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Tivoli Victoria Banyan Tree Hotel - PROMONTORIO

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Located in the golfing heart of the Algarve, the Victoria is a golf-dedicated hotel directly facing Arnold Palmer’s Victoria golf course (hence the name), and surrounded by two other courses. This quasi-symmetrical building is formed by a main central building and two bedroom wings generating a U-shape facing west. The sense of arrival begins with the entry plaza. With its three independent entrances and stone arcade, its function is to separate the guests fluxes coming as groups, or for conferences, into the lateral canopies, releasing the monumental porte- cochère for the individual visitors. The stunning two-storey lobby offers direct views of the golf course. From there, the guest can descend towards the outside pools and bars, or go up to the fine-dining restaurant and the Spa.

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Meticulously detailed in fine stonework, solid wood and handmade ceramics, the building echoes the spirit of prewar grand hotels, as it aspires to a contemporary rethinking of classical splendour.

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The façade system is a composite of massive yellow Travertine stone blocks, white precast concrete lintels and light- gold anodized aluminium frames. Also in pre-cast concrete, and as part of the façade composition, the artist Pedro Calapez designed and moulded a series of decorative bas-reliefs.

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BARCHESSA - lanfranco pollini

Pietre d'allerta in Terra d'Otranto_Una rinascita - angela gagliardi

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Tesi di Laurea Magistrale in Architettura IUAV-Venezia

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abstract Il lavoro di tesi che viene proposto ha come oggetto lo studio e il progetto di recupero di Torre S. Caterina, parte del sistema di avvistamento costiero cinquecentesco nel territorio di Nardò, in provincia di Lecce. La tesi inizia con l’inquadramento generale del sistema difensivo della Terra d’Otranto, soffermandosi sull’individuazione delle tipologie in cui è possibile suddividere le torri e sul loro legame con le masserie fortificate dell’interno. Segue l’ analisi territoriale a diverse scale riguardanti le tematiche relative a risorse ambientali, produttive e turistiche. Il progetto si concentra sull’area limitrofa alla torre e sul rapporto con il vicino centro abitato di Santa Caterina. Vengono affrontati la relazione con il tessuto urbano, il miglioramento dell’accessibilità e della visibilità della torre, introducendo un sistema di percorrenza pedonale e disboscando in modo selettivo la vegetazione, al fine di ritrovare la reciprocità visiva con il paese. La torre assume la nuova funzione di centro di promozione della produzione enogastronomica locale: infatti il territorio di Nardò su cui sorge ha mantenuto nel tempo un ruolo centrale nell’ agricoltura salentina e pertanto è significativo che la torre, che un tempo contribuiva alla difesa delle derrate alimentari, ricostruisca questo legame nel nuovo progetto. Dal dialogo con realtà già affermate e operanti a livello nazionale e internazionale che promuovono la cultura del gusto, come ad esempio Slow-Food con i Mercati della Terra, viene l’ idea di affiancare alla torre un mercato contadino dove far incontrare chi compra e chi produce. L’analisi della situazione interna al comune e dei flussi turistici esterni determina la necessità di attivare il mercato con estensioni diverse a seconda delle stagioni e con un sistema espositivo flessibile. Viene prevista anche una cucina-laboratorio del gusto, realizzata in un nuovo edificio parzialmente inserito nel fianco della collina. La torre diventa il polo di attrazione del sistema come sede di eventi e manifestazioni legate alla promozione della cultura enogastronomica locale e lavora in sinergia con il mercato e la cucina. Gli interventi sull’ edificio sono finalizzati al suo restauro conservativo e al mantenimento degli spazi originari dell’edificio. Questa tesi vuole proporre un esempio di rinascita di luoghi ed edifici, che pur essendo molto significativi dal punto di vista pesaggistico e architettonico, sono oggi in condizione di degrado e inutilizzati. Il messaggio da trasmettere, infine, è che il recupero e il restauro delle torri costiere, attuato con continuità su tutto il litorale e in sinergia tra le diverse amministrazioni locali, è in grado di contribuire sensibilmente alla riqualificazione del territorio e alla sua valorizzazione, fornendo nuovi spunti per lo sviluppo economico e del turismo ecosostenibile della regione.

