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Centro Civico - Mario Tashi

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Un luogo riconoscibile, un punto di riferimento per il quartiere.

Mario Tashi — Centro Civico

Mario Tashi — Centro Civico

Mario Tashi — Centro Civico


Civic Center Isola-Garibaldi. Milano - roberto murgia

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la casa di legno nel bosco | il bosco nella casa di legno | la casa nel bosco del parco | il prato sul tetto | l’auditorium sotto il parco | il centro civico all’aperto | sala prove musicale con vista | l’orto urbano sul terrazzo | mercato baratto scambio solidarietà’ | un libro all’ombra del pergolato | festa in giardino dopo il concerto | concerto in giardino dopo la festa | dentro fuori fuori dentro fuori | concerto sul tetto la sera | pareti di roccia di legno | una serra all’isola sempre aperta | casa del quartiere nel parco del quartiere | aperta flessibile luminosa e ariosa | un isola nell’isola di tutti | ombra di giorno fresco la sera | casa per bambini che crescono | giardino per nonni che raccontano | piazza abitabile sul tetto | cucina in terrazzo con vista | pensiline per rifugiarsi dalla pioggia | spazi coperti che nascondono il sole | internet wi-fi libero nel bosco | nativi digitali alla scoperta della natura | natura digitale proiettata sulle pareti |

roberto murgia — Civic Center Isola-Garibaldi. Milano

il nuovo centro civico del quartiere isola come una grande serra senza vetri, memoria delle grandi strutture leggere all’interno dei parchi con dentro un giardino. immerso nel parco, aperto a tutti. l’edificio si articola in quattro volumi sovrapposti e sfalsati con grandi terrazzi verdi, dove il rapporto tra il dentro e il fuori si fa meno netto, il parco entra nell’edificio, le stanze si aprono sul parco. ogni spazio si affaccia su uno terrazzo aperto che si affaccia sul parco. un dentro e un fuori che si mescolano in un unico grande ambiente verde. il parco sale sulle terrazze del centro civico, il centro civico scende nel parco per invaderlo con attività e vitalità. un continuo scambio tra il giardino della serra e il bosco del parco, tra gli abitanti del quartiere e i frequentatori del parco. un luogo d’incontro e di scambio. un punto di riferimento per chi è curioso.

roberto murgia — Civic Center Isola-Garibaldi. Milano

il centro civico del quartiere isola dovrà’ diventare un incubatore sociale e culturale, un luogo per accelerare lo sviluppo di associazioni che agevolano l’interazione tra culture diverse per provenienza, eta’, religione, politica e sesso. il progetto prevede 1 giardino in parte coperto, attrezzato con sedute e piantumazioni che può’ essere utilizzato liberamente nell’arco delle 24 ore. alcune porzioni dello spazio interno sono liberamente fruibili durante le ore di apertura del centro civico, 3 piazze interne all’edificio, degli open space con varie attività’ libere dedicate alla socializzazione, l’interazione e lo scambio culturale. intorno a queste piazze si sviluppano le 10 officine, di dimensioni variabili, la parte “produttiva” vera e propria dell’incubatore, che vengono date in gestione alle associazioni o a disposizione su prenotazione.

roberto murgia — Civic Center Isola-Garibaldi. Milano

l’edificio è composto da uno scheletro in acciaio rivestito in legno, sia internamente che esternamente: i solai e le pareti sono in pannelli di legno multistrato tipo xlam, il capotto esterno in fibra di legno intonacata. gli infissi sempre in legno a taglio termico con triplo vetro a camera stagna con argon. il blocco centrale strutturale contiene le scale, i cavedi impianti e i servizi. i volumi ai vari piano hanno superfici e altezze diverse, e sono divisibili attraverso l’utilizzo di pareti mobili, per permettere la massima flessibilità di utilizzo nell’arco della giornata. la facciata esterna e’ realizzata con pannelli stratificati di sfogliato (lvl) levigati e trattati in autoclave per l’utilizzo in esterno.

