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studio di una passerella pedonale - Daniele Cucciniello


Eco - Houses - Stefano D'Acri, Federica Palermo, Andrea Cordò

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Architectural intervention, project of various residential buildings, taking as a guideline the issue of sustainability. Three buildings, integrated, with different heights and different materials connotations. A fundamental theme is the patio, understood as a void that provides light, but also a feeling of relaxation and privacy. In the lower building, the use of the stone binds the building to the ground; the other two buildings are characterized by white plaster and weathering steel, with brise-soleil to filter the light. The sustainability is present by the use of solar panels on the roof of the buildings, from green walls inside the courtyards, and by the green roofs; these techniques provide a more eco-compatibility to the entire project.

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Inquadramento generale

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Planimetria

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Piante

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Prospetti

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Sezioni

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Sezioni

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Dettaglio

Historic and cultural centre of Alden Biesen - Loren Van Lishout, a2o Architecten

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The Landcommandery Alden Biesen presents itself as a ‘historic and cultural centre’ with a ‘seminar and conference centre’,a (cultural) tourist attraction and a meeting point for international networking.

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Wooden facade of the storage room.

This translates into a location with an easily accessible,varied and complex (building) programme and a permanent and sometimes paradoxical interaction between the past and the present. Commissioned by the Flemish Community, a2o was selected after an appeal to draw up a master plan for the development of the Alden Biesen location. This master plan includes “drafting a vision for an overall approach to which both present and future interventions in Alden Biesen can be related, in order to be able to add a meaningful layer to this historic site”. (Quoted from the brief.)

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Situation plan of Alden Biesen

Our objective was to add coherence and interpretability within a multifunctional and accessible Alden Biesen. The plan was based on a number of general principles of unlocking the heritage,translating these into concrete terms for this monument, this historic site and this exceptional landscape. The plan assumes that a heritage visit is first and foremost an experience. Visitors must be given the opportunity of visual and tactile – in short, sensory – contact with the monument. The experience of the sense of place, the character of the location, the aura of the poetry of the monument take a central position.

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Scheme of the masterplan

One of the many interventions is explained here: a new storage house.

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Aerial view of Alden Biesen

The wooden wing is the logistic room and a translation of the master plan. This room is linked to the existing configuration of historic buildings. The new volume constitutes a logistic extension to the group of buildings, but distinguishes itself by its abstraction and materials. The building is restricted in materials and details by merely providing a shape that creates space.

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Detail of the wooden facade.

This is a storage space for the machinery and tools used for the maintenance of the public estate. The steel frame, which includes minimal facilities to make the construction weather-tight, forms the basis of the volume. The wooden elements complete the shape. The simplicity of its shape is extended to its usage. Large folding doors make entry and exit of machinery easy. The facade apertures are covered by wooden cladding that acts as a filter.

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View on the wooden storage room.

The newly added shape speaks the same language as the existing buildings, but distinguishes its role by the materials used. The building takes a modest attitude against the historic setting and the landscape. It is flexible in its use and can be disassembled.

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Front view on the wooden storage.

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Groundfloor plan of the storage room.

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Section of the wooden storage room.

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Construction detail of the wooden facade.

Piano intercomunale di emergenza - Linda Cortelezzi

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Il Piano di Emergenza Lo scopo principale della stesura del Piano di Emergenza Comunale, partendo dall’analisi delle problematiche esistenti sul territorio, è l’organizzazione delle procedure di emergenza, dell’attività di monitoraggio del territorio e dell’assistenza alla popolazione, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale vigente, in armonia con il Piano di Emergenza Provinciale (se esistente), approfondendone a livello locale le problematiche di rischio in esso contenute.

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Carta degli scenari idrogeologici - Tav. 3a

1. Analisi di pericolosità ed individuazione degli elementi di rischio Questa fase comprende:
  • Inquadramento del territorio. Consiste nella raccolta dei dati territoriali ed infrastrutturali (centri abitati, insediamenti produttivi e turistici ed infrastrutture di trasporto) e la loro rappresentazione su una o più carte per consentire una visione di insieme dell’area interessata.
  • Analisi della pericolosità. Riporta le informazioni dettagliate necessarie all’individuazione degli scenari incidentali massimi ipotizzabili ed all’identificazione delle aree a rischio, con indicazione delle attività, delle infrastrutture e delle porzioni di popolazione potenzialmente coinvolte e delle fonti di rischio ed aree vulnerabili interessate.
  • Metodologia per la delimitazione delle aree a rischio. Il processo di individuazione delle aree a rischio è la prima parte del Piano di Emergenza Comunale ed è propedeutico all’allestimento degli scenari di rischio. Nella direttiva sono citati una serie di documenti di riferimento e di normative sia nazionali che regionali utili come fonte dati per l’analisi della pericolosità. Il riferimento per la simbolistica è quello riportato nelle “Linee Guida per la predisposizione del piano comunale di Protezione civile – Rischio idrogeologico” (CNR/GNDCI, ottobre 1998 – pubblicazione n. 1890).
2. Scenari di rischio Uno scenario di rischio è una descrizione verbale sintetica, accompagnata da cartografia esplicativa, dei possibili effetti sull’uomo o sulle infrastrutture presenti in un territorio di evenienze meteorologiche avverse, di fenomeni geologici o naturali, di incendi boschivi, oppure di incidenti industriali o a veicoli recanti sostanze pericolose. Inoltre si può indicare come scenario ogni possibile descrizione di eventi generici o particolari, che possono interessare un territorio. Gli scenari di rischio sono composti da:
  • una descrizione testuale dell’evento ipotizzato;
  • cartografia a scala di dettaglio, eventualmente suddivisa in più tavole nel caso di scenari con differente livello di gravità;
  • procedure del modello d’intervento;
  • censimento e recapiti del personale coinvolto nella gestione dell’emergenza.

3. Sistemi di Monitoraggio In caso di fenomeni noti e quantificabili, esclusivamente di tipo idrogeologico, gli scenari di rischio prevedono una connessione ai dati forniti, in tempo reale e in telemisura, delle reti di monitoraggio idro-pluviometrico, al fine di associare soglie di pioggia o portata ai vari livelli di attivazione del modello di intervento. Di conseguenza il livello di dettaglio nella descrizione degli scenari a livello comunale dipende in buona parte dalla tipologia e precisione della rete di monitoraggio e preannuncio.

4. Modello di Intervento I responsabili principali della corretta applicazione delle procedure di emergenza sono organizzati secondo la seguente struttura di comando e controllo:
  • Sindaco: coordina tutti gli interventi
  • Referente Operativo Comunale –ROC: ha compiti operativi in fase di normalità come sovrintendere alla stesura del piano di emergenza comunale, organizzare il Gruppo Comunale di protezione civile, ecc. ed in fase di emergenza, come sovrintendere alla sorveglianza del territorio, coordinare eventuali evacuazioni, o l’assistenza pratica alla popolazione, ecc.. Questa figura facoltativa, nominata dal Sindaco ed integrata nell’UCL, deve essere vista come un supporto allo stesso, con autonomia decisionale limitata ad aspetti logistici ed operativi e, in caso di istituzione, non potrà essere identificata con il Sindaco stesso.
  • Unità di Crisi Locale –UCL: composta dal Sindaco, dal ROC, dal Tecnico comunale, dal Comandante della Polizia Locale, dal Responsabile del Gruppo di Protezione Civile (se presente) e da un rappresentante delle Forze dell’Ordine locali (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato). Interviene in casi di emergenza, per eventi di cui all’art.2 della L.225/92, con reperibilità di 24 ore Tutte le strutture comunali sono tenute ad intervenire a supporto delle altre forze in caso di eventi locali o diffusi su un territorio più vasto.
5. Aree di emergenza E’ fondamentale individuare e valutate le aree di emergenza, ovvero:
  • aree di accoglienza o ricovero: strutture di accoglienza, tendopoli, insediamenti abitativi di emergenza;
  • aree di attesa: sono aree dove raccogliere la popolazione in caso di evacuazioni preventive o al succedersi dell’evento calamitoso;
  • aree di ammassamento soccorsi: zone dove concentrare uomini e mezzi necessari alle operazioni di soccorso;

6. Definizione delle procedure di intervento Il Comune ha la responsabilità di redigere in modo adeguato le necessarie procedure di intervento, che dovranno essere distinte per fenomeni prevedibili e fenomeni non prevedibili. Occorre tenere in debito conto che alcuni scenari, normalmente legati ai rischi naturali, possono verosimilmente svilupparsi attraverso fasi successive di intensità crescente e, quindi anche le procedure collegate dovranno prevedere un crescente livello di attivazione della struttura comunale di protezione civile. La determinazione del livello di criticità in cui si trova il Comune per quanto riguarda i rischi naturali è regolato dalla D.G.R. del 22 dicembre 2008 n. VIII/8753: “Direttiva regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile”.