Escuela de Educación Infantil "Los Sauces" - Gabriel Verd Gallego

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La intervención consiste en la sustitución parcial del CEIP Los Sauces de El Saucejo para la construcción de un nuevo módulo destinado a educación infantil. Dicho Centro lo componen distintas edificaciones, de las cuales las originales corresponden a las dos aulas laterales, compuestas a su vez por dos módulos modelo Sevilla cada una. La pieza prevista para su sustitución es una de estas dos alas, concretamente la colindante con la Carretera de Osuna, junto a las dos aulas que aparecen en cada uno de sus extremos y el núcleo de aseos más próximo.

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Patio de juegos

Se plantea un nuevo acceso peatonal al centro, cambiándolo ésta desde su ubicación actual en la calle Casas de los Maestros a la calle Carretera de Osuna. Dicho entrada permite un acceso directo de padres y visitantes a la zona administrativa del Centro sin que por ello interfiera su recorrido con las áreas de juego como se viene haciendo hasta ahora.

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Nuevo acceso al centro

Esta nueva entrada deja a un lado el cuerpo principal de aulas y al otro el aula de espacios comunes, sala de calderas, el nuevo almacén y los aseos de profesores.

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Interior aula matinal

El aula de espacios comunes se dispone así junto a la entrada principal, facilitando el ingreso y salida de los niños dado en los momentos en los que ésta funcione como aula matinal.

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Secciones

Country house library - lorenzo tognocchi

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superficie utile: 105 mq distribuiti su tre livelli

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classificazione intervento: ristrutturazione totale, high budget

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ingredienti: 30 gradini rivestiti in rovere massello, un camino in muratura, serramenti in ferro verniciati a fuoco, 500 vecchi libri, parquet a doghe in rovere naturale, una scala a pioli, una sospensione Aplomb di Foscarini ,una libreria a ponte in rovere verniciato, 3 vecchie sedie in ferro da esterni.

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riqualificazione cinema/teatro - Gazmend Reitano , Moscone Massimo

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nel comune di Susa è presente un teatro cinema che ha subito negli anni molti cambiamenti fino ad arrivare al totale abbandono con il conseguente degrado.

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descrizione riqualifica

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schizzo concettuale

Padiglione Oab - Marco Carrara, Alessandro Corna, Dario Gusmini, Paolo Alborghetti, Andrea Brembilla

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Il progetto per il padiglione in occasione di Edilfiera 2013 vuole promuovere l’immagine dell’Ordine degli Architetti PPeC della Provincia di Bergamo e utilizzando elementi tecnologici della società Rodeca, sponsor tecnico dello stand. Guardando in questa direzione è stata impostata l’idea progettuale, lavorando per adattarsi al meglio ad uno spazio, quello messo a disposizione (3,00 m x 25,00 m), dalle caratteristiche certamente interessanti: grande visibilità grazie al posizionamento in quello che può essere considerato il centro distributivo dell’intera fiera, perno, o meglio collegamento tra i vari padiglioni, nonché spazio cui affacciano gli spazi di servizio utili ai fruitori della fiera.

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Da questa prima analisi si evince la grande vitalità intrinseca al luogo, caratteristiche che questa installazione ha cercato di interpretare e assecondare, elevandosi ad esperienza architettonica; esperienza che si materializza attraverso un percorso che vuole essere fortemente attrattivo grazie alla dinamicità delle sue geometrie e alla fluidità; caratteristiche queste che accompagnano il visitatore sia dall’interno che dall’esterno dell’installazione, per poi culminare nello spazio di proiezione, climax di questa esperienza architettonica lunga tutti i suoi 25 metri. Spazio proiettivo, fondale, che è stato volutamente declinato con un linguaggio completamente diverso rispetto a quello disegnato dal percorso che ad esso conduce.

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Linguaggio, quello dell’intera installazione, costituito dai pannelli in policarbonato PC 2540, componenti, questi, rigidi, modulabili e traslucidi; qualità materiche e tecnologiche che sono state indagate oltre le caratteristiche proprie e sono state sfruttate in maniera originale.

