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Borgonuovo Showroom - Luigi Ferrario

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Stefan Hafner, brand di alta gioielleria del gruppo Leading Italian Jewels, ha aperto nel quadrilatero milanese il suo nuovo showroom. Lo spazio in via Borgonuovo 10 è stato curato dall’architetto Luigi Ferrario che ha scelto un design luxury minimal per dare massima visibilità ai gioielli; infatti, oltre alle ultime collezioni, si possono trovare anche alcuni preziosi della Vintage Collection e pezzi unici.

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Oltre a Stefan Hafner, marchio di alta gioielleria conosciuto in tutto il mondo per i suoi gioielli in oro, diamanti e pietre preziose lavorati artigianalmente dagli orafi valenzani, nello showroom sono anche presenti gli altri brand del gruppo Leading Italian Jewels: Nouvelle Bague, Valente Milano ,Porrati e IoSì.

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

A Milano un nuovo indirizzo dove trovare l’eccellenza orafa del savoir fair italiano.

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom

Luigi Ferrario — Borgonuovo Showroom


FABER Headquarters - geza

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Il progetto dei Nuovi Uffici della Faber Industrie Spa si inserisce all’interno di una strategia di sviluppo e pianificazione più ampia dell’intero comparto di proprietà Faber, che comprende la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo in fase di ultimazione, la riorganizzazione della logistica generale interna, del controllo degli accessi, del sistema di soste e viabilità oltre che del progetto di suolo e del landscape in genere.

geza — FABER Headquarters

I nuovi Headquarters si articolano in due volumi longitudinali orientati Est Ovest, di altezza e lunghezza differenti, collegati da un corpo centrale con funzione di hall/reception, area di attesa e di collegamento funzionale fra le differenti aree.

geza — FABER Headquarters

Il corpo Sud prevede al piano terra l’ingresso e le aree a funzione collettiva e di rappresentanza: sale riunioni, sala assemblee, e cuore tecnologico; al piano primo vengono posizionati parte degli uffici operativi: aree amministrativa, commerciale e funzioni di supporto tecnico.

geza — FABER Headquarters

Il corpo Nord, più corto ma più alto, presenta al piano terra gli uffici operativi collegati alle attività produttive adiacenti e del personale; il primo piano accoglie le aree del top management con la sala del Consiglio di Amministrazione; il piano secondo prevede la localizzazione delle aree destinate alla ricerca e allo sviluppo delle tecnologie industriali. Viene inoltre realizzato un volume interrato in corrispondenza del corpo centrale destinato ad ospitare un’autorimessa ad uso privato, vani tecnici e tecnologici, archivi e spazi di servizio.

geza — FABER Headquarters

Il progetto è stato concepito con particolare attenzione al rapporto fra rigore spaziale, flessibilità d’uso nel tempo e nello spazio, e volumetrie che creano viste, interni e prospettive di grande qualità architettonica, mediante l’uso di materiali e finiture semplici ma di grande impatto visivo. Le grandi vetrate consentono l’utilizzo continuo della luce naturale diretta e indiretta, controllata da sistemi di oscuramento e filtratura automatizzati. Particolare cura viene data alla relazione con l’esterno mediante il disegno di un landscape rivolto ad Est verso le aree produttive e ad Ovest verso il paesaggio agricolo; a Sud il progetto si collega con l’area attualmente occupata dal padiglione di ingresso e dai magazzini Faber totalmente ridisegnata e riorganizzata.

geza — FABER Headquarters

The project for the new offices of Faber Industrie Spa is part of a comprehensive strategy aimed at developing and planning the whole area owned by the company, which includes the construction of a new plant, about to be completed, the reorganization of in-house logistics, access control, car park and roads, as well as the general site plan and landscape.

geza — FABER Headquarters

The new Headquarters comprise two East-to-West longitudinal volumes of different heights and lengths, linked together by a central building serving as hall, reception area and functional connection between several areas.

geza — FABER Headquarters

The southern building includes communal and reception areas and some meeting rooms, an auditorium and a technological centre on the ground floor; administration, marketing and technical offices on the first floor.

geza — FABER Headquarters

_The northern building, the shorter and taller, includes the offices related to the adjacent plant and for staff on the ground floor; the first floor houses the top managers’ offices and the boardroom; the second floor is devoted to all activities linked to technological research and development. Moreover, another volume in the basement of the central building is created to accommodate a private garage, technical rooms, the corporate records and service areas._

geza — FABER Headquarters

_Special care was devoted to the relation between spatial rigour, flexibility of use over time and space and volumes. Combined, the latter offer high quality views and perspectives, by using simple materials and finishes of great visual impact. The large glazed surfaces using controlled automated screens and shutters always allow direct and indirect natural light. Special care was also given to the indoor/outdoor connection by developing a landscape plan directed eastward to the plant and westward to farmland. To the south, the project connects with an area currently occupied by the entrance lodge and warehouses, which has been entirely redesigned and reorganized._

geza — FABER Headquarters

Casa 19 - Luigi Ferrario

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Progetto: Piergiorgio Fasoli + Luigi Ferrario

Luigi Ferrario — Casa 19

L’ edifico è parte di un piano di recupero e costituisce il completamento del grande isolato triangolare ubicato tra le vie Novara, Paravia e Celio.

Luigi Ferrario — Casa 19

La nuova costruzione è un grande organismo angolare con corte interna inserito nel tessuto urbano che lo circonda ma, nella sua rigorosa semplicità, non si confronta con il contesto.

