Quantcast
Channel: Divisare - Projects Latest Updates
Viewing all 11324 articles
Browse latest View live

Charles Smith Wines - Olson Kundig Architects

$
0
0

Winemaker Charles Smith approached our firm to design a new tasting room and office space that would match his rock and roll style. His approach to wine is captured by his trademark phrase: “It’s just booze – drink it!” The design team, led by Tom Kundig, was inspired by Charles’s in-your-face attitude to create a raw space that highlights the original aesthetics of the building while inserting highly flexible pieces, including a large unit dubbed the Armadillo. The resulting space can transform from an office, tasting room and retail store into a dining and entertainment venue.

10013_00_charles_smith_wines_bb_n14_large

Charles Smith Wines is located in downtown Walla Walla in the former Johnson Auto Electric building, constructed in 1917. The shell of the building—with original brick walls, wood trusses and a concrete floor—received minor structural updates but was otherwise left raw. The team highlighted the automotive history of the building by replacing garage doors with two custom, hand-cranked pivot doors that completely open the space to the street and form an awning for outdoor seating.

10013_00_charles_smith_wines_bb_n10_large

The concept of the drive-thru was important in the development of the design. Elements of the design, like the prefabricated Armadillo are “parked” within the space; other elements transform as needed, including floating “rafts” that serve as a seating area/stage, tasting tables that dock together to form a dining table, and a sliding panel that can function as a video screen. Vehicles—including delivery vans or taco trucks for catering—can literally drive through the space.

10013_00_charles_smith_wines_bb_n11_large

The Armadillo is a 70 foot long shell, measuring 12 feet high by 20 feet wide. It contains a conference room and workspaces for 14 people, including a semi-enclosed office space for Charles Smith and an enclosed space for accounting. L-shaped steel panels slide along the side and top of the structure, alternately opening it up to views of the tasting room and natural light from above or shutting it down for security and privacy. The panels also serve as a backdrop for Charles Smith Wines’ strong graphics, and are lined with cork in the inside, serving as an impromptu pin-up area. The design team collaborated with fabricators from Spearhead to design the structure as well as the custom furniture within it. Pieces were fabricated offsite and quickly assembled within the building, cutting down on construction time.

10013_00_charles_smith_wines_bb_n15_large

AwardsAIA National Honor Awards, Interior Architecture
IIDA Northern Pacific Chapter INawards, People’s Choice Award
AIA Seattle Honor Awards, Commendation Award
Architizer A+ Popular Choice Awards, Special Mention for Retail
Washington Main Street Program Awards, Outstanding Design or Rehabilitation Project Award

10013_00_charles_smith_wines_bb_n16_large

10013_00_n2_large

10013_00_n3_large

10013_00_n4_large

10013_00_charles_smith_wines_n11_large

10013_00_charles_smith_wines_n10_large

10013_00_charles_smith_wines_n4_large

10013_00_charles_smith_wines_n5_large

10013_00_charles_smith_wines_n6_large

10013_00_charles_smith_wines_n6_large

10013_00_n6_large


Restyling degli spazi espositivi della Galleria Civica di Trento - Maurizio Vescovi, LandAlab

$
0
0

Il progetto crea uno spazio riconoscibile, funzionale e rispettoso del budget messo a disposizione dall’ente banditore. Nella proposta di intervento, sono stati utilizzati pochi elementi a definizione di una galleria “semplice” e neutra, che non distragga il visitatore ma che sia allo stesso tempo riconoscibile dove richiesto (ingresso / bookshop, aula didattica / sala conferenze).

Seconda_sala_large

sala espositiva A

Percorso: Si accede da via Belenzani dove, negli spazi voltati, sono state collocate la biglietteria e il bookshop. In questo ambiente, che funge anche da uscita, vengono introdotti materiali e soluzioni che si ritroveranno negli ambienti in seguito descritti. Il porticato a fianco della corte conduce alla vera e propria parte espositiva. Nella corte è stato mascherato il deposito rifiuti con un un nuovo “recinto”. Piante di Hedera helix e rampicanti in vaso colonizzeranno nel tempo l’antico muro di pietra e copriranno la semplice pensilina che nasconderà ai piani alti la vista dei rifiuti. Procedendo oltre la corte, si incontra la sala d’ingresso, inizio del percorso espositivo del piano terra e termine dei percorsi di visita del piano interrato. La sala espositiva A affaccia sulla corte dove sono state ripristinate le aperture tamponate (con presente un’uscita di sicurezza). L’illuminazione naturale dello spazio è regolata attraverso tende a scomparsa nel controsoffitto. Queste schermature possono essere usate anche come parete espositiva: un binario consente di ospitare cavi utili per appendere le opere. Dopo la sala espositiva B, di dimensioni affini alla precedente, il percorso prosegue nella lunga galleria (sala espositiva C) che sbuca in via Cavour (uscita di sicurezza), ulteriore e possibile vetrina per l’esposizione e i suoi contenuti. Nel caso di mostre che non occupino l’intera superficie della galleria, tra il primo piano e l’interrato, due grandi porte scorrevoli poste in prossimità delle scale consentono separare i due livelli. Percorse le sale al piano terra, la scala a chiocciola, rivestita al suo interno con pareti di cartongesso che ne regolarizzano la forma, conduce alle sale del piano interrato. Nella sala espositiva D, rimbiancata, sono stati integrati i radiatori nelle superfici verticali. Il grande spazio che si incontra subito dopo è stato suddiviso per ospitare l’aula destinata alla didattica, nel rispetto dei parametri del bando, pur garantendo buona continuità del percorso espositivo. L’aula è delimitata da una parete non a tutta altezza (h 2,20m) per evitare di modificare gli impianti di areazione esistenti. In questo modo si ricava uno spazio multidisciplinare attrezzato (laboratorio / sala conferenze per 30 persone), in diretto contatto con i servizi igienici, riaperti. L’uscita di sicurezza può funzionare anche come accesso indipendente dal cortile. Dopo un corridoio espositivo (sala espositiva E), una vetrata consente di osservare l’attività che si svolge nello spazio polifunzionale, prima di risalire le scale che conducono al termine della visita.

Ingresso_-bookshop_large

area Ingresso

Illuminazione: L’illuminazione artificiale uniforme è garantita attraverso una maglia di neon che scandisce lo spazio regolarizzandolo. Questo ritmo regolare consente di mascherare gli impianti che si trovano sul controsoffitto esistente delle sale. Ad integrazione di questo primo sistema, un illuminazione più puntuale data dai faretti direzionabili a binario, permette una maggiore flessibilità negli allestimenti. I passaggi fra le sale sono sottolineati da scatole di luce incassate nello spessore del cartongesso.

Prima_sala_large

ingresso sale espositive | uscita mostra

Finiture delle superfici: Salvo casi limitati e parziali variazioni (es. gli accessi alle sale, i binari a soffitto, il rivestimento della scala semicircolare) non sono state apportate modifiche di sorta alla posizione delle pareti in cartongesso esistenti. Le pareti di rivestimento esistenti sono modificate solo nella parte alta per consentire l’esposizione delle opere senza intervenire sulle superfici verticali. I volumi con le scale e gli spazi tecnici, ovvero quei volumi con una funzione diversa da quella espositiva, hanno un rivestimento in legno di rovere. Questo materiale è utilizzato anche per le pedate delle scale. Diversamente dalle aperture scorrevoli delle scale, le aperture dei servizi e degli spazi tecnici sono porte a raso per ottenere una maggiore chiarezza dei percorsi espositivi. Laddove non specificato diversamente pareti e soffitti sono da intendersi in cartongesso bianco. Si sono conservati i pavimenti esistenti dell’ingresso|bookshop. Si propone per i restanti spazi pavimenti in pvc grigio semi lucido, soluzione di facile posa e di costo contenuto, posato sull’esistente.

Plans_large

planimetria piano terra | planimetria piano interrato

Area Ingresso: 36mq Ingresso sale espositive|uscita mostra: 22mq Sala espositiva A: 70mq Sala espositiva B: 52mq Sala espositiva C: 75mq Sala espositiva D: 58mq Sala espositiva E: 83mq Aula didattica polifunzionale: 55mq

