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Bienenhaus #3 - Massimiliano Dell'Olivo

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Ho da sempre visto nella vita comunitaria delle api un insegnamento urbanistico; qualcosa che si avvicina molto al motto “l’unione fa la forza”. Una Bienenhaus è anche questo: una macrostruttura in grado di ospitare più cellule abitative. L’insegnamento deve essere venuto dal favo stesso a quei primi apicoltori che decisero di proteggere le loro arnie in queste piccole costruzioni. Personalmente vedo in questi edifici rurali dei riferimenti architettonico-urbanistici: primo fra tutti Le Corbusier con la sua Unitè d’Abitation e poi ancora Arturo Soria con la Ciudad Lineal.

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

L’infilata degli alveari

Per questa “minimalen kleine Architektur”, dal budget minimo e auto-costruita la ricerca è stata dettata dall’astrattismo. Una “kunstwollen” ha guidato la composizione delle facciate con la dicromia del legno al naturale che corrisponde alle tamponature e del legno dipinto di rosso che è la struttura dell’edificio (pelle e ossa). L’architettura rurale alpina ha scelto nei secoli sia di esibire che di nascondere il telaio strutturale, qui nel progetto questi due estremi vengono fatti coesistere: le facciate lunghe esibiscono la struttura, le corte la nascondono. Esibire la struttura diventa esigenza funzionale all’appoggio dei predellini delle arnie, esigenza estetica nel disegno astratto delle facciate, esigenza strutturale nel controvento della struttura.

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

L'apiario nel paesaggio

Il disegno si è esteso anche alle piccole arnie, rispondenti allo standard Dadant-Blatt hanno però 8 telaini al nido e 7 al melario per adattarsi al clima alpino, presentano aperture vetrate per l’osservazione della colonia sul lato che da verso l’interno dell’edificio e nido cubico con predellino leggermente avanzato rispetto alla porticina di volo. Sono state poi dipinte con colori sgargianti per aiutare l’orientamento delle api.

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

L’apiario con il paese sullo sfondo

I dati: 6,5 m2 di superficie, 15 m3 il volume costruito, 700 € di materiali, 16 alveari disposti su 2 ripiani ed un totale di 120’000 api che producono mediamente 200 kg di miele/anno.

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

Vista verso il Monte Civetta

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

La facciata laterale: la porta di ingresso è inserita complanare al paramento ligneo

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

L’interno con alveari vecchi e nuovi

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

Scorcio della facciata sud

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

La “tavolozza colorata”

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

La facciata nord al tramonto

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

Le nuove arnie all’interno (alle vetrate le api al lavoro)

Massimiliano Dell'Olivo — Bienenhaus #3

L’alternanza dei colori vivaci delle nuove arnie


Riqualificazione parziale del giardino villa Sicania ex-Limoli – Via Tadini, 17 - Castano Primo (MI) - Manolo Caglioni, enrico paganini, Luca Terlizzi

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L’immobile oggetto d’intervento è l’attuale villa Sicania, ex villa Limoli, sita al civico 17 di via Tadini, angolo via XX Settembre in Castano Primo (MI). Il richiedente intende realizzare un ristorante al piano terreno della villa con la contemporanea e sostanziale modifica di parte delle pertinenze a giardino. Per quanto concerne gli esterni le trasformazioni previste constano:

Manolo Caglioni, enrico paganini, Luca Terlizzi — Riqualificazione parziale del giardino villa Sicania ex-Limoli – Via Tadini, 17 - Castano Primo (MI)

Facciata Villa e giardino

1. Nella pressoché totale trasformazione a parcheggio del giardino posto sul lato Nord-Est, compreso tra l’ingresso principale lungo via Tadini ed il muro di cinta lungo via XX Settembre. 2. Nella successiva realizzazione di aiuole, come da tav. 02 “Progetto del Verde”, a “compensazione” delle necessarie eliminazioni e con finalità d’inserimento paesaggistico del parcheggio.

Manolo Caglioni, enrico paganini, Luca Terlizzi — Riqualificazione parziale del giardino villa Sicania ex-Limoli – Via Tadini, 17 - Castano Primo (MI)

Pergolato con Rosa spp.

Villa Sicania è un esempio di architettura tardo Liberty. Il suo giardino, pur nei limiti connessi alle successive modifiche operate dalle diverse proprietà nel corso degli anni ed ad una limitata manutenzione ordinaria; si caratterizza per alcuni aspetti, formali e compositivi tipici dello stile floreale, in particolar modo della sua corrente “architettonica”. Gli elementi di caratterizzazione sono le linee dritte, la simmetria delle forme e dei contenuti, i tracciati regolari, l’immancabile viale padronale; tutti elementi che talvolta raggiungono una sintesi estrema in relazione alle disponibilità economiche del committente. Contraltare all’estrema sintesi delle forme è l’abbondanza degli elementi vegetali intesi come “materiale” con il quale plasmare e modificare il giardino

Dalla lettura della tavola 01 si possono notare i seguenti elementi di caratterizzazione stilistica:

1. Dimensioni contenute del giardino. 2. La specularità delle forme e delle dimensioni nelle parti nord e sud del giardino idealmente separate dal pergolato e dal viale padronale. La specularitàè rimarcata anche dai due roseti lineari, n° 16 e n° 19, ai rispettivi lati della pergola, dai due opposti gazebo in ferro , dalle aiuole a lato dell’ingresso del fabbricato con Laurus nobilis e macchie di Iris sp. E Bergenia spp..; 3. Impiego di specie esotiche come, nel caso in questione: Auracaria araucana, Pittosporum tobira, Camelia japonica, Magnolia x soulangeana; 4. Elementi vegetali ed architettonici con richiami romantici come il pergolato con Rosa spp. ed il gazebo con Wisteria sinensis. 5. Reminescenza di un boschetto “forestale” identificabile nel gruppo di Betula verrucosa.