Luigi Ferrario — Casa 19

La scelta progettuale è infatti quella di creare, con un contemporaneo linguaggio architettonico, un segnale catalizzatore all’interno della disomegeneità del contesto edilizio circostante, che mantiene, secondo le indicazioni del Piano di Recupero, la continuità delle altezze e degli allineamenti dei fabbricati adiacenti. (limitrofi)

Luigi Ferrario — Casa 19

La struttura portante, che segue l’articolazione modulare della pianta, è realizzata in cemento armato. Le finestre in legno e le superfici vetrate aprono gli spazi interni al paesaggio urbano circostante ; setti in muratura aggettanti perpendicolarmente separano verticalmente le facciate dei differenti corpi di fabbrica.

Luigi Ferrario — Casa 19

Lunghi terrazzi coronano l’edificio e sono schermati da parapetti in lamiera stirata; strutture curvilinee in ferro simili a pergolati prolungano l’ andamento delle coperture in zinco.

Luigi Ferrario — Casa 19

Queste coperture curvilinee si intersecano nell’elemento angolare dei grandi terrazzi, posto sopra al volume trasparente della scala che dall’atrio scende ai piani inferiori.

Luigi Ferrario — Casa 19

Le murature che delimitano l’angolo sezionano l’edificio e mettono in evidenza la specularità dei prospetti composti da setti murari rivestiti in materiale ceramico.

Luigi Ferrario — Casa 19

Le facciate sono inoltre caratterizzate dai parapetti in vetro colorato dei balconi e dalla pensilina in ferro che corona e completa l’elemento architettonico dell’angolo.

Luigi Ferrario — Casa 19

Luigi Ferrario — Casa 19

Luigi Ferrario — Casa 19

DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM - Javier Mosquera Gonzalez

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SECOND PRIZE Dalseong citizen’s gymnasium Open international competition Location: Daegu. South Korea Area: 4’435sqm Budget: 10.000.000 $ Year: 2014 Client: DACC

Javier Mosquera Gonzalez — DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM

1. Gymnasium = Gymnasion In ancient Greece, the Gymnasion was used to practice exercise, as a public bath, as a center for studies and as a common place for philosophers. The main idea of this project is to create a meeting place for the citizens. The building is configures into several exterior and interior areas where coexistence happens in a natural way. The project is divided into three parts, the first one, exterior, with a horizontal area ready to hold open air events. The second one defined as daily sports facilities, and the third one understood as the multipurpose gymnasium and spectators area, conceived as an area around the courts and directly linked to the park on the east side of the plot. The last part is the area with the common facilities such as dressing rooms, cafeteria and offices, all of them organized around those three main areas, ensuring the proper functioning of the building.

Javier Mosquera Gonzalez — DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM

2. A new horizontal plane, two heights of the project. The hilly terrain of the plot must be reorganized to improve the accesses to the new building, as well as to give the citizens public spaces with enough quality to be used by them. By moving the ground, a new horizontal area at +30.00 is created and it defines the main access to the gymnasium. At the same time, and thanks to the section proposed, the link with the east wooded area allows a fast evacuation of the whole building at +34.00. By doing this, the building solves its relation to the ground and the accesses at the different levels of the plot.

Javier Mosquera Gonzalez — DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM

3. Accesses from the city The main link to the city is made from the south art of the plot at +30.00 where the new horizontal plane and the Street match. In the middle point of the street at +27.00, there are some stairs and a ramp to reach that new plane. In the north part of the plot, besides the parking access at +24.00, there are some stairs to get to the intermediate level before stated. Emergency and service vehicles can access from the south or enter the parking from the north. The link with the new Dalseong Sports Complex Park is made by a bridge and an elevator. These multiple accesses try to boost the use of this public building in the city, and to create a link to the new sports complex in the north.

Javier Mosquera Gonzalez — DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM

4. An underground parking lot, an open space for the city Not making an open air parking lets the creation of a horizontal plane in front of the building ready to be used whenever the citizens desire, to practice sports or just to be relaxed far from the traffic of the street near the plot. By putting some trees in the south part of the plot the project defines its limits but at the same time it is connected to the wooden east area. This means, the gymnasium is not a closed building but also it is opened to the exterior, increasing its qualities as a meeting point for the city. With this simple action, what was before a building with two sports area, it becomes into three meeting places based on sports.

Javier Mosquera Gonzalez — DALSEONG CITIZEN'S GYMNASIUM

5. Building and sustainability The proposed building materials for the new gymnasium, try to show the building as a reference point in the city due to its quality and warmth. Creating a cozy space is a key fact to make people want to go to the gymnasium. Concrete, metal plates and wood. The proposed construction systems assure a fast and efficient way to build the project. The sustainability of the building is reached from the first step of positioning the building in the right part of the plot. The facing of every area, with its right exposure to the sun and natural ventilation, the green roof, the skylights in the multipurpose area, as well as the interior height well-adjusted according to every useful area reducing the inner volume to be heated, all these actions improve the performance of the technical facilities and its final amount of energy consumption.

HOTEL CLASS. - Niko INGRIS

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HOTEL CLASSBAR RESTORANT.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Render by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Photo by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Niko INGRIS — HOTEL CLASS.

Render by Niko INGRIS.© Niko INGRIS.

Da Giò - Matteo Vidali

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Un pescatore capace preferisce la vita sulla propria barca che quella sulla terra ferma. Da questa idea è nata una visione che ha poi preso forma in un ristorante galleggiante adagiato sulle rive del Lago Maggiore. Per farlo è stato recuperato un catamarano abbandonato, qui trasformato in una location ideale per gustare i prodotti del lago strizzando l’occhio all’ambiente circostante.

Matteo Vidali — Da Giò

Matteo Vidali — Da Giò

Matteo Vidali — Da Giò

Matteo Vidali — Da Giò

Matteo Vidali — Da Giò

Matteo Vidali — Da Giò

Round Cafè - Matteo Vidali

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Quando il bar fonde le sue forme con una location particolare com’è l’interno del multistore di design Arredopiù nasce questo particolare locale, che rispecchia l’essenza che si respira all’interno dello spazio che la ospita, e nello stesso tempo esprime una propria vita e filosofia.