7. Verifica ed aggiornamento del Piano La verifica e l’aggiornamento del Piano avvengono nell’ottica di gestire, nel tempo, l’emergenza nel modo migliore. Lo schema di verifica ed aggiornamento di un Piano è organizzato come segue:
  • redazione delle procedure standard, fase coincidente con la prima stesura del Piano;
  • addestramento delle strutture operative facenti parte del sistema di PC;
  • applicazione agli scenari di rischio, simulata nelle esercitazioni e reale nella necessità;
  • revisione e critica, sulla base dell’esperienza maturata;
  • correzione ed aggiornamento dello stesso. La conseguenza delle operazioni di verifica ed aggiornamento è quella di fare del Piano di Emergenza un documento che non può mai considerarsi concluso, necessitando di continuo aggiornamento in funzione delle modifiche che avvengono nel territorio di riferimento.

Riqualificazione urbanistica dell’area di piazza Marconi e piazza Fermi. Spinea - Marco Poli, Adriano Civera, Federico Teli , Andrea Zaccarelli, Roberta Ghilardi

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La proposta progettuale assume il vuoto stesso come luogo possibile della trasformazione fisica di una parte di tessuto, imprescindibilmente legata al nuovo grado di complessità e funzionamento de lquadro urbano complessivo. La sua condizione odierna di debolezza e negatività diventano l’aspetto essenziale per una possibile riconfigurazione dello spazio fisico globale, che ritrova proprio nello spazio aperto un potenziale punto d’appoggio della sua futura organizzazione. Il vuoto come pretesto progettuale dunque; la sua riqualificazione avviene attraverso il riconoscimento della sua contrapposizione rispetto allo spazio pieno, del quale reinterpreta il significato nei punti di massima interrelazione e interferenza.

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Si ritiene efficace la logica di specializzazione funzionale dello spazio e ritenendo importante la disposizione delle funzioni collettive principali della città lungo la via Roma, la proposta progettuale dispone gli spazi pubblici immediatamente a ridosso della Via Roma, sul lato sud, in modo da funzionare da elemento d’unione fra edificio comunale e oratorio e da baricentro fra le due funioni, assumendo come specializzaizone funzionale il ruolo di piazza del mercato. Uno spazio unico, parallelo alla via Roma, che si estende fra le vie Femi e Matteotti. Questo consente il facile riconoscimento della sua specificità e unicità e per differrenza il migliore riconoscimento della parti urbane ai margini che invece assumeranno funzione semipubblica e residenziale.

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Al centro della nuova piazza del mercato si trova il nuovo Urban Center della città di Spinea, ricavato nella parte di fabbricato vincolato dove ad oggi ha sede la scuola d’infanzia. Questo edificio diventa il fulcro dello spazio pubblico nonché il luogo di accesso principale per chi arriva in automobile: si trovano infatti qui gli ingressi dai nuovi parcheggi pubblici interrati.Le nuove edificazioni poste a bordo della piazza del mercato sono distinte funzionalmente per livello: al piano terra commerciale, al piano primo terziario, al piano secondo e terzo residenza. Questo consente di posizionare sulla piastra della nuova piazza attività commerciali di supporto allo spazio pubblico che ne aumentino la possibilità di fruizione da parte del cittadino.Il prolungamento a ovest della via Fermi fino alla via Matteotti consente di ritagliare a sud dell’area di progetto un nuovo lotto con destinazione preminentemene funzionale, ad eccezione delle attività commerciali che si insedieranno al piano terreno in modo da dare continuità a sud allo spazio pubblico della piazza Marconi. Secondo la logica della forte connotazione funzionale dello spazio aperto, si prevede il prolungamento dell’attuale sagrato della Chiesa di San Vito e Modesto oltre la via cattaneo in modo da costituire un’entità autonoma definita dall’edificato esistente posto a nord di via Roma e fronteggiante la facciata della chiesa.

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All’idea di forte specificazione funzionale degli spazi, si affianca quella di delimitazione e riconoscimento degli stessi attraverso la costruzione dei loro bordi: si configura così un sistema di recinti che, in continuità con quanto già in essere nel tessuto urbano, permette la configurazione di spazi multipli attigui uno all’altro ma individuati dalla loro perimetrazione fisico. In questo modo la piazza del mercato è delineata da un portico che la separa su tre lati dalle vie Fermi e Matteotti. Quest’elemento, una volta arivato sulla via Roma si modifica andando a costruire lo schermo di mascheramento richiesto dal bando per gli edifici del “Comparto B”. Tutta la piazza del mercato è dunque avvolta dal sistema del porticato che la cinge quasi completamente, lasciando un varco solo nella porzione nord-est in modo rendere più permeabile lo spazio fra la paizza Fermi-Marconi e il nuovo sagrato della Chiesa di S Vito e Modesto. Il recinto funge inoltre da basamento degli edifci di nuova edificazione che si elevano lungo i lati est e nord-est e sud, lasciando che al centro della nuova piazza rimangano solo gli edifici storici, liberi di disporsi secondo le loro multiple giaciture che ritagliano porzioni di spazi aperti confluenti uno nell’altro e regolati dall’unico principio del recinto perimetrale.

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La proposta progettuale si incardina sulla costruzione di una nuova piazza per il mercato che abbia dimensione sufficiente ad ospitare i 130 banchi richiesti dal bando di concorso. Pertanto lo spazio da mettere a disposizione risulta essere predominante all’interno di tutto il comparto di progetto e ne determina le scelte strategiche. Il ruolo di tale piazza deve però essere anche flessibile, in quanto deve poter ospitare manifestazioni ed avvenimenti di diverso tipo. Si decide dunque di ricavare uno spazio aperto che unisca le attuali piazze Fermi e Marconi che sfoci poi lungo la via Roma attraverso un sistema di attraversamenti pedonali in direzione nord-sud. Elemento decisivo nel disegno della piazza è la presenza di Villa del Maino che definisce la sua giacitura e quella degli attraversamenti nord-sud.

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Rimane però il valore storico di tale elemento di connessione, di fondamentale importanza anche simbolica della città che si è sviluippata proprio a partire dall’edificazione lungo il suo tracciato lineare. Il suo tracciato viene dunque assunto come valore da conservare e sono state scartate le ipotesi di deviazione del suo sedime che avrebbero peraltro comportato la predilezione di una parte dell’area di progetto rispetto ad un’altra.

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Si è deciso invece di puntare sulla trasformazione di tutta la viabilità in strade a senso unico istituendo un anello di circolazione in senso antiorario attorno alla piazza del mercato. La strada Provinciale Miranese deforma una delle sue carregiate per cingere la nuova piazza del mercato e relazionarsi alla viabilità locale attraverso una serie di innesti con corsie apposite che confluiscono in altre strade a senso unico. Questo permetterà da un lato la fluidificazione del traffico urbano e dall’altro la riduzione dei calibri stradali favorendo la possibilità di attraversamento dei percorsi ciclopedonali e la maggior continuità spaziale degli spazi aperti.