Nel corso dei decenni sono state eliminate ed inserite diverse piante, come testimoniato da alcune ceppaie e alcuni Prunus laurocerasus e Juniperus spp. tipici degli anni ‘70-‘80 del secolo scorso. E’ pertanto arduo distinguere un disegno originario dell’impianto, soprattutto per la componente vegetale, al quale potersi rifare in fase progettuale per ripristinare l’originaria struttura del giardino.

Gli obiettivi del “Progetto del verde” sono: 1. “Compensare” il verde eliminato. 2. “Racchiudere” lo spazio parcheggio separandolo per mezzo di cortine arbustive dagli altri spazi funzionali: ingresso, giardino parte sud, pertinenze private parte posteriore della villa, ecc 3. Possibilità di valorizzare la trama dei muri perimetrali in mattone pieno rendendoli, almeno parzialmente, visibili. 4. Necessità di mantenere la visuale sul parcheggio dal giardino ristorante Di seguito si espongono le scelte progettuale per le singole aiuole.

Aiuola A1: Piccola aiuola che delimita il parcheggio dalla parte retrostante la villa con tettoia ad uso privato. si suggerisce di realizzare una siepe formale con Hibiscus syriacus in cv. a fiore viola ed una bordura di Iris spp. con fioritura viola. Per la Bordura lineare di Iris spp. si suggeriscono specie a sviluppo basso, 30-50 cm, come ad esempio Iris fetidissima o Iris pumila Aiuola A2: Questa aiuola costeggia parzialmente il muro perimetrale di via XX settembre a nord. Si suggerisce la realizzazione di un siepe informale monospecifica con Abelia x Grandiflora in cv. A Aiuola A3: In un giardino Liberty non possono mancare le Ortensie. In questa aiuola si suggerisce la realizzazione di un siepe informale monospecifica con Hydrangea macrophylla Aiuola A4-A5: Queste aiuole costeggiano il parcheggio lungo il lato sud del parcheggio e delimitano lo stesso dal viale di ingresso al ristorante. Si suggerisce la realizzazione di una bordura bassa, circa 40-60 cm, con Rosa Schneeflocke® e con due Hydrangea macrophylla in corrispondenza del passaggio tra il parcheggio e il viale di ingresso.

Generator Hostel - Bruzkus Batek Architekten

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Bruzkus Batek Architects were invited to carry out the interior design of the public spaces and the twin bedrooms for Generator Urban Design Hotels’ new location in Berlin-Mitte. Here, continuing the idea that each hostel’s design be locally orientated, they have created a place that allows guests to immerse themselves in Berlin’s unique but contradictory character. An exciting blend of artworks, materials and surfaces invests the common areas of the hostel with a unique style. Recycled timber panelling frames the reception area and the café, interrupted by a horizontal line of seemingly countless hooks, and complemented by bright cushions and cubes in denim, neon pink and orange. The dark bar boasts black walls and raw copper panelling, while .PSLAB’s lighting concept creates a world of its own, while still fitting into the overall Generator concept In the hostel’s twin bedrooms the design for the public spaces was extended further, demonstrating the use of simple materials in a playful way.

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Breakfast area

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Breakfast area

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Bedroom

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Café / Reception

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Bar

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Breakfast area

Bruzkus Batek Architekten — Generator Hostel

Bedroom

Ristrutturazione sede Proloco Altamura (BA) - Alessandro Iacovuzzi

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Il progetto di ristrutturazione ‘en passant’ della sede dell’associazione culturale Proloco di Altamura ha previsto un intervento sulla separazione dell’info-point d’ingresso con la sala riunione/mostre centrale. Attraverso un doppio sistema plastico-illuminotecnico, si è riusciti a fornire una versatilità d’uso al locale storico di ‘piazza rossa’ nel cuore del centro antico federiciano. L’adeguamento dei servizi igenici alla fruizione di persone con mobilità diversa e la rimessa in luce dell’antico pavimento, hanno completato l’idea progettuale di ristrutturazione della Proloco Altamura (http://prolocoaltamura.it/). Lavori finanziati dalla COBAR S.P.A. e realizzati dall’impresa COGER srl di Altamura (BA)

Alessandro Iacovuzzi — Ristrutturazione sede Proloco Altamura (BA)

Ingresso lato destro

Alessandro Iacovuzzi — Ristrutturazione sede Proloco Altamura (BA)

Ingresso lato sinistro

Massa - Centro Direzionale e Servizi - Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti

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Inquadramento

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Massa - Centro Direzionale e Servizi

L’area di definizione del PAdC è sita in fregio alla via Provinciale Avenza- Massa in prossimità dell’uscita autostradale A12 Genova – Rosignano. Non vi sono edifici che insistono nell’area del PadC: l’area risulta totalmente inedificata ed incolta per una superficie fondiaria pari a 7.450 mq. Il PPE 1988 pone come propri obbiettivi, quelli destinati a regolare “le attività edilizie ed urbanistiche nell’area individuata, destinata ad attrezzature, servizi e centro direzionale. Si prevede perciò la localizzazione delle strutture della Motorizzazione Civile, dei Vigili del Fuoco, della Forestale e la realizzazione di due aree, “A” e “B”, per il Centro Direzionale. Le destinazioni d’uso previste individuano le seguenti principali classi di servizi: · Servizi commerciali; · Servizi tecnici e professionali legati al settore sanitario; · Servizi legali, commerciali e tecnici a carattere professionale e imprenditoriale; · Servizi connessi all’ambito ricettivo ed alla ristorazione; · Servizi a carattere amministrativo, assicurativo e bancario.

