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Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni - Mariano Nuzzo architetto

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La Chiesa di San Benedetto sorge nel borgo dell’Oliveto di Maddaloni, una delle prime chiese costruite fuori le mura del castello. La tradizione popolare attribuisce la sua edificazione a San Benedetto ovvero ad un suo discepolo, San Placido, su un tempio pagano. Lo storico locale De Sivo, sostiene che la badia originaria fu soppressa all’inizio dell’800 e la chiesa restò di regia nomina tanto che il Vescovo doveva chiedere l’assenso al re per nominarvi un parroco. La parrocchia amministrava tre chiese: l’Eremo di San Michele, San Paolo e San Nazario. La chiesa prima del 1562 era a due navate e nel corso dei secoli subì molte manomissioni che ne hanno modificato la struttura originaria. Oggi, infatti, si accede mediante una scala che immette al sagrato, da dove è possibile vedere l’intera città. La facciata, con il campanile a tre livelli, è simile a quella delle chiese di S. Aniello, San Martino e San Pietro di Maddaloni. Sulla porta centrale, i conci superiori, a sesto rialzato, ricordano la tradizione costruttiva delle architetture benedettine. La chiesa, nel suo impianto architettonico, ha tre navate sostenute da archi su tre coppie di pilastri. Recenti lavori hanno messo in luce, nella navata laterale di sinistra, tre monofore, tre colonne romane, già enunciate dal De Sivo, insieme alla statua romana incassata in un angolo della facciata, elementi di spoglio provenienti probabilmente dall’antico sito di Calatia e l’abside con tre strati di affreschi (XIII al XV sec). Sulla colonna centrale si trova l’affresco del Cristo Pantocratore. L’affresco, su iniziativa del Museo Civico, fu restaurato. Non mancano stucchi settecenteschi e la classica conchiglia barocca, quale elemento decorativo di conclusione posta all’intradosso degli archi delle navate, molto simile a quelli della Chiesa di Sant’Aniello.

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Scala di accesso al sagrato e facciata della Chiesa

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Facciata e campanile

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Facciata prima dell'intervento di restauro

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Prospetto laterale desto, prima

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Esterno, prospetto posteriore, prima

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Vista d'insieme

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Interno, vista verso l'abside

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Facciata_Analisi dei materiali e degradi

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Planimetria_Analisi dei materiali e dei degradi

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Progetto_Facciata

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Chiesa di San Benedetto di Maddaloni

Progetto_Planimetria


Restauro della Congrega Corpus Domini - Mariano Nuzzo architetto

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Lavori di restauro architettonico Cat. OG2OS2

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Facciata

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Confronto Prima/Dopo

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Facciata, prima

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Interno, intradosso della volta

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Interno, abside

Mariano Nuzzo architetto — Restauro della Congrega Corpus Domini

Piazza Umberto I, vista d'insieme

Lake Cottage - UUfie

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Lake Cottage is a reinterpretation of living in a tree house where nature is an integral part of the building. In a forest of birch and spruce trees along the Kawartha Lakes, the cottage is designed as a two storey, multi-uses space for a large family. The structure, composed of a 7m high A-frame pitch roof covered in black steel and charred cedar siding. A deep cut in the building volume creates a cantilever overhang for a protected outdoor terrace with mirrors to further give the illusion of the building containing the forest inside.

UUfie — Lake Cottage

Fourteen openings in the main living space reveal both inhabited spaces, skies and trees. The abstract nature of the interior spaces allows the imagination to flow, and those spaces that could be identified as a domestic interior can suddenly become play spaces. A solid timber staircase leads to a loft which gives the feeling of ascending into tree canopies as sunlight softy falls on a wall covered in shingles stained in light blue.

UUfie — Lake Cottage

Using local materials and traditional construction methods, the cottage incorporated sustainable principles. The black wood cladding of the exterior is a technique of charring cedar that acts as a natural agent against termite and fire. Thick walls and roof provide high insulation value, a central wood hearth provides heat, deep recessed windows and operable skylights provide ventilation and diffused natural light.