Matteo Vidali — Round Cafè

Bar Savoy - Matteo Vidali

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Stresa è una delle località più affascinanti che si affacciano sul lago Maggiore. Nei locali che un tempo ospitavano uno degli Hotel storici della Città, l’Hotel Savoy, è stato realizzato un locale che sapesse contenere nel suo piccolo spazio più proposte, e che avesse un aspetto moderno ma allo stesso tempo legato al suo passato.

Matteo Vidali — Bar Savoy

Matteo Vidali — Bar Savoy

Matteo Vidali — Bar Savoy

Matteo Vidali — Bar Savoy

Matteo Vidali — Bar Savoy


Edificio de Hacienda, Almería - José Francisco García-Sánchez

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RESEÑA HISTÓRICA CALLE ARRÁEZ. Desde esta Calle Arráez hasta la muralla de Jairán, se extiende la zona conocida por la Hoya de San Cristóbal. Ese barrio se construye en la primera mitad del siglo XIX. Los árabes llamaban arráez al capitán o patrón de un barco. A esta calle le viene el nombre por Don Francisco Arráez, teniente coronel del regimiento de Milicias Provinciales de Guadix, muerto en la batalla de Medellín de 1809, que vivió en esta calle.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

PROYECTO. ANTECEDENTES. Actualmente, la Concejalía de Hacienda del Ayuntamiento de Almería, se encuentra en la Calle Juez, esquina Calle Arráez. Se propone la ampliación, con un nuevo EDIFICIO ADMINISTRATIVO, situado en un solar anexo, entre las calles Arráez y Milagros. El NUEVO EDIFICIO, además de aportar eficacia, permitirá que los nuevos espacios de trabajo sean capaces de adaptarse y absorber las constantes transformaciones del cuerpo de hacienda, amén de permitir crecimientos futuros.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

ESQUEMA DE USOS. FUNCIONALIDAD. La propuesta, separa claramente, entre el trabajo asociado a DESPACHO INDIVIDUAL y trabajo asociado a PUESTOS COLECTIVOS. El primero se dispone, en una suerte de despachos con una TERRAZA-PATIO, abierta mediante celosía de piedra (ver imágenes). Estos DESPACHOS, se colocan mirando a la ALCAZABACalle Milagro. Los PUESTOS DE TRABAJO COLECTIVOS, se resuelven en un MONOESPACIO asociado al ATRIO y la calle Arráez. Este MONOESPACIO se puede dividir, ampliar, modificar, cuando se estime oportuno.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

CERRAMIENTO. A la hora de proyectar, se intentó plasmar una idea de CONTEMPORANEIDAD, mediante un material constructivo TRADICIONAL, de color o tonos tradicionales, pero dispuesto al modo CON TEMPORÁNEO. Es decir, las MISMAS PIEDRAS de las que están construidos sus edificios vecinos, las usaremos, aquí si, dispuestas formando LAJAS VERTICALESde canto. El resultado es un CERRAMIENTO que funciona de IMAGEN rotunda del edificio al EXTERIOR y de CELOSÍA de LUZ al interior.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

ATRIO DE LUZ. CORAZÓN DE LA CIUDAD. En el Corazón de la Ciudad, en el Corazón de la Ampliación de la Concejalía de Hacienda… late el AIRE y la LUZ. Se propone un ATRIO de tres alturas, que tense el espacio vertical y relacione los espacios de trabajo, conecte y oriente.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

SOSTENIBILIDAD. a) APROVECHAMIENTO DEL AGUA DE LLUVIA [e1]. El agua de lluvia se recogerá de la gran cubierta (captador de aguas pluviales) 460 m2 . Un ALJIBE [e5] acumulará el agua de lluvia, que será tratada para que circule en el interior de las gomas flexibles de los PATIOS-TERRAZA de los DESPACHOS, para el riego, y su utilización en caso de incendio, así como refrigeración del sistema de climatización. b) AGUA CALIENTE SANITARIA SOLAR [e2]. El suministro de A.C.S. se realiza a través de la planta de climatización, que proporcionará el agua caliente en un circuito primario conectado a un depósito acumulador de acero inoxidable mediante un intercambiador exterior de placas. Según el C.T.E. se propone una contribución solar en torno al 60-70%. c)FACHADAS ACTIVAS. MECHINALES DE LUZ. [e3]. Las fachadas están construidas por unas lajas de PIEDRA NATURAL dispuestas en vertical, una tras otra. Piedras de distintos tonos, asemejándose a las saeteras de la ALCAZABA de ALMERIA. También recuerdan los mechinales de las Torres de dicha fortaleza militar. MECHINALES de LUZ. d) VENTILACIÓN CRUZADA. CORAZON de AIRE. [e4]. La diferencia de temperatura y presión en un lugar orientaciones opuestas, genera una corriente de aire que facilita la ventilación. Una buena ventilación es muy útil en climas cálidos, sin refrigeración mecánica, para mantener un adecuado confort higrotérmico. Además el EDIFICIO DE HACIENDA cuenta con un CARRAZÓN de AIRE FRESCO en su interior, un espacio de TRIPLE ALTURA, que genera corrientes verticales de aire fresco. e) PROTECCIÓN SOLAR EN VERANO. La suerte de LAJAS DE PIEDRA VERTICALES, generan un Brise-Soleil, matizando la LUZ para las condiciones de trabajo en la OFICINA-DESPACHO. f) SOLEAMIENTO EN INVIERNO. Los Patios asociados a las OFICINAS-DESPACHOS, generan LUZ CENITAL. Controlando la LUZ HORIZONTAL, con la celosía de PIEDRA VERTICAL. g) INSTALACIONES. Todas las instalaciones, tanto impulsión de aire, como iluminación, como sonido, están ubicados en los falsos techos. Las bajantes de AGUAS PLUVIALES que van al ALJIBE [e5],lo hacen por espacios dejados a tal efecto. h) REFRESCO DE LOS PATIOS DE LAS OFICINAS MEDIANTE GOMAS DE RIEGO POR GOTEO [sistema alternativo o complementario] Los PATIO-TERRAZA de las oficinas-despachos. Un sencillo sistema de TUBERÍAS FLEXIBLES alrededor del cerramiento, procuran un sistema de climatización en verano, mediante la esparsión de agua fría difuminada por goteo. El agua utilizada, procederá del aljibe que recoge las aguas pluviales de la cubierta.