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Massa - Centro Direzionale e Servizi

Planivolumetrico e Sezioni Ambientali

Il contesto insediativo urbano

Maurizio Andruetto & Monica Deri Architetti — Massa - Centro Direzionale e Servizi

Prospetto Sud

La direttrice autostradale dell’A12 Genova – Rosignano divide decisamente il comune di Massa in due fasce in chiaro parallelismo con la linea di costa. Il PS 2011 ha identificato con due sistemi territoriali diversi, quello di pianura e quello di costa, i versanti a monte ed a valle del tracciato autostradale lungo tutto il suo percorso all’interno dei confini comunali. I tessuti insediativi tra le due fasce si differenziano visibilmente. L’intera fascia ad ovest del fiume Frigido a monte della tratta dell’A12 è caratterizzata da un tessuto di tipo produttivo ad ampie coperture e dotato di un robusto telaio infrastrutturale ma che – per l’attuale crisi congiunturale – vedrà non poche difficoltà per il suo recupero e per la riconversione ad altre destinazioni. Il tessuto edilizio a valle dell’autostrada è invece del tutto incoerente e disperso, costellato di costruzioni a centro lotto di natura residenziale a bassa o media densità, privo di caratteri strutturali o disegni direttori, tipicamente definibile come “sprawl urbano” o “città diffusa”. La fascia compresa tra l’asta dell’A12 e la via Provinciale Avenza – Massa ad ovest del fiume Frigido riveste un carattere residuale e di particolare difficoltà nel tentativo di rappresentare un disegno urbano di qualità e con requisiti di performanza. Ben era stato immaginato infatti nel PRG 1981 di destinarne proprio la porzione a ridosso dell’uscita autostradale a centro direzionale, vocando di fatto l’area a funzioni di servizio agli insediamenti industriali ma con destinazioni consone alle caratteristiche di stretta connessione alla prossimità infrastrutturale.

L’attuazione

Il complesso si articola in due corpi principali che tendono a delimitare lo spazio pubblico esterno pur permettendo la massima fruibilità e permeabilità del piano a terra: l’edificio che ospita le funzioni ricettive e la ristorazione è alto n.7 piani fuori terra e ospita n.48 camere più i relativi spazi comuni. La parte del complesso dedicato agli spazi commerciali ed ai servizi presenta una altezza più contenuta pari a n.4 piani fuori terra ed è spazialmente maggiormente articolato a causa della differenziata offerta di destinazioni funzionali di cui gode: le unità funzionali (unità immobiliari destinate o passibili di utilizzazione funzionale separata) ospitate in questo ambito sono in totale n.27. I due piani interrati di parcheggi e depositi, delimitano e strutturano fisicamente il complesso innervandone i connettivi verticali e le connessioni orizzontali. Il sistema del verde recinta l’intero complesso, ma è soprattutto sul lato ovest che si ritiene di concentrare l’impianto di alberature con essenze ad alto fusto, vista soprattutto la presenza di unità residenziali preesistenti in prossimità.

Le unità funzionali presenti nell’intero complesso sono n.31 suddivisi in tre complessi, denominati “A”, “B” e “C”. E’ più precisamente: 1. Una unità funzionale rappresentata dal complesso turistico ricettivo, complesso “A”; 2. dodici unità funzionali a destinazione commerciale (n.7 al piano terra e n.5 al piano primo), complesso “B”; 3. tre unità ambulatoriali (n.1 al piano primo e n.2 al piano secondo) in grado di offrire n.18 ambiti differenziati, complesso “B”; 4. dieci unità funzionali a destinazione direzionale (n.3 al piano secondo e n.5 al piano terzo), complesso “B”; 5. due unità residenziali di guardiania al piano terzo, complesso “B”; 6. il complesso dei parcheggi a raso ed i parcheggi al primo ed al secondo piano interrato, di cui al complesso “C”; 7. i quattro magazzini del complesso “C”.

Il sistema del verde

Il PAdC precisa il progetto del sistema del verde secondo i seguenti indirizzi: a) concentrazione delle principali masse arborate nell’area ovest in prossimità delle preesistenti unità residenziali; b) messa a dimora di n.44 essenze ad alto fusto e più specificatamente: n.5 tilia platyphillos, n.9 pinus pinea, n.24 quercus ilex, n.6 acer platanoides; c) messa a dimora di n.150 laurus e n.100 aevonimus per le siepi sempreverdi, e la piantumazione di n.100 cotoneaster, n.100 hipericum moseranum e n.100 piante aromatiche (rosmarino, salvia, timo, lavanda) per le siepi protettive, per un tiotale di n.550 impianti; d) realizzazione di un tetto giardino di 103,56 mq con tappeto erboso, 15 piantine al metro quadrato, 20% sedum album murale 20% sedum album murale “coral carpet”.

Aimer Lingerie Factory - crossboundaries architects

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A DECADE LATER, CROSSBOUNDARIES REALIZES AIMER’S LINGERIE FACTORY, A NEW MODEL OF INDUSTRIAL ARCHITECTURE THAT EMBODIES CHINA’S ECONOMY IN TRANSITION.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

When Aimer first approached Crossboundaries in 2004, it requested a factory compound of 14000 sqm gross floor area that could house conventional storage, manufacturing, and a 300-people dormitory by individual functions. However, as Aimer grew rapidly in China, the leadership quickly foresaw the importance to upgrade its operation shifting from a production-focused business to a genuine fashion brand. In order to reinforce its brand image and adapt to a maturing economy, Crossboundaries was asked to add a Research and Development office, a 23000sqm distribution center as well as spaces to showcase its products. The realized facility of 53000sqm in 2014 represents a successful collaboration between Aimer and the designers in rethinking the future of the Chinese brand that integrates production, brand building with the well-being of employees.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

- Unity: A facility that reflects the strength of a leading enterprise To optimize the site, Crossboundaries gathered all business functions under one roof, resulted in a rectangular stand-alone building that presents strength and authority to the public.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

Following the idea to boost Aimer’s operational efficiency in order to move up the value chain, Crossboundaries responded with detail research and understanding of how Aimers goods, employees and visitors navigate within and between the spaces. The west public entry into the 12m high lobby invites visitors to the southwest corner of shop and Aimer museum as well as the ground floor conference center that will host industry events. Above the conference center and lobby is the office area, which shares a communal deck with the manufacturing areas, cutting down in-house communication time between administration and production.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

