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Riqualificazione del centro storico di Codroipo - Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera

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“Obiettivo del concorso di idee è l’acquisizione di una proposta progettuale che consenta la riqualificazione urbanistica delle aree centrali di Codroipo, connettendo tra loro ambiti pubblici e privati per definire uno spazio che abbia le caratteristiche di luogo connettivo, collettivo e di socializzazione, in grado di rivitalizzare il nucleo urbano. Le aree da connettere a tale scopo comprendono la zona dell’attuale municipio, l’area dell’ex canonica, l’area “fossalat” e gli spazi attigui a queste. Questi spazi dovranno essere messi in relazione con l’area dei giardini pubblici (ex foro boario).” Nell’area dell’ex Foro Boario vengono realizzati dei chioschi e gazebo a servizio delle attività ricreative previste all’interno dell’area. Una pensilina coperta viene realizzata sul percorso che collega il mercato fino all’attraversamento stradale che conduce al centro storico e, da questo punto fino al platano secolare, si è preferito caratterizzare il percorso con la realizzazione di una pergola scoperta. Sono altresì previsti elementi di arredo urbano a servizio delle aree di sosta, lungo i percorsi ed in prossimità degli attraversamenti stradali e ciclabili; un’attenzione particolare viene riservata all’illuminazione pubblica , contraddistinta da fonti luminose a basso consumo ( sistema a led) per garantire un’illuminazione ottimale soprattutto in prossimità degli spazi di sosta ed aggregazione.

Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera — Riqualificazione del centro storico di Codroipo

Masterplan

L’edificio è fortemente caratterizzato dall’ampia pensilina che si protrae dal suo corpo monolitico verso il giardino dell’ex foro boario a connotare le attività di mercato che in questa area venivano svolte ( vendita dei bovini, ortaggi, ecc.). Mentre la pensilina ha la funzione di accogliere tutte le attività di mercato ( ambulanti), l’edificio presenta, al piano terra spazi aperti e spazi racchiusi da ampie vetrate, al piano superiore trovano collocazione invece spazi chiusi utilizzati quali sedi di associazioni, locali ad uso comune, locali di servizio. Sono altresì presenti dei corpi di fabbrica isolati e collegati al corpo principale mediante passerelle, in cui trovano spazio tutti i servizi ad uso delle attività di mercato, i corpi scale e ascensori, la sala espositiva. L’edificio trova la sua giusta collocazione in questo ambito anche in virtù del futuro ampliamento della stazione delle autocorriere, i cui fruitori potranno godere di un comodo ed immediato collegamento all’edificio stesso.

Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera — Riqualificazione del centro storico di Codroipo

Mercato

A seguito della demolizione di alcuni edifici fatiscenti nell’intorno della chiesa e del municipio, si è ritenuto progettualmente corretto realizzare una cortina edilizia che caratterizzasse l’area e gli edifici affacciantesi su via Battisti. La realizzazione della cortina edilizia ha ottenuto un duplice effetto, quello di caratterizzare un tratto della via come una piazza in cui valorizzare la viabilità pedonale senza precludere l’accesso alle auto, con un ritorno di immagine e fruibilità per le attività commerciali presenti e future, ed inoltre, grazie alla realizzazione dei portici e di studiate aperture in facciata, condurre sia i pedoni che la visuale dei frequentatori l’area verso il nuovo parco a ridosso della chiesa e del campanile.

Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera — Riqualificazione del centro storico di Codroipo

La Cortina

Nell’edificio trovano collocazione tutte le funzioni ed attività previste nel bando di gara, attività commerciali e sala Consigliare al piano terra, uffici nella parte adiacente il municipio e svariate unità abitative con diretto affaccio sull’area verde retrostante la chiesa.

Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera — Riqualificazione del centro storico di Codroipo

La Cortina 2

Nell’area compresa tra la chiesa ed il nuovo oratorio è prevista la realizzazione di un parcheggio ad un piano interrato al fine di poter garantire sia una sufficiente quantità di parcheggi sia la possibilità di realizzare uno spazio pubblico sufficientemente ampio per garantire la fruibilità dell’area per tutte le attività previste nel bando di gara.

Paolo Galante, Giulio Merluzzi, Silvia Peloso, Terens Paiani, Alessia Melissa, Lorenzo Passera — Riqualificazione del centro storico di Codroipo

la Piazza - Il Parcheggio


1970's House transformation - Playtime Agence d'Architecture

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The original house is a typical parisian suburbian 1970’s style house, transplanted in the Lyon area. It has been modified and extended with a cheap glass/plastic veranda. The insulation and energetic efficiency of the house is poor and the clients feel the need of adding to its upgrading a slight modification to the look of the house. We answered with the idea of strongly changing the aspect of the house in order to pull it into XXI’s century, with a limited budget ( circa 200 K€) that would not allow a full modification of the core and structure of the house. This idea was accepted by the clients with great enthousiasm . The first drafts showed how difficult the shape and size of the roof was, making it difficult to modify into a modern house without a strong structural modification that the budget would not allow.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The final project solves this issue by building a permanent filter to the vision, hidding the roof partially, and creating new proportions between the ground floor and the bedroom level, as well as creating a light filter and a evanescent upper limit for the building.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The project uses the area under the roof to add strong insulation as well as support for the new skin of the house. It uses wood structure for the extension, and the black wood skin unifies the extension and the existing volume into a single dark box, the upper lever is insulated using sarking and woodwool as well as a clear grey steel roof. The outside skin is using microperforated lacquered aluminium on a secondary structure that is connected to the main galvanized steel structure.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The white panels are secured from the inside of the structure, allowing a smooth vision from the outside.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The whole skin is outside the heated building, preventing the need for a waterfproof wood façade and allowing for lighter details. The cheap wood skin is using a simple wood structure connected to the main steel pillars that hold the system without any need to touch the existing roof. Its is painted using black pigment with cooked linen oil and water, that offers a quick drying, easy repainting, and cheap solution. The outer wood skins creates deepness in the wall, recreating physical filters to the users..In and out becomes difficult to understand due to the use of wall recessing glass doors and transitions become a physical experience of walking through thick walls that offer sun shelter.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The delicate steel tube pillars of the entrance loggia are recovered with polished inox, acting as small mirrors, transforming the perception of the structure. The inox and matte dark paint are at the opposite side of the reflective spectre, one material eating the light offering 0% reflection compare to the 100% mirror aspect of the inox. The wood terrace offers a physical limit to the building, giving the feel of walking around an island as well as offering steady walking surface.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

The perception of the building changes with day lighting, the white skin offers porosity, opacity as well as reflection depending on the hours at which it is seen from. It provide and intriguing architectural experience of see through material that is opaque at certain times, and is immaterial when the sun angle is right, having no upper limit.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Project shows that a limited budget does not mean cheap ways of transformation. It requires many technical studies and optimization but delivers a true modified feel for the house. The family now can say they are living in architecture.