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Caratteristiche materiche evocate attraverso quello che è uno spazio “aereo e leggero”, come il materiale suggerisce; leggerezza, fluidità, ricreata grazie alla composizione geometrica di due pannelli di policarbonato posizionati l’uno rispetto all’altro con precise angolazioni; pannelli resi solidali ad un profilo di ferro tramite alette in piatto di ferro; la particolare composizione dei pannelli, protagonisti di una suggestiva rotazione continua, è resa possibile attraverso una esostruttura costituita da pilastri di ferro (sez. cm. 10,00×10,00), alternati e ancorati lungo i lati lunghi della pedana, connessi tra loro tra loro tramite travi di ferro (sez. cm. 10,00×10,00) a formare una successione di portali; questa struttura principale ha l’importante compito di sostenere il profilo di ferro centrale al quale sono agganciati i pannelli di policarbonato mediante cavi metallici che scaricano il peso della trave stessa e dei pannelli sui pilastri lungo la pedana. A maggior sostegno dei pannelli, nonchè utile alla regolazione dell’angolatura tra un pannello e l’altro, è il sistema di cavi di nylon che legano l’estremità di ogni componente in policarbonato con la struttura metallica principale.

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Ad allargare lo studio incentrato sulle possibilità soprattutto di carattere tecnologico dei pannelli in policarbonato è la composizione dello spazio proiettivo: spazio disegnato dalla “curva” che termina torcendosi su se stessa e dall’ausilio di due setti, di dimensioni differenti, costruiti a partire dai pannelli PC 2540 ed assemblati attraverso il sistema di incastro Rodeca. Pannellature, queste, che vanno a costituire una “stanza ideale”, la cui percezione immateriale è suggerita dalla trasparenza e dalla diffusione luminosa dei pannelli stessi.

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L’interpretazione del pannello Rodeca si è esplicata anche attraverso una differente lettura compositiva volta a costituire superfici differenti: piane e calpestabili, rigide, come nel caso della lunga pedana di 25 metri; mosse, a ricreare un leggero sali-scendi, vero e proprio invito al visitatore; pannelli che svolgono la contemporanea funzione di superfici laterali e di copertura per quanto riguarda la curva che conduce allo spazio proiezione, “stanza” costituita da soli pannelli verticali.

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La componente luminosa, propria dei pannelli in policarbonato, ha assunto una particolare rilevanza nella resa estetica del padiglione: ad enfatizzare le doti del materiale sono state predisposte delle strisce di led installate tra il profilo d’alluminio, agganciato alla trave principale, e il pannello in policarbonato ottenendo una particolare illuminazione della complessa curva che caratterizza l’installazione. Una luce più diffusa, accostata agli effetti cromatici del pannello PC 2540, è invece protagonista nella stanza di proiezione, grazie alla superficie piana ma al contempo traslucida dei pannelli Rodeca.

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Riqualificazione e arredo di Piazza Unità a Pula (CA) - M.Carla Mastrogiovanni

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Una nuova veste per un piccolo spazio urbano di una cittadina della splendida costa sud della Sardegna, assolato e descritto dai colori saturi del vento, costruito in laterizio accostato alla pietra bianca di Orosei.

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Già dedicato alla memoria dei caduti, questo spazio posto alla confluenza fra due assi viari urbani acquista un ruolo di cerniera nella risoluzione delle diverse direzioni che vi si concentrano ma vuol rappresentare anche un piccolo sacrario in memoria degli uomini, in gran parte giovanissimi, sacrificati alle grandi guerre, senza alcuna retorica, con materiali semplici ed essenze sempreverdi.

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Pensata come spazio ombroso e raccolto, vuole catturare l’attenzione del viandante distratto verso il suo centro fino a leggere i nomi di quei ragazzi mai dimenticabili, incisi in bei caratteri sulle targhe commemorative originali, accolte dai fiori delle lantane.

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220m3 - BIESSE Juliette, CARPENTIER Alexandre, PAUZON Maxime

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Focusing on the needs for an Art exhibition pavillon, we developped an other concept regarding the standards of the existing streets galleries: we propose a volumetric showcasing area. The aim is to give back to local people the opportunity to simply exhibit their works, their interests, and share it with the pedestrians visitors. The «under the bridge» condition leads us, from an empty space, to make an attractive spot in that cultural context.

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Based on simple and affordable raw materials (such as steel rails, screws, bolts, lockers), the modular system allows an easy transportation of the whole pavillon within one single truck, and provide a fair equal unit for each participant of the experiment.

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By stacking the boxes on top of each other, we provide more surface for the exhibition itself, and generate the inner area, which has several uses, like workshop space for artists, and could be converted into a meeting space for lectures. A flexible plan reduces the limits of space. Thanks to that technical design, the pavillon itself can be considered as part of the exhibition. Reconsidering the definition of the wall – its thickness – helped us to design a project in order not only to contain, but to be an exhibition.