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La presente proposta progettuale è stata redatta come richiesto nelle quattro diverse declinazioni sopra elencate che possono essere realizzate indipendentemente una dall’altra. Viste le ingenti risorse economico-finanziarie necessarie alla realizzazione dell’intervento, si è inoltre ritenuto molto importante fornire un’ulteriore chance all’amministrazione predisponendo quattro soluzioni che fossero parte di un unico processo insediativo realizzabile per lotti temporali anche molto distanti fra loro nel tempo.

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La scelta compositiva è quella di una linea di continuità con il contesto, pertanto vengono utilizzate forme stereotomiche e tettoniche, con blocchi di edifici in linea dalla forma semplice che accolgono nel loro assetto volumetrico la doppia giacitura individuata nelle logiche de principio insiediativo.Tali volumi vanno a disporsi sui margini degli spazi aperti configurandosi pertanto come il loro limite costruito e individuando pertanto un interno ed un esterno che il trattamento delle superfici e la tipologia adottata andranno poi a evidenziare. La disposizione a perimetro di edifici lineari consente però di lasciare libere le zone di inersezione generando dilatazioni prospettiche verso l’esterno di ogni recinto, creando scorci e rimandi continui fra edifici e una serie di spazi in sequenza fra loro.

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Allo stesso modo il paradigma del recinto viene letteralemente interpretato con la costruzione dei un portico perimetrale che chiude su tre lati la nuova piazza rivolgendo la sua copertua all’interno e consentendo la circolazione dei pedoni solo al suo interno in modo da separarli dalla strada. Tale separazione è ulteriormente enfatizzata dalla presenza di un’aiola perimetrale che aumenta la distanza fra percorso pedonale, portico e spazio per la circolazione carrale. Ciò che viene perimetrato dal recinto è lo spazio collettivo per eccellenza che viene ritagliato sulla base di una forma architettonica regolare e definita da proporzioni architettoniche precise. Lo spazio aperto si configura come una grande superfcie misurata dal disegno della sua pavimentazione e definita dal disporsi al suo interno degli edifici preesistenti.

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Lo spazio aperto viene tipologicamente definito come un sistema di corti e semicorti, il cui calibro e la cui dimensione sono direttamente proporzionali all’uso. La piazza del mercato subisce variazioni planimetriche attraverso l’inserimento al suo interno del volume dell’Urban Center che ha la funzione di ospitare anche il sistema di accessi ai parcheggi pubblici interrati. Si costituisce così un grande spazio pubblico diviso in ambiti che se per il mercato viene utilizzato interamente, per quanto riguarda lo svolgimento di attività estemporanee viene prediletto l’ambito maggiore posizionato di fronte alla Villa del Maino che funge anche da fondale scenografico.

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realizzazione plastici - Benedetta Luini, Jacopo Luini, Maddalena Mainini

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il plastico ha una base di 100×150cm, è stato realizzato con diversi materiali: stirodur, polistirolo, cartoncini di diverso tipo, stampe, acetato, impiallacciatura, tessuto, rete metallica ed elementi naturali.

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raccolta immagini del plastico

Lamp House - Girish Dariyav Karnawat

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A German lamp designer who was staying in a rented house located at Anjuna Beach, Goa, wanted to enclose the verandah space and wished to open his bedroom into the verandah with a possibility to close it with shutters. The entire work was carried out within 3 weeks. The main material used was Teak wood. Sliding tracks externally were also made of Teak wood. He also wanted every thing to be dismantle-able in future such that when his lease gets over, he can take the wood work with him.

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Tra le colline - Giorgio Asciutti

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Giardino privato con affaccio sul Mare Adriatico

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Riconversione del sito industriale della Mazzoleni di via Marconi. Seriate - Marco Poli, Adriano Civera, Claudia Zanda, camilla vanoncini, Andrea Zaccarelli, Roberta Ghilardi

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La promozione del concorso d’idee per il riuso del sito industriale di proprietà della Mazzoleni S.p.a. a Seriate rappresenta un’importante occasione di confronto sulle problematiche che investono la città e il territorio e che necessitano con urgenza di riflessioni e di approfondimenti progettuali: il consumo di suolo e il progressivo abbandono di spazi urbanizzati. La proposta progettuale si pone quindi l’obiettivo di promuovere usi coerenti delle risorse architettoniche, urbane e ambientali (a partire dal suolo) attraverso strategie che mettano al centro dell’azione progettuale il riciclo del patrimonio insediativo esistente ora in stato di abbandono. Il progetto si sviluppa a partire da alcune considerazioni preliminari formalizzate all’interno del concept da cui il progetto prende le mosse: Il valore di “riuso” induce alla lettura delle componenti del contesto esistente quali portatrici di qualità architettoniche e valori testimoniali nei quali rintracciare elementi di persistenza e caratteri di modificabilità. Il concetto di “riciclo” evoca questioni attinenti alle tematiche energetiche, al ciclo di vita dei manufatti e alla loro traduzione in scelte formali del progetto d’architettura. E’ necessario considerare le aree dismesse industriali non solo come spazi da rifunzionalizzare ma come occasioni di ridisegno della forma della città e del territorio, intendendo il concetto di “vuoto” non come assenza bensì come materiale complesso, soggetto a fenomeni di sedimentazione e stratificazione.

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La prima considerazione introduce due temi fondamentali affrontati dal progetto. Il primo tema è infatti quello della trasformazione del costruito: i corpi che ospitavano la fabbrica (gli spazi del lavoro) vengono riletti come grandi spazi pubblici, vuoti evocativi che rappresentano il luogo di massima permeabilità dello spazio pubblico urbano. La fabbriche storiche, seppur demolite nella loro consistenza volumetrica, permangono come traccia e misura del contesto attraverso la scansione ritmica dei fronti principali che vengono mantenuti. I volumi del nuovo edificio vanno a colmare quelli che prima erano i vuoti tra una una fabbrica e l’altra e a definire volumetricamente il coronamento del sistema. L’assetto delle fabbriche preesistenti e di conseguenza quello del nuovo edificio si rifanno alla scala degli edifici pubblici presenti sul territorio (primo fra tutti l’ospedale) e tentano di mettere a sistema la moltitudine di interventi aggregati in modo disomogeneo all’intorno. La concentrazione del volume all’interno dei limiti definiti dalla geometria e dagli orientamenti dei corpi centrali del complesso preesistente introduce il secondo tema fondamentale, ovvero la riduzione del consumo di suolo. Risponde quindi ad una duplice volontà: soddisfare le necessità abitative espresse dal bando e liberare una considerevole quantità di suolo che viene restituito all’uso pubblico e destinato a piazze, spazi verdi e specchi d’acqua.

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La seconda considerazione richiama invece l’importanza di promuovere trasformazioni che agiscano ad una duplice scala, quella delle relazioni territoriali e quella del progetto di modificazione del singolo manufatto architettonico. Tale riflessione risulta particolarmente significativa rispetto all’ambito dell’insediamento industriale della Mazzoleni di Seriate che, seppur oggi appaia fortemente “chiuso” a seguito delle trasformazioni recenti compiute ai bordi, si colloca in una posizione intermedia tra gli ambiti della città storica e le recenti aree di espansione, gia’ caratterizzate dalla presenza di alcune importanti funzioni pubbliche (il centro sportivo, le piscine ed il teatro). Mostra relazioni latenti con il tessuto nel nucleo storico di Seriate ed è strettamente legato ad alcune importanti aste di connessione carrabile e ferroviaria. L’ambito si candida quindi a divenire luogo di mediazione tra due scale, quella locale legata agli ambiti dei nuclei storici a nord e quella territoriale a cui rimandano le connessioni che lambiscono l’area di intervento. La proposta progettuale si pone quindi l’obiettivo di mettere in valore tale complessità di relazioni riconosciute quali elementi qualificanti l’ambito di intervento, costituito oggi da un lotto chiuso su tre fronti, diventa poi il fulcro delle connessioni non solo alla scala dell’area ma anche a quella locale e territoriale.