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Existing building

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

existing building

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Playtime Agence d'Architecture — 1970's House transformation

Centro sociocultural en Reinosa - Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA

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PAS– Plaza De Las Artes

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Vista del acceso Plaza Abastos

El contexto y el concurso

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Planta de situacion

La recuperación del entorno del antiguo mercado de Reinosa, objeto del presente concurso, se puede encuadrar como una vasta operación de recualificación de una zona urbana al amparo de un edificio que, en la época en la que funcionaba, llevaba a cabo una función de polo atractor de la vida ciudadana.

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Esquemas compositivos/programaticos

Las elecciones proyectuales relativas a la zona del concurso no pueden por tanto prescindir de un contexto arquitectónico tan articulado y estratificado, en el interior del cual son las propias bases las que proponen un abanico de objetivos no fácilmente componibles, cuando invita en primer lugar a dar evidencia al equilibrio entre herencia histórica del edificio y de la ciudad de Reinosa y las necesidades de un proyecto contemporáneo que tiene que dirigirse hacia soluciones innovativas tanto en el campo de las propuestas constructivas como en la introducción de nuevas funciones totalmente diferentes de aquellas para las que el edificio fue pensado y realizado

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Seccion transversal

El proyecto quiere interpretar esta estrategia de recomposición de la estructura original en un cuadro unitario que verá las trazas de las transformaciones y de las nuevas construcciones reconducidas sobre un nuevo plano, con el fin de no molestar la lectura historicista compleja, a través de una separación estética de estas últimas de la estructura original, las cuales ya forman parte de la memoria del lugar.

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Vista del espacio escenico

La restitución crítica de la imagen

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Esquemas multifuncionalidad

Surge una propuesta de ‘reintegración de la imagen’ del Mercado de Abastos que no consiste en una mecánica re-proposición del espacio original, sino en la realización de un grande edificio con un ambiente unitario abierto a la ciudad y capaz de ofrecer una re-lectura orgánica de las preexistencias virtuales arquitectónicas: del complejo sistema de cubierta plana y a faldas, que volumétricamente definía la alternancia de los espacios internos entre área de venta y de circulación, y del volumen, también en este caso re-interpretado en lugar de re-proponerlo literalmente, del edificio usado como mercado. Constituye igualmente una nueva posibilidad de gozar del espacio ciudadano circundante gracias a una gestión atenta de las cotas del proyecto y en particular, la introducción de un podio, una zona más elevada de la actual, desde la cual se podrá gozar del panorama también gracias a la posibilidad de acceder directamente al nuevo nivel de proyecto desde los cuatro lados de la plaza.

Davide Marchetti, ESMERALDA LÓPEZ GARCÍA    — Centro sociocultural en Reinosa

Planta baja

Una operación que no contempla un proyecto veleidoso y al mismo tiempo no renuncia a tomar decisiones comprometidas, dictadas por una valoración atenta de lo preexistente y de las exigencias funcionales contemporáneas, citadas en las bases del concurso.

La reinterpretación de los testimonios de la era industrial

Por tanto, ¿Cómo hacer para conciliar la nueva lectura de las estructuras contemporáneas con la conservación de los testimonios de épocas precedentes? El proyecto propone la realización de un nuevo edificio que adquiere de nuevo parcialmente el volumen del mercado destruido en el incendio y después casi totalmente destruido.

La porción de la ‘forma’ que se mantendrá será la cubierta, siendo ésta una ‘sutil’ cornisa que encuadra la zona superior de los edificios circundantes y del paisaje Cantábrico. Además, resulta la opción más adecuada ante los agentes climatológicos de la zona, expuesta frecuentemente a la nieve.

Por tanto, la lectura del lenguaje espacial arquitectónico original se ha conservado. En el interior la desaparición de particiones verticales permite una visión completa y homogénea de la estructura portante (Vigas Vierendeel),manteniéndolas a vista y de la nueva envolvente de la totalidad del organismo, cuyo lenguaje industrial contemporáneo – acero negro, cemento spritz beton y vidrio- representa una especie de homenaje a la pasada destinación de uso.

El punto de inflexión entre la banal re-proposición de un presunto lenguaje arquitectónico y el nuevo proyecto es la elección de los materiales, dejándolos en bruto a voluntad, y de una tonalidad oscura, con el fin de anular cualquier efecto de refracción y reflexión de la luz, exagerando de esta manera a percepción de profundidad de los espacios.

Un recorrido a través de la historia del organismo

Las elecciones superiormente ilustradas introducen una nueva posibilidad de disfrute de aquello que, en su origen, era un espacio urbano destinado a un mercado permanente, a través de la integración de un complejo totalmente abierto al espacio circundante, de la posible futura creación de zonas peatonales y de las plazas ya existentes. Este sistema será llamado ‘Plaza de Las Artes’. No será más un edificio encerrado en sí mismo y ajeno a lo que sucede en la ciudad, sino que será parte integrante de ella y latirá con fuerza para llamar a los ciudadanos a formar parte de él, es decir a integrarlo y constituirlo sin importar la edad n la condición social.

Las funciones previstas en el nuevo edificio son aquellas referidas a las artes visivas del espectáculo: teatro (clásico y experimental), la música (de cámara, rock, etc), la danza (clásica, contemporánea, popular), el cine, espectáculos de circo, así como congresos o conferencias. Y es que el arte puede ser un gran motor de atracción de actividad y puede promover grandes iniciativas para resolver el problema de la situación laboral. Podrá de esta forma re-proponer Reinosa al público nacional e internacional como un polo reconocido de interés artístico capaz de mover la economía local gracias a su fama en un sector ya iniciado en esta localidad gracias a los festivales de cine y música que ya se celebran actualmente. Podría tratarse de una manera además de utilizar las artes visivas como relanzamiento turístico, y con una identidad propia y diferente de la que caracteriza la zona costera de Cantabria.