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The combination of a temporary and permanent exhibition strengthens the local impact of the pavillon in the neighboorhood. The internet portal www.220m3.com lets the participant fill a request application to get the locker’s code of any available box and to expose freely whatever he wants, meanwhile some of the boxes are dedicated only to the permanent showcase.

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casa C.V. - Antonio D'Alterio

Standorteinbindung Zentral - und Landesbibliothek, Berlin, Deutschland - OSA architettura e paesaggio, King Roselli Architetti, Anne König

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  • Architecture: King Roselli Architetti; Anne König
  • Planning and Landscape: OSA architettura e paesaggio

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come un'arca - Claudio Cesarano, Michele Varone, Salvatore Vaccaro

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Progetto di soprelevazione e restyling esterno di un fabbricato residenziale.

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tavola di progetto

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foto dello stato di fatto

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foto dello stato di fatto

Interno Notte - Claudio Cesarano, Michele Varone, Salvatore Vaccaro

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Resti immobile guardando i vetri che si sfumano e i miei passi che si perdono. Mordi le tue labbra e poi ti muovi in un silenzio assente. Conti le automobili che passano. Vesti con grazia, scendi e cammina nelle strade È ancora giorno mentre la notte ti abbandona. Non sai che tutto fa parte di te, i pensieri si perdono e tuoi occhi si illumineranno, e il sole ti bacerà i sensi e i tramonti dei tuoi giuramenti si dissolveranno. Tutto fa parte di te. (Paolo Benvegnù– “Interno Notte”)

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Pollo & Co. - Gabriella Pesacane

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Progetto di un fast-food del pollo, format per una catena di punti vendita in franchising, presentato alla Fileni nell’agosto del 2010. Concept: Fabio Russo S.r.L. Elaborazione Render: Pda grafica di Pasquale De Angelis

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Spazio destinato al consumo

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Esterno del fast food

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Esterno: in primo piano i distributori automatici di pollo e bevande

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Ingresso con banco distribuzione

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Spazio destinato al consumo

Parco urbano "I laghi" - Cecilia Scaletti

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La città contemporanea è una città composta da aeroporti e stazioni, centri commerciali, zone residenziali e quartieri degradati, parchi, aree abbandonate e ritagli di campagna, zone industriali dismesse e nuovi poli tecnologici, strade e autostrade, tessuti storici e grandi estensioni di case unifamiliari, frammiste a laboratori, fabbriche, uffici, ipermercati. La città di Terni non fa eccezione.

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Area del parco

Il nuovo concetto di paesaggio che si sta sviluppando, corrisponde a un’idea di città che privilegia la molteplicità, l’eterogeneità, il contrasto, l’accostamento di elementi diversi tra loro.

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Sezione longitudinale n.1

Il tema del progetto è la creazione di un nuovo ambiente urbano, che garantisca alle generazioni future un interfaccia equilibrato tra uomo e natura, ridisegnando un luogo urbano attraverso la ricomposizione dei suoi materiali, dei suoi segni, delle memorie incise nel suo palinsesto. I segni del territorio sono riferimenti essenziali per orientarsi e per organizzare uno spazio improntato ad un rinnovato rapporto con la città, la natura e il paesaggio. L’ipotesi progettuale prende, dunque, vita dall’osservazione del “genius loci”, inteso come insieme dei fattori naturalistici e antropici che caratterizzano in modo univoco l’identità di un luogo, e si sviluppa con la volontà di rispettarlo e valorizzarlo.

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Sezione longitudinale n.2

Questa filosofia di intenti si esplica negli obiettivi che mirano alla ricucitura del tessuto urbano e rurale e all’esaltazione delle valenze ambientali. Il parco viene visto come un grande elemento di connessione e di continuità paesistica, urbana e territoriale, sottolineando la trasformazione dell’area dalla condizione di sfondo di un’urbanizzazione disordinata e aggressiva, ad un ruolo di struttura ecologica e ambientale che genera nuove relazioni tra uomo e natura. Un luogo che sia allo stesso tempo di transizione tra periferia e paesaggio naturalistico e di sutura tra gli episodi urbani del contorno e le nuove strutture da insediare all’interno. Il parco deve costituire un elemento di continuità ecologica anche a scala territoriale, luogo di relazione tra le riserve ambientali presenti sul territorio umbro.