Not only does the complex serve conventional factory needs in a modern way, but it also creates a factory community based on the communist system of a “danwei”. “Even though Aimer is upgrading its operation to meet international business standard, it still provides accomodation as part of compensation for the workers based on the communist idea of ‘danwei’,” said principal Binke Lenhardt. The 600-people dormitory seperates from the facility with recreational areas in between, generating a distinction between work and living therefore enhancing the sense of community for workers.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

- Democratizing: Attending the well-being and interaction of employees While it is important to the client to present a strong image, Crossboundaries envisioned a factory environment that attends to the well-being of workers and administration employees equally.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

By cutting a void in the builiding and placing a communal deck set at level +13m, the doubled public space crossing ground floor and the deck allows air to better circulate horizontally and vertically along the curved inner facade. The use of top-hinged glass windows along the inner facade maximize the amount of natural light that shines into both manufacturing and office areas. This timbered deck therefore serves as a bridge to bring administration and workers to stroll and relax in the same place. “We have to break away from the imprisoning working environment, moving from disciplining workers to engaging communication and breathing within the factories,” said principal Hao Dong.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

- Branding lingerie: Speaking about seduction through architecture Since Aimer intends to use the building for events, showcasing and industry conferences, Crossboundaries’s deep understanding of Aimer’s vision later led to designing the building’s interior, landscape and signage for a consistent image that reflects the essence of lingerie.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

Although the industrial nature of the facility is addressed with galvanized aluminum and concrete on the outer and inner façade respectively, the aluminum panles were designed with vertical fins and concrete panels pre-fabricated in order to enliven a flattened cube with tactility. The outer facade transitions from aluminum coverage to a combination of aluminum and glass, accomodating the different levels of lighting required in products-centered areas and human-centered areas. The visual effect of the facade therefore reflects the nature of lingerie: coverage and transparency.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

The staircase in the lobby winds around a veil of slender white columns set at various inclinations screening off the shop and museum. It also doubles as an decending catwalk for models to reveal a new collection of lingerie, emerging from behind the veil to the audiance in the lobby. This sense of exploration and mystery is frequently echoed in lighting, walkways and voids with curves and rounded quadrilateral patterns, which were extracted abstractly from selections of lace.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

- Future While the county of Shunyi sees a growing number of industrial architectures and outlets, the Aimer Factory’s contemporary aesthetic and functions allocation are designed with the future in mind: the possibility to use the architecture for other purposes and setting Aimer apart as a leading national brand that will be ready to compete internationally.

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

crossboundaries architects — Aimer Lingerie Factory

Holbein's Sushi Bar - Bruzkus Batek Architekten

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The empty space in the basement of Holbein’s renowned restaurant at the Städl Museum in Frankfurt has been transformed into a sushi bar with a few selected additions. The materials used here fuse together, interrelating just like the individual layers that make up the flesh of a fish. The pale timber floor-to-ceiling slatted cladding was developed based on this core idea. According to .PSLAB’s lighting concept, built-in spotlights are located between the ceiling slats. The Japanese dishes are prepared in-situ at the white Carrara marble counter. The work surface is separated from diners by a narrow panel of smoked glass. A shelf with backlit stamped-metal ornaments hangs behind the bar. The sushi bar complements the historic setting of Holbein’s with a gastronomic experience set in a minimalist interior.

Bruzkus Batek Architekten — Holbein's Sushi Bar

Bar

Bruzkus Batek Architekten — Holbein's Sushi Bar

Seating area

Bruzkus Batek Architekten — Holbein's Sushi Bar

Bar shelf

Bruzkus Batek Architekten — Holbein's Sushi Bar

Bar area

Xiaopu Culture Center - DnA_Design and Architecture

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Located on an irregular former industrial lot in the well known art village Songzhuang, Xiaopu Cultural Center is a multi-functional complex including exhibition galleries, five residency artist studios, exhibition workshop, art shop, and administration. The diverse programs are unified through a Tangram layout adapting to the site, while vertically distributed into dual-levels: the public program on the ground level as a compact volume with courtyards, and the private working area occupies the upper level with individual studios allowing a view traveling across the red-tiled roofscape of this typical northern Chinese village. The Tangram layout creates an intersection of studios and double-height galleries. This visual connection allows the juxtaposition of art production and presentation. The exterior corrugated metal are not only to fit into the tight budget but also to keep a touch of the former industrial context.

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

The transformation from industry into culture facility will become catalyst for bringing new possibilities for local community.

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

section

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

DnA_Design and Architecture — Xiaopu Culture Center

Diagram


Troia MED - Nuno Montenegro

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Recortada por entre pinheiros mansos, a sua arquitetura de volumes abstratos desenha ângulos em direção ao mar e à floresta mediterrânica. A vivência dos espaços interiores é surpreendente a cada passo. A geometria é irrepetível, proporcionando uma experiência singular aos utentes. A paisagem variada a partir do interior encontra eco na diversidade de sombras projetadas pelos volumes brancos. Visto do céu tem a forma de uma borboleta que poisa num jardim.

Nuno Montenegro — Troia MED

Troia MEDé um pequeno complexo turístico composto por seis (3+3) casas agregadas, e situa-se na península de Troia, no sul de Portugal. Os edifícios localizam-se junto do campo de Golfe de Troia, ao longo da costa atlântica. Os diversos apartamentos são compostos por uma tipologia de salas comuns com cozinhas integradas, e quartos servidos por diversas instalações sanitárias. Dos três pisos, apenas dois estão mais visíveis. O piso parcialmente enterrado articula-se com o terreno tirando partido de diversos desníveis criados para o efeito. Desta forma torna-se praticamente invisível, apesar da sua grande luminosidade e espacialidade interior. O jardim não possui qualquer tipo de vedação. O limite da propriedade é entendido como um contínuo, interligando o edifício com a envolvente.

