Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Stand Unione delle Province Siciliane - Dario Faro

$
0
0

progetto e realizzazione dello stand URPS per la Borsa Internazionale del Turismo 2012 a Milano progetto di: Arch. Dario Faro Designer Salvo Rotondo Claudio Gelsomino

01_large

02_large

03_large

04_large

05_large

06_large

07_large

08_large

09_large

10_large

11_large

12_large

13_large

14_large

15_large

16_large

17_large


Anonymous 70' - Matteo Basso

VILLA CAROZZA - Marco Carozza

$
0
0

Descrizione degli interventi di progetto

Img_1436_large

PRIMA DELL'INTERVENTO

L’ intervento previsto in progetto riguarda la sopraelevazione del sottotetto che consiste in : a) Sopraelevazione delle attuali pareti ; b) Rifacimento della copertura del sottotetto; c) Realizzazione di un collegamento funzionale tra il primo piano e il piano sottotetto;

Img_1966_large

DURANTE L'INTERVENTO

L’intervento di cui al punto a) consiste nella demolizione dell’attuale muratura presente, di spessore 50 cm e altezza media 1m , tale muratura sarà sostituita con nuova muratura in laterizio portante “tipo Poroton” di spessore 35 cm e altezza media 2 m. Dall’analisi di calcolo condotta l’utilizzo di tale muratura comporta un alleggerimento dei carichi attualmente trasmessi dalla muratura esistente.

Img_1894_large

SOLAIO ALLEGGERITO

L’ intervento di cui al punto b) consiste nella rimozione dell’attuale copertura e la ricostruzione mediante la realizzazione di un solaio di copertura a falde inclinate . Il solaio da impiegare avrà una soletta di 5 cm di spessore e l’alleggerimento sarà costituito da elementi solaio tipo PLASTBAU particolarmente adatto alle zone sismiche disponendo di un peso proprio inferiore rispetto al peso dei solai di tipo tradizionale. Tale vantaggio consente, in caso di sisma, di ridurre la massa eccitata, mantenendo l’effetto di impalcato rigido grazie alla cappa collaborante.

Img_1968_large

L’intervento di cui al punto c) consiste nella realizzazione di un varco di passaggio attraverso il solaio di 3° livello.

Img_1384_large

INDAGINE MARTINETTI PIATTI PROVA PER LA DEFINIZIONE DELLA RESTISTENZA MECCANICA DELLA MURATURA

Essendo un intervento di sopraelevazione sono previsti interventi tesi all’adeguamento dell’edificio in parola, definiti sulla base delle evidenze emerse nel corso delle indagini conoscitive nonché sulla base delle valutazioni scaturite dalle analisi numeriche condotte sui modelli di calcolo rappresentativi dell’edificio nello stato di fatto e nella configurazione di progetto. In particolare si sono previste le seguenti categorie di intervento : s.1) cerchiatura generalizzata dei pilastri in c.a. (pilastri) (cfr. “Descrizione delle strutture nello stato di fatto”); s.2) placcaggio sistematico dei pannelli murari mediante applicazione di intonaco armato su entrambi i paramenti dei pannelli medesimi; s.3) cerchiatura sistematica di varchi sul prospetto principale per porte e finestre con telai in c.a. ovvero acciaio con relativo allineamento delle finestre; s.4) inserimento di collegamenti in fondazione,;

Img_1724_large

CONSOLIDAMENTO SOLAIO

L’intervento di cui al punto s.1) risolve le vulnerabilità dovute ai carichi aggiuntivi. In particolare l’intervento consiste nella cerchiatura dei pilastri mediante inserimento di nuova armatura trasversale e longitudinale. (per maggiori dettagli si rimanda ai grafici di progetto).

Img_1808_large

INTONACO ARMATO

L’intervento di cui al punto s.2) risolve il deficit di resistenza sismica globale emerso dall’analisi numerica nello stato di fatto. In particolare l’intervento consiste nell’applicazione di un rivestimento in c.a. di spessore medio 5 cm su entrambi i paramenti delle pareti oggetto di rinforzo; l’armatura diffusa è costituita da pannelli di rete fi6/15×15 mentre l’efficacia dell’effetto cerchiante è garantito dalla realizzazione di cuciture trasversali realizzate mediante spillature in fori iniettati (per maggiori dettagli si rimanda ai grafici di progetto).

Img_1808_large

INTONACO ARMATO

L’intervento di cui al punto s.3) è teso a conferire stabilità alle fasce murarie sovrastanti i varchi sul prospetto principale. Si evidenzia peraltro – come meglio illustrato nel successivo paragrafo “Modellazione di calcolo e criteri di verifica”– che nella schematizzazione del modello oggetto di analisi si è comunque trascurato, sia nello stato di fatto che nella configurazione di progetto, il contributo offerto dalle fasce di piano sovraporta e sovrafinestra; in altri termini i maschi murari si sono assimilati a mensole (per maggiori dettagli sull’intervento si rimanda ai grafici di progetto).

Img_1878_large

Img_1971_large

REALIZZAZIONE SCALA

Restauro del Campanile della Basilica di Maria SS. Assunta - Mariano Nuzzo, Pasquale Crisci, Gustavo Arbellino