Section_large

sezioni

Corridoio_large

sala espositiva C

Interrato_large

sala espositiva E | aula didattica

Passaggio_large

sala espositiva A | sala espositiva B

Unione_schemi_large

schemi: percorsi | rivestimenti | illuminazione

casa pnc - Andrea Franceschi, Simone Cremona

$
0
0

abitazione unifamiliare in provincia di bologna_in progress

Planimetria_6_interno_large

Planimetria_4_large

©quadrilobo

Progetto di recupero del Verde - Ospedale S. Antonio di Padova - andrea peraro

$
0
0

INQUADRAMENTO: II progetto per il recupero del verde dell’ Ospedale S. Antonio si orienta, principalmente, in quattro aree d’intervento che sono: L’ area 1: identificata nella zona d’ingresso all’Ospedale lungo via Facciolati, posta a sud-ovest del presidio ospedaliero. Attualmente, quest’area è definita, esternamente, da un sistema di parcheggi per taxi, ambulanze e disabili regolati da barriere mobili. A confine con il marciapiede trova sede una quinta di siepe di Ligurnum sinesis e Cornus che rappresenta, assieme agli alberi di Tilia Cordata e Frassino Excelsior, l’unico filtro verde con l’asse viario antistante. Più ad ovest, collocato perpendicolarmente a tale area, si trova uno spazio pavimentato a ghiaino attualmente adibito a parcheggio condominiale. L’ area 2: identificata nell’attuale zona del giardino, situata a ridosso di una strada di scorrimento interna che lo lambisce a sud-est e l’area destinata in futuro al nuovo polo tecnologico che lo delimiterà a nord. Tale area è composta da una elevata quantità di specie arboree ed arbustive tali da offrire agli utenti una zona di riparo dal sole utilizzabile tanto dai pazienti che per i familiari ed operatori del settore. A focalizzare l’attenzione una piccola fontana d’ acqua corrente. L’ area 3: si colloca frontalmente al nuovo intervento di psichiatria. L’ambito sarà definito ad est dalla nuova strada di scorrimento interno e a nord-ovest dal nuovo intervento edilizio, attualmente in corso. L’ area 4: si colloca a nord-ovest dell’Ospedale di fronte all’area attualmente destinata a parcheggio. Essa comprende la fascia di terra oggi occupata da alcuni servizi come vasche, depositi, gruppo elettrogeno, etc.,che, partendo dalla rampa che porta le ambulanze al piano rialzato posta a sud, arriva fino alle scale collocate a fianco dell’edificio per la riabilitazione posto a nord. L’idea di considerare quest’area nasce dal fatto che essa si pone come quinta ben visibile dagli utenti del parcheggio.

7__7__large

Vista prospettica della loggia d'ingresso. Una struttura con il verde verticale diventa il nuovo ingresso all'Ospedale S. Antonio di Padova.

CARATTERISTICHE FUNZIONALI, TECNICHE, GESTIONALI

7__3__large

Planimetria generale dell'area con individuate le aree di progetto

L’inserimento della vegetazione negli spazi urbani ha come scopo molteplici funzioni riconducibili agli effetti positivi delle piante sull’uomo dal punto di vista psicologico, estetico, simbolico nonché della salubrità dell’aria. Utilizzare il verde verticale consente quindi di restituire ai nostri luoghi, occupati da volumi edificati, una superficie di verde che ha ottime potenzialità sia in termini percettivi che di efficacia ambientale. Ricordiamo che questo tipo di intervento rientra anche nelle strategie di sostenibilità ambientale che, attraverso l’uso delle piante, contribuisce alla diminuzione del surriscaldamento urbano. Più specificamente, dal punto di vista del comfort ambientale, il verde produce notevoli effetti quali: -Benessere igrotermico: dato dall’ombreggiamento soleggiamento -Benessere acustico: la parete verde funge da schermo contro le onde sonore -Qualità dell’aria: abbattimento delle polveri sottili e del CO2 grazie alla fotosintesi clorofilliana. -Benessere psicofisico: si ricorrda il concetto di biofilia, ovvero un legame innato tra uomo e organismi viventi, compresa la vegetazione, grazie al quale le persone starebbero meglio a contatto con la natura in termini di produttività lavorativa, apprendimento e anche guarigione da malattie. (teoria del’ entomologo statunitense Wilson E.O. messa punto nel 1984)

7__4__large

Pianta dell' ingresso con la nuova loggia verde

Vista la scarsità di area sulla quale piantare ed organizzare il verde, la scelta progettuale ricade sulla creazione delle pareti di verde verticale. Simbolicamente potremmo dire che questo rapporto tra natura verticalizzata e mondo antropomorfizzato risale ai giardini pensili di Babilonia fatti costruire da Nabucodonosor II per la moglie, nel tentativo di simulare delle vere montagne verdi. Tra le diverse tipologie del ‘verde verticale’, per il progetto in esame, si è scelto di tralasciare le colture idroponiche. Queste sono basate sulla coltura delle piante innestate nel velcro che ricevono nutrimento da una canalizzazione; trattasi di tecnica molto interessante in quanto offre la possibilità di accostare tra loro diverse specie, con conseguente vivacità di cromatismi, ma molto costosa (ideata nel 1988 dal botanico francese Peter Blanc) Si è quindi optato per l’utilizzo di una tecnica più economica, basata sulla realizzazione di una struttura metallica di supporto che predispone degli spazi nei quali inserire delle ‘pannellature verdi’ di rampicanti. In questo modo si potranno realizzare delle semplici pareti bidimensionali e/o, a scelta, dei sistemi tridimensionali pronti ad essere completamente rivestiti dal verde. Tale sistema consentirà di avere le piante a diverse altezze, garantendo l’uniformità della vegetazione. E’ previsto un sistema di irrigazione centralizzato che, a fasi alterne, porterà acqua alle piante. A tale proposito, verranno creati dei pannelli di dimensioni di 180×120 cm che dovranno essere posizionati e fissati alla struttura metallica. Questi pannelli saranno formati da una sacca in fibra di cocco delle dimensioni di 120 cm di lunghezza per 25 cm di larghezza e profondità. Queste saranno poi riempite di terriccio, all’interno del quale saranno posizionate le 4 piante di rampicanti; verrà fatta una prima concimazione e applicata una rete metallica a maglia larga con dimensione di 180×120 cm che fungerà da tutore per le piante. Cosi composto, il pannello sarà pronto per essere posizionato sugli appositi profili della stuttura e, una volta fissato il tutto, si procederà con l’inserimento dell’irrigazione che verrà posizionata lungo le piante tramite un tubo di ala gocciolante di diametro 16mm che permetterà l’ irrigazione dell’intera parete

7__5__large

Prospetto della loggia verde

Questa idea sarà estesa alle aree in esame, esclusa l’area 2 dove sarà prevista un pergola più semplice con rampicanti da terra. L’idea pertanto sarà quella di ridisegnare queste aree attraverso delle architetture verdi cercando così di dialogare con l’ambiente e con gli utenti. Non si vogliono inoltre dimenticare le logiche estetiche in relazione al comfort ambientale, fisico e psicofisico, e si intende conciliare l’aspetto decorativo i vantaggi pratici che una pianta può restituire in termini di benessere ambientale. Inoltre l’utilizzo del verde nel costruito, con il suo mutare nel corso delle stagioni, offre un senso ciclico del tempo che si rigenera e rinasce.

7__8__large

AREA 2: Schizzo di progetto del portico verde

AREA 1 (LOGGIA D’INGRESSO):

7__9__large

AREA 2: Planimetria del giardino interno

L’IDEA PROGETTUALE Per l’area in esame si è pensato, in primo luogo, di riconsegnare all’esistente il maggior numero di superficie da destinare a verde. Per far questo, anziché lavorare in un piano bidimensionale, utilizzando il concetto della ‘green facade’, si è pensato di lavorare nella tridimensionalità, ottenendo un oggetto più completo vale a dire una loggia verde, ma aperta verso il cielo, che riassume in se molteplici e sostanziali miglioramenti quali: -L’aumento della superficie destinata al verde rampicante di 1270 mq; -Il ridisegno della facciata d’ingresso dell’ Ospedale attraverso ’ un’ architettura verde’; -La riorganizzazione dei parcheggi di taxi e ambulanze con accesso indipendente, eliminando la promiscuità dei passaggi; -La creazione di una zona di sosta ombreggiata e fresca , collocata in prossimità dell’ingresso e comoda sia per la chiamata del taxi che per la fermata del bus. Con questo pensiero progettuale si cercherà di riconsegnare all’ospedale, e contestualmente ad una parte di città, gli spazi verdi che nel tempo sono andati scomparendo.

7__13__large

AREA 2: Vista prospettica della promenade interna al giardino

LA FORMA E LE DIMENSIONI La forma semplice di tale struttura ci riconduce ad un prisma rettangolare senza la copertura, scavato in corrispondenza ed in funzione degli attuali ingressi veicolari e ciclo-pedonali. Alcuni elementi trasversali irrigidiscono lo scheletro strutturale poggiato in un piano basamentale in cls pigmentato di verde con le segnaletiche bianche soprastanti. Un aggetto di una pannellatura metallica, a filo con la sede stradale, contiene il logo del’ ULSS 16 ed il nome dell’ospedale, ricavato da una lamiera pantografata, segnala il punto d’ingresso pedonale. La grande loggia, con dimensioni di 79×8,05x H 6,40 mt, ricoperta dal verde rampicante per una superficie complessiva di 1270 mq, è realizzata con una struttura metallica in Cor-Ten (o in alternativa in ferro zincato verniciato con effetto Cor-Ten) con montanti in lamiera presso piegata aventi altezza di 6400mm e sezione quadrata di 250 mm. A questi sono opportunamente ancorati dei traversi orizzontali, realizzati parimenti in lamiera presso piegata con sezione a ‘U’ nei quali saranno inseriti i pannelli con i rampicanti. A sostegno di questi traversi sono collocati ad interasse di 1200mm dei montanti a sezione quadrata di 50 mm che fungono da pilastrini di supporto. Tra i due lati lunghi trovano alloggio strutturale dei traversi ortogonali realizzati nella stessa maniera e riempiti con il verde in modo tale da irrigidire la struttura. In corrispondenza degli accessi carrai è garantita un’ altezza di 4 mt.

7__15__large

AREA 3: Schizzo di progetto della pergola verde davanti alla nuova psichiatria.

