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Ripristino Palazzina ex MOF sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara - Michela Biancardi, Angela Cazzoli, FEDERICA BENATTI, Marina Giuffré, Michela Lauriola, Daniela Maisano, Nike Maragucci, Elena Simone

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Gli interventi di trasformazione, dettati dall’esigenza di adeguare gli ambienti alla contemporaneità, sono stati predisposti in modo da interferire solo in minima parte con l’assetto morfologico del manufatto e con il suo valore storico. Qualsiasi modifica, implementazione o ripristino, è pensata tenendo conto di questi punti cardine: • rispetto della struttura portante • reversibilità• compatibilità• riconoscibilità• funzionalità• sostenibilità ambientale • qualità La progettazione preliminare cerca di armonizzare in una sintesi organica il programma funzionale che prevede la realizzazione di distinte aree: a) sede dell’Ordine dell’Architetti P.P.C. della Provincia di Ferrara; b) sede dell’Urban Center di Ferrara; c) funzioni di supporto (caffetteria, bookshop, coworking, città dei ragazzi); d) spazi polifunzionali. La destinazione delle funzioni rispetta l’integrità degli spazi esistenti intervenendo in maniera rigorosa e razionale rispondendo alle normative vigenti.

Michela Biancardi, Angela Cazzoli, FEDERICA BENATTI, Marina Giuffré, Michela Lauriola, Daniela Maisano, Nike Maragucci, Elena Simone — Ripristino Palazzina ex MOF sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara

Michela Biancardi, Angela Cazzoli, FEDERICA BENATTI, Marina Giuffré, Michela Lauriola, Daniela Maisano, Nike Maragucci, Elena Simone — Ripristino Palazzina ex MOF sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara

Michela Biancardi, Angela Cazzoli, FEDERICA BENATTI, Marina Giuffré, Michela Lauriola, Daniela Maisano, Nike Maragucci, Elena Simone — Ripristino Palazzina ex MOF sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara

Michela Biancardi, Angela Cazzoli, FEDERICA BENATTI, Marina Giuffré, Michela Lauriola, Daniela Maisano, Nike Maragucci, Elena Simone — Ripristino Palazzina ex MOF sede dell'Ordine degli Architetti di Ferrara

Il sistema di arredo del salone centrale è realizzato con pannelli scorrevoli su binari appesi a travi reticolari. La struttura portante dei pannelli è costituita da un telaio scatolare in alluminio di dimensione 400X100 cm con profili in alluminio di irrigidimento. I pannelli di tamponamento hanno tre differenti tipologie di finiture: lamiera microforata, plexiglass opalino retroilluminato, legno. L’intera struttura si caratterizza per l’estrema flessibilità,poiché i pannelli possono essere utilizzati in diverso numero e in diverse disposizioni suddividendo lo spazio interno in differenti combinazioni: dalla grande aula capace di ospitare sino a 100 posti, all’aula conferenze con 63 posti, alla sala per laboratori partecipati con 42 posti e allo spazio completamente espositivo. Quando non necessari si ricompongono a blocco addossandosi alle pareti laterali del salone, lasciando lo spazio fruibile nella sua interezza. La struttura portante dei pannelli è progettata per contenere il cablaggio dell’impianto elettrico e dei dispositivi multimediali.


STUDIO DENTISTICO A GALLARATE - Laura Buzzetti - Elisabetta Meani - Magda Antognazza

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L’intervento riguarda la manutenzione straordinaria di una unità immobiliare a destinazione terziaria posta a piano primo in immobile sito in via Carlo Cattaneo n. 22 a Gallarate (Va). Il progetto consiste nella trasformazione di un’unità immobiliare costituita da un unico spazio in uno studio medico dentistico così strutturato: ingresso/accettazione/sala d’attesa, n. 3 studi medici, n. 1 ufficio amministrativo, n. 1 locale addetti con annesso spogliatoio, n. 1 servizio igienico con antibagno per gli utenti idoneo anche per l’utenza ampliata, n. 1 servizio igienico per il personale, spazi tecnici (OPT, sterilizzazione). I nuovi spazi sono stati realizzati mediante la costruzione di divisori in cartongesso, di controsoffitti, adeguamento impianti elettrico, riscaldamento, idrico-sanitario e nuovi impianti di ventilazione/aerazione/climatizzazione.

Laura Buzzetti - Elisabetta Meani - Magda Antognazza — STUDIO DENTISTICO A GALLARATE

Laura Buzzetti - Elisabetta Meani - Magda Antognazza — STUDIO DENTISTICO A GALLARATE

Laura Buzzetti - Elisabetta Meani - Magda Antognazza — STUDIO DENTISTICO A GALLARATE