La disposición del espacio destinado a la ‘performance’, situado a una cota inferior respecto al nivel de entrada, se ha pensado como una ‘plaza’ libre que se podrá organizar y dimensionar libremente según las necesidades escénicas o de número de espectadores.

Una vez situados en el interior se podrá entonces gozar totalmente de la estructura portante del edificio y del intradós de la nueva cubierta, también se garantiza la percepción del espacio común de la ciudad. En el nivel sobre elevado se han adherido bajo la porción de cubierta plana, dos áreas destinadas a funciones pedagógicas y de investigación:

• Promoción, desarrollo y difusión de los estudios e investigaciones en el ámbito artístico relativo a las artes visivas, musicales, teatrales y cinematográficas. • Adquisición de material científico, de interés específico y constitución de laboratorios con referencias particulares a ámbitos artísticos. • Promoción y organización de congresos, conferencias, seminarios, acontecimientos y representaciones, exposiciones de autor, artísticas y bibliográficas e intercambios de experiencias también internacionales en los diversos sectores previstos en el centro. • Formación de grupos de estudiantes a través de laboratorios, exposiciones y espectáculos que impliquen a los colegios y al territorio. • Salas de ensayo musicales y teatrales

En cuanto a los espacios sirvientes, los servicios anexos a las nuevas funciones tales como servicios higiénicos, vestuarios, ropero, almacenes y otros espacios de servicio se sitúan en el interior del área escénica tras los asientos de los espectadores

Especialización y flexibilidad

A través de las elecciones ilustradas anteriormente el proyecto ha intentado responder a las peticiones de las bases del concurso en cuanto a la restitución del carácter unitario de la zona del Mercado, a la salvaguardia y valorización del testimonio histórico, a la restitución de una relación total con el paisaje, a una oferta de espacios capaces de suministrar de manera cualificada un lugar de encuentro para los ciudadanos de Reinosa. El proyecto responde también a otras necesidades como la posibilidad de preparar exposiciones temporales, pudiendo relacionarlas con el patrimonio del territorio, pues ya se ha comprobado que del contacto con nuestro Patrimonio arqueológico o industrial, o mejor ambos, solo se pueden obtener beneficios.

El proyecto ofrece, en general, un gran espacio flexible, enriquecido pero no comprometido de su noble pasado y podrá ser utilizado también – en particular en los espacios de entrada al nivel de la plaza, por una parte y en el espacio inferior por otra parte- para la celebración de eventos sociales capaces de contribuir a relanzar este extraordinario nodo urbano, que en los últimos años ha sido obligado a alejarse del ciudadano y a desarrollarse en él usos pocos llenos de contenido.

Tomba di famiglia - Massimo Landi

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Tomba di famiglia a Monticello Conte Otto Edificio di culto vincolato da norme e forme, ma che con materiali scelti creano diversità, il rivestimento in marmo San Pietro spazzolato, e il contrasto con il porfido rende un gioco di luci ed ombre.

Massimo Landi — Tomba di famiglia

Il corten usato come copertura, cancello e grigliato, un materiale trattato resistente agli agenti atmosferici in continuo mutamento con il tempo.

Il tema dominante è la linea della vita che prosegue nell’edificio dal basso all’alto fino alle croce, forte significato spirituale, prima persa o ritrovata come la fede in essa

DORI CONCEPT STORE - ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti

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Il concept store è caratterizzato dalla presenza di un lunga parete rivestita in rovere a spina di pesce che si configura come il fondale dello spazio espositivo, da un grande banco scheletrico in rovere piano sega , e da un sistema a soffitto costituito da barre appese che scandiscono la misura dello spazio.

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

ARCHIPLAN STUDIO // Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini Architetti — DORI CONCEPT STORE

Photo by Martina Mambrin

YAC - Alessio Serrani, Gabriele Berti, marco milandri

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Restart and innovation_The main road becomes a catalyst space where sinergies among local activities and places for innovation and creativity, give birth to a new model development to set a new starting point to the urban center. The main idea is to give to Crevalcore new spaces to give the town a restart with a spread open-air museum connected to spaces for artists’ ateliers and a system dedicated to business and startup. From scars to future_damaged existing buildings’ proportions have been studied and used as a basis for a new building concept, to be respected and reinterpreted throught a new language.

Alessio Serrani, Gabriele Berti, marco milandri — YAC

Alessio Serrani, Gabriele Berti, marco milandri — YAC

Alessio Serrani, Gabriele Berti, marco milandri — YAC

RIQUALIFICAZIONE PIAZZA SANT'AMBROGIO VANZAGHELLO (MI) - Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti

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La volontà progettuale è di aumentare l’integrazione al contesto di questo spazio già definito senza modificarne formalmente il disegno, elemento consolidato nell’immagine della città, migliorandone la fruibilità ed eliminando gli elementi-barriera che lo delimitano, mantenendo però la caratteristica di sicurezza per il pedone. Le trasformazioni partono dal riconoscimento degli elementi critici e dalla loro eliminazione o dalla riduzione del loro impatto nonché dalla valorizzazione di quelli più significativi, per arrivare ad una nuova definizione dello spazio pubblico. Pochi, semplici interventi confluiscono in un vuoto “gentilmente” delineato che crea nuove relazioni tra i vari elementi che si affacciano sullo spazio pubblico. La rimodulazione dei dislivelli elimina le barriere architettoniche portando ad uno spazio fruibile in ogni direzione e ridefinendo le aree verdi.Il cordolo interno di definizione delle aiuole viene lavorato e trasformato in panchina, portabiclette, portarifiuti, minimizzando così i costi per l’arredo urbano. La sostituzione delle alberature con arbusti ornamentali permette visioni complessive dello spazio pubblico da ogni punto di vista. La diverse pavimentazioni gerarchizzano gli spazi e i percorsi e riprendono i colori e i materiali del contesto esistente dando un senso di coerenza. Il posizionamento degli elementi illuminanti, che riprende il ritmo ideale del portico degli antichi chiostri, scandisce il disegno a terra e porta a un collegamento ideale con il fronte architettonico della Chiesa. La sistemazione delle aree perimetrali conserva un rapporto formale con gli interventi sulla piazza e permette il mantenimento della quota parcheggi di servizio agli esercizi commerciali.