I MATERIALI, I COLORI, IL VERDE Come accennato precedentemente, verranno creati dei pannelli di dimensioni di 120xH180 cm che dovranno essere posizionati e fissati alla struttura in metallo. Questi pannelli saranno formati da una sacca in fibra di cocco delle dimensioni di 120 cm di lunghezza per 25 cm di larghezza e profondità. Queste saranno poi riempite di terriccio all’interno del quale saranno posizionate le 4 piante di rampicante. Verrà disposta una prima concimazione e successivamente applicata una rete metallica di 180×120 cm a maglia larga con diam. di 3-4 mm che fungerà da tutore per le piante. Cosi composto il pannello sarà pronto per essere posizionato nei montanti del loggiato; il pane di terra verrà inserito nei traversi di 25×25 cm mentre la rete elettrosaldata sarà fissata alla struttura dei tubolari a sezione quadrata. Una volta fissato il tutto si procederà con l’inserimento dell’irrigazione, posizionando, lungo le piante, un tubo di ala gocciolante di diametro 16mm che permetterà di irrigare la parete verde. Per la scelta delle specie da posizionare sulla struttura del loggiato d’ingresso si è dovuto tener conto delle caratteristiche dell’area quali: l’esposizione, il contatto diretto con la strada, l’intensa presenza di traffico e l’uniformità che dovrebbe assumere la facciata verde. Per questa serie di motivi la specie che più si adatta a queste condizioni è l’ edera, rampicante sempreverde, molto rustica e resistente, adatta a tutti i tipi di esposizione ed caratterizzata dalla capacità di coprire e tappezzare velocemente le superfici. Essendo il portale d’ingresso abbiamo scelto specie di rampicanti che non fioriscano e non profumino, in modo da realizzare uno schermo neutro. Inoltre, per alleggerire l’impatto visivo, abbiamo pensato di inserire varietà di edera di colorazioni diverse in modo da dare del movimento alla parete. L’edera poi formerà uno strato che aiuterà a trattenere le polveri al di fuori del loggiato in modo che il portale in tal modo fungerà anche da filtro.

7__20__large

AREA 3: Vista prospettica della parete verde verticale.

Verrà poi costruito un ulteriore pergolato, avente dimensione di 41×7,2xH 6,4 mt, a protezione dell’area destinata a parcheggio condominiale situata nella fascia confinante con l’ospedale. In quest’ area sarà adottata la stessa specie di edera scelta per la vicina loggia d’ingresso. L’idea è quella di piantumare a terra, nell’ area verde dell’ ospedale, le piante in modo che le stesse, arrampicandosi prima davanti al muro e, successivamente, sul pergolato, creeranno un filtro verde tra il condominio ed il complesso edilizio.

7__17__large

AREA 3: Prospetto della parete verde verticale.

AREA 2 (GIARDINO)

7__25__large

AREA 4: Schizzo generale

L’IDEA PROGETTUALE Per quest’area, l’idea nasce principalmente dall’importanza funzionale che questo spazio ha per l’ospedale dal momento che rappresenta il ‘giardino’ il luogo dove pazienti, familiari ed operatori del settore passano qualche momento di svago all’aperto. Il sito già raccoglie in se diverse tipologie di piante alcune delle quali di grandi dimensioni e molto belle. L’intervento progettuale cerca quindi di inserirsi quasi mimeticamente all’interno di questa fitta tramatura verde perseguendo i seguenti obiettivi: -Eliminare lo spazio destinato al parcheggio ricavato oltre il cordolo in trachite, all’interno dell’area verde, per riconsegnare al giardino il suo spazio originario. Questa semplice operazione, oltre a migliorare l’immagine generale dell’area, consente di aumentare gli spazi destinati a verde. -Creare una quinta di protezione e delimitazione visiva del giardino attraverso l’impiego del bamboo e della vite americana alti 250 cm in modo da creare uno spazio più intimo e protetto dallo scorrere marginale delle autovetture lungo la strada di servizio interna all’ ospedale. -Valorizzare la fontana esistente attraverso un percorso pergolato metallico che conduca fino ad essa e successivamente continui ricostruendo una nuova passeggiata interna al giardino. La pergola, lavorando sulle dissimmetrie del passo dei traversi e dei montanti, creerà una struttura articolata sia nelle forme in pianta (date da continui mutamenti di larghezza che si inseriscono i tra le piante esistenti) che in quelle prospettiche. -Il posizionamento di alcuni faretti ad incasso nel terreno posizionati sotto alcune delle piante più importanti, creeranno, un effetto scenografico tale da permettere la fruizione del giardino anche nelle ore serali. -L’ubicazione di alcune panchine realizzate in cemento bianco alleggerito saranno distribuite lungo la promenade e a contatto con le piante nel mezzo del giardino. L’idea sarebbe quella di far si che tale giardino, attraverso queste migliorie, possa creare un rapporto di interazione tra uomo e ambiente naturale, tale da migliorare lo stato di benessere psico-fisico dell’utente trasformando il giardino in un luogo terapeutico.

7__24__large

AREA 4: Vista prospettica della parete verde verticale a nord-ovest.

LA FORMA E LE DIMENSIONI Come descritto dagli schizzi allegati, si è valutato dove e con quale fisionomia planimetrica e volumetrica il nuovo pergolato dovrebbe ergersi. Il percorso nasce seguendo dapprima l’attuale sentiero che conduce alla fontana. Parallelamente, varia la sua larghezza in pianta per rispettare e stare a debita distanza dalle piante esistenti. Tale dinamismo in pianta viene trasportato anche nella ritmica dei pilastrini in alzato che mutano la distanza tra loro organizzando una partitura frammentata che, a sua volta, genera un sistema pergolato irregolare non rigido e pertanto più in sintonia con la naturalità del luogo. Il percorso continua poi attraverso gli alberi per arrivare dalla parte opposta in prossimità dei parcheggi per i cicli e le autovetture prospicienti la strada, nonché all’uscita degli uffici posti nel corpo edilizio affacciato su via Facciolati. Detta promenade ha uno sviluppo di circa 130 mt ed ha una larghezza media di 3,10mt per un’altezza costante di 2,5mt. La superficie dedicata al pergolato con vite americana ed edera, calcolata in pianta, è di circa 282 mq. La sezione dei montanti in ferro è di di 50×50 mm con spessore di circa 30/10 mm come quella dei traversi metallici superiori collocati a distanza variabile, passando da un’ interasse minimo di 700 mm ad un massimo di 2100mm. Le panche in cemento avranno dimensione di 50×150xH45 cm. In corrispondenza dei tre accessi, posti a est, sud e ovest verso l’ospedale, saranno collocati i cestini metallici cilindrici, sempre con la stessa finitura del pergolato. La superficie dedicata alla quinta in bamboo è di circa 310 mq.

7__23__large

AREA 4: Prospetto della parete verde verticale a nord-ovest.

I MATERIALI, I COLORI, IL VERDE I materiali utilizzati sono principalmente l’acciaio cor-Ten per la struttura, ed il legno, per la pavimentazione a terra. Quest’ultimo è realizzato con un prodotto ecocompatibile dato dalla miscela di polvere di legno con polipropilene completamente riciclabile. Le nuove sedute sono realizzate in cemento bianco a vista, lisciato ed alleggerito al suo interno. Esse saranno essenzialmente dei solidi puri, con angoli smussati, leggermente sollevati da terra. La passeggiata che si snoda all’interno dell’area verde è sormontata da una pergola sulla quale verranno fatte arrampicare, in modo alternato a destra e sinistra, delle piante di vite americana, a foglia caduca, e di edera sempreverde, piante molto rustiche che si adattano a tutte le condizioni. In autunno i visitatori potranno godersi la diversa colorazione fogliare: si alterneranno infatti i rossi e gialli della vite e il verde dell’edera. In inverno invece la pergola sarà spoglia quasi completamente dal momento che solo l’edera persisterà. A seguire il percorso ci sarà poi una siepe di bambù alta circa 200 cm, piantata in vasche di ferro zincato interrate, tali da impedirne il propagarsi incontrollato, che avrà la funzione principale di schermare il giardino dagli elementi di disturbo esterni quali,a nord, l’edificio del futuro polo tecnologico e, a sud-est, la strada di scorrimento interna. Con l’andare del tempo, una volta infoltita, detta siepe fungerà da schermo per le polveri. La piante di bambù saranno piantate ad una distanza di 50 cm l’una dall’altra nei 150 metri di lunghezza della siepe; le piante di vite ed edera saranno invece piantumate a distanze diverse che andranno da un minimo di 70 cm a un massimo di 240 cm seguendo il modulo della pergola. Verrà sistemato il tappeto erboso tramite la semina di specie rustiche e, in alcune zone più difficili, verrà piantumato un tappezzante, l’Ophiopogon, rustico e adatto alle zone d’ombra. Tale scelta sarà effettuata attorno al Cedro deodara e ai due cespugli di Osmanthus decorus attigui. A completare il progetto del verde sarà la predisposizione di un’ ala gocciolante per il bambù, posizionata fuori terra in maniera lineare lungo tutta la lunghezza della siepe, e un ala gocciolante interrata per la vite americana e l’ edera tale da non disturbarne e comprometterne il funzionamento a causa di possibili calpestii.