roberto murgia — Civic Center Isola-Garibaldi. Milano

roberto murgia — Civic Center Isola-Garibaldi. Milano

Immobile in Piazza della Libertà a Prarostino - Alessandro Piccioni

HOUSE IN KLECANY - ORESTA architekti

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The family house was built on the eastern border of small town Klecany next Prague in the a new residential part. The slightly sloping plot towards the south with access from the west leads us to the idea create a house in the shape of the letter L. All residential rooms and swimming pool are oriented to the garden and terrace. The main two-storey volume in east-west orientation gives the space for spacious living room accessible from the entrance hall and garage. Upstairs are placed bedrooms and technical background. In the single-storey wing there is situated pool and guest room with accessories. The façade is made in the contrast of white plaster and gray-lacquered timber.

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

ORESTA architekti — HOUSE IN KLECANY

Xbox - AaTD studio

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xbox..vivere lo spazio sta i colori e i materiali del territorio

AaTD studio — Xbox

AaTD studio — Xbox

AaTD studio — Xbox

AaTD studio — Xbox

AaTD studio — Xbox

“Ortipertutti”. Bologna - Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI

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Il nostro progetto nasce dai principi di SOSTENIBILITA’, sia ambientale che economica, e RISPETTO per le preesistenze naturali ed il contesto. Particolare attenzione è stata data inoltre alla componente “sociale” dell’orto, incentivando l’integrazione e la socializzazione fra le diverse utenze. L’idea progettuale è incentrata sulla creazione di un elemento modulare caratterizzante ogni parcella ortiva utilizzato secondo tre diverse modalità (parcelle isolata, a coppia o in linea). L’oggetto “panca”, così come tutti gli altri elementi presenti nell’abaco, nasce dalla modularità del materiale costruttivo adottato; si è infatti scelto di utilizzare dei pannelli in legno multistrato per casseri e armature nelle loro dimensioni standard disponibili in commercio. Caratteristiche principali del materiale sono l’economicità, la lunga durata e la robustezza, la facile reperibilità e la possibilità di riciclo e, non in ultimo, la riconoscibilità estetica data dal colore giallo. La panca si compone di tre moduli, caratterizzati da specifiche funzioni: - il modulo A è la vera e propria panca che funge al contempo da contenitore per gli attrezzi da lavoro e da seduta; - il modulo B è un elemento flessibile che in base all’esigenze dell’ortolano può fungere da compostiera, da contenitore per lo stoccaggio dell’acqua e da porta rifiuti; - il modulo C contiene infine il punto acqua per l’irrigazione ed un elemento fioriera.

Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI — “Ortipertutti”. Bologna

Questo ultimo modulo si presenta in comune nelle celle contigue in modo da fornire un solo punto acqua con doppio rubinetto ad ogni coppia di parcelle. A questo elementi si aggiunge, sempre con le medesime caratteristiche costruttive, un ulteriore modulo D: il contenitore per gli orti fuori terra. Questo è stato pensato per essere comodamente utilizzato dai diversamente abili. La stessa attenzione per la fruizione da parte dei disabili è stata posta nel dimensionamento dei percorsi e nella scelta del calcestre per la pavimentazione degli assi principali. Altro elemento caratterizzante il progetto è lo spazio comune attrezzato. Questo si compone di due volumi, l’uno destinato a servizio igienico e l’altro con funzione di deposito attrezzi. A collegare i due elementi una struttura ombreggiante realizzata sempre con pannelli da cassero.

Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI — “Ortipertutti”. Bologna

Abaco delle scelte progettuali

Il disegno della prima area di progetto, Orti fra le case, nasce dal riferimento alla città storica. Una maglia quadrata tagliata dai percorsi in corrispondenza degli ingressi principali all’area delimita la parcelle ortive; all’incrocio dei percorsi si trova lo spazio comune attrezzato affiancato dalla parcella per l’orticoltura collettiva . In questo caso le celle si presentano singole e sono delimitate da un basso “recinto” sempre costituito da in pannelli gialli.

Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI — “Ortipertutti”. Bologna

Orti tra le case

Nella seconda area di progetto, Orti dentro i giardini, si è deciso di non modificare il disegno del parco esistente e di andare a saturare il settore più centrale del parco, anche con eventuali ampliamenti, cercando di dare continuità ai segni del territorio rurale ancora identificabili. In questo caso, accanto al blocco dei servizi comuni, in corrispondenza dell’ingresso, è stata destinata un’area agli orti fuori terra in vasconi.

Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI — “Ortipertutti”. Bologna

Orti dentro i giardini

Il disegno degli “Orti in campagna” nasce invece dall’integrazione delle parcelle ortive di nuova realizzazione con i segni rurali ancora riconoscibili quali i filari di vite e alberi, le cavedagne e fossi . In questo caso non sono stati previsti i servizi igienici e gli spazi comuni in quanto già presenti nella vicina Villa Pini. Un nuovo percorso, a fiancheggiare un fosso preesistente, collega l’edificio all’area ortiva. In tutte le aree di progetto è stata posta particolare attenzione al soleggiamento delle parcelle, cercando di evitare le zone d’ombra e di garintire almeno 6-8 ore di sole giornaliere.

Silvia Maggi, luca paroli, CARLOTTA BOCCHI — “Ortipertutti”. Bologna

Orti in campagna

H71a - Studio Granda

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H71a was a shop adjacent to the timber house at Hverfisgata 71. In 2001 Studio Granda converted the house into a studio, office and archive for photographer Sigurgeir Sigurjónsson. The shop, that had an unsound structure, was left vacant. H71a is a rebuild of the shop volume with an internal concrete structure and the reuse of existing surfaces and finishes wherever possible. To accommodate a full height garage/loading bay for the publishing side of the business the lower floor was dug down. On the upper floor is a gallery at the same level as the house and the street entrance is at a half-landing on the stair between the two levels. The roof is an urban terrace accessed from the attic of the house. The corrugated steel cladding and timber details mimic those of the house and the former shop.

Studio Granda — H71a

Site 394m2
Basement 94m2
Groundfloor 84m2
1st floor 53m2
Total 231m2

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Studio Granda — H71a

Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata - Studio Granda

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The construction of a new six lane urban highway adjacent to the domestic airport in the heart of Reykjavík required a new system of pedestrian routes and three attendant footbridges. A two-stage competition was held in 2003 and the proposal by Studio Granda in association with the engineers Línuhönnun won first prize.

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

The design consists of a circular core of post-tensioned cables surmounted by the thinnest possible concrete deck with stainless steel handrails. The structure rests on concrete filled stainless steel columns and minimal concrete landings. This arrangement allows the bridges to be curved in plan and section and tailored to each location without significant variation in the fundamental design.

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

The bridges are cast insitu with sawn timber formwork. Expansion joints are only necessary at the landings as the columns and deck are sufficiently flexible to accept thermal movements. A stainless steel fixing angle is cast-in with the slab edge to which the handrails are bolted.

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

All stainless steel components were drawn in Iceland and sent digitally to China for manufacture.

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Awards
Icelandic Concrete Award 2010

Icelandic Road Administration best project 2005-2007, 2009

Nominated for the Icelandic Architecture Award 2007

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata

Studio Granda — Three Footbridges over Hringbraut & Njardagata


Koà - Ristorante aziendale Zambon Group - Vittorio Grassi Architetto & Partners

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La mensa aziendale progettata per il gruppo Zambon costituisce il primo intervento di sviluppo del “Polo di Eccellenza per l’innovazione e la ricerca tecnologica”, denominato Open Zone, nel Comune di Bresso all’interno del Parco Nord Milano. Il ristorante, che si sviluppa su una superficie lorda di 750 mq articolata su un unico piano sopraelevato rispetto alla quota di campagna, ospita 220 posti a sedere e consente di servire fino a 600 pasti al giorno.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