casa p_c - Andrea Stortoni

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In questo progetto la richiesta della committenza è stata quella di realizzare un appartamento all’interno di un locale ricavato negli anni ‘90 da una sopraelevazione dell’edificio di proprietà della famiglia. In precedenza era stata completata solo la parte esterna, realizzata in continuità con l’esistente, lasciando però al grezzo gli interni. Il locale si trova al secondo ed ultimo piano di una palazzina privata edificata negli anni ‘80 ed è disposto su tre lati liberi con affaccio esterno ed una parete cieca confinante con altra proprietà. Ciò che era stato realizzato è una struttura in acciaio ed una copertura in pannelli prefabbricati, per non gravare troppo sul carico della struttura preesistente. Altra richiesta era quella di completare il collegamento interno con una nuova rampa di scale, che andasse ad integrare la scala condominiale presente e demolendo la soletta in cemento residua del vecchio cantiere. Tutto in tempi molto brevi di consegna. Avendo questi dati a disposizione, la prima considerazione fatta è stata sulle tamponature. Essendo un ultimo piano e volendo pertanto aumentarne notevolmente le prestazioni energetiche, tutte le tamponature (pareti, solaio di piano e copertura) sono state realizzate con elementi a secco in lana di roccia minerale e gesso, annullando praticamente anche i tempi di asciugatura non essendo stati impiegati mattoni, malta ed intonaco tradizionali. In questo senso è andata anche la progettazione degli impianti, optando per un impianto di riscaldamento a pennelli radianti, climatizzazione centralizzata, elettrodomestici di ultima generazione ed illuminazioni a basso consumo. Ciò che per cosi dire “non si vede”, è sicuramente fondamentale nella progettazione. Struttura ed impiantistica sono alla base di un buon progetto. Ma ciò che colpisce in questa abitazione, è proprio lo spazio finale ottenuto.

Andrea Stortoni — casa p_c

bagno con vasca

La scala di accesso funziona come un varco. Si passa da un ambiente tipicamente configurato come avveniva negli anni ‘80, ad uno spazio completamente rivisitato. Il passaggio si percepisce, ma lo stacco è volutamente razionale, non troppo netto. Infatti, anche se le forme sono ripulite, i colori sono del tutto simili a quelli esistenti nell’edificio. Non è stata alloggiata una classica balaustra, tutto ruota intorno ad un setto contenitivo. Lo spazio è come dilatato. I gradini sono di biancone, un marmo chiarissimo, mentre le pareti sono dipinte di bianco. Anche se è presente una sola finestra, i colori chiari e l’unica balaustra in vetro, rendono lo spazio omogeneo, come se non avesse limiti ben definiti e si amplificasse anche nella luce, istallata in modo inatteso. Entrando nell’appartamento si percepisce una situazione di continuità. Anche qui tutto ruota intorno ad un grande setto contenitivo, ma più imponente del primo. Questo non arriva volutamente fino al soffitto lasciando leggere la doppia falda della copertura. La parete di fondo è dipinta di una tonalità più scura e tutto ciò contribuisce alla percezione di un ambiente unico, senza l’utilizzo delle classiche pareti divisorie, ma attrezzato secondo i vari ambienti funzionali. In realtà dietro al setto si cela la zona notte. Due grandi bagni, due camere ed uno studiolo vivono in questo modo della loro privacy. La zona giorno si apre su di un grande terrazzo che corre tutto intorno al perimetro, con un ottima illuminazione naturale, mentre sulla parete cieca sono stati collocati la cabina armadio ed uno dei due bagni, illuminato però da una nuova finestra a soffitto. Questi due ambienti possono essere ulteriormente isolati grazie a dei pannelli inseriti in corrispondenza del setto centrale. Lo spazio finale risulta fluido, ampio, elegante. I materiali impiegati sono di grande pregio, principalmente rovere italiano e pietra naturale.

Andrea Stortoni — casa p_c

cucina

Andrea Stortoni — casa p_c

bagno con vasca

Andrea Stortoni — casa p_c

soggiorno aperto

Andrea Stortoni — casa p_c

soggiorno chiuso

Andrea Stortoni — casa p_c

pranzo

Andrea Stortoni — casa p_c

soggiorno

Andrea Stortoni — casa p_c

disimpegno notte

Andrea Stortoni — casa p_c

bagno con doccia

Andrea Stortoni — casa p_c

camera matrimoniale

Andrea Stortoni — casa p_c

camera matrimoniale

Andrea Stortoni — casa p_c

ingresso

Andrea Stortoni — casa p_c

scala

Andrea Stortoni — casa p_c

scala

Andrea Stortoni — casa p_c

scala

Andrea Stortoni — casa p_c

bagno con doccia

Andrea Stortoni — casa p_c

dettaglio pietra

Andrea Stortoni — casa p_c

disimpegno notte

Andrea Stortoni — casa p_c

cucina

Andrea Stortoni — casa p_c

dettaglio arredi

STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA - Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni

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Il progetto architettonico si pone come obiettivo la creazione di un ambiente accogliente e sicuro riservando particolare attenzione all’integrazione fra soluzioni architettoniche ed innovazioni tecnologiche volte al risparmio energetico ed è definito in base alle tipologie funzionali ospitate all’interno del centro che ne configurano l’impianto planimetrico. Il centro di accoglienza costituisce il primo punto di contatto e di incontro, nonché organizza l’ingresso dell’ospite all’interno del centro e assolve funzioni di orientamento, di ascolto e di gestione amministrativa. Questo è affiancato da ambiti che comprendono spazi e servizi condivisi. La parte più riservata del lotto è dedicata agli alloggi protetti, il cui impianto planimetrico è a matrice stellare determinata dalla intersezione di due quadrati, di cui uno ruotato di 45°, dando vita ad un impianto armonico e non ordinario che permette ai fruitori il distacco dal contesto esistenziale precedente. Il nucleo residenziale si integra con i sistemi di circolazione pedonale, favorendo la compenetrazione tra edificio ed un ricco sistema organizzato di vegetazione . Il parco che avvolge il complesso edilizio è inframmezzato da elementi di gioco per bambini basati sul concetto di “Natural-Playscape”, il quale sfrutta la conformazione dell’ambiente circostante per favorire e sviluppare l’interazione e l’integrazione delle attività ludiche del bambino tramite l’utilizzo di materiali riciclati e sopratutto naturali (tronchi di alberi, rami, ecc.).

