PREMESSA
Tavola 1: planimetria generale
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
La Provincia Autonoma di Trento ha investito grandi risorse per sostenere la mobilità dolce e, segnatamente, l’uso della bicicletta. Le motivazioni sono da ricercare nella volontà di migliorare la qualità ambientale del territorio, la salute dei suoi abitanti e di strutturare sempre di più l’offerta turistica. La rete ciclabile realizzata si snoda tra le vallate trentine per oltre 400 Km collegandosi alle piste venete e altoatesine, partecipando alla costruzione di itinerari ciclabili transnazionali come la “Ciclopista del Sole” che dal passo del Brennero, seguendo la dorsale appenninica, raggiunge Napoli.
Una rete ciclabile partecipa alla valorizzazione e alla costruzione del paesaggio quando anche i numeri – lunghezze e quantità in genere – esprimono qualità e non quantità. Le grandezze non sono interessanti quanto l’uso effettivo della rete e quanto può giovarne il contesto. Perché una pista sia effettivamente utilizzata da tutti, dalle famiglie ai patiti delle lunghe distanze, città e paesi devono rivedere la loro struttura non più in funzione dell’automobile.
L’idea progettuale qui presentata modula questa esigenza di città flessibile intervenendo direttamente sul contesto e non solo attraverso differenti categorie di percorsi, perché una pista ciclabile porta con sé il paesaggio che scopre pedalata dopo pedalata.
Tavola 2: Focus 1,2,3,4
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
STRATEGIA PROGETTUALE: VIVERE –FARE–SCOPRIRE
Tavola 3: Focus 5,6,7,8,9
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
La strategia progettuale si rivolge contemporaneamente al cittadino e al turista con tre parole: vivere, fare e scoprire. Vivere la città perché vi si abita; fare, partecipare alle attività, agli eventi, alla vita della città; scoprire una città ricca di storia, monumenti, natura e paesaggi.
L’obiettivo è quello di individuare nei percorsi ciclabili e ciclopedonali l’opportunità per migliorare l’ambiente, la scenografia urbana e di conseguenza migliorare la qualità della vita del cittadino e accrescere l’offerta turistica del comune di Predazzo.
Grazie alla Predazzo CARD si ha diritto di accesso al museo, all’affitto di biciclette (in convenzione con i commercianti locali, senza rendersi necessaria la costruzione di velostazioni o altre architetture di supporto), alla raccolta, con le proprie mani, degli ortaggi prodotti negli orti di città, ecc.:
Pit stop "Regola Feudale"
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
1. Definire l’immagine della città.
AZIONE: semplificazione dei segni (riduzione dell’impatto visivo determinato dalla cartellonistica pubblicitaria, istituzionale e stradale); studio del colore, dei sistemi di pavimentazione e del ruolo della vegetazione e della sua manutenzione all’interno di un contesto climaticamente estremo. È la città che parla, che comunica, sono lo persone a viverla;
Proposta di un sistema ciclabile interno al tessuto urbano e di uno esterno, realizzati con materiali diversi in modo da marcarli decisamente.
2. Mostrare le emergenze architettoniche e urbane.
AZIONE: evidenziare i caratteri artistici e decorativi attraverso interventi mirati di restauro e conservazione degli elementi artistici, architettonici, decorativi e di costume; Definizione di un programma di eventi e attrazioni in grado di esaltarne i caratteri scenografici. Il sistema dei lavatoi, e le serate dei lavatoi. Happening culturali estivi, attorno ad “oggetti” significativi della storia di Predazzo ma rigenerati architettonicamente non solo attraverso un restauro puntuale ma della riqualificazioni delle condizioni al contorno, del contesto immediato.
3. Rivalutare il patrimonio edilizio all’interno della zona A.
AZIONE: mettere in campo le agevolazioni necessarie a dar nuovo valore economico agli edifici storici e tipologicamente caratteristici con l’obiettivo di agevolarne il processo di conservazione.
4. Aumentare le aree naturalmente drenanti.
AZIONE: aumento delle aree permeabili urbane attraverso l’introduzione di pavimentazioni drenanti e di aree verdi col fine di ridurre il carico sul sistema fognario e di contribuire allo smaltimento degli accumuli di neve. Esempio: collegare i tornelli delle alberate su viali, ottenendo contestualmente il miglioramento dello stato vegetativo degli alberi stessi.