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti — RIQUALIFICAZIONE PIAZZA SANT'AMBROGIO VANZAGHELLO (MI)

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti — RIQUALIFICAZIONE PIAZZA SANT'AMBROGIO VANZAGHELLO (MI)

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti — RIQUALIFICAZIONE PIAZZA SANT'AMBROGIO VANZAGHELLO (MI)

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti — RIQUALIFICAZIONE PIAZZA SANT'AMBROGIO VANZAGHELLO (MI)

Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare - Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari

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L’oggetto del concorso di idee riguarda l’ambito edilizio-urbano e paesaggistico-ambientale costituito dalla parte della città che si affaccia sul mare Adriatico, “il waterfront di Gacicce Mare”. Le trame urbane coinvolgono oltre alla spiaggia, anche gli assi paralleli della viabilità, con inizio dal lungomare Cristoforo Colombo e via Veneto/via Battisti per proseguire lungo la passeggiata del lungomare alto e la soprastante viale Mare, nonché il tessuto costruito e non, situato al loro interno, di particolare valore turistico-commerciale il primo, paesistico-ambientale il secondo.

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

I fase: render di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

I fase: render di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

I fase: tavola di concorso

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di porgetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di porgetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di porgetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: render di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: render di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di progetto

Marchingegno Studio Tecnico Associato, federigo luzzi, Gianmaria Socci, Roberta Pari — Riqualificazione del Waterfront di Gabicce Mare

II fase: tavola di progetto


Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Codroipo (Ud) - Eleonora Molaro, Andrea Foglio Para, Matteo Callegari

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La progettazione può essere un processo positivo per la soddisfazione di esigenze concrete quando in ogni suo momento offre uno sguardo sul mondo, vivificando l’immaginazione e permettendo la pre-comprensione e pre-valutazione di una scelta che si proietta verso un nuovo assetto futuro delle cose. Con questo intento l’idea del progetto per Codroipo si concentra sullo sguardo e sugli sguardi. Lo sguardo dall’alto ci concede di apprezzare il mondo nella sua complessità, è il primo e l’ultimo sguardo, è pianificatore ma allo stesso tempo contemplativo. Parallelo al mondo, lo sguardo che proponiamo come unificatore ma allo stesso tempo attrattore verso le specifiche situazioni, è consapevole dell’estensione delle dinamiche urbane su un territorio vasto che continua al di là della porzione presa sotto esame.

Eleonora Molaro, Andrea Foglio Para, Matteo Callegari — Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Codroipo (Ud)

Lo sguardo di chi si muove all’interno della realtà ci comunica una situazione e degli scenari in cui si svolgono le attivià sociali, la loro relazione diretta spaziale con il contesto e i potenziali attrattori di interesse che possono evolversi in attività più complesse. Le fasi del progetto sono quindi degli scenari che al loro interno hanno molti sguardi: ognuna di esse possiede la capacità di sussistere di per se, si completa da sola considerando sia le azioni progettuali sia il loro carico su tutte le strutture e le dinamiche partecipanti allo scenario.

Eleonora Molaro, Andrea Foglio Para, Matteo Callegari — Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Codroipo (Ud)

La nascita dell’idea progettuale e della visione d’insieme è quindi non vincolata ad un disegno statico pre-definito ma alla interpolazione di più visioni flessibili; esse interagiscono con il sistema e prendono vita dall’immaginazione di possibili sviluppi dei singoli sguardi verso connessioni con altrettanti sguardi. Quindi più che un disegno definito vogliamo proporre un spunto per una pianificazione flessibile e fluida che possa essere un potenziale strumento di supporto a più sguardi, accondiscendendo all’immaginario di più soggetti e acconsentendo di entrare in comunicazione su più fronti.

Eleonora Molaro, Andrea Foglio Para, Matteo Callegari — Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Codroipo (Ud)

Il percorso programmatico può quindi essere valutativo verso ogni singola macro o micro situazione e resiliente in ogni sua parte. Abbiamo definito tre scenari che, tramite dei sotto scenari e degli sguardi mirati, costituiscono un diagramma; quest’ultimo ha il suo corrispettivo nello sguardo unificatore dall’alto in cui rappresentiamo un’ideale realizzazione di ogni scenario e della loro possibile relazione. Il carattere intertestuale del diagramma e quindi del progetto ha la potenzialità di svilupparsi secondo scelte che passano direttamente dai singoli micro-scenari e dai corrispettivi sguardi: come in una cartella che contiene elementi si può passare ad altre cartelle o connettersi con scenari diversi valutando i singoli sguardi. Si delineano quindi dei percorsi a grappolo che esprimono la capacità dell’intero sistema di valutare le scelte migliori e di prendere in considerazione potenziali relazioni fra i singoli elementi che possono sussistere e auto svilupparsi in proprio o in unione ad altri.

Eleonora Molaro, Andrea Foglio Para, Matteo Callegari — Concorso di idee per la riqualificazione urbanistica del centro storico di Codroipo (Ud)

La resilienza degli interventi progettuali è il propulsore di un tale meccanismo di attuazione di intenti programmatici: oltre alla capacità di autosussistenza degli scenari prevediamo sia nelle scelte tecniche che in quelle funzionali e compositive una relativa capacità di subire i cambiamenti delle decisioni attuative e di modificarsi di conseguenza senza precludere possibili future riconnessioni diversificate. Ogni singolo intervento all’interno degli scenari non si preclude la possibilità futura di relazionarsi con altri interventi diversificati e in alcuni casi neanche la possibilità di ricondursi ad una condizione di scenario precedente a seguito di una infruttuosa evoluzione verso altri scenari. L’impatto sociale, ambientale ed economico della strutturazione resiliente del progetto è minimo a riguardo di difficoltà e pericolosità del cambiamento e investimento, è massimo per le potenzialità che può esprimere sia nei sui rapporti con molteplici altre situazioni sia nella possibilità di ammortizzare le influenze esterne.

Riqualificazione di Piazza dello Spirito Santo - Gianfranco Franchi, Chiara Tesi, Emiliano Barneschi, FRANCHI+ASSOCIATI

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Lo spazio della piazza cos’ì come si è tramandato fino ad oggi è pressochè perfetto se non fosse per la presenza di due elementi forti che si sono sovrapposti nel tempo: l’aiuola con la palma e la statua di Forteguerri.