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

Paolo Bernarducci, Lucrezia Moraca, Matteo Germani, Mirco Merendoni — STRUTTURA RESIDENZIALE DI PROTEZIONE E TUTELA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA

METAMORPHOSIS - Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio

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Metamorphosis è un’installazione frutto della collaborazione tra Paolo Didonè, Devvy Comacchio e Make that studio – Nicola Russo e Dea Sgarbossa – in occasione del Bologna Water Design 2014. Il percorso ha inizio con il progetto Subgeometry, una ricerca fotografica realizzata da Make that studio sulle geometrie sottomarine del Sud-Est Asiatico dalle quali sono stati ricavati quattro pattern organici da applicare nel settore architettonico e soprattutto dell’interior design. Il progetto, esposto per la prima volta presso la Serra dei Giardini di Venezia in occasione della XIV Biennale di Architettura, comprendeva una serie di maxi tavole in tessuto serigrafate artigianalmente per esporre il risultato dei pattern ripetuti su grandi superfici. Metamorphosis, frutto della collaborazione tra i due studi, prevede l’applicazione dei pattern rivisitati ed adattati su supporti di ceramica. L’ambiente intimo e accogliente all’interno dell’ex ospedale dei Bastardini ospita l’installazione che trova ispirazione dall’atmosfera della stanza del tè giapponese. I pattern sottomarini diventano piano di appoggio per strutture che fungono da alzate su cui poggeranno le ciotole da te. L’acqua e le metamorfosi da essa indotta ai materiali divengono motivo di sperimentazione. L’interazione tra gli elementi è motivo di una continua metamorfosi che ha nell’acqua il comune denominatore, capace di conferire diverse sfumature.

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Metamorphosis exhibition is the result of the collaboration between the Architects Paolo Di-donè, Devvy Comacchio and Make that studio – Nicola Russo, Dea Sgarbossa – in occa¬sion of the Bologna Water Design 2014. The research begun with the project Subgeometry, a photographic research by Make that studio about the geometries of the Southeast Asia underwater world. Four organic patterns, to be used in the architectural field and especially in the interior design field, were obtained. The project was exhibited for the first time at Serra dei Giardini in Venice during the XIV Biennale of Architecture. The exhibition included a series of big artisanal screenprinted fabric scrolls in order to show the result of repeated patterns on large areas. Metamorphosis, which is the object of the collaboration of the two studios, foresees the application on ceramic substrates of the revisited and adapted patterns. The intimate and cozy environment in the former ospedale dei Bastardini hosts the installation that is inspired by the Japanese Tea House mood. The underwater patterns become the top of supporting structures where the tea bowls will place. The water and the metamorphosis generated by it are the theme of the experimentation. The interaction between the elements is the reason of a continuous metamorphosis that sees water as the common denominator, being able to confer different shades to materials.

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Paolo Didonè, Devvy Comacchio, make that studio — METAMORPHOSIS

Parco dei Gessi - PAESAGGIO2000, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici

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Il progetto del Parco dei Gessi si pone come obiettivo il mantenimento ed il ripristino degli equilibri morfologico-ambientali che ancora caratterizzano questi luoghi: le formazioni gessose all’interno di Enna bassa testimoniano la continuità fisica tra ambiente naturale ed ambiente urbano, dal fiume Torcicoda fino a risalire alla città storica, con l’obiettivo di recuperare e rafforzare il rapporto tra la città ed il territorio. Il progetto è integrazione degli spazi, dalla città al parco, dalle piazze al prato, al bosco, al fiume, agli orti urbani, alla città. Il parco è una fetta della vita quotidiana, è il posto dove passeggiare, respirare, correre, leggere, ascoltare, giocare, dialogare, rilassarsi, mangiare, studiare, lavorare, conoscere e conoscersi. E’ lo spazio dell’integrazione, dell’apertura al mondo, alla cultura, alla conoscenza di quanto nuovo e diverso.

PAESAGGIO2000, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco dei Gessi

ingresso al parco

Nel Parco spazi e funzioni sono integrate e al contempo distinte: Le Piazze del sole, la fascia orientale del parco, La Collina dei Gessi, il cuore del parco, Il Bosco del fiume, corridoio di connessione ecologica. La Collina dei Gessi racchiusa dai due corsi d’acqua è il motore centrale da cui parte la spinta alla riqualificazione urbana, il progetto dei margini verso i quartieri limitrofi apre ad un sistema di relazioni fisiche, concettuali e funzionali a servizio dei cittadini che vivono nelle zone limitrofe, degli studenti che frequentano gli istituti per l’istruzione, in diretta relazione col centro religioso di Sant’Anna e in connessione visuale con la città storica. Le Piazze del sole sono gli spazi di relazione funzionali alla vita sociale e culturale, il Bosco del fiume ricompone il sistema di connessione ecologica che risale il versante. Un parco verde urbano per tutta la comunità della città di Enna.