$
0
0

Il progetto di restauro del Campanile della Basilica di Maria SS. Assunta, voluto e commissionato dalla Diocesi di Acerra e dalla Parrocchia di Maria SS. Assunta, è stato realizzato nel 2007 e messo in opera dall’impresa Calcagno Costruzioni s.r.l. nel 2011, con l’avvio effettivo dei lavori, per far fronte alle sue necessità di conservazione, giacché interessato globalmente da notevoli fenomeni di degrado. Il progetto di restauro è stato curato e diretto dall’Architetto Mariano Nuzzo, mentre l’ing. Pasquale Crisci si è occupato dell’aspetto strutturale e delle analisi sismiche, il geometra Vincenzo Vigliotti degli aspetti della sicurezza e l’ing. Gustavo Arbellino ha seguito l’aspetto amministrativo ed è stato RUP per la Diocesi di Acerra destinataria del contributo. I fondi per i restauro derivano per il 50% da contributi provenienti dal fondo 8Xmille destinato dallo Stato Italiano alla CEI ed il restante 50% da fondi propri della Parrocchia locale. Il quadro degli interventi di progetto è stato abbastanza ampio e, prima dell’avvio effettivo dei lavori, si è ritenuto utile dare luogo ad una lunga fase di analisi, a partire da quella storica, a quella visiva diretta, poi a quella metrica ed all’analisi sismica preventiva. Successivamente è stato utile mettere in sicurezza le parti in pericolo di crollo, per poi passare alla conservazione dei materiali e delle tecnologie costruttive locali. Alcuni interventi, sono stati calibrati e verificati “caso per caso”, in occasione della realizzazione del ponteggio che ha permesso di esaminare in maniera diretta i fenomeni di degrado presi in esame nella fase progettuale. Pertanto, il momento della direzione lavori ha integrato, con l’ausilio dell’organo ministeriale deputato all’alta sorveglianza, il progetto di restauro e lo ha reso esecutivo nella scelta puntuale degli interventi. Nel dettaglio il trattamento desalinizzante delle murature è stato perfezionato con lavaggi di acqua a bassa pressione al fine di rimuovere il particolato atmosferico ed il terriccio presente sulle pareti e gli aggetti, con la successiva applicazione di biocida-fungicida per sterminare la presenza di parassiti del tufo e dell’intonaco. I giunti sono stati reintegrati con malta di calce idraulica, confezionata e controllata nel “laboratorio del cantiere”, valutando puntualmente la compatibilità della resistenza e della pigmentazione raggiunte. Il consolidamento dei giunti, invece, è stato implementato con l’applicazione di uno scialbo di latte di calce, pozzolana e terre naturali, opportunamente confezionato in cantiere sotto la guida della direzione lavori competente in materia. L’intera superficie del tufo e degli intonaci, dopo essere stata pulita e consolidata, è stata trattata con silicato di etile, al fine di riaggregare le parti sciolte con un prodotto chimicamente compatibile, perché a base silicea, per renderla maggiormente resistente all’azione erosiva del vento e alle altre alterazioni naturali, considerando che la torre campanaria era in origine protetta da intonaco di calce. Il lavoro di restauro ha visto, inoltre, i suoi operatori impegnati nella stuccatura a scarpa degli intonaci, al fine di prevenirne la caduta; nella chiusura sotto livello, a 30 gradi, dei fori d’andito, al fine impedire l’accesso ai volatili, causa della proliferazione di notevoli forme di degrado ad azione acida della pietra; nella protezione dei ferri delle catene, dei bulzoni e della struttura campanaria; nella conservazione e nel consolidamento del solaio ligneo; nel restauro della volta a botte e nella messa in sicurezza della scala interna di accesso al piano campane. Tutte le stuccature in cemento sono state rimosse, come stono state rimosse con attenzione le notevoli colature di bioacca di malta cementizia, lasciate dai precedenti lavori di consolidamento. In merito a questi ultimi l’attenta verifica puntuale ha permesso di evidenziare che i ferri di armatura inseriti erano di pochi centimetri e, pertanto, assolutamente non efficaci, ma solo portatori di ulteriori fonti di degrado dovuto all’ossidazione del ferro, al trasporto di sali nel nucleo murario per mezzo delle malte cementizie ed alle notevoli colature di boiacca sulla pietra di tufo. I ferri superstiti sono stati trattati con catalizzatori del ferro ed annegati nella muratura. La piramide sommitale è stata consolidata con malta a base di calce idraulica e le cornici poste a copertura dell’ultimo registro sono state pulite, consolidate e reintegrate. Tutti gli stucchi e gli intonaci esistenti sono stati consolidati e salvati dall’azione del degrado. Nelle parti maggiormente coperte dalla pioggia e poste in alto, lontano da facili azioni antropiche, sono state rinvenute tracce di colore ocra sulle cornici. Lo tesso colore è stato confrontato, inoltre, con quello del dipinto posto al primo piano della casa degli Oblati che ha dato conferma della possibile coloritura originaria del campanile, che aveva le specchiature intonacate con colori appartenenti ai toni del rosso, mentre le cornici e gli stucchi in generale di colore giallo ocra. Per limitare nel tempo i fenomeni di degrado sono state sistemate le gronde esterne e si è dato un nuovo percorso alle acque piovane provenienti dalle falde del tetto della “casa degli Oblati”. Il lavoro di restauro in fase conclusiva ha poi preso in esame la necessità di rendere il poderoso Campanile maggiormente visibile anche di sera, per garantire il servizio di pubblico godimento del monumento architettonico, simbolo della Città che lo ospita e dell’intera Valle circostante, con l’illuminazione esterna eseguita con la posa in opera di fari al Sodio ad alta pressione e luci fredde all’interno, per evidenziare il contrasto e rendere maggiormente visibile le superfici interne e gli elementi lignei conservati.

Dsc_0320_large

Vista del Campanile (Marzo 2013)

Dscn8942_large

Vista dal chiostro 2011

Dscn8946_large

Dscn8969_large

Dscn8993_large

Dscn9167_large

Dscn9179_large

Dsc_0064_large

Solaio ligneo recuperato

Dsc_0047_large

Solaio ligneo

Dsc_0089_large

Vista del Chiostro dal Campanile

Dsc_0068_large

Dsc_0070_large

La Campana restaurata

19082011038_large

Restauro della sfera e della "banderuola"

19082011038_large

Restauro della sfera e della "banderuola" con la croce

19082011032_large

Restauro delle cornici in stucco, conservazione delle patine e ringranatura dei colori

Smav_campanile_basilica_assunta_1_large

Notte/Giorno

Il_mattino_campanile_assunta_large

Il Mattino (Caserta) 15 Gennaio 2012

Progetto Urbano di Crotone - Michele Manigrasso

$
0
0

Il paesaggio di Crotone è da svelare: grandi orizzonti si aprono verso est inquadrando altopiani di grano e calanche argillose, spiagge di sabbie rosse confinano con il mare multicolore e colline aride popolate da ulivi tortili. Ovunque si incontrano resti di antiche mura, o di cave a cielo aperto; la mitica colonna del tempio di Hera Lacinia domina la linea di costa,marcata anche da comprensibili brutture edilizie, da caotiche urbanizzazioni e da alte ciminiere che testimoniano uno sviluppo industriale mai completamente raggiunto. Questa è Crotone: un paesaggio di forti coinvolgimenti emozionali e contraddizioni culturali; antico, tipicamente mediterraneo, “paesaggio del sud” nella sua accezione più convenzionale e profonda. E‘ una delle tante Calabrie, un’isola in un arcipelago di paesaggi e culture diverse tra profonda crisi e importanti potenzialità. Ed è proprio questo suo essere realtà sospesa tra problematiche e grandi opportunità ad invitare alla riflessione sul ruolo che la città può assumere attraverso un progetto urbano, sensibile alle identità dei luoghi e alle politiche in atto. Le criticità che interessano gran parte del tessuto, diventano ancor più evidenti in quella fascia tra città e mare semiabbandonata e in evidente degrado; Crotone, allontanandosi dal mare, ha dimenticato quella linfa vitale che, in passato, l’aveva resa principale porta d’accesso della Magna Grecia.

Prospetto_large

Un progetto trasversale, dunque, che riammaglia il tessuto al nuovo tracciato della S.S. 106, strutturando un sistema di gerarchie tra aree e fibre, in un telaio che reinterpreta l’area portuale come nuovo incubatore, capace di riconquistare quel rapporto col mare che, un tempo, aveva caratterizzato fortemente la città stessa.