Gianfranco Franchi, Chiara Tesi, Emiliano Barneschi, FRANCHI+ASSOCIATI — Riqualificazione di Piazza dello Spirito Santo

La statua del Cardinale Forteguerri che nel 1939 fu collocata in piazza dello Spirito Santo dove era già presente la seduta con la palma (1920), appare poco congrua in quanto due elementi forti si sovrappongono all’interno di un unico spazio. Il suo riposizionamento in altro luogo all’interno della piazza non avrebbe risolto il problema ma avrebbe creato squilibri nella composizione spaziale complessiva. Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno collocarla nella vicina piazza della Sapienza dove è presente la biblioteca a lui dedicata. Abbiamo quindi ritenuto di privilegiare la palma, quale elemento di memoria collettiva ed uno dei rari episodi “verdi” presenti nello spazio pubblico della città antica. Nella nuova collocazione la statua sarà parzialmente visibile transitando lungo via De’ Rossi e dalla piazza del Duomo, tale da incoraggiarne la visita. La soluzione proposta non contiene “oggetti o suppellettili” che avrebbero snaturato l’idea condivisa di piazza ed inoltre la scelta effettuata permette di utilizzarla liberamente nella sua totalità.

Lo spazio è architettonicamente concluso e solo i pochi elementi introdotti contribuiscono a risolvere l’accessibilità alla chiesa e a creare un luogo d’incontro attorno alla palma.

Scopo della proposta è stato quello di mantenere l’unitarietà della piazza dello Spirito Santo che appare allo sguardo del passante e di chi la frequenta, pur mantenendo riconoscibili gli spazi del sagrato della chiesa e della piazzetta del Baglione, mentre lo slargo della piazzetta del Mergugliese è ormai difficilmente riconoscibile.

Il disegno della pavimentazione, lastre a correre di forma tradizionale, scaturisce dalla lettura dell’evoluzione storica della piazza. Infatti la realizzazione del sagrato della chiesa di S. Ignazio, realizzata nel 1747 con la demolizione di un palazzo appartenente alla famiglia Rospigliosi, ci ha dato lo spunto per riproporre il disegno del vecchio palazzo attraverso la delimitazione con un ricorso e la tessitura della campitura interna. In questo modo si è ricreato il vecchio percorso urbano, che transitava a fronte della chiesa, e collegava via De’ Rossi con la piazza del Baglione. La vecchia strada rivivrà attraverso questo percorso e per enfatizzarlo la pavimentazione sarà realizzata in pietra con il materiale recuperato dallo smontaggio dei marciapiedi esistenti. Questa soluzione permette anche di risolvere l’accessibilità alla chiesa con una rampa.

La nuova pavimentazione in pietra della piazza da valore al luogo e la disposizione delle campiture in pietra grigia riprende la disposizione urbana storica. Le due orditure principali, ortogonali fra loro, abbracciano simbolicamente l’utente e lo invogliano ad entrare in piazza; queste sono altresì disposte parallelamente rispetto ai fronti della chiesa e di Palazzo Baglioni, sottolineando l’importanza dei due edifici nella struttura urbana.

Funzioni ed attività L’attività mercatale ha radici storiche che intendiamo confermare poichè questa funzione rende la piazza viva e brulicante di persone. Piazza Santo Spirito fa parte di un sistema di spazi culturali e commerciali che da palazzo Fabroni conduce sulla Sala attraverso piazza della Sapienza e la chiesetta di S. Michele. Lo spostamento della statua ha permesso di individuare un percorso fatto di segni, di immagini e di scenografie che attraversa simbolicamente la storia di questa parte di città. Un percorso che valorizza gli elementi architettonici e vuole ridare vita ad un’area del centro storico adesso vissuta come semplice zona di transito per raggiungere via degli Orafi e la Sala. L’area di progetto è quindi stata estesa anche al piccolo sagrato della chiesetta di S. Michele ed alla breve strada che conduce a piazza della Sapienza.

Tra via De’ Rossi e la piazza dello Spirito Santo è stato collocato un bassorilievo in ottone; una riproduzione schematica della pianta dell’ambito urbano adiacente e che evidenzia il percorso natuale che da piazza della Sapienza conduce alla Sala e a piazza del Duomo.

Far rivivere la piazza all’interno del circuito urbano significa proporre funzioni attrattive che oggi sono in parte riconducibili a quelle attualmente presenti sulla Sala. Crediamo quindi che la piazza possa rivivere non solo attraverso una nuova pavimentazione o nuovi arredi ma anche con l’utilizzo dei piani terra, attualmente liberi, per funzioni commerciali, bar o attività di ristorazione. L’insieme sinergico di attività culturali, spettacoli, l’utilizzo della piazza per mercatini saltuari, mostre, attività di ristorazione ed altre attività possa effettivamente far rinascere questo luogo e coinvolgerlo nel più ampio processo di riqualificazione della parte storica del centro urbano.

Materiali ed arredi I materiali utilizzati derivano dalla storia della città e fanno parte dell’immaginario collettivo. Per la pavimentazione è stato naturale quindi proporre la pietra grigia (pietra forte di Firenzuola, colombino, ecc.), utilizzata in lastre lavorate con forme tradizionali.

Gli unici arredi proposti sono rappresentati dalla seduta che avvolge la palma e dal muretto di contenimento del percorso rialzato che conduce al piano della chiesa. La seduta, oggi circolare, che circonda la palma diviene quadrata assumendo la funzione di “chiave di volta” dell’intera piazza. Le sedute “strutturali” sono realizzate in blocchi di pietra lavorata, come se fossero scultura esse stesse per diventare parte integrante della materia con cui è fatta la piazza.

Altri piccoli elementi sono di completamento della sistemazione, come i portabiciclette in metallo verniciato grigio o i colonnini in pietra, rivisitati nel disegno, che definiscono il sagrato della chiesetta di S. Michele.

Illuminazione L’illuminazione svolge un ruolo importante perché può accentuare i caratteri scenografici presenti e crearne di nuovi, incentivando così l’uso e la frequenza durante le ore serali. Abbiamo cercato di far scomparire qualsiasi riferimento visivo alla tecnologia all’interno della piazza proponendo di utilizzare proiettori a LED, più anonimi possibili, posizionati ad altezza adeguata sulle facciate degli edifici. Ciò permetterà di rispondere alle normative contro l’inquinamento luminoso e di ridurre i consumi e la gestione dell’impianto.

Oltre all’illuminazione generale abbiamo proposto una illuminazione secondaria di carattere più scenografico (piccoli effetti speciali) e che potrà essere gestita autonomamente rispetto a quella principale. In particolare: - il posizionamento di piccoli apparecchi (6×6 cm. ad un Led) sparsi intorno alla seduta con lo scopo di evocare il cielo stellato nella piazza; - amplificare il tema del percorso posizionando delle strisce (Strip-Led) alla base delle sedute che producono una illuminazione radente della pavimentazione in pietra.