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

José Francisco García-Sánchez — Edificio de Hacienda, Almería

MexPoint - Matteo Vidali

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C’è sempre tempo per bere un buon caffè. Questo è il principio dal quale nascono i MexPoint, locali per la vendita di cialde e non solo, dove perdersi tra i profumi e gli aromi di una bevanda straordinaria quale il caffè.

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Matteo Vidali — MexPoint

Plaza Cafè - Matteo Vidali

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LA realizzazione del Plaza Cafèè stata una scommessa fatta con il committente. Trasformare un locale anonimo in un punto di ritrovo con una forte connotazione, contenendo allo stesso tempo i costi di restyling. L’uso di materiali di recupero e di trattamenti alle pareti ha consentito di vincere la scommessa…

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

Matteo Vidali — Plaza Cafè

progetto per miglioramento area laghetto "Fiorella" a San Mazzeo coscaro (Conflenti cz) - Atelier Anzalone

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L’intenzione del progetto è di realizzare delle strutture che riescano a dialogare in armonia con il paesaggio del luogo stesso;il pregio di tali realizzazioni è costituito dall’utilizzo di materiali naturali,come il legno ed i rivestimenti in pietra naturale,che bene si integrano con il paesaggio,offrendo con le sue forme un linguaggio architettonico semplice ma contemporaneamente gradevole all’occhio umano, merito della compatibilità con tutto ciò che lo circonda.

Atelier Anzalone — progetto per miglioramento area laghetto "Fiorella" a San Mazzeo coscaro (Conflenti cz)

Il chiosco, si sviluppa su una superficie di mq 28.46, con una forma esagonale schiacciata sugli angoli principali,la cui destinazione d’uso sarà di tipo commerciale. La struttura portante è dotata di pilastri in legno lamellare dalla sezione rettangolare di dimensioni 12cm x 24cm interni ed esterni,a creare con la copertura un corridoio che percorre l’intero perimetro del chiosco, poggiati su un basamento di C.A., che si estende per tutta la superficie del chiosco stesso. Le pareti perimetrali sono realizzate con un tamponamento in Poroton da 12cm x 25cm x 19cm,ed a sua volta rivestito con pietra naturale dallo spessore di 0.04 cm. La copertura è realizzata con delle travi in legno lamellare dalla sezione rettangolare di dimensioni 12cm x 16cm, incastrate in un anello centrale e poggiano sulla coppia di pilastri presenti sugli angoli del perimetro del chiosco. Il pacchetto copertura è composto,oltre che dalle travi,da uno strato termoisolante,elementi di supporto (listelli in legno) e da elementi di tenuta (tegole). Essa è studiata per assicurare un perfetto ed agevole smaltimento delle acque meteoriche e della neve nei periodi invernali,nonché un buon isolamento termico. Il chiosco è illuminato ed arieggiato mediante delle aperture poste sul prospetto posteriore;mentre sul prospetto principale sono presenti delle aperture in stile bouwindow utilizzate come bancone vendite del chiosco stesso. Tali aperture sono realizzate con infissi in legno.

Atelier Anzalone — progetto per miglioramento area laghetto "Fiorella" a San Mazzeo coscaro (Conflenti cz)

I servizi igienici,si sviluppano su una superficie di 44,57 mq, con una forma rettangolare su due livelli,di cui un piano interrato. La struttura portante è dotata di pilastri C.A. dalla sezione rettangolare di dimensioni 30cm x 30cm.I muri di tamponamento saranno a cassetta, formati da due pareti in mattoni uniti con malta cementizia e separate da intercapedine isolante e adeguato materiale coibente. All’esterno si adotterà un intonaco finito in materiale quarzo-plastico del tipo a grana sulle tonalità adeguate all’ambiente. I tramezzi interni saranno costituiti da mattoni forati messi a coltello e regolarmente intelaiati in corrispondenza delle piattebande e intonaci civili lisci a tre strati. All’interno dei servizi verrà attuato un rivestimento igienico realizzato con piastrelle che si svilupperà per un altezza di 2,20 ml. Il pacchetto copertura è composto,dalle travi in legno,da uno strato termoisolante,elementi di supporto (listelli in legno) e da elementi di tenuta (tegole).

Atelier Anzalone — progetto per miglioramento area laghetto "Fiorella" a San Mazzeo coscaro (Conflenti cz)

Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo - Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi

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Il Progetto di Riuso dell’Ex Distilleria vuole porre l’attenzione su un tema di grande attualità quale la possibilità di “adattare” contenitori esistenti dismessi situati ai margini della città consolidata, a nuovi usi, un processo che, se vogliamo, appartiene da sempre all’architettura, ma che oggi deve necessariamente costituire priorità per il nostro territorio.

Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi — Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo

Tavola prima

L’idea è quella di restituire alla città di Ascoli un luogo dove poter svolgere una serie di attività che oggi trovano spazio in situazioni e in luoghi non deputati per tali attività e mi riferisco allo svolgimento di piccole Fiere, mostre, eventi di promozione turistica, esposizione di prodotti locali ed altro.

Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi — Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo

Tavola seconda

L’area su cui sorge l’Ex Distilleria è un’area di grande interesse dal punto di vista strategico, è ad Est del vicino quartiere di Porta Maggiore in località Castagneti sulla antica Via Piceno Aprutina che collega Ascoli al vicino Abruzzo a 2 Km dallo svincolo del raccordo autostradale e prospiciente il raccordo con l’asse industriale.

Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi — Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo

Tavola Terza

Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi — Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo

Tavola quarta

Giuseppe Baiocchi, Relatore Arch. Valeriano Vallesi — Riuso "Ex Distilleria Centro Adriatica SPA" in nuovo Polo Espositivo

Stato Manufatti Attuale (2014)

Ristrutturazione Urbana e Architettonica al Pigneto, Roma - Riccardo Coccoluto

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Il progetto si identifica come un intervento di ridefinizione dell’assetto urbano e Architettonico all’interno del tessuto della città consolidata nel quartiere del Pigneto.

Riccardo Coccoluto — Ristrutturazione Urbana e Architettonica al Pigneto, Roma

Analisi e assetto generale dell'intervento

Tramite lo strumento urbanistico PRINT si attuano delle trasformazioni sull’edificato esistente con opere di demolizione e ricostruzione al fine di “densificare” le volumetrie residenziali e incrementare il patrimonio di suolo pubblico.

Particolare attenzione è stata fatta per la progettazione della rete di spazi pubblici che interconnette varie zone dell area d’intervento e diversi spazi che va a circoscrivere. Vengono a delinearsi dei recinti che, delimitando alcune aree, diventano le linee guida dello sviluppo volumetrico del nuovo assetto edilizio e vanno a definire una regola, che garantisca i rapporti tra spazio pubblico e manufatto Architettonico, tra spazi della percorrenza e spazi dello stare, tra fabbricati esistenti, edifici di nuova costruzione e interventi futuri.

Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato - Massimiliano Monteverdi

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L’oggetto del concorso riguarda la proposta di un’idea per una passerella ciclopedonale sul torrente Egola ed il tracciato di un percorso, anch’esso ciclopedonale, che unisca le frazioni di Molino d’Egola e Ponte a Egola.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

L’approccio alla progettazione ha comportato una valutazione attenta di quelle che fossero gli aspetti principali che avrebbero dovuto caratterizzare l’intero intervento e che avrebbero dovuto trarre le loro origini dal contesto ambientale in cui si sarebbe andata ad inserire sia la passerella pedonale che il tracciato del percorso ciclopedonale. A seguito di alcuni sopralluoghi, si è potuto constatare alcune caratteristiche che contraddistinguono sia il conglomerato edilizio circostante sia il paesaggio che lo ospita. Dal punto di vista paesaggistico, l’ambiente presenta canoni naturalistici molto spiccati. Nelle strette vicinanze dell’argine destro del torrente Egola, dove si sviluppa la quasi totalità dell’intervento, si ha un’assenza praticamente completa di edifici o abitazioni e si apre uno spazio caratterizzato da campi dedicati a varie colture o a prati adibiti ad altre mansioni contadine. Le abitazioni più vicine si trovano nelle località Molino d’Egola e Oltregola, ovvero praticamente agli estremi rispetto a quello che sarà il tracciato del percorso ciclopedonale. Al contrario, nelle strette vicinanze dell’argine sinistro del torrente Egola si trova un conglomerato edilizio più denso sia dal punto di vista abitativo che dell’incidenza delle parti costruite sul territorio. Questa area presenta tipologie edilizie variegate ma che presentano alcuni caratteri architettonici ed estetici comuni e predominanti. In particolar modo si può evidenziare come molti di questi edifici sia realizzati, in parte o nella totalità, con mattoni pieni facciavista. Questa caratteristica è riscontrabile in ogni tipologia costruttiva presente nel conglomerato edilizio che si trova nelle strette vicinanze del torrente Egola, sia negli edifici collettivi o pubblici sia nelle abitazioni private. La predominanza di strutture che presentano un aspetto caratterizzato, in parte o nel complesso, da mattoni facciavista, fa si che questo sia un connotato predominante da tenere fortemente in considerazione per integrare il nuovo intervento nel tessuto urbano circostante.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

A seguito di una valutazione preliminare dei luoghi di intervento e dei connotati estetici/architettonici principali del tessuto edilizio circostante, sono state definite alcuni capisaldi attorno ai quali si è sviluppata l’idea progettuale per la passerella ed il percorso ciclopedonale. L’obiettivo finale della progettazione sarebbe dovuto essere quello di creare un intervento che trasmettesse all’utente la sensazione di trovarsi in un luogo da sempre appartenente a quella comunità e a quei caratteri urbanistici che da sempre la contraddistinguono ma che al tempo stesso presentasse connotati architettonici tali da renderlo riconoscibile e contemporaneo. In sintesi, sarebbe dovuto essere un intervento che rappresentasse una naturale evoluzione dei caratteri estetici ed architettonici già presenti sul territorio e che da sempre lo contraddistinguono. Tuttavia, era ancor più fondamentale garantire che l’intervento presentasse caratteristiche funzionali idonee alle necessità della comunità e dell’utenza e che esaudisse in pieno le aspettative di servizio che sarebbe andato a svolgere. Tutti questi motivi sono andati a comporre una lista di caposaldi che hanno influenzato e indirizzato la progettazione e che la proposta presentata si ritiene rispetti nella loro totalità. Questo elenco di punti focali per la progettazione può essere sintetizzata come segue: integrazione con i caratteri naturalistici dell’area d’intervento; richiami ai caratteri architettonici ed estetici del tessuto edilizio circostante; ideazione di un intervento riconoscibile e contemporaneo; aspetti funzionali in linea con le necessità della comunità e dell’utenza.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

