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AGRITURISMO LA MASSERIA -SENISE Provincia di POTENZA - dino antonio coringrato

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il progetto riguarda il recupero e la ricostruzione dei fabbricati presenti nella masseria di proprietà della famiglia Armentano per fini agrituristici.

dino antonio coringrato — AGRITURISMO LA MASSERIA -SENISE Provincia di POTENZA

dino antonio coringrato — AGRITURISMO LA MASSERIA -SENISE Provincia di POTENZA


BIANCO ARREDO - Ignazio Samà

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Appartamento ristrutturato nel 2013 di 150 mq con componenti monocromatiche e parete inclinata a contrasto di colore grigio antracite.

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

VERSO L'INGRESSO

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

ZONA STUDIO

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

VERSO LA ZONA COTTURA

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

ZONA COTTURA

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

DISIMPEGNO ZONA NOTTE

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

3D1

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

3D2

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

PIANTA ARREDI

Ignazio Samà— BIANCO ARREDO

PIANTA PAVIMENTO

Concorso di idee per la Progettazione Esecutiva di 11 centri di informazione turistica nel territorio del GAL "Terre del Primitivo" - Michele Mundo

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Coerenza dell’idea con il tema del concorso

Michele Mundo — Concorso di idee per la Progettazione Esecutiva di 11 centri di informazione turistica nel territorio del GAL "Terre del Primitivo"

Sede del GAL "Terre del Primitivo"

L’idea progettuale alla base degli undici infopoint si è sviluppata tenendo conto un doppio ordine di considerazioni: In primo luogo la considerazione del fatto che la volontà di realizzare gli undici infopoint ottempera all’esigenza di valorizzazione delle risorse del “territorio del vino primitivo”, quali patrimoni ambientale, culturale ed agroalimentare, soprattutto ponendo particolare attenzione verso itinerari dedicati al suo prestigioso vino per implementare l’offerta sia promozionale che turistica attuale: gli infopoint saranno un supporto ai potenziali visitatori del territorio per la conoscenza di offerta ricettiva, delle risorse storico, architettoniche ed ambientali, la conoscenza dei prodotti enogaastronomici tipici; agli stessi abitanti per l’informazione circa particolari eventi legati alla produzione dei prodotti tipici locali, promuovendo prodotti e produttori.In secondo luogo, l’osservazione del territorio oggetto della azione di promozione e valorizzazione degli infopoint. Il territorio del GAL“Terre del primitivo”, pur essendo non molto vasto è ricco di moltissime valenze storiche, architettoniche e rurali. Il paesaggio uniforme, con colori che si susseguono ritmicamente, fatto di terra, muretti a secco, uliveti e vigneti. Da ciò si è insistito sulla natura dell’attività degli infopoint quale “antenna del territorio”. Una antenna dotata di sistemi tecnologici d’avanguardia (come gli schermi touchscreen ed i totem informativi), capace di una particolare impostazione culturale di contenuti ed anche luogo di mostre, incontri tematici, degustazioni e laboratori tematici promossi sia dal GAL stesso che da soggetti esterni. Si è insistito sulla necessità che tali infopoint siano luoghi versatili, nei quali siano incentivati la conoscenza e le relazioni e che non siano meri sportelli informativi. Si è voluto inoltre che l’immagine degli undici infopoint fosse “unica” al di la delle differenze architettoniche dei luoghi che li ospiteranno, proprio a significare l’unicità dell’identità locale comune agli undici comuni appartenenti al GAL. Identità dell’aspetto, versatilità degli spazi ed evocazione del paesaggio si sono ottenuti attraverso un allestimento fatto di elementi d’arredo semplici, modulari, diversamente componibili ed utilizzabili, attraverso raffinati accostamenti di elementi di design ed elementi tratti dalla tradizione contadina locale e da una accurata selezione dei colori. La semplicità e versatilità degli elementi di arredo, che siano di design o che siano tratti dalla tradizione contadina possono essere esemplificati dai pouf della Domodinamica, atti ad essere utilizzati sia come sedute che come tavolini o dall’inserimento di scale in legno per realizzare diversi tipi di scaffalature e l’uso delle giare in vetro per creare particolari effetti di luce.Per quanto concerne la scelta dei colori, sono stati selezionati i colori che meglio rappresentano la ruralità del territorio del Gal, quali il violaceo degli acini di primitivo, il colore rosso del primitivo, il verde degli ulivi. Costanti che ritroveremo in tutti gli infopoint, atti a dare identità e carattere di omogeneità al progetto.Il senso della rete di comuni e di appartenenza degli stessi al GALè sottolineata dall’ideazione di un logo che distingua gli infopoint dello stesso GAL dagli altri, rappresentabile sulla segnaletica, sulle informative. Tale logo è un chiaro richiamo al primitivo, con la forma circolare e il colore dell’acino, all’interno del quale vi è la digitura infopoint con un grappolo d’uva sulla “i”. Immancabile il logo del gal terre del primitivo. Il progetto si definisce quindi vivace ed accattivante per i soggetti terzi utilizzatori e capace di rendere più proficua l’operatività della struttura stessa sui territori comunali.

