il nuovo polo culturale servito da una piazza antistante.

Vi sono inoltre due grandi sventramenti nella parte sommitale di Via Latina appunto e nella parte finale di via Latina con la creazione di un nuovo ingresso al Parco dell’Acquedotto gia attrezzato, con la creazione di Orti condivisi e didattici. Interventi pensati su alcuni suggerimenti che il Print stesso da sul quartiere, pur non avendo seguito le sue istruzioni nel particolare, cercando sempre di fare un percorso ragionato degli interventi da attuare.

Dal punto di vista viario , abbiamo pensato all’apertura di nuova viabilità per permettere una maggiore fluidità di movimento e una maggior fusione con le realtà vicine ad esempio con Via dell’Arco di Travertino.

Ed inoltre pedonalizzazione alcune strade oltre alla sommità di Via Latina, ad esempio la strada limitrofa al parco degli Acquedotti e un vicolo dedicato all’attività di Adotta un albero. Inserito anche una rete di piste ciclabili che attraversa il quartiere in larga misura. Tutto per permettere un uso minore delle auto e incentivare la mobilità lenta. Sono inoltre previsti nuovi parcheggi che possano servire adeguatamente il quartiere e tutte le attività che esso offre.

Il Parco degli Acquedotti vedrà nuova luce diventano una lunga spina verde riconnettendosi alle aree verdi limitrofe, inseriremo la progettazione del nuovo parco di Mamma Roma che affiancherà le aree attrezzate già esistenti.

Fase 3°“L’ECO-QUARTIERE”

Il quartiere sarà eco-sostenibile, creando dei micro-mondi controllabili….”Sostenibile significa semplice”è il nostro motto.

Gli spazi verdi sono il cuore del quartiere, socialità e qualità di vita alberature diffuse strategicamente per ricreare comfort ambientale come le aperture nei filari su via appia, o la barriera di sempreverdi sulla destra di via latina

Mobilità dolce integrata pedonale e ciclabile e la nuova stazione nelle vicinanza induce a ridurre l’uso delle automobili.

Mobilità merci ingressi di servizio al polo artigianale limitano il circolare di mezzi pesanti all’interno dell’area abitata

Energia fonti rinnovabili locali, fotovoltaico sui nuovi edifici ristrutturati del mercato e delle abitazioni private eolico istallazione

Acque raccolta e riuso acque piovane

Il progetto avrà uno sviluppo nel tempo che vedrà completamente modificare l’aspetto di Tor fiscale, in una fase iniziale si creerà il polo artigianale fornendo subito al quartiere delle nuove attività che porteranno sviluppo economico e si procederà con la riapertura verso Arco di Travertino.

In una seconda fase si ristabilisce il collegamento di via latina e la creazione di aree verdi sia lungo quest’ultima che non.

Nella terza fase si effettueranno le riaperture viarie nella parte sud del quartiere

E nella parte finale si procederà con la riqualificazione del parco degli Acquedotti, con l’apertura dell’entrata sud e la creazione degli orti; lasciamo questo intervento come intervento finale essendo appunto già oggi il parco attrezzato in parte.

Ensemble - Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi, Sara Saggiorato, Daniele Torresin

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Il progetto tiene in forte considerazione alcuni aspetti ambientali che diventano vincolanti per le scelte architettoniche e urbanistiche del nuovo impianto scolastico. L’orientamento nord-sud, in questo caso, è di fondamentale importanza per far godere della luce naturale tutte le aule e gli spazi gioco. La particolarità di potersi affacciare con le aule sulla foresta di Chantemerle rende unico questo nuovo inserimento e allo stesso tempo rispettoso della natura. Il nuovo edificio deve relazionarsi con gli altri sistemi scolastici di Granges-Paccot e per questo risulta importante collocarlo quanto più vicino possibile ai percorsi che quotidianamente i bambini fanno per raggiungerlo. E’ di notevole rilevanza il posizionamento rispetto alla vicina autostrada A12 che, con il suo rumore e l’inquinamento atmosferico indica implicitamente di allontanarsi quanto più possibile da essa. Infine, come da piano di amministrazione locale risulta utile lasciare uno spazio per eventuali sviluppi futuri che potrebbero usare l’affaccio verso l’autostrada come regola distributiva. Il nuovo complesso è pensato all’estremo lembo a sud dell’area di progetto, ma anche distante quanto più possibile dall’autostrada. Il progetto ruota attorno alla volontà di accorpare in un unico edificio tutto il programma dato dal bando, così da essere concepito quale sistema completo, costruito e ottimizzato per il funzionamento di tutte le sue componenti per il raggiungimento della certificazione dello standard Minergie. Il volume della palestra raggruppa attorno a sè le varie funzioni, facendo attenzione alla divisione su diversi livelli tra palestra, enfantines e scuola primaria, così da non mischiare i diversi flussi e contemporaneamente utilizzare il naturale dislivello del terreno per costruire una struttura che si integri quanto più possibile con il contesto circostante. La struttura molto semplice della nuova scuola è composta da setti portanti su tre livelli con la particolarità della trave-ponte al primo livello che oltre a reggere il soffitto della palestra diventa una corte chiusa per la ricreazione dei bambini della scuola primaria. L’ingresso principale della scuola con relativi parcheggi e spazi di manovra per i pulmini per il carico/scarico dei bambini avviene a nord. Sempre a quella quota si trovano gli spazi gioco e il preau couvert che consente ai bambini un contatto diretto con lo spazio esterno affacciato a sud-ovest. Al livello +1 si sviluppa tutta la scuola primaria affacciata sulla corte posta sulla copertura della palestra. La palestra e gli spazi ad essa connessi hanno un ingresso separato che avviene alla quota 602,0m. Questa divisione permette alla palestra di poter funzionare indipendentemente dalla scuola stessa anche se i sistemi di risalita sono ad essa collegati direttamente. Su Route de Chavuilly vengono piantumate delle betulle in continuità con quelle già presenti nella via. Queste a loro volta poggiano su una piccola collina artificiale la quale continua anche verso il lato autostrada e funge da mitigatore per il rumore da essa proveniente. Lo spazio pubblico davanti alla palestra è pensato come attrezzatura per la comunità ed ha un campo gioco con gradonate incassate nella piccola collina artificiale mentre verso sud i giochi per i più piccoli si inerpicano fino dentro il bosco, utilizzando un sistema di terrazzamenti degradanti.