Tavola_1_large

tavola_1

Il vettore di progetto, chiaramente trasversale, realizza una costruttiva multiscalarità d’intervento e di relazioni: mare_porto_città_territorio. Il rapporto di trasversalità alla più larga scala si concretizza nel collegamento con il nuovo tracciato della S.S. 106 che verrà arretrata, declassando l’attuale, a strada di servizio all’industria: ciò permette di risolvere il legame tra Crotone e il sistema infrastrutturale territoriale, garantendo un accesso più fluido e, strutturato gerarchicamente, alle diverse parti funzionali della città. Ma è nell’interfascia porto-città che il progetto presenta il suo fulcro: un parco urbano mette a sistema le principali aree della città che denunciano chiaramente degrado urbanistico e ambientale e, al tempo, un’irrisolta relazione con il porto: un’infrastruttura verde penetra negli interstizi dei quartieri degradati (Marinella e Fondo Gesù), riqualificandoli. Questi, insieme al centro storico, al Giardino di Pitagora, al lungo Esaro e alla zona industriale dismessa (Montedison e Pertusola), importante area archeologica, si configurano come appendici, funzionali a rafforzare il telaio urbano, che trova, nel porto, la sua nuova e principale polarità con evidente vocazione turistica: un nuovo approdo per minicrociere e un approdo per barche da diporto vanno ad aggiungersi alle funzioni già presenti. Un nuovo skyline è necessario ad una città che vuole risvegliarsi sul mare: è il parco urbano che, oltre a riqualificare il tessuto esistente, modellandosi, si stratifica in suolo artificiale che serve, con una serie di nuove attrezzature, il porto stesso e le diverse utenze: chi arriva, chi è in partenza, ma anche chi è in città. Questo suolo artificiale con al suo interno un mix di funzioni, tra le più varie, si fa linea luminosa, a tratti interrotta dal verde che scende a terra a riconquistare la quota banchina; a passo costante si fa verticale cristallizzandosi in edifici a torre , ricettivi e amministrativi che con la loro presenza e scansione ritmica ridisegnano il volto alla città per chi, con sguardo curioso, approda nel suo porto.

Tavola_3leggera_large

tavola_3

Tavola_7_large

tavola_7

Tavola_8_large

tavola_8

Tavola_piano_strutturapsd_large

tavola_11

Render1_large

Sez3_large

sezione trasversale

Progetto_seconda_tavola_large

il nuovo waterfront

fragmento di mura - josé carlos mariñas luis, José Carlos Mariñas Luis, Noemi Vettore, mercedes romero, Serena Ruffato, simona fortebuono

Progetto Grafico per TRENI IN CITTA' - Michele Manigrasso, Marco Cusato, Davide Gerbasi

CNRGY - Nuova sede del Municipio di Cenate Sopra - Roberto Adami, Chiara Cortinovis

$
0
0

C-NRGY è il progetto del nuovo centro di Cenate Sopra: un progetto che si propone non solo di disegnare una nuova piazza e un nuovo edificio polifunzionale, ma che vuole offrire la visione di un nuovo spazio destinato alla collettività, che è in grado di raccogliere e mettere in connessione le funzioni pubbliche e i luoghi del vivere comune. C-NRGY è quindi, in primo luogo, SINERGIA intesa come la presenza di varie parti che, lavorando assieme, producono effetti positivi da cui tutte possono trarre beneficio. Sinergia di funzioni, poiché la volontà di raggruppare i principali servizi pubblici del comune all’interno dello stesso contenitore consente di ottimizzare l’uso degli spazi e soprattutto di razionalizzarne la fruizione, ma anche sinergia di luoghi, che si raccolgono attorno a questo nuovo edificio generando, con la loro presenza, un vero centro. C-NRGY, però, è anche ENERGIA, perché un progetto che guarda al futuro, soprattutto se è un progetto che mira a rappresentare un’intera comunità, non può prescindere da una riflessione sul consumo delle risorse e da una presa di posizione rispetto al tema energetico. C-NRGY propone un edificio a basso consumo che sfrutta tecniche passive e tecnologie impiantistiche innovative per minimizzare il suo impatto sull’ambiente, un edificio “visibilmente efficiente”, in cui gli aspetti positivi della gestione energetica sono dichiarati e messi in mostra per poter essere di esempio alla collettività che d’altra parte, in questo caso, ha l’occasione di testare il funzionamento del sistema edificio-impianto anche dall’interno. Sinergia e energia sono dunque le parole chiave del progetto, ma perchè la C? C perchè tutto il progetto è modellato sulle esigenze di un luogo specifico e le risposte che si propongono derivano dalle specificità offerte dal contesto, senza accettare soluzioni precostituite. C come Cenate Sopra, quindi; e anche C come centro, la domanda a cui C-NRGY risponde.

Cenate_masterplan_large

Masterplan

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO Avendo come punto di partenza l’obiettivo generale di realizzare un nuovo centro cittadino, dalle fasi di conoscenza e analisi delle richieste espresse dall’Amministrazione Comunale attraverso il bando di concorso e dal necessario contatto con il luogo mediante il rilievo sul campo sono stati formulati gli obiettivi specifici sui quali focalizzare l’attenzione progettuale. Da questi derivano le azioni descritte in seguito, che definiscono i criteri di intervento della progettazione. Questi obiettivi specifici riguardano diversi elementi e diverse scale del progetto, a partire da quella urbana fino a quella di dettaglio, in particolare: A LIVELLO URBANO•la realizzazione di spazi pubblici non limitati solo alla piazza antistante il nuovo edificio, ma che si espandono nel e si connettono al tessuto urbano esistente; •la razionalizzazione e messa in sicurezza dei flussi della viabilità e della mobilità lenta, mettendo al primo posto le esigenze del pedone e considerando la centralità dell’area di progetto rispetto ai tanti servizi alla collettività già presenti nell’intorno e a quelli nuovi che saranno inseriti; A LIVELLO ARCHITETTONICO•la necessità di rapportarsi con le pre-esistenze in modo da instaurare un dialogo utile a dare un senso di armonia complessiva; •la volontà di dare al progetto un carattere simbolico e un’identità forti, soprattutto dal punto di vista tecnologico; •la realizzazione di spazi accoglienti, vivibili e accessibili, ispirati ai criteri dello “Universal Design”; •l’articolazione razionale degli spazi costruiti in relazione al loro uso e alla futura gestione; •l’esigenza progettuale di far scaturire da una matrice comune sia gli elementi architettonici dell’edificio sia quelli del disegno degli spazi pubblici, senza la quale non è possibile riconoscere un nuovo centro urbano; A LIVELLO DI DETTAGLIO•l’ottimizzazione delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Cenate_schema_viabilità_large