UUfie — Lake Cottage

UUfie — Lake Cottage

UUfie — Lake Cottage

UUfie — Lake Cottage

UUfie — Lake Cottage

UUfie — Lake Cottage

Hydroeletric Power Plant - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati

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Un Edificio tecnico si identifica nella sua forma più classica:tetti a falde, tipologia industriale. L’idea è stata quella di combinare l’identificazione funzionale con la forma, rompendo attraverso volumi semplici la composizione architettonica, fermo restando la riconoscibilità della sua funzione.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - Studio di Architettura Speranza Associati — Hydroeletric Power Plant

OFFICE - IMAGINATI Marcello Trombettoni Interior Designer

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La realizzazione di questo ufficio nasce dalla ristrutturazione di un piccolo locale, adiacente ad un’abitazione che si trova in uno spazio rurale limitrofo alla città di Spoleto.

IMAGINATI Marcello Trombettoni Interior Designer — OFFICE

L’idea di un arredamento semplice e “materiale” si sposa con le modeste dimensioni del locale e con i luoghi in cui si trova, dove appunto i materiali sono parte dell’abitato spesso caratterizzato da piccole botteghe e artigianato locale. Ferro e legno dunque dominano la scena nella loro fattezza originale senza essere contaminati, ma dialogando perfettamente con al modernità degli oggetti presenti in un ufficio. I due pallet sostengono una lastra di ferro in modo da creare un tavolo frutto, appunto, dell’artigianato locale, così come i divisori dell’archivio e il lampadario che formano di fatto una linea di pezzi unici di arredo “industrial”.

IMAGINATI Marcello Trombettoni Interior Designer — OFFICE

IMAGINATI Marcello Trombettoni Interior Designer — OFFICE

IMAGINATI Marcello Trombettoni Interior Designer — OFFICE

Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore - Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo

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« S’intende per “restauro” qualsiasi intervento volto a conservare e a trasmettere al futuro, facilitandone la lettura e senza cancellarne le tracce del passaggio nel tempo, le opere d’interesse storico, artistico e ambientale; esso si fonda sul rispetto della sostanza antica e delle documentazioni autentiche costituite da tali opere, proponendosi, inoltre, come atto d’interpretazione critica non verbale ma espressa nel concreto operare » (Giovanni Carbonara, in Che cos’è il restauro? Nove studiosi a confronto, (da un’idea di B. Paolo Torsello), Venezia, Marsilio, 2005)

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Interno

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di zazzo — Restauro e consolidamento della Chiesa di Santa Maria Maggiore

Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore - Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo

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Stato di fatto Il campanile è stato più volte colpito da accidenti climatici nel corso del Novecento, ma fu seriamente danneggiato da un fulmine verso la fine degli anni sessanta. In seguito a questo episodio fu messo in sicurezza, rimuovendo completamente l’intonaco e le pietre sconnesse, per evitare che la restante muratura cadesse sulle abitazioni sottostanti. Solo l’intonaco della cella campanaria fu conservato. L’intervento, deciso e attuato in urgenza, determinò la spicconatura dell’intonaco, del paramento tufaceo esterno e il successivo rivestimento della torre con nuovi blocchi di tufo locale. Successivamente la pietre tufo col passare degli anni cominciarono a staccarsi, fino a rappresentare nell’ultimo decennio un serio problema per le abitazioni del centro storico costruite in prossimità della chiesa. La copertina muraria ricostruita non è stata ancorata alla muratura preesistente e ha subito un cedimento nella parte bassa, con lo scorrimento della parete, la consecutive lesioni da taglio e il ribaltamento fuori dal piano. I meccanismi di collasso innescati sono poi stati fermati temporaneamente con una fasciatura realizzata con rete zincata a maglia larga, staffe angolari metalliche disposte agli spigoli della torre, legate tra loro con tiranti di acciaio. Dell’intera superficie muraria è visibile ad occhio nudo lo scorrimento dei blocchi, i cui filari nella direzione orizzontale formano una corda lassa, adagiandosi gli uni agli altri. Il basamento appare molto solido, consolidato con malta cementizia e rivestito con pietra calcarea ad opera incerta fugata. La cella campanaria appare meno compromessa e conserva alcuni elementi architettonici originari. L’insieme architettonico è particolarmente compromesso e vede negato ogni stile compositivo.