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Sezione longitudinale n.3

La proposta progettuale del parco urbano è finalizzata alla risoluzione del complesso di esigenze affrontando in chiave innovativa le tematiche relative all’inserimento di un nuovo polmone verde nell’area, ai margini di un contesto eterogeneo, caratterizzato da parti industriali consolidate e parti scarsamente urbanizzate. Il progetto si pone prioritariamente l’obiettivo della ricostruzione delle relazioni con la città, nelle sue parti consolidate e quelle di futura trasformazione, rivolto al recupero del rapporto con il fiume ed il paesaggio.

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Schema funzionale - Funzioni

Si pensa ad un parco dinamico che fornisca nuovi punti di vista sul paesaggio circostante, un osservatorio ideale sull’intera conca ternana, che non sia solo un grande episodio verde per il miglioramento della qualità ambientale, ma un efficiente impianto botanico, segno evidente del mirato intervento progettuale. L’intervento, che vuole essere riconoscibile ma, per la particolare ubicazione e la valenza ambientale dell’area, non intrusivo, si basa sulla ricerca di sostenibilità costruttiva e discrezione nell’impatto visivo. Il fiume, che attualmente, pur essendo una forte presenza visiva e una grande risorsa idrica, non viene percepito come ambito urbano ed ancor meno come attrattiva, riveste un significato importante per lo sviluppo del nuovo parco urbano.

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Schema funzionale - Verde

Attraverso una strategia di fondo rivolta alla valorizzazione delle qualità intrinseche dell’area, l’obiettivo generale è la realizzazione di un complesso sistema di attrezzature per il tempo libero, per lo sport, lo svago e il benessere sociale, capace di integrarsi e riqualificare le sponde arginali del fiume Nera, assegnando al sito un ruolo di nuova e qualificata centralità urbana. Il nuovo parco si configura non solo come una cintura verde che filtra la pressione della città sull’area, ma anche come un catalizzatore di eventi e di polarità che troveranno qui il loro scenario ideale.

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Schema funzionale - Sostenibilità

Si cerca un luogo sociale, per l’intrattenimento e la salute, rivolto a residenti e a turisti, che sia al contempo un polo di servizi capace di integrare diverse funzioni (informazioni, interscambio, sosta veicoli) e un parco sportivo inteso come sistema equilibrato e organico, in cui gli spazi dedicati alle attività sportive si fondano con quelli ludico – ricreativi. Fondere le diverse funzioni, perché possano lavorare in maniera congiunta, attraverso una rete di percorsi diversi, creando dei poli attrattivi in cui sia piacevole fermarsi, diventa uno degli obiettivi principali di questo lavoro.

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Schema funzionale - Specie arboree

Il fine, quello di creare un parco urbano di macro-dimensioni che sia naturale, ma che nello stesso tempo inglobi al suo interno tutte quelle funzioni urbane necessarie a far sì che si generi un ambito che non resti emarginato ma un luogo proprio alle città, vissuto tutto l’anno dalla popolazione.

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Distribuzione attività

Tutto ciò senza tralasciare l’aspetto della sostenibilità del parco, in termini di consumo, produzione di energia e di conservazione della risorsa idrica; creare una verde e fertile piana, energeticamente autosufficiente, che diventerà una delle attrattive chiave per la città, e fornirà al contempo benefici ambientali ed economici alle comunità locali completa la lista degliobiettivi progettuali

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Analisi di un edificio sportivo (-4,50m)

Al fine di dipingere nuovi scenari e delineare una nuova identità per un luogo ancora estraneo dalla popolazione, occorre ponderare una serie di strategie volte al superamento delle diverse criticità che interessano.

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Analisi di un edificio sportivo (-1,50m)

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Verde verticale sulle facciate


New Central Library in Tempelhof-Schöneberg. Berlin - ENVES Arquitectos

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a. Agrupamos los usos de accesibilidad universal y los espacios de control ocupando toda la planta baja, a modo de gran Vestíbulo/Hall Urbano. b. Siguiendo el concepto de “Flexibilidad inteligente”, agrupamos los espacios destinados a contener los libros en una única planta, a modo de gran “placa tectónica” transitable, desarrollando bajo ella el resto de usos, cuya adaptabilidad a futuros cambios de programa es mayor. c. El ámbito destinado al depósito estable de libros se desarrollara bajo rasante, garantizando su control, fácil comunicación y conservación de los libros. Agrupamos los espacios destinados de administración (7) hacia el frente urbano (facil conexión pública e imagen representativa de la ciudad). d. Inclinamos el plano de “placa tectónica”, conectando un extremo con la cota del parque y levantando el opuesto hacia la ciudad. e. Vaciamos dos esquinas de los dos extremos este y oeste, produciendo de manera identificable los espacios de acceso a la biblioteca. f. Disponemos la “placa tecnónica” como un recorrido continuo de baja pendiente (6%) mediante rampas transversales. Ello garantiza la accesibilidad peatonal así como un recorrido continuo y unitario de almacenamiento de libros, adaptado a una organización temática lineal. g. Modulamos la “placa tectónica” mediante una pieza trapezoidal, abriendo lucernarios a norte (iluminación indirecta de los espacios de lectura).