Empresa de Arquitetura: MONTENEGRO Architects, LTD
Engenharia de Estruturas: Vitor Roque

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

Nuno Montenegro — Troia MED

SHIKAKU - DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS)

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This project is a collaboration with Jo Kanamori, contemporary dance choreographer and artistic director of dance company Noism in Ryutopia, first public contemporary dance troupe in Japan. The idea of staging comes from the desire to transform the conventional staging, where the audience is separated from the performance, then it is designed to break away from the traditional separations. Spectators stand on the same platform as the dancers. Through partitions winding space, the performance is increased in space and in time into several independent scenes. Each viewer’s experience is “Unique” performance. Whether it’s through a window or standing next to dancers, spectators all become part of a instantaneous dream occurring among them. Each experienced a remarkable performance with space, choreography, light and color. The plot of the whole performance is revealed only at the end of the show when all the partitions separating the dancers and spectators are identified. At this point, the whole scene is uniformly colored and discover the different audiences character of the dance team and the real number.

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

PROJECT INFORMATION: Status: Completed / Location: Ryutopia, Niigata/Hyogo, Tokyo, Japan / Dates: 2007 / Area: 200m² /Commission Type: Public / Client: Ryutopia City Performing Arts Center, Niigatal / Program: Scenography for Contemporary Dance PROJECT TEAM_ Space: DGT, Paris / Choreography: Jo Kanamori – Noism04, Niigata / Music: Masahiro Hiramoto, Tokyo / Costume design: Michiko Kitamura, Tokyo / Dancers: Noism04

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

DGT (DORELL.GHOTMEH.TANE / ARCHITECTS) — SHIKAKU

Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole - Stefano Nasini, Giulia Galli

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il sito di progetto Il sito di progetto è stato individuato sul versante sud del Cimon del Froppa, ad un altitudine di circa 2.675,00 m sul livello del mare; raggiungibile dalla medesima forcella Marmarole, passaggio ed incrocio di due importanti sentieri escursionistici del CAI, il sentiero 260 e il sentiero 262, è dunque in una posizione del tutto strategica per la funzione di accoglienza che la nuova struttura è chiamata a rivestire. Al centro delle Marmarole centrali, l’area individuata per la ricostruzione del bivacco, è un luogo di spettacolare bellezza naturalistica: la Cresta degli Invalidi, la Croda Bianca, il Cimon del Froppa e le altre cime si aprono seguendo la forma di un anfiteatro sulla Forcella, creando una quinta scenica del tutto unica. Di fatto la catena è inserita nella Fondazione Unesco per le Dolomiti. La forcella Marmarole apre tra queste cime maestose un varco fisico e visivo verso il vallone degli Invalidi e in lontananza verso l’abitato di Auronzo di Cadore. Il sito di progetto, così come tutto il versante, è caratterizzato da una forte pendenza ed è collocato su un affioramento roccioso emergente dai ghiaioni sciolti. Nel periodo invernale si possono creare coltri nevose di diversi metri, ma essendo esposto verso sud, in estate risulta abbastanza libero dalla neve.

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

vista interna

l’idea progettuale Le montagne circostanti, le loro cime frastagliate e la tradizionale tipologia edilizia alpina, caratterizzata da tetti a capanna molto spioventi, hanno definito in maniera chiara e decisa il concept progettuale: l’idea di casa e di protezione. La posizione del nuovo bivacco, come se fosse appoggiato sulla montagna, senza opere di fondazione permanenti o invasive, è stata condizionata dalla forte pendenza del versante, dalle estreme condizioni atmosferiche e da un approccio rispettoso verso la montagna. Il nuovo bivacco si dispone parallelamente alle curve di livello, a causa della forte pendenza del versante, con aperture a sud – est e chiudendosi verso nord.

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

inquadramento forcella marmarole

il modulo base Così come la specificità del luogo e l’architettura alpina hanno definito il concept progettuale, allo stesso modo i vincoli imposti dalla stazione appaltante hanno guidato il progetto verso specifiche soluzioni tecnologiche.

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

l'idea di progetto

la pianta Uno studio approfondito dei bivacchi alpini ha evidenziato, nella maggior parte dei casi, la presenza di ambienti unici, in cui la sosta, il riposo ed il ristoro avvengono nello stesso ambiente, a discapito del comfort degli utenti. In maniera del tutto opposta, il progetto ha l’intento di creare una nuova idea di bivacco, in cui le varie funzioni siano scisse l’una dall’altra e gli ambienti abitabili e confortevoli. Il modulo base è stato pensato in quest’ottica: se gli elementi strutturali e dell’involucro sono sempre gli stessi, ognuno di essi è reso specifico dalla funzione che è chiamato a rivestire.

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

il modulo base

il nuovo bivacco

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

schema di composizione

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

la pianta

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

la pianta

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

i prospetti interni

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

le sezioni trasversali

Stefano Nasini, Giulia Galli — Ricostruzione del Bivacco F.lli Fanton sulle Marmarole

vista esterna

Centro di protezione civile Renon - Cez Calderan Zanovello Architetti

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Nach Unterinn schlängelt sich der Weg über den Ritten durch bewaldete Abhänge. Einige Minuten lang verschwindet das berühmte Rittner Bergpanorama aus unserem Blickwinkel. Sobald die Strasse sich wieder nach Nord-Osten wendet, kurz bevor sie den Engpass bei Lengmoos erreicht, weitet sich der Blick wieder über die Eisackschlucht hinauf zu den Dolomiten. Links bildet die Strasse eine klare Abgrenzung zu der Wohnsiedlung, die westlich des Dorfkerns Klobenstein am Hang entstanden ist. Rechts ist die “Kaiserau” noch frei von jeglicher Bebauung, sie ist eine weit ausgedehnte, leicht abfallende Wiese, die bis zum alten Zaberbachweg reicht. Jenseits des Zauns, der den Weg zäumt, fällt das Gelände steiler nach unten, so dass der Standort wie eine natürliche Terrasse wirkt über dem, fassbar nah, die Felsenwände des Schlerns überragen. In diesem perfekten Bild etwas zu verändern, ein grosses Gebäude hinzuzufügen verlangt nach einer zurückhaltenden und respektvollen Haltung.