Lo schema della viabilità

LA MOBILITAE LA GESTIONE DEI FLUSSI La proposta di razionalizzazione viabilistica di via Papa Giovanni XXIII, che divide il lotto di progetto dal principale spazio pubblico esistente (il sagrato), prevede l’istituzione di un senso unico di marcia. Questa modifica potrebbe entrare a sistema ed essere gestita con un limitato riassetto dei sensi di marcia nelle strade limitrofe e avrebbe il grande pregio di consentire realmente, in modo fisico e percettivo, la realizzazione di una piazza che si estende in senso trasversale dal sagrato ai nuovi spazi pubblici all’interno dell’area di progetto. La proposta di una piazza che occupa per una parte anche lo sviluppo lineare della via prende forza dall’allargamento degli spazi pedonali e dal trattamento comune delle superfici. La dimensione degli spazi di transito, inoltre, è stata pensata in funzione all’ottenimento di una percorribilità anche ciclabile dell’area che consenta, in particolare ai bambini, di raggiungere la scuola e l’oratorio in sicurezza.

Cenate_schema_griglia_large

Lo schema della griglia urbana

LA GRIGLIA URBANA Il progetto mira a disegnare, o almeno a far emergere in modo più chiaro, un centro che al momento non esiste se non come aggregazione di destinazioni di servizio e di commercio che d’altra parte, allo stato attuale, non esauriscono le funzioni pubbliche che solitamente ci si aspetta di trovare nel centro di un comune di questa entità (es. il municipio). Chiaramente dimostrativa di questo centro-senza-centro è l’assenza di una vera piazza attorno a cui raccogliere gli edifici, che rappresenti anche uno spazio di aggregazione per la comunità. Partendo dalla considerazione che, poiché il nuovo centro si inserisce all’interno di un contesto ben definito e ormai per la maggior parte consolidato non è possibile che sia esso a determinare l’assetto urbanistico dell’intero comparto, si è scelto di operare “a posteriori”, estrapolando dall’esterno le linee che potessero guidare la definizione progettuale in modo che il disegno non si inserisse come un corpo estraneo al contesto. Il riconoscimento di un valore rilevante anche a livello urbano alla chiesa e al suo sagrato ha portato ad un approccio che tenesse in primo luogo al rispetto di queste pre-esistenze. Proprio il disegno del sagrato, con la scansione dettata dalla pavimentazione e dalle alberature, è l’elemento chiave che ha determinato le linee progettuali. La modularità riconosciuta è stata prolungata nel nuovo lotto e ripetuta a creare la griglia urbana su cui si imposta l’intero progetto. Il resto dell’intorno, costituito prevalentemente da piccole unità, ha fornito sia una misura della scala a cui il progetto potesse essere considerato “accettabile”, sia alcuni allineamenti con i fronti. La griglia rigidamente ortogonale che si genera nella porzione orientale assume, a causa della forma irregolare del lotto, una rotazione nella parte occidentale: si crea così una linea di percorrenza continua tra la chiesa, la nuova piazza del municipio e il percorso che conduce allo spazio pubblico pensato nella porzione settentrionale dell’area di progetto.

Cenate_componenti_architettoniche_urbane_large

La forma dell'edificio

LA FORMA Definita la griglia urbana di impostazione del progetto, l’edificio si sviluppa nelle tre dimensioni in un volume che deriva da motivazioni di duplice natura: da un lato segue ragioni architettoniche e dall’altro deriva da considerazioni tecniche legate alla volontà di ottimizzare le prestazioni energetiche dell’edificio. Il volume di partenza è stato quindi un blocco il più possibile compatto con copertura a doppia falda. La decisione di avere al massimo due piani fuori terra, con porzioni anche di un piano, deriva sia dalla scelta di minimizzare l’impatto visivo dell’edificio, inserito in un contesto che presenta per la maggior parte all’incirca questa altezza, sia dalla volontà di ridurre il più possibile le superfici disperdenti. L’altezza di due piani, inoltre, consente, sfruttando anche il dislivello esistente sul terreno tra la strada e il piano terra dell’edificio della scuola, di razionalizzare il salto di quota tra il fronte sud e la porzione a nord dell’area di progetto, che può così trovarsi esattamente in corrispondenza del primo piano. All’involucro edilizio così definito sono state infine aggiunte sulla facciata meridionale delle serre solari. La scansione delle serre segue quella modulare della griglia che deriva dal disegno del sagrato della chiesa, ma la profondità con cui emergono dal fronte è variabile, rompendo in questo modo la rigidità del volume dell’edificio e generando spazi ibridi tra interno ed esterno in cui le funzioni si compenetrano con lo spazio pubblico della piazza.

Cenate_proseptti_large

I prospetti dell'edificio di progetto

LE FUNZIONI E LA LORO DISTRIBUZIONE Il progetto ha cercato di ottimizzare la distribuzione delle molte funzioni richieste dal bando secondo tre principi fondamentali che considerati assieme possono spiegare le scelte effettuate: •compattezza della forma; •accessibilità/fruizione; •ottimizzazione nell’uso degli spazi comuni. A piano terra, affacciati sulla piazza, si trovano gli uffici come la banca e la posta, le attività di commercio come la farmacia e il bar, che ha la possibilità di utilizzare anche uno spazio esterno dedicato per il posizionamento dei tavoli, e l’accesso al municipio. Quest’ultimo è l’unica funzione che occupi parte di tutti e tre i piani, con gli uffici più frequentati dal pubblico, anagrafe e segreteria, a piano terra vicino all’ingresso, l’archivio a piano interrato e i restanti uffici e le sale riunioni al piano superiore. Tutte le altre funzioni occupano spazi su un unico piano, in modo da non rendere necessario, eccetto che per il municipio, l’inserimento di risalite diverse da quella in posizione centrale che serve l’intero edificio, ottimizzando così grazie alla condivisione l’uso degli spazi. Al piano superiore, sui due lati opposti rispetto al modulo occupato da scale e ascensore, si trovano i tre ambulatori medici e la biblioteca, che si affaccia sullo spazio pubblico parte pavimentato e parte a giardino pensato sul retro dell’edificio in continuità con il percorso stradale che affianca a ovest il lotto dove sorgono le nuove scuole. Oltre all’affaccio sulla piazza, la biblioteca dispone anche di uno spazio all’aperto riservato, dove poter leggere e studiare e da cui si possono osservare la chiesa col sagrato e tutta la nuova piazza fino al fondo della via Papa Giovanni XXIII. Nell’interrato lo schema si ripete, con la presenza di due funzioni diverse ai due lati del blocco di risalita comune: da un lato si raggiungono i parcheggi interrati, ma anche i magazzini e il locale della centrale termica, localizzati in modo da essere facilmente raggiungibili dai mezzi per agevolare il trasporto delle merci e le operazioni di manutenzione, dall’altro si accede al locale di ingresso dell’auditorium. La presenza di questa importante funzione nell’interrato è chiaramente segnalata in superficie da un grande lucernario, un parallelepipedo di vetro che emerge in mezzo alla piazza richiamando l’attenzione su ciò che accade al di sotto sia di giorno, con la sua presenza “insolita”, sia soprattutto di sera, quando proietta all’esterno la luce della sala. Ciascuna delle funzioni occupa interamente uno o più moduli di quelli definiti dalla griglia che regola la costruzione dell’intero progetto: questo assicura e dimostra la flessibilità degli spazi progettati, in cui è possibile inserire molte funzioni diverse rispettando la scansione modulare, che è quindi anche garanzia di adattabilità alle esigenze variabili che possono prospettarsi nel futuro. Infatti gli spazi interni ai moduli si prestano sia all’uso come open-space sia alla suddivisione in più ambienti che, considerando la possibilità di inserire pareti “leggere” o addirittura scorrevoli, risultano essere variabili nel tempo nella loro configurazione planimetrica. Ciascuna delle funzioni tranne la farmacia, inoltre, occupa parte di una delle serre che caratterizzano la facciata sud dell’edificio. In questo modo l’utilizzo di un elemento tecnologico, le serre bioclimatiche, si combina con l’indicazione di una specifica funzione, come quella di ingresso al piano terra, dove l’elemento trasparente suggerisce uno spazio di filtro tra l’interno e l’esterno e la fruizione di questi ambienti “speciali”è nella maggior parte dei casi dedicata a tutto il pubblico.