5. Incentivare la cura e lo sviluppo degli spazi aperti – orti e giardini – all’interno della zona A e delle aree lungo i percorsi ciclabili. Una città che coltiva sé stessa comunica amore, attenzione verso l’ambiente e l’economia locale.
AZIONE: Orti aperti, festival degli orti di Predazzo. Mettere a sistema gli orti privati per raggiungere un’alta qualità estetica, per agevolare la partecipazione dei cittadini e dei turisti alla vita della città, per generare una piccola economia, per richiamare attenzione su un “paese” che vive. Tramite lo scambio di sementi, la gestione degli utensili, dei sistemi di irrigazione e la scelta degli ortaggi dedicati al turista.
6. Collegare saldamente il sistema ciclabile esistente con quello proposto.
AZIONE: Studio della viabilità carrabile esistente. Individuazione e segnalazione dei parcheggi esistenti in prossimità o adiacenti le piste ciclabili. Connessione rapida, facile, sicura e protetta, tra piste con l’ausilio di elementi riconoscibili minimizzando l’utilizzo di cartellonistica o di elementi scritti: maggiori informazioni scritte nell’ambito urbano e minori in campo aperto. L’obiettivo è quello di ridurre le sollecitazioni generate dalle informazioni e diminuire il conseguente stress con effetti stimabili sulla salute;
7. Costruire la città utilizzando l’arte e i materiali di questa valle.
AZIONE: incentivare economicamente e organizzativamente, l’impiego dei materiali, dell’industria e dell’artigianato provenienti dalle aree più vicine al Comune di Predazzo. L’utilizzo di granulati, porfidi e legname e di tecniche e regole consolidate fin dalla fase progettuale consente di imboccare sin da subito la strada verso la sostenibilità economica e sociale.
Pit Stop "Regola Feudale"
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
ILLUSTRAZIONE PUNTUALE DEGLI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE
Pit Stop "Regola Feudale"
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
Si propone la realizzazione di quattro distinti percorsi ciclopedonali:
La salita “Salgo in un lampo” consiste nella proposta di una variante veloce al percorso consolidato che, in quel punto, perde consistenza risultando poco sicuro. Seguendo il tragitto suggerito dall’Ente banditore, si è scelto di riportare del terreno, utile al raggiungimento della quota di arrivo, a disegnare una rampa a forma di saetta con finitura tipo sterrato. Protetta da staccionate in ambo i lati, è ombreggiata da sei Fraxinus excelsior (frassino maggiore).
La salita “salgo in un lampo”, seguita dall’attraversamento a raso di via Guglielmo Marconi, connette con la pista esistente della SS 50. Il parcheggio auto di riferimento è quello attestato su via Minghetti.
© Valerio Cozzi . Published on September 08, 2014.
1. Il percorso in città– tra storia e monumenti
Percorsi, strade, piazze esistenti ripavimentati in Porfido del Trentino;
2. Il percorso tra orti e lavatoi
Un itinerario di scoperta tra vie e case. Acqua e natura: ortaggi che spuntano tra i muretti di pietra che possono essere acquistati grazie al sistema Orti Aperti;
3. Il percorso dei torrenti
Percorsi esistenti e nuovi in sterrato ai bordi del torrente Travignolo e Avisio che nella loro confluenza si aprono in un area picnic. Generalmente in aree di particolare pregio ambientale, nella Provincia di Trento sono realizzate piste in bitume modificato e graniglia, così da ottenere un effetto sterrato. Si propone di approfondire tecnicamente questo dettaglio per raggiungere una maggiore compatibilità ambientale pur nel rispetto della semplificazione manutentiva;
4. Il percorso nel paesaggio
Un itinerario che si apre ai monti e alle valli, in tracciati esistenti ripavimentati in asfalto rosso con frazioni di Porfido del Trentino. “Tra prati e monti”è il programma di comprensione del paesaggio che ha nell’isola “pit stop tra i monti” il suo centro.
IL PERCORSO IN CITTÀ–TRA STORIA E MONUMENTI
Il sistema ciclabile interno al tessuto urbano si appoggia alla rete stradale esistente.