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Le scelte architettoniche si orientano quindi alla costituzione di un sistema che agisca attraverso alcune strategie fondamentali: la costituzione di una nuova centralità forte strettamente legata al territorio attraverso la previsione di una pluralità di funzioni complementari e compatibili; il potenziamento e la riattivazione delle connessioni alla scala urbana e territoriale; la valorizzazione degli elementi esistenti del paesaggio naturale; la valorizzazione degli edifici storici di pregio ritenuti maggiormente rappresentativi e la rilettura dei valori simbolico testimoniali del complesso produttivo; la promozione di un’immagine innovata dell’ambito di intervento attraverso il disegno di nuovi volumi e spazi ad uso pubblico che favoriscano al contempo la lettura e la connessione degli elementi storici esistenti e la mediazione dei rapporti tra il complesso Mazzoleni e il territorio circostante.

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misure e orientamenti: la geometria dei volumi di progetto, il disegno degli spazi pubblici aperti (le piazze, i percorsi pedonali, i giardini e gli specchi d’acqua) e la collocazione del sistema degli accessi pedonali (a terra e in quota) si disegnano a partire da alcune misure ricorrenti che sono state identificate all’interno del sistema dell’ edificato di Seriate e dalle matrici dell’edificato preesistente che permangono come traccia. Gli orientamenti e le geometrie prevalenti si rifanno alle direttrici nord-sud di penetrazione dei nuclei storici e dell’asta fluviale e alla sequenza di aste di connessione in direzione est-ovest. Le direttrici trasversali nord-est/sud-ovest sono generate dagli orientamenti già individuati dei nuovi edifici pubblici a sud dell’area di intervento (il teatro e gli edifici ad uso sportivo) e dal sistema degli accessi esistenti ad ovest dell’area.

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Sistema delle connessioni e degli accessi. Il progetto assume come prioritaria la realizzazione ed il potenziamento di percorsi ciclopedonali: il sedime dell’edificio di progetto diviene il perno dele sistema delle connessioni provenienti da nord (dal nucleo storico e dalla stazione) e da ovest, garantendone la continuità verso gli ambiti a sud dell’area di intervento. Le connessioni pedonali pubbliche agiscono a diverse quote: alla quota zero avvengono gli accessi ai sistemi delle piazze, agli spazi aperti pubblici (la piazza a nord, i vuoti all’interno del sedime dell’edificio, il teatro all’aperto, il parco pubblico a sud…) e all’edificio; alla quota più tre metri si raggiunge la piazza rialzata del nuovo Museo Storico della Mazzoleni, realizzato all’interno dell’edificio storico prospettante su Via Marconi e si accede attraverso una passerella al primo livello degli uffici ad uso dell’amministrazione pubblica; alla quota più nove metri, raggiunta attraverso il sistema di rampe articolate lungo tutto l’edificio e attorno alla grande serra pubblica, si accede al livello quattro, il piano pubblico per eccellenza, che consente di connettere tutte le parti del complesso e di distribuire il sistema delle residenze agli ultimi piani e sul quale si affacciano bar, ristoranti e la nuova libreria. Al livello meno tre, raggiungibile solo dal secondo vuoto – ovest della piazza, si accede ad uno dei padiglioni che disegnano il parco.

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continuità e caratterizzazione dello spazio pubblico: la proposta progettuale realizza un sistema continuo di spazi pubblici che costituiscono al contempo l’ossatura portante del nuovo insediamento e il collegamento alle aree pubbliche già esistenti e ai nuclei storici. Alcuni elementi concorrono a definire la qualità di questi spazi: l’articolazione degli spazi pubblici su diversi livelli (all’esterno e all’interno dell’edificio) che disegnano una trama di connessioni tali da garantire la massima permeabilità dell’area pur nel rispetto assoluto della privacy degli ambiti residenziali localizzati agli ultimi piani dell’edificio; la caratterizzazione di ciascuno spazio pubblico, componente necessaria in ragione delle sue grandi dimensioni (mq 1500): il disegno dello spazio aperto pubblico al suolo è definito dall’intersezione tra il sistema dei vuoti generati dalle demolizioni e dei pieni determinati dai nuovi volumi. L’area nord dell’edificio ospita una grande piazza pubblica che inquadra la palazzina uffici della Mazzoleni su via Marconi e che raccoglie i flussi pedonali provenienti dagli accessi a nord-est e nord-ovest distribuendoli all’interno delle trame dei vuoti posti all’interno del sedime dell’edificio. Tali vuoti divengono piazze pubbliche di dimensioni inferiori qualificate dalla memoria dei fronti degli edifici preesistenti e dalle quali è possibile accedere ai diversi corpi edificati del complesso. La piazza rialzata a nord-est è uno spazio strettamente legato all’accesso al nuovo museo storico della Mazzoleni e rappresenta un punto privilegiato dal quale osservare l’ambito nel suo complesso. A sud dell’edificio, un grande parco definisce il rapporto con gli spazi ad uso pubblico preesistenti (teatro e centri sportivi) ed è ritmato dalla presenza di elementi d’acqua e di piccoli padiglioni che potranno accogliere i servizi ad uso del parco. Il primo grande vuoto collocato ad est del complesso ospita il nuovo teatro pubblico all’aperto che trova il suo fondale scenico nel fronte riqualificato dell’edificio industriale preesistente.

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Il progetto realizza una vera e propria “città nella città” attraverso la definizione di un grande volume unitario caratterizzato da un elevato grado di mixité funzionale. Seppur si presenti come un volume compatto e fortemente riconoscibile, è in realtà profondamente articolato al suo interno, attraverso la definizione di vuoti, scavi, doppie e triple altezze e di un sistema di percorsi che lo rendono completamente permeabile. Pur organizzando tutte le funzioni all’interno di un unico complesso, si garantisce la massima riservatezza e la funzionalità di ciascuno spazio. Gli spazi distributivi ad uso pubblico sono fortemente riconoscibili grazie alla presenza di sistemi di rampe che occupano in lunghezza tutta le sezione trasversale dell’edificio e che si configurano come vere e proprie “proménade” pubbliche all’interno dell’edificio. Queste, unite a sistemi più rapidi di scale meccaniche, consentono una connessione fluida fra i suoli pubblici e semipubblici disposti ai diversi livelli. La tipologia distributiva muta raggiunto il quarto livello dell’edificio denunciando il cambio di funzione e il passaggio dal suolo pubblico a quello privato. Il cambio di funzioni è altresì reso esplicito dal grande taglio realizzato attraverso lo svuotamento del quarto livello (il “suolo pubblico rigenerato in altezza”) e dal trattamento dell’involucro dell’edificio: ai primi tre livelli i fronti sono compatti ed interrotti solo dai tagli di sottili fenditure che lasciano entrare negli spazi del lavoro una luce diffusa, agli ultimi livelli le superfici vetrate aumentano ed assumono dimensioni maggiori. Un rivestimento in pannelli mobili di lamiera microforata a sezione variabile unifica il complesso e disegna un’ulteriore livello di profondita’ dei fronti, mascherando spazi pieni o vuoti in ragione delle funzioni associate e della necessita’ di schermarsi dall’irraggiamento solare diretto. Il fronte sud risulta comunque maggiormente permeabile in ragione del suo affaccio sul nuovo grande parco pubblico. Il corpo centrale degli uffici amministrativi diventa il fronte principale di riferimento percepito dal grande piano inclinato del parco pubblico dal quale avviene l’accesso e il suo disegno si rifa’ alla tipologia a corte che caratterizza le ville storiche presenti sul territorio.