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Vigorelli Wellness Arena. Milano - Degli Esposti Architetti, Stefano Antonelli, Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza, Fhecor Ingenieros Consultores, Steam Srl, Wisp-architects, Pierluigi Di Giacomo, Tommaso Raffa

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Glorioso passato ciclistico e flessibile futuro sportivo, ludico ed esperienziale: come assecondare questa trasformazione, conciliando la memoria e l’identità con le aspettative multiverse e fluide della contemporaneità? L’attuale pista è inadatta all’uso futuro della location: d’altra parte il Vigorelli è legato nell’immaginario pubblico al mondo della bicicletta. Il progetto conserva l’attuale pista, sospendendola però all’intradosso della copertura, in una istallazione pop dedicata al ciclismo, tra passato e futuro. Lo spazio dedicato allo sport ed agli eventi è così allargato e dotato di una nuova pista da 250 metri smontabile.

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Vigorelli Wellness Arena. Milano

Il velodromo ed il suo spazio esterno accoglieranno un mix funzionale incentrato sul tema del benessere psicofisico, riconfigurando questo luogo come “Milano Wellness Arena”. La copertura esistente, nobilitata all’intradosso mediante l’opera d’arte, che lega indissolubilmente la nuova location al suo passato ciclistico, è resa fruibile con funzione di spa e solarium ed è coperta da una leggera composizione di cerchi raggiati di diverso diametro, con funzione di parziale copertura e frangisole, a metafora figurativa delle ruote di bicicletta. Tale nuova struttura integra l’edificio con lo spazio di pertinenza, parco sportivo en plein air per la città, negli attuali limiti di budget che rendono impossibile pensare alla totale copertura dell’edificio. Tale emblematico intervento –ampliabile in futuro fino a coprire l’intero edificio quando i mezzi finanziari saranno disponibili-, di impatto iconico e foggia contemporanea, contribuisce ulteriormente a saldare il legame tra passato e futuro, tra identità ciclistica e performatività flessibile del Vigorelli.

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Vigorelli Wellness Arena. Milano

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Vigorelli Wellness Arena. Milano

MAR – Art Museum of Rio - Bernardes Arquitetura, Jacobsen Arquitetura

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Office: Bernardes + Jacobsen Arquitetura
Author: Paulo Jacobsen, Bernardo Jacobsen and Thiago Bernardes.

Our challenge was to unite tree existing buildings with different architectural characteristics to house the Museu de Arte do Rio, the school “A Escola do Olhar” as well as cultural and leisure spaces. The existing buildings, the palace Palacete Dom João”, the police building and the old central bus station of Rio, connected shall be part of the major urban redevelopment in the historic downtown of Rio de Janeiro. For each construction we analysed different levels of preservation.

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The first step was to establish a flow system allowing the Museum and school to work in an integrated and efficient manner. Therefore we proposed the creation of a suspended square on the police building rooftop, which will unite all accesses and host a bar and an area for cultural events and leisure. Consequently, the visitation will be from top to bottom.

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It was established that the palace, due to its large ceiling height and structure free plan should hold the exhibition areas of the museum. The police building shall be used for the school, auditoriums, multimedia exhibition areas, administration areas and employee areas of the complex. - The stilts, currently used as an access to the road, will turn into a large foyer for entire complex, and will hold the sculpture exhibition areas. Access will be controlled between the two buildings, characterizing this empty space as internal, open and covered. The marquee of the Road, heritage element listed by the City, will be used for lavatories, store and region of loading, unloading and deposits.

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The connection and circulation of visitors between the two buildings, in the form of a suspended catwalk will belong to this new building, featuring the most unusual state possible For the police building, we propose the suspension of the last floor to balance the height of the two buildings as well as the replacement of the masonry closing façade profiles using translucent glass, making the structural system of indented columns visible and revealing the stilts.