Le linee guida fornite nel bando ipotizzano il posizionamento della passerella pedonale nei pressi della scuola materna, dove è stata realizzata recentemente una “porta” attraverso la quale si accede all’argine sinistro del torrente. Oltre all’indicazione del posizionamento della passerella sul torrente, vengono fornite anche indicazioni sul tracciato del percorso ciclopedonale e del collegamento dello stesso alla rete viaria esistente. Queste ultime indicazioni sono state recepite parzialmente in quanto giudicate non perfettamente idonee all’obiettivo del concorso. Nel dettaglio, in prossimità della località Molino d’Egola erano previsti due tratti di collegamento fra il percorso ciclopedonale e la già esistente rete viaria locale. Visto la vicinanza di questi due tratti si è ritenuto che uno fosse superfluo e si è optato per realizzarne solamente quello terminale. Questa scelta permetterà un sensibile risparmio economico, non soltanto dal punto di vista dei costi di realizzazione ma anche degli oneri di esproprio delle proprietà private sopra le quali sarebbe stato realizzato.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

Il tracciato del percorso ciclopedonale che viene proposto non rispetta fedelmente le linee guida fornite. Le linee guida prevedevano il collegamento alla via Vecchia del Molino attraverso un tratto che avrebbe attraversato trasversalmente alcune proprietà private. La nostra proposta prevede invece che il percorso ciclopedonale colleghi la località di Molino d’Egola e la via Vecchia del Molino lungo un tracciato che corre a fianco del torrente Egola, sfruttando gli spazio sopra l’argine destro che verranno, dove necessario, ridimensionati adeguatamente. Anche questa scelta porterà sensibili risparmi sugli oneri di esproprio evitati.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

La posizione della passerella pedonale, al contrario, rispetta completamente le linee guida, in quanto la localizzazione suggerita risulta essere ben posizionata rispetto al complesso dell’intervento e permette un collegamento più diretto alla viabilità al di là della riva sinistra del torrente. Si è deciso di creare un percorso disgiunto fra la viabilità pedonale e quella ciclabile per permettere una miglior fruibilità di entrambe. Con la separazione completa delle due destinazioni d’uso sarà possibile sfruttare entrambi i percorsi al meglio in quanto, allargando la sede della viabilità, sarà possibile l’utilizzo sia da parte di un’utenza incline ad un uso sportivo/agonistico sia da parte di un’utenza canonica, cioè che sfrutti questo percorso per attività ricreative e per il passeggio. Per rendere ancora il più possibile sicuro l’utilizzo da parte di qualsiasi tipologia di utenza, sono stati studiati con cura gli incroci e le biforcazioni dei percorsi pedonale e ciclabile in prossimità della passerella sul torrente. Sono state previste anche due aree di sosta coperte dove i fruitori potranno sostare liberamente. In particolare, l’area di sosta posizionata su via Vecchia del Molino è stata predisposta per fungere anche da pensilina per la sosta dei mezzi per il servizio di trasporto pubblico e per il ricovero di biciclette classiche ed elettriche. Questa area di sosta, infatti, è dotata di panchine, di rastrelliere per le biciclette classiche, di torrette per la ricarica di biciclette elettriche (per un eventuale servizio di noleggio da parte dell’amministrazione comunale) e di un monitor che trasmette le principali informazioni sul servizio di trasporto pubblico locale. Si prevede di dotare entrambe le aree di sosta di prese elettriche e di servizio wi-fi da distribuire anche lungo l’intero percorso ciclopedonale mediante il posizionamento di alcune antenne. Tutte queste dotazioni che prevedono il consumo di energia elettrica saranno alimentate dai pannello solari integrati nella copertura delle aree di sosta. Anche i lampioni che illumineranno il percorso saranno alimentati da pannelli solari integrati. Questi accorgimenti fanno in modo che l’intero intervento sia completamente autonomo dal punto di vista energetico.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

macroparti

Particolare importanza è stata data ai materiali impiegati. Gli elementi in elevazione ed i cordoli di contenimento del manto di pavimentazione del percorso ciclopedonale, saranno realizzati in mattoni pieni di terracotta. Questa scelta è dovuta dalla volontà di stabilire una continuità ed un connubio con le caratteristiche architettoniche degli edifici circostanti. L’intera zona è caratterizzata da edifici che presentano pareti in mattoni pieni facciavista e, per creare un dialogo fra il vecchio e il nuovo e per integrare l’intervento nel tessuto edilizio locale, si è scelto di impiegare la stessa tipologia costruttiva.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