AREA 3: L’IDEA PROGETTUALE Come accennato precedentemente, l’idea per questo ambito sarà quello di valorizzare alcune parti del nuovo progetto edilizio di psichiatria, aumentando la quantità di verde posto principalmente di fronte agli ambulatori ed alle camere e in prossimità dell’aiuola verde. L’ intento è quello di stimolare, attraverso l’impiego di colori , profumi e ciclicità delle piante, un’ interazione tra paziente e natura. In corrispondenza della rampa di risalita, sarà predisposta una pergola che andrà a sottolinearne la presenza creando una protezione del pedone dalla strada di scorrimento interno . Per il resto saranno rispettate tutte le scelte del verde predisposte precedentemente. L’idea intende creare uno schermo a forma di ‘L’ dietro le panchine che accompagni, con gli aromi delle piante officinali, l’utente verso il percorso tra gli ambiti ospedalieri e, contemporaneamente crei una quinta profumata tale da interrompere la vista verso il futuro polo tecnologico.

LA FORMA E LE DIMENSIONI Ortogonalmente a questa green facade con forma a ‘L’ si innesta la pergola che asseconda, con il suo ritmo regolare, il dislivello che conduce ai piani degli ambulatori. Tale pergola, strutturalmente, è realizzata con lo stesso sistema della loggia d’ingresso, tale da consentire un’unica lettura formale di questi interventi. Anch’ essa quindi porta al suo interno i rampicanti. La struttura a ‘L’ è lunga 9,8 mt nel lato corto e 20,5mt nel lato lungo alta 3,75mt. La pergola, riprende la medesima altezza e, mantenendola costante, si prolunga per circa 39mt. In pianta ha una sezione variabile che asseconda la dimensione della rampa. La superficie dedicata al verde verticale e orizzontale è di circa 534 mq.

I MATERIALI, I COLORI, IL VERDE Il materiale primario impiegato è l’acciaio cor-Ten per la struttura, mentre per la scelta delle specie ci si è orientati in funzione dei profumi e dei colori, dando al fruitore che si trova a contatto con piante aromatiche e piante rampicanti profumate la possibilità di toccarle e di goderne la ciclicità. Nel pergolato, che protegge la rampa, si alterneranno gelsomino, sempreverde molto profumato dalla fioritura bianca e lonicera, a foglia semipersistente dalla fioritura profumata di colore bianco e rosa intenso. Questa prima parte di struttura avrà un lato a ridosso del percorso carrabile quindi sono state scelte specie che mantengano il fogliame in modo tale da garantire schermatura e filtro durante tutto l’anno. Viceversa, nella parte in vicinanza delle sedute, oltre a piante rampicanti che riprendono quelle della vicina pergola, verranno piantumate delle aromatiche come lavanda, rosmarino, santolina, collocate nella parte più bassa della struttura quasi ad invitare il visitatore ad avere un contatto diretto con gli aromi. Le colorazioni saranno sui toni dei bianchi con gelsomino e clematis, sui toni del rosa con rosmarino e lonicera , del viola con la lavanda e del giallo con santolina e clematis. Come per le altre aree, un’ impianto di irrigazione centralizzato superficiale garantirà la fornitura costante d’acqua alle piante.

AREA 4 (PARETE VERDE DEI PARCHEGGI):

L’IDEA PROGETTUALE Il progetto parte dalla necessità di mascherare i servizi quali il gruppo elettrogeno, i depositi, le vasche, etc. che risultano collocati ai piedi della struttura ospedaliera nella sottile lingua di terra così creando una lunga facciata verde che mitighi e definisca il fronte nel quale si affacciano i parcheggi. Tale sistema sarà ancorato in verticale al terreno con plinti di fondazione posti in corrispondenza di ogni montante verticale e con dei traversi metallici, a sezione quadrata di 250 mm, alla struttura edilizia retrostante tale da garantire una struttura solida. Saranno mantenute tutte le attuali aperture di accesso a tali ambiti, una delle quali realizzata con portone scorrevole in acciaio cor-Ten. A nord-ovest di tale parete, in prossimità delle scale di risalita, è collocata una zona riparata ed ombreggiata che ospita una seduta. Dalla parte opposta, in corrispondenza della rampa di accesso delle ambulanze, si prevede la realizzazione di altre due sedute, sempre in c.a. bianco, collocate nella piccola area a verde esistente. Sarà opportuno spostare tutti i parcheggi posti davanti a questo nuovo fronte verde verticale pensando di ricollocarli nella grande nuova area dedicata per permettere al nuovo intervento di poter manifestarsi.pienamente

LA FORMA E LE DIMENSIONI La semplice forma dello schermo-filtro ricopre l’attuale area dei depositi avendo un’ altezza variabile oscillante tra i 4,35mt fino ad arrivare ai 2,30mt in corrispondenza dei due alberi di Ligustrum lucidum. La ‘green facade’ è lunga 75 mt con spessore di 25cm. Con questa soluzione vengono realizzati circa 422 mq di verde verticale

I MATERIALI, I COLORI, IL VERDE Anche per quest’area si prende a riferimento la struttura utilizzata per la loggia d’ingresso, pertanto il materiale per la struttura sarà il cor-Ten, mentre a riempire le travi-vasche, saranno dei rampicanti. La scelta ricade sull’ edera, nella zona maggiormente in ombra ovvero più a sud-ovest, e sul gelsomino e lonicera nella parte più esposta la sole. Cosi facendo si ottiene una ‘copertura verde’ anche nella zona ombreggiata, dove lonicera e gelsomino sarebbero in difficoltà per la carenza di sole. L’edera sarà in varietà e di colorazione diversa, in modo da creare delle varianti cromatiche nell’intervento. Le piante saranno presenti tutto l’arco dell’anno, garantendo la continuità e la funzione dello ‘schermo-filtro’.

Progetto architettonico del verde Arch. Andrea Peraro

EDIFICIO RESIDENZIALE IN C./da DAMMUSO - Alessandro D'Amico, O. Marrone, W. Parlato

RIQUALIFICAZIONE URBANA PIAZZA DON ARZENTON - ONSTUDIO, Alessandro Piva

$
0
0

Nell’ambito dell’intervento di riqualificazione complessiva del centro storico di Arre, dal Municipio alla Chiesa, è proprio su quest’ultimo ambito che progettualmente si è posta maggiore attenzione, in quanto lo spazio antistante il Sagrato e delimitato dalla Provinciale da un lato e dalla strada di accesso al Cimitero dall’altra, era ritenuta l’area urbana che maggiormente necessitava di un intervento di sistemazione e riqualificazione radicale. L’area oggetto d’intervento costituiva infatti uno spazio di risulta situato tra gli edifici parrocchiali (chiesa e canonica) e il sistema viario perimetrale; parte dell’area era occupata dalla strada comunale che conduce al cimitero e alla vicina lottizzazione residenziale mentre lo spazio rimanente era spontaneamente utilizzato come rotatoria viaria e parcheggio pubblico al servizio della parrocchia o della vicina attività commerciale.

Foto_2_large

PIAZZA DON ARZENTON, ARRE PD

Il progetto trasforma un’area priva di una chiara identità urbana e funzionale in uno spazio “di qualità”, semplice e ordinato, sia nel linguaggio architettonico che nei sistemi funzionali. Nasce così una piazza/percorso a forma di trapezio irregolare, collocato a quota inferiore rispetto al Sagrato della Chiesa e costituito da una pavimentazione in porfido trentino con inserimenti in ciottolo di fiume. L’ambiente così disegnato esalta con semplicità la centralità della Chiesa, ed amplia, su diversi livelli, l’ambito riservato ai fedeli ed ai pedoni, quest’ultimo arricchito dalla presenza di due manufatti antichi: con l’occasione, sono state ricollocate le vasche in trachite prima presenti nel bordo esterno del Sagrato,trasformate in vasche d’acqua.

Foto_1_large

PIAZZA DON ARZENTON, ARRE PD

La configurazione dello spazio aperto è stata ottenuta per mezzo di muri in mattoni faccia a vista, riconosciuti tra gli elementi tipologici compositivi del centro storico. E’ stato infatti evidenziato, nell’ambito dell’analisi storico/tipologica, la presenza di otto edifici vincolati dall’Istituto Regionale Ville Venete, nel solo tratto centrale del paese, nonché l’utilizzo frequente, sia nell’ambito di interventi storici che più recenti, del muro in mattoni faccia a vista per la delimitazione dello spazio privato/pubblico.

Foto_3_large

PIAZZA DON ARZENTON, ARRE PD

Nel riconoscere questa caratteristica urbana è stato impiegato lo stesso elemento per disegnare la nuova piazza; le dimensioni del muro variano dalla contenuta cordonata di delimitazione (verde antistante la Chiesa) al muro di recinzione prevista in corrispondenza della Canonica (h.1,50). In sintesi, l’intervento così realizzato: consente di ottenere la giusta proporzione/prospettiva tra l’alta facciata gotica della Chiesa e lo spazio orizzontale antistante, rappresentato dal Sagrato e dalla nuova piazza/percorso pavimentata; conferisce una nuova e definita identità al luogo, ne sottolinea l’importanza e si pone come intermediario tra la strada pubblica e lo spazio sacro; costituisce un collegamento simbolico tra la Chiesa e la canonica, quasi a ripristinare la storica adiacenza dei due edifici; migliora i collegamenti funzionali, soprattutto a favore della sicurezza; mette ordine allo spazio per la sosta in quanto il parcheggio viene trasferito lungo il lato nord della Chiesa (parcheggio alberato), mentre le vicine attività commerciali risultano servite dai più comodi parcheggi posti lungo la via centrale.