PAESAGGIO2000, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco dei Gessi

planimetria

PAESAGGIO2000, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco dei Gessi

sezioni

PAESAGGIO2000, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco dei Gessi

dettagli

LE ISOLE SVELATE - Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente

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OVERTURE“PORTARE IN SUPERFICIE TUTTE QUELLE IMMAGINI CHE SONO LATENTI O NASCOSTE NELLE PIEGHE, NON SOLO GEOGRAFICO-STORICHE MA ANCHE ICONOGRAFICHE”, SIA DELL’ISOLA DI STROMBOLI CHE DEL SUO TERRITORIO ARCIPELAGO DELLE EOLIE, SVELANDONE IL SOMMERSOPREMESSA Il fine di questo lavoro è la conoscenza dell’architettura e delle sue qualità geometriche, dimensionali e materiche conosciute attraverso lo studio della morfologia del “fenomeno urbano” indagato attraverso il rilievo dell’architettura. MOTIVAZIONI - la crescente esigenza di tutela del patrimonio architettonico; - la sempre più riconosciuta validità formativa della disciplina; - il crescente interesse per il rinnovamento e la riqualificazione dell’ambiente urbano. Con il termine Rilievo intendiamo l’ operazione di misurazione e restituzione grafica di un manufatto sia esso semplice che complesso, attraverso quelle operazioni quali: l’osservazione, l’analisi e la rappresentazione di tutte le componenti dell’architettura (da quelle dimensionali a quelle geometriche, da quelle strutturali a quelle costruttive) che consentono di cogliere l’intima essenza di un fenomeno urbano. Imparare a disegnare a rappresentare e a misurare l’architettura è l’obiettivo che ci si prefigge di raggiungere. OBIETTIVI Ci si pone come obiettivo l’esplorazione del tema della riconoscibilità della Forma Urbana, analizzare insiemi architettonici al fine di descriverne e rivelarne le regole di insediamento e di costruzione “ridisegnandole”, utilizzando lo strumento del “rilievo” che attribuirà ad essi un carattere di riconoscibilità formale. Le procedure adottate in questo lavoro possono così essere sintetizzate: - Identificazione della natura morfologica degli elementi che costituiscono l’”armatura” di un insieme unitario (l’Arcipelago delle Eolie) ; - Analisi della gerarchia degli elementi esistenti funzionalmente e morfologicamente più stabili: “Identificazione della “Forma” evidente o sommersa.

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Modello analogico dell'Arcipelago delle Isole EOLIE

Le Isole Eolie sono un arcipelago di origine vulcanica, di grande valore universale. Le isole sono sette Alicudi, Filicudi, Lipari, Panarea, Salina, Stromboli, Vulcano. Ognuno di loro si distingue dalle altre per il particolare ambiente, architettonico o naturale per varietà di scenari, colori, culture e sistemi di regolamento.

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Modello analogico delle Isole Sommerse (Isole Eolie)

Gruppo di lavoro: BARRESI Antonio, MINNICI Verdiana, TODESCO Ruggero, PUGLISI Chiara Smeralda, RUGGERI Stefania MAFRICI Fiorella, MANGIULLI Federica, MORABITO Manuela, PIZZIMENTI Jessica Cecilia G.nna, SCARAMOZZINO Daniela TRIO Elena, MERCURI Monica, MONORCHIO Danila, RIZZO Teresa PUGLIATTI Cristina, MORRONE Martina, POLLICINA Stefano, MARINO Fabio, SCARPELLO Francesca Rosa MANZELLA Claudia, PARISI Giorgia, ROMEO Giovanni, SIRACUSANO Giulia, STAROPOLI Jessica MERLINO Emanuela, PANTANO Giusy, TOMASELLO Graziano, TRAPANI Antonino D’ANGELO Valentina, FERRANTELLO Noemi, MAZZEI Cristian MANDAGLIO Maria Antonietta, TALARICO Paola, VADALA’ Serena M.P., VARACALLI Valentina NICITA Roberta, PALAMARA Vittoria, PAPPALARDO Emanuele MARANDO Melania, MILICI Martina, POSTORINO Maria, ROCCO Maria Antonella

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Vista delle ISOLE SOMMERSE (Arcipelago delle Eolie)

Un ringraziamento particolare và alla dott.ssa Elena Flavia Castagnino Berlinghieri, Università degli Studi di Catania Funzionario Direttivo Archeologo, Soprintendenza BB.CC.AA. di Siracusa, per avere fornito le carte geologiche dell’area delle Isole Eolie.

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Modello 3D dell'Arcipelago Eoliano

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Arcipelago eoliano (Cartografia di base)

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Fasi di studio per la realizzazione delModello analogico di Stromboli

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Modello di Stromboli (fasi di realizzazione)

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Isola di Stromboli (modello analogico/digitale)

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Modello finale dell'Isola di Stromboli con in evidenza il vulcano. Negativo in pietra e positivo in gomma

Gaetano Ginex, Nunzio Tripodi, Ivan Multari, Marco Polimeni, Valentina Sorridente — LE ISOLE SVELATE

Isole Eolie Sommerse

Moreschi - Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina

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Nella centralissima piazza San Babila, cuore dello shopping meneghino, apre il primo flagship store Moreschi di Milano, che segue di pochi mesi l’apertura di quello capitolino. La boutique, si sviluppa su più piani e riflette i valori cardine del marchio Moreschi, da sempre impegnato nella creazione di prodotti artigianali di alta qualità e lusso.

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

I materiali pregiati impiegati spaziano dal legno di palissandro degli arredi, al cuoio e marmo emperador dark dei pavimenti, dalla pelle di struzzo delle poltrone vintage, a quella martellata delle altre sedute e donano all’ambiente un tono ovattato e accogliente. Parola d’ordine “dinamicità”, le mensole in palissandro aggettano, si spezzano, cambiano spessore, si trasformano in contenitori che espongono e avvolgono l’oggetto come un gioiello esaltandone l’unicità, seguendo apparentemente le leggi del disordine, ma solo apparentemente perché nulla in questo negozio è lasciato al caso. Lo spazio di vendita si percorre come un itinerario museale, accuratamente illuminato scardinando le modalità classiche di esposizione. In questo meccanismo di essere-non essere, chiaro-scuro, vuoto-pieno, anche la scala, composta da rampe alternativamente chiuse ed aperte, smette i panni di mero sistema di collegamento verticale, per diventare una delle quinte delle vetrine. Vetrine pensate a tutt’altezza, aperte verso l’interno del negozio, avvolte da tende drappeggiate da chiudere all’occorrenza, con un tocco di teatralità.