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Materiali I materiali costruttivi essenziali utilizzati sono il tufo, che compone l’intera struttura muraria fuori terra; la pietra calcarea locale, che funge da basamento per l’intera torre; il cemento, utilizzato negli anni 1980-’90 per i consolidamenti, la scala interna e i solai; l’intonaco di calce per la finitura delle murature. Elementi metallici sono riscontrabili nelle inferriate poste a protezione delle monofore della cella campanaria, nel meccanismo dell’orologio antico che è stato conservato in loco, nella croce che termina il campanile e nelle due campane che sormontano l’orologio. All’interno è stata realizzata una struttura in tubolari metallici che avrebbe dovuto tenere il corrimano della scala, mai messo in opera.

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Degrado I fenomeni di degrado riscontrati alla torre campanaria sono essenzialmente legati alla problematica dei paramenti murari, principalmente di natura statica e costruttiva. Oltre a tali problematiche si riscontra il degrado degli intonaci esterni esistenti, che appaino in parte distaccati, in altra ricoperti da muschi e licheni. L’interno presenta analogo stato di degrado degli intonaci benché lo strato di patina biologica sia meno evidente. Manca un adeguato impianto elettrico e di illuminazione. La scala interna è lasciata a rustico. Non vi sono infissi, né tantomeno reti per impedire l’acceso ai volatili. Il ferro è totalmente ricoperto da una patina di ossido. Il meccanismo delle campane necessita di essere revisionato ed inoltre è la causa di microlesioni alla muratura di supporto della struttura che lo tiene. Tutti i fenomeni di degrado riscontrati sono stati puntualmente elencati nelle tavole di analisi dei materiali e dei relativi degradi, che sono parte integrante del progetto di restauro.

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Interventi da effettuarsi Si riporta la sintesi degli interventi proposti per il restauro ed il consolidamento del Campanile della Chiesa di S. Salvatore ritenuti indispensabili per garantire sicurezza alla torre e conservarla come documento architettonico di valore storico.

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

ESTERNO Realizzazione di un ponteggio basato su un ampio piano sostenuto da tubi e giunti, ancorato alla roccia. I piani superiori verranno ancorati al nucleo murario;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Porzione ricostruita negli anni ottanta del Novecento Messa in opera di rete provvisionale metallica di contenimento cerchiante;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Esecuzione di sondaggi e saggi della “copertina muraria”;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Verifica della tenuta del paramento murario;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Smontaggio dei blocchi prossimi al collasso, procedendo in sicurezza, per filari dall’alto verso il basso;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Consolidamento del nucleo murario con malta di calce idraulica;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Reintegrazione dei blocchi rimossi provvedendo alle necessarie ammorsature;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Messa in opera di tirantini antiespulsivi al fine di collegare il paramento murario al nucleo della parete;

Mariano Nuzzo architetto, Enrico Di Zazzo — Consolidamento e restauro del Campanile della Chiesa di San Salvatore

Realizzazione di rinzaffo di calce;

Messa in opera di fasce di materiale composito, disposto ad anelli cerchianti orizzontali a partire dal basso verso l’alto, incollate al supporto murario e collegate alla parete con barre carbonio iniettate con resina epossidica (Per la porzione di muratura ricostruita negli anni ’80 e in pericolo di crollo); La necessità di tale intervento sarà valutata durante la fase di direzione dei lavori.

Realizzazione di intonaco di calce e pozzolana, analogo a quello esistente originario della cella campanaria;

Intonaco esistente da restaurare della cella capanaria Pulitura dell’intonaco esistente mediante getti di acqua a pressione controllata;

Applicazione di battericida e fungicida dato a pennello;

Stuccatura a scarpa delle parti cadute

Reintegrazione dell’intonaco con malta di calce e pozzolana;

Stesura di tinta a calce data per successive velature;

INTERNO Pulitura del’intonaco con getti d’acqua nebulizzata a pressione controllata

Rimozione delle sole parti di intonaco distaccate e pronte al collasso;

Stuccatura a scarpa dell’intonaco caduto;

Reintegrazione dell’intonaco con malta di calce e pozzolana;

Stesura di tinta di calce data per successive velature;

Trattamento antiossidante del corrimano scala in ferro;

Pitturazione del corrimano della scala in ferro;

Livellamento del massetto del piano terra;

Sistemazione del pavimento della cella campanaria mediante pulitura del pavimento, re-incollaggio delle mattonelle e stuccatura delle fughe;

Trattamento antiossidante e protettivo del ferro del meccanismo dell’orologio;

Pulitura delle campane in bronzo mediante uso di prodotti leggermente abrasivi e cotone idrofilo;

Impermeabilizzazione della copertura con pasta di calce, pozzolana ed argilla.