Foto_4_large

PIAZZA DON ARZENTON, ARRE PD

MOBILITÀ SOSTENIBILE ALL'ASINARA - Enrica Campus, Alessandro Villari

$
0
0

Il progetto proposto ha come finalità la definizione di un parco mezzi elettrici per il Parco Nazionale dell’Asinara al fine di promuovere una mobilità sostenibile all’interno del territorio dell’isola. La prima scelta progettuale è stata quella della localizzazione generale dell’intervento. La scelta doveva essere chiaramente orientata ad uno dei punti di approdo (Fornelli, Cala Reale e Cala d’Oliva) ed è stata individuato Cala Reale perchéè in posizione baricentrica ed è il luogo in cui si concentrano i servizi principali e la sede del Parco sull’isola. La seconda scelta è stata quella dell’individuare un edificio, o meglio un tetto, su cui installare l’impianto fotovoltaico. Questo edificio doveva essere però adatto ad assolvere alle funzioni necessarie ad un rent, per cui avere degli spazi di accoglienza, un ufficio e soprattutto uno spazio adatto al ricovero dei mezzi, almeno delle bici ed una officina a supporto. L’esistenza dell’officina ha orientato la scelta all’edificio chiamato dell’ex-falegnameria, che da un punto di vista funzionale si presta perfettamente all’uso previsto, inoltre lo spazio esterno circostante consente la realizzazione del parcheggio. Nel suo complesso il progetto può essere letto in tre parti correlate: il piano attorno all’edificio e lo spazio per la sosta, lo spazio di passaggio e lo spazio di parcheggio.

Planimetria_asinara_large

a) lo spazio di sosta Il primo spazio funzionale è quello che si sviluppa attorno all’edificio partendo dalla quota attuale del piede delle murature. Da questa quota si sviluppa in piano una superficie pavimentata in legno. Nella parte anteriore al prospetto trasversale sud-ovest, davanti ai punto di noleggio, si definisce uno spazio di accoglienza-ingresso, collegato alla strada principale attraverso un percorso esclusivamente pedonale, anch’esso in legno.

Asinara_01_large

b) lo spazio di parcheggio Le aree dedicate al parcheggio dei mezzi elettrici e al loro rifornimento delimitano e chiudono lo spazio esterno dell’ex-falegnameria. La necessità di individuare degli spazi dedicati ha portato ad immaginare la presenza di alcune superfici distinte piuttosto che la semplice individuazione degli stalli.

Asinara_02_large

c) lo spazio di passaggio Tra la spazio di sosta e quello di parcheggio si stabilisce lo spazio di passaggio e movimento dei mezzi e delle persone

RECUPERO E CONSERVAZIONE DELLA CHIESA MADONNA DI GULFI - Alessandro D'Amico, P. Faraone


Passerella in legno S'Ena Arrubia - Enrica Campus, Alessandro Villari

$
0
0

Il progetto della“Passerella in legno per il completamento della pista ciclabile attorno all’area sic da realizzarsi presso la peschiera di S’Ena Arrubia” si inserisce all’interno del quadro degli interventi previsti nel Piano di Gestione del SIC ITB030016“Stagno di S’Ena Arrubia e territori limitrofi”. Il progetto proposto ha la funzione specifica di connettere le due sponde della Laguna, proseguendo a sud il percorso della pista ciclabile di Arborea e si collega a nord con il percorso retrodunale nel Comune di Santa Giusta che dal mare arriva sino allo stagno. In termini più generali il progetto tende ad una riqualificazione di un’area sottoposta ad un processo di degrado, principalmente di origine antropica, determinato in taluni casi da forme di abbandono, di incuria o di utilizzi non coerenti e rientra quasi interamente all’interno dell’area data in concessione per la pesca alla Cooperativa Sant’Andrea.

Eserc__ant_11_10_10_085_large

Ristrutturazione di unità immobiliare in Abitazione - Atelier - Federico Costucci

$
0
0

Fondato alla metà del XIII secolo dalla volontà di Guiscardo da Pietrasanta, il borgo, che prende il nome dal suo fondatore, ha conosciuto sin dal principio periodi di particolare prosperità contrapposti ad altri di rovinosa caduta, così in campo politico ed economico come in quello militare.

Camera-03_hr_large

Vista Atelier

Quasi totalmente distrutto da un incendio scoppiato nel 1343, il borgo di Pietrasanta ha subito fra le altre cose anche il dominio dei Francesi, fino a quando, nel 1513, grazie al provvidenziale intervento del Papa Leone X, Giovanni dei Medici, venne definitivamente assegnato a Firenze, rimanendovi legato fino all’unità d’Italia.

1-appartamento-pietrasanta-09__2__large

Vista dall'alto

Proprio mediante questo inserimento, avvenuto in epoca rinascimentale, specificatamente nel Rinascimento fiorentino Pietrasanta ha cominciato a godere delle influenze culturali del capoluogo toscano dal quale dipendeva.

Buona_1__large

Vista piano nobile e mansarda

Considerata una vera e propria ambasciata della Firenze medicea, Pietrasanta vantava soprattutto la presenza e l’opera di Michelangelo, il quale soggiornava nel paese quando andava in visita alle cave di marmo di Carrara, dalle quali selezionava il marmo a lui tanto preferito per la realizzazione delle proprie sculture.

Buona_2__large

Vista Abitazione e Atelier

Pietrasanta ha conosciuto una seconda fase di rinnovamento culturale e di prosperità verso la seconda metà del settecento: infatti dopo l’avvento dei Lorena al trono di Toscana, Pietro Leopoldo prima e Leopoldo II poi promovevano sia la riqualificazione del centro storico, sia l’apertura di una scuola per la lavorazione artistica del marmo, cose che facilitavano la nascita e l’apertura di numerosi studi o botteghe per la lavorazione artigianale del materiale lapideo.

Camera-01_hr__large

Cucina

Nel periodo post-unitario Pietrasanta ha mantenuto e ulteriormente sviluppato la tradizione di città d’arte, ed oggi è diventata sia luogo di residenza e lavoro di artisti e scultori di fama internazionale come Cascella, Botero e Mitoraj, sia spazio di esposizione delle opere di questi illustri ospiti, le quali sono collocate nelle piazze o nelle numerose gallerie d’arte del centro.

Camera-02-hr__large

Soggiorno

L’intervento proposto, tramite un progetto di ristrutturazione dell’unità immobiliare si ispira in un certo qual modo a tutta la tradizione culturale e architettonica riguardante gli studi degli artisti, Atelier o Botteghe, nei quali i titolari vivevano, lavoravano o allestivano le mostre aperte al pubblico.

Camera-04_hr_large

Servizio Igienico

Partendo dall’unità immobiliare iniziale, che si articola sulla totalità della superficie di piano del palazzo, si è pensato di suddividere gli ambienti al suo interno creando due parti nettamente distinte nelle funzioni ma strettamente interconnesse nella fruibilità interna: una parte piuttosto di carattere abitativo, composta da soggiorno, cucina e camere da letto con rispettivi servizi; l’altra parte invece adibita a studio, laboratorio e zona espositiva. La circolazione interna è stata pensata in maniera tale che i vari ambienti siano connessi fra loro in modo da creare più percorsi allo stesso tempo, senza dover per forza di cose tornare nell’ambiente lasciato alle proprie spalle, proprio come in una sala espositiva. La parte più strettamente domestica dell’appartamento è connessa alla parte espositiva attraverso un ambiente che funge da trait-d’union quale il soggiorno, che in parte per sua stessa natura, in parte per la posizione in cui si trova all’interno dell’unità immobiliare, svolge contemporaneamente diverse funzioni.

Padiglione Italia Expo 2015. Milano - Migliore+Servetto Architects, Cerri Associati Engineering, Tekne Spa

$
0
0

L’architettura prende spunto dalla natura e adotta la metafora della vite quale espressione delle proprie forme. La vite è pianta che cresce su tutto il suolo italiano ed è a sua volta espressione di una microarchitettura: i tralci che dal fusto danno vita ad insiemi di grappoli carichi di vita e nutrimento e, nella disposizione a filari che caratterizza i vitigni, è tratto distintivo del paesaggio italiano, dalle montagne delle valli alpine alle colline che circondano la pianura, all’Appennino e giù fino alle piane del sud e da qui all’esplosione di sole e colori delle isole. La vite rappresenta un tratto unificante ed è simbolo di cultura, di storia, di unità e specificità, di varietà e di qualità. E’ anche un simbolo nel suo identificarsi con la vita dell’uomo e della terra. Questa metafora ci permette di immaginare un tratto unificante in un paesaggio “creato dall’uomo dell’Expo” che attraverso il Cardo, antico segno di ordine territoriale, ci conduce alla piazza principale sulla quale si affaccia il padiglione italiano. Un inviluppo di tralci che tutto avvolge donando la dinamicità e organicità di un opera della natura alla sapienza architettonica dell’opera dell’uomo.

1_large

I tralci mostrano la complessità e la creatività italiane e si mostrano rivelando in parte, con il loro percorso che nasce dall’interno, dal fusto, che è il cuore dell’edificio, il contenuto. Il Padiglione è contenitore dell’esposizione, ma anche contenuto/oggetto esposto esso stesso. Si ha una spettacolarizzazione dell’esterno che prelude allo spettacolo interno e che lega Padiglione e cardo con un unico segno.

