PREMESSA
L’idea di un collegamento in grado di relazionare il colle Gianicolo alla cittàè ormai sedimentata nella coscienza di Roma. Negli anni sono state diverse le proposte progettuali e gli studi che hanno provato a dare una soluzione alla discontinuità creata dal carcere Regina Coeli che di fatto divide il centro storico della città dal Gianicolo. L’intervento previsto da Marcello Piacentini nel PRG del 1931 di Roma, ad esempio, prevedeva la realizzazione di un grande asse centrale che attraversasse l’intera area partendo da piazza della chiesa nuova fino ad arrivare in cima al Gianicolo [fig. 1].
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
Un intervento dai forti tratti razionalisti, tipici della progettazione del ventennio fascista, che prevedeva un assetto speculare rispetto al sopracitato asse e lo sventramento di gran parte del tessuto. Di certo una operazione molto invasiva caratterizzata non solo dalla demolizione del carcere di Regina Coeli ma anche di una notevole parte dell’area urbanizzata intorno ad esso.
Di fatto, Roma è abituata a modificarsi con un frenetico e molto spesso violento processo. Basti pensare ai diversi interventi di “ristrutturazione” nel tessuto storico, come ad esempio, sempre per opera dell’architetto Piacentini, via della Conciliazione, o tornando indietro negli anni, con gli interventi di demolizione effettuati dal Sangallo per aprire l’asse di via dei Balluari davanti a palazzo Farnese. Nonostante ciò, l’architettura del Piacentini, o meglio il progetto del quartiere delle accademie a ridosso del Gianicolo, cercava di destabilizzare i tradizionali canoni architettonici a cui Roma era abituata durante i secoli precedenti, senza cercare di rimpastare faticosamente stili passati, pesanti e molto spesso austeri ma determinando un nuovo modo di vedere e vivere l’architettura.
Allo stesso modo si è cercato di approcciare al progetto della TAU, tenendo conto però dell’intrinseco valore storico ed estetico del carcere. Per questo si è scelto di conservarne una parte come testimonianza di una architettura, che se pur non voluta e mai accetta si è imposta per decenni all’interno del tessuto urbano. Determinando, proprio per questo suo carattere di indesiderabilità, una forte istanza storica che qualifica l’edificio come un architettura nata in un determinato contesto storico per un preciso motivo e “vivente” in un tempo attuale.
La conservazione dell’edificio, inoltre, non è stata scelta come strada di progettazione solo per il valore storico del carcere, ma anche per definire un evoluzione dello stesso. Una successiva fase del processo evolutivo del tessuto urbano; un upgrade funzionale e spaziale del carcere in grado di mettere in relazione l’edificio, che per sua natura funzionale è definibile come un antipolo, con il tessuto urbano limitrofo.
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
AREA DI PROGETTO
L’area di progetto si estende per 18.000 mq a cavallo tra lo storico quartiere Regola di Roma e Trastevere. Più precisamente lungo quell’asse che da piazza della Chiesa Nuova, attraversa piazza della Moretta, via della Lungara, il carcere di Regina Coeli e si prolunga verso il Gianicolo. Le problematiche, riscontrabili lungo quest’asse, sono numerose. Tuttavia possono essere riassunte in tre grandi macro-tematiche principali. La prima è il grande e discusso vuoto urbano che sorge su via Giulia in concomitanza con piazza della Moretta [Largo Lorenzo Perosi]. La pubblica amministrazione. ha cercato di risolvere il vuoto urbano soltanto negli ultimi anni promuovendo la realizzazione di un parcheggio seminterrato su tre livelli posto come basamento per edificio caratterizzato da una forte mixitè-funzionale. Tuttavia i lavori sono stati interrotti a causa del ritrovamento di reperti archeologici [Fig. 2]. Ciò ha determinando il permanere di un vuoto urbano nel tessuto su cui negli ultimi anni si è molto dibattuto e che sicuramente dovrebbe essere progettato come un elemento della città contemporanea, dotata di tutte le attitudini di un organismo urbano definito e attuale in grado però di innestarsi consapevolmente nel tessuto esistente.
Fig 2 Scavi archeologici Largo Lorenzo Perosi
Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma. Published on June 17, 2014.