Cenate_prospetto_sezione_large

Fotoinserimento del progetto nel contesto urbano

SCELTE ARCHITETTONICHE E MATERIALI Uno dei temi principali, che deriva direttamente dalle caratteristiche dell’area di progetto, è quello della risoluzione della DIFFERENZA DI QUOTA tra fronte e retro dell’edificio. La scelta è stata quella di adeguarsi per quanto possibile alla situazione esistente, rispettando il rapporto del lotto con l’intorno, gestendo il dislivello sia dall’esterno, con un sistema di rampe che collegano le due piazze attraversando il lato ovest del lotto, sia dall’interno attraverso il sistema di risalita dell’edificio. Per far questo, però, è necessario che la quota su cui si imposta il piano terra sia circa 80 cm più alta rispetto al piano strada, differenza di quota che deve essere assorbita dalla piazza. Riportando a terra le linee della griglia urbana su cui si imposta il progetto si sono individuate aree differenti, estruse poi a diverse altezze in modo che quelle a cui è attribuita la funzione di percorso pedonale riescano a connettere i due livelli e ad assicurare la raggiungibilità di tutti gli ingressi da parte dei pedoni, mentre nelle altre zone si creano piccoli spazi verdi o luoghi dove sostare e sedersi, caratterizzando in questo modo i diversi punti della piazza. Lo stesso disegno, seppure con linee diverse, è ripreso anche nello spazio pubblico sul retro dove, pur non essendoci il problema del dislivello da superare, le differenze di quota aiutano a suddividere le varie parti. Il gioco di giustapposizione delle aree così determinate è esaltato dall’utilizzo di MATERIALI DIFFERENTI, in modo da accostare anche diverse campiture. I materiali scelti per gli esterni sono tre e sono utilizzati nel progetto e assegnati alle aree in base alla loro funzione: cemento lisciato per le zone di transito, legno per le zone di sosta e erba come elemento di naturalità. Il progetto si caratterizza per una DIVERSA PERMEABILITÀ dei fronti dell’edificio. L’apertura connota il fronte sud e sottolinea il legame privilegiato tra gli spazi interni e la piazza del municipio, oltre che tra questa e il sagrato della chiesa. La chiusura connota invece il fronte nord e i lati est e ovest. Questa chiusura, tuttavia, presenta una zona particolare di permeabilità in corrispondenza della risalita che permette di collegare piano terra e piano primo, che rappresenta sia il luogo di connessione tra la piazza del municipio e la piazza della biblioteca e dei bambini, sia un punto panoramico di sosta, rivolto verso il sagrato. Il tema della TRASPARENZAè declinato nel progetto su più livelli. Il primo è quello riguardante la relazione tra gli spazi interni del fronte sud e quelli esterni su cui essi si affacciano, rafforzata dal fatto di essere anche visiva oltre che fisica. Il secondo è legato alla volontà di rendere visibile e intuibile anche dall’esterno la vita interna e la fruizione dell’edificio. Il terzo si riferisce al significato, anche simbolico, che attraverso la trasparenza si attribuisce alle funzioni pubbliche. Per perseguire l’obiettivo teso alla realizzazione di spazi accoglienti e vivibili, è stata studiata in modo particolarmente attento l’ACCESSIBILITÀ sia degli spazi interni sia degli spazi esterni. Strettamente legata a queste finalitàè stata la volontà progettuale di seguire i principi dello “Universal Design” ovvero di rendere accessibile il progetto a tutti i livelli di fruizione (pubblico, semi-pubblico, privato). Questo si traduce nella progettazione di percorsi con segnaletica, rampe, materiali e colori diversificati che migliorano la fruibilità da parte di persone con difficoltà o disabilità motorie e visive, ma anche nell’articolazione degli spazi interni secondo gli stessi principi.