Cez Calderan Zanovello Architetti — Centro di protezione civile Renon

Die Notwendigkeit den bestehenden Parkplatz zu erweitern, wird genutzt, um das neue Zivilschutzzentrum unterhalb der Parkfläche zu konstruieren. Von dem Kreisel an der Hauptstrasse am Dorfeingang erscheint der Neubau lediglich wie ein Einschnitt im Gelände und wird als Teil der Topographie wahrgenommen. Die obere Terrasse des Parkplatzes ragt weit aus, damit die Zufahrt zu den unteren Einstellhallen geschützt wird. Durch ihren Schattenwurf wird aber gleichzeitig die lange Fassadenfront des Zivilschutzzentrums optisch in den Hintergrund gesetzt. Nur die helle massive “Brüstung” der Terrasse tritt nach vorne und bildet eine geschwungene, ununterbrochene Linie, ein hell schwebendes Band, welches von der Peter-Mayr Strasse ausgehend den Parkplatz zur Senkung des Zaberbaches hin umfasst. Am östlichen Ende der Terrasse dreht sich das Band um 90° nach unten und berührt den Boden. Somit entsteht eine Art Pilaster, ein massiver Sporn, welcher das Gesamtbild formal abschliesst. Die transparenten Falt Tore der Fahrzeughallen verleihen dem Innenraum eine optimale natürliche Beleuchtung. Die Verwaltungs- und Gemeinschaftsräume gruppieren sich um zwei breite Innenhöfe, die das Tageslicht tief in das Gebäude hinein lenken. Eine gekrümmte Oberfläche verbindet den viereckigen Grundriss des Hofes und dessen obere, kreisförmige Öffnung; ihre abgeschrägten Ränder schaffen einen Sichtschutz, welcher die Privatheit der unteren Bereiche gewährt. Nur die zwei runden Öffnungen in der Parkfläche und die im Terrassen Belag bündig eingelassenen, farbigen Oberlichten, signalisieren von oben, auf geheimnisvolle Weise, die Präsenz des Zivilschutzzentrums im Untergrund. Östlich des Parkplatzes führt eine Treppe direkt auf den Vorplatz des Zentrums. Hier befindet sich, hinter dem massiven “Pilaster” auf dem die Terrasse ruht, das gemeinsame Schulungszentrum mit beiden Jugendräumen. Bewegliche Trennwände ermöglichen es, alle drei Räume zusammen zu fügen und damit entsteht ein 120 m2 grosser Veranstaltungssaal.

Cez Calderan Zanovello Architetti — Centro di protezione civile Renon

Cez Calderan Zanovello Architetti — Centro di protezione civile Renon

Pianta livello parcheggio

Cez Calderan Zanovello Architetti — Centro di protezione civile Renon

Pianta livello edificio

Cez Calderan Zanovello Architetti — Centro di protezione civile Renon

prospetto e sezioni

Nuovo fronte edificio commerciale - Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra

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Trattasi di studio preliminare per la realizzazione di una “quinta” su fabbricato commerciale esistente.

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Particolare Facciata

La composizione architettonica riprende il concetto pittorico del “punto-linea-superficie” di W. Kandinsky.

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Fronte principale

Dalla stessa superficie si sviluppano linee diverse che si intersecano solo in alcuni punti, rendendola dinamica.

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Vista prospettica

Questo permette la permeabilità della luce e disegna ombre o chiaroscuri diversi, durante l’arco della giornata.

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Vista prospettica

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Particolare Facciata

Raffaele Taiariol, Alessandro Tamburello, Michele Ros Geometra, Maurizio Aruta Geometra — Nuovo fronte edificio commerciale

Linee...fine

Turnmill - Piercy & Company

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Turnmill sits on a prominent corner site in London’s Clerkenwell Green Conservation Area and provides over 70,500 sq ft of high quality office space with two large restaurant units on the ground floor and basement.

Piercy & Company — Turnmill

Turnmill draws inspiration from the historic fabric of Clerkenwell and its present day incarnation as the centre of London’s creative media industries. The curved plan form is a direct response to the movement of people around the busy site which is set to intensify as Farringdon Crossrail opens in 2018. Clerkenwell’s quintessential robust yet refined warehouse buildings provide a guiding template, while the concept is inspired by Barbara Hepworth’s renowned sculpture ‘Curved Form Delphi’ comparing the vernacular of ancient and modern Greece. The skin on the outside of Hepworth’s sculpture is textured and articulated, yet inside it is pure white and carved from the overall form.

Piercy & Company — Turnmill

The new building successfully negotiates the complex relationship between new and old, referencing the historic and the contemporary. This is most clearly demonstrated by the brick façade which is both sensitive to its context and visually striking.

Piercy & Company — Turnmill

© Hufton & Crow

Handmade bricks were sourced from Petersen Tegl in Denmark in three bespoke shades, developed to be sympathetic to the neighbouring Grade 1 listed Sessions House. The Roman format bricks create a horizontal emphasis across the façade and reflect the sturdy masonry characteristic of the area, whilst the handmade nature of the surface is exploiting by using the brick on edge to create sills and soffits and handsetting all the brickwork with the exception of the pre-cats soffits. A range of special moulds were fabricated to create curved and angled bricks which achieve the complex geometry of the plan.

Piercy & Company — Turnmill

To emphasise the feeling of movement, the mortar joints are recessed horizontally and filled the vertically, creating variation dependent on the height of the sun and depth of the mortar joint shadow. To form a more vertical fenestration pattern and add further articulation, the window reveals are deep and chamfered on plan fanning out from the centre of the office floors to take advantage of the unusually panoramic views. En-masse, the varied chamfers animate the façade and create variation, often a challenge with speculative office development.

Piercy & Company — Turnmill

On Turnmill Street, the brickwork continues inside through the curved entrance where it gives way to a palette of polished concrete, polished plaster, and brass detailing. The double height reception space and glazed link above break the massing into two elements in order to preserve the established grain of Clerkenwell.