Tuttavia la previsione di un intervento di edilizia specialistica, atto a risarcire il tessuto lungo il percorso che da Piazza della Chiesa Nuova si protrae fino ad arrivare al Gianicolo, risulterebbe essere l’inefficace conclusione del processo messo in opera con le demolizioni del 1931. Infatti il piano regolatore del ‘31, come già detto in premessa, prevedeva su progetto di Marcello Piacentini, un grande quartiere delle Accademie in grado di riconnettere le aree verdi del Gianicolo con il centro della città. Probabilmente proprio con l’obiettivo di restituire al tessuto eccessivamente urbanizzato una naturalità che potesse essere fruita sia dai residenti sia dai turisti. Infatti, a nostro avviso, la seconda problematica dell’area risulta essere proprio l’eccessiva urbanizzazione, che, se pur frutto di un processo sedimentato nei secoli che di fatto caratterizza il centro storico di Roma, ne determina una notevole densità urbana.
La terza, ma non per questo meno importante, problematica è determinata dalla presenza del carcere di Regina Coeli [Fig. 3], il quale fu costruito al posto del quartiere residenziale previsto dal piano regolatore del 1873 per volere dello stato Sabaudo come strumento di repressione e simbolo della loro supremazia su Roma. Il carcere dunque sorge in una posizione sbagliata, fuori dalle previsioni del piano del 1873 e per di più il progetto del Morgini si è basato su un modello di carcere in uso all’inizio dell’800. Ad oggi, infatti, Regina Coeli non risulta rispettare gli standard richiesti dei carceri moderni. La dimensione ristretta delle celle, l’assenza di servizi igienici, lo scarso spazio per l’ora d’aria, l’alta densità dei detenuti e la posizione centrale sono solo alcuni dei motivi per cui già nel 1939 fu prevista la demolizione, che fu rimandata durante la guerra e mai più riiniziata.
Carcere di Regina Coeli Fig. 3
Silvio Scaglia. Published on June 17, 2014.
IDEA DI PROGETTO
Il concept del progetto “TAU” cerca di ristabilire una relazione visiva quanto funzionale tra il Gianicolo e il tessuto urbano. Allo stesso tempo, cerca di inserire all’interno del centro storico, fittamente urbanizzato, degli spazi verdi per riconfigurare lo stesso limitando così il consumo del suolo.
La volontà di una riconnessione visiva e non solo funzionale si è sviluppata sin dal primo sopralluogo effettuato, dove il ruolo di “barriera”, che la facciata del carcere assume su via della Lunagra e sul Lungotevere, determina l’impossibilità di percepire il retrostante Gianicolo e dunque il desiderio di raggiungerlo da parte dei fruitori dell’area.
Sulla base di questa riflessione è stata individuata una traiettoria spezzata in un punto, vertice di un duplice cono visivo che permette di avere da una parte una vista, attraverso gli edifici, proiettata verso piazza della chiesa nuova; dall’altra, una forte apertura verso il Gianicolo [Fig. 4]. Definendo, di fatto, un fondamentale punto di accesso dalla città verso lo storico colle ad oggi difficilmente raggiungile se non attraverso mezzi di trasporto.
Fig. 4
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
Gli approcci ai due distinti tratti generati dal vertice (Gianicolo/largo Perosi e largo Perosi/Piazza della chiesa Nuova), sono diversi.
Nel primo tratto le relazioni tra il colle Gianicolo e la città potrebbero avvenire esclusivamente con la demolizione del carcere. Tuttavia ciò, come già affermato in premessa, non è possibile, in quanto la forza e l’importanza dell’istanza storica di Regina Coeli ne determina la sua conservazione totale o parziale. Per queste ragioni si è optato per la conservazione di una porzione del carcere che si è tradotta in una sezione longitudinale che corre per tutta la lunghezza del manufatto. Parte del carcere, quella esposta a sud, viene dunque conservata, la restante parte eliminata e trasformata in un parco pubblico relazionato allo stesso colle [Fig.5].