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Finally as the main mark of the project, we suggested that the suspended square have an abstract and aerial form. A fluid and extremely light structure, simulating water surface waves. A poetic architectural character full of meaning, simple and at the same time modern in regards to the structural calculation. This element shall be seen near and by far, and from below to who is arriving at the Praça Mauá, from above by those who are at the Morro da Conceição.

Credits
Team: José Luis Canal, Ricardo Castello Branco, Aline Bianca de Almeida, Bruna Fregonezi, Daniel Vannucchi, Edgar Murata, Fernanda Maeda, José Miguel de Sousa Ferreira, Lívia Ribas, Renata Leite, Maria Vittoria Oliveira, Maya Leal de Nobrega, Pedro Henrique Ramos, Priscilla Martins Costa e Veridiana Ruzzante.
Interior Design: Bernardes + Jacobsen Arquitetura
Team: Eza Viegas (author) Isabel Beloniel, Luiza Torres Homem

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Site Area: 2.300m2
Built Area: 11.240m2
Started: 2010
Conclusion: 2013

Landscape: Burle Marx e Cia ltda.
Lighting Design: Franco + Fortes
Facilities: ADDAGE Engenharia e Planejamento
Structure: Cerne- Engenharia e Projetos/ GOP– Gabinete de Organização e Projectos
Acustics: Roberto Thompson Motta Arquiteto Ltda
Air conditioning: Clima Engenharia, LTDA.
Windows and frame: QMD Consuiltoria
Waterproofing: PROASSP Assessoria e Projetos
Firefighting stations: ML Proteção Contra Incêndio LTDA
Eletronic systems: Bosco & Associados LTDA
Signs: Jair de Souza
Soundings: Audium Áudio e Acústica.
Lightning protection systems: Instal Engenharia Ltda.
Sustainability: CTE inteligência 360o
Management: Engineering
Construction: Concrejato

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Résidence sociale de 66 logements à Clichy - Philippe Dubus Architectes

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Le site Bac d’Asnières occupe une situation privilégiée, en proue, dans l’axe d’une voie majeure de circulation et des voies SNCF de la gare Saint Lazare. Il présente de fortes contraintes géométriques, acoustiques et topographiques liées à la présence des voies SNCF. Le projet doit annoncer le renouveau du quartier, contribuer à la qualité des espaces publics de la ZAC et amorcer la continuité urbaine sur la route d’Asnières jusqu’à la Seine. Tout comme le site Victor Hugo, le site Bac d’Asnières offre une véritable opportunité urbaine et architecturale pour réaliser un projet ambitieux. La prise en compte de ces contraintes a nourri notre réflexion. En dépit d’un site très resserré, nous avons cherchéà offrir aux futurs résidents des espaces de respiration, permettant l’échange et la convivialité dans un contexte urbain contraint. Le projet est un signal, qui offre une lecture claire des intentions urbaines et architecturales tout en optimisant le fonctionnement de cette résidence.

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Le volume capable du lot TBA3 est extrudé sur neuf niveaux sur rez-de-chaussée. Deux inflexions sont réalisées dans ce volume. La première, réalisée en partie centrale de la façade sur rue, libère un parvis d’accès à l’immeuble ; la deuxième, réalisée à la proue du bâtiment, libère un jardin de pleine terre au pied du mur de soutènement des voies SNCF, dans l’axe de la route d’Asnières en direction du sud. Le plissé qui en résulte permet de multiplier les façades, les orientations ensoleillées et les vues sur le quartier : une façade sur les voies SNCF pour les circulations, quatre façades sur la Seine, la ZAC et le parc pour les logements. Le volume obtenu est découpé sur une largeur de six mètres au droit de la limite avec le lot voisin, laissant un volume en R+1 en mitoyenneté, conformément à l’exigence du PLU.

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Les espaces résidentiels sont placés au rez-de-chaussée, hormis le pôle maintenance placé au niveau 1 avec le logement gardien. Le hall est situé dans le prolongement du parvis, le pôle accueil et locaux techniques à droite du hall en entrant, le pôle animation/services à gauche, avec la salle polyvalente à la proue du bâtiment, s’ouvrant sur le jardin de pleine terre. Les locaux techniques, vélos et tri sélectif sont dotés d’un accès indépendant depuis le parvis. Les neuf étages des 66 logements sont desservis par un noyau escalier/ascenseur. Les circulations sont placées le long de la façade sur les voies SNCF, pour laisser les logements sur les quatre façades restantes. À chaque niveau, le palier ascenseur situé dans l’axe de la circulation est éclairé naturellement par une nuée de châssis de tailles différentes qui viennent percer la façade côté voies SNCF, offrant des vues pixélisées sur la défense, la Seine et le cimetière de Levallois-Perret depuis les circulations. La proue du bâtiment est découpée sur les deux derniers niveaux, pour laisser place à un patio dans le ciel de Clichy, un belvédère offert au soleil et aux résidents.