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi, Sara Saggiorato, Daniele Torresin — Ensemble

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Basique - Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi

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Il contesto in cui si colloca l’intervento, per sua natura, detta alcune condizioni che vincolano le possibili scelte progettuali. Le pendenze, che degradano velocemente allontanandosi dall’ingresso della palestra esistente, spingono a collocare gli spazi scolastici quanto più possibile a ridosso della parte pianeggiante del sito. Questo per evitare ai bambini percorsi troppo lunghi o, ancor peggio, troppo pendenti. L’esposizione deve tenere in considerazione “le bise”, il vento freddo dominante che spira da Nord Nord-Est, e che, soprattutto negli spazi gioco esterni, mitiga l’apporto di calore dato dal sole. Gli affacci sul paesaggio circostante, da ovest a est, guardando verso nord, incorniciano un’ambiente agricolo di particolare bellezza; lo scenario ideale per la concentrazione o anche solo per lo svago dei più piccoli. Queste condizioni spingono ad orientare il nuovo edificio nella direzione nord-sud, lasciando le pareti finestrate verso est e verso ovest, permettendo soprattutto agli spazi gioco di essere protetti dal vento e contemporaneamente di allontanare i bambini dalla Route de Chavannes. Inoltre, questa disposizione permette di godere del paesaggio circostante verso est e crea uno spazio gioco più raccolto ad ovest verso il villaggio di Orsonnens, dove i bambini possono essere facilmente controllati dal personale responsabile. Il rapporto tra i due sistemi scolastici, quello esistente e quello progettato, avviene attraverso un attento studio delle sistemazioni esterne. I due corpi vengono tenuti assieme dal ‘preau couvert’, colllocato proprio a contatto tra i due edifici. Il preau inoltre si affaccia verso lo spazio gioco alla stessa quota ad ovest e verso il campo sportivo posto ad una quota leggermente superiore a sud. Si estende poi verso l’ingresso della scuola a fungere da pensilina che ripara i bambini durante l’attesa del pulmino che li accompagna a casa. L’unitarietà del sistema è data dalla composizione ripetuta in pianta di un semplice modulo che si sviluppa su due livelli. In ogni modulo trovano spazio due aule, al piano terra e al primo, uno spazio di servizio e lo spazio di distribuzione. Questo sistema consente una flessibilità che in futuro possa garantire un ampliamento dell’edificio verso ovest, con una semplice addizione di uno o più moduli. La forma romboidale della pianta è il frutto della ricerca di un affaccio verso l’esterno che sia unico per ogni classe. Ogni modulo ha poi una sua riconoscibilità anche volumetrica, perchè composto a partire da un concezione tipica per i giochi per bambini: una base, su cui poggia l’edificio, i setti portanti, e il tetto a falda. Questi tre elementi vengono mostrati chiaramente nell’edificio. La base è poggiata su uno zoccolo che ospita il parcheggio per le insegnanti, oltre al rifugio e agli spazi tecnici necessari. Questo zoccolo, dalla forma indipendente rispetto all’edificio diventa ad ovest la base del terreno su cui in futuro poggerà il possibile ampliamento, nonchè l’attuale spazio gioco dei bambini. La base diventa poi l’appoggio dei muri che fungono da setti portanti. Questi sono sempre evidenti, sia all’interno che all’esterno della struttura scolastica. Infine il tetto a falda, come nel classico immaginifico dei bambini, così come nell’immagine ricorrente del paesaggio di Orsonnens, conclude e copre l’edificio. Le falde, riconoscibili sia dall’esterno che dall’interno, ospitano i pannelli fotovoltaici orientati a sud che permettono la produzione di energia per il fabbisogno della scuola. Le facciate sono delle semplici strutture modulari con passo standard che giocano con un disegno molto più aereo e leggero ad est, dove si collocano le aule, ed uno più chiuso ed introverso ad ovest, sul corridoio che diventa spazio gioco. Tutto l’edificio lavora con tre semplici materiali: il cemento lasciato sempre a vista, il legno per i tamponamenti delle facciate e il vetro come filtro sul paesaggio circostante. Il progetto divide chiaramente i flussi carrabili da quelli pedonali e soprattutto da quelli dei bambini, mettendo così in sicurezza questi ultimi. L’accesso pedonale alla scuola avviene nella zona pianeggiante di fronte alla facciata est della palestra. L’accesso carrabile al parcheggio interrato, riservato alle maestre, avviene da nord, all’estremità settentrionale dell‘edificio. Il resto dei 69 posti auto richiesti dal bando sono distruibuiti funzionalmente al loro reale utilizzo.