2_large

Palazzo Italia è metafora della vite e rappresenta la vita, rappresenta le vite degli italiani che nel loro numero vicino ai 60 000 000 costituiscono la ricchezza del paese e uno straordinario serbatoio di potenzialità. L’evidenza del numero è significata da 60 000 luci, una per ogni mille italiani, che si dispiegano sui tralci delle facciate. La vite cresce, muta, cambia a seconda delle condizioni esterne, e nello stesso modo i fronti del padiglione si sviluppano e mutano il proprio aspetto nella loro veste esterna in base al numero visitatori, ai fattori climatici, in base agli eventi in programma: in una parola in base alla vita. Il passaggio di ciascun visitatore contribuisce a generare e accumulare energia (produzione energia elettrica da calpestio), a visualizzazione delle grandi potenzialità che il contributo attivo di ciascuno di noi potrebbe comportare

3_large

L’architettura di per sé rigorosa e semplice, ma mai semplicistica, sorprende nel riprendere la mutevolezza della natura così da offrire al pubblico delle facciate simili, ma sempre diverse. Un paesaggio nuovo in ogni momento fondato su una struttura edificio/Cardo fortemente riconoscibile e caratterizzato da un’immagine iconica.

5_large

Il padiglione è Macchina scenica/ machine à montrer: l’approccio organico e metaforico, lontano dalla volontà di affermazione di un segno. Gli edifici del Cardo, nella sua scala e nella sua tipologia, sono parimenti struttura lineare pensata per esporre ed essere esposta, con la semplice macchina a piani inclinati che permette, però, straordinaria flessibilità e ricchezza nel compito di mostrare, compito al quale sono chiamati durante l’Expo. La doppia pelle del Padiglione, espediente tipologico e tecnologico che permette la mutevolezza delle facciate, è in verità essa stessa una macchina che dà la facoltà in ogni momento di scrivere una nuova storia in base al programma o alla contingenza con una libertà letteralmente infinita.

4_large

Anche l’interno è“macchina”. Un grande cuore interno, il fusto della vite, è rappresentato da un caleidoscopio, un grande diedro fatto di specchi che permette di creare infinite strutture visive simmetriche. Dal greco καλειδοσκοπεω che significa letteralmente “vedere bello”, è questo un cuore architettoniche che riunisce e dà vita idealmente ai tralci, ma che permette anche di “vedere belle” le rappresentazioni e gli allestimenti che attorno e sotto ad esso si svolgeranno. E’ il cuore che si vede da tutti i piani dell’edificio, ogni livello si affaccia sul vuoto centrale ove esso è incastonato, che sovrasta, con magica sorpresa, la piazza a livello del terreno.

La piazza è peculiarità del paesaggio urbano italiano, ma è anche metafora per eccellenza, metafora del grembo materno che accoglie il pubblico “sotto” il padiglione e dispositivo architettonico che con la sua apertura permette la continuità con l’esterno e, di fatto, non chiude mai l’edificio all’accesso del pubblico. La piazza è anche intesa con la sua geometria digradante come luogo ove, anche nell’attesa dell’accesso ai piani, sia già data la possibilità di conoscere e scoprire, di socializzare e aggregarsi come avviene nelle piazze di tutta Italia. La piazza è solcata dall’acqua, fonte di energia e generatrice di vita. E’ l’acqua che permette alla vite di crescere, quindi per metafora al nostro edificio di mutare e vivere: e’ l’acqua che costituisce anche il legame con la natura di Milano quale città di vie d’acqua, natura che questo Expo riporta prepotentemente e doverosamente alla luce. L’altra fonte fondamentale di energia è la luce naturale, la luce che captata, introdotta nell’edificio attraverso l’invaso centrale dà vita al caleidoscopio, ma anche la luce che attraverso i sistemi fotovoltaici soddisfa in maniera significativa il fabbisogno dell’edificio.

Gli interni costituiscono la parte d’eccellenza di questa macchina scenica: sono i luoghi per un allestimento flessibile, sono il palcoscenico per innumerevoli rappresentazioni. Così come proponiamo un edificio che diventi icona nelle sue parti estroverse, così vogliamo che negli spazi interni, introversi, l’edificio scompaia e si metta al totale e completo servizio della rappresentazione.

Nessuna volontà di affermazione del segno architettonico e di riconoscibilità autoriale può sovrastare, o anche solo disturbare, la necessità di avere uno spazio neutro, flessibile e tecnologicamente adeguato per la rappresentazione del racconto che si vorrà svolgere all’interno del padiglione italiano e lungo il Cardo.

Hybrid green city - marta catillo

$
0
0

Tesi di laurea Firenze_via Alessandro Guidoni

11_large

L’area che ospita il mercato ortofrutticolo Mercafir, è orientata rispetto al Viale Guidoni in modo tale da formare circa un angolo retto, assumendo un ruolo importante dal punto di vista politico, economico e infrastrutturale. L’intreccio di fili ideali che si viene così a creare sarà la base per determinare il profilo della nuova “città”, caratterizzata di conseguenza da orientamenti dversi a seconda delle polarità principali di progetto. Lo scopo è rompere l’assetto urbano esistente per far spazio ad un nuovo concetto di urbanizzazione.

1a_large

L’operazione determinante è dunque ribaltare quello che è il tradizionale sviluppo urbano, creando un sistema nuovo, dove il protagonista diventa lo spazio costituito da pieni e vuoti, ottenuti con l’utilizzo di un elemento modulare(il cubo) interrotti da respiri di verde.

2_large

Viene superata così la classica architettura espressa da edifici il cui elemento principe è la facciata, concependo invece un nuovo concetto di spazio inteso come organismo, diverso in ogni sua parte, contro la rigidezza che fino a questo momento ha caratterizzato il modo di progettare. L’architettura è vita e varietà così come chi la habita e ne consegue che deve subire un cambiamento per poter garantire il soddisfacimento della pluralità dei bisogni degli habitanti.

3_large

4_large

5_large

6_large

7_large

8_large

9_large

10_large

Construire en Bois dans les Alpes - Federico Costucci

$
0
0

Il Comune di Grenoble, in seguito alla proposta dell’ associazione Creabois Isère, ente che favorisce l’utilizzo di materiale ligneo nelle costruzioni, promuove nel 2001 un Concorso per la realizzazione di un teatro ubicato in un contesto montano. L’obbiettivo del concorso consiste nell’elaborazione del progetto di un teatro che possa inserirsi in un contesto naturale ed incontaminato come le montagne e allo stesso tempo possa rispondere ai problemi legati alle condizioni climatiche e all’utilizzo di uno specifico materiale quale il legno. L’idea del progetto nasce dalla volontà di creare una struttura mobile dotata di una copertura apribile che permetta di sfruttare secondo il modello dei teatri dell’antica Grecia il panorama offerto dal sito e favorisca il dialogo fra la natura e l’ uomo. Le montagne e il paesaggio sullo sfondo creerebbero lo scenario più adatto a rappresentazioni artistiche a tema. L’utilizzo del legno si sposerebbe perfettamente con il progetto, perché se da un lato permette la perfetta integrazione con la natura circostante, dall’altro le caratteristiche tecniche derivanti dalla sua lavorazione taglio e assemblaggio in lamelle consente di realizzare una struttura dalla forma sferica, suddivisa in spicchi, che al momento dell’apertura del tetto scorrano uno sull’altro scomparendo all’orizzonte. L’effetto scenico, ottenuto durante le varie manifestazioni, contribuirebbe al raggiungimento di una perfetta armonia con il luogo.

Vista_interna-hr_large

vista interna

Vista_esterna_lago-hr_large

Vista esterna lago

Vista_esterna-hr_large

Vista esterna

1_copia_large

Presentazione del progetto

2_copia_large

Presentazione del progetto

3_copia_large

Presentazione del progetto

Complesso Residenziale, Laglio - A+B2 architettura

$
0
0

Progetto composto da otto appartamenti e una villa situato a Laglio, sul lago di Como.

01_foto_large

02_foto_large

03_pianta_large

04_pianta_large

05_pianta_large

06_sezione_large

07_foto_large

08_foto_large

09_foto_large

Instant House - Sara Adesso, Cosimo Distante

$
0
0

PINCO_Penso più che ad una casa ad un rifugio, un luogo di evasione dal caos della vita su “strada”. Tra i rami e le foglie, un luogo dove lasciarsi incantare dal movimento incessante delle ombre, dove lasciarsi guidare da sensi, abbandonadosi ai profumi che solo la natura può regalare, al suono degli uccelli e del vento, dove i rumori della città sono ovattati e ci ricordano la presenza di una città vicina e viva. L’albero come scrigno inviolato di sensazioni pronte a pervadere per intero la nostra permanenza in quel luogo, dove poter godere di una tisana preparata con le foglie ed i frutti del nostro albero. PALLINA_Penso ad un nuovo modello di abitabilità per adeguarsi alla società in continuo cambiamento. Penso ad una città messa di fronte ad una serie di trasformazioni , disposta a supportare le masse in movimento , a controllare e rendere facili i trasporti . Una città che ha la necessità di abbattere i costi partendo da quelli immobiliari, materiali fino ai costi del vivere quotidiano. Una unità abitativa precaria, reimpiegabile, componibile, leggera, trasportabile, flessibile ed adattabile al suo contesto. Un nuovo stile di vita fondato sulla vera temporaneità, l’uomo e il suo spazio necessario.