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La proposta progettuale prevede di demolire il volume degli edifici ritenuti difficilmente recuperabili e di declinare il tema del riuso attraverso la valorizzazione degli elementi di facciata di tali edifici e della matrice spaziale e di misura delle preesistenze. Si prevede quindi di conservare nella forma attuale e di riqualificare solo gli edifici prospettanti su via Marconi, ritenuti significativi per il rapporto con la strada ed aventi storicamente la funzione di “porta” della fabbrica. Sugli edifici conservati si opera attraverso interventi di consolidamento statico dove necessario, risanamento conservativo delle parti ammalorate. A seguire si inseriscono nuovi volumi funzionali all’interno – e le necessarie dotazioni impiantistiche – i quali, indipendenti dall’involucro degli edifici esistenti, consentono sempre la lettura delle preesistenze. In questo modo si concretizza una riattualizzazione dello “spazio del lavoro” che viene trasformato in spazio pubblico e restituito a tutta la popolazione.

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Studio tipologico del sistema degli alloggi Il progetto prevede di destinare gli ultimi tre livelli dell’edificio (fatta eccezione per il volume dello studentato e dell’albergo) alla residenza. Gli alloggi occupano una superficie complessiva di 4.896 mq, oltre alla quale 600 mq sono destinati a loggie e terrazze. Gli alloggi previsti sono 32, e prevedono 9 tipologie abitative organizzate in simplex e duplex che vanno da un minimo di 70 mq a un massimo di 200 mq. Il progetto prevede tre tipologie di alloggi duplex, tutti dotati di zona giorno a doppia latezza; la sua localizzazione è denunciata sul fronte dell’edificio dalla presenza di ampie porzioni finestrate a doppia altezza. Gli alloggi simplex, distinti in 6 tipologie, organizzano gli spazi interni in ragione della migliore esposizione solare: le zone notte e di servizio sono localizzate sul fronte nord mentre le zone giorno, gli studi e le cucine sono rivolte a sud e sono spesso dotate di un’ampia loggia che mette in comunicazione soggiorno e cucina. Le zone giorno godono di un ottimo irraggiamento solare e dell’adeguata privacy grazie al notevole distacco (20 metri) dal volume sud, all’alternanaza di pieni e vuoti realizzati in corrispondenza del blocco sud delle residenze e alle profonde bucature che disegnano la copertura.

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Caratteristiche prestazionali Orientamento e forma Il progetto nel suo assetto complessivo si dispone lungo l’asse longitudinale con andamento est-ovest, individuando una giacitura prevalente con esposizioni principali a nord e a sud delle facciate dell’edificio che vengono massimizzate ne ltrattamento dei fronti attraverso la disposizione delle aperture coerentemente alla loro esposizione. Per una migliore efficienza energetica un altro fattore importante è la forma dell’edificio, in particolare è necessario ottimizzare il rapporto tra superficie esterna e volume. In relazione a questo aspetto gli edifici si presentano come blocchi compatti. Pur in una forma compatta gli edifici presentano una chiara riconoscibilità delle parti che li compongono, esplicitando il loro ruolo all’interno dell’edificio. Allo stesso modo la singola unità funzionale è riconoscibile all’interno del complesso, in un continuo rimando tra identità e differenza. La compattezza della forma è poi scavata al suo interno per ottenere il miglior irraggiamento possibile delle facciate e per consentire il doppio affaccio e dunque la miglior ventilazione ad ogni unità abitativa. Inoltre la disposizione ai livelli superiori degli edifici residenziali permette un miglior apporto di luce ed aria e duqneu una maggiore salubrità degli ambienti. Involucro esterno L’involucro, come tutto l’edificio, si divide principalmente in due parti: quella basamentale e quella superiore di coronamento. A livello basamentale si predilige una stratigrafia più tradizionale, con murature con facciata ventilata (rivestimento perimetriale in materiale lapideo) su cappotto esterno: questo sistema consente alla stratigrafia muraria di avere ottime performances sia in condizione estiva che in quella invernale. Il coronamento prevede invece la giustapposizione alle facciate con cappotto esterno di un sistema frangisole che serve oltre al controllo della luce solare che penetra negli ambienti anche a regolarne l’irraggiamento in condizione estiva. Questa pelle è costituita da un sistema di lamelle mobili in lamiera microforata. Ogni lamella ha una sezione articolata che permette di gestire anche l’incidenza dei raggi invernali o di quelli della luce pomeridiana massimizzandone l’apporto in inverno e creando il miglior ombreggiamento in estate.

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Ristrutturazione edificio colonico - Alteriano Renzi

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Ristrutturazione con demolizione e ricostruzione di un edificio colonico. Il progetto ha previsto la demolizione del fabbricato esistente fatiscente e la preservazione di parte del piano terra con il soffitto in struttura muraria a volte a crociera, ancora in buone condizioni.

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Centro multifunzionale Ciosso Soldati Bioggio - Gian-Paolo Ermolli, andrea bianchi

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Il progetto del Complesso multifunzionale Ciosso Soldati rappresenta la possibilità di operare una ricucitura funzionale e urbanistica degli spazi a monte e a valle della strada cantonale.

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Planimetria

Idea. L’idea è di portare nel centro Ciosso Soldati le caratteristiche del nucleo storico (strade, nicchie, piazzette) e del parco pubblico (giardini, alberi, specchi d’acqua) in modo da farlo essere un’estensione degli spazi a monte di via Regina ed allo stesso tempo creare un’atmosfera rilassata ma mai statica ideale per le persone anziane. Villa Soldati e i due grandi cedri su via Regina sono elementi significativi della zona e per questo vengono mantenuti. Villa soldati nella zona nord del sito rappresenta il collegamento con il nucleo storico, mentre il centro diurno a sud si inserisce come uno degli edifici pubblici (chiesa, biblioteca, scuola, sala parrocchiale) già presenti nel parco. Al centro la piazza coi 2 cedri diventa il fulcro di tutto il Complesso Ciosso Soldati. Così facendo si crea un centro vivo e stimolante per gli anziani, perfettamente integrato nel contesto ed allo stesso tempo riconoscibile, dove s’incontrano flussi provenienti da più direzioni.

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Urbanistica

Urbanistica. Il progetto dà una chiarissima risposta a quello che è il rapporto con il nucleo del paese e il parco pubblico. La zona a nord dell’area oltre alla villa esistente accoglie il volume più privato delle abitazioni così da risultare parte della zona costruita del nucleo. La zona sud, esposta su via Regina e via Stazione e rivolta al parco, accoglie l’edificio più pubblico con il centro diurno, i negozi e gli uffici. Al centro la nuova piazza pubblica è il fulcro di tutto l’intervento. Gli spazi esterni sono la combinazione di aree verdi e percorsi pavimentati che sottolineano la fusione tra il nucleo storico e il parco pubblico.

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Modello

Spazi esterni. La varietà degli spazi esterni contribuisce a creare un centro vivo e multifunzionale. L’alternanza di piazze, strade, nicchie, zone verdi e specchi d’acqua permette di creare tante aree più o meno pubbliche o riservate. Lo sbalzo sulla piazza del centro diurno genera una vasta zona esterna coperta. Il traffico veicolare accede lungo via della Stazione in un garage sotterraneo che include sia i parcheggi privati che quelii pubblici (6). In questo modo il traffico è totalmente escluso dalle attività del complesso Ciosso Soldati.

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Architettura

Permeabilità, Collegamento con la stazione, il parco e il borgo. Il nuovo centro multifunzionale è il punto d’incontro tra i flussi provenienti dalla stazione, dal centro storico, dal parco pubblico e dall’area residenziale a sud-est. Diversi percorsi all’interno dell’area incanalano i flussi fino alla piazza centrale rendendo il nuovo centro sempre movimentato ed estremamente permeabile. Il complesso multifunzionale è organizzato intorno alla piazza verde dominata da due grandi cedri. Gli accessi principali di tutte le funzioni sono disposti intorno a questa piazza.