Efficacia e immediatezza comunicativa della progettazione degli spazi e dei materiali

Oggigiorno l’industria della comunicazione e dell’informazione si pone come traente dell’economia e dello scenario contemporaneo che ne consegue. Il sistema della comunicazione e dell’informazione dispone oggi di una presenza generalizzata, di una diffusione capillare, di un assetto poderoso. Peraltro sono riscontrabili in parallelo inquietanti fenomeni di inquinamento visivo e di saturazione comunicativa, sintomi di un sistema in cui tecnologie e apparati, lontani dall’essere autosufficienti, sono bisognosi di direzioni, di scelte e orientamenti progettati.La progettazione dell’allestimento degli undici infopoint ha avuto come filo conduttore la “comunicazione”. La progettazione con la sua competenza nel pilotare l’attenzione, nell’operare distinzioni percepibili, con la sua capacità di attribuire una forma e un’identità alla comunicazione, contribuisce a conferire esistenza alle strutture della società. Da qui ne deriva la centralità nella progettazione degli spazi e dei materiali. In questa direzione, il primo passo è stato l’analisi dello stato dei luoghi dei locali che ospiteranno gli infopoint. Questi ultimi si trovano per la maggior parte all’interno di edifici storici, rappresentativi di ogni comune di riferimento. Palazzi baronali, ex conventi, castelli, sono le strutture che accoglieranno questi luoghi di promozione e comunicazione. Essi sono collocati in posizioni strategiche rispetto i paesi, quindi facilmente identificabili. Poi si è proceduto con l’osservazione del territorio del GAL“Terre del primitivo” concentrandola sulla ruralità di cui il GALè il promotore. Attraversare il territorio del Gal garantisce momenti di grande soddisfazione per le bellezze naturali di questa terra, a tratti aggressiva, ma anche molto generosa nella sua costante luce solare. Una pianura verdeggiante, tempestata di case rurali, di centri piccoli e grandi, vigilata dagli imponenti uliveti e dai filari di vigna ci restituisce lo spettacolo più autentico e genuino. Costanti sono il colore della terra e dei muretti a secco, il verde argentato delle foglie degli ulivi, il violaceo degli acini di primitivo e del suo prodotto. Le tonalità cromatiche influenzano le attività, evocano emozioni , influiscono sulle relazioni sociali e stuzzicano i sensi; è quindi necessario ricorrere ad un’adeguata progettazione cromatica degli ambienti scegliendo tra i colori percepiti nel paesaggio rurale e evitando errori, cercando di valutare attentamente la progettazione degli ambienti . I colori caldi e neutri (gray, brown) verranno utilizzati per le pareti dell’infopoint, qualora avessero colori differenti. Questi colori non stancano la vista e sono adatti al contesto in cui verranno utilizzati. I colori accesi verranno utilizzati per gli arredi. Il colore rappresenta uno dei principali elementi ordinatori e qualificatori. L’uso di determinati colori ha lo scopo di costruire richiami visivi, armonie che contribuiscono al recupero dell’immagine e dell’identità del territorio.In seguito alle scelte cromatiche per identificare il punto informativo con il territorio si è passati alla progettazione degli spazi perseguendo l’obbiettivo di rendere gli infopoint punti di riferimento e diffusione dell’offerta promozionale e turistica secondo un diverso modo di intendere lo sviluppo rurale.Quindi all’interno di esso devono esserci spazi per l’informazione. Quindi spazi attrezzati con un totem multimediale, una postazione con personal computer e stampanti per un addetto preparato a dare tutte le indicazioni necessarie ai vari interlocutori ed uno spazio, arredato con sedute “tavolini” e scaffali, riservato a coloro che vogliono apprendere sul posto notizie attraverso le letture di libri.Devono esserci spazi per la promozione. Quindi spazi per l’esposizione di prodotti tipici, prevalentemente bottiglie di vino primitivo, attrezzati con una serie di mensole disposte in maniera ragionata.

Adattabilità

La soluzione progettuale ha tenuto conto della necessità di essere idonea ad una molteplicità di contesti e situazioni. I locali destinati agli infopoint sono architettonicamente diversi, anche se tipologicamente simili: alcuni di essi sono costituiti da un unico ambiente, altri da due o più ambienti. Tali ambienti, dovranno essere contenitori di funzioni diverse, spesso contemporaneamente. Come già sottolineato, l’infopoint deve essere il luogo dove valorizzare e tutelare il territorio ed i suoi patrimoni ambientale, culturale e agroalimentare. Ciò può avvenire attraverso diverse attività per cui l’infopoint è pensato come contenitore culturale, costituito da “spazi flessibili”. Si è voluto, quindi, prevedere un allestimento che possa tener conto di tali variazioni. La versatilità degli arredi scelti alle diversità architettoniche dello spazio degli undici infopoint e alle varie attività che in essi si potranno svolgere è l’obbiettivo del progetto. Tutti i componenti di arredo scelti sono, quindi, caratterizzati da elementi semplici, modulari, e diversamente assemblabili tra loro a seconda dello spazio che li conterrà. Il progetto prevende:  la realizzazione di uno spazio dedicato dove poter visionare libri e riviste tematiche;  l’allestimento di una postazione informativa, con pc, stampante e materiale divulgativo;  la composizione di espositori per prodotti tipici e per materiale informativo;  la collocazione di pannelli promozionali del territorio, totem multimediale, oggetti della tradizione rurale locale. Quando l’infopoint è costituito da due ambienti distinti sarà possibile destinare attività diverse ad ambienti diversi: nella parte anteriore, frontale all’ingresso si allestirà la postazione informativa con gli espositori per i prodotti tipici e l’ambiente retrostante sarà dedicato alla lettura. Quando l’infopoint è costituito da un unico ambiente gli spazi dedicati ad attività diverse coesisteranno in un unico ambiente, ma distinti e sottolineati per mezzo degli arredi: all’ingresso verrà posizionato il totem multimediale, che potrà trovare collocazione anche in androni e nel chiosco; nella parte anteriore si organizzerà il luogo dedicato alla lettura di libri e riviste tematiche caratterizzato dallo scaffale per i libri e dalla presenza di comodi pouf e da un grande schermo; nella parte retrostante verrà invece posizionata la postazione informativa, con pc e stampante; saranno collocati in punti strategici mensole per esposizione di prodotti tipici, pannelli promozionali. Sono quindi possibili diversi layout, gradevoli ed originali. Si è voluto che gli spazi trasmettessero senzazioni di dinamicità e qualità. L’integrazione di arredi di design con elementi tipici della tradizione contadina locale è finalizzata a conferire agli ambienti un aspetto coerente ai contenuti delle informazioni che si vogliono veicolare per mezzo degli stessi infopoint, attuale nei materiali, ma caratterizzato dai colori dei “paesaggi del vino”; personale e non standard. Scopo della progettazione, inoltre, è stato non fermarsi alla creazione di semplici contenitori, di “non luoghi” poiché questi non favoriscono le relazioni, ma di definire degli spazi che possano influenzare positivamente la qualità delle relazioni: luoghi che favoriscano il dialogo, lo scambio di esperienze nel rispetto dei tempi ed esigenze dei singoli attori. L’adattabilità degli arredi scelti risponde anche ai diversi tipi di lavori necessari a rendere gli ambienti disponibili idonei alla loro funzione, dal semplice allestimento di alcuni, all’adeguamento impiantistico di altri, alla ristrutturazione di altri. Ciò permette anche l’accettazione dello stato dei luoghi, ove questi fossero stati di recente oggetto di lavori di riqualificazione.