Piercy & Company — Turnmill

The curves and inset glazed link create more informal and varied internal spaces adding to the character and personality of the building.

Piercy & Company — Turnmill

A continuous ribbon of external terrace celebrates the spectacular views from the set-back top floor and a similar arrangement of street level restaurants animates Turnmill Street and the junction with Clerkenwell Road.

Piercy & Company — Turnmill

Many of the fine details of the building repeat internally with curved reception walls, lifts and balustrades; the chamfered window reveals also appear within walnut cabinets in the washrooms.

Piercy & Company — Turnmill

The offices have low level fresh air supply system similar to displacement ventilation coupled with openable windows. The lighting utilises a flexible track arrangement which is recessed into the soffit combining lighting and detection. Ground source heat pumps provide free heating/cooling throughout the year.

Piercy & Company — Turnmill

Piercy & Company — Turnmill

Infinite Palace Catwalk - OMA

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AMO disguises the existing room into a classic enfilade of rooms, gradually changing proportions as in an abstract mannerist perspective. As opposed to a single stage, the new sequence of spaces multi- plies and fragments the show into a series of intimate moments. The progression through the connected rooms simulates endless repetitions and symmetries, while providing the illu- sion of an infinite palace. As the models move linearly across the enfilade the audience, divided into small groups, are pushed to close and intimate proximity with the collection.

OMA — Infinite Palace Catwalk

For the 2015 FW woman show, a large space in the end of the of the enfilade unifies the two parallel rows of doors. The tridimensional excavation of the space is alternatively painted in subtle tones of green and pink. In this disorientat- ing landscape aluminum geometric inserts in the ground mark the sequence of spaces.

OMA — Infinite Palace Catwalk

For the 2015 FW man show, blue and black (false) marble cover the floors and walls transforming each space into a tridimensional excavation. In this disorientating landscape aluminum geometric inserts in the ground mark the sequence of spaces.

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk

OMA — Infinite Palace Catwalk


Casa "Tetris" - Raffaele Taiariol, Michele Ros Geometra

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Il nuovo intervento prevede la ristrutturazione ed ampliamento del fabbricato esistente per la realizzazione di due unità immobiliari.

Raffaele Taiariol, Michele Ros Geometra — Casa "Tetris"

Planivolumetrico

Nel progetto si è cercato di comporre un fabbricato dal disegno razionale che si inserisce nel tessuto urbano esistente.

Raffaele Taiariol, Michele Ros Geometra — Casa "Tetris"

Vista prospettica

L’impianto planimetrico viene modificato per permettere una migliore organizzazione distributiva-funzionale delle due nuove unità immobiliari.

Raffaele Taiariol, Michele Ros Geometra — Casa "Tetris"

Vista prospettica

L’intersecarsi dei volumi, il gioco dei pieni e dei vuoti, il bianco e il nero, ..., si confrontano con le geometrie e le forme di “tetris”.

Raffaele Taiariol, Michele Ros Geometra — Casa "Tetris"

Vista prospettica

Bir&Fud 2.0 - B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini

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Il progetto di interni del nuovo Bir&Fud trova la sua ispirazione nel processo produttivo-sperimentale del suo miglior prodotto: la birra artigianale e nella sua posizione geografica nel cuore di Roma a Trastevere che contribuisce a definirne carattere ed unicità.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Interessante è l’analogia tra la conformazione dello spazio del locale e l’urbanistica del quartiere: Trastevere è un susseguirsi di vicoli dal sapore antico che aprono meravigliosi scorci su incantevoli piazze; in Bir&Fud percorrendo lo spazio voltato stretto e profondo si raggiunge un’ambiente dilatato ed ampio che configura uno spazio sociale più statico quale la sala “Fud”.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

I cromatismi caldi della birra nelle sue sfumature dorate, ambrate e scure si ritrovano negli interni della Basilica di Santa Maria in Trastevere: soffitto e abside spiccano per la loro lucentezza in contrasto con i marmi del pavimento cosmatesco su cui si dispongono i banchi in legno scuro. Nel progetto vengono ripresi e reinterpretati gli strumenti impiegati nella produzione delle birre artigianali: filtri metallici forati, pupitre in legno, doghe di botte e uso della terracotta. Attraverso l’uso della materia e della lavorazione artigianale viene intrapreso un processo compositivo di astrazione del riferimento, contestualizzando il progetto su due distanze: Trastevere in cui risiede Bir&Fud e Collerosso (Borgorose) luogo di produzione delle birre artigianali di Birra del Borgo.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Cromatismo e materia si fondono conciliando mosaici e decorazioni della chiesa trasteverina con la produzione della birra artigianale, caratterizzando un’ambiente in cui materiali e forme, estrapolati dal loro contesto produttivo, raccontano la storia di ciò che si sta gustando.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Nella galleria “Bir” un lungo bancone predomina lo spazio con la sua imponente massa materica di tronchi in legno di Castagno appena levigati e sovrapposti che ne costituiscono il rivestimento. Una mensola in pietra lavica inserita nel legno integra le sedute della galleria nella lunga linea del bancone, stimolando il dialogo con chi serve e la curiosità verso le numerose birre proposte. Profili in ferro ossidato fissati lungo il muro sottolineano la profondità dello spazio e sostengono tavolette in castagno fiammato su cui sono riportati nomi e gradazione alcolica delle birre.Dodici metri tutti da degustare con trenta spine appositamente disegnate: la forma pura, cilindrica, predomina nella sua semplicità per esaltare la raffinatezza del materiale, scardinando la classica estetica della colonnina in metallo ed introducendo l’uso del vetro ambrato, lavorato artigianalmente.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

La matericità della finitura delle pareti richiama l’uso di anfore in terracotta già anticamente utilizzate dagli Etruschi e re-introdotte per la fermentazione di birre sperimentali da Birra del Borgo. Il recupero di antiche botti di rovere ha permesso l’utilizzo di bellissime doghe, naturalmente tinte dal colore rosso-vino del mosto, per la realizzazione di decori dalla forma astratta e contemporanea, ispirata ai chicchi dei cerali, ingredienti della birra artigianale.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