MENO DI 31 - Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali

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OLTRE IL GIARDINO

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

La casa del custode come tema o programma architettonico, non consta di una tradizione storica di rilievo. Questo fatto pone i progettisti dinanzi ad un esercizio molto più interessante: relazionarsi allo spirito ed al carattere che deve possedere un edificio di questo tipo. Dunque il percorso è stato quello di tramutare in architettura parole come quotidiano e silenzioso, caratteri insiti nella natura di un giardino. Il tema del concorso pone di fronte ad un problema più complesso della semplice richiesta dello sviluppo di una casa: 1 – Progettare una casa all’interno di un giardino del quale l’inquilino non è possessore, 2 – Progettare un edificio che possa appartenere al contesto storico della Villa Seràgnoli. Questi due fatti non permettono di considerare come riferimento sufficiente la tipologia della casa nelle sue varie declinazioni. La sfida è stata dunque quella di inserire, con la giusta intonazione, un edificio che per tipologia e linguaggio storico culturale, possa appartenere a questo specifico contesto. La prima osservazione sul contesto è che il podere del centro Italia è composto da pochi elementi: un edificio principale, generalmente in muratura, ed alcuni edifici ausiliari caratterizzati da una materialità più effimera. L’altra osservazione consta del fatto che gli edifici ausiliari in genere siano capanni, stalle, limonaie, voliere etc. La scelta tipologica è ricaduta sulla categoria di edifici ausiliari che dal Settecento ad oggi completano l’immaginario della villa classica all’italiana; un oggetto che completasse l’insieme delle parti del giardino e che fosse un nuovo inserimento coerente e silenzioso. Inserire l’edificio nel terreno attraverso uno zoccolo, richiamando il basamento della tipologia classica ed avvolgerlo con un rivestimento leggero tipico delle limonaie, sono alcuni elementi alla base del dialogo tra la villa preesistente ed il progetto. Il contatto diretto col terreno permette un controllo termico stabile. Si permette ventilazione incrociata attraverso il patio. Il giardino del custode è uno spazio esterno ombreggiato che garantisce un alto standard di ventilazione durante le stagioni più gentili. E’ un luogo che permette di vivere il giardino nel medesimo stile delle pergole della storiografia della Villa all’Italiana.

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31

Fabio Forlizzi, Daria Dallamano, Luca Magagni, Raul Pere Avilla Royo, Diletta Vignali — MENO DI 31


Restauro dell'Orologio comunale - Mariano Nuzzo architetto

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Note storiche

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Secolo XVIII 1702 Fu costruito l’orologio di Piazza Aragona a cura dell’Università degli annessi casali in data 16/09/1702(foto 1-2-3) 1732 “ Il 29 Novembre 1732, il magnifico tempio fu duramente colpito dal terremoto: crollo parziale della navata principale e della cupola, notevoli lesioni sugli archi e sui pilastri gotici, profonde crepe lungo la torre campanaria; parte della chiesa inclinava paurosamente verso la facciata anch’essa decapitata.”(6) 1748-49” I lavori di un radicale restauro, iniziati subito il disastro e proseguiti anche a furia di prestiti si protrassero fino al 1749. Alla chiesa fu data, cedendo al gusto del barocco settecentesco, quella linea e quella forma attuale ben nota agli abitanti locali.”(7) Sulla porta d’ingresso della chiesa è situata un’epigrafe, ove si legge la data del restauro.