Il Duomo di piazza Sempione (MI) - mariano farinella, Franco Matteo

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Una bottega siciliana al centro di Milano.

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

mariano farinella, Franco Matteo — Il Duomo di piazza Sempione (MI)

Photo by Stefano Aiti

Ponte Ciclo-Pedonale a Rimini - Salvatore Felice (Ingegnere)

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Progetto per un ponte ciclabile e pedonale da realizzarsi a Rimini, partecipante al “Concorso di Progettazione per riqualificazione della foce del deviatore Marecchia” (ottobre 2011) e classificatosi alla posizione n.9.

Salvatore Felice (Ingegnere) — Ponte Ciclo-Pedonale a Rimini

Prospetto longitudinale

Il ponte presenta una luce di circa 120 metri, una larghezza minima sulle sponde pari a 5 metri, è massima in mezzeria pari a 15 metri per consentire la collocazioni di aree per la sosta degli utenti.

Salvatore Felice (Ingegnere) — Ponte Ciclo-Pedonale a Rimini

Viste Prospettiche - Render notturni

La struttura è realizzata in acciaio con un sistema misto ad arco reticolare spaziale, che ha consentito di ottenere resistenza e stabilità a fronte di una leggerezza sia dimensionale che visiva.

Salvatore Felice (Ingegnere) — Ponte Ciclo-Pedonale a Rimini

Prospettiva

YAC - Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti, Maria Giulia Bellosi

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The industrial park of Quarto Inferiore is aimed to be transformed in a container for culture in a way that embodies contemporary living axioms. So what does culture mean in the contemporary vision? Culture is the body of knowledge and practices acquired deemed to be essential and that can be passed down. Modern technologies enable the creation of connections on local and global levels. So it looks like sharing is the cornerstone between life and culture nowdays. The new center is devised as a culture gatherer where local artists, young entrepreneurs, schools, universities, professionals or any person can find a place to create, exhibit and share its own cultural baggage. This building is a “culture incubator”, open to the people and connected to the world. Anyone can “log in” and share or find art, music, design, architecture, events, creating a local match point and a global network of intellectual/artistic/leisure time activities. Three are the main spaces designed inside: an open museum/exhibition hall, a reversible auditorium and a big open space with showcases for laboratories or start-up activities. The services offered are cafes, a restaurant, a book shop and a small residence to host artists/students working or performing temporarily in the new culture focus of Bologna. The project genesys started removing the internal partitions in order to create big empty spaces. The introduction of a new volume of connection between all the spaces creates also a big recognizable main entrance. The big curtain walls are renewed and big led screens are added. This amplifies the idea of connection with the surrounding areas: people can see what’s going on in the inside of the building and videos, images and any information can be displayed on the screens. Communication, information, exhibition, interaction, sharing: IT, people and architecture are connected by Augmented reality systems, touch screens, QR codes, Google glasses. Anything that happens inside is reported on a online platform and shared with the world.

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti, Maria Giulia Bellosi — YAC

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti, Maria Giulia Bellosi — YAC

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti, Maria Giulia Bellosi — YAC

Alessio Serrani, marco milandri, Gabriele Berti, Maria Giulia Bellosi — YAC

Piazza Castello - Paolo Venturella

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Relazione tecnico illustrativa Il progetto prende in esame la riqualificazione di Piazza Castello e della porzione di via XX Settembre antistante lungo il naviglio, situati nel centro abitato di Isorella, in provincia di Brescia. Si pone come obiettivo di rivalorizzare l’area attualmente adibita a parcheggio, grazie ad una nuova organizzazione funzionale, che ne migliora l’accessibilità e la fruibilità degli spazi in riferimento al contesto ambientale e allo svolgimento delle attività urbane.

Paolo Venturella — Piazza Castello

Il punto di partenza per la progettazione della piazza parte dall’analisi del contesto, dagli aspetti naturali, quali gli alberi, il naviglio, l’esposizione solare, e dall’analisi delle funzioni esistenti sull’area d’intervento quali la chiesa di San Rocco, le residenze, la presenza del bar, nonché dei parcheggi. Viene cioè pensata un’organizzazione della piazza come un unico grande spazio aperto tale da poter accogliere eventuali grandi eventi come festival, eventi, palio (come esplicitato nel bando). I parcheggi vengono rimossi rendendo l’area da carrabile a pedonale, e viene individuata l’area d’intervento sui fili degli edifici circostanti.

Paolo Venturella — Piazza Castello

Il primo passaggio è quello di sgomberare il lato della piazza sul fronte del naviglio, affinchè lo spazio sia più aperto verso di esso, consentendone la vista, eliminando i parcheggi ma mantenendo gli alberi, in modo da creare un confine non marcato da vetture ma bensì dal verde. Da un’analisi funzionale si evince come una parte, quella sul lato nord, sia più di natura pubblica in quanto accoglie attività aperte al pubblico come la chiesa e il bar, mentre quella sul lato sud sia più di carattere privato, poiché qui troviamo le residenze.

Paolo Venturella — Piazza Castello

Di conseguenza, per sua “natura” la piazza presenta una identità duale. Un’area presenta un carattere più pubblico mentre un altro più privato. Da queste considerazioni nasce l’idea di progetto dell’organizzazione funzionale e distributiva degli elementi d’arredo urbano.

Paolo Venturella — Piazza Castello

Poiché da bando veniva richiesto che venisse mantenuto un certo numero di parcheggi si individuano delle area che per motivi di esposizione solare risultano in ombra nel corso dell’anno (quelle sui lati nord degli edifici) e si creano due aree tali da accogliere parcheggi, sia ad uso dei residenti che dei cittadini.

Paolo Venturella — Piazza Castello

Imposti questi vincoli (fronte del naviiglio sgombro, distinzione area pubblica/privata, definizione area carrabile/pedonale) si procede alla vera e propria individuazione dell’area pedonale. In questo modo si assicura che ai pedoni venga garantita la parte soleggiata, mentre si releghino alle auto le zone in ombra. Lo spazio centrale viene a crearsi grazie alle distanze di pertinenza rispetto agli edifici. Quest’area è completamente pedonale, si affaccia sul naviglio e garantisce che si instauri una relazione adeguata con gli edifici circostanti

I percorsi sono studiati in base ai punti di interesse e alle percorrenze principali. Si ha un percorso longilineo per andare da nord a sud, e percorsi curvi per andare verso il lato del bar. In questo modo i flussi urbani sono studiati per connettere i principali punti d’interesse.