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi

Gianluca Geroli, Luca Amendola, Attilio Ladina — Moreschi


cavalcavia bussa - Carlo Appiani, Emiliano Rizzotti, Xavier Rechi Montes

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La proposta progettuale parte da una riflessione sul ruolo del cavalcavia alla scala urbana, senza approfondire in questa prima fase, gli aspetti di dettaglio e le scelte progettuali che caratterizzano l’organizzazione degli spazi verdi e dei percorsi. Ci siamo quindi limitati a scegliere una strategia in grado di suggerire e indicare i possibili sviluppi futuri dell’area. L’intento del progetto è proporre un sistema in grado di offrire una riconoscibilità chiara al manufatto esistente; trasformandolo e connotandolo non come una “infrastruttura attrezzata” ma come uno spazio architettonico unitario e riconoscibile come tale. Un nuovo soggetto architettonico capace di connettere i due ambiti urbani non attraverso un percorso ma bensì attraverso uno spazio. Un intervento quindi in grado di trasformare una infrastruttura in una architettura. Una architettura chiara, unitaria e riconoscibile anche da lontano che attraverso la sua presenza offre la possibilità di connettere, attivare ,grazie alle sue testate, gli spazi verdi posti a nord e sud, offrire una nuova facciata alla stazione Garibaldi dal lato dei binari, permettere la vista sulla città e contestualmente, uno spazio verde adibito a parco. Dall’esterno il nuovo cavalcavia si presenta come un volume costituito da due alte pareti in mattoni di vetrocemento che corrono per tutta la lunghezza dell’infrastruttura. La superficie traslucida, consente solo di intuire la reale destinazione del nuovo elemento architettonico. Di giorno la nuova pelle si presenta come una superficie opalina che lascia solo immaginare la presenza di uno spazio pubblico al suo interno. Di notte, grazie ad una opportuna illuminazione, l’involucro si trasforma in una lanterna, diventando trasparente e consentendo una più chiara lettura degli elementi che costituiscono lo spazio pubblico. L’interno si presenta come uno spazio concluso, protetto dai rumori del traffico stradale e ferroviario, una sorta di oasi all’interno di una zona altamente congestionata. La luce filtra attraverso la superficie traslucida delle pareti fornendo una particolare illuminazione naturale. I colori del cielo e degli alberi che costituiscono il nuovo giardino pensile, si riflettono sull’involucro e si mescolano alla luce del sole generando una gioco cromatico in continuo mutamento. SI configura cosi uno spazio di sosta e non più uno spazio di mero transito. L’organizzazione dell’impalcato, volutamente non progettato nel dettaglio in questa fase, si presta a molteplici configurazioni e garantisce la possibilità di immaginare uno spazio caratterizzato da una folta vegetazione oppure spazi più definiti e disegnati. Al fine di garantire una diversificazione dei percorsi e consentire la scelta di ammirare la vista del contesto circostante o godere di uno spazio più intimo, sono previste due ampie rampe che alzandosi di quota, permettono di fruire, in punti scelti, della vista sulla città. La velostazione, posta a cerniera tra la stazione di Garibaldi e il cavalcavia è completamente celata da un tetto verde che nasconde l’infrastruttura facendo assomigliare ad una collina verde che si connette in quota all’impalcato del cavalcavia. Tale scelta consente di sfruttare il tetto verde come collegamento tra i due sistemi e di mantenere il nuovo cavalcavia Bussa come unico elemento architettonico dell’intervento.

Carlo Appiani, Emiliano Rizzotti, Xavier Rechi Montes — cavalcavia bussa

Carlo Appiani, Emiliano Rizzotti, Xavier Rechi Montes — cavalcavia bussa

Carlo Appiani, Emiliano Rizzotti, Xavier Rechi Montes — cavalcavia bussa

Carlo Appiani, Emiliano Rizzotti, Xavier Rechi Montes — cavalcavia bussa

Central Warehouse UFMG - Geraldo Angelo Silva

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It is a building for the Department of Logistics and supply operational services of the University, responsible for the storage and distribution of supplies to the academic units.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

The architectural proposal for the new building of the Central Warehouse UFMG basic premise was to explore the technical and construction details have consolidated the practice of construction of the University in order to optimize design time and work, as well as dramatically reduce implementation costs. Under this goal, the intention was to create a variation in the landscape incorporating architectural elements from their context. The design allowed the rapid execution simply by building systems and economically viable, consolidated through other works of the institution.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

The proposed building is situated in the Pampulha campus of the Federal University of Minas Gerais, in an area adjacent to the Press and the gas station, and close to, the Administrative Unit II. The building houses the Division of material (DIMAT), the heritage sector, in addition to files Rectory, Directorate of cultural and community action and adapting its facilities to the current demands of infrastructure, operation and security, enabling the drive to maintain and optimize their dynamic work. Dynamics related to these supplies and materials inputs Institution.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

The overall design of the building from the idea of the modular joint between the spaces. Was developed for the proposed loop module 4.00×4.00 meters. The apparent structure, was painted for protection from the weather. The entire exterior wall of the building will be painted on concrete blocks. Internal divisions of the building, except circulations, are plastered, and painted. The block was oriented with the facades and major openings facing north and south directions, in order to ensure better performance and thermal light comfort, reducing the incidence of direct sunlight, as recommended by the Master Plan of the University.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

The first floor has a ceiling height of 3.85 m free, enough to ensure the work dynamics and preserve the comfort and safety of users and goods. Every windows was designed to eliminate crates and ensure ventilation and privacy settings. The second floor has a ceiling height of 2.80 m free, enough for your use, rental of files general files, as well as the tops of the employees. The building was equipped with security system and prevention system for fire fighting.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Was made a system capture and use rainwater for use in toilets. As well as the use of solar water heating for showers locker rooms of the employees. The warehouse low NBR9050 followed fully for the demands of universal accessibility and Instruction Brazilian rules for public buildings.