Fig. 5
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
Diverso è stato l’approccio lungo il secondo tratto, dove si è cercato di edificare il meno possibile e lasciare più spazio al verde. Infatti largo Lorenzo Perosi in parte, piazza della Moretta e piazza della chiesa Nuova vengo risistemati con zone caratterizzate da un semplice manto erboso. L’unica area che viene edificata è uno dei due lotti che compongono largo Perosi. In questo caso l’intervento cerca ricucire il tessuto attraverso la lettura dello stesso, garantendo comunque una continuità dal vertice delle traiettorie visive.
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
LA RIFUNZIONALIZZAZIONE
A causa delle numerose difficoltà e disagi riscontrati a seguito della fusione gestionale delle sedi di architettura della Sapienza, e della diffusione di queste sul territorio del centro storico.
Il tema progettuale scelto è l’accentramento delle sedi in questione: Valle Giulia, Quaroni e Fontanella Borghese, in un unico edificio, la TAU [Fig.6]. Cosi da concentrare tutti i servizi in una sola struttura, anch’essa vicina al centro di Roma e a due passi da Trastevere, uno dei quartieri più giovani e dinamici della città.
Fig. 6
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
E’ indubbio il riscontro positivo che un operazione del genere può avere, non solo sulla vita degli studenti universitari, ma anche su quella dei dipendenti della facoltà. Infatti la migliore logistica dell’attività legata ad un unico polo universitario ottimizza sia il “valore tempo” dei docenti, dettato dalla diminuzione dei tempi morti intercorrenti dalle diverse attività lavorative dell’ateneo, sia per il “valore tempo” degli studenti, dato dal recupero dei tempi morti legati alla distribuzione logistica e organizzativa dell’attuale situazione della facoltà. Anche il personale amministrativo sarà ottimizzato con tale processo, portando ad una diminuzione dei costi legati al presidio delle diverse sedi. Inoltre, una facoltà più moderna e competitiva determina sicuramente un senso di benessere e una maggiore propensione allo studio e alla vita universitaria degli studenti che la frequentano.
Il primo step per la progettazione della TAUè stato il calcolo della disponibilità totale dei posti messi a disposizione da “La Sapienza” per i futuri architetti, al fine non solo di aumentarli, ma anche di creare un maggior numero di spazi comuni, zone per poter utilizzare il pc, sale lettura, spazi espositivi, nuovi dipartimenti, una mensa e un nuovo piccolo studentato. La nuova facoltà, TAU (Trastevere Architecture University), si sviluppa su due poli. Il primo lungo il tratto Gianicolo/L. L. Perosi è costituito dalla porzione di carcere mantenuta, il secondo, invece, da un nuovo edificio su largo Lorenzo Perosi. La parte del carcere si divide in tre grandi edifici: L’edificio A ospita i dipartimenti, collegati tra loro dai ballatoi che originariamente collegavano le celle. Nell’edificio B trovano spazio le aule e gran parte dei servizi per gli studenti quali il centro stampa, l’area plastici e l’area computer. Infine nell’edificio C, oltre a prevedere ulteriori aule, è collocata la mensa al piano terra del manufatto adiacente a via della Lungara, il quale ospita anche lo studentato formato da 48 posti letto. Lo stesso edificio C, ospita a ridosso di una grande corte, una hall e la segreteria per gli studenti. Il secondo polo è quello su piazza della Moretta ed è facilmente raggiungibile, trovandosi a meno di 5 minuti a piedi dall’ex carcere. L’edificio ospita una grande aula magna intorno alla quale si sviluppa su 5 piani la biblioteca centrale dell’architettura, fornita anch’essa di zone studio e spazi comuni a disposizione degli studenti. L’aula magna e la biblioteca dialogano tra loro in quanto parte di un unico sistema (il nuovo polo universitario), ma possono scindersi ed essere fruite indipendentemente: l’aula magna, data la sua natura progettuale, scollegata dalla biblioteca, permette di essere utilizzata non solo in orario universitario, ma anche come semplice auditorium, dove poter assistere a rappresentazioni teatrali, nonchè organizzare eventi e congressi. Il polo è completato da un’ala direzionale con uffici e sale riunione.
In totale il nuovo polo ospiterà 3000 posti per un totale di 46 aule, aumentando di 400 posti l’attuale offerta.