Sostenibilità ambientale dei materiali utilizzabili, durabilità delle soluzioni proposte e facilità di manutenzione

Per meglio garantire la sostenibilità dei materiali impiegati nella produzione degli arredi degli undici infopoint, la scelta dei singoli elementi d’arredo è ricaduta su mobili “eco-friendly” o prodotti di alta qualità di aziende leader del settore, che pongono particolare attenzione nella scelta dei materiali utilzzati avendo riguardo a che il loro ciclo di produzione (ed eventuale smaltimento) sia sostenibile, ossia che le risorse ambientali utilizzate in tale ciclo non si esauriscano o non vengano danneggiate in modo permanente. La scelta dei materiali appropriati è il primo passo verso lo sviluppo di prodotti con basso impatto ambientale. La scelta dei materiali oggi giorno deve essere effettuata non solo tenendo in buon conto le tradizionali esigenze di prestazione di servizio, quali stabilità ambientale, rapporto resistenza-peso etc., ma anche valutando i cicli di vita, la facilità di riutilizzo e reciclabilità. La scelta degli elementi deve essere fatta valutandone qualità e resistenza, poiché anche la durabilità di un oggetto riducendo la produzione delle “sostituzioni”, riduce l’impatto ambientale dello stesso. Materiali proposti: I pouf della Domodinamica e le sedie della Kartel sono realizzati con materiali innovativi come poliuretano, materiale leggero, ma robusto; le mensole e le cassettiere in fibre di legno e plastica ABS sono di facile manutenzione; gli arredi in legno, come la scrivania, le “scale-scaffali”, sono resistenti e realizzati con materiali naturali. Tutti gli elementi sono realizzati con materiali reciclabili ed in particolare quelli eco-friendly lo sono al 100%. Gli arredi e gli oggetti selezionati saranno in legno, bamboo, rattan, lino, cotone, plastica reciclata, carta, acciaio e vetro; saranno smontabili ed i vari materiali separabili per favorire il reciclo. Le lavorazione sono effettuate con tecnologie a basso impatto ambientale e/o con CO2 azzerato e senza impiego di colle, vernici e prodotti per le finiture contenenti sostane tossiche. I mobili eco-friendly in legno hanno il certificato FSC (Forestry Stewardship Council) che garantisce che il prodotto acquistato è stato realizzato con materiale proveniente da piantagioni gestite secondo gli standard di Buona Gestione Forestale approvati dal FSC. Per esempio, la certificazioni PEFSC e UFAM di cui è provvisto il tavolo in legno assicurano che non è stato utilizzato legno proveniente da foreste con alto valore di conservazione. Dunque niente legno proveniente dalle foreste secolari, o da aree forestali in cui vi sono palesi violazioni dei diritti umani. Di tutti i prodotti è garantita anche la durabilità: essi saranno resistenti alla trazione, agli urti e agli sbalzi di temperatura etc.

3D Interni Cucina design studio - Rachana Desai

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Yantram offrendo servizi come il rendering 3D, rendering 3d interni, rendering 3D Studio, progettazione 3d cucina, soggiorno design delle camere, bagno di design, design per la casa, hotel di design, design commerciale, progettazione bedrrom, design delle camere capretto.

Rachana Desai — 3D Interni Cucina design studio

Yantram 3d Interior sala da pranzo e il rendering cucina di design

vedi in: http://3dyantram.info/3D_Interior_Design.html

La casa degli Architetti - Francesca Crippa, Christian Longhin Architetto

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coming soon

Francesca Crippa, Christian Longhin Architetto — La casa degli Architetti

Gli Architetti Christian Longhin e Francesca Crippa

Shifted Cubes - JAN RÖSLER ARCHITEKTEN

Pomodoraia - Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci

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APPROCCIO AL PROGETTO
  • Temporale: soluzioni che procedano a tempi diversi e/o prevedano un uso temporale/temporaneo degli spazi.
  • Funzionale: conservare l’originario carattere di opificio, luogo di lavoro e di produzione di beni, riproponendolo in una veste contemporanea.
  • Caratteriale: la nuova porta urbana sarà la stessa ex Valtrasimeno, rivestita di nuovo colore, ben visibile e inconfondibile, un landmark. Benvenuti a Castiglione del Lago!