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

Geraldo Angelo Silva — Central Warehouse UFMG

RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione - Fabio Guerrieri ArChiTEttO

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Edificio degli anni 40 con sopraelevazione successiva. La facciata presentava delle disomogeneità diffuse e caratteristiche architettoniche non identificabili con le unità immobiliari del periodo di costruzione. Di fondamentale importanza è stato il contrasto tra l’impatto materico di una pietra locale che contrasta con l’intonaco bianco ( caratteristica degli edifici storici salentini ).

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

PROGETTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

STATO DI FATTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

PROGETTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

PROGETTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

PROGETTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

PROGETTO

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

Fabio Guerrieri ArChiTEttO — RISTRUTTURAZIONE DELLA FACCIATA di una civile abitazione

A house for the best years - Matej Gasperic

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When the time has come for their kids to leave the home, the active, sporty couple in their fifties, decided to sell their dear, but oversized house and move. After a long search, they were able to find a beautiful spot in the lap of the mountains and acquire a plot of land at the edge of the village on a gentle slope bellow the local church. They set the goal for their new house to be small, but comfortable. Being manageable by two seniors but able to host the kids and their family when pay them occasional prolonged visit. They wanted it to be sustainable in wider sense of the word and energy efficient. Pleasant to live in and supportive to their active lifestyle. And smart!

Matej Gasperic — A house for the best years

Fact sheet: usable surface 155 m2 site 1116 m2 construction time 6 months wooden construction low energy consumption –PHPP: 23,5 kW /(m2a) heat pump air-water air recuperation rain water recycling KNX home control

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Matej Gasperic — A house for the best years

Barrancas House - Ezequiel Farca

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The Barrancas House is the result of the restoration of a house built in the seventies in Mexico City, which didn´t have any attract at first but had great spatial potential. It became a challenge for our office to create a home focusing on incredible attention to detail, modernity and discovery of the different spaces and levels to generate expectation and surprise.

Ezequiel Farca — Barrancas House

View of the patio and swimming pool

We took advantage of the location of the house that has views towards the woods so we installed floor to ceiling windows so that natural elements from the exterior such as natural light, views to the woods become part of the interior without compromising the comfort and intimacy of the inhabitants.

Ezequiel Farca — Barrancas House

Façade

The amenities for the family to enjoy inside the privacy of their home include a home theater, a wine cellar, a gym, 2 terraces, a pool, garden and green areas.

Ezequiel Farca — Barrancas House

Access view

Discovering the house through the hallways, leads to multifunctional impredictible spaces achieved through movable screen walls , hidden doors, bay windows that open entirely, furniture designed especially for each space, automatic lightening system, for each need of the inhabitants.

Ezequiel Farca — Barrancas House

Relation between interior and exterior spaces

The landscape was designed with plants that adjust to the local clima, with green roof and green walls, it also has a solar energy system and a automatized water saving system.

The materials used include marble, stone, wood, together with neutral tones as dark green or chocolate that give an earthy feeling that will integrate the interior with the exterior and create the sensation of unlimited space.

Manse - AZPML (Alejandro Zaera-Polo and Maider Llaguno Architecture), Lahdelma & Mahlamäki

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AZPML (Alejandro Zaera-Polo and Maider Llaguno Architecture), Lahdelma & Mahlamäki — Manse

The Square - KCAP architects&planners, LOCI maisema-arkkitehdit Oy, M5 Arkkitehdit

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KCAP architects&planners, LOCI maisema-arkkitehdit Oy, M5 Arkkitehdit — The Square


Tampere Silmukka - Karres en Brands, Benthem Crouwel Architekten

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Karres en Brands, Benthem Crouwel Architekten — Tampere Silmukka

Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014 - Fabrizio Batoni

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Progettazione dello stand Gruppo Treesse al Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Fabrizio Batoni — Stand Gruppo Treesse Cersaie 2014

Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano - Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli

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Il programma di sistemazione e rifunzionalizzazione del Cavalcavia Bussi, è estremamente complesso e vasto per essere calato in un sito così limitato. La molteplicità delle funzioni richieste ed auspicabili, ne avrebbe danneggiato la “permeabilità” e creato una sorte di agglomerato di componenti programmatici non in linea con l’idea di progetto, basata sulla definizione di un sistema di spazi che, oltre a trasmettere una esperienza architettonica, non inficiasse la mera essenza di attraversamento del Cavalcavia. Ci si è spostati, pertanto, sulla proposizione di un sistema a più livelli a differenti quote. Ciò permette l’accoglimento degli eventi programmatici, assicura l’uso migliore del Cavalcavia e ne restituisce la sua natura di oggetto della città alla collettività. Su questi principi, la proposta progettuale, pur difendendo l’identità del cavalcavia, e pur non alterandone la morfologia, lo scarnifica e priva di tutte quelle suppellettili necessarie per l’utilizzo e la sicurezza dei fruitori e, rivitalizzandone l’essenza primaria che è quella di sostegno dei flussi di attraversamento, lontano da ogni mimetismo, lo riduce a mero elemento strutturale, un sostegno sul quale un nuovo fluttuante parterre assume la funzione di riprendere e riallacciare quei filamenti viari di un sistema urbano con cui ha necessità e dovere di relazionarsi. Uno spazio panoramico sospeso dal quale come un apparato arterioso che porta sangue dal cuore alla periferia, suddividendosi man mano in rami destinati alle varie parti del corpo, similmente i vari flussi confluiscono verso la città, librandosi nello spazio come nastri e, regolamentati secondo specifiche funzioni (pedonali, ciclabili, carrabili), catturano in maniera distinta i propri fruitori ai piedi delle testate, avviandoli sulla piattaforma galleggiante, luogo di reciproco scambio. Tale artifizio, permette, inoltre, la “restituzione” alla città del manufatto adibito ad archivio comunale, attraverso viste interstiziali estremamente dinamiche. Al di sopra del cavalcavia, un nuovo spazio pubblico organizzato su percorsi distinti, quasi fossero linee metropolitane, dona nuova identità e carattere al luogo. Contrassegnati da diversa illuminazione lineare a led, ne definiscono le percorrenze mentre nei punti di immissione e lungo di essi, pannelli multimediali forniscono informazioni relative agli avvenimenti ed alle manifestazioni in atto o future ed al raggiungimento dei luoghi nevralgici della città. Volumi sospesi e non, rivestiti da un apparato vegetale, forniscono una visione in movimento del sito ed il “percorso” ne modella lo spazio e ne definisce le funzioni, decidendo le regole di dipendenza, ora superando le limitazioni fisiche degli oggetti, vivendone lo spazio, ora rendendoli estranei, quasi fossero paesi distinti. Lungo questa “promenade” vengono a configurarsi quei luoghi per il tempo libero (giardini, anfiteatro, aree ludiche e di sosta), per il commercio ( bar, caffetteria, piccola ristorazione, ecc.) per lo sport (tennis, pallavolo, pallacanestro, ecc). E’ proprio la frammentazione di questi elementi che, distribuiti sistematicamente sul sito, contribuiscono a rendere omogeneo il sistema e, la componente natura, espressa con cortine di vegetazione, ne configura la forma ed evoca la corte, quale elemento caratteristico degli isolati del quartiere Isola. Tutte le giaciture dei luoghi e degli elementi obbediscono alla geometria viaria del quartiere. Il risultato di una tendenza dell’organizzare finalizzata all’ottenimento di un buon equilibrio con le aree urbane. Per quanto concerne materiali e funzioni, la piattaforma sarà realizzata con una struttura in acciaio sulla quale una eterogeneità di materiali definiranno e differenzieranno i percorsi, e quegli “spazi domestici”, per grandi e piccoli, capaci di favorire le relazioni e le interazioni fra persone. Qui, all’interno di pareti vegetali, in maniera quasi nascosta o mostrandosi incondizionatamente, quasi fossero dei totem, piccole attività contribuiscono alla connivenza ed alla coesione sociale. In alto, pareti “vegetali” racchiudono le aree legate all’attività fisica (campi da tennis, pallavolo, pallacanestro, ecc.). L’insieme di tali elementi, oltre a fornire un nuovo prospetto al cavalcavia, ne scandiscono lo spazio ed i tempi di percorrenza. Al livello più basso, alla quota originaria del cavalcavia, a ridosso degli edifici di proprietà dei Beni stabili, corre la viabilità carrabile. In tal modo si otterrà il duplice vantaggio di evitare interferenze con “l’Isola” pedonale e ciclabile ed avere contemporaneamente la possibilità di ricorrere ad eventuali imprescindibili attraversamenti carrabili per sicurezza e servizi. Per quanto concerne la velostazione, sarà realizzata all’interno di un contenitore vegetale alla quota di circa ml 3.00 dal piano di appoggio. In tal modo non verrà inficiata l’area di lucernari del passante che potranno essere, nello stesso tempo, confinati con una recinzione leggera. Collegata al livello del Cavalcavia con una rampa e con un blocco per ascensori, si avvale di tutte le sistemazioni previste assicurando i servizi fra le parti e la città. Infine, si è posta l’attenzione su quegli aspetti di ecosostenibilità, che non possono passare inosservati nella definizione di un progetto. Un sistema di vasche poste alla quota del cavalcavia esistente, al di sotto del parterre, fornisce un sistema di raccolta di acque meteoriche necessarie alla nebulizzazione delle pareti vegetali ed alla irrigazione delle aree destinate a verde. Un sistema di pannelli fotovoltaici, posti sulla sommità dei contenitori vegetali, contribuisce, invece, a garantire l’illuminazione esterna pubblica. L’utilizzo di tali tecnologie, in linea con le politiche di risparmio energetico previste, costituirà sicuramente un aspetto rilevante ed interessante per lo sviluppo del programma.

Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli — Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano

Elaborati A+B

Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli — Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano

Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli — Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano

Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli — Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano

Roberto Di Pizio, MARCO GRAMENZI, Pierpaolo Core , Fabrizio Mancinelli — Concorso Internazionale di Progettazione Cavalcavia Bussa . Milano

CONCORSO INTERNAZIONALE - MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio

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Il tema progettuale proposto mira a risolvere problemi di diversa natura, finalizzati all’ottenimento di un buon equilibrio tra aree aperte e città storica, tra esterno ed interno. Un sistema di spazi che, oltre a trasmettere un’esperienza architettonica, coniughi memoria del territorio, ambiente, aspetti aggregativi e sociali, risultato del percorso partecipato dei cittadini del quartiere Isola. Non un edificio ma un catalizzatore di funzioni fondato su di una circolazione continua ed eterogenea che collega i diversi livelli, non più intesi come solai ma come suoli sovrapposti. L’edificio perde la sua funzione di contenitore per divenire elemento di aggregazione delle varie attività stabilite nel programma. Un edificio di frontiera , privo di barriere, dove si intersecano due diverse tipologie di luogo, dove la trasparenza ne cementa lo scambio e ne favorisce il confronto.