Cenate_schizzi_serre_large

Il funzionamento delle serre bioclimatiche

TECNOLOGIA Il tema della LUCE NATURALE e dell’ottimizzazione nel suo sfruttamento per le funzioni interne coinvolge sia considerazioni in merito al risparmio energetico, che una gestione intelligente di questa risorsa può portare, sia riflessioni sulla vivibilità degli spazi. Poiché molti degli ambienti del primo piano sono destinati ad uffici o a luoghi di studio, in particolare la biblioteca, si è ritenuto opportuno fornire soprattutto luce diffusa, adeguata alle attività che si svolgono negli ambienti, attraverso l’inserimento di aperture zenitali nella falda del tetto rivolta verso nord. Per quanto riguarda le serre, invece, sono stati disposti dei frangisole esterni: tubolari in metallo sulla facciata, che riprendono anche la forma dei parapetti, e pannelli a tubi solari termici sottovuoto per le superfici di copertura. L’INVOLUCRO opaco iperisolato dell’edificio è caratterizzato da due tecnologie e materiali differenti: da un lato il fronte sud è trattato come una superficie chiara, con finitura ad intonaco bianco, a cui vengono accostate le serre e che quindi risulta percepibile in parte dall’esterno e in parte dall’interno di questi ambienti, mantenendo però per tutto il suo sviluppo le stesse caratteristiche e rendendo in questo modo percepibile la forma dell’edificio al netto degli elementi aggiunti in facciata, dall’altro il resto dell’involucro opaco è rivestito in metallo con lastre aggraffate in alluminio, che lo rendono quasi un guscio protettivo e ne esaltano il carattere di chiusura e impermeabilità. La volontà di progettare un edificio-simbolo del RISPARMIO ENERGETICO non può prescindere dallo studio dei metodi per sfruttare al meglio l’energia gratuita che viene offerta dall’ambiente in cui viviamo. I pannelli fotovoltaici integrati nel sistema di rivestimento metallico della copertura producono l’energia elettrica necessaria a coprire parte del fabbisogno interno, particolarmente elevato considerate le funzioni da insediare, e i pannelli solari termici realizzati con la tecnologia dei tubi sottovuoto, che garantisce un’efficienza particolarmente elevata, utilizzati come frangisole sulla copertura delle serre, garantiscono la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria dell’intero edificio. Il rivestimento metallico della copertura, unito alla sua forma a falda, garantisce una gestione ottimale delle acque meteoriche, che possono agevolmente essere convogliate in un serbatoio e recuperate per usi interni non potabili (es. wc), ma soprattutto per l’irrigazione delle parti verdi delle piazze e degli spazi pubblici progettati. L’elemento tecnologico più caratteristico dell’edificio sono però le SERRE BIOCLIMATICHE. Di seguito è riportata una breve spiegazione del loro funzionamento. In inverno, quando la luce del sole attraversa i vetri ed entra a scaldare l’ambiente interno, una serra disposta a sud raggiunge facilmente temperature pari o superiori ai 19/20°C, diventando quindi un vero e proprio spazio interno, fruibile come una delle altre stanze, che porta calore agli ambienti attigui. Durante il giorno, inoltre, il pavimento, progettato per essere un elemento massivo, accumula il calore del sole e lo trattiene per inerzia termica. Di notte, il collegamento tra gli ambienti interni e la serra stessa viene chiuso, e la temperatura di quest’ultima diminuisce, mantenendosi però, grazie al calore accumulato che viene ceduto dal pavimento, comunque più calda dell’esterno. In questo modo l’edificio cede il proprio calore non direttamente verso l’esterno, ma verso un ambiente a una temperatura intermedia, quindi disperde molto meno di quanto avverrebbe altrimenti. Durante l’estate, di giorno la serra viene disattivata, cioè l’apertura dei vetri permette il continuo passaggio dell’aria ed evita la stagnazione del calore. I frangisole inoltre impediscono ai raggi solari di colpire direttamente i vetri. Di notte la circolazione dell’aria rende la serra un ambiente più fresco rispetto all’interno in cui si è accumulato il calore latente delle funzioni diurne, per cui essa contribuisce ad abbassare la temperature degli ambienti attigui, in particolar modo se la disposizione delle aperture favorisce la ventilazione trasversali (in questo caso risulta essere ottimale la posizione delle aperture zenitali sul tetto dal lato opposto rispetto alle serre).

Cenate_fotoinserimento_large

Fotoinserimento nel contesto urbano

INTERVENTO SULL’ESISTENTE Per realizzare un nuovo centro cittadino non è possibile limitarsi ad un intervento architettonico, per quanto caratterizzante il contesto e caratterizzato. Occorre pensare, ed agire, “out of the box”, cioè fuori dai confini, oltre i margini e a scala urbana, senza però perdere di vista l’idea identitaria e omogenea del progetto complessivo, in modo da rendere comprensibile la matrice comune e connotante. Il progetto interviene anche sugli edifici di via Papa Giovanni XXIII presenti a est dell’incrocio con via Padre Belotti, proponendo per questi una sistemazione del fronte sud con l’inserimento di serre bioclimatiche della stessa tipologia di quelle utilizzate nel nuovo edificio di progetto. Questo in aggiunta alla sistemazione delle pavimentazioni lungo i margini delle strade, ricondotte ad un disegno tratto dalla stessa griglia urbana utilizzata per la realizzazione delle piazze di progetto. L’intervento sugli edifici non è quindi pensato come una semplice operazione “di facciata”, bensì come l’inserimento di un nuovo volume aggiuntivo, utile a renderli qualitativamente più apprezzabili e fruibili. Non c’è quindi solo un guadagno in termini prestazionali ma anche di funzionalità per gli utenti, elemento che rende questi interventi ancor più apprezzabili dai proprietari. Le residenze ai piani superiori avrebbero l’opportunità di aumentare le aree dedicate alla zona giorno mentre gli esercizi commerciali al piano terra avrebbero la possibilità di ampliare gli spazi di ingresso ed eventualmente di vetrina e di localizzarli in modo più visibile. Inoltre, le prestazioni termiche degli edifici migliorerebbero notevolmente, con la conseguenza di diminuire le spese per l’approvvigionamento energetico e il riscaldamento.

Cenate_esploso_large

Esploso assonometrico delle componenti architettoniche e tecnologiche

Cenate_render_serra_large

L'ingresso del Municipio

Cenate_piazza_biblioteca_large

La piazza della biblioteca

Cenate_notturno_large

La piazza del Municipio

Cenate_tavola1_copy_large

Tavola di concorso 1

Cenate_tavola2_copy_large

Tavola di concorso 2

Cenate_tavola3_new_copy_large

Tavola di concorso 3


Progetto di Riqualificazione Urbanistica e Architettonica di Piazza Giovanni XXIII. Monteiasi (TA) - Michele Manigrasso, Marco Cusato, Davide Gerbasi, Paolo Sabatini