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Piano terra

Architettura nuovi edifici. Le nuove architetture si integrano al contesto e convivono con Villa Soldati. Gli edifici sono intonacati e hanno un diverso trattamento dell’intonaco al piano terra sulle facciate che presentano ingressi, riprendendo un tema già presente nel nucleo storico. Il volume degli appartamenti ha aperture puntuali e reagisce all’ultimo piano alle costruzioni vicine. Il centro diurno, in quanto edificio pubblico, ha una forma più plastica ed aperture lineari. Anch’esso reagisce alla piazza con uno sbalzo che evidenzia l’ingresso della sala multifunzionale e crea una vasta zona esterna coperta.

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Piazza

Ristrutturazione Villa Soldati. La villa viene mantenuta.La posizione dell’edificio lo fa essere il logico proseguimento del nucleo storico all’interno dell’area Ciosso Soldati. La ristrutturazione prevede il mantenimento della copertura e la sostituzione delle solette esistenti con nuove in legno. Il corpo scala è conservato ed integrato con un nucleo centrale contenente l’ascensore e i servizi. L’edificio è isolato esternamente e la gronda del tetto insieme alle cornici delle finestre contenenti le protezioni solari esterne riprendono il disegno delle facciate originali, mantenendo così immutata l’identità della villa ed al tempo stesso adattandola ai nuovi standard energetici (Minergie-P). Gli ingressi sono sempre marcati da balconi che li proteggono dalle intemperie. Gli spazi interni della villa si prestano con interventi minimi ad accogliere l’archivio storico al piano terra e la stazione di polizia ai due piani superiori. Il corpo scala e il nuovo blocco ascensore sono collegati al parcheggio interrato.

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Sezioni

Programma. Il programma è distribuito in maniera molto precisa all’interno dell’area di progetto. Il centro diurno, gli uffici e i negozi sono posizionati in prossimità della rotonda in modo da essere estremamente visibili e in relazione con il parco pubblico che ospita altri edifici pubblici (chiesa, casa parrocchiale, biblioteca, scuola). Il volume degli appartamenti si trova nella zona nord-est del sito, inserito nel contesto residenziale e lontano dal rumore di via Regina. Al piano terra si trovano dei piccoli negozi e lo spazio comune degli appartamenti affacciati sulla piazza centrale. Villa soldati per la posizione e per il carattere si presta perfettamente ad accogliere l’archivio storico al piano terra e gli uffici della polizia ai piani superiori.

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Sezioni

Accessi. Il complesso Ciosso Soldati è attraversabile dai pedoni in ogni direzione. Gli accessi principali agli edifici pubblici (sala polivalente, uffici e archivio storico) sono sulla piazza. Lo sbalzo sulla piazza del volume sud evidenza l’ingresso del centro diurno. Anche l’accesso alle abitazioni, lo spazio comune di quest’ultime e i negozi si affacciano sulla piazza. Solo l’accesso alla stazione della polizia è a nord per garantire una maggiore riservatezza agli utenti. I veicoli accedono al parcheggio sotterraneo da via Stazione. La consegna per i negozi avviene dal parcheggio sotterraneo direttamente nei vari depositi. La consegna merci per la cucina della sala è pensata al piano terra.

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Modello

Appartamenti. Il volume degli appartamenti è posizionato nella zona più lontana dal rumore di via Regina. Diverse tipologie di abitazioni permettono la sistemazione di singoli, coppie e gruppi di anziani. Nell’edificio si trovano 9 appartamenti per anziani di diverse metrature che possono accogliere un massimo di 27 persone più 2 appartamenti per famiglie. Gli appartamenti sono tutti passanti est-ovest e dotati di logge. Le camere sono sempre a est (zona più silenziosa) mentre le zone giorno si affacciano sempre sulla piazza (zone più viva). Gli appartamenti al piano terra sono rialzati rispetto al terreno ad est dell’edificio garantendo così anche qui la massima intimità e riservatezza agli abitanti. Le abitazioni hanno la zona giorno suddivisa in varie aree, cosa che permette agli abitanti degli appartamenti più grandi di avere la propria intimità occupando contemporaneamente diverse zone. Le finestre generose fino terra garantiscono una buona illuminazione e la vista esterna anche da seduti. Gli ampi servizi sono accessibili anche alle persone disabili.

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Piante 1-2

Centro diurno, sala multiuso. Il centro diurno, gli uffici e i negozi sono posizionati a sud nella zona più esposta dell’area. La sala polivalente è pensata come uno spazio sia per spettacoli ma anche per pranzi e ritrovi diurni. Per questa ragione presenta un’ampia vetrata a sud ed aperture sul tetto che la rendono estremamente luminosa. Un’ampio foyer, lungo il quale sono sistemati tutti gli spazi accessori, collega la sala alla piazza centrale.

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Sezioni

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Sezioni

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Sala polivalente

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Dettaglio nuovo edificio

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Dettaglio ristrutturazione

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Sezioni

concorso P.R.A.M. - Giovanni Elia Alfano

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Lo studio dei fronti urbani, in particolar modo quelli di Marano di Napoli, fa parte di un’ attività di ricerca finalizzata all’ elaborazione di metodologie operative applicate ad aree urbane degradate, al fine di analizzare, comprendere, approfondire i caratteri del degrado e promuoverne la riqualificazione. Per il conseguimento di tali obiettivi è necessario il controllo dei prospetti della città che affacciano su pubbliche vie, lo strumento utile per acquisire i dati necessari è una schedatura generalizzata.

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analisi tipologica, rilievo della conservazione della misura urbana delle cortine

Avremmo cosi la tavola1 riguardante l’ analisi tipologica con il rilievo della conservazione urbana delle cortine e l’individuazione di un abaco degli elementi, portoni, infissi, arredo urbano e tracce cromatiche; la tavola 2 relativa al catalogo delle compromissioni e degli interventi da realizzare considerando non solo elementi esistenti ma utilizzando testimonianze fotografiche d’ epoche precedenti e la tavola 3 riguardante l’ analisi edilizia, rilievo dello stato fisico delle facciate, rilievo fotografico ed ipotesi di progetto di riqualificazione con relativa indicazione cromatica

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catalogo delle compromissioni degli interventi

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analisi edilizia, rilievo dello stato fisico delle facciate

Mediateca a Milano - RTP studio - Massimo Porricelli, Silvano Tintori

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Lungo Corso Sempione, una delle grandi vie di comunicazione che diramandosi a raggiera intorno al nucleo storico della città, dalle mura spagnole della città di Milano portano verso le strade statali, si è sviluppato il progetto per la realizzazione di un edificio polifunzionale.

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vista da via Prina

In collaborazione con il prof. Silvano Tintori, architetto al centro dei principali processi di elaborazione disciplinare del nostro tempo, è stata sviluppata l’elaborazione del progetto di un edificio a uso residenziale e commerciale, con annessa autorimessa ad uso pubblico e privata a box e di un edificio (opera a scomputo) per biblioteca e uffici amministrativi con sala consiliare per la Zona di decentramento n. 6.

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vista della facciata da via Prina

L’edificio è stato pensato con ampie luci per poter essere riconvertito ad altre destinazioni. Questo ha permesso anche in fase di progettazione e realizzazione, di elaborarne lo sviluppo. E’ inserito nel lotto compreso tra Corso Sempione e Via Prina.

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dettaglio

La palazzina ha 4 piani fuori terra adibiti ad uffici ed attività socio culturali; la superficie lorda di ogni piano è pari a circa 350 m2. Il piano terra è adibito alla zona ingresso (galleria pedonabile di collegamento al restante complesso), posti auto, portineria, atrio, locali tecnici e servizi annessi. I restanti piani, sono resi accessibili da due corpi scala e da un ascensore. Al piano copertura è posta la centrale termica. La restante copertura verrà adibita a terrazza che potrà essere utilizzata per attività culturali.