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Note bibliografiche (1) Archivio parrocchiale Sant’Andrea Apostolo di Arienzo, Bella Copia-notizie desunte dall’Istrumento di fondazione della Cappella. (2) APSAA, Introito della Cappella 1783-Libro dell rendite e dei pesi della Cappella del SS. Rosario eretta nella Chiesa dei PP. Predicatori nel Casale di Santa Maria della Terra di Arienzo; a di 19 agosto 1577. Notizie preliminari della detta Cappella a futura memoria e buon regolamento de’ posteri Mastri Economi e Confratelli di detta Cappella. Istituzione e notizie di questa Cappella e Confraternita; (3) Caporale Gaetano, Ricerche Archeologiche, Topografe biografiche su la Diocesi di Acerra, Napoli 1893. (4) La quarta opera del d’Errico dedicata a San Vincenzo Ferreri, inizialmente nella Cappella, è attualmente custodita nel Convento, in uno dei corridoi antistanti al dormitorio dei Padri Oblati. L’attuale dipinto dedicato al suddetto santo, si presume appartenga al ciclo dei sette dipinti realizzati intorno agli inizi del XVIII secolo (5) Archivio di Stato di Napoli, Monasteri soppressi, numeri 690 e 1023, Libro Sesto, Capitolo Tredicesimo (Documenti dell’inizio del Seicento; ne trascriviamo i titoli: Sanità- Carte diverse appartenenti a diversi Conventini et a diverse possessioni del Monastero medesimo e Fondationi de Conventi et Vicariati ch’al presente sono della Provincia del Regno del Ordine de’ Predicatori del Padre Fra Tedoro Valle da Piperno Lettore di Sacra Teologia delli stess’ Ordine e Provincia); (6) Archivio Diocesano di Acerra: Arienzo Santa Maria, conventi…Padri Domenicani, f.255 (a.1733) inoltre v. Anno 1742, 1747, 1748 e 1749; (7) ADA, oc., A.1748: prestito di 500 ducati per terminare i lavori in chiesa. A.1749/ altri 1500 per ornare di stucco le tredici cappelle laterali, per pagare sette quadri dipinti per le medesime, per “fare l’orchestro” (sic!)cioè l’organo con il corretto. (8) Sebastiano Tillio, S.Maria ieri e oggi, Napoli, 1966

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Mariano Nuzzo architetto — Restauro dell'Orologio comunale

Terrazza di attico privato - GAM Progetti, Marco Torlone, Andrea Villani, Giuseppe Giuliano

House of Trace - Tsuruta Architects

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Tsuruta Architects — House of Trace

The demolition of the original extension and its replacement, called for an intervention that can be a part of the original main building without replicating classical vocabulary or gesture. Our intent was to keep a sense of memory, while simultaneously allowing the new intervention to have its own identity. The original extension had no distinct historical or architectural value, and was structurally unsound, but it had a sloop roof profile typical of those found in terrace house back gardens. We chose to incorporate this banality in the new face of the rear garden – in a way fossilising and persevering its charm to carry some sense of associated memory to those who know it or those who see it new.

Tsuruta Architects — House of Trace

As we uncovered the original building fabric, we discovered the history of the house. One of the existing walls had been leaning at a displacement of about one brick thick towards an adjacent building. These significant old movements were registered as cracks on the leaning wall, and have now been revealed and retained within the corridor.The structures of the new envelope have been exposed internally wherever practically possible, so that these surfaces will register the future stories of the house. They also narrate a story of local domestic construction methods by repeating some redundant details that recall the previous state of the house. The bare plaster finish is left exposed in the children’s and second bedrooms. Hand marks of workmen trace the process of the work and are now recorded on the internal faces of the building’s fabric. The slow patination of bespoke copper and brass fittings shows the passage of time as they change from their original colour. By registering these notions of memories, the inconsistencies of daily life could fully inhabit the space.

Tsuruta Architects — House of Trace

The building materials are all ordinary materials available at a local builder’s merchant – the full potential of which were tested through our detailing and different methods of site executions. The entire building and components were all modeled three dimensionally, with some components and furnishings further broken down to be processed in CNC, so they could be brought to the site as flatpack components. This process cut fabrication time and costs significantly, and reduced the distance between the drawing board and execution on site. Many designs could be executed within a few days notice and at no increase in cost – such as the cheese hole ventilation grill in the kitchen and the children’s height ruler on the column casing.The record of this CNC flatpack process can be traced to the numbering system visible on the faces of each piece. The executed flatpack elements include dining table, chairs and beds, as well as the internal stairs

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Tsuruta Architects — House of Trace

Office EBU - European Broadcasting Union - Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati

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Il quartier Generale della UER European Broadcasting Union, si caratterizza per il grande portale rivestito in pietra bocciardata, chiuso da vetrate scalettanti che arretrano all’interno, tale da formare una sorta di riparo porticato.Gli uffici affacciano su una piazza luogo di incontri e spazio urbano riconoscibile per la sua conformazione triangolare che prospetticamente esalta il portale dell’edificio.

Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Office EBU - European Broadcasting Union

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Piero Speranza, Corinne Piera Speranza, Giulia Speranza, sas&a - studio di architettura speranza associati — Office EBU - European Broadcasting Union

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Future City Ost. Future ZLB. - Christian Speelmanns

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The Alexanderplatz: Change and potential

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

The building opens up for a view of its interior and enlivens the square with its lively facade.

The Alexanderplatz has not only, on more than one occasion, been an important site on which the history of Berlin played itself out, but also represents the identity of the city as a whole: never finished, always changing. Ideas on its design directly concern ideas on the future of Berlin, too. The intention of this design is to contribute to a meaningful development of City Ost – for a city that is worth living in, and is prepared for the future.

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

Education and living in the centre

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

The Atrium: A central place for education and encounter.

The citizens of Berlin made their choice in the referendum on the Tempelhofer Feld: a new location has to be found for the new building of the ZLB. At the same time, there have been new influences on the discussion about the development of City East in 2014. Even today, there is still a significant gaping hole at the North side, precisely on the most desirable part of the square. This gives the opportunity to continue to develop the Alexanderplatz far beyond further opportunities for shopping. This design shows a representative building for residential use, and for use of the library. The Alexanderplatz gains a place of education, and of cultural and social participation. The ZLB moves to the heart of the city.

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

Reading lounge: Reading and working with a view of the city.

The design continues, together with the Hines high rise, the gate shape of the Behrens buildings. The plinth building completes the urban border of the square, but opens up to the square. The hotel high rise next to it is also given a new plinth building with retail spaces and restaurants on the square, a representative lobby for the hotel, offices on the higher floors, and another multi-storey car park.

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

Reading lounge: Reading and working with a view of the city.

Berlin Central and Regional Library (ZLB)

Christian Speelmanns  — Future City Ost. Future ZLB.

Living: Room with a view of the city - living in the high rise.

The central idea of the design is to create a direct relationship between the building and the city, as the building makes its lively interior visible and opens itself up to the outside. The principle of conventional libraries is therefore turned on its head: instead of a reading room in the middle, reading lounges are placed at the periphery of the building, affording a breathtaking view of the square and the city.

The books can be found protected in the interior. As a stone sculpture with mighty pillars, framed by a glass shell, the library building mediates between the sandstone architecture next to it and GDR modernism.

A sweeping perron leads up to the central atrium. From here, a tribune-like view is to be had of the urban bustle on the Alexanderplatz. A restaurant that references the square remains open in the evenings after the library closes and provides the place with the gastronomy it is now missing. On the roof of the library, the reading garden, in which herbs grow on stone shelves, invites the visitor to while away the time in the shade of trees. The canteen in the outside area and the event room directly face the reading garden. The event area is on the ground floor in the plinth and can be used independently of the library.

Living above the Alexanderplatz

Above the library building, the monolithic, crystalline tower with flats from 40 to 250 square metres rises up. The diamond pattern of its facade references the former GDR Centrum department store with its honeycomb pattern. Winter gardens behind it can be turned into loggias that are protected from the wind using floor to ceiling sliding windows, which lends a lively appearance to the high rise. The loggias are, in contrast to conventional balconies, also usable in bad weather. Facing away from the bustle of the Alexanderplatz, the inhabitants can reach the lifts in a lobby with concierge service on the Alexanderstraße. At the top of the high rise is a spa, which is also open to guests from the outside via a separate lobby. The swimming pool (28×9m), sauna, fitness area and bar offer the opportunity to relax and recharge while enjoying the prime view of the city.