tavola 01 di 02

L’utilizzo di un materiale antico e classico come il mattone pieno facciavista contrasta in maniera evidente ma accattivante con le forme della passerella ciclopedonale. Questa presenta infatti un pilone principale biforcato che segue una forma a semiellisse con una sezione modellata in funzione delle sollecitazioni che la percorreranno. Infatti, i due rami che compongono il pilone biforcato, hanno una sezione trasversale ad ellisse che varia di dimensione in funzione delle nelle necessità strutturali dei vari tratti. Infatti, il bracci verticale, che ricopre la funzione strutturale principale di trasmissione a terra dei carichi della passerella, ha una sezione trasversale mediamente sempre più grande di quella del tratto inclinato, che funge quasi esclusivamente da stabilizzatore della struttura. I carichi della passerella sono trasmessi al pilone centrale attraverso una serie di stralli continui che scavalcano in senso longitudinale la sommità del pilone con continuità, senza interrompersi in sommità. Questi stralli sono sfalsati in pianta e sorreggono la superficie della passerella trattenendo una spina centrale dalla quale si diramano una serie di “vertebre” trasversali. Le “vertebre” trasversali raccolgono i carichi concentrandoli centralmente lungo la spina longitudinale collegata agli stralli, che a loro volta li trasmettono al pilone biforcato centrale. Tutte queste parti hanno una finitura metallica satinata, chiara o scura, che accentua ancora il contrasto con le parti in mattoni pieni di terracotta. Grande attenzione è stata data ai materiali per le superfici pavimentate. Le pavimentazioni delle aree di sosta sono realizzate mediante materiali fotocatalitici che permettono un grande abbattimento degli agenti inquinanti dovuti al traffico e non solo. Mentre le pavimentazioni del percorso ciclopedonale sono realizzate mediante un materiale innovativo che conferisce alla superficie un altissimo livello di drenaggio, cancellando completamente la possibilità della creazione di allagamenti o pozzanghere lungo l’intero percorso. Questo importante accorgimento farà si che il percorso ciclopedonale sia utilizzabile sempre e con qualsiasi condizione atmosferica senza che particolari condizioni avverse possano inficiarne o limitarne l’integrità e che possa venir meno la sicurezza dell’utenza durante il suo utilizzo.

Massimiliano Monteverdi — Passerella ciclopedonale sul Torrente Egola. San Miniato

tavola 02 di 02

La cura delle scelte e il dettaglio con cui è stata eseguita la progettazione fanno in modo che si possa avere un intervento che presenta alte prestazioni tecniche e funzionali, un aspetto armonioso, moderno, innovativo ma allo stesso tempo conservatore della realtà e della cultura locale e dell’ambiente naturalistico che lo circonda e in cui si inserisce.


CONCA - Luca Maci - UNOSTUDIO

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Conca è il termine siciliano ad indicare il braciere, vero focolare attorno al quale si svolgeva la vita domestica nelle casa modeste. Conca è un oggetto dall’anima ambivalente; un unico elemento sdoppiato nelle sue componenti: un tavolino ed un vassoio, dalla funzione autonoma ma complementare. Legno e metallo per il supporto e ceramica smaltata per il complemento i cui colori accesi richiamano le calde cromie delle tipiche ceramiche isolane. Un progetto di incastri e contrasti: maschile e femminile, positivo e negativo, indipendenza e complementarietà. Un omaggio alla Sicilia ed alla sicilianità.

Luca Maci - UNOSTUDIO — CONCA

Luca Maci - UNOSTUDIO — CONCA

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Atelier Anzalone - Atelier Anzalone

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grafica pubblicitaria per studio di architettura Atelier Anzalone

Atelier Anzalone — Atelier Anzalone

FOLLI FOLLIE - Lillo Giglia

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Situato a Favara (Ag), questo Showroom fa uso di materiali semplici e al contempo raffinati: pareti bianche, pavimento in resina, vetrate in corten, arredi semplici in legno laccato che si mimetizzano con le pareti bianche e con l’intensità del resto dell’arredamento; queste sono concepite per accogliere collezioni diverse. Unica eccezione il grande nastro rosso porpora laccato lucido che avvolge l’intero spazio e lo caratterizza. Questo elemento, diventa generatore dello spazio che lo accoglie: parte da terra (all’ingresso), si innalza e disegna il banco/cassa; poi si solleva, scende nuovamente fino a diventare tavolo espositore.

Lillo Giglia  — FOLLI FOLLIE

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"LA FABBRICA DI ZUCCHERO" - Atelier Anzalone

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Dalla mia tesi di laurea

Atelier Anzalone — "LA  FABBRICA  DI ZUCCHERO"

presentazione tesi di laurea

Oggetto della nostra ricerca è il vecchio stabilimento dello ZUCHERIFICIO CISSEL, a Lamezia Terme. Lo ZUCHERIFICIO ieri unico esempio d’ industrializzazione della piana Eufemiate; oggi è un’ esempio di archeologia industriale , che gode di una posizione baricentrica su le principali vie di comunicazione regionali, (attiguo alla stazione ferroviaria centrale, all’aeroporto ed ai maggiori svincoli autostradali). Infatti Lamezia Terme è posizionata geograficamente al centro della Calabria, tra il golfo di Sant’ Eufemia e il monte Reventino. Lamezia Terme nasce con la legge del 1968, istitutiva dell’ area comunale aggregante tre comuni: Nicastro, Sambiase e Sant’ Eufemia; E’ un nodo fondamentale per i collegamenti interni alla Regione e dalla Regione con il resto del paese.

Atelier Anzalone — "LA  FABBRICA  DI ZUCCHERO"

preentazione tesi di laurea

Su questo territorio l’ avvento del fascismo crea le premesse per costruire concretamente un sistema di relazioni tra aree disomogenee dal punto di vista economico-sociale,.Per la prima volta il rapporto tra pianura e aree interne non è visto soltanto come un complesso sistema di naturali relazioni fisiche, ma anche come un processo di relazioni economiche, produttive e sociali. Quindi con questa concezione moderna si inserisce il programma di bonifica integrale della Piana di Sant’ Eufemia, Con legge 8 aprile 1935 viene creato il nuovo comune di Sant’ Eufemia (città disegnata nel piano regolatore del 1939 dell’ architetto Aldo della Rocca),La manifestazione più chiara delle nuove prospettive fasciste è individuabile nello sforzo compiuto nel concludere a migliori esiti economici i terreni paludosi e nella concentrazione, nei pressi della Lamezia mussoliniana delle strutture industriali di trasformazione dei prodotti della campagna. Il regime, in nome della nazione indica le premesse di un nuovo rapporto tra città e campagna, tracciando il solco intorno alla stazione ferroviaria di Sant’ Eufemia, espressione di conquista economica. E’ in questo contesto che viene realizzato lo ZUCCHERIFICIO CISSEL unico esempio di industrializzazione della Piana, che ha anche la funzione di attivare una svolta decisiva nelle gerarchie urbane,