Sara_adesso_instant_house_c5_01_large

Il progetto si articola in diverse fasi, a partire dal 2009, per coordinare i vari elementi che costituiranno l’unità residenziale temporanea in occasione dell’expo 2015, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio sonoro della città, e sfruttando le proprietà degli alberi, le risorse metropolitane e la mente umana. ...Introdurre nel terreno un seme o un germoglio perché ne nasca una pianta. L’albero, pianta perenne con fusto eretto, legnoso, che a una certa distanza dal suolo si diparte in rami provvisti di foglie. Aree aperte che fanno spazio agli alberi, alle piante ornamentali, alle passeggiate, ai percorsi pedonali e ciclabili e all’uomo. La natura, il parco nello specifico, si trasforma in contesto e costituisce l’area di progetto . L’albero, anima del parco, si trasforma in struttura portante del progetto. Le aree scelte si presentano come grandi spazi aperti da destinarsi ad aree verdi attrezzate a disposizione del progetto e della città. La temporaneità pubblicitaria diventa l’unità abitativa temporanea. Il cartello pubblicitario é la struttura e l’involucro dell’unità abitativa. Le aree a parco attrezzato ospitano la pubblicità inerente all’Expo 2015, che al momento della manifestazione verranno smontate e ri-utilizzate per comporre l’unità. Alla frenesia di una realtà artificiale e costruita, la natura diventa occasione per soffermarsi a riflettere, per guardare il mondo da un altra prospettiva. In contrapposizione allo status quo, qui è la natura che detta le sue leggi, qui il costruito e l’artificiale assecondano e si conformano a queste “nuove regole”.

Sara_adesso_instant_house_c5_03_large

COME? QUANDO? PERCHE’? Alcune parti del parco saranno occupate dall’ installazione di pannelli pubblicitari, pannelli dalla struttura singolare. Una insolita struttura composta da triangoli in tubolare. Le dimensioni sono direttamente proporzionate alle diverse destinazioni che avranno, dalla singola cellula abitativa alla cellula degli spazi comuni. Prende vita il parco urbano, zona di verde pubblico urbano di dimensioni ragguardevoli, preservata dall’urbanizzazione e attrezzata per utilizzazioni ricreative. L’arredo ubano pensato con una duplice funzione+ e riutilizzo , come per esempio una panchina che diventa la struttura di un letto per l’unità abitativa. I pannelli nel 2014 daranno spazio alla pubblicità, nel 2015 daranno spazio all’abitare. I costi ricavati dalla pubblicità annulleranno i costi per il montaggio, smontaggio e l’allestimento delle unità abitative. La pubblicità resta invariata, cambia solo il supporto, che da pannello piatto diventa… Ogni pannello pubblicitario supporta una pubblicità, stampata su pvc con determinate guide a forma di triangolo che serviranno per ricavare, ritagliare, il rivestimento della cellula abitativa. Il pannello è il modulo costruttivo e sarà di due dimensioni, una grande ed una media, a favorire dei costi pubblicitari. Il mini complesso residenziale naturale prende vita, ed è composto da tre singole cellule, per tre persone e da uno spazio comune strttamente collegato a queste da tre semplici passerelle. Gli ospiti della città occupano il parco all’altezza della chioma, lasciando libero lo spazio adibito a parco ed invariate le attività quotidiane. Finita la manifestazione il complesso viene smontato e pronto ad un nuovo ri-utilizzo nella citta, dall’installazione di nuove pubblicità al soddisfare un nuovo bisogno di abitazioni temporanee. Precarietà,componibilità, leggerezza, trasportabilità, flessibilità e reimpiego sempre adattabile al suo contesto.

Sara_adesso_instant_house_c5_02_large

L’epoca in cui viviamo mette l’uomo di fronte ad una serie di cambiamenti, rapide trasformazioni e continui flussi socio culturali, che richiedono la formulazione di nuovi concetti , studi di nuovi materiali, nuove tecnologie costruttive e soluzioni temporanee dell’abitare , dimenticando il rapporto con l’ambiente, con la città. La soluzione proposta è una unione di strategie, eventi, luoghi che si fondono in una serie operazioni a favore della città e nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio sonoro. Una unità temporanea composta da tubolare, legno e pvc, assemblati con una semplice tecnologia costruttiva, componibile e riempiegabile.

Sara_adesso_instant_house_c5_04_large


Call for ideas – Spazio pubblico network social innovation - Biennale Spazio Pubblico 2013 - Daniele rivano

$
0
0

Portoscuso, piccolo paese di circa 5000 anime situato nel sud ovest Sardo con una storia di 4 secoli ed un economia fatta soprattutto di mare, pesca, agricoltura e soltanto in epoca recente basata sull’industria, a causa della crisi economica globale ed alla chiusura della maggior parte degli stabilimenti, si trova davanti alla necessità di doversi reinventare. A livello paesaggistico l’area possiede un alto potenziale per uno sviluppo turistico sostenibile. La parte di paese che rappresenta al meglio questa potenziale latente è la fascia costiera a nord ovest del paese chiamata Capo Altano o Giordano, che storicamente ospitava l’ex avamposto militare chiamato SR310, posto a difesa del canale di San Pietro. Una scogliera impervia e poco accessibile dai suggestivi scorci, un percorso di circa 1,5 km realizzato con materiale di scarto industriale d’altoforno (da bonificare), una fascia di macchia mediterranea sovente utilizzata come discarica abusiva. L’ipotesi progettuale consiste in un intervento di restauro paesaggistico proponendo uno sviluppo compatibile con l’ambiente attraverso un programma di tutela – fruizione che trova la sua origine nell’analisi degli utilizzi che già si fanno dell’area oggetto di studio, utilizzando sia risorse pubbliche che private con il coinvolgimento della comunità.

Fortinobar3bb_large

VIVERE i luoghi grazie alla valorizzazione dell’ex avamposto bellico che ospiterà il BarExpò in appoggio ad un villaggio costituito da dei semplici Bungalow smontabili in legno realizzati dai giovani del paese che in cambio ne avranno la gestione o la libera fruizione a rotazione nelle stagioni in cui quest’ultimo non è occupato dai turisti. Le casette, immerse nella macchia mediterranea saranno dotate di impianto fotovoltaico in modo tale da essere indipendenti a livello energetico.

Tav_biennalebbbbb_large

CONNETTERE i luoghi sfruttando il percorso principale, già utilizzato per attività podistiche durante tutte le stagioni, e realizzandovi una vera e propria pista da running con la segnaletica orizzontale del metraggio ed in aggiunta gli indirizzi delle singole casette che oltre ad essere le unità del Villaggio-campeggio avranno anche il ruolo di Box Espositivo che a tappe racconterà la storia del paese (mostra fotografica permanente) principalmente in primavera, stagione in cui a rotazione tali spazi saranno messi a disposizione dei giovani Portoscusesi per le loro iniziative. Unire e raccontare, questo è il ruolo della pista da atletica che condurrà sino all’ex area militare, culmine del racconto. Durante la stagione estiva le casette verranno affittate e gestite dai giovani del paese tramite un sito internet che servirà anche come incanalature di idee per eventuali eventi del quale il parco potra essere teatro, specie quelli musicali considerata la posizione perfiferica.

Pista1a_large

ACCEDERE ai luoghi tramite delle strutture flottanti smontabili di acciaio e legno per mezzo delle quali la scogliera diventerà fruibile a livello balneare in 3 punti distinti.

Vigevano Smart City - Lucia Speri, Gloria Pezzutto

$
0
0

L’area in esame è caratterizzata attualmente da una forte frammentarietà e varietà di oggetti architettonici. Parcheggi non ben definiti, sezione stradale poco disegnata e una presenza incostante di alberi e verde non danno all’asse stradale via Rocca Vecchia – via Decembrio, alla piazza di Sant’Ambrogio e alla stazione ferroviaria un CARATTERE DOMINANTE E UNITARIO e ne consegue una perdita di importanza urbanistica e sociale di questa zona pur essendo essa in una posizione centrale e strategica della città. Il nostro progetto conta di dare ORDINE E VALENZA ARCHITETTONICA a questa porzione di città attraverso diversi elementi: il verde, i percorsi pedonali, gli accadimenti puntuali. L’asse principale nasce dal parco di Piazza Vittorio Veneto, si sviluppa in Via Rocca Vecchia e via Decembrio, incontrando Piazza Sant’Ambrogio che ha perso la sua funzione di parcheggio per diventare luogo d’INCONTRO E SOCIALIZZAZIONE. Via Ulisse Marazzani e via Ludovico III Moro diventano invece collegamenti diretti alla stazione, parcheggio principale di questa parte di citta. L’intervento consiste nell’estrarre dal parco una lingua di verde che si sviluppa nelle strade interessate e si articola e rapporta con delle isole che accolgono diverse funzioni. Anche la zona commerciale di fianco a piazza Sant’ambrogio è oggetto di riqualificazione.