Confermando le zone 30, in ordine ai principi progettuali esposti precedentemente, si propone la sostituzione della pavimentazioni in asfalto con cubetti e lastrame di Porfido del Trentino sia per i tratti stradali sia in piazze, piazzette, slarghi e aree di pertinenza ai lavatoi.
Anche le connessione tra le piste saranno realizzate in elementi piani in Porfido del Trentino.
Riguardo la vegetazione urbana si propone la messa a dimora di rose rifiorenti a corredo dei lavatoi, delle piste, delle aree di raccolta dei rifiuti e, soprattutto, alle porte della città.
A ciascuna pista può essere associato il colore di una fioritura.
In dettaglio sono stati studiati:
a. Lavatoio Dante Alighieri (punto 2 in tavola 1)
b. Fontanella Dellagiacoma (punto 3 in tavola 1)
c. Pit stop “Regola Feudale” (punto 4 in tavola 1)
Il collegamento con i percorsi carrabili avviene attraverso le zone di sosta e parcheggio ricavate da aree esistenti o nuove. Ad ovest, il parcheggio tra Via Minghetti e Via Canzocol; ad est, il parcheggio dello Sporting Center (tra la SS 50 e via Guglielmo Marconi); e, al centro, il parcheggio esistente (già in Porfido del Trentino) lungo la SS 50, accanto alla fontanella di Via Dellagiacoma.
Da via Dellagiacoma, si stacca lungo la Strada Statale 50 l’esistente pista ciclabile in asfalto di cui si propone riasfaltatura in asfalto rosso.
Poco dopo lo Sporting Center, sul lato nord della strada una piccola edicola con iscrizione “Regola Feudale” caratterizza quel tratto di strada e sembra dare lo start all’uscita dal paese. Sul lato opposto, lungo la pista ciclabile, esiste un’area di sosta con fontanella-abbeveratoio ricavata da un tronco. Si propone di nobilitare quest’area potenzialmente attrattiva e funzionale, dandole un nome: “pit stop regola feudale”; attrezzandola con rastrelliere per biciclette, panche, una nuova fontana; disegnando lo spazio della sosta, protetto da una barriera stradale di sicurezza in legno (tipo Metal Wood), ingentilito da una siepe di rose. Ogni area di sosta, ogni pit stop è previsto dominato da un monolite di Porfido del Trentino a cui fa capo il disegno degli arredi. Le panche e il grigliato di recinzione sono realizzati in legno locale. Il tratto di pista prospiciente l’area di sosta è evidenziato mediante la colorazione rossa della pista in asfalto.
IL PERCORSO TRA ORTI E LAVATOI
Se il percorso in centro città sfrutta le strade e i percorsi già esistenti e consolidati del tessuto urbano, il percorso degli orti e dei lavatoi, a sua volta, si installa su entrambi.
È un tracciato da seguire secondo le indicazioni fornite nell’apposita cartellonistica che, graficamente, si ispirerà a quella adottata per la città di Berlino (vedi foto).
Il tracciato mette in comunicazione evidente e segnalata, dieci tra fontane e lavatoi e diversi orti, per lo più concentrati nella zona nord.
Il parcheggio auto di riferimento si trova proprio a nord, con accesso da via Indipendenza.
IL PERCORSO DEI TORRENTI
Il percorso dei torrenti “incornicia” il tessuto urbano di Predazzo determinandone i confini naturali. Si snoda in direzione nord-sud seguendo le piste esistenti lungo il torrente Avisio e , in direzione est-ovest, lungo il torrente Travignolo, sia tramite percorsi esistenti ad est, sia tramite la realizzazione di nuovi ad ovest.
Da est a ovest la connessione con le piste esistenti è proposta tramite la realizzazione di una pista in sterrato, di circa 430 metri e larga tre, ai bordi del corso d’acqua, dal ponte di via Canzocol al ponte della finanza (qui, Ponte Fiorito).
Nel punto di confluenza tra i torrenti si propone la realizzazione di una vasta area picnic: un “recinto” circolare disegnato da 43 esemplari di Fraxinus excelsior (frassino maggiore) in un grande prato di circa 2.500 m2. Tra gli alberi trovano spazio tavoli da picnic completi di panche e una zona relax con amache.