La ripetizione di questi moduli lungo il profilo della volta della galleria conferisce dinamismo allo spazio fino a raggiungere la linea centrale del bancone, riconfermandone il ruolo centrale. Integrate con faretti Led, le doghe di botte diventano dieci lampade a sospensione sottolineando la profondità dello spazio in riferimento alle dieci lanterne portate dalle donne che affiancano la “Madonna che allatta il Bambino” raffigurate nel mosaico in facciata della Basilica di S. Maria in Trastevere.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Il motivo del pavimento a forma esagonale viene ripreso dalla pavimentazione originaria dell’edificio, reinterpretato nei cromatismi caldi e ambrati disposti in modo da creare una sfumatura che amplifichi il dinamismo e la profondità dello spazio voltato della galleria. Al centro della sala Fud il motivo esagonale lascia spazio ad un “tappeto” in legno di Castagno fiammato a mano proveniente dai boschi di Borgorose, così come il resto del legno utilizzato a rivestimento delle pareti e dei tavoli.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Grazie al recupero delle botti utilizzate per la creazione dei decori a parete, è stato possibile il riuso di alcuni coperchi delle stesse, applicati ad intarsio al centro di alcuni tavoli caratterizzandoli con il colore rosso scuro naturalmente tinto dal mosto. Il tappeto di legno è allineato con un controsoffitto in rete metallica il cui uso trae ispirazione dai filtri impiegati nella produzione di birra e arricchita dalla stessa lucentezza dorata del soffitto e dell’abside di S. Maria in Trastevere.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

Bir&Fud2.0 rappresenta una “degustazione” a 360° della produzione artigianale a partire dalla birra fino alla realizzazione degli elementi che compongono il progetto d’interni.

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

B15A architettura, Andrea Desideri, Silvia Guzzini — Bir&Fud 2.0

"Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati - Elisa Greco

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La progettazione della casa per il custode di Villa Belpoggio -Baciocchi si confronta da subito con la sua localizzazione suggestiva. Il paesaggio collinare, la fitta vegetazione, l’andamento del terreno, sono le premesse che guidano l’analisi e le scelte progettuali. Il terreno risulta essere in pendenza e riprende, seppure a una scala minore, l’aspetto delle colline, elemento di riferimento del paesaggio circostante.

Elisa Greco — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Il progetto prevede quindi di supportare l’edificio attraverso un basamento in c.a. che verso nord si solleva dal terreno attraverso un sistema di pali (che costituiscono anche le fondazioni). La visione di progetto parte dalla volontà di riportare a una dimensione “domestica” questa residenza, nel contesto quasi “selvaggio” e boscoso del parco.

Elisa Greco — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

A questo proposito è importante la presenza di un camino, elemento importante dell’intero progetto, sia a livello d’atmosfera che impiantistico. La distribuzione interna avviene su due livelli, di cui un secondo soppalcato, che ospita una camera, un bagno e uno studio a ballatoio.

Elisa Greco — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Al piano terra sono presenti i restanti ambienti, e risulta centrale la posizione del deposito, considerato, in questo caso, un ambiente dalla duplice potenzialità (area di stoccaggio e di lavoro, in relazione con l’esterno). L’asse centrale dell’edificio ospita un blocco impianti lineare (scala, alloggiamento canne fumarie e attacchi dei servizi). La struttura portante dell’edificio è in pannelli di xlam, sia per le pareti che per il soppalco e il tetto.

Elisa Greco — "Meno di 31": residenza di 80 metri quadrati

Il rapporto con l’esterno è rafforzato dall’ottimizzazione delle aperture, per aumentare il comfort ambientale e favorire illuminazione e ventilazione naturale. A nord la facciata non presenta aperture, a ovest gli ambienti si aprono discretamente verso la vegetazione, fitta e sempreverde.

A sud le aperture sono protette da frangisole, per evitare il surriscaldamento estivo e a est la residenza presenta un’ampia porzione finestrata, protetta solo in estate dall’ombra degli alberi.

Ripensare il Laurentino 38 a Roma - Giulio RITRIVI

TID Annex ITESO - ATELIER ARSº

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Few years ago, we were traveling from Portugal to Northern Spain and we knew about these beautiful primitive granaries named Hórreos, and learned among other things, how an interior space can be kept fresh and ventilated allowing the air to flow continuously, by making an open tectonic system in the façade. Our project is about the annex of the existing TID building where architecture and design students go to fabricate wooden models at ITESO University in Guadalajara México. We thought we could recall the traditional Hórreos by putting into practice its teachings with a strong process of transformation. The annex is the place where people go to apply lacquer, varnishes and all kind of coating paints; and that is the reason for the building to have natural ventilation with a system of wooden louvers that allow the air to flow through the façade. One of the most important conditions for this project was, that we had to make a fully removable piece, because it was going to be the annex of an existing building with a LEED Certification, and the board of the department of Architecture did not wanted to affect that certification with a new extension. Therefore, we planned and designed the building considering a bolted steel structure with wooden floor structure, thus we will be able to dismount it in the future if necessary. The structure of the building is made of “I” steel beams and columns, while the façade is made of large wooden louvers that allow the air to flow through its gaps. For the same reason, we designed the top of the building, to work as a chimney draft, in order to get a highly efficient natural ventilation system. Among all, the facades can open to get fresh air and to ventilate when many students are using the space. We really like to think that the essential material in the conception of this building is the air. In other words, the shape of the building is a metaphor of air flowing. Thinking about its character, the building communicates its use clearly: the wooden atmosphere and the exposed steel structure tell us about a workshop space.

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Closed

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Closed 2

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Floor plan

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Floor plan 2

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Interior 1

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Interior 2

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Interior 3

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Front

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Open space

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Night

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Plan

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

Section

ATELIER ARSº— TID Annex ITESO

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