Disegni2_large

Piazza Sant'Ambrogio

LAYER DI PROGETTO Il progetto si svilupperà attreverso diversi livello di lettura e sviluppo del tessuto urbano. Attraverso una progettazione di questo tipo è possibile controllare e mettere in relazione diversi servizi e anbiti progettuali. LIVELLO SUBURBANO: raccogliere e distribuire risorse. LIVELLO STRADALE: ridisegnare la sezione stradale e creare nuovi rapporti tra i diversi flussi di scorrimento. LIVELLO URBANO: Il progetto del nuovo asse deve rapportarsi con il contesto urbano esistente. LIVELLO AGGREGATIVO: dare volore architetonico alla piazza di Sant’Ambrogio. LIVELLO SERVIZI: sviluppare un sistema di isole pavimentate che interagiscono con il verde LIVELLO IMMATERIALE: garantire in tutto l’asse progettuale, ma anche a tutta la città, una copertura internet wifi.

Vigevano_tavola1_large

Concept e contesto

PIAZZA SANT’AMBROGIO Piazza Sant’Ambrogio riacquista funzione di luogo aggregativo, spazio collettivo per accogliere manifestazioni, spettacoli teatrali, mercatini, piste di pattinaggio sul ghiaccio nel periodo invernale. Il verde si insinua in parte anche in questo luogo in modo da creare degli spazi all’ombra, dove riparasi dalla calura estiva. In questo modo questo luogo pubblico è utilizzabile in tutte le stagioni e si adatta elle esigenze dei suoi cittadini.

Disegni_large

I nuovi limiti di Piazza Sant'Ambrogio

IL MERCATO Il progetto prevede di rendere a senso unico di marcia via Ludovico III Moro, Via Ulisse Marazzani e Via Guglielmo Marconi. Questa scelta ha l’obbiettivo di ordinare e rendere più agevole il traffico in questi collegamenti. Lungo queste vie saranno ridefiniti i percorsi pedonali, ciclabili, il verde e i parcheggi.

Vigevano_tavola2_large

Il percorso verde e gli accadimenti.

GLI ACCADIMENTI Gli accadimenti sono degli spazi disseminati lungo l’asse principale del progetto. Sono in diretto rapporto sia con la strada che con gli spazi verdi. Sono costituiti da dei piazzali pavimentati e accolgono diversi tipi di funzioni e servizi: vi si trovano parcheggi, stazioni per il bike sharing, distributori comunali per l’erogazione dell’acqua e del latte, torrette per ricaricare le automobili elettriche, zone ecologiche per la raccolta dei rifiuti.

Disegni5_large

Idea di area pubbblica

LA STAZIONE La stazione diventa interscambio fondamentele per i diversi sistemi di collegamento: treno, autobus, auto privata, bicicletta e zona pedonale. Anche in questo caso è dominante per il progetto il ridisegno del verde e la qualità dello spazio pubblico. Il piazzale diviene il parcheggio più importante della città ed è in relazione al centro grazie ai collegamenti.

Disegni3_large

Vigevano Samrt City - la componente immateriale per una città.

I SERVIZI Piazza Sant’Ambrogio riacquista funzione di luogo aggregativo,anche grazie alla presenza di servizi di grande importanza per perseguire gli obbiettivi intrapresi. In particolare la riduzione del traffico e delle emissioni inquinanti è resa possibile grazie alla possibilta del nolleggio di bici e di auto reperibili facilmente grazie a applicazioni che rendono agevole il servizio. La città sarà inoltre dotata di torrette per la ricarica delle auto elettriche. La presenza della rete wifi diffusa in tutto il territorio comunale inoltre incentiva le realzioni con l’esterno e facilita l’utilizzo dei servizi.

Vigevano_tavola_large

Piazza Sant'Ambrogio, nuovo luogo dello stare.

Il risultato di questo intervento è un riassetto complessivo dell’asse stradale di Via Rocca Vecchia e via Decembrio. Il piazzale Sant’Ambrogio ha riacquistato il valore architettonico di una piazza e l’importanza sociale di un luogo d’incontro. Qui si possono organizzare eventi, spettacoli, si possono accogliere eventi sportivi. In tutte le stagioni offre spazi accoglienti e usufruibili e adattabili a qualsiasi esigenza. La città con questo intervento si è riappropriata di una zona fin’ora non valoriazzata.

MARKET ZONE - Art.ur, DEL'ART

$
0
0

APERTO IL BANDO DI SELEZIONE PER PARTECIPARE A MARKET ZONE, laboratorio itinerante e interdisciplinare che privilegia gli interventi e le ricerche artistiche e interdisciplinari in situ, nei mercati di Piazza Galimberti e Piazza Seminario a Cuneo e nel Marché de la Libération a Nizza. Il laboratorio parte dal presupposto che il mercato è un luogo di scambio e d’incontro. In ogni città, il mercato incarna il territorio circostante, caratterizza un quartiere e costituisce uno dei poli di attrazione sia per gli abitanti che per i turisti di passaggio. Oltre alla funzione commerciale, esso catalizza varie questioni attuali e fondamentali, quali la sostenibilità, la relazione tra la città, l’ambiente e la catena di produzione, la configurazione urbanistica, l’integrazione sociale e culturale, i modelli di consumo e il riciclo. Market zone invita quindi artisti, ricercatori e pubblico coinvolto a riflettere sulla natura dei luoghi scelti, spazi di vendita di merci varie, ma anche vetrine di un sincretismo culturale e sociale di due territori specifici, e a lavorare negli interstizi dei due mercati e sulle possibili interazioni tra due realtà che coesistono. Market zone si svilupperà sui due anni 2013 e 2014, riunirà 12 partecipanti attorno a poli di interesse specifici tra cui arte, design e graphic design e sarà aperto a varie discipline: arti visive, design, graphic design, architettura, urbanistica, scenografia e ricerca in ambito storico, antropologico e sociologico. Il bando per la selezione dei partecipanti è ora aperto e scadrà mercoledì 5 giugno 2013. Market zone nasce dall’intenzione di confrontare le diverse discipline coinvolte con il mercato, il quale delinea una forma connotata e molto precisa di organizzazione dello spazio urbano. Il progetto s’impegna a ripensare lo spazio pubblico attraverso una serie di attività: un workshop e una serie di conferenze nelle due città, Cuneo e Nizza, presentazioni pubbliche e un’esposizione itinerante nei due mercati, che favoriranno la creazione di una rete locale per il sostegno della ricerca e della sperimentazione interdisciplinare.

Mz_logo_rgb_pos_large

NON FERMARTI AL BORGO:VIVI VOGOGNA! - Diego Baronchelli, Luigi Serio, Maddalena Gioia Gibelli, Camilla Dottini

$
0
0

Il progetto di riqualificazione territoriale di Vogogna è scaturito da un approccio di identificazione e unificazione dei suoi caratteri paesaggistici.

Tav1_large

tavola1

L’analisi del territorio ha evidenziato le seguenti potenzialità: . il borgo medievale . il fiume Toce . il paesaggio agricolo . l’area boschiva lungo fiume . il paesaggio montano

Tav2_large

tavola2

Come citato nel bando le finalità progettuali devono mirare al raggiungimento di una percezione di unitarietà tra il Borgo e la parte bassa della città sviluppatasi negli anni più recenti in modo disordinato lungo l’arteria viaria principale.

Schemi_concept_large

analisi territorio Vogogna

Seguendone le indicazioni, la nostra proposta progettuale mira ad un intervento che riesca a riproporre il dialogo tra i caratteri identificativi del territorio attraverso l’utilizzo di ELEMENTI CERNIERA riconducibili alle forme e materiali del luogo.

Masterplan_large

masterplan

Il primo pensiero progettuale prende in considerazione il rapporto tra PIETRA e MURO, in passato elemento di chiusura della città medievale, di protezione dell’ambiente ostile circostante. Oggi, contrariamente al passato, c’è la necessità di unire l’abitato di Vogogna con l’ambiente; di allacciare il borgo medievale ai caratteri paesaggistici identificativi. Il progetto riprende il vecchio rapporto tra PIETRAMUROCINTA MURARIA e lo sviluppa, trasforma, evolve in CORTENNASTROELEMENTO UNIFICANTE.

Planimetria_large

planimetria

L’evoluzione del pensiero progettuale ha portato ad una pianificazione d’insieme dei diversi ambiti d’intervento. Il masterplan descrive il nuovo assetto paesaggistico lungo il tratto di asta viaria di collegamento tra il municipio e piazza Steffanina. Le specie vegetali autoctone e la trama pavimentata in lastre di beola si integrano armoniosamente con gli elementi in corten che hanno la funzione di accompagnare il visitatore a CONOSCERE e VIVERE VOGOGNA: . fiume Toce – campi coltivati – boschetto a sud-ovest . borgo medievale – paesaggio montano a nord- est

Muro_divideva_oggi_unisce_large

il muro che divideva oggi unisce

Anche le due porte si identificano nel corten e riprendono il design degli elementi unificanti; definiscono il perimetro territoriale di Vogogna, racchiudono l’intervento.

La nostra proposta progettuale vuole far emergere i caratteri esistenti di Vogogna senza imporne altri. A nostro giudizio ci troviamo in una realtà già ricca di elementi positivi e di valore, dobbiamo portarli alla luce e metterli in comunicazione.

Genève, Rue des Cordiers 8. - Paolo Fromage

Viewing all 11324 articles
Browse latest View live




Latest Images