$
0
0

Il progetto proposto riguarda la riqualificazione urbanistico-architettonica di uno slargo irrisolto, lì dove Monteiasi comincia e e si dissolve in campagna, rimasto per fin troppo tempo sottoutilizzato, proprio per l’assenza di una configurazione spaziale capace di interpretare le vocazioni del luogo ed assolvere alle funzioni necessarie. Un semplice piatto asfaltato sul quale convergono 6 strade, privo di disegno, diventa spesso la sede di incidenti automobilistici, e al tempo stesso, vive costruttivamente della spontaneità e temporaneità degli eventi: le feste, il gioco quotidiano dei ragazzi che si danno un campo da calcetto o una campana, disegnando col gesso sull’asfalto…. ma questo non basta per rendere uno spazio pubblico aperto uno spazio di qualità. E’ il momento di ripensarlo puntando sulle sue potenzialità, per restituirlo ai suoi cittadini come nuova “stanza urbana” dove poter svolgere quelle attività che in nessun altro spazio del paese sono possibili. Infatti questo slargo viene utilizzato ogni anno per la “Festa delle Contrade”, una tre giorni di giochi e di eventi vari che è diventata ormai tradizione nel programma delle iniziative del paese. Da un lato la posizione del sito a margine, a ridosso di un’area incolta che ospita temporaneamente le giostre, dall’altro l’uso che se ne fa giornalmente per il transito e il gioco “improvvisato”, e ogni anno per la festa estiva, hanno guidato una strategia di progetto che possa realizzare una piazza con un alto grado di flessibilità per potersi adattare alle diverse necessità e poter ospitare attività differenti ma anche contemporanee. E’ una piazza in cui sarà possibile svolgere il mercato settimanale, giocare nel campetto disegnato sull’asfalto o con l’acqua della fontana a raso; rilassarsi all’ombra del frutteto e realizzare eventi diversi: rappresentazioni teatrali, cinema all’aperto, comizi politici, mercatini tematici domenicali. Dunque una piazza per tutti, disegnata in maniera contemporanea, “flessibile” e “adattiva”, perchè capace di adattarsi ad una più complessa e strutturata programmazione settimanale, mensile ed annuale. Quindi una piazza pensata nel tempo rimodellando lo spazio e ridefinendo i suoi confini, (per chi arriva da via delle Camelie potrà trovarsi difronte una quinta teatrale conclusa, e non più la vista di un’area incolta e arida). Il progetto vede la realizzazione della piazza in due fasi: nella prima si occuperebbe lo slargo (con un corridoio mercatale che coinvolgerebbe anche via delle camelie e via U. Foscolo), mentre in un secondo momento, si integrerebbe e riqualificherebbe via delle Camelie, potenziando il suo carattere di “corridoio di accesso alla stanza”.

Senza_titolo-1_large

PRIMA FASE_ La piazza risulta essere composta da 4 superfici aventi ruoli diversi, e distinguibili per materiali, piano di calpestio e grado di flessibilità. Un piatto in quarzite indiana grigia (lastre di 30×60 cm) e mint (lastre di 60×90 cm) si connette con la superficie in betonella preesistente, dei marciapiedi e del parco del Beato Egidio; una superficie inclinata attrezzata a giardino sociale; un palco in cemento con al suo interno i bagni pubblici e un deposito per le attrezzature; una superficie asfaltata fortemente cangiante su cui è possibile parcheggiare, fare mercato, giocare e rappresentarsi. 1_ La superficie in quarzite è lo spazio di accoglienza principale in cui sostare: è il piatto attrezzato con panche modulari 60×60x45 cm, prefabbricate in cls e verniciate di bianco, una fontana a raso (in 5 griglie e 5 getti), 5 pennacchi per le bandiere delle contrade, e listelli di alluminio, incastonati nella pietra, che oltre a segnare il percorso, raccontano per fresatura, i proverbi monteiasini più noti, (retroilluminati, di sera diventano dei segnapasso lineari). Una parete verde ridisegna il volto a uno degli edifici che si affaccia sulla piazza contribuendo ad una migliore bioclimatica dello stesso edificio: su questa struttura grigliata si potranno anche affiggere manifesti immagini, e nel grande quadro lasciato vuoto, si potra anche proiettare. 2_ Il giardino sociale è un parchetto con frutteto e cespugli aromatici che si ispira alle tante esperienza francesi di orti sociali e agricoltura urbana (si vedano gli scritti di Ingersoll), luoghi della condivisione, e del tempo libero per anziani e bambini. Oltre a configurarsi come spazio per lo svago e il relazionarsi, riduce la quantità di superficie impermeabile, l’albedo dovuto dal riscaldamento dei materiali, offrendo ombra e frescura. E’ pensato in questo modo anche per facilitarne la manutenzione che potrà essere affidata alla gente del posto. 3_ Il palco è stato pensato come struttura in cemento armato, con parapetto in lamierino bianco, illuminato dall’interno tramite neon (perchè ha uno spessore di 10 cm), riportante la dicitura “PIAZZA GIOVANNI XXIII”. Su tale struttura su si potranno montare le attrezzature per gli eventi; dunque si configura come la camera di regia della piazza e superficie su cui fare rappresentazioni, concerti… 4- La superficie asfaltata risulta la più flessibile. Una porzione rimane sede stradale, un’altra invece è destinata al gioco perchè su essa è disegnato un campo regolamentare che si separa dalla strada attraverso una serie di paletti dissuasori incastonati nell’asfalto, che al momento occorrente si abbassano legando il campo alla strada, (creando quindi un unico spazio per il gioco o il mercato). L’asfalto additivato è trattato a bande colorate, grigie e giallo ocra, individuando sul campetto 5 fasce trasversali, 5 come le contrade, in modo che lungo esse si possano svolgere i giochi. Oppure potrà essere usata per il mercato o come parterre per le sedute nel caso di eventi da svolgere con l’ausilio del palco (si vedano i grafi della flessibilità, tav. 01). Secondo la prima configurazione, il mercato si svolgerebbe lungo un corridoio comprendente via delle Camelie, la piazza e via Ugo Foscolo, con la possibilità di ospitare venditori ambulanti in stalli di 5×10 m, 5×5 m, o 3×5 m.

Tav1livelli_uniti_large

taola_1

SECONDA FASE_ Il progetto conquista via delle Camelie colonizzandolo come asse principale d’ingresso. Si ridurrebbe la sede stradale ad un’ampiezza di 7.5 m, creando un percorso ampio 6 m circa, pavimentato e verde, attrezzandolo con gli stessi arredi (panche, fioriere, porta rifiuti, fontanelle, ottenuti per sovrapposizione dello stesso modulo base) e accorgimenti utilizzati nella piazza, per dare un continuum formale e spaziale all’intero sistema, coprendo gli attuali muri irrisolti lungo la strada, con pareti verdi composte da struttura in acciaio, orsogrill, reti e fioriere con piante rampicanti; anche qui, come in piazza sono previsti teli e bacheche per l’affissione di immagini e manifesti pubblicitari. Sarà possibile così percorrere questo viale, sostare, rilassarsi sulle panche modulari prefabbricate in cls, usare le fontanelle lungo il tracciato, coltivare e raccogliere i frutti. Con questa configurazione il mercato si allargherebbe a via G. Leopardi.

Tav2unico_livello_large

tavola_2

Tav3livelli_uniti_large

tavola_3

Tav4unico_livello_corretta_large

tavola_4

CHAUMONT - SUR - LOIRE GARDEN FESTIVAL 2012 - Marina Giuliani

$
0
0

My first thought was turned towards the fantastic garden of Bomarzo set on a hill,close to the city of Viterbo in Italy.Commissioned to Architect Pirro Ligorio by Prince Vicino Orsini in the XVI century it is characterized by monumentality, and above all an enigmatic atmosphere because of strange scenes and sculptures set in the space without a logical meaning apparently. You know that probably there’s a “fil rouge” which links each element of the garden: may be biographical notes of the Prince family , may be the description of alchemical processes…. but it’ s still unknown today. For sure the garden of Bomarzo is a garden of delight and a garden of delirium!