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L’écriture architecturale du projet résulte du principe de façade. Elle est l’expression de la conception de l’enveloppe du bâtiment qui permet de garantir sa pérennité dans le temps, de s’adapter au contexte et à l’usage, et de répondre aux performances environnementales attendues. Le principe de façade est commun pour les quatre façades des logements : une isolation extérieure sur voile béton, un châssis aluminium porte-fenêtre de 1,60 m par 2,30 m de haut, composé d’un fixe et d’un ouvrant, qui prend place dans un cadre métallique sur lequel vient se refermer un volet coulissant en tôle d’aluminium perforée, assurant la protection solaire des châssis, en complément d’un rideau occultant. Un bardage en tôle d’aluminium perforée habille les partie pleines. Un garde-corps vitré est fixé au nu extérieur de l’encadrement, laissant un entre-deux, espace permettant de se tenir dehors. Le bandeau découpé dans la façade au droit du patio au niveau 8 est protégé par un paravent en panneaux de verre. Les châssis des locaux communs du rez-de-chaussée sur le parvis d’entrée sont protégés par des claustras fixes en tôle d’aluminium perforée. Côté voies SNCF, le bardage en tôle perforée recouvre les percements aléatoires des circulations qui disparaissent derrière ce filtre pour apparaître progressivement la nuit venue, brouillant la lecture et les limites du bâtiment qui se confond avec les lumières de la ville. Au droit du jardin de pleine terre, le mur de soutènement des voies SNCF est habillé de panneaux d’aluminium perforé pour affirmer le prolongement du soubassement à l’avant du bâtiment et l’arrimer à son socle.

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La structure du bâtiment est conçue pour offrir une très grande souplesse d’usage dans l’implantation du cloisonnement des logements, laissant une grande polyvalence pour un usage futur des plateaux. Les planchers sont épaissis pour porter de façade à façade, le seul point dur est le noyau des circulations verticales. Le réglage des trames de logements du bâtiment offre une flexibilité et permet de varier les typologies d’un niveau sur l’autre si besoin (3T1 = 2T1’). Les sanitaires, cuisines et placards sont implantés coté circulation, laissant les façades libres pour que chaque résident dispose son mobilier comme il l’entend. Chaque studio est équipé d’une salle d’eau préfabriquée, d’un ensemble menuisé regroupant kitchenette et placard, adapté selon la géométrie du logement, et d’un châssis porte-fenêtre aluminium de 1,60 m par 2,30 m de haut pour.

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Le parvis d’entrée est réalisé en béton lisse, il se poursuit au droit de la salle polyvalente et se décompose progressivement en espace végétal planté de graminées et de quelques arbres de haute tige. Une clôture à barreaudage vertical pourra venir clore cet espace si besoin. Le sol et les parois du « patio en belvédère » du niveau 8 sont habillés de lattes de mélèze ponctuées de trois bacs à arbres.

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Perspective depuis la route d'Asnières

Entropia 0 - Elena Scaratti

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Legno, filo e fantasia sono gli ingredienti di questo progetto istantaneo, frutto della totale casualità prodotta dall’interazione con il contesto: Opus Incertum e gli spazi di Grisù. A Grisù, nelle stanze abbandonate, puoi trovare di tutto. Abbiamo recuperato gli espositori in legno e usato del filo di cotone in bobine.. Ci servivano: una chiusura effimera della porta, un porta proiettore e pc, una seduta. Mediante l’arte della rete, piatta per la seduta e 3D per gli altri elementi, siamo riusciti a dare una nuova identità a oggetti dimenticati in una cantina, realizzando il necessario, riducendo al minimo l’entropia per la fabbricazione.

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L'immaginazione è più importante della conoscenza. B. Munari

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operazioni di montaggio

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con il legno il filo

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sedute improbabili, ma possibili

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montaggi organici

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la chiusura di una porta

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dettagli di assemblaggio

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vista d'insieme

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