Atelier Anzalone — "LA  FABBRICA  DI ZUCCHERO"

stato di fatto

Lo stabilimento CISSEL, vide la luce nel 1939 ed entrò in esercizio nel 1941, l’azienda veniva a trasformare sino alla raffinazione completa le barbabietole da zucchero. In quel primo anno lo zuccherificio di Sant’ Eufemia fornì 23.000 quintali di zucchero raffinato. Ma appena quattro anni dopo fu subito messa in atto una manovra politica tendente a chiuderlo. La lavorazione è continuata anche nel dopoguerra fino al 1961, quando , nonostante le agitazioni popolari e le varie interrogazioni parlamentari, lo stabilimento cessò definitivamente la produzione.

In questa ricerca l’ edificio industriale in oggetto, è considerato come un monumento , testimone muto della vita sociale del passato, documento di attività lavorative e saperi tecnici. Si legge l’ edificio nel suo insieme, come sistema di segni in codice di espressione di valori tecnici, in modo che attraverso di essi si possa pervenire alle radici delle motivazioni e delle ragioni che ne dettarono la realizzazione, lo animarono con le macchine e lo affollarono di maestranze e tecnici. A differenza di altri edifici, la fabbrica conferisce un peso maggiore all’ evidenza dei suoi elementi costruttivi, mostra i muscoli, per cosi dire, senza celarli sotto stucchi e decorazioni, in unisono con le membrature strutturali di tetti e solai.

Ed è perciò che l’ approccio al progetto di riqualificazione dell’ edificio non può ignorare la storia della produzione ( posizionamento macchine ,strutture di sostegno, solai e coperture relativamente al processo produttivo dello zucchero) e le logiche costruttive che sono le uniche tracce da seguire per pervenire alla conoscenza della vera natura dell’ edificio.

Sia l’ impianto planimetrico che i prospetti dell’ edificio principale dello zuccherifico, sono espressione dell’ architettura del periodo fascista. Infatti in entrambi è leggibile la volontà di imporsi in maniera grave sul luogo: ciò salta agli occhi grazie all’ ingresso monumentale che affaccia sulla strada principale, costituito da sei colonne dalla circonferenza di ben 2 metri. Ma, anche l’ingresso dell’ edificio della fabbrica ricerca e afferma la sua monumentalità nelle colonne quadrate che scandiscono il passo delle aperture e che inoltre, contengono i “FASCI”, emblema del potere fascista. I prospetti dell’ edificio sono governati da una forte simmetria delle aperture accentuata da cornicioni che percorrono tutto il perimetro della facciata principale.Tale simmetria con le sue geometrie, ritmo e proporzioni armoniche cerca di rievocare accenni di quel linguaggio architettonico proprio di quella fase del razionalismo che viene detta: “periodo squadrista”. Trattasi di un’ architettura anonima, corrente, economica e chiara il cui scopo è quello di dimostrare il potere dell’ industria e il suo predominio sulla campagna; perciò chiaro esempio del pensiero fascista.

L’esame dell’involucro dell’edificio, si sposta ora all’esame degli elementi costitutivi del sistema costruttivo, in particolare all’involucro murario, gli infissi, le coperture. Le parti della costruzione, pur essendo legate strettamente tra loro, posseggono caratteristiche individuabili separatamente; per esempio alla ripetitività delle strutture verticali fa riscontro la varietà di apparecchi murari desunti dai materiali e dalle tecniche costruttive. Attraverso l’ analisi del sistema costruttivo si intende fornire le indicazioni per una corretta lettura dei caratteri, per cosi dire, genetici dell’edificio.

Alla luce di tutto ciò possiamo affermare che l’obiettivo di questa ricerca è di restituire dignità formale alla suddetta area, difendendone i caratteri genetici, e realizzando nel contempo uno spazio articolato dove sia possibile coniugare cultura e produzione. Dar vita cioè, ad azioni che coinvolgono competenze artistiche e attività imprenditoriali, in una realtà dove sia possibile creare individualmente, ma avere altresì l’opportunità di entrare in relazione con altri soggetti, per un reciproco arricchimento. Creare spazi multipli e interattivi.

L’ idea di progetto nasce da un gioco fantastico, con il quale tutti gli elementi all’interno della fabbrica prendono vita, vengono animati da un’energia nuova, che li trasforma donandogli vivacità, leggerezza e trasparenza. Tutti questi corpi, prima spenti, iniziano un nuovo dialogo, fanno uso di un linguaggio fatto di colori lucenti e briosi e forme curiose. Questa esplosione di energia colpisce anche gli oggetti esterni tramutandoli in elementi nuovi e vitali che interagiscono con i corpi interni dell’ edificio e che contemporaneamente concorrono alla realizzazione di uno spazio aperto fruibile da tutti ed in molteplici modi.

InBilico - antonio lombardi

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Alla ricerca di un impercettibile movimento, “InBilico” mobile contenitore è un fermo immagine, un’istantanea, che fissa per sempre un momento di equilibrio instabile, un attimo prima del crollo.

antonio lombardi — InBilico

Forme semplici. Geometrie regolari. Numeri primi. Bianco lucido e essenza lignea a contrasto, ogni prisma è un piccolo scrigno privo di serratura.

antonio lombardi — InBilico

Forse un quadro astratto. Forse un’azione futurista. Quasi un giocoliere in movimento, in bilico, tra Sottsass e Boccioni.

antonio lombardi — InBilico

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