INTERVENTI SPECIFICI Con l’intento di riqualificare l’area presa in esame, sono state ipotizzate nuove funzioni in grado di attirare persone e facilitare l’incontro e la convivialità.

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

vista della Pomodoraia

  • Loggia del mercato coperto
  • Serre, mercato dei fiori e didattica
  • Spazi per la ricettività
  • Opificio contemporaneo Per i volumi degli ex stabilimenti si prevede il pieno sfruttamento del corpo originario attraverso spazi di co-working basati su criteri di reversibilità e adattabilità, che facilitino riconfigurazioni parziali o anche totali dello spazio, un FAB LAB dove si confrontano il banco da falegname e Arduino, una meeting room con vista, un caffè con ciclofficina annessa.

NUOVA MOBILITÀ Le piste ciclabili sono state organizzate in modo che dalla ferrovia si possa attraversare l’ex Valtrasimeno e raggiungere il centro abitato. La pista non segue l’intero tracciato stradale ma invita i ciclisti a nuovi percorsi per godere del paesaggio da nuovi punti di vista.

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

SISTEMA PAESAGGIO Il giardino che circonda le serre e si estende dall’ex Valtrasimeno al cimitero è situato in una zona di frontiera tra la vegetazione umida della riva del lago e il paesaggio collinare, caratterizzato da campi e boschi, il giardino cerca di racchiudere la varietà di questi paesaggi al suo interno per questo è suddiviso in fasce che seguono una direzione parallela alle strade che delimitano l’area.Il giardino diventa un anello di congiunzione all’interno di un più ampio percorso ecologico tra l’habitat del lago con la sua vegetazione umida riparia, i campi agricoli e il Bosco del Ferretto.

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

TAVOLE DEL CONCORSO

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

Tavola 1

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

Tavola 3

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

Tavola 2

Giulia Squeo, Elena Ronchi, Margherita Bagiacchi, Camilla Bernstein, Silvia Pucci — Pomodoraia

Cube - JAN RÖSLER ARCHITEKTEN


woodboard house. - cecilia fossati

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minimising the intervention, to invest in the details. reconnect the old pillar structure, to thematize the frame. the materials recall the massity of the walls. the furniture is carve out from the space.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

cecilia fossati — woodboard house.

progetto aperto - maria claudia di bello, Guido Puchetti

Wall Sconce - Cristiano Mattia Ferme, Simon Morrison

Private House - 11009 - Denis Zaghi

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Gli edifici unifamiliari degli anni ottanta costituiscono un grande potenziale per interventi di ristrutturazione edilizia, in particolar modo per la dimensione media dei vani che li compongono.

Denis Zaghi — Private House - 11009

bathroom

Le strutture murarie, eseguite da maestranze competenti, seppur realizzate con tecnologie energeticamente poco efficienti, offrono una base solida su cui intervenire con la possibilità di ampi margini di miglioramento. Nell’edificio oggetto del nostro intervento, un’abitazione unifamiliare di ampia metratura è stata suddivisa in due porzioni indipendenti, con rifacimento integrale degli impianti, riqualificazione degli interni e miglioramento delle prestazioni energetiche sia dei serramenti che delle parti murarie / di copertura. Un intervento significativo che ha portato alla costituzione di due unità immobiliari attuali, funzionali, dotate di ogni comfort tecnico-impiantistico, con un taglio dimensionale molto più in linea con le esigenze di oggi, senza contribuire per questo al fenomeno di cementificazione del territorio.

Denis Zaghi — Private House - 11009

bathroom

Denis Zaghi — Private House - 11009

exclusive printed corian baseboard

Denis Zaghi — Private House - 11009

kitchen

Denis Zaghi — Private House - 11009

kitchen

Hic sunt leones - Giovanni Fazzini, Chiara Ingrosso, Andreina Bizzarro, Luca Nunziante, Laura Gioia

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La sistemazione del lungomare di Napoli non è un progetto di bordo, ma coinvolge l’intera città. Investire in un progetto di pedonalizzazione senza un efficace sistema di attraversamento est-ovest e senza un efficiente sistema di trasporto pubblico, rischia di peggiorare una situazione già molto problematica.

Giovanni Fazzini, Chiara Ingrosso, Andreina Bizzarro, Luca Nunziante, Laura Gioia — Hic sunt leones

Come risolvere questa contraddizione? Con un intervento a costo bassissimo e di rapida esecuzione: una serie di fori sul manto stradale, posti in corrispondenza dei punti d’intersezione di un reticolo regolare, all’interno dei quali possa crescere la vegetazione, frantumando progressivamente il manto d’asfalto.

Giovanni Fazzini, Chiara Ingrosso, Andreina Bizzarro, Luca Nunziante, Laura Gioia — Hic sunt leones

Il tempo del progetto e il tempo della città potranno così scorrere parallelamente, e al processo di razionalizzazione dei flussi a scala urbana corrisponderà un nuovo paesaggio in continua metamorfosi.

Giovanni Fazzini, Chiara Ingrosso, Andreina Bizzarro, Luca Nunziante, Laura Gioia — Hic sunt leones

Si tratta, in ultima analisi, di un dispositivo d’innesco concepito per generare un ecosistema in evoluzione e la cui fruibilità sarà proporzionale alla cura che vi sarà dedicata. Solo un continuo gioco di osservazione, previsione e aggiustamento, infatti, potrà rendere abitabile un luogo che si offre come forma senza forma in un tempo senza tempo.