DRONEPORT - Andrea Jasci Cimini

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In the history of architecture, new requirements and new technologies have created new types and spatial experiences. As example, airports, cinemas or other “recent inventions” that a few centuries ago were not even imagine. World and contemporary technological culture confronts us with new challenges that often respond with classic models that in most cases are unfit to interpret the future. DronePort is a new type of Skyscraper. A new infrastructure. A home for 300 drones that serve man-made space. Today, increasing day by day the applications and use of drones for civilian purposes, opening a horizon largely unexplored. Started as a fad or a game, today the use of the drone is useful and sometimes necessary in several fields, such as: agriculture, security and control of the territory, the photographic, surveying, traffic control, packages delivery , telecommunication, rescue etc. The Drone Tower is one of the first towers designed to be inhabited by machines, which play inside their “life”, or recharge, rest and maintenance, in complete autonomy. IS designed on the assumption that such a place in the next few years will be essential to any urban area of a certain size…as today highways or power plants. A series of slab prefabricated are overlapped with each other through a metal structure (reference to Pier Luigi Nervi projects). The tower according to the place in which it is built is designed to be rotated depending on the streets of the town (on lower floors) and in the directions of the principal winds (upper floors). Drone access is controlled by an “autopilot” that allows “docked simultaneously more vehicles. On each floor instead are automatons who perform the care activities of the drones and the displacement of any load to carry. DronePort is only the first in a series of countless skyscrapers, which will be in our skies. Not a utopian project, but the hope of discovering a new frontier for the architecture of the future city.

Andrea Jasci Cimini — DRONEPORT

Andrea Jasci Cimini — DRONEPORT

Interno 2 - Fabio Salatiello


Interno 3 - Fabio Salatiello

Tavolo Ortho - Fabio Salatiello

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Ortho è un tavolo-scrivania dalle forme razionali, squadrate e minimali, che conferiscono all’oggetto un’immagine vigorosa ed elegante. Il piano d’appoggio, di spessore 4 cm, è pensato in multistrato impiallacciato in faggio con finitura trasparente opaca ad effetto naturale. La struttura presenta due C nello stesso materiale, attraversate da un tubolare di acciaio satinato di irrigidimento. L’assemblaggio è semplice e necessita di poche predisposizioni.

Fabio Salatiello — Tavolo Ortho

Fabio Salatiello — Tavolo Ortho

Fabio Salatiello — Tavolo Ortho

Libreria Seasons - Fabio Salatiello

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Seasons è una libreria pensile ispirata alle forme naturali degli alberi e delle ramificazioni, così come scaturiscono dalle iterazioni frattali. E’ composta da pannelli con profondità decrescente, in multistrato impiallacciato, tranne che nelle parti terminali laccate in varie tinte, per ricordare la varietà dei colori della natura nelle diverse stagioni dell’anno. A completamento di queste terminazioni colorate, delle lamiere sagomate piegate e verniciate consentono il fissaggio a parete.

Fabio Salatiello — Libreria Seasons

Fabio Salatiello — Libreria Seasons

Fabio Salatiello — Libreria Seasons

Installazione Linea vita - Paolo Naselli

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Installazione di un sistema di “Linea vita” per la sicurezza in copertura. Il sistema è composto da una serie di agganci per l’operatore che dovrà intervenire in copertura, in caso di manutenzioni sulla stessa. In questo caso, su un tetto ventilato in legno, gli agganci sono costituiti da cavetti singoli sottocoppo in acciaio, così da risultare poco visibili in quanto alloggiati tra le tegole.

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Paolo Naselli — Installazione Linea vita

Nursery Pollenfeld - Michael Kühnlein

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Pollenfeld, a small community in Upper Bavaria, Germany, needed a new nursery. In a little competition, KÜHNLEIN Architektur has won the first prize and was assigned to realize the project. The brief was to preserve the fruit trees in the front of the area, so the new building is situated in the back. For having different places for outdoor activities, the children can use the stone-flagged atrium ore the fruit orchard. Adequate the idea of a wooden pavilion between the fruit trees. The façade is opened to the atrium and the trees with large windows. The use of ecological and sustainable products for the children is self-evident. The stringent German regulations for energy consumption are very well fulfilled. With the grill for sunscreen and slight openings for ventilation, the structure is an excellent example for a low-tec building.

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

Michael Kühnlein — Nursery Pollenfeld

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