Le alberature continuano a nord collegandosi fermandosi in via Canzocol; e a est terminando al ponte di ferro della ferrovia, di cui si propone il recupero come passerella ciclopedonale pavimentata in legno. Seguendo il ponte ci si collega con il percorso paesaggistico che porta a sud. Appena oltre il ponte è proposta l’installazione di uno dei tre info point dislocati lungo i percorsi.
Seguendo il torrente Travignolo, dal ponte di ferro, si raggiunge un trivio che porta ad un percorso lungo il Travignolo che consente di passare il torrente e raggiungere la sponda sinistra; nonché consente il collegamento alla pista lungo la Strada Statale 50. Il dislivello e il disegno urbano sono oggetto di approfondimento progettuale:
a. Salita “Salgo in un lampo” (punto 8 tavola 1)
b. L’anello dei Frassini (punto 7 tavola 1)
Il trivio, in quanto momento di “stallo”, momento in cui “prendere una decisione”, è evidenziato attraverso la messa a dimora in doppio anello di 38 esemplari frassino maggiore e sottolineando i bordi dei percorsi mediante la messa a dimora di macchie di Pinus mugo (pino mugo). È l’anello dei frassini, che diventa un punto di ritrovo, dove trovare uno dei tre info point dislocati lungo i percorsi.
Attualmente, dalla pista si raggiunge un piazzale sterrato connesso con l’esistente pista ciclabile lungo la SS 50. Proseguendo ad est si esce dal paese e si possono raggiungere il camping in località Sotsass e il successivo centro sportivo. Proseguendo invece ad ovest, si rientra in paese usufruendo della pista ciclabile lungo la SS 50.
La salita “Salgo in un lampo” consiste nella proposta di una variante veloce al percorso consolidato che, in quel punto, perde consistenza risultando poco sicuro. Seguendo il tragitto suggerito dall’Ente banditore, si è scelto di riportare del terreno, utile al raggiungimento della quota di arrivo, a disegnare una rampa a forma di saetta con finitura tipo sterrato. Protetta da staccionate in ambo i lati, è ombreggiata da sei Fraxinus excelsior (frassino maggiore).
La salita “salgo in un lampo”, seguita dall’attraversamento a raso di via Guglielmo Marconi, connette con la pista esistente della SS 50. Il parcheggio auto di riferimento è quello attestato su via Minghetti.
IL PERCORSO NEL PAESAGGIO
Dal percorso dei torrenti, si stacca due percorsi diretti verso sud. Uno dall’ex-ponte della ferrovia, l’altro dal ponte della finanza, qui ripresentato come “ponte fiorito”. Si propone di apporre al parapetto del ponte una fioriera continua con rose rifiorenti, onde significare la porta fiorita alla città. I percorsi che seguono si riuniscono in un unico tracciato, quello esistente di via Giuseppe De Gregorio. Il cambio di passo è notevole. Se il percorso dei due torrenti è guidato dalla corrente dei corsi d’acqua, dalla loro linearità e, se quelli urbani sono imposti dal struttura viaria cittadina; il percorso nel paesaggio, finalmente, si apre sui prati da sfalcio dominati dalle quinte montane. Tutto il percorso è un palco lineare, vissuto in movimento. Più ci si addentra, più si prosegue verso sud e maggiormente si apprezza la linea d’orizzonte e lo spettacolo del paesaggio agrario. Ogni punto è buono. A circa metà percorso, in una piccola area triangolare, in cui attualmente è già presente una panchina, si propone di realizzare un’area sosta, il “pit stop tra i monti” articolata mediante una lunga panca in legno locale dominata dal monolito di Porfido del Trentino, due rastrelliere in porfido e un cestone per l’immondizia. La pista non si interrompe, l’area è segnalata dalla presenza del monolito e dal cambio di colore della pista (rosso vivace). Il pino mugo articola gli spazi costruendo aree sempreverdi, visibili anche sotto la coltre nevosa. Dal ponte di ferro al ponte di legno, questa pista genera una sequenza mai interrotta di immagini, di cartoline di paesaggio della provincia di Trento.