Giovanni Fazzini, Chiara Ingrosso, Andreina Bizzarro, Luca Nunziante, Laura Gioia — Hic sunt leones

Restauro del Castello di Lucera - Stefano Serpenti

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Il progetto ha previsto la realizzazione di nuove strutture necessarie per garantire la fruizione ed il riuso della Fortezza e configurarne i percorsi di visita. Sono stati riaperti i percorsi perimetrali ed anulari lungo la cinta muraria ed è stato montato il nuovo ponte pedonale di accesso alla Fortezza dalla Città, sulle tracce dell’antico Ponte levatoio, distrutto nell’ottocento, realizzato con travature reticolari in acciaio imbullonate ed incernierate e spalle, cavedi e pavimentazione in legno, quasi a farne rivivere la precarietà e la mobilità. E’ stata realizzata la nuova scala esterna, in acciaio, di accesso alla Torre della Regina, con un lungo percorso sospeso lungo l’area archeologica, attrezzato con pannelli informativi, costituito dalla passerella in ferro e legno con piani di fruizione ed osservazione degli scavi archeologici, rampa di accesso alla Torre della Regina e ripristino del primo tratto del percorso di ronda con scaletta di accesso e visita alla torre pentagonale. All’interno della grande cavità cilindrica della Torre della Regina è stata inserita una nuova struttura in acciaio, protetta ed illuminata, configurando i caratteri principali dello spazio, destinato a funzioni espositive, con una esperienza percettiva ed un colpo d’occhio emozionante dell’estensione verticale dello spazio e degli scorci suggestivi visibili dalle strette e rade finestre perimetrali.

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

The project involves the construction of new facilities, which are necessary to ensure the fruition and the reuse of the Fort and to configure the paths of the visit. Perimeter and annular paths along the walls has been reopened and the new pedestrian bridge to access the fortress from the city has been fitted on the trail of the ancient drawbridge, which was destroyed in the nineteenth century. The Bridge has been made of reticular steel trusses bolted and hinged to wood shoulders, skylights and flooring, as if to revive the original precariousness and mobility. The new external steel staircase has been planned as the access to the Queen’s Tower, with a long path suspended along the archaeological area and equipped with information panels. The path is made up of an iron and wood walkway with fruition and observation plans of the archaeological excavations, of the access ramp to the Queen’s Tower, of the renovated first section of the patrol trail with access ladder and of the visit to the pentagonal tower. Inside the large cylindrical cavity of the Queen’s Tower, a new protected and illuminated steel structure has been inserted, in order to configure the main characters of the space as an exhibition one, creating a perceptual experience and an exciting view created by the vertical extension of the space and by the fascinating glimpses which are visible from the narrow and sparse perimeter windows.

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Stefano Serpenti — Restauro del Castello di Lucera

Mia Makeup Store | Cassino - Umberto Junior Pappadia Architetto

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Store del gruppo Mia Makeup Milano situato presso il centro commerciale Le Grange.

Umberto Junior Pappadia  Architetto — Mia Makeup Store | Cassino

Interni

Umberto Junior Pappadia  Architetto — Mia Makeup Store | Cassino

PORTALE SU GALLERIA COMMERCIALE

Umberto Junior Pappadia  Architetto — Mia Makeup Store | Cassino

INTERNI

Umberto Junior Pappadia  Architetto — Mia Makeup Store | Cassino

DETTAGLI

Umberto Junior Pappadia  Architetto — Mia Makeup Store | Cassino

PORTALE


Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo - Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini

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PREMESSA

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Tavola 1: planimetria generale

La Provincia Autonoma di Trento ha investito grandi risorse per sostenere la mobilità dolce e, segnatamente, l’uso della bicicletta. Le motivazioni sono da ricercare nella volontà di migliorare la qualità ambientale del territorio, la salute dei suoi abitanti e di strutturare sempre di più l’offerta turistica. La rete ciclabile realizzata si snoda tra le vallate trentine per oltre 400 Km collegandosi alle piste venete e altoatesine, partecipando alla costruzione di itinerari ciclabili transnazionali come la “Ciclopista del Sole” che dal passo del Brennero, seguendo la dorsale appenninica, raggiunge Napoli. Una rete ciclabile partecipa alla valorizzazione e alla costruzione del paesaggio quando anche i numeri – lunghezze e quantità in genere – esprimono qualità e non quantità. Le grandezze non sono interessanti quanto l’uso effettivo della rete e quanto può giovarne il contesto. Perché una pista sia effettivamente utilizzata da tutti, dalle famiglie ai patiti delle lunghe distanze, città e paesi devono rivedere la loro struttura non più in funzione dell’automobile. L’idea progettuale qui presentata modula questa esigenza di città flessibile intervenendo direttamente sul contesto e non solo attraverso differenti categorie di percorsi, perché una pista ciclabile porta con sé il paesaggio che scopre pedalata dopo pedalata.

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Tavola 2: Focus 1,2,3,4

STRATEGIA PROGETTUALE: VIVERE –FARESCOPRIRE

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Tavola 3: Focus 5,6,7,8,9

La strategia progettuale si rivolge contemporaneamente al cittadino e al turista con tre parole: vivere, fare e scoprire. Vivere la città perché vi si abita; fare, partecipare alle attività, agli eventi, alla vita della città; scoprire una città ricca di storia, monumenti, natura e paesaggi. L’obiettivo è quello di individuare nei percorsi ciclabili e ciclopedonali l’opportunità per migliorare l’ambiente, la scenografia urbana e di conseguenza migliorare la qualità della vita del cittadino e accrescere l’offerta turistica del comune di Predazzo. Grazie alla Predazzo CARD si ha diritto di accesso al museo, all’affitto di biciclette (in convenzione con i commercianti locali, senza rendersi necessaria la costruzione di velostazioni o altre architetture di supporto), alla raccolta, con le proprie mani, degli ortaggi prodotti negli orti di città, ecc.:

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Pit stop "Regola Feudale"

1. Definire l’immagine della città. AZIONE: semplificazione dei segni (riduzione dell’impatto visivo determinato dalla cartellonistica pubblicitaria, istituzionale e stradale); studio del colore, dei sistemi di pavimentazione e del ruolo della vegetazione e della sua manutenzione all’interno di un contesto climaticamente estremo. È la città che parla, che comunica, sono lo persone a viverla; Proposta di un sistema ciclabile interno al tessuto urbano e di uno esterno, realizzati con materiali diversi in modo da marcarli decisamente. 2. Mostrare le emergenze architettoniche e urbane. AZIONE: evidenziare i caratteri artistici e decorativi attraverso interventi mirati di restauro e conservazione degli elementi artistici, architettonici, decorativi e di costume; Definizione di un programma di eventi e attrazioni in grado di esaltarne i caratteri scenografici. Il sistema dei lavatoi, e le serate dei lavatoi. Happening culturali estivi, attorno ad “oggetti” significativi della storia di Predazzo ma rigenerati architettonicamente non solo attraverso un restauro puntuale ma della riqualificazioni delle condizioni al contorno, del contesto immediato. 3. Rivalutare il patrimonio edilizio all’interno della zona A. AZIONE: mettere in campo le agevolazioni necessarie a dar nuovo valore economico agli edifici storici e tipologicamente caratteristici con l’obiettivo di agevolarne il processo di conservazione. 4. Aumentare le aree naturalmente drenanti. AZIONE: aumento delle aree permeabili urbane attraverso l’introduzione di pavimentazioni drenanti e di aree verdi col fine di ridurre il carico sul sistema fognario e di contribuire allo smaltimento degli accumuli di neve. Esempio: collegare i tornelli delle alberate su viali, ottenendo contestualmente il miglioramento dello stato vegetativo degli alberi stessi. 5. Incentivare la cura e lo sviluppo degli spazi aperti – orti e giardini – all’interno della zona A e delle aree lungo i percorsi ciclabili. Una città che coltiva sé stessa comunica amore, attenzione verso l’ambiente e l’economia locale. AZIONE: Orti aperti, festival degli orti di Predazzo. Mettere a sistema gli orti privati per raggiungere un’alta qualità estetica, per agevolare la partecipazione dei cittadini e dei turisti alla vita della città, per generare una piccola economia, per richiamare attenzione su un “paese” che vive. Tramite lo scambio di sementi, la gestione degli utensili, dei sistemi di irrigazione e la scelta degli ortaggi dedicati al turista. 6. Collegare saldamente il sistema ciclabile esistente con quello proposto. AZIONE: Studio della viabilità carrabile esistente. Individuazione e segnalazione dei parcheggi esistenti in prossimità o adiacenti le piste ciclabili. Connessione rapida, facile, sicura e protetta, tra piste con l’ausilio di elementi riconoscibili minimizzando l’utilizzo di cartellonistica o di elementi scritti: maggiori informazioni scritte nell’ambito urbano e minori in campo aperto. L’obiettivo è quello di ridurre le sollecitazioni generate dalle informazioni e diminuire il conseguente stress con effetti stimabili sulla salute; 7. Costruire la città utilizzando l’arte e i materiali di questa valle. AZIONE: incentivare economicamente e organizzativamente, l’impiego dei materiali, dell’industria e dell’artigianato provenienti dalle aree più vicine al Comune di Predazzo. L’utilizzo di granulati, porfidi e legname e di tecniche e regole consolidate fin dalla fase progettuale consente di imboccare sin da subito la strada verso la sostenibilità economica e sociale.

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Pit Stop "Regola Feudale"

ILLUSTRAZIONE PUNTUALE DEGLI INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

Pit Stop "Regola Feudale"

Si propone la realizzazione di quattro distinti percorsi ciclopedonali:

Valerio Cozzi, Marco Zanoni, Elena Cunico, Ilenia Contini — Piano Rete Ciclopedonale di Predazzo

La salita “Salgo in un lampo” consiste nella proposta di una variante veloce al percorso consolidato che, in quel punto, perde consistenza risultando poco sicuro. Seguendo il tragitto suggerito dall’Ente banditore, si è scelto di riportare del terreno, utile al raggiungimento della quota di arrivo, a disegnare una rampa a forma di saetta con finitura tipo sterrato. Protetta da staccionate in ambo i lati, è ombreggiata da sei Fraxinus excelsior (frassino maggiore). La salita “salgo in un lampo”, seguita dall’attraversamento a raso di via Guglielmo Marconi, connette con la pista esistente della SS 50. Il parcheggio auto di riferimento è quello attestato su via Minghetti.

1. Il percorso in città– tra storia e monumenti Percorsi, strade, piazze esistenti ripavimentati in Porfido del Trentino;

2. Il percorso tra orti e lavatoi Un itinerario di scoperta tra vie e case. Acqua e natura: ortaggi che spuntano tra i muretti di pietra che possono essere acquistati grazie al sistema Orti Aperti;

3. Il percorso dei torrenti Percorsi esistenti e nuovi in sterrato ai bordi del torrente Travignolo e Avisio che nella loro confluenza si aprono in un area picnic. Generalmente in aree di particolare pregio ambientale, nella Provincia di Trento sono realizzate piste in bitume modificato e graniglia, così da ottenere un effetto sterrato. Si propone di approfondire tecnicamente questo dettaglio per raggiungere una maggiore compatibilità ambientale pur nel rispetto della semplificazione manutentiva;

4. Il percorso nel paesaggio Un itinerario che si apre ai monti e alle valli, in tracciati esistenti ripavimentati in asfalto rosso con frazioni di Porfido del Trentino. “Tra prati e monti”è il programma di comprensione del paesaggio che ha nell’isola “pit stop tra i monti” il suo centro.