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi — Basique

Il nuovo complesso è pensato all’estremo lembo a sud dell’area di progetto, ma anche distante quanto più possibile dall’autostrada. Il progetto ruota attorno alla volontà di accorpare in un unico edificio tutto il programma dato dal bando, così da essere concepito quale sistema completo, costruito e ottimizzato per il funzionamento di tutte le sue componenti per il raggiungimento della certificazione dello standard Minergie. Il volume della palestra raggruppa attorno a sè le varie funzioni, facendo attenzione alla divisione su diversi livelli tra palestra, enfantines e scuola primaria, così da non mischiare i diversi flussi e contemporaneamente utilizzare il naturale dislivello del terreno per costruire una struttura che si integri quanto più possibile con il contesto circostante. La struttura molto semplice della nuova scuola è composta da setti portanti su tre livelli con la particolarità della trave-ponte al primo livello che oltre a reggere il soffitto della palestra diventa una corte chiusa per la ricreazione dei bambini della scuola primaria. L’ingresso principale della scuola con relativi parcheggi e spazi di manovra per i pulmini per il carico/scarico dei bambini avviene a nord. Sempre a quella quota si trovano gli spazi gioco e il preau couvert che consente ai bambini un contatto diretto con lo spazio esterno affacciato a sud-ovest. Al livello +1 si sviluppa tutta la scuola primaria affacciata sulla corte posta sulla copertura della palestra. La palestra e gli spazi ad essa connessi hanno un ingresso separato che avviene alla quota 602,0m. Questa divisione permette alla palestra di poter funzionare indipendentemente dalla scuola stessa anche se i sistemi di risalita sono ad essa collegati direttamente. Su Route de Chavuilly vengono piantumate delle betulle in continuità con quelle già presenti nella via. Queste a loro volta poggiano su una piccola collina artificiale la quale continua anche verso il lato autostrada e funge da mitigatore per il rumore da essa proveniente. Lo spazio pubblico davanti alla palestra è pensato come attrezzatura per la comunità ed ha un campo gioco con gradonate incassate nella piccola collina artificiale mentre verso sud i giochi per i più piccoli si inerpicano fino dentro il bosco, utilizzando un sistema di terrazzamenti degradanti.

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi — Basique

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi — Basique

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi — Basique

Sara Saggiorato, itCH Società d'architettura sa, Giulia Castelli, marco corazza, Alessandro Mingolo, vincenzo di salvia, Daniele Torresin, Giulia Minini, maria cristina giordani cioffi — Basique

New Hearts for Karosta - itCH Società d'architettura sa, marco corazza, vincenzo di salvia, Alessandra D'Apolito

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The aim of the project is to both regenerate and re-characterize the neighborhood of Karosta, not only by an aesthetic action, but also helping and conditioning those collective features of social sharing. The existing buildings’ structural grid has been used to define some ever-changing polyhedron, therefore able to fit to new purposes. So each space is always taking on a new shape and is able to create different fronts, opposing the rigid modularity and uniformity of the existing structure. That’s how it develops the chance to create community spaces ( vegetable-gardens, play-grounds, meeting points), which fit inside the existing buildings, beeing able to positively condition life and its relations among those who live there: NEW HEARTS FOR KAROSTA

itCH Società d'architettura sa, marco corazza, vincenzo di salvia, Alessandra D'Apolito — New Hearts for Karosta

itCH Società d'architettura sa, marco corazza, vincenzo di salvia, Alessandra D'Apolito — New Hearts for Karosta

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