Individuate queste percorrenze si creano degli “spazi dello stare”, dove potersi sedere in direzione del naviglio. Si crea una sorta di cavea ma di pochi scalini, in modo tale che per grandi eventi può essere usata come gradinata, e negli altri momenti rimane come una piacevole area dove riposare e socializzare. Quella più verso la chiesa risulta la favorita da un punto di vista dell’esposizione solare e viene realizzata in legno con una seduta piu larga e comoda, mentre nell’altro angolo è fatta in pietra e con seduta più corta. entrambi gli elementi ad “L”, rivolgendosi verso il naviglio, danno le spalle ai parcheggi, in modo tale da non essere percepiti dallo spazio centrale e creando così un area pedonale sgombra anche dal solo impatto visivo delle auto su tutti i fronti.

In questo modo si ottiene il risultato finale della piazza. Aree di sosta esposte al sole, connessione tra l’area della chiesa e il punto del bar, inserimento del verde a creare delle divisioni tra pubblico e privato e diverse angoli della piazza, che seppur diversi tra di loro risultano legati da un disegno unitario, sia per la loro forma che anche grazie alle pavimentazioni.

riqualificazione di piazza Spirito Santo - Marco Arrigoni, Valentina Satti

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I principi generali Ab antiquo la piazza italiana è incrocio di piazza del foro e piazza del sagrato, concrezioni fisiche della dimensione civile e della fede nell’urbs; attraverso le sue modificazioni e le sue mutilazioni, piazza dello Spirito Santo non contraddice tale genealogia e fine del progetto sarà quello di rinnovare la coesistenza di istanze così diverse. In una immagine fotografica di primo novecento, battezzata piazza Giordano Bruno con veduta della cupola della Madonna dell’Umiltà, la ripresa testimonia di un catino aperto alla luce, sgombro da ostacoli: unici fuochi di attenzione i pochi gradini che salgono verso il portale della chiesa nel primo piano, le fronde nere della palma appoggiata al suolo, la grande cupola sovrastante le sagome dei tetti di case e palazzi. Un paesaggio laconico e severo e purtuttavia, per tramite di codesta neutralità, palcoscenico idoneo ai più complessi arabeschi tessuti dalla vita (si ricorda qui Dante: “liberamente nel Campo di Siena…”). Il richiamo è da intendersi come un restauro dello sguardo e una dichiarazione di intenti: la sistemazione libera l’invaso riconducendolo ad una medesima misura, inserendo poche nuove cose: un piano/podio in fronte alla chiesa dei gesuiti per rimarcarne il ruolo, una teoria di panche in pietra intervallate da lampioni quale invito alla sosta, una piccola fonte addossata ad una parete – sostituzione di una esistente – per il ristoro; su via De’ Rossi, una rampa consentirà l’accesso ai disabili all’edificio religioso. Si propone che la statua del cardinale Niccolò Forteguerri sia collocata nella vicina piazza della Sapienza e dunque prossima alla Biblioteca Forteguerriana per una mutua quanto palese complicità.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo

Gli usi Il processo di riduzione dei segni e degli elementi ospitati nella piazza non deve essere interpretato come un atto di privazione bensì come la strategia efficace nel mantenere attiva la facoltà di usi molteplici dello spazio, “poiché il vuoto accoglie in sé tutti i mondi possibili” recita un classico cinese. Affrancato da ogni insistenza fittizia o eccentricità legata alle sensibilità del momento, il disegno mira alla durata nel tempo dell’opera – una resistenza della composizione e delle materie che la mettono in essere – permanendo ricco di virtualità. Apparecchiature mobili finalizzate a singoli eventi effimeri – proiezioni, readings, concerti, esposizioni, sfilate, etc. – si succederanno senza intaccare il fondo stabile e quieto delle pietre.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo

Le arti La piazza, come la strada, sono i luoghi dove l’arte può condividere un destino collettivo ben oltre i recinti dell’istituzione museale. Il progetto coinvolge un maestro dell’arte contemporanea legato a queste contrade immaginando calibrati quanto decisivi interventi volti a intensificare l’esperienza ben oltre il compito propriamente monumentale affidato sovente in occasioni analoghe all’azione dell’artista.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo

Il pattern La superficie dell’intero invaso sarà cadenzata dalla disposizione per file parallele di conci di pietra di 50 cm. (lato minore). Il motivo è la prosecuzione di quello a spina di pesce presente in via De’ Rossi poi via della Buca e interseca le cortine murarie con un angolo di circa 45°. La ripetizione seriale di una sola, elementare geometria diviene accorgimento semplice quanto schietto per dare ordine e continuità percettiva allo spazio oltre che interagire con il profilo felicemente irregolare della piazza. Su tale fondo bigio sarà alloggiato un inserto bicromo di pietra secondo civiltà antica: un’alternanza di marmo verde scuro serpentino e marmi bianchi di Carrara; la foggia di tale inserto potrà essere tale da divenire elemento di orientamento – vedi nella tavola 1 il motivo detto della “linea”– o contraddire la disposizione del manto su cui insiste – motivo ad “albero”– o seguirne l’andamento – il motivo a “onda”– o comparire come frammenti disseminati di un mosaico perduto. Una presenza concreta e comunque discreta qualunque sia il disegno definitivamente scelto.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo

Le materie La pavimentazione della piazza sarà in pietra arenaria – tipo arenaria macigno o pietra forte Colombino – rispondente ai requisiti di cui alle norme UNI 2718. Lastricato tagliato su misura fissa o a correre nella dimensione di 50 cm. per una lunghezza minima di 1,5 volte la larghezza. La lavorazione della faccia superiore sarà costituita da fiammatura e successiva rigatura a 45° senza nastrino perimetrale (spessore compreso tra gli 8 e i 12 cm.). Montaggio a segnatura alternata con giunto massimo di 0,5 cm. Ulteriori formati e trattamenti potranno ricorrere in corrispondenza di arredi, sedute, sostegni per l’illuminazione artificiale.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo

La luce artificiale Come bene fu espresso dalla L.R. 17/2000 o “Piani della luce” il problema consiste nel limitare la dispersione, l’accumulo non programmato, l’inquinamento luminoso. Nel caso in questione si propongono tre tipologie la cui combinazione può divenire punto di sintesi tra esigenze strettamente funzionali e vocazioni espressive. Avremo dunque: Illuminazione generale: lampade sottogronda tipo Bega G6897 con lampada ad alta pressione 250 W, 21500 lumen IP 66; la linea di tali apparecchi potrà essere frazionata per avere una luce di esercizio dissimile rispetto a eventi od occasioni particolari. Apparecchi per accentuare e dare risalto a punti specifici: luce architettonica da esterni per l’illuminazione di pareti verticali da terra tipo Bega 7819 con lampade a led 10,5 W, 1200 lumen IP 67; tale prodotto sarà impiegato per illuminare la facciata della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola. Faretto spot da sottogronda tipo Bega 7550 con lampada led 40 W, 400 lumen IP 65; tale prodotto sarà impiegato per schiarire le foglie paripennate della palma. Sistema a testa palo: lampione su disegno con led 38,6 W, 3360 lumen IP 65; un filare di otto pezzi evidenzierà le zone della sosta.

Marco Arrigoni, Valentina Satti — riqualificazione di piazza Spirito Santo


Fluxus Ministry Rooftop - 314ARCHITEKTAI

lo stile italiano trionfa in Oman - Fabrizio Fraboni Baroni

MINIMAL WALL - AR[K]STUDIODESIGN+

JG House - Jorge Palomo Carmona

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One family living in a big city, tired of the traffic, noise, pollution, insecurity, and other issues inherent to living in a large city, raises the search for a place to spend long periods of time… Given the link of one of the members of the family with Gijón decide to find a plot in their vicinity in which are settled the inconveniences of living in a city.

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

After being long time looking for find a plot that fits what they want: a paragraph but well connected to Gijón, silent, place without traffic, with good views, in nature, in which the neighbor is someone else who greets you in the elevator… It was 2006.

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Had the plot, now had to carry out the project. Another member of the family was an architect by what commissioned housing it. After being many times in the place, they realized that the road of the Curbiello, where the house is located, place of transit for ramblers, cycling routes, people on horseback and was furthermore mountain rope, by which had a privileged view of the municipal golf club “La Llorea” in the foreground, the beach of Nora and the Cantabrian Sea in the background. As the owners did not want to cover the views from the road they thought that this was a good starting point for the House. They decided to do a “house picture” to all who pass by there and frame them the views. In addition the House should be small and very comfortable. After several “attempts” the architect managed to give with the requirements demanded by the City Council and by the owners. A detached house in one floor, elevated above the ground to absorb irregularities of this.

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

The building is rational and simple. A parallelepiped with sloped roofs, form the main body of housing program. Only two materials form both, the exterior and the interior of the House. Outdoor wood runs along the terraces, climbs up the exterior walls (North and South) and covers the sloped roofs. The side walls are left in white coat. Just as in the block free for installations. Inside a single wood flooring runs throughout the House and plasterboard painted white for the walls and ceilings.

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

A refuge where to feel comfortable, escape from the big city, and share life with the neighborhood.

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Jorge Palomo Carmona — JG House

Photo by Angel Baltanás

Riqualificazione Piazzale P. Paoli - L'Aquila - Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti

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L’idea progettuale L’idea progettuale nasce dalla volontà di creare un Parco della memoria che diventi esso stesso oggetto scultoreo, “fontana artistica” come ci viene espressamente richiesto dal bando. Il progetto nasce dall’esigenza di “dilatare” l’idea di fontana, passando da oggetto puntuale all’interno di un contenitore spaziale tradizionale a spazio fruibile in cui l’acqua diventa elemento determinante, un “conduttore” di memoria e di speranza. L’acqua è un elemento ricco di simboli che accompagna la nostra vita quale fonte di sostentamento e rinascita. La piazza-fontana accoglie l’acqua che lambisce i percorsi rendendoli dinamici custodendone il suo continuo scorrere. Il fruitore, convive con questa inafferrabile e fluida realtà che riflette l’esterno deformandolo lasciando che l’acqua stessa interferisca e sia parte integrante dell’architettura. I getti d’acqua che caratterizzano l’alimentazione della piazza-fontana, posti ad intermittenza vogliono creare ora la quiete, ora il fragore come memoria delle scosse telluriche alternate al silenzio.

Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti — Riqualificazione Piazzale P. Paoli  - L'Aquila

Gli obbiettivi L’obbiettivo è quello di realizzare:
  • uno spazio-monumento che inviti le persone a sostare e a riflettere. Un luogo di meditazione;
  • una coincidenza tra la piazza e la fontana;
  • la ricostruzione (rinascita) sulle macerie della città;
  • una sensazione di spaesamento. Il progetto architettonico La piazza-fontana si sintetizza nella sua forma geometrica, un’ampia superficie in cui acqua e verde prendono vita contemporaneamente. La lingua di verde da cui si accede tramite via XX Settembre, si estende in pendenza penetrando nella vasca d’acqua coperta di assi allineati realizzati in cemento grezzo: percorsi pedonali adagiati sull’acqua. La regolarità geometrica dei percorsi ci appariva necessaria sia per dialogare con il contesto urbano, che per contrapporsi al casuale accatastamento delle macerie che per molto tempo hanno riempito la città de L’Aquila. Gli elementi naturali (acqua e verde) si attestano su un asse principale fruibile solo quando verrà chiusa l’acqua ad ogni metà del mese di dicembre. Solo in quel breve periodo il fruitore scoprirà che la piazza-fontana si fonda – anche simbolicamente – sulle macerie ordinate in una texture ben definita; questi materiali, la loro collocazione, il trasformarsi in ostruzione, dimostreranno come sia possibile ricostruire gettando le fondamenta anche su un tragico evento. Le macerie-ordinate, affogate nel cemento, emergono a tratti con apparente casualità. Quando l’acqua sarà riattivata, il 6 aprile, questa ricomincerà il suo ciclo vitale; coprendo le macerie daremo vita ad un “nuovo inizio”, sarà l’atto fondativo della rinascita della città, momento evocativo che si ripeterà nel corso del tempo.

Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti — Riqualificazione Piazzale P. Paoli  - L'Aquila

Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti — Riqualificazione Piazzale P. Paoli  - L'Aquila

Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti — Riqualificazione Piazzale P. Paoli  - L'Aquila

Valentina Calomino, Cristiana Pacchiarotti — Riqualificazione Piazzale P. Paoli  - L'Aquila

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