IL PERCORSO IN CITTÀ–TRA STORIA E MONUMENTI

Il sistema ciclabile interno al tessuto urbano si appoggia alla rete stradale esistente. Confermando le zone 30, in ordine ai principi progettuali esposti precedentemente, si propone la sostituzione della pavimentazioni in asfalto con cubetti e lastrame di Porfido del Trentino sia per i tratti stradali sia in piazze, piazzette, slarghi e aree di pertinenza ai lavatoi. Anche le connessione tra le piste saranno realizzate in elementi piani in Porfido del Trentino. Riguardo la vegetazione urbana si propone la messa a dimora di rose rifiorenti a corredo dei lavatoi, delle piste, delle aree di raccolta dei rifiuti e, soprattutto, alle porte della città. A ciascuna pista può essere associato il colore di una fioritura. In dettaglio sono stati studiati:

a. Lavatoio Dante Alighieri (punto 2 in tavola 1) b. Fontanella Dellagiacoma (punto 3 in tavola 1) c. Pit stop “Regola Feudale” (punto 4 in tavola 1)

Il collegamento con i percorsi carrabili avviene attraverso le zone di sosta e parcheggio ricavate da aree esistenti o nuove. Ad ovest, il parcheggio tra Via Minghetti e Via Canzocol; ad est, il parcheggio dello Sporting Center (tra la SS 50 e via Guglielmo Marconi); e, al centro, il parcheggio esistente (già in Porfido del Trentino) lungo la SS 50, accanto alla fontanella di Via Dellagiacoma.

Da via Dellagiacoma, si stacca lungo la Strada Statale 50 l’esistente pista ciclabile in asfalto di cui si propone riasfaltatura in asfalto rosso. Poco dopo lo Sporting Center, sul lato nord della strada una piccola edicola con iscrizione “Regola Feudale” caratterizza quel tratto di strada e sembra dare lo start all’uscita dal paese. Sul lato opposto, lungo la pista ciclabile, esiste un’area di sosta con fontanella-abbeveratoio ricavata da un tronco. Si propone di nobilitare quest’area potenzialmente attrattiva e funzionale, dandole un nome: “pit stop regola feudale”; attrezzandola con rastrelliere per biciclette, panche, una nuova fontana; disegnando lo spazio della sosta, protetto da una barriera stradale di sicurezza in legno (tipo Metal Wood), ingentilito da una siepe di rose. Ogni area di sosta, ogni pit stop è previsto dominato da un monolite di Porfido del Trentino a cui fa capo il disegno degli arredi. Le panche e il grigliato di recinzione sono realizzati in legno locale. Il tratto di pista prospiciente l’area di sosta è evidenziato mediante la colorazione rossa della pista in asfalto.

IL PERCORSO TRA ORTI E LAVATOI

Se il percorso in centro città sfrutta le strade e i percorsi già esistenti e consolidati del tessuto urbano, il percorso degli orti e dei lavatoi, a sua volta, si installa su entrambi. È un tracciato da seguire secondo le indicazioni fornite nell’apposita cartellonistica che, graficamente, si ispirerà a quella adottata per la città di Berlino (vedi foto). Il tracciato mette in comunicazione evidente e segnalata, dieci tra fontane e lavatoi e diversi orti, per lo più concentrati nella zona nord. Il parcheggio auto di riferimento si trova proprio a nord, con accesso da via Indipendenza.

IL PERCORSO DEI TORRENTI

Il percorso dei torrenti “incornicia” il tessuto urbano di Predazzo determinandone i confini naturali. Si snoda in direzione nord-sud seguendo le piste esistenti lungo il torrente Avisio e , in direzione est-ovest, lungo il torrente Travignolo, sia tramite percorsi esistenti ad est, sia tramite la realizzazione di nuovi ad ovest. Da est a ovest la connessione con le piste esistenti è proposta tramite la realizzazione di una pista in sterrato, di circa 430 metri e larga tre, ai bordi del corso d’acqua, dal ponte di via Canzocol al ponte della finanza (qui, Ponte Fiorito). Nel punto di confluenza tra i torrenti si propone la realizzazione di una vasta area picnic: un “recinto” circolare disegnato da 43 esemplari di Fraxinus excelsior (frassino maggiore) in un grande prato di circa 2.500 m2. Tra gli alberi trovano spazio tavoli da picnic completi di panche e una zona relax con amache. Le alberature continuano a nord collegandosi fermandosi in via Canzocol; e a est terminando al ponte di ferro della ferrovia, di cui si propone il recupero come passerella ciclopedonale pavimentata in legno. Seguendo il ponte ci si collega con il percorso paesaggistico che porta a sud. Appena oltre il ponte è proposta l’installazione di uno dei tre info point dislocati lungo i percorsi. Seguendo il torrente Travignolo, dal ponte di ferro, si raggiunge un trivio che porta ad un percorso lungo il Travignolo che consente di passare il torrente e raggiungere la sponda sinistra; nonché consente il collegamento alla pista lungo la Strada Statale 50. Il dislivello e il disegno urbano sono oggetto di approfondimento progettuale: a. Salita “Salgo in un lampo” (punto 8 tavola 1) b. L’anello dei Frassini (punto 7 tavola 1) Il trivio, in quanto momento di “stallo”, momento in cui “prendere una decisione”, è evidenziato attraverso la messa a dimora in doppio anello di 38 esemplari frassino maggiore e sottolineando i bordi dei percorsi mediante la messa a dimora di macchie di Pinus mugo (pino mugo). È l’anello dei frassini, che diventa un punto di ritrovo, dove trovare uno dei tre info point dislocati lungo i percorsi. Attualmente, dalla pista si raggiunge un piazzale sterrato connesso con l’esistente pista ciclabile lungo la SS 50. Proseguendo ad est si esce dal paese e si possono raggiungere il camping in località Sotsass e il successivo centro sportivo. Proseguendo invece ad ovest, si rientra in paese usufruendo della pista ciclabile lungo la SS 50. La salita “Salgo in un lampo” consiste nella proposta di una variante veloce al percorso consolidato che, in quel punto, perde consistenza risultando poco sicuro. Seguendo il tragitto suggerito dall’Ente banditore, si è scelto di riportare del terreno, utile al raggiungimento della quota di arrivo, a disegnare una rampa a forma di saetta con finitura tipo sterrato. Protetta da staccionate in ambo i lati, è ombreggiata da sei Fraxinus excelsior (frassino maggiore). La salita “salgo in un lampo”, seguita dall’attraversamento a raso di via Guglielmo Marconi, connette con la pista esistente della SS 50. Il parcheggio auto di riferimento è quello attestato su via Minghetti.