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dettaglio della facciata

The project for the construction of a multipurpose building was developed along Corso Sempione, one of the great arteries branching off the Milan radially around the historic core of the city, from the old walls of the Spanish city of Milan to the highways. The project was conceived in collaboration with prof. Silvano Tintori, an architect at the centre of the main processes governing our time. The building includes various types of functional inside: residential and commercial, with an attached garage for public and private boxes and a building for library and administrative offices with a board room for the n.6. decentralization area. The building is designed with large lights in order to be converted to other destinations. This has also allowed to review the development, during the design and implementation phases. The complex is located in the lot between Corso Sempione, Via Giulio Cesare Procaccini and Via Prina. The building has 4 floors used for offices and cultural and social activities, the gross area of each floor is approximately 350 m2. The ground floor designed as a large pedestrian tunnel that connects the entire complex and acts as the main entrance, includes parking, concierge, lobby, utility rooms and related services. The remaining plans, are made accessible by two stairways and an elevator. The level of coverage is used as a terrace that can be used for cultural activities.

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particolare

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vista dal parco

Riqualificazione area dismessa della vecchia stazione ferroviaria a Cividale del Friuli - gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria

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Lo scopo del progetto è quello di ridefinire l’area di intervento per proporla come elemento di connessione tra il centro storico e il nuovo centro formato dal centro commerciale, la banca e i servizi annessi.

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Si riprendono gli elementi identificativi di questa parte della città, quali i viali alberati e gli elementi verdi presenti nel parco, e si valorizzano, dando all’intera area la funzione di Parco Urbano: l’elemento connettore diventa il verde, nel quale si inseriscono le diverse funzioni, quali gli spazi museali e i suoi servizi annessi, il parcheggio coperto e i relativi servizi, le aree gioco, le piazze, i percorsi ciclopedonali e carrabili.

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Quest’area vuole diventare “una Porta sulla città”: un progetto di verde che promuova la riqualificazione ambientale e urbana per ridefinire un ingresso al nucleo storico di Cividale e un luogo di approccio ai nuovi luoghi della vita sociale, della stazione e del paesaggio verde vicino; prende corpo l’idea della fruizione dei luoghi nelle attività del gioco, della passegiata, dello “stare” nel paesaggio.

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Casa B - Andrea Govoni


Riqualificazione aree e spazi pubblici di Piazza Libertà. Avellino. - Patrizia Santaniello Roberto Vanacore Architetti Associati, Alessandra Cavaccini, felice de silva, antonio salzano

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“D’una città non godi le 7 o le 77 meraviglie ma la risposta che da’ a una tua domanda” (Italo Calvino, Le città invisibili, Einaudi 1983)

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la piazza all'interno della città, rapporto con le aree verdi

Un buon progetto, soprattutto quando riguarda un luogo importante della città deve tenere insieme i tre tempi della storia, il passato con i segni che si sono succeduti nel tempo come parole scritte e riscritte sullo stesso foglio; il presente con i nodi critici della condizione contemporanea; ed infine il futuro, che il progetto deve prefigurare con chiarezza, sulla base di un’idea-guida fortemente riconoscibile, capace di comunicare ai cittadini il senso della loro appartenenza a quel luogo. La dialettica tra passato, presente e futuro alimenta una narrazione coerente con la vita della comunità

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planimetria della piazza

Innanzitutto, proponiamo di costruire – sulla base anche del fatto che Avellino è già ricca di aree di verde pubblico – una piazza il più possibile vuota, una piazza essenzialmente minerale, dalla tessitura pavimentale uniforme, intersecata dalle direttrici dei percorsi generati dal prolungamento del Corso Vittorio Emanuele, di Vicolo Palazzotto e di Vicolo Sapienza. Inoltre proponiamo la costruzione di un chiaro limite della piazza a sud.

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vista assonometrica

Le scelte di progetto rendono disponibile alla città uno spazio generosamente dimensionato, utilizzabile in maniera varia e flessibile, secondo esigenze e programmi diversi. Una piazza vuota è una piazza disponibile a diventare piena di significati e di contenuti: uno spazio per l’esplorazione delle potenzialità dell’arte in tutti i sensi (danza, teatro, musica); uno spazio in cui le trame dei percorsi suggeriscono scorci prospettici, sollecitano azioni e relazioni.

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scultura da collocarsi all'accesso della piazza

A corollario di queste due scelte di fondo, una serie di elementi architettonici e scultorei in dialogo fra loro e con la piazza generano nello stesso tempo differenti contesti, istituiscono relazioni chiare tra la Piazza e il suo immediato intorno, rispondono alle linee guida esposte nel bando proponendo scelte linguistiche precise e coerenti fra loro. Il bordo costruito sul limite della Piazza a sud avrà le sembianze di una panca dalla forma organica, che snodandosi come una scultura per una lunghezza di circa 100 – metri delimita la piazza verso la strada proteggendo lo spazio pubblico dalla presenza delle auto.

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pianta e sezioni della seduta

A ridosso del bordo costruito che delimita la piazza a sud un filare di tigli selvatici (Tilia cordata Mill.) sottolinea la conclusione dello spazio riservato ai pedoni. Un ulteriore duplice filare dello stesso esemplare sarà posto nella zona antistante il palazzo Sarchiola ad ovest della Piazza. Davanti alla Sede della Curia vescovile, in sostituzione delle palme attualmente presenti, si collocheranno due esemplari di Melograno (Punica granatum Linneo) della famiglia delle Punicaceae.

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la vasca e le fontane

Il percorso in asse col del Corso Vittorio Emanuele si concluderà in una vasca d’acqua, delimitata da bordi rialzati, così da fungere anche da seduta. Intorno al monumentale cedro collocato di fronte alla sede della Curia Vescovile il progetto prevede di allestire un giardino recintato, come luogo di raccoglimento e meditazione delimitato da un muro curvilineo in pietra alto 2,50 m, con acqua scorrente a parete.

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vista notturna di uno dei volumi che dà accesso al parcheggio interrato

I volumi costituenti l’involucro delle scale e degli ascensori che collegano il piano della piazza al parcheggio interrato sono dei semplici volumi con struttura in metallo e vetro traslucido. Nei volumi sono anche contenuti spazi opportunamente predisposti per le rivendite di giornali e di tabacchi che attualmente si trovano nella piazza.

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prospettiva

Con l’obiettivo di includere la componente artistica nella riqualificazione della Piazza, la nostra proposta prevede di collocare una grande scultura in pietra calcarea – simile a quella della pavimentazione – in prossimità del bordo ovest della Piazza, tra il Palazzo Caracciolo e il Corso Vittorio Emanuele.

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veduta notturna dall'alto

Il progetto di illuminazione della Piazza comprenderà pali, lame di luce integrate nella pavimentazione e nelle pareti d’acqua curve, elementi proiettanti luce concentrata sulla scultura, e fari all’interno della vasca poligonale.

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sezione rivolta a nord

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sezione rivolta a sud

Appartamento ad Amsterdam - RTP studio - Massimo Porricelli

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La tipologia edilizia olandese ha portato a sviluppare il layout funzionale dell’ edificio verticalmente, tutti i livelli sono stati concepiti con funzioni tipologiche distinte tra loro.

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rendering

La tipologia costruttiva dell’ edificio che deriva dal contesto urbanistico ed architettonico della capitale nordica porta a concepire idealmente l’edificio come zona filtro, poiché il doppio affaccio contrapposto di tutti gli ambienti ed i livelli collega la città con la natura del fronte strada al giardino interno; inoltre sono state create delle zone vivibili sui vari livelli all’esterno dell’ involucro dell’ edificio per godere maggiormente della natura della zona circostante tipica dei paesi nordici.

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vista interna

L’ intervento ha previsto il riuso di materiali naturali del luogo ed il tipico stile classico londinese vista la provenienza dei proprietari. Grazie alle numerose specchiature vetrate dell’ edificio gli ambienti , nonostante l’ altezza degli stessi risultano ampi e confortevoli.