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
TRASTEVERE ARCHITECTURE UNIVERSITY
La TAUè composta da quattro edifici distinti:
-Edificio A Dipartimenti e aule
-Edificio B Aule
-Edificio C Aule Mensa e Studentato
-Edificio D Biblioteca ed aula magna
Essi sono stati progettati per essere 4 unità indipendenti che si sviluppano lungo l’asse di collegamento individuato tra Gianicolo e piazza della Chiesa Nuova.
Proprio da quest’ultimo si sviluppano delle “spine dorsali” che si proiettano all’interno delle stecche del carcere. Questi contro assi svolgono una duplice funzione. La prima è quella di distribuire gli spazi interni quali aule, zone comuni, sale lettura e servizi. La seconda è quella di collegare due spazi esterni con altrettante funzioni [Fig. 7].
Fig. 7
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
L’operazione di sezionare il carcere genera, non solo la nuova struttura della TAU, ma anche un parco pubblico a disposizione della collettività, con la funzione di indotto visivo e funzionale verso il Gianicolo. Gli spazi esterni, invece, precedentemente utilizzati per le ore d’aria dei detenuti, vengono riconvertiti a spazi esclusivamente a disposizione degli studenti della TAU; essi sono pavimentati e arricchiti da zone studio, revisione e relax, aule all’aperto e tutta una serie di aree che in una città con un clima favorevole come Roma possono essere utilizzati per più di 6 mesi all’anno.
Il contro asse che si innesta dal percorso principale all’altezza di largo Lorenzo Perosi entra all’interno dell’edificio di nuova costruzione per distribuire le diverse aree della biblioteca che si sviluppano intorno alla grande aula magna.
Tutti i prospetti che si affacciano sul percorso principale, generatore della sezione, cercano di dialogare tra loro attraverso un unico materiale (lamiera microforata in corten) che si frappone tra un solaio e l’altro. La scelta di segnare il marcapiano nel prospetto nasce proprio dalla volontà di far leggere l’operazione di sezione effettuata sull’edificio (rif. Botta Lugano). Per lo stesso motivo, gli altri prospetti del carcere invece non vengo in alcun modo alterati, e su largo Lorenzo Perosi cercano di dialogare con il contesto.
Sempre nei prospetti “sezionati” i grandi ambienti che si sono generati in concomitanza dei “panottici” determinano gli accessi agli edifici e vengono per questo trattati in maniera differente. Infatti, sono totalmente vetrati per permettere una maggiore ariosità e apertura dello spazio interno a tutta altezza e per ottimizzare la visione del parco e della città.
Gli interni sono stati strutturalmente ricalibrati e morfologicamente modificati per riuscire ad accogliere le nuove funzioni universitarie. Uno spazio molto articolato, determinato da un susseguirsi di aule e aree studio, di pieni e vuoti, di doppie e triple altezze.
Questa nuova configurazione dello spazio interno definisce una grande spazialità che favorisce l’accesso della luce dai lucernari ricavati dalle falde di copertura. Tra le varie doppie e triple altezze concorre un dialogo tanto visivo (vedi Adolf Loos) quanto funzionale (illuminazione).
Strutturalmente l’edificio è stato totalmente ripensato a causa del cambio di destinazione e dei maggiori carichi che lo stesso dovrà supportare.
Gli edifici A e B e C la dove ospitano le aule presentano una nuova maglia strutturale collaborante con la muratura portante preesistente. Inoltre i pilastri,posizionati lungo i contro assi oltre alla funzione strutturale, assumono anche quella di scansione ritmica degli spazi distributivi rendendoli così ancora più visibili e dichiarati. La TAU, dunque, cerca di inserirsi all’interno del tessuto preesistente generando nuovi percorsi in forte connessione con esso. Al tempo stesso cercando di dichiarare tutta la forza del operazione a cui è sottoposta marcando la differenza tra il solaio e la nuova pelle in corten. Cambiando, cosi, del tutto i suoi connotati tanto funzionali quanto visivi, la TAU si pone l’obiettivo di essere un nuovo polo universitario moderno ed efficiente in grado di venire in contro a tutte le esigenze dei propri utenti.
© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
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© Marco Tanzilli . Published on June 17, 2014.
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Quartiere delle Accademia tra via della Lungara e il Gianicolo Fig. 1
Roma Sparita. Published on June 17, 2014.