IL PERCORSO NEL PAESAGGIO

Dal percorso dei torrenti, si stacca due percorsi diretti verso sud. Uno dall’ex-ponte della ferrovia, l’altro dal ponte della finanza, qui ripresentato come “ponte fiorito”. Si propone di apporre al parapetto del ponte una fioriera continua con rose rifiorenti, onde significare la porta fiorita alla città. I percorsi che seguono si riuniscono in un unico tracciato, quello esistente di via Giuseppe De Gregorio. Il cambio di passo è notevole. Se il percorso dei due torrenti è guidato dalla corrente dei corsi d’acqua, dalla loro linearità e, se quelli urbani sono imposti dal struttura viaria cittadina; il percorso nel paesaggio, finalmente, si apre sui prati da sfalcio dominati dalle quinte montane. Tutto il percorso è un palco lineare, vissuto in movimento. Più ci si addentra, più si prosegue verso sud e maggiormente si apprezza la linea d’orizzonte e lo spettacolo del paesaggio agrario. Ogni punto è buono. A circa metà percorso, in una piccola area triangolare, in cui attualmente è già presente una panchina, si propone di realizzare un’area sosta, il “pit stop tra i monti” articolata mediante una lunga panca in legno locale dominata dal monolito di Porfido del Trentino, due rastrelliere in porfido e un cestone per l’immondizia. La pista non si interrompe, l’area è segnalata dalla presenza del monolito e dal cambio di colore della pista (rosso vivace). Il pino mugo articola gli spazi costruendo aree sempreverdi, visibili anche sotto la coltre nevosa. Dal ponte di ferro al ponte di legno, questa pista genera una sequenza mai interrotta di immagini, di cartoline di paesaggio della provincia di Trento.

Alloggio privato - Giorgio Silvestri

Joinville House - Una Arquitetos

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This house’s site has a privileged location: a preserved hill full of woods, in the middle of Joinville´s downtown. The access, through a soil road, reaches the maximum height allowed for constructions, from where the mountain background appears between the vegetation.

Una Arquitetos — Joinville House

The declivity and the trees position suggested the implantation; resulting in a narrow building that follows the contour. This linear solution allows continuity between open and closed spaces at the ground floor level, in a direct relation with the site. This lower floor, which includes the living areas, the pool and the service areas, is built with exposed concrete. It works as its own foundation and contains the land, protecting the house from excessive moisture.

Una Arquitetos — Joinville House

A single longitudinal block shelters both internal and external staircases, and also a niche for fireplace, ovens, bathrooms and pantry. It is totally overlaid with burned cement with red pigment, a popular solution in this region.

Una Arquitetos — Joinville House

The upper floor rests in the concrete base. Its construction was thought as timber assembly: prefabricated structure, floors, inters fence panels and rooftop. These work strategies ensure a quickly covered building site, avoiding restraints caused by constant rain. At both edges are located common spaces, a studio and a small living room. The bedrooms are concentrated in the middle of this floor. As an exception, a double height empty space connects both levels.

Una Arquitetos — Joinville House

The volume cladding is a glass wall. This material is at the same time transparent and reflexive, it stays, at the trees canopy level, naturally shaded and diluted in the forest.

Una Arquitetos — Joinville House

Una Arquitetos — Joinville House

Una Arquitetos — Joinville House

Una Arquitetos — Joinville House

Una Arquitetos — Joinville House

Una Arquitetos — Joinville House

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Una Arquitetos — Joinville House

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Una Arquitetos — Joinville House

Link the land! - Roberto Currado, Silvana Pellerino, Simone Modica, Luca Paseri, Alice Destefanis

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The particularity of Amarone wine is to select the grapes before the harvest and to make the grapes dryed before they become wine. The project of the guided tour starts from vineyards, place of excellence of man’s work. Through a pedestrian walkway the existent link between human activity and production process is restored entering in the wine cellar, inside the telescope, where the museum gives a look to the wine making process and another one to the land around. The purpose is to preserve the several parts of the wine cellar, redistributing the internal spaces without forgetting the production needs and thinking to the external skins, using wood and stone, which they envelop, conform and characterize the preesistence. Wood and stone are traditional materials, thinking to the vines which are born from clay soil and to the barrels which invade the surrounding area.

Roberto Currado, Silvana Pellerino, Simone Modica, Luca Paseri, Alice Destefanis — Link the land!

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FABBRICATO DI PROPRIETA' CLEMENTE DONATO - dino antonio coringrato

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