L’edificio a pianta quadrata di 30 m di lato raggiunge l’altezza di 6 m dal piano di campagna. L’involucro delle facciate nord, est e ovest è realizzato in vetrocamera extrachiaro montato su un sistema di sottili serramenti in acciaio in grado di rendere i fronti leggeri e trasparenti e garantire l’apertura di viste verso il parco. La facciata del blocco cucina, rivolta verso sud, è invece realizzata, così come il coronamento dell’edificio, con una doppia pelle rivestita esternamente in vetro opalino bianco. Questa soluzione permette di nascondere alla vista esterna la zona operativa della cucina e degli spazi per il personale e allo stesso tempo costituisce un filtro rispetto all’ambiente esterno, funzionando come accumulatore di calore durante la stagione invernale e come barriera all’irraggiamento solare diretto durante quella estiva.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

Internamente l’edificio è suddiviso in quattro aree funzionali. La sala da pranzo ed eventi occupa circa la metà della superficie dell’intero edificio ed è separata attraverso pareti divisorie trasparenti strutturate in modo da rendere utilizzabile la zona bar durante tutta la giornata, indipendentemente dagli orari di apertura della cucina. Seguono il blocco tecnico dei servizi igienici e del deposito bar, il blocco preparazione e conservazione dei cibi, progettato per ospitare uno staff di 10 persone e che copre circa un quarto della superficie dell’edificio e la zona banchi per la distribuzione del cibo, pensata per un servizio detto a “flusso continuo”, con cucina a vista e cassa in prossimità dell’ingresso della sala da pranzo.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

Le facciate della sala da pranzo e del bar si aprono su terrazze pavimentate in legno rivolte verso il parco, arredate con dei tavoli all’aperto, mentre nell’ingresso e verso il parco la copertura aggetta per circa 3,50 m, ombreggiando le aree esterne attrezzate e riducendo l’incidenza della luce solare diretta sulle facciate.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

La copertura piana è realizzata con una struttura leggera sostenuta da pilastri in acciaio sui quali si aprono lucernari circolari in modo da garantire un’illuminazione naturale diretta delle parti centrali della sala da pranzo, rendendo l’ambiente luminoso e accogliente. La sera la facciata opalescente e il coronamento del ristorante possono essere retro-illuminati da apparecchi led-strip multicolore, trasformando l’edificio in un oggetto luminoso e cangiante, che comunica attraverso intensità e toni di luce differenti le emozioni e le caratteristiche degli eventi in corso.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

Le finiture e gli arredi della sala da pranzo e del bar sono stati realizzati con particolare sensibilità nella scelta di materiali semplici, eco-compatibili o riciclabili come il vetro, l’acciaio, il grés porcellanato antibatterico e antinquinante, sgabelli e sedie in legno naturale.

Vittorio Grassi Architetto & Partners — Koà - Ristorante aziendale Zambon Group

Cappella cimiteriale - Nicola Conteduca

Ecovillage - am7 studio, ing. Giancarlo Castelli

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Volumetria:480.000 mc Superficie territoriale:508.175 mq Status: Adottato con delibera di Consiglio Comunale

am7 studio, ing. Giancarlo Castelli — Ecovillage

planimetria generale

am7 studio, ing. Giancarlo Castelli — Ecovillage

esempio di comparto

am7 studio, ing. Giancarlo Castelli — Ecovillage

gli edifici

am7 studio, ing. Giancarlo Castelli — Ecovillage

lo studio bioclimatico

am7 studio, ing. Giancarlo Castelli — Ecovillage

stile di vita sostenibile

Vegetation as a political agent - RozO

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Vegetation as a political agent is a group exhibition curated by Marco Scotini presented at PAV (Parco d’Arte Vivente)in Torino. The exhibition seeks to investigate the historical and social implications of the plant world in light of the ever-increasing resurgence of “green” as an agent of change in relation to current economic processes. To place a plant within a historical context means to consider not only its biological constitution, but also the social and political factors which see it already positioned at the centre of the earliest forms of economic globalisation.

RozO — Vegetation as a political agent

When vegetation is not decoration Part of archive 2

The exhibition is starting from the research work conducted by RozO architectes about the political role of vegetation and its link to territory planning. The title, Vegetation as a political agent, refers to a quotation from the text Architectural Free Zone written by Philippe Zourgane (forthcoming publication). Our office was in charge on the main piece of the exhibition.

RozO — Vegetation as a political agent

Archive 1 - The green room

RozO’s project focuses on vegetation as a political agent in the context of territorial control in the colonial and postcolonial periods in the South. Vegetation does not only serve decorative purposes, as in private gardens: on a larger-scale, it becomes a tool with which to plan and manage territory or, conversely to aid in the resistance movement. It makes it possible to disappear and escape the colonial grid. And it was also used to create conditions of diverse and autonomous existence by state administrations, such as those described by James Scott in The Art of not Being Governed or by Philippe Zourgane in the text Architectural Free Zone. This installation takes the form of a triptych that illustrates three uses of vegetation: one in Réunion Island, one in Algeria and one in 20th Century Vietnam. This work consists exclusively of archive materials. Vegetation can serve as a tool to conquer terrirtories, but it can also constitute a precious device in resistance struggles or, simply, a source of pleaure and joy in life, beyond questions of control.

RozO — Vegetation as a political agent

Archive 2

RozO — Vegetation as a political agent

Archive 3

condominio Sernia9 - Nicola Conteduca

concept ER_IV1002 - Nicola Conteduca

Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio - Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli

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Il progetto propone il completamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio da realizzare in più stralci funzionali. Matrice generatrice dell’impianto è il tema del sacello, ovvero del recinto sacro. Il sacello mortuario era usato sia per il sepolcro e la commemorazione dei defunti, sia per cappella del commiato in attesa della sepoltura. Questo tema è stato accolto nel progetto. Così, entro il più ampio limite che demarca il nuovo sviluppo cimiteriale, si inseriscono con gradualità, secondo stralci funzionali, quattro edifici a base rettangolare, articolati intorno a corti a cielo aperto e accostati a giardini per l’inumazione. A sigillo del complesso cimiteriale è previsto il tempio crematorio, coi locali accessori di deposito e rimessaggio, fruibili anche dal resto della struttura. Sul fronte stradale si incontra l’area dei servizi commerciali, bar e negozi di fiori e marmi. In prossimità dell’ingresso vengono previsti i locali per la guardiania e portineria, un ufficio ed un deposito.

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Gli edifici a corte, a un solo piano fuori terra, accolgono i loculi nei loro lati lunghi; sui lati corti ad ovest incontriamo gli ossari e i locali accessori, i depositi, i magazzini, i lavatoi e i servizi igienici; sui lati corti orientati ad est due cappelle private. Le corti interne, diverse tra loro per dimensioni longitudinali, racchiudono spazi contemplativi per il raccoglimento e la preghiera. Al centro delle corti, un prato con un solo albero che dà il nome allo spazio. Nella prima corte l’albero dell’olivo, nella seconda corte il mandorlo,nella terza corte la quercia e nell’ultima corte, il cipresso. In modo analogo i giardini dedicati alle inumazioni, inquadrati da camminamenti e filari di cipressi, possono essere chiamati in allegoria agli edifici a corte che li precedono: giardino della pace, della resurrezione, del vigore e dell’eternità.

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

La scelta degli edifici a corte di un solo piano fuori terra permette una realizzazione dell’opera in stralci funzionali, contenendo sia i costi di costruzione sia quelli di manutenzione e di gestione, non avendo scale, ascensori o montacarichi. Il rivestimento degli edifici potrà essere realizzato in più modi coerenti ma diversi per costi e rapidità d’esecuzione: in pietra chiara (travertino, marmo), in pannelli prefabbricati di cemento, in cemento armato in opera, con parete verde / giardino verticale (green wall). Le pareti delle cappelle potranno ugualmente essere trattate in varie maniere: con lastre di corten o rivestimenti in pietra scura.

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio

Arkemm - studio architettura, Elena Dalla Porta, Francesco Seganti, Marco Capaccioli, Gemma Poli — Ampliamento del Cimitero della Misericordia di Campi Bisenzio


House of Culture - CG+LSC

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Part of a zone that is adjacent but distinct from the town centre, this old house clearly differentiates itself from all the surrounding buildings, both in the formal language it employs and thanks to the raised platform on which i tis built. Indeed, it was this singularity and the corresponding degree of public recognition that warranted its acquisition and transformation. The reorganisation of the whole access and entrance system, particularly the presence of the large granite wall, means that on the outside movements are directed towards what used to be back of the house. The mediocre old rear façade was demolished and the entrance was relocated there. Its presence is denoted by a new and very marked portico, which organises the spatial continuity between this space and the central inner atrium.

CG+LSC — House of Culture

The whole of the interior was reformulated and set of spaces and rooms that can be adapted to cultural events were created. They are articulated by a central space in which the key feature is a monumental staircase that unifies the whole area. While the lower floor, which can be subdivided, mainly functions as a continuous, ample space and upper on is split up in order to house different functions, the floor immediately below the roof was seen in a more dynamic light, as an open space or loft, and is home to multimedia centre.

CG+LSC — House of Culture

Both inside and outside, this architectural intervention seems to reaffirm the building´s uniqueness and to highlight it even more than when it was a private house. Even so, the extreme to which this singularity is taken means that while the house has been maintained, its character has visibly turned into a peaceful monumentality that will definitively – and with even greater justification – announce it as a “cultural facility” and “public building”.

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CG+LSC — House of Culture

CASA PM - domenico pastore

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Il progetto è incentrato sulla ristrutturazione di una unità abitativa di tipo bifamiliare degli anni ‘70 e collocata ai margini del centro urbano di Sammichele di Bari. L’assetto distributivo originario, strutturato secondo i canoni del tempo, non contemplava una chiara distinzione tra zona giorno e zona notte tanto, inoltre presentava un numero esiguo di servizi efficienti e una scarsa illuminazione degli ambienti di soggiorno. La strategia progettuale è stata quella di tripartire la sagoma della pianta in tre fasce distinte e collocare in quella mediana un blocco di servizi attrezzato, costituito dal sistema integrato di cucina,ripostiglio,disimpegno zona notte, lavanderia, bagno, guardaroba e bagno padronale. All’interno di questa porzione centrale è stato previsto un ribassamento e all’interno del controsoffitto è stato inserito un impianto di climatizzazione canalizzato. L’ambiente di soggiorno si presenta gerarchicamente suddiviso in aree specifiche attraverso l’inserimento di arredi fissi su disegno. Un mobile alto quanto l’intero ambiente, integra al suo interno un pilastro esistente e al contempo separa l’area pranzo da quella di cottura mentre un arredo costruito dal sistema panca-camino individua l’area conversazione. I materiali scelti sono panelli di teak per pavimento e porzioni di mobili integrate ad altre in multistrato laccato di bianco e smalto bianco per pareti e soffitti. Un uso controllato del sistema di illuminazione incassato modula e caratterizza tutti gli ambienti della casa.

domenico pastore — CASA PM

CAMINO

domenico pastore — CASA PM

INGRESSO

domenico pastore — CASA PM

SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

PRANZO

domenico pastore — CASA PM

PRANZO

domenico pastore — CASA PM

PRANZO-CAMINO

domenico pastore — CASA PM

PRANZO-CUCINA

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_PANCA CAMINO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_ARREDO CUCINA

domenico pastore — CASA PM

CUCINA

domenico pastore — CASA PM

CUCINA

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO CAMINO

domenico pastore — CASA PM

CORRIDOIO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_BAGNO

domenico pastore — CASA PM

GUARDAROBA

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_BAGNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_BAGNO

domenico pastore — CASA PM

DETTAGLIO_PORTA D'INGRESSO

domenico pastore — CASA PM

SCHIZZO_SCHEMA PLANIMETRICO

domenico pastore — CASA PM

SCHIZZO_PROSPETTIVA DEL SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

INQUADRAMENTO URBANO

domenico pastore — CASA PM

PIANTA PIANO RIALZATO

domenico pastore — CASA PM

SEZIONE LONGITUDINALE

domenico pastore — CASA PM

SEZIONE LONGITUDINALE E TRASVERSALE

domenico pastore — CASA PM

PROSPETTO EST E SEZIONE TRASVERSALE

domenico pastore — CASA PM

ESPLOSO ASSONOMETRICO DEL RIVESTIMENTO IN PIETRA DEL CAMINO

domenico pastore — CASA PM

DISEGNO ESECUTIVO ARREDO SOGGIORNO

domenico pastore — CASA PM

ESPLOSO ASSONOMETRICO DEGLI INTERVENTI

Centro Civico Isola-Garibaldi. Milano - Polistudio A.e.s. Società Di Ingegneria, Nicola Lombardi, Fiorenza Matteoni, Pietro Marsciani

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Il nuovo centro civico per il quartiere isola si inserisce in un contesto in forte e rapido mutamento. Le recenti trasformazioni urbanistiche che coinvolgono la città di Milano incarnano un pensiero coraggioso nei confronti dello spazio urbanizzato, che finalmente non ha paura di essere manifestazione del suo tempo; un pensiero secondo cui la città, anche quella consolidata, non è un reperto da lasciar invecchiare come nella teca di un museo, ma un organismo vivo, la cui struttura si evolve, e segue le necessità delle persone che la abitano.

Polistudio A.e.s. Società Di Ingegneria, Nicola Lombardi, Fiorenza Matteoni, Pietro Marsciani — Centro Civico Isola-Garibaldi. Milano

Come ogni grande trasformazione però, quella che coinvolge il quartiere isola e le zone limitrofe, comporta il rischio, se non la certezza, di produrre un certo numero contrasti. Questo perché, ogni intervento sul tessuto urbano, specialmente se di una certa entità, comporta un’alterazione di quei sottili e spesso difficilmente visibili equilibri, che gli abitanti, individualmente e nelle relazioni reciproche, hanno prodotto nel corso della storia. Per questo, insieme al parco “La biblioteca degli alberi” ed altri interventi di natura sociale come “L’incubatore per l’arte”, il centro civico rappresenta un’importante occasione per incentivare e favorire quella rete di relazioni sociali di quartiere, che spesso rischiano di venire travolte dai grandi cambiamenti come quello che coinvolge i quartiere Isola e la città in generale.

Polistudio A.e.s. Società Di Ingegneria, Nicola Lombardi, Fiorenza Matteoni, Pietro Marsciani — Centro Civico Isola-Garibaldi. Milano

In questo contesto è importante che il nuovo centro civico sappia assorbire spinte e caratteri diversi, ponendosi come elemento di sintesi tra la città che cambia e i cittadini. In più il centro civico si colloca in una posizione chiave, fungendo da nodo tra l’edificato ed il parco, tra artificiale e naturale, suggerendo altre possibili ambivalenze.

Polistudio A.e.s. Società Di Ingegneria, Nicola Lombardi, Fiorenza Matteoni, Pietro Marsciani — Centro Civico Isola-Garibaldi. Milano

Per questo “fleur” adotta un linguaggio ibrido, che trae dal mondo naturale le sue leggi, trasportandole, tradotte in spazi ed elementi architettonici, nella sfera artificiale del costruito. Il diagramma di partenza è un fiore. Il fiore rappresenta un collegamento concettuale con il parco che circonda l’edificio, e, allo stesso tempo, un modello di aggregazione sociale ricorrente fin dagli albori della società umana, in cui i singoli ambiti individuali si dispongono intorno ad uno spazio sociale che li accomuna. Così la corolla dei petali accoglie le funzioni circoscritte dell’edificio (sale per attività e corsi, auditorium, uffici etc…) mentre il gineceo e androceo, nella parte centrale, accolgono gli spazi dedicati alla libera socialità e all’incontro (caffè, emeroteca, scambio libri etc…).

Polistudio A.e.s. Società Di Ingegneria, Nicola Lombardi, Fiorenza Matteoni, Pietro Marsciani — Centro Civico Isola-Garibaldi. Milano

Dal punto di vista spaziale il collegamento tra i petali ed il centro si risolve con il passaggio da un aspetto più razionale, con angoli a 90°, ad uno più fluido, con coperture e pareti che si flettono in geometrie complesse. Avvicinandosi allo spazio centrale, i bordi dell’involucro si sollevano generando tre portici, attraverso cui l’interno dell’edificio si rivela aprendosi al verde e all’ingresso libero delle persone. L’edificio è dunque accessibile da tre lati, in continuità con il parco ed il quartiere. Dallo spazio centrale, vera piazza coperta, tutta l’organizzazione spaziale dell’edificio è facilmente leggibile.

Dolci rampe collegano i diversi livelli dell’edificio, organizzati con uno sfalsamento di mezzo piano, che permette di sfruttare al meglio il dislivello del terreno, e ballatoi aperti rivelano il passaggio delle persone, evidenziando il carattere vivo e partecipato dell’edificio. Allo stesso tempo, un unico blocco ascensore collega facilmente tutti i livelli. Il petalo rivolto ad est contiene la sala per le conferenze e gli eventi, a doppia altezza, mentre gli altri due, organizzati rispettivamente in due e tre livelli, contengono le sale per le attività, gli uffici ed i servizi. Anche l’involucro dell’edificio segue una regola organica, mutuata dal mondo vegetale. Seguendo una logica simile a quella della filotassi, che regola la disposizione delle foglie di un organismo vegetale al fine di attuare al meglio i processi della fotosintesi, la facciata trasparente infatti è schermata da un sistema di frangisole (foglie), i cui lembi si sollevano secondo un gradiente studiato per rispondere al meglio all’esposizione solare ed alle esigenze delle funzioni che si trovano all’interno. In questo modo tutte le facciate sono schermate e protette dall’irraggiamento diretto, ma, allo stesso tempo, il rapporto visivo con l’esterno e garantito. In più, il passo dei singoli elementi frangisole, che hanno una sezione di 80 cm, permette di uscire all’esterno, creando occasioni di interazione tra le attività svolte all’interno dell’edificio ed il parco circostante.

Gli studi sull’irraggiamento solare utilizzati per la verifica del comportamento della facciata mostrano il movimento delle ombre, rivelando che nelle ore più calde della giornata l’interno dell’edificio risulta protetto dalla luce diretta, facilitando così il funzionamento degli impianti di condizionamento.

#fotoarte - Giuseppe Raimondo

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Questo progetto riguarda il restauro di un preesistente studio fotografico, da sempre punto di riferimento per la comunità di Torbole Casaglia. Questo motivo, ci ha spinto al recupero minuzioso di tutto ciò che era recuperabile. L’arredo è stato quasi tutto riutilizzato nella nuova attività. Il concept è semplice e chiaro, ogni volume (contraddistinto da colori differenti) definisce una funzione. Il grigio ardesia è il contenitore, l’elemento blu area vendita, elemento grigio area per esposizione di oggettistica, elemento bianco la galleria fotografica. Questi tre elementi si incastrano tra loro sospesi nel contenitore di colore grigio ardesia. L’approccio nella scelta dell’arredo è stato evidentemente retrò, prediligendo il modernariato in memoria dell’attività preesistente.

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

Giuseppe Raimondo — #fotoarte

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Ripristino Tipologico Cortina Edilizia - Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà

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Il progetto frutto di un’analisi storica relativa alla consistenza dell’immobile distrutto per eventi bellici, mira a ricostituire l’originaria configurazione delle Via del Celso in adiacenza con Palazzo Tassarello oggi recuperato. L’ipotesi di ripristino si basa sullo studio di fonti storiche reperite presso l’Archivio Storico di Palermo, presso l’Ortofototeca Nazionale di Roma (Ministero dei Beni Culturali) nonché delle planimetria catastali d’impianto che ne hanno permetto la ricostruzione della sagoma e dei volumi. Fà parte della cortina oggetto del ripristino tipologico anche il c.d. Palazzo Barone Fraccia (dall’omonimo proprietario) che l’ebbe in proprietà dalla Famiglia Ventimiglia.

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

Oscar Amato Architetto, Studio Ingg. Crisà— Ripristino Tipologico Cortina Edilizia

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