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

NON UN EDIFICIO MA UN CATALIZZATORE DI FUNZIONI

Elemento filtro tra città e natura, privo di confini legati all’impianto quadrangolare, l’edificio presenta complessi e suggestivi spazi interstiziali che consentono di penetrare, visivamente, il corpo edilizio nella sua interezza. Al piano terra una forma organica, che ben lega l’aspetto naturistico del parco, di cui è prosecuzione, come una grande vetrina continua, contiene l’atrio, il punto informativo, la caffetteria. Una gradonata all’aperto, frutto dello sfogliamento del solaio soprastante, congiunge al primo e secondo livello, legando e distribuendo, in una sequenza articolata di spazi e volumi, i contenitori destinati alle attività di intrattenimento e ludico ricreative. Proseguendo il percorso verso l’alto, uno spazio “open”, dove svolgere attività ludiche (area attrezzata con giochi), attività fisica (palestra all’aperto con attrezzature ecocompatibili), attività didattica (piccole aree attrezzate per corsi di piantumazione, semina, ecc.) fornisce quegli “spazi domestici”, per grandi e piccoli, capaci di favorire le relazioni e le interazioni fra persone. Su questo livello, si affacciano, da quello sovrastante, una serie di uffici distribuiti intorno ad un vuoto, che oltre ad evocare la corte quale elemento caratteristico degli isolati del quartiere Isola, assolvono il compito gestionale e di servizio per i cittadini. All’ultimo livello, un contenitore per ristorazione leggera, si dispone a ponte sul vuoto della corte, offrendo scorci dell’edificio e dell’intero parco. La notevole rilevanza data alle aree esterne, pensate come aree pedonali pubbliche, fruibili in tutte le ore del giorno, è al servizio di quella valenza innovativa finalizzata al conseguimento di esperienze partecipative, e relazionali. L’intento del progetto è quello di realizzare un luogo che trasmetta una forte esperienza architettonica pur senza tralasciare temi quali la contestualizzazione dell’intervento e l’analisi del programma funzionale. La trasposizione di alcuni vuoti riconoscibili all’interno del quartiere, diventati elemento architettonico, il rapporto stabilito con il fabbricato retrostante, la rivisitazione della corte, i livelli interpretati come suolo, i percorsi strutturati in modo non lineare, sono modalità evocative, narrative ed emotive che rivelano la spiccata attenzione per il contesto di cui il centro civico è parte integrante. Parimenti, dallo studio delle funzioni, (intrattenimento, spettacolo, consulenza, informazione e mediazione), dalla valutazione delle fasce orarie di uso del centro, dall’analisi anagrafica degli utenti, (adolescenti ultra 60ni 18ni 40ni) e dalle interrelazioni che ne fuoriescono, sono scaturite quelle valutazioni di flessibilità e di aggregazione che hanno contribuito alla definizione dell’organismo edilizio.

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

ELABORATO GRAFICO A

Da ultimo, ma non meno importante, si è posta l’attenzione su quegli aspetti che, seppur talvolta non visibili, rivestono un ruolo primario nella definizione del progetto. Trattasi dell’uso di tecnologie utilizzanti gli apporti dovuti all’energia solare (fotovoltaico), l’energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore (geotermico), l’utilizzo di schermi solari flessibili per un idoneo livelli di comfort termoigrometrico ed una corretta gestione dell’energia luminosa. Un accurato studio di tali argomenti, oltre a determinare effetti benefici sulla salute, potranno portare risparmi energetici molto forti. Infine, il progetto di architettura dovrebbe farsi carico di un aspetto che molto spesso viene sottovalutato o tralasciato incautamente: Il tema di recupero, riciclo e sfruttamento delle acque meteoriche. Ciò costituirà sicuramente un aspetto rilevante ed interessante per lo sviluppo del programma.

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

ELABORATO GRAFICO B

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

MARCO GRAMENZI, pierpaolo core, Roberto Di Pizio — CONCORSO INTERNAZIONALE

Deutsche Botschaft Tiflis - wulf architekten, Planstatt für Landschaftsarchitektur und Umweltplanung Johann Senner

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Deutsche Botschaft Tiflis, Georgien. Neubau Kanzlei und Residenz

wulf architekten, Planstatt für Landschaftsarchitektur und Umweltplanung Johann Senner — Deutsche Botschaft Tiflis

Entwurfsverfasser: Prof. Tobias Wulf, Kai Bierich, Alexander Vohl Mitarbeiter: Petra Marton, Maxim Winkler, Yeon Yung Choi Landschaftsarchitekt: Planstatt für Landschaftsarchitektur und Umweltplanung, Überlingen Entwurfsverfasser: Johann Senner Fachberater: SCHREIBER Ingenieure Gebäudetechnik GmbH, Ulm

wulf architekten, Planstatt für Landschaftsarchitektur und Umweltplanung Johann Senner — Deutsche Botschaft Tiflis

wulf architekten, Planstatt für Landschaftsarchitektur und Umweltplanung Johann Senner — Deutsche Botschaft Tiflis

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