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esploso

The building has been developed according a vertical layout as per the typical Dutch style, all levels are designed with features typological distinct by function. The building construction type that derives from the urban and architectural context of the northern capital leads to ideally conceive the building as a filter zone, since the double facing opposition from all areas and levels connects the city with nature the street front to the garden, have also been created on different levels of living areas outside of the building to enjoy more of the nature of the surrounding area is typical of the Nordic countries. The ‘project considered the re-use of local natural materials and – having regard to the origin of the owner- it mixed the Dutch tradition of Gothic lot with the classic London style. Thanks to the many mirrors of glass ‘the building environments, despite the’ height of the same, is extremely spacious and comfortable.

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volume d'intervento

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vista interna

Concorso logotipo ed immagine coordinata delle attivita' di pianificazione urbanistica del comune di Castel San Giorgio - antonio salzano

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L’Amministrazione Comunale di Castel San Giorgio intendeva dotarsi di un logotipo da utilizzare come segno identificativo dell’intero processo di pianificazione urbanistica, integrabile con le relative sigle, nel cui simbolo fosse facilmente riconoscibile l’identità del territorio comunale e degli abitanti.

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Relazione progettuale: Il territorio di Castel San Giorgio s’addossa ad una sequela d’alture; l’abitato scende dalle pendici come un manto, che sia tirato in alto e poi lasciato ricadere in morbide pieghe, allo stesso modo l’edificato si stende progressivamente nella piana. Questo ha suggerito l’immagine del profilo montuoso, dal cui versante prende le mosse l’insediamento. Le alture definiscono un confine fisico al nostro orizzonte, ma sui picchi di queste si trovano i capisaldi iconici, ossia i castelli, fortilizi più o meno integri, ma saldi nell’immaginario, si pensi al Castello che fornisce il toponimo al paese, ma lo stesso eremo di Santa Maria a Castello, ora a destinazione religiosa, che nasce con funzioni militari; ancora il tema ricorre nel toponimo della frazione Castelluccio, che trova il suo fulcro nella piccola chiesa arroccata sulla collina; per questa ragione il profilo montuoso del logo termina in una stilizzazione del Castello di San Giorgio. Passando ad un’analisi più strettamente urbanistica del territorio, si è voluto porre l’accento sulla caratteristica storica del paese: le frazioni. L’urbanizzazione nasce e si sviluppa in maniera puntuale in centri separati sul territorio, i quali lungamente conservano caratteristiche distintive ben marcate, e solo di recente si assiste ad una progressiva fusione di questi centri. La griglia, che nel logo s’allarga scendendo dal castello, simboleggia le varie frazioni del paese; le righe e le colonne rappresentano i link, le connessioni a vari livelli che l’attività di progettazione urbanistica deve attivare perché l’intero territorio funzioni sinergicamente; l’ortogonalità degli elementi offre un’immagine positivista dell’intervento urbanistico, come momento di razionalizzazione che soverchia il caos di scelte arbitrarie. In tal modo l’essenza del simbolo deriva dall’astrazione d’un insieme di relazioni che caratterizzano il paese, ritenendo poco calzante la prassi consolidata di stilizzare in vario modo la reale topografia del luogo; il risultato è un’immagine semplice che porta con sé i simboli più antichi del nostro paese e una promessa d’illuminato progresso.

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L’Avamposto di Expo - Jacopo della Fontana

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Concept
  • smaterializzazione della monumentalità a favore di un paesaggio naturale, fluido e fruibile un manto di terra e vegetazione percorribile copre gli spazi previsti dal programma funzionale
  • interpretazione del rapporto col contesto attraverso la riedizione di un bastione, già colonizzato dal verde l’impianto generale non si mette in antagonismo con l’asse Castello via Dante; i “toni” sono smussati
  • punti di vista su expo e sui temi del programma espressi da padiglioni a forma di cannocchiali schiacciati Expo non dissemina contenuti, ma osserva e si mette in ascolto dei contenuti collettivi che provengono dall’esterno come un cannocchiale rovesciato
  • interpretazione morfologica e architettonica del tema della madre terra nutrice in chiave ambientale la terra tutto genera e ricopre, l’architettura si innesta dentro il suo ventre e ne modella il profilo
  • ciascun contenitoreè accessibile anche dall’esterno e immette nello spazio centrale coperto comune che ha come fulcro il modello del sito expo in progress la piazza interna e la piazza verde soprastante stanno alla città come la grande piazza centrale vicino al palazzo Italia sta al sito dell’Expo
  • forte memorabilità e sostenibilità del progetto immagine unitaria in linea con la sensibilità ambientale
  • esterno / interno, in continuo dialogo gli occhi (lucernari) danno luce e aria agli spazi interni; le immagini interne sono proiettate anche sulle vetrate
  • naturale / artificiale, in continua trasformazione esperienze naturali all’esterno e artificiali all’interno; mutabilità al variare delle stagioni e degli allestimenti
  • reale / virtuale, in continua interconnessione forte presenza di matericità nelle finiture e di multimedialità negli allestimenti, divenire del progetto
  • punto di incontro, socializzazione, conoscenza, palcoscenico di interazione e innesco per il contatto con Expo
  • sovrapposizione dell’identità fisica all’identità digitale: accesso immediato con tutti i Digital Devices coi social network di geolocalizzazione; possibilità di visualizzazione della propria immagine sulle vetrate di ingressi ai padiglioni, accesso virtuale da remoto
  • scalabilità dell’esperienza: ogni età e complessità cognitiva potrà essere incuriosita, sia analfabeti che esperti digitali; il laboratorio potrà ospitare workshop per famiglie e studenti e incontri transgenerazionali
  • interaction design: apposite aree espositive saranno aperte alla interpretazione di autoallestimenti virtuali da parte dei visitatori che, assistiti da tutor, potranno “salvare” i propri progetti nella “cloud” di Expo
  • un pallone aerostatico in forma di “_pin_” segnala a tutta la città la presenza del padiglione, si lega in linea d’aria al sito Expo 2015 e in linea temporale all’expo di Milano del 1906
  • sostenibilità e riciclabilità con uso di terra, legno, struttura metallica
  • massimizzazione della ventilazione naturale attraverso l’effetto camino della corte interna nelle stagioni intermedie
  • creazione di un effetto serra solare per il riscaldamento naturale nella stagione invernale con i grandi lucernari
  • creazione di un cantiere in forma di evento-partecipato per la città, minimizzare l’impatto logistico
  • possibilità di riutilizzo anche per parti (i singoli padiglioni “cannocchiale”) anziché solo per l’intera installazione
  • costruzione a secco senza utilizzo di calcestruzzo o acqua

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vista del padiglione da piazza castello

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vista del padiglione da piazza cairoli

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vista della piazza centrale

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planimetria copertura

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planimetria piano terra

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assonometrie generali del padiglione

Fundación Rubido Romero - abalo alonso arquitectos

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We have been asked to renovate a small traditional building in rural Galicia which is to be used as the foundation’s headquarters. Particular care will be taken in the project; walls will be reinforced; the tiled roof will be replaced and a bathroom adapted to its surroundings will be installed. The interior will be repaired and painted white; some walls will be panelled and the woodwork will be replaced. The intervening beams will be reused as support for the lighting. Granite flooring and finishing touches of black steel will complete the work.

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Given its new public use, the ceiling height of the original two floors is inadequate being that the first floor was used as a stable and its ceiling is particularly low. For this reason, the access area will have a height of four metres, perhaps this will be more in accordance with its newly endowed function. The air-conditioning unit could be placed over the bathroom and the ventilation chimney joined with the skylight which illuminates the area. In the other rooms, the ceiling height would be reduced, conforming to the slope of the natural terrain.

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The Hall leading out to the exterior, and its adjoining storage room, will be kept. This is practical in a rainy climate such as that of Galicia. The flexibility foreseen in the rest of the building, with simple and limited intervention, enables its future use as a small centre of rural dynamism; public talks, exhibitions, leisure activities, counselling on related matters, etc.

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