Tav_4_prospettiva__large

perpective - scketches

MEANING

Starting from this point (alchemy, enigma) my idea for the Festival is to create a garden which presents frames of mind which change into something different; a growing from the past to the future; a very positive alchemical process, through images of delight and delirium. So that delight and delirium become instruments, space qualities, to show a inner life in progress.. It’s not necessary to understand the sense of each image; they are born from my imagination, my biography, my delirium. It’s more important that everybody walking in the garden, listen to and captures his feelings.

Tav_2_pianta_large

plan

DESCRIPTION

Tav_3_sezione_per_web_large

section

The garden is divided in two different parts: the first one is close to the entrance, and it is characterised by a mazy path whit black walls, height 1.60 mt. The path leads first to a ” cul de sac”, a room whit a big net, like a spider’s web, made by a core of ropes covered with black clothes; a female dress is caught in the net. Further on , a second room shows a big vase(1 meter diameter) knocked over ; it drops red paintings and jewels (false in this case…).A third room shows a dining room with a squared table, three chairs but only two places set. Chairs have a shawl, a masculine gilet and a baloon on their back.; the room is protected by a sunshade. The tortuous and angular path leads to the second part of the garden, a true vegetal garden with a central elliptic pond rounded by a wood path light blue painted; soft shapes and colors for a space full of aquatic plants and rich in natural vitality. Eight shafts in ascending order with ribbons and rattles at the top ,show another way, a new future. The atmosphere of the second part of the garden is totally different from the first one.

Tav_5_verde_large

flora

Locale della Musica - marco ugolini

casa B - marco ugolini

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - T 160 Landschaftsarchitektur, MOA – Miebach, Oberholzer Architekten

$
0
0

Architecture: MOA– Miebach, Oberholzer Architekten, Zürich, Schweiz
Landscape: T 160 Landschaftsarchitektur

1006_perspektive_innen_large

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - Gussmann Atelier, capatti staubach

$
0
0

Architecture: Gussmann Atelier, Berlin
Landscape: Capatti Staubach / Urbane Landschaften, Berlin

1019_perspektive_innen_large

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - TH Treibhaus, Uberbau | Ali Saad | Thomas Stellmach, Mars Architekten

$
0
0

Standorteinbindung Zentral- und Landesbibliothek Berlin Tempelhof-Schöneberg.

Architektur:
Mars Architekten, Berlin
Uberbau Architecture & Urbanism, Berlin
Landschaftsarchitektur:
TH Treibhaus & Lavaland GmbH, Berlin

1025_perspektive_large


New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - Far Frohn & Rojas, ANNABAU Architektur und Landschaft

$
0
0

Architecture: FAR frohn & rojas Planungsgesellschaft mbH, Berlin
Landscape: ANNABAU Architektur und Landschaft GbR, Berlin

1036_perspektive_large

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - ENVES Arquitectos

$
0
0

Architecture: ENVES Arquitectos S.L.P., Madrid, Spanien
Landscape: ENVES Arquitectos S.L.P., Madrid, Spanien

1041_perspektive_park_large

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - Thomas Kröger Architekt, Kuula Landschaftsarchitekten

$
0
0

Architecture: Thomas Kröger Architekt, Berlin Landscape: KUULA Landschaftsarchitekten, Berlin

1052_perspektive_park_large

New Central Library in Tempelhof-Schöneberg - roberto scarsato

Call for Artists: HYBRIDS | Bucarest / Łódź 2013 - It's LIQUID Group, International ArtExpo

$
0
0

Call for Artists: HYBRIDS | Bucarest / Łódź 2013 Photography / Video Art / Computer Graphics / Painting / Performing Art Deadline: April 21, 2013

Hybrids_001_large

Call for Artists: HYBRIDS | Bucarest / Łódź 2013

Prize: 1 International Exhibition organized by International ArtExpo

International ArtExpo is selecting all interesting photo works, video/short films, computer graphics works, paintings and performances to include in the next 2013 Exhibition:

HYBRIDS– International Art Festival of Photography, Video Art, Computer Graphics, Painting and Performing Art held in Bucarest (Romania) at ApPAC, and in Łódź (Poland) at Strzemiński Academy of Art.

The selection will be based on the main concept of hybridization between identities and urban environment. People, backgrounds, societies, progress and all their inputs creates hybrid identities, modifying each other and being mixed in prospect to shape a better world. Mixing sustainable transport; modern (ICT) communication infrastructure; sustainable economic development; and wise management of natural resources, human, intellectual and social capital, is the key to reach a future better life quality. Be smart. Be hybrid. Be better.

The event is open to photography, video art, computer graphics, painting and performing art.

The deadline for applications is April 21, 2013.

Selected artworks will be presented at:

- Bucarest (Romania) at ApPAC, Asociatia pentru Promovarea Artelor Contemporane, from the 9th to the 16th May 2013. ApPAC, Association for the Promotion of Contemporary Arts, is a non-profit organization founded in 2009 by artists and cultural managers in an effort to support and encourage the Romanian cultural values. The Association also aims to support cultural exchange between artists from Romania and from abroad and also their contribution to the development of a healthy cultural environment and educate the public in the spirit of contemporary art, facilitating access to culture.

- Łódź (Poland) at Strzemiński Academy of Art, from May 27th to June 2nd 2013. The Strzemiński Academy of Art Łódź was established in 1945 as the Łódź State Art School. It understands the necessity of keeping pace with the newest trends and education concepts in art and design. The school pays a lot of attention to maintenance and extension of its international contacts with a special focus on Poland’s neighbouring countries.

To take part in the selection, send your works submissions with a CV/biography, videography and some still images (only for video artists), some samples of works (only for artists) via email to lucacurci@lucacurci.com or via mail to:

International ArtExpo Corso Vittorio Emanuele II, 33 70122 Bari, Italy

The number of works you can submit is unlimited. The participation in the International Art Festival requires an entry fee only for selected artworks. Participation open to: artists, architects and designers, associate groups and studios.

After the event, our organization will select the winning artist of 1 International art exhibition organized by International ArtExpo.

International ArtExpo is a not for profit organization that provides a significant forum for cultural dialogue between all artists from different cultures and countries. ArtExpo is grateful to all of the institutions, corporations, and individuals who support our artistic projects. We work with a number of national and international galleries as well as publishers, museums, curators and critics from all over the world. We help artists through solo and group exhibitions, gallery representation, magazine reviews and advertisements, press releases, internet promotion, as well as various curatorial projects.

International ArtExpo Corso Vittorio Emanuele II, 33 70122 Bari (Italy) +39.0805234018 +39.3387574098 lucacurci@lucacurci.com www.lucacurci.com/artexpo

press office